Objet du Conseil n. 3465 du 10 juin 1992 - Resoconto
OGGETTO N. 3465/IX Dibattito sull'elezione del Presidente della Giunta regionale.
Cout (Presidente)Ricordo ai colleghi consiglieri che il consiglio di oggi è convocato in via di urgenza, non vi saranno quindi comunicazioni del Presidente del Consiglio e si passerà subito alla discussione dei due punti all'ordine del giorno, il primo fra quali è l'elezione del Presidente della Giunta, ai sensi dell'articolo 33 dello Statuto, che stabilisce che il Presidente della Giunta è eletto dal Consiglio fra i suoi componenti, con elezione mediante scrutinio a schede segrete a maggioranza assoluta, e dopo il secondo scrutinio a maggioranza relativa. Ciò significa che per essere eletto nella sua prima votazione, il candidato alla Presidenza della Giunta dovrà conseguire la maggioranza dei voti in rapporto al numero dei presenti, ai sensi del disposto dell'articolo 21 dello Statuto.
Non penso di dover aggiungere altro, anche perché su questa questione era già iniziata una discussione sulla presa d'atto del Presidente della Giunta nel consiglio della volta scorsa; penso quindi che sia una discussione che dovrà continuare. Chiederei subito sul punto n.1 all'ordine del giorno, che è elezione del Presidente della Giunta, se vi sono delle proposte.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Andrione, ne ha facoltà.
Andrione (UV) Je voudrais faire un très brief résumé des derniers événements, qui nous ont amenés aujourd'hui à cette réunion extraordinaire du Conseil régional.
Il y a quinze jours environ, d'une façon soudaine et imprévue, une crise s'est déclarée dans la majorité, qui depuis juin 1990 régissait la Région, crise qui a vu la défection d'une force importante de cette majorité suivie par d'autres forces.
Dans une série de consultations, qui se sont déroulées parfois à un rythme convulsif, parce que tous les conseillers, les partis et les mouvements ont été confrontés à une situation tout à fait nouvelle et difficile à résoudre, à travers des contacts avant programmatiques et après pour la formation d'un nouveau gouvernement régional, nous avons pu établir un programme d'idées pour couvrir cette dernière année d'une législature qui en est à sa deuxième crise; sur ce programme plusieurs forces se sont reconnues et elles ont signé le document le concernant. Dans un deuxième temps, quand on est passé aux propositions nécessaires pour arriver à un gouvernement régional, certaines de ces forces ne se sont pas reconnues dans nos propositions. En tant que représentant et chef de groupe du groupe de majorité relative nous regrettons que ces forces n'aient pas cru pouvoir faire partie de la majorité régionale sans faire partie de l'exécutif, mais c'est un choix qui les concerne et que nous respectons.
Pour ce qui concerne les groupes et les forces qui sont demeurés dans cette vision, à savoir le PDS, le parti républicain, le groupe des ADP, les groupes des autonomistes indépendants, M. Bich et l'Union Valdôtaine, nous croyons pouvoir formuler aujourd'hui une proposition pour la nomination du Président du Gouvernement régional en la personne de M. Ilario Lanivi.
Cette proposition à notre avis tient compte et de la représentativité des forces qui sont aujourd'hui au Conseil régional et de la impérieuse nécessité d'arriver à donner pour cette dernière année de législature, une image sereine, sérieuse et efficace de la Vallée d'Aoste. C'est pourquoi notre proposition devrait recueillir à notre avis le plus grand nombre possible de voix et ceci au delà des critiques qui certainement seront faites à cette formation politique, qui (comme je l'ai expliqué avant) est née dans des circonstances particulièrement difficiles et troubles de la vie politique valdôtaine.
Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Riccarand, ne ha facoltà.
Riccarand (VA) Credo che sarebbe opportuno che il capogruppo dell'Union Valdôtaine, o il Consigliere Lanivi, che è stato indicato come Presidente della Giunta, illustrasse quali sono le proposte degli accordi intervenuti fra le varie forze politiche che hanno deciso di costituire questa maggioranza, sia per quanto riguarda la composizione dell'esecutivo, sia per quanto riguarda il programma, perché qui ho inteso dire una cosa che non mi è chiara, cioè che ci sarebbero state delle forze politiche che hanno sottoscritto un programma e che poi invece non avrebbero aderito nel momento in cui si trattava di definire un organigramma. Siccome noi non siamo mai stati sentiti su nessun programma, vorremmo capire qual è questo programma di cui si parla, e credo che anche nella economia del dibattito di questo consiglio sarebbe opportuno avere fin dall'inizio un quadro complessivo di insieme sia per quanto riguarda il programma che viene proposto, sia per quanto riguarda l'organigramma che viene proposto.
Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Milanesio, ne ha facoltà.
Milanesio (PSI) Per associarmi alla richiesta avanzata dal Consigliere Riccarand di conoscere un po' di più. A parte le sobrie dichiarazioni del Consigliere Andrione, che vanno nel senso probabilmente auspicato dal Consigliere Lanivi a suo tempo, ma non ci è dato di sapere molto.
Gradiremmo conoscere le basi programmatiche su cui questo consiglio si accinge a votare una nuova giunta e magari vorremmo anche conoscere la composizione di questa nuova giunta, perché al di là dell'auspicio fatto dal Consigliere Andrione, cioè che questo Consiglio deve cercare di dare una immagine serena, seria ed efficace per chiudere degnamente questa legislatura, io di facce serene ne vedo ben poche questa mattina, se non quelle della opposizione; serie, si tratterà di vedere cosa ci verranno a raccontare perché tutto quello che abbiamo sentito dire in questi giorni abbiamo l'impressione che potrebbe essere contraddetto da quello che poi viene fatto; efficace, ebbene l'efficacia spetterà a coloro che sono chiamati a guidare l'esecutivo e noi glielo auguriamo.
Ma serenità non ne vedo, mi sembra di vedere facce di chi si accinge a prendere un cinquanta grammi di sale inglese, o che lo ha già preso. La serietà non lo so dove possa essere; gradirei che possa venir fuori dalla discussione, dal confronto, dalla illustrazione programmatica. E, come ho detto, l'efficacia è tutta da dimostrare.
Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Gremmo, ne ha facoltà.
Gremmo (UAP) Penso che lo sconcerto manifestato da alcuni colleghi rispetto alla stanchezza, cioè al tentativo di voler far passare come fatto di ordinaria amministrazione, come una cosa naturale e normale, quella che è invece una rilevante svolta di carattere politico, sia da mettere in luce.
E' evidente che, mentre lo scorso Consiglio pareva che, esclusi alcuni pochi cattivi emarginati, in questa sala si era finalmente trovata una quasi unanimità, o comunque una larga convergenza programmatica, basata su diecimila ragioni, mentre sembrava che questa fosse una cosa acquisita ed assodata, oggi da quello che abbiamo capito cominciamo a vedere che il carretto comincia a perdere qualche pezzo per la strada, o comunque cominciano ad esserci le salmerie che si stanno in qualche maniera sfilacciando.
Allora è bene parlarci chiaro subito, è bene dircelo. Ha ragione il collega Riccarand - e mi fa piacere che i fatti abbiano dimostrato che le preoccupazioni che io esternavo non erano così campate per aria - nel rilevare il modo sbagliato, direi antidemocratico, direi più da Carbonari che da uomini politici, con cui sono state condotte le consultazioni per arrivare a questa svolta, che non hanno coinvolto il Consiglio, che non si sono svolte nel Consiglio. Oggi si dice: il Consiglio prenda atto; no, il Consiglio deve entrare nel merito, perché ad esempio alcune valutazioni che sono state fatte l'altro giorno nella conferenza-stampa del movimento per la Valle d'Aosta sono considerazioni serie. Collega Maquignaz, devo darle atto che il suo movimento ha fatto dei ragionamenti molto seri, molto giusti. "Bisogna partire - dice questo movimento - dai risultati della Lista Valle d'Aosta" e questo è un dato importante, su cui bisogna discutere, perché sui dati del risultato elettorale della Lista Valle d'Aosta ho una opinione precisa. Siccome al comune di Aosta, nella città di Aosta, proprio quella lista non ha vinto, perché al comune di Aosta la maggioranza degli elettori ha votato altre liste, siccome nella Valle quella lista non ha raggiunto il 51 percento, è una lista delegittimata. Ma su questo bisogna discutere, ragionare. Il problema del confronto è un confronto preventivo, non ci si può dire che, raggiunta faticosamente una parvenza di accordo, si è arrivati finalmente a risolvere le situazioni; bisogna che il Consiglio entri nel merito.
Quindi manifesto in modo preventivo lo sconcerto e la preoccupazione per questo avvio, che è un avvio strombazzato all'inizio come un grande fatto politico aggregante, ma che in realtà ho la sensazione di aggregante abbia poco.
