Compte rendu complet du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 2507 du 16 avril 1997 - Resoconto

SEDUTA ANTIMERIDIANA DEL 16 APRILE 1997

OGGETTO N. 2507/X Processo di razionalizzazione e di revisione dell'organizzazione scolastica della Regione. (Interpellanza)

Interpellanza Premesso:

- che è in corso da parte dell'Assessorato alla Pubblica Istruzione un processo di razionalizzazione avente ad oggetto le sedi scolastiche e, più in generale, la revisione dell'attuale organizzazione scolastica alla luce del T.U. n. 297/94, della Legge regionale n. 57/83 e della Legge n. 820/71;

- che tale azione viene svolta nella più assoluta assenza di partecipazione dei consiglieri regionali, dei rappresentanti degli enti locali (comuni e Comunità montane), del corpo insegnante e degli alunni;

- che quanto sopra sta avvenendo in applicazione di normative statali che mal si adattano alla realtà valdostana e ciò avviene in assenza d'una proposta globale di scuola valdostana;

- che la qualità dell'insegnamento e dell'organizzazione scolastica non può certo essere valutata in termini di presenza umana sul territorio ed, inoltre, non è possibile procedere con interventi-tampone che non permettono al cittadino di conoscere quale politica scolastica intenda darsi il Governo regionale;

ciò premesso il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

l'Assessore alla Pubblica Istruzione per sapere:

1) se non sia doveroso far conoscere al Consiglio regionale come si inseriscano le presenti proposte di razionalizzazione della scuola col progetto più complessivo della scuola valdostana;

2) se non sia opportuno evitare di adottare qualunque decisione se non dopo aver sottoposto al Consiglio regionale una proposta complessiva di riorganizzazione della scuola in Valle d'Aosta;

3) se non sia opportuno sottoporre tale proposta globale di scuola preliminarmente a tutti gli operatori del settore, oltre che agli enti di rappresentanza popolare.

F.to: Dujany

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Dujany.

Dujany (PVA) Vorrei rilevare un dissenso sul metodo adottato dall'Assessore nell'esaminare questa problematica, diretta alla razionalizzazione dell'organizzazione della scuola valdostana, senza aprire preliminarmente un dibattito con insegnanti, genitori e alunni, e - perché no? - anche all'interno del Consiglio regionale.

È una valutazione che avevo già fatto all'Assessore in occasione di un'altra interpellanza presentata circa un anno fa della quale mi pare lo stesso Assessore aveva riconosciuto la bontà e l'esigenza.

Ancora una volta, di fronte ad un progetto come questo, lo si esamina all'interno con la burocrazia e lo si trasmette direttamente ai sindacati per i pareri previsti dalla normativa, saltando il dibattito politico e saltando quel momento di partecipazione indispensabile. E così quando si parte in questo modo emergono le reazioni: di alunni, di genitori, di insegnanti, di presidi e anche di questo Consiglio regionale che rimane totalmente assente su un argomento così importante come quello della scuola valdostana.

Una seconda valutazione riguarda il fatto che queste scelte a mio parere avrebbero dovuto essere inquadrate in un ambito più ampio di riforma e di progetto di scuola valdostana, partendo dal riconoscimento di un principio di fondo che è quello del diritto all'istruzione del giovane valdostano e partendo dall'esigenza di permettere agevolmente al giovane di rientrare in famiglia nell'ambito della giornata, evitando il dover vivere all'interno di collegi proprio in conseguenza della difficoltà per il giovane di raggiungere la sede scolastica stessa.

Questo pone anzitutto il problema di individuare con estrema precisione i poli scolastici nell'ambito del territorio valdostano così da soddisfare in modo adeguato l'intera esigenza della Valle d'Aosta, che sappiamo dettata da un'organizzazione territoriale estremamente particolare in cui i giovani delle vallate non devono essere messi su un piano di difficoltà soprattutto per quel che riguarda l'esigenza di affrontare e di frequentare agevolmente la scuola, esigenza fondamentale per la crescita dell'intera nostra comunità.

