Objet du Conseil n. 2511 du 16 avril 1997 - Resoconto
SEDUTA ANTIMERIDIANA DEL 16 APRILE 1997
OGGETTO N. 2511/X Restituzione alla normale fruizione turistica del tratto di strada romana in Comune di Donnas. (Interpellanza)
Interpellanza APreso atto dell'importanza dei resti romani presenti in comune di Donnas (strada delle Gallie e arco) negli itinerari storico turistici della nostra regione;
Rilevato che a seguito della caduta di un masso dalla parete sovrastante la strada romana delle Gallie, verificatasi, più di un anno fa, l'accesso al sito è impedito con reti metalliche e sacchi di naylon nero posti a protezione del selciato e contenenti sabbia, sono del tutto inadatti per il rispetto di un'area di tale valore;
Interpella
la Giunta per conoscere:
1) quali siano i provvedimenti che si intendono prendere per restituire il sito alla normale fruizione turistica;
2) quali siano i tempi previsti per la soluzione del suddetto problema.
F.to: Chiarello
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Chiarello.
Chiarello (RC) Siccome nel 2000 c'è il Giubileo, mi dicono i cattolici che dovrebbe essere un momento di incontro, e noi speriamo che passino diversi cattolici per la strada francigena. Chiedo pertanto all'Assessore di conoscere entro quali tempi si ripristinerà alle visite la strada romana.
L'Assessore sa benissimo l'importanza che ha la strada romana per il Comune di Donnas e per i vari percorsi turistici della nostra Regione. Lì per un danno che sembrava al cittadino di poco conto è più di un anno o un anno e mezzo che questa strada è chiusa, che questo sito archeologico antico è chiuso alla fruizione dei turisti, ma quello che odio di più, e penso anche i turisti, sono questi sacchi di nylon neri pieni di sabbia che sono stati messi lì; si poteva utilizzare magari la iuta o altro materiale. Adesso questi sacchi di nylon cominciano a disfarsi, a rompersi e non offrono una bella vista all'ingresso della Valle. Quindi volevo capire i tempi realistici di questa ristrutturazione.
Volevo anche far presente che nelle adiacenze sono stati fatti dei sostegni per evitare la caduta di pietre da quella parete rocciosa, che sono di nuovo un pugno in un occhio all'arco romano; volevo capire se anche in questa zona erano previsti dei sostegni di calcestruzzo o se invece si studiava una riparazione che fosse a norma con l'ambiente.
Presidente Ha chiesto la parola l'Assessore al turismo, sport e beni culturali, Agnesod.
Agnesod (UV) La problematica riguardante questo tratto di strada e il borgo di Donnas è emersa in modo esplosivo l'anno scorso con la caduta di questo masso, ma dieci anni fa erano stati fatti quegli interventi a cui si riferiva Chiarello. Nel 1986 sono stati fatti interventi nella zona, sulla base della relazione di un progetto del geologo Zanella, dello studio geologico e geomeccanico della parete rocciosa sovrastante l'abitato di Donnas. La parte progettuale contenuta nella relazione interessava allora solo il borgo e sulla base di questo si era provveduto allora alla realizzazione di uno sperone in cemento armato per salvaguardare il centro abitato, mentre per la parte relativa al monumento antico della strada romana si era provveduto ad analizzare la zona, senza proporre interventi progettuali.
Questi interventi erano stati concordati allora fra i servizi competenti e quindi sono delle soluzioni tecniche che sono state ritenute idonee per evitare il cedimento di una grossa parte di roccia sovrastante l'abitato del borgo di Donnas, su cui diventa difficile andare a fare delle considerazioni, perché sono comunque considerazioni che non tengono conto delle competenze e di coloro che hanno esaminato, e sicuramente non c'erano alternative a questa soluzione.
Per quanto riguarda invece la caduta del masso, avvenuta il 6 febbraio, quindi un anno e due mesi fa, qui c'è una relazione che immediatamente i miei servizi mi hanno fatto avere, nella quale si dice che il distacco della massa rocciosa è avvenuto da una quota di circa 3 metri sul livello della strada e ha interessato una porzione notevole di parete intagliata nella roccia, facente parte del monumento antico. Il masso che è caduto quindi, è quello che aveva delle incisioni e che costituiva una parte molto importante del monumento.
Si fa rilevare nella relazione che il fenomeno franoso non pare sia esaurito con il materiale caduto infatti, lungo il percorso della via antica e anche in corrispondenza della zona del borgo, si possono notare blocchi e placche rocciose di diverse dimensioni, che per l'azione di infiltrazione di acque meteoriche e per i cicli di gelo e disgelo a breve o a medio termine possono subire il medesimo destino.