Tutto questo per dire ad alta voce quella che è la mia opinione da qualche tempo: ho la sensazione che i vari partiti, ed avere una sigla non di partito non vuol dire non essere meno partito degli altri, stiano giocando una battaglia che è tutta di partito, cioè che è tutta basata sugli interessi di allargamento del potere della forza o dell'altra.
Allora se un appello mi sento di fare al collega Lanivi, perché è quello più direttamente chiamato in causa, ma al Consiglio, è quello di non accettare questa logica, cioè recuperare la centralità del Consiglio. Quando criticavo la proposta di legge elettorale del collega Riccarand che diceva: stabiliamo già prima quale sarà la coalizione che dovrà governare, lo facevo e continuo a farlo perché non si può ledere il sacrosanto diritto di ogni Consigliere di muoversi, di avere delle opinioni. Basta con gli steccati di partito, basta con il fatto che ad esempio le scelte dell'esecutivo debbano essere fatte fuori di qui. Ma tutto il voto che è andato alle Leghe o alla Rete (che forse può piacere di più come riferimento per qualcuno, ricordo che il collega Lanivi e gli ADP sono stati dentro a quel movimento di rinnovamento del mondo cattolico che poi è sfociato anche nella Rete), è andato anche perché la gente è stufa che siano i partiti a decidere.
Ora, se i partiti hanno deciso che il Movimento dei meridionali rappresentato dal collega Bich debba avere la Presidenza della Regione, non è detto che questa sia una scelta che poi nel Consiglio rappresenta veramente la scelta che il Consiglio vuole fare, con tutto il rispetto e l'amicizia per il movimento degli Immigrati, adesso diventato Autonomia Socialista, transitoriamente alleato con il PSI e il PDS e contemporaneamente alleato con l'Union Valdôtaine, nello stile dello slalom cablato che caratterizza il collega futuro auspicato da alcuni Presidente della Giunta. Però secondo me quello che deve decidere è il Consiglio e non le forze politiche.
Allora, se partiamo con questa impostazione ho la sensazione che si sta facendo veramente uno sbaglio grosso, e mi spiace che il collega Lanivi, che è stato ampiamente dentro ad un discorso di coinvolgimento della gente e quindi esterno alle logiche di partito, possa accettare questo. Però almeno ad alta voce la protesta e comunque l'opposizione rispetto a questo metodo mi sentivo di manifestarla.
Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Maquignaz, ne ha facoltà.
Maquignaz (GM) Solo per rispondere al Capogruppo dell'Union Valdôtaine, Andrione, e per confermare quello che il Consigliere Riccarand ha detto, cioè che noi non abbiamo mai sottoscritto alcun programma, perché mai un programma a noi è stato presentato.
In secondo luogo vorrei dire, anche questo per un dovere di chiarezza, che abbiamo sempre posto prima di discutere gli organigrammi la questione della centralità politica della Lista Vallée d'Aoste come punto di partenza di costituzione della nuova maggioranza.
Abbiamo, nostro malgrado, dovuto prendere atto che è stata fatta una scelta diversa.
Detto questo, anche noi desideriamo conoscere prima di procedere alla discussione un programma, sempre posto che questo programma esista.
Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Andrione, ne ha facoltà.
Andrione (UV) Pour une simple motion d'ordre et pour rappeler comment les travaux de ce Conseil se sont déroulés dans d'autres occasions, on peut évidemment changer cette procédure, mais pendant plusieurs fois on procédait à l'élection du Président de la Junte, celui-ci lisait son programme, le programme était distribué aux différents groupes, il y avait les réponses, la discussion politique; après quoi le Président donnait les indications des Assesseurs et il y avait une deuxième tournée des considérations sur les Assesseurs qui avaient été nommés.
Je crois que nous pourrions suivre encore une fois cette procédure, s'il y a d'autres propositions que quelqu'un les fasse.
Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Riccarand, ne ha facoltà.
Riccarand (VA) E' vero che probabilmente ci sono delle consuetudini, però non è detto che queste consuetudini vadano nella direzione giusta.
Avevamo sottoscritto una dichiarazione di intenti, un preambolo, in cui si diceva: qui occorre una svolta nei metodi, nei contenuti, occorre seguire strade nuove per la formazione delle maggioranze e degli esecutivi, occorre cambiare nei sistemi e poi anche nei contenuti.
