Objet du Conseil n. 2512 du 16 avril 1997 - Resoconto
SEDUTA ANTIMERIDIANA DEL 16 APRILE 1997
OGGETTO N. 2512/X Interventi per modificare la misura dei tassi di interesse stabiliti per i rimborsi dei mutui stipulati negli anni ?80 per l'acquisto della prima casa. (Interpellanza)
Interpellanza Premesso:
- che le leggi regionali n. 24/1965, n. 31/1983, n. 76/1984 furono istituite per agevolare i cittadini valdostani desiderosi di acquistare, ristrutturare o costruire ex novo alloggi definiti "prima casa";
- che nelle stesse leggi sono previsti, per il fine di cui sopra, tassi d'interesse agevolati;
- che il tasso di riferimento previsto dal Ministero del Tesoro è strettamente correlato all'andamento dell'inflazione e del tasso di sconto;
- che, in fase di inflazione e di tassi di sconto elevati, essendo di conseguenza i tassi di riferimento fissati dal Ministero del Tesoro anch'essi altrettanto elevati, nel regolamento applicativo delle suddette leggi è stato previsto un tasso d'interesse costante agevolato;
- che, essendo l'inflazione diminuita considerevolmente negli ultimi due anni, il tasso ufficiale di sconto si è di conseguenza ridotto in maniera costante ed è prevista un'ulteriore discesa del medesimo;
- che tutti coloro i quali hanno ottenuto il mutuo regionale dal 1980 al 1992, un periodo nel quale l'inflazione è giunta a toccare punte massime superiori al 21 percento, sono penalizzati dall'applicazione del tasso annuo costante per tutta la durata del mutuo;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interpella
la Giunta regionale per conoscere:
1) se non ritiene opportuno modificare l'articolo 8, comma 1 del Regolamento regionale relativo alle norme per la concessione di mutui regionali che prevede un tasso costante per l'intera durata del finanziamento, trasformando il tasso da costante a variabile annualmente in funzione del tasso di riferimento fissato dal Ministero del Tesoro nell'ultimo bimestre (novembre - dicembre) dell'anno precedente;
2) se, nel caso non ritenga applicabile quanto sopra, come intende diversamente operare per non penalizzare i circa 5000 richiedenti che hanno ottenuto il mutuo dal 1980 al 1992, magari consentendo loro di estinguere il mutuo in essere evitando il pagamento della penale prevista dal comma 2 dell'articolo 21 del Regolamento di cui sopra, con la possibilità di accenderne uno nuovo in sintonia con gli attuali tassi agevolati.
F.to: Lanièce
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Lanièce.
Lanièce (GA) L'interpellanza che stiamo discutendo è nata con l'intento di modificare una situazione perdurante ormai da diversi anni che vede penalizzati quei cittadini valdostani che hanno ottenuto il mutuo regionale negli anni passati, in modo particolare negli anni ottanta, e che per effetto dell'applicazione del tasso annuo costante per tutta la durata del mutuo si sono trovati sulle spalle interessi molto elevati che, lungi dall'agevolarli, si sono rivelati addirittura elevati in certi casi. Questo perché nel periodo sopracitato l'inflazione ha toccato punte superiori anche al 21 percento, fenomeno che ha portato all'innalzamento dei tassi di riferimento fissati dal Ministero del tesoro.
Al di là delle possibilità tecniche su come ovviare all'incresciosa situazione in cui versano tuttora molte famiglie, possibilità che esiste concretamente e che intendo spiegare fra poco, vorrei soffermarmi brevissimamente sulla questione morale, o etica che dir si voglia, del problema.
Il bene alloggio, la casa insomma, è considerato il bene primario di un nucleo familiare, l'esigenza prima senza la quale i piani per il futuro devono essere rimandati, senza la quale è preferibile rinviare il momento tanto atteso di mettere su famiglia o, come si dice più impropriamente, di mettere su casa.
Orbene è del tutto inutile spendere parole di elogio sull'importanza dell'unità familiare - e credo che anche qualche mio collega della minoranza sia senz'altro d'accordo - se poi accordato un privilegio non si fa in modo, una volta verificata l'opportunità, di rimediare i difetti insiti nell'accordo stesso, difetti o carenze dovute a leggi desuete che non tengono conto di come la realtà muti di giorno in giorno, di come una norma fatta per agevolare il cittadino possa trasformarsi per via di un semplice comma in una specie di ingiustizia, come nel caso che stiamo trattando.