Date queste considerazioni, al fine di evitare problemi di incolumità pubblica, è stato chiesto al Sindaco presente in sito di provvedere all'emanazione di un decreto di interruzione della strada e un'immediata recinzione della zona.
In considerazione della complessità e dell'importanza della problematica, che investe i diversi settori dell'Amministrazione pubblica, non ultimo quello della tutela e della conservazione dei beni culturali, potrebbe essere utile convocare una riunione dei soggetti interessati per concertare strategie ed azioni, al fine di intervenire correttamente e in modo coordinato secondo le rispettive competenze.
È stata quasi immediatamente convocata una riunione fra le parti che erano interessate a questa problematica, e precisamente in data 13 febbraio 1996; a questa riunione hanno partecipato il Sindaco di Donnas, il Vicesindaco, il Segretario, il Tecnico comunale, l'Assessore al turismo, il Soprintendente ai beni culturali, il Tecnico dei servizi beni archeologici, il Geologo regionale, il Funzionario della protezione civile, il Funzionario dell'Assessorato dei lavori pubblici. In quella sede è stata rilevata la situazione e sono state poste alcune indicazioni sul percorso che si poteva e si doveva seguire per intervenire.
In seguito a questa prima riunione si è provveduto ad interventi iniziali per la messa in sicurezza sia del borgo che della strada e dell'arco romano; ci sono due delibere, una dell'Assessorato dei lavori pubblici e una dell'Assessorato del turismo, rispettivamente di 273 milioni e di 60 milioni che prevedono appunto questi interventi urgenti.
Per quanto riguarda poi il contenuto dell'interpellanza, alla luce anche dell'illustrazione fatta dal Consigliere, la messa in opera dell'intervento fatto utilizzando dei sacchi di sabbia e con la copertura dell'arco a protezione di eventuali altri cadute..., anche questa è una scelta tecnica che è scaturita da questi incontri fra i funzionari dei servizi interessati. Soprattutto è una scelta voluta dalla Soprintendenza proprio per proteggere il monumento.
Al riguardo possono essere espresse tutte le considerazioni che si vuole, sta di fatto che sono dei monumenti importanti e, secondo me, vale la pena anche perdere un attimo di tempo per la loro salvaguardia perché adesso siamo in un periodo caldo e - facendo anche riferimento a quanto è successo a Torino, dove è andata persa una parte importante del nostro patrimonio - dobbiamo mettere in atto quelle misure che servono per proteggere e salvaguardare. Questo è quanto è stato fatto correttamente e quanto era doveroso fare.
Per quanto riguarda i periodi necessari per poter concludere, abbiamo avuto da parte dei lavori pubblici, che è il servizio competente per la realizzazione delle opere, una delibera del 20 dicembre 1996, n. 5926, un progetto appalto di 327 milioni stanziati per il borgo. Per la strada l'intervento sulla stessa è stato inserito nel piano lavori del 1997 e i relativi interventi verranno definiti nei prossimi mesi. Con riferimento a quanto richiesto si deve far rilevare che l'intervento di consolidamento della parete rocciosa sarà eseguito dall'Assessorato dei lavori pubblici, il quale - da noi sentito - prevede di completare l'iter amministrativo fra due mesi e di concludere i lavori entro agosto/settembre dell'anno in corso. Ripeto che questi lavori di consolidamento sono indispensabili, e qui faccio di nuovo un inciso rispetto a quelle che sono le perizie geologiche e geomeccaniche di cui disponiamo, perché, come dicevo un giorno parlando con il Consigliere Chiarello, ci rendiamo bene conto abitando tutti e due a Donnas del disagio che viene provocato all'immagine di un simbolo del nostro Comune, però sono interventi delicati che non possono essere realizzati nel modo in cui viene realizzata una costruzione normale, come ad esempio una nuova costruzione di una qualsiasi struttura regionale. Dobbiamo fare in modo che gli interventi vengano eseguiti bene e completati nel migliore dei modi per poter riaprire con tutta sicurezza dei visitatori e dei turisti e soprattutto del monumento in questione.
A lavori ultimati sicuramente sarà nostra cura restituire alla pubblica fruizione il tratto di strada adiacente e l'arco in roccia che è inserito.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Chiarello.
Chiarello (RC) Spero che non bruci anche lì la montagna come la Cattedrale di Torino perché avrei delle preoccupazioni se prendessero fuoco le pietre della montagna.
L'Assessore ha dato un termine per i lavori, la fine di agosto; ho i miei dubbi, se è vero che l'Assessorato ha preso ancora due mesi di tempo per definire le pratiche, che alla fine di agosto i lavori siano fatti, però per quella data ci risentiremo.