Un terzo rilievo ancora è che questo documento trasmesso ai sindacati è un documento che, se può essere comprensibile per un Soprintendente, che è più tenuto a dare applicazione alla normativa per la burocrazia, è meno comprensibile per chi fa politica e per chi dovrebbe avere a cuore il fatto che, visto che la scuola valdostana la paghiamo interamente noi, si dovrebbe pensare più ad un'organizzazione a livello regionale dei bisogni, anziché richiamare decreti e normative statali che, partendo per lo più da una visione di organizzazione scolastica basata sul numero di classi - come se il numero di classi fosse un elemento qualificante per individuare le varie sedi scolastiche - si tende poi a costruire sul territorio una presenza... e a dare legittimazione agli istituti scolastici. Mi pare che, se questa è la logica, che può essere comprensibile all'interno delle grandi città, e se dovesse passare questo principio così come si è tentato con questo documento di farlo passare, vorrebbe dire scompaginare l'attuale organizzazione scolastica, andando lentamente verso una riorganizzazione delle scuole che veda il giovane valdostano frequentare la scuola su Aosta oppure su Ivrea e su Torino come avveniva alcuni decenni or sono. Quest'impostazione non può assolutamente essere accettata.

Ancor meno risulta comprensibile quest'attacco particolare che riguarda il liceo scientifico di Pont-Saint-Martin perché, se di applicazioni di normative e di adeguamento si parla, evidentemente dovrebbe essere un'applicazione che riguarda l'intero territorio. Non si capisce, e i conti non tornano, quando invece le iniziative di accorpamento riguardino specificamente il Liceo di Pont-Saint-Martin poiché, se quei criteri per lo più nazionali che mal si adeguano alla realtà valdostana dovessero mai essere applicati sull'intero territorio, ben diversamente risulterebbero il panorama complessivo e le conseguenze.

Noi diciamo che non è questione di numeri e di presenza umana, ma di andare ad individuare, tenendo conto di quella che è l'organizzazione territoriale della gente e sulla base di una riforma complessiva della scuola valdostana, - e invito l'Assessore su questo a portare il dibattito in Consiglio regionale poiché esiste fortemente il bisogno di una scuola valdostana che non vada a ripiego di quelle che saranno le iniziative parlamentari nazionali - e di portare all'attenzione di questo Consiglio gli obiettivi più generali e di collocare poi questo problema delle sedi in quell'ambito più generale. Occorre tenere conto altresì che da studi eseguiti in Europa la migliore condizione didattica è costituita dal numero di quindici elementi per ciascuna classe e queste sono indicazioni che provengono da metodologie molto più avanzate della nostra.

Ringrazio poi la Giunta che ha deciso il congelamento della decisione specifica per quel che riguarda l'iniziativa assessorile sul problema liceo scientifico, ma ho ritenuto comunque opportuno proporre quest'iniziativa consiliare per sollecitare da una parte una proposta dell'Assessore più generale sulla riforma della scuola valdostana e per evitare che questa scelta non sia solo una scelta che riguarda l'anno scolastico in corso, salvo poi, dopo le elezioni, andare avanti in una linea che mi pare che anche nell'incontro che si è svolto avant'ieri fra genitori, insegnanti e Assessore, sia stata ancora ribadita, lasciando i genitori stessi preoccupati sul futuro.Lascerò ora l'Assessore pronunciarsi su queste valutazioni integrative del contenuto dell'interpellanza, salvo poi pronunciarsi a seguito della sua risposta.

Presidente Ha chiesto la parola l'Assessore alla pubblica istruzione, Louvin.

Louvin (UV) La façon dont ce problème a été abordé nous fait bien comprendre que si le vent électoral ne s'est encore levé, quelques alizés et quelques zéphyrs commencent à faire remuer un peu les airs.

L'argument scolaire est toujours un argument difficile et compliqué, mais il faut l'aborder avec une reconnaissance des données essentielles suffisamment nette pour que l'on puisse s'entendre sur le contenu des affirmations.