Il quadro finanziario che è destinato ad accompagnare la marcia verso la moneta unica, soprattutto il dopo Maastricht, cioè il futuro, ha al suo centro una tenuta dell'inflazione a dir poco sopra lo zero e quel che più conta un costo del denaro dei diversi paesi europei sempre più allineato verso un livello senz'altro più basso di quello dei nostri B.o.t. di oggi.
Le previsioni in Italia per il corrente mese di aprile sono per un tasso di inflazione che dovrebbe attestarsi vicino all'1,7-1,8 percento. A Basilea Antonio Fazio ha dichiarato che inflazione, cambio e bilancia dei pagamenti vanno nella giusta direzione; si ritiene che sia la premessa per un'ulteriore riduzione del tasso ufficiale di sconto.
Se si avverasse quanto sopra previsto dagli esperti, ed è auspicabile, i titolari di mutui ad interesse fisso sarebbero sempre più penalizzati. Per quanto sopra esposto e per un senso di giustizia sarebbe logico che a tutti i mutuatari con la Finaosta venisse applicato un tasso variabile anche per evitare che, non appena trascorsi dieci anni, quando cioè non si pagherà più alcuna penale, i mutuatari rescindano il contratto in essere con la Finaosta per andare a stipularne un altro con qualsiasi istituto bancario, magari anche estero.
Sappiamo benissimo che quanti hanno a suo tempo stipulato mutui in ECU sono stati poi penalizzati dal cambio, ma con Maastricht alle porte tutte le monete europee saranno legate da cambi rigidi, pertanto varrà la pena rischiare qualcosa sui cambi, ma risparmiare 2-3 punti percentuali sugli interessi. Sarebbe oltremodo interessante se la Finaosta, non volendo trasformare il tasso fisso in variabile per tutti i mutuatari, desse la possibilità di estinguere senza penalità il mutuo in essere e di ricontrattare un nuovo mutuo, come d'altronde si fa con una qualsiasi banca.
Facendo riferimento in concreto alla normativa esistente, l'articolo 8 delle norme per la concessione di mutui ad interesse agevolato a favore dei privati nel settore dell'edilizia residenziale, comma 1, prevede: "Il tasso annuo di interesse da applicare ai finanziamenti del presente regolamento è determinato come segue: per reddito fino a lire 30 milioni il tasso annuo, costante per tutta la durata del mutuo, è pari al 30% del tasso di riferimento fissato dal Ministero del tesoro nel bimestre precedente a quello in cui viene stipulato il contratto di mutuo, con arrotondamento al mezzo punto inferiore".
I punti b) e c) sempre del comma 1 fissano il tasso sempre costante per redditi fra 30 e 40 milioni e per quelli fra i 40 e i 50 milioni, rispettivamente al 50 e al 70 percento del tasso di riferimento.
I cittadini dovrebbero essere tutti uguali di fronte alla legge, invece chi ha ottenuto il mutuo negli anni ottanta, quando l'inflazione ha toccato anche punte del 21 percento ed i tassi di riferimento erano estremamente elevati, anche oltre il 15 percento, paga interessi a seconda delle varie fasce di reddito che vanno dal 4,5 al 10,5 percento; per chi otterrà il mutuo nel ?97 il tasso di interesse dovrebbe essere fra i 2,5 e il 6 percento.
Con l'inflazione che sta scendendo al 2 percento diminuirà anche il tasso ufficiale di sconto, il tasso di riferimento; sarebbe molto più equo che il tasso di interesse applicato fosse variabile e determinato ogni anno sul tasso di riferimento del bimestre novembre-dicembre dell'anno precedente. È assurdo che una società regionale come la Finaosta debba speculare su una legge nata per venire incontro ad un bisogno primario dei cittadini.
Un'altra assurdità è contenuta nell'articolo 21 dello stesso regolamento. Il secondo comma prevede che coloro che volessero estinguere il mutuo prima che siano decorsi 10 anni dalla sua accensione, devono restituire il capitale residuo maggiorato della differenza fra gli interessi ricalcolati al tasso di riferimento del Ministero del tesoro, in vigore alla data di inizio dell'ammortamento e quelli corrisposti alla data di estinzione anticipata. Un poveraccio quindi che abbia contratto un mutuo nel ?90, stanco di pagare interessi rilevanti, qualora ne chiedesse la risoluzione anticipata verrebbe ulteriormente penalizzato perché ha già pagato interessi troppo elevati.
