Objet du Conseil n. 1737 du 20 décembre 2000 - Resoconto
OGGETTO N. 1737/XI Iniziative per il rilancio della Casa da gioco di Saint-Vincent in relazione alla prevista istituzione di nuove case da gioco e all’accerchiamento del Casinò da beni non di proprietà regionale. (Interpellanza)
Interpellanza A conoscenza delle vicende del Casinò di St. Vincent sopraggiunte a seguito, sia della decisione presa dalla SAAV di chiudere l’Hôtel Billia a fine anno, sia in previsione dell'istituzione di nuove case da gioco nelle altre regioni italiane;
Preso atto dei costi che in termini finanziari e di intralcio alle molte iniziative che potrebbero essere prese a favore del potenziamento della Casa da gioco, comporta l’accerchiamento di beni che non sono di proprietà regionale;
Vista l’indagine in corso da parte del Procuratore della Corte dei Conti sul contratto riguardante l’Hôtel Billia;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interpella
la Giunta regionale per conoscere:
1) quali iniziative intende mettere in atto per fronteggiare le sfide che arriveranno in previsione dell’istituzione di nuove Case da gioco nelle altre regioni italiane;
2) quali iniziative intende realizzare al fine di rompere l’accerchiamento del Casinò dai beni che non sono di proprietà regionale;
F.to: Beneforti
PresidenteLa parola al Consigliere Beneforti.
Beneforti (PVA-cU)I motivi che ci hanno indotto a presentare questa interpellanza sono chiari e ritengo anche precisi. Si chiede di conoscere come la Regione intende opporsi alle sfide che stanno di fronte alla casa da gioco oggi, a breve e anche a lungo termine.
Alcune risposte ci sono state date nel precedente Consiglio quando è stata affrontata con una nostra interrogazione la decisione della SAAV di chiudere l’Hôtel Billia a fine anno per manutenzione.
Abbiamo condiviso la risposta che è stata data alla scorrettezza del ricatto della società alberghiera perché di ricatto in quel momento si trattava; ricatto che non poteva passare inosservato visto lo scandalo che ha creato all’interno e all’esterno della Regione; ricatto che impone di rivedere i rapporti, i contratti esistenti con questa società che ha dimostrato di non essere affidabile; ricatto che anche se è rientrato, ha comportato un ulteriore onere finanziario per la casa da gioco che ha dovuto attivarsi verso altre strutture alberghiere per far fronte alle richieste della clientela che in quel periodo doveva frequentare la casa da gioco.
Nella sostanza la Regione deve uscire dallo stato di incertezza in cui è venuta a trovarsi purtroppo, la casa da gioco; incertezza che non le permette di affrontare le difficoltà e le sfide, che incontra con la serenità necessaria.
Ci rendiamo conto dell’importanza che riveste il Casino per la Valle d’Aosta, per l’economia valdostana, per il bilancio regionale, per il turismo, non ultimo, per l’importanza che riveste anche agli effetti dell'occupazione; per questo vorremmo che tornasse ad essere il primo d’Europa e non solo fra quelli italiani, ma credo che questo obiettivo comporti delle iniziative che possono apparire dolorose, ma che sono anche coraggiose e che comunque si impongono.
Qualcuno pensa che chi sta all’opposizione sia disinteressato al futuro della casa da gioco o che critichi tanto per criticare. Credo che così non sia.
Almeno per quanto riguarda il nostro gruppo siamo preoccupati della situazione in cui è venuto a trovarsi il Casinò, le nostre critiche erano e sono mosse a ragion veduta e non per demolire un settore importante anche agli effetti occupazionali.
Infatti abbiamo presentato questa interpellanza, sia perché è un nostro diritto conoscere come opposizione quali sono gli obiettivi della Giunta e quali iniziative intende mettere in atto sia per favorire la ripresa, come sembra stia avvenendo, sia per fronteggiare le sfide che ci possono venire dall'apertura di altri Casinò, sia per rompere quel maledetto accerchiamento del Casinò da beni che non sono di proprietà regionale, ma che sono purtroppo indispensabili per la gestione della casa da gioco.
Credo che questi siano i problemi da affrontare e mi auguro che anche il Presidente ci risponda con lo stesso spirito con cui li portiamo alla sua attenzione.
PresidenteLa parola al Presidente della Giunta, Viérin Dino.
Viérin D. (UV) Plusieurs questions ont été posées par le collègue Beneforti. Tout d’abord celle de l’institution de nouvelles maisons de jeu en Italie, refait surface chaque année lors du débat parlementaire sur la loi de finances de l’Etat; un amendement à la loi de finances 2001 en ce sens a effectivement été présenté même si les dernières nouvelles nous relatent qu’il a été repoussé par le Sénat.
A ce sujet il convient de rappeler que déjà en 1985 la Cour constitutionnelle avait décidé que les casinos devaient faire l’objet d’une intervention spécifique du Parlement car ils exigent une législation organique.
Par ailleurs la rationalisation d’une matière si délicate ne saurait dépendre d’amendements non étayés d’études économiques approfondies qui, par l’évaluation de la clientèle potentielle des nouveaux casinos, viseraient à garantir l’efficacité du "système maison de jeu". Cela est d’autant plus vrai que les établissements existants connaissent depuis quelque temps des difficultés à maintenir leur volume d’activité.
