Compte rendu complet du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 1727 du 20 décembre 2000 - Resoconto

OGGETTO N. 1727/XI Notizie su rischi idrogeologici legati al posizionamento della discarica di Pontey. (Interrogazione)

Interrogazione Verificato che anche la discarica per rifiuti speciali di Pontey è stata interessata dalle abbondanti precipitazioni dell’ottobre scorso;

Sottolineato che la medesima è situata in una posizione discutibile, proprio in riferimento al rischio idro-geologico che fenomeni di carattere alluvionale possono aggravare;

Richiamate le proprie precedenti iniziative consiliari relative alla discarica in questione;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interroga

l’Assessore competente per sapere:

1) quali eventuali danni ha subito la discarica di Pontey a seguito dei noti fenomeni alluvionali dell’ottobre 2000;

2) se si ritiene sempre sicuro il posizionamento della discarica in riferimento al rischio idro-geologico;

3) quali conseguenze avrebbe un eventuale appiattimento da parte della Dora (in ipotesi anche i torrentelli che scendono a Valle sullo stesso versante della discarica) dei rifiuti speciali depositati a Pontey.

F.to: Curtaz

PrésidentLa parole à l’Assesseur au territoire, à l’environnement et aux ouvrages publics, Vallet.

Vallet (UV)Credo sia importante dire che il sito di realizzazione della discarica è stato a suo tempo attentamente valutato nelle diverse fasi di progettazione e di approvazione, con particolare rilievo proprio per quanto attiene la sicurezza idrogeologica, sia rispetto al torrente Prelaz che rispetto alla Dora.

Lo studio di valutazione di impatto ambientale ha esaminato nel dettaglio il pericolo di esondazione.

Rispetto ad eventuali fenomeni di piena nella Dora le soluzioni previste, che avevo peraltro già avuto modo di illustrare al Consigliere rispondendo ad una precedente iniziativa, prevedono la realizzazione di una doppia arginatura sulla sponda destra orografica permettendo di contenere la portata di piena con un tempo stimato di ritorno di 500 anni.

È stato realizzato un argine in pietrame calcestruzzo in destra orografica atto a garantire un deflusso di circa 1.500 metri cubi al secondo per una lunghezza di circa 300 metri, per un'altezza variabile fra i 3 e i 2 metri, ed è stato realizzato un secondo argine, cosiddetto "golenale", parte in terra inerbita e parte in pietrame, di altezza variabile fra i 4,7 e 3 metri.

Per quanto riguarda le piene del torrente Prelaz, gli interventi previsti sono consistiti nella realizzazione di un'arginatura longitudinale di contenimento adiacente all’alveo ordinario su entrambe le sponde.

Credo che si possa dire che l’evento di ottobre ha dimostrato, per quanto riguarda questi aspetti, che gli interventi di protezione sono idonei a garantire la protezione dell’area di discarica; hanno funzionato egregiamente.

Si è avuto durante l’evento un grave danneggiamento delle pareti rimodellate dell’invaso della discarica; che erano in corso di predisposizione. Questo è stato determinato dalla tracimazione del canale di proprietà ENEL che corre a monte dell’invaso. L’acqua tracimata ha provocato significativi dilavamenti che hanno eroso gran parte delle scarpate stesse.

È evidente che, appena le condizioni lo renderanno possibile, sarà necessario definire e concordare con ENEL i provvedimenti necessari ad eliminare questo problema.

Per quanto riguarda il torrente Prelaz e la Dora Baltea, pur essendo in piena, non hanno causato alcun danno rimanendo contenuti nelle arginature.

Nella discarica di Pontey il materiale sarà conferito in funzione del grado di pericolosità dello stesso e quindi anche in contenitori chiusi, per cui nell’area di discarica si potrebbero trovare contemporaneamente materiali sciolti, anche di notevole pezzatura, e i contenitori disposti secondo piani di coltivazione prestabiliti.