È una richiesta che faccio all'Assessore per verificare la possibilità di porre in essere questa modifica in due direzioni, una modifica che vada nella direzione di modificare il tasso di interesse da costante a variabile, che faccia riferimento al tasso di riferimento del Ministero del bimestre novembre-dicembre dell'anno precedente di ogni anno, o in via subordinata almeno che permetta che ogni cittadino possa estinguere il proprio mutuo in qualsiasi momento senza pagare penali e possa accenderne un altro sempre con la Finaosta. Sono quindi, due possibilità che vanno nella direzione di dimostrare una certa attenzione ad un problema primario come quello del mutuo per la prima casa.
Presidente Ha chiesto la parola l'Assessore ai lavori pubblici, Lavoyer.
Lavoyer (ADP-PRI-Ind) Dopo questa lezione di macroeconomia rimango senza parole anche perché l'argomento scelto per fare questa dotta illustrazione dell'interpellanza mi pare fuori luogo.
Gli uffici mi hanno predisposto una risposta di 2-3 pagine, ma rischiamo di non capirci niente dopo quanto ha detto Lanièce, pertanto cercherò di rispondere con dei dati perché almeno si capisce di cosa stiamo parlando. Se andassimo nella direzione che il Consigliere Lanièce auspica, ci sarebbero 5000 mutuatari avvantaggiati, mentre io ho dei dati della Finaosta che mi dicono che l'82 percento dei mutui accesi in questo periodo non arrivano al tasso del 4 percento. Allora diamo i mutui senza tasso?
(... protesta del Consigliere Lanièce, fuori microfono...)
.... se applichiamo la teoria del Consigliere Lanièce, questo è l'82 percento, perché il problema che solleva il Consigliere Lanièce interessa l'1,5 percento dei mutuatari che hanno qualche mutuo con il tasso superiore all'8 percento. Se andiamo ad applicare il tasso variabile per favorire questo 1,5 percento, mettiamo a rischio tutti gli altri perché non è detto che i tassi continuino a scendere all'infinito.
Teniamo conto che il periodo dei mutui non è di 2-3 anni, è di 25 anni, quindi dobbiamo ipotizzare oltre 4000 mutuatari su 5000 ai quali andremmo a dire che adesso le regole del gioco sono variabili; ma non è che possiamo fare una regola per l'1,5 percento dei mutuatari, in forza della quale questi possono estinguere il mutuo, rifarlo ad altre condizioni, e mantenere un'altra regola per gli altri. Mi pare che le regole debbano essere uguali per tutti e che debbano tenere conto anche di situazioni economiche del momento.
Ma voglio sottolineare anche un'altra cosa: questo 1,5 percento che ha quei tassi che Lanièce indica come problematici perché superano il 7 percento, appartiene alla terza fascia, che comprende quelli che hanno i redditi superiori. Questi sono i dati. Al 4 percento abbiamo 1400 mutui, al 4,5 percento abbiamo 1592 mutui; tenete conto che gli ultimi mutui che stiamo stipulando hanno un tasso di interesse del 2,5 percento ed il Consigliere Lanièce propone di fare il tasso variabile: ma per favorire chi?
(... interruzione del Consigliere Lanièce, fuori microfono...)
... no, proponi da adesso in poi il tasso variabile, quindi penalizziamo i 4000 mutuatari. Il Consigliere dice da adesso in avanti, da adesso in poi bisogna dare la possibilità a quelli che hanno il tasso più alto e che ormai sono quasi all'estinzione del mutuo, che possono in qualsiasi momento rescindere il mutuo senza penale... dopo 10 anni c'è e comunque il gruppo di lavoro sta portando avanti la modifica per portarlo a 5 anni... lasciami finire... ma estinguere il mutuo non vuol dire estinguere quel mutuo per rifarne un altro, si estingue il mutuo e basta perché ci sono le motivazioni per estinguerlo. Questo è un mutuo agevolato.
Attenzione però perché se vogliamo entriamo nel discorso delle cifre, di cosa significa la rata al 3 percento o al 3,5 percento, significa 200-300mila lire di differenza ogni rata ogni semestre. Se diamo però la possibilità di estinguere il mutuo per farne un altro, si pensa che il costo dell'ipoteca, il costo del notaio, tutta la prassi non sia onerosa per il cittadino?
Lanièce (fuori microfono) ... cosa c'entra?