Il y a dans l'interpellation un certain nombre d'éléments clairement faux, qu'il faut faire de sorte qu'ils soient évacués du terrain de façon à pouvoir aborder la question dans sa réelle dimension.

Je me rapporte d'abord à un prétendu manque de contacts avec les communautés locales et le corps enseignant, qui ont été impliqués dans des réflexions qui concernent la réorganisation scolaire; si le Conseiller le souhaite, nous ferons état dans le détail des initiatives assumées, des contacts qui se sont passés, des documents même qui nous ont été envoyés sur la base desquels certaines propositions ont pu mûrir.

Mais quant à la question des lois que l'on prétendrait de la part du Gouvernement ou de la part de l'Administration scolaire vouloir appliquer d'une façon un peu trop passive vis-à-vis de Rome, faut-il que je vous rappelle Monsieur Dujany que c'est sur la base des indications de ce Conseil - loi n° 57/93 - que l'Administration scolaire est obligée d'agir? Il y a un moment d'évaluation politique qui a été faite par les organes politiques de la Région, mais il y a des devoirs administratifs que ce Conseil avait donnés à l'Administration scolaire et, jusqu'à ce que ces indications ne soient pas rectifiées dans la forme, dans les procédures et dans le contenu, nos fonctionnaires sont tenus à les appliquer.

Je tiens à le dire parce que cette dichotomie entre une bureaucratie, comme vous avez voulu la définir, bornée et une classe politique éclairée n'est pas toujours une dichotomie réelle et objective. Il y a parfois de manque d'attention de la part des politiques aussi aux problèmes scolaires qui crée peut-être des retards dans la législation ou qui fait de sorte qu'il y ait à un moment donné des situations compliquées qu'il s'agit de régler par d'autres moyens.

Il n'est pas de mon devoir de défendre l'Assessorat de l'instruction publique ou la Surintendance des études, mais je crois que l'on ne peut dans ce cas leur adresser des reproches quant à la façon dont ils ont abordé la question parce qu'elle était l'unique par laquelle ils pouvaient en ce moment affronter une question qui va bien au-delà les propositions qui ont été mises sur table dans ce contexte.

Certes, le problème est plus vaste; il s'agira - et le Gouvernement l'a établi dans la discussion qu'il y a eu à ce sujet dans les semaines passées - de dresser un plan plus général de la réorganisation scolaire, un plan qui sera un peu comme une étoile de Pénélope dans la mesure où la nuit des dispositions nouvelles, des projets gouvernementaux nouveaux, des situations nouvelles se produisent et nous ne pourrons pas avoir un tableau complet.

La réforme scolaire qui a été annoncée par le Ministre Berlinguer n'est qu'un moment de ce vaste tableau; il y a des situations qui évoluent quant à la réalité démographique, il y a des situations de plus en plus intriquées au point de vue normatif qui rendent extrêmement difficile cette opération de réorganisation. Et alors? De quelle façon faut-il aborder la question?

S'il y a une façon dont je crois qu'il ne faut pas l'aborder, c'est celle par laquelle vous avez voulu vous y approcher en particulier, en mettant sur la table des arguments émotionnels auxquels nous tous sommes sensibles: l'éloignement des étudiants, le risque de devoir leur trouver une place dans un pensionnat pour leurs études, le service scolaire qui serait fortement endommagé; ce sont des arguments qu'il ne faut pas utiliser dans la mesure où rien dans les propositions qui avaient été avancées n'aurait provoqué des conséquences quant à la fréquence des établissements scolaires, au maintien de leur activité, mais - je tiens à vous le rappeler si cela devait vous avoir échappé - la réorganisation proposée, sur la base de laquelle le Gouvernement a décidé de suspendre les déterminations concernant deux niveaux scolaires, celui de l'école élémentaire et celui de l'école supérieure, à l'exception de la question de l'institut professionnel régional, concernait uniquement les aspects d'administration scolaire, donc de présidence d'établissement, de direction de circonscription, de présidence d'institut, et non pas de questions qui auraient concerné le déplacement des élèves.