Or il est évident que l’ouverture de toute autre maison de jeu en Italie pourrait engendrer des retombées significatives sur le Casino de la Vallée et réduire sensiblement une clientèle déjà limitée. En l’occurrence les effets négatifs de l’augmentation de l’offre ne pourraient être réduits que par la fidélisation des clients et donc par la qualité des produits offerts, non seulement les jeux, mais aussi l’accueil et l'attrait touristique de Saint-Vincent ou de l’ensemble de la Vallée d’Aoste, aspect sur lequel la Gestion Extraordinaire s’est d’ailleurs déjà penchée.
Quant à l’autre question, la Région s’est depuis longtemps déclarée disposée à acheter au prix courant les immeubles susceptibles de servir à l’exploitation et au développement du casino car cette solution paraît sans doute la meilleure.
Mais il importe également de remarquer que, grâce aux différentes initiatives lancées par la Gestion Extraordinaire, notamment en vue d’améliorer le degré d’intégration des activités économiques des communes de Saint-Vincent et de Châtillon, cet effet d’encerclement a progressivement été éliminé et qu'il ne reste plus qu’à résoudre les problèmes qui tiennent aux rapports contractuels concernant le parking au sud du casino et le Grand Hôtel Billia.
PresidenteLa parola al Consigliere Beneforti.
Beneforti (PVA-cU)Prendo atto della risposta del Presidente alla nostra interpellanza, però voglio fare alcune riflessioni sui presupposti che dovrebbero essere realizzati.
Innanzitutto si deve riconoscere che la strada della gestione straordinaria non è più percorribile, anche se è stata necessaria per superare alcune difficoltà del momento.
Riteniamo che occorra tornare al privato perché la gestione del Casinò non può essere una gestione pubblica; che occorra chiudere il contenzioso esistente almeno per quanto possibile e non lasciare andare avanti altri che potrebbero aprirsi come quello degli impiegati amministrativi che hanno fatto ricorso per ottenere il rispetto del loro contratto di lavoro per quanto riguarda il premio di produzione. Credo che questa sia una vertenza che si deve cercare di chiudere al più presto.
Occorre eliminare anche il discorso dell’accerchiamento. Ho capito che da parte del Presidente e da parte della Giunta c’è la volontà di giungere all’acquisto, anche se graduale, degli immobili che stanno intorno alla casa da gioco.
Credo che questi siano i presupposti, che se si realizzano, possono portare ad una ripresa sostanziale della casa da gioco.
In particolare quello che ci preoccupa è la sfida, che ci sembra sempre più vicina, che deriva dall’apertura dei nuovi casinò che prima o poi può arrivare. Fino ad oggi è stato impedito perché ha prevalso la volontà politica di quanti sono contro il gioco d’azzardo, per ciò che comporta in negativo l’apertura di un casinò nella società agli effetti anche sociali.
Fino ad oggi ha prevalso il dialogo e il confronto a livello governativo tanto che anche ultimamente, come ricordava anche il Presidente, è stato possibile respingere le richieste di chi con la finanziaria 2001 voleva aprire un casinò per ogni regione.
Ma quanto può durare questa situazione? Come si fa ad impedire a delle forze politiche, a dei deputati che ricevono la richiesta e la spinta dalle istituzioni e dalle comunità esistenti nei loro collegi di non sostenere l’apertura di un casinò nelle loro regioni? Perché le altre regioni dovrebbero rinunciare a ciò che rappresenta per noi la casa da gioco? In questo senso mi ha stupito la lettura di certi comunicati emessi a livello regionale alla notizia dell’emendamento alla finanziaria.
In questi comunicati si è affermato che la richiesta di aprire altri casinò è un attentato contro la nostra autonomia, che l’apertura di nuovi casinò è una batosta economica contro la Valle d’Aosta, che solo con una forte azione autonomista si difendono gli interessi della Comunità valdostana, che si sottovalutano a Roma i problemi della Valle d’Aosta.
Ora che non sia la finanziaria lo strumento più adatto per regolare una materia tanto delicata, siamo d’accordo anche noi che siamo da sempre contrari all’apertura di nuovi casinò e abbiamo agito in tal senso anche ultimamente, ma non è concepibile assumere un atteggiamento di accusa contro gli altri, contro chi rivendica qualcosa per la propria regione.
Come facciamo noi ad impedire ad altri di avanzare una richiesta nell’interesse delle loro comunità?
Ciò che occorre fare è mettersi effettivamente nelle condizioni di reggere la concorrenza degli altri oggi, ma anche domani. Certo, se non stiamo al passo con i tempi, dobbiamo avere paura, ma non possiamo pensare di sopravvivere negando agli altri di guardare ai propri interessi.
Quindi dobbiamo porci il problema e metterci in condizione di reggere la concorrenza oggi e domani con i presupposti che prima indicavo e che mi sembra che anche il Presidente nella sua risposta, anche se velatamente, ha ripreso. Se camminiamo su una strada, abbiamo le carte in regola per tutelarci e per rispettare i diritti degli altri; se pretendiamo di rivendicare dallo Stato tutto ciò che ci fa comodo e rinunciare a quello che non ci fa comodo, non è la strada da seguire perché non ci porterebbe lontano, invece noi dobbiamo metterci nelle condizioni di reggere la concorrenza che può venire domani con l’apertura anche di altri casinò.
Credo che questa sia la strada che abbiamo davanti perché la nostra autonomia dobbiamo difenderla mettendoci nelle condizioni di farlo.