Lavoyer (ADP-PRI-Ind) ... ma come cosa c'entra! Ma come è una scelta, se mi costa di più estinguere il mutuo...
(...alcuni consiglieri commentano vivacemente, fuori microfono...)
... caro Consigliere Parisi, la mia domanda conteneva implicitamente anche la risposta... non è questione, è che tutta l'illustrazione dell'interpellante non aveva nulla a che vedere con il contenuto dell'interpellanza che ci è stata presentata perché sull'interpellanza ho risposto con dei dati. Sul resto, se l'interpellanza conteneva tutta questa dotta illustrazione di macroeconomia, probabilmente mi sarei anche documentato perché non sono un esperto in materia per dare delle risposte. Ma sull'argomento specifico dei mutui, se andassimo nella direzione che auspica il Consigliere Lanièce, ci troveremmo domani 4500 mutuari sotto la Regione a protestare.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Lanièce.
Lanièce (GA) Non ho capito l'ultima affermazione dell'Assessore, e cioé che quello che ho detto io è diverso da quello che è scritto sull'interpellanza: mi sembra invece che le richieste siano quelle che ho fatto dicendo che, visto che ci avviciniamo a Maastricht, visto che ci sarà la tendenza ad un tasso di inflazione vicino allo zero, forse era il caso di tenere in considerazione queste due possibili modifiche.
La prima è quella di cambiare i tassi da tassi fissi a tassi variabili, tenuto conto che una volta che entreremo a Maastricht non è che entriamo e usciamo, non è un giochino, è una cosa seria. Allora se per restare in Europa bisogna avere un tasso di inflazione bassissimo, il livello sarà quello perché non è che in Europa entriamo e poi usciamo: mi auguro che la politica italiana sia seria in questa direzione almeno. Visto che cerchiamo di sforzarci di entrare in Europa, il tasso di inflazione sarà bassissimo, di conseguenza da ora in avanti i tassi di inflazione saranno bassi, quindi mi sono permesso di chiedere di studiare, eventualmente nella competernte commissione, come modificare il tasso di interesse da fisso a variabile.
Ho inserito la possibilità, nel caso che questa prima richiesta non fosse accettata, di apportare una modifica nella legge che permetta, a chi lo ritenga conveniente, di rescindere questo contratto e di stipularne uno nuovo, sapendo che la rescissione di un mutuo e l'accensione di uno nuovo comporta delle spese, come giustamente rilevava l'Assessore. Penso che sia una scelta e comunque si tratta di un'eventuale modifica che non penalizza nessuno, quella di inserire nella norma la possibilità, dopo 2-3 anni, di estinguere il mutuo; l'Assessore dice che ben presto ci sarà la possibilità di permettere dopo 5 anni di estinguere il mutuo, e ciò è già una scelta che andrà nella direzione di consentire al cittadino di operare delle scelte.
Penso e sono tuttora convinto che il fatto di passare da un tasso di riferimento fisso a uno variabile non penalizzi nessuno, ma anzi sia un atto di giustizia perché un tasso variabile viene fissato anche in funzione dell'inflazione presente e quindi è un tasso più rispettoso della situazione attuale e reale. Un tasso fisso può andare bene se, quando viene acceso il mutuo, si è in un periodo di inflazione bassa, però ciò dipende solo dalla situazione esistente al momento della stipula del mutuo e non dalla reale situazione esistente durante la durata del mutuo; è come se l'aumento dei salari avvenisse in funzione di una quota fissa, invece segue il costo della vita, che mi sembra sia un indice ritenuto più che mai equo.
Ritengo quindi che le affermazioni fatte dal sottoscritto non siano assolutamente fuorvianti né incomprensibili, chiedono solo un chiarimento e fanno una proposta all'Assessore, che dovrebbe almeno valutarla, senza ritenerla subito una richiesta assurda perché ritengo che si tratti di un intervento equo. Non si tratta di penalizzare nessuno, ma di dimostrare che l'Amministrazione regionale vuole intervenire in modo equo, garantendo a tutti l'applicazione di un tasso che corrisponda alla situazione attuale del costo della vita. Ribadisco che non mi sembra di aver fatto delle affermazioni così assurde.
Mi auguro che comunque, al di là del dibattito che c'è stato in Consiglio fra maggioranza e opposizione, l'Assessore voglia verificare in futuro queste mie richieste e, se verranno ritenute valide, le possa applicare. Chiedo quindi solo che faccia attenzione su queste richieste e che le faccia valutare dalla Commissione competente.