On peut faire le procès aux intentions, on peut imaginer que là derrière il y aurait des projets de suppression d'établissements scolaires, dans le sens de suppression d'écoles: là n'est pas l'intention du Gouvernement et moins encore de l'Assessorat de l'instruction publique. En particulier, puisque vous avez évoqué le cas du Lycée scientifique de Pont-Saint-Martin avec section détachée de Saint-Vincent, je tiens à vous signaler que l'évolution générale de tous les établissements supérieurs, non seulement dans ce Pays, mais même à l'étranger, vise à créer des lycées qui puissent avoir une fourchette d'orientation beaucoup plus large que celle qu'ils ont actuellement.

L'indication des perspectives, qui avaient été données et qui ont été soumises à l'attention du Gouvernement, et la discussion avec le milieu scolaire visent à créer pour la basse Vallée ce genre de situation, donc à élargir la possibilité d'étude de nos étudiants entre Pont-Saint-Martin et Châtillon. Cela n'a pas été suffisamment dit parce que souvent l'on préfère faire appel aux émotions plutôt que de discuter rationnellement sur les perspectives, je crois que l'école valdôtaine devra se mesurer quand même et bien tôt avec ces perspectives et qu'elle ne pourra pas toujours faire la politique de l'autruche; elle devra à un moment donné assumer des décisions responsables dans ce sens, sans se retrancher derrière des positions personnelles de défense de certaines situations enracinées dans l'organisation scolaire.

Je pense qu'il y a beaucoup de chemin à faire pour sortir de cette situation. La situation de l'école valdôtaine n'est pas dramatique, mais elle demande une réaction intelligente de la part de ce Conseil régional, de la part du Gouvernement régional et en ce qui nous concerne nous tâcherons de faire notre part.

Vous avez demandé en particulier dans votre interpellation de tenir au courant ce Conseil de tout ce qui se passera en matière de réorganisation scolaire, c'est un devoir que j'assume entièrement et une disponibilité que je vous donne d'ores et déjà, en vous demandant si vous n'estimez pas opportun participer parfois aussi aux discussions qui se font dans les commissions compétentes. Même si la Commission de l'éducation n'est pas spécifiquement celle à laquelle vous adhérez, vous savez que vous pouvez y participer. Je pense que la réflexion y pourra être particulièrement approfondie.

Pour ce qui est de la proposition globale à soumettre à tous les secteurs, le Gouvernement régional a établi de constituer un groupe de travail élargi, ouvert aux apports des différentes composantes scolaires, pour pouvoir dresser ce plan d'une façon aussi concertée que possible.

Cela était nécessaire pour donner le cadre complet de la situation et des indications que nous entendons adopter prochainement dans cette matière.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Dujany.

Dujany (PVA) Je suis partiellement satisfait sur la méthode, je ne suis pas du tout renseigné à propos des contacts que vous avez tenus avec le monde scolaire intéressé. J'ai personnellement eu des informations totalement différentes sur cet objet et, pour ce qui concerne ce Conseil, je vous assure que vous ne l'avez pas fait.

Pour ce qui concerne la loi n° 57/93, qui a été reprise dans ce texte que vous avez proposé aux syndicats, elle est rappelée avec toute une série de lois nationales. Je voudrais quand même vous renseigner que cette loi de ?93 n'a jamais trouvé application pendant 15 ans et je me demande alors pourquoi jamais..., aujourd'hui on retient opportun de lui donner application seulement en partie pour ce qui concerne le Lycée scientifique de Pont-Saint-Martin, comme première initiative pour donner application à cette loi.

Pour ce qui concerne l'évolution générale dans l'école, je prends acte positivement de votre intérêt de soumettre à ce Conseil toute proposition et j'espère bien de pouvoir participer à la Commission compétente pour donner mon appui à ce propos, mais pas seulement à la Commission parce que le centre des décisions est le Conseil.