La possibilità prospettata nell'interrogazione implica che uno dei corsi d’acqua muti il suo corso e si scavi un nuovo alveo all’interno dell’area di discarica, ipotesi questa che è stata valutata dai tecnici come altamente improbabile. È da considerarsi che in tale ipotesi il corso d’acqua dovrebbe non solo abbattere le opere di protezione idraulica, ma anche erodere e distruggere gli argini della discarica stessa che definiscono e contengono il materiale. Le conseguenze di un tale evento sarebbero poi in funzione della fase di coltivazione nella quale si troverebbe la discarica in quel momento.

Ipotizzando che si sia in corso di coltivazione, si potrebbe avere l’asportazione del materiale conferito in uno o più livelli di deposito.

Al termine della coltivazione la discarica riceverà un trattamento paesaggistico complessivo; il modellato generale delle scarpate prevede alla sommità del corpo della discarica una serie di grandi ripiani pianeggianti e scarpate con pendenze tre a due. Scendendo verso la base del versante i ripiani vengono limitati ad esigue fasce di larghezza variabili fra i 3,5 metri fino a un massimo di circa 10 metri per garantire il passaggio ai mezzi di manutenzione.

Lo strato coprente impermeabilizzante viene garantito da un manto ruvido, HDPE, lungo le scarpate e da un manto geocomposto lungo le banchine a cui segue il riporto di terreno da coltivo in proporzione di 30 centimetri per le scarpate e 50 - 80 centimetri per le banchine.

Avverrà poi un rimodellamento con riporto di terreno di rinfianco che possa contenere anche la messa a dimora di alberi e migliorare in tal caso le condizioni di inserimento del paesaggio. Laddove la gradinata di rinfianco dovrà essere contenuta per minori disponibilità di spazio o presenza dei tralicci delle linee ad alta tensione si adotteranno delle palificate di sostegno appoggiate semplicemente sul ripiano, senza interventi di fissaggio che rischierebbero di provocare la lacerazione del manto impermeabilizzante. La palificata consente l’inserimento di talee e piante radicate che secondo una nota tecnica di ingegneria naturalistica provvedono a rinfoltire la vegetazione con un inarbustimento diffuso e integrato nella palificata finalizzato anche a stabilizzare la scarpata in previsione della decomposizione della struttura portante in legno.

In ultimo, con la sistemazione di un reticolo drenante si eviterà che nelle prime fasi di sistemazione del fronte si verifichino, soprattutto a seguito di eventi atmosferici, fenomeni di estesa incisione e scorrimento alla base del terreno vegetale di riporto che lascerebbero scoperto il manto impermeabilizzante.

Il sistema drenante verrà realizzato con un sistema di canalette lungo le linee di massima pendenza che convoglieranno le acque meteoriche in una canaletta in cemento prefabbricato di raccolta.

L’eventuale evento catastrofico dovrebbe pertanto intaccare l’intero sistema di ricoprimento con erosione del corpo di discarica, ipotesi anche questa valutata dai tecnici come altamente improbabile.

PrésidentLa parole au Conseiller Curtaz.

Curtaz (PVA-cU)Proprio due parole di commento sulla risposta articolata dell’Assessore.

Osservo che intanto qualche problema c’è stato, del resto era difficilmente negabile perché basta percorrere l’autostrada per vedere come ci sia stato un dilavamento della zona adibita a discarica.

Apprendiamo che questo problema è stato determinato da un canale insospettabile dell’ENEL, mentre avrebbero tenuto le sponde sia della Dora, anche questo è visibile a occhio nudo, sia del torrente che scorre a fianco della discarica, scorrimento che, personalmente, non da tecnico, mi pare più preoccupante dopo quello che abbiamo visto in occasione dell'alluvione di metà ottobre.

Prendo atto delle rassicurazioni dell’Assessore ma, per quanto mi riguarda, rimangono intatte le mie riserve e le mie perplessità sulla localizzazione di quella discarica.