Credo che il minimo di questi cambiamenti non è una grossa cosa, credo che non sia neanche un grosso sforzo da parte vostra, ma per avere un dibattito in Consiglio che sia minimamente fondato su cose concrete e non su delle indiscrezioni credo sarebbe opportuno che o il capogruppo dell'Union Valdôtaine, o il Presidente della Giunta incaricato illustrasse, leggesse quello che è il documento programmatico e indicasse le persone che vengono proposte nell'esecutivo, in modo che il Consiglio possa esprimersi conoscendo il quadro completo della proposta che viene fatta, cioè conoscendo il nome della persona che viene proposta alla Presidenza della Giunta - e questo lo abbiamo sentito -, il programma e la composizione dell'esecutivo. In questo modo abbiamo un quadro completo e possiamo esprimerci a ragion veduta; altrimenti siamo costretti a votare alla cieca e magari fidandoci su delle indiscrezioni che ci dicono è stato deciso questo, è stato deciso quello, ma in realtà non sappiamo esattamente come stanno le cose.
Quindi la proposta è quella che ci sia una illustrazione del programma proposto dalla maggioranza che si vuole costituire e ci sia anche una illustrazione del tipo di composizione dell'esecutivo che si vuole fare. Dopo di che si può procedere alla votazione del Presidente della Giunta perché ogni forza politica avrà il quadro chiaro della situazione.
Presidente Sono state poste due proposte all'attenzione del Consiglio: una dal Consigliere Andrione, il quale ha rammentato la prassi che fino a questo punto era stata quella normale, cioè che si facesse il nome del Presidente della Giunta, che si eleggesse il Presidente della Giunta, che il Presidente della Giunta esponesse le linee politico-programmatiche di questa maggioranza, dopo di che si apriva il dibattito e successivamente si passava al punto n. 2 all'ordine del giorno. Vi è una seconda proposta del Consigliere Riccarand, di illustrare subito il programma e di dare indicazione dei nominativi che potrebbero essere gli Assessori di una nuova maggioranza regionale, e su questo avvenga subito la discussione. Si tratta di decidere come si vuol procedere.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Andrione, ne ha facoltà.
Andrione (UV) On peut choisir une route comme l'autre, il est indispensable avant qu'on parle du programme et qu'on donne les indications génériques sur la composition de la Junte, qu'il y ait eu une élection. Je ne voudrais pas (et je fais une hypothèse qui évidemment n'est pas la mienne) que quelqu'un lise ici un programme et après il n'a pas 18 voix, comme minimum. Si on lit un programme, c'est parce qu'on a été élu; mais on ne peut pas le lire avant et dire: si je suis élu, je dirais ces choses-ci.
D'autre part, le point 1 à l'ordre du jour dit: Nomina del Presidente della Giunta.
Presidente Prima di dare la parola ad altri Consiglieri, rammento che vi sono due proposte e la cosa più opportuna per non innescare un dibattito sulle procedure senza niente decidere è che si decida su queste due proposte. Quindi inviterei i Consiglieri a parlare uno a favore e uno contro alla proposta che è stata fatta.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Gremmo, per richiamo al regolamento, ne ha facoltà.
Gremmo (UAP) Tanto per richiamarmi direttamente, quanto per fare questa proposta; credo che lei abbia molta fretta, Presidente, fa bene, io non ne ho molta, e stia pur tranquillo che in questi pochi mesi che rimangono avremo modo di fare le cose puntualmente, con calma, con tutti gli interventi necessari, per tutto il tempo che possiamo; quindi non facciamo le cose in fretta.
Che il Consigliere Andrione abbia paura che qualcuno, non presa la poltrona, poi non lo appoggi, sono problemi dell'Union Valdôtaine e del collega Andrione. E' evidente che qui chi non prende la poltrona poi si arrabbia, ma questi sono problemi della maggioranza, non sono problemi del Consiglio.
Credo che non ci debba essere la fretta di arrivare a votare; penso che preliminarmente si potrebbe sospendere (e questo è un atto che qualche volta viene concesso) il Consiglio e cominciare a consultare i Capigruppo per sentire qual è l'orientamento non di merito ma procedurale che si vuole adottare. E questa sarebbe una prima possibilità di verificare le opinioni.
In secondo luogo, a me pare evidente che se si va alla votazione ipso facto si forzano i tempi, perché rispetto alle certezze della volta scorsa, gran parte delle sicurezze sono cadute. A me dispiace per l'Union Valdôtaine, ma ho l'impressione che la sicurezza di aver imbarcato dei partner ciechi e comunque in qualche maniera disponibili (e più andremo avanti e più sarà difficile) vada scemando. Allora stiamo attenti a partir male, e lo dico anche nell'interesse della nuova maggioranza, stiamo attenti a partire con veti sotterranei incrociati. Quindi preliminarmente chiederei di sentire i Capigruppo, che credo sia una prassi, Presidente, abbastanza consolidata e condivisibile, e in seconda battuta poi entrare nel merito.
Presidente Sono d'accordissimo con il Consigliere Gremmo che la discussione debba avere tutto lo spazio necessario, però un richiamo al regolamento in questo caso non può che riportarci alla discussione del punto 1 all'ordine del giorno, che è l'elezione del Presidente della Giunta, e addirittura vorrei ricordare che il regolamento non fa nessun cenno addirittura al fatto che deve essere letto e discusso un programma da parte del Presidente. L'unica cosa che sta nel regolamento è una prassi più o meno consolidata, ricordata fra l'altro dal Consigliere Andrione, di come si è proceduto finora. C'è comunque da parte del Consigliere Gremmo una proposta di sospensione dei lavori, in questo caso è il Consiglio stesso che può decidere, e io la metto all'attenzione del Consiglio. Non sarò io che decido di sospendere o meno.
I Consiglieri vogliono accettare questa proposta? Uno a favore e uno contro sulla proposta del Consigliere Gremmo, altrimenti si continua a proporre e a discutere a vuoto. Questa proposta precede le altre del Consigliere Andrione e del Consigliere Riccarand.
Mi sembra che ci possa essere da parte del Consiglio l'accordo per una sospensione di circa un quarto d'ora, affinché i Capigruppo possano scambiarsi le idee su come si possa procedere nella discussione sull'ordine del giorno.
Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 10,07 alle ore 10,29 per una riunione della Conferenza dei Capigruppo.
Presidente Riprendono i lavori dopo la sospensione. C'è stata una riunione fra i Capigruppo dei vari Gruppi del Consiglio ed in questa sede, su richiesta di alcuni Gruppi consiliari - che si possono definire, penso siano loro stessi che in qualche modo si sono definiti, di minoranza -, si procederà dando la parola prima al Consigliere, in questo caso Lanivi, per illustrare quelle che sono le linee politico-programmatiche di questa costituenda nuova maggioranza. Dopo di che vi sarà spazio per la discussione e si procederà quindi alla elezione del Presidente della Giunta. Non è questa la prassi normale, ma è un accordo che è stato raggiunto fra i vari Capigruppo dei Gruppi del Consiglio regionale per iniziare in questo modo questa nuova fase politica, se così la vogliamo chiamare, di questa assemblea consiliare.
Se tutti siete d'accordo, e penso che siate d'accordo, darei la parola al Consigliere Lanivi per la sua esposizione.
Lanivi (GM) Mi pare che il metodo seguito anche per affrontare la discussione di questa mattina voglia rappresentare un contributo perché il dibattito in Consiglio regionale possa avvenire avendo a mente le difficoltà, che non sono solo di ordine politico ma anche per la gravità dei problemi che ci troveremo di fronte.
Quindi mi pare corretto, anche se in qualche maniera al di fuori della tradizione dei lavori di questo Consiglio quando si affrontano gli argomenti che dovremo affrontare oggi, tenere conto delle richieste che sono state avanzate, procedendo in questo modo.
Dirò subito che il mio augurio è di poter non dico soddisfare appieno tutti, ma che tutti tengano conto della credibilità delle cose che vado a dire e a cui credo.
L'esigenza di dare con responsabilità e coerenza una risposta chiara ed efficace alle attese della gente è alla base dell'accordo che ha unito forze politiche che vogliono costituire un governo riferendosi al documento presentato in questo Consiglio il 3 giugno scorso.
I criteri principali ai quali ci siamo riferiti sono:
1 - garantire la governabilità della Regione;
2 - qualificare politicamente la nuova maggioranza regionale, in coerenza con la volontà popolare, espressasi anche con il voto del 5 e 6 aprile u.s.;
3 - assumere impegni programmatici chiari e realizzabili nel breve arco di tempo a disposizione, orientati a risolvere con efficacia le emergenze più gravi nei settori vitali della realtà regionale;
4 - fare propri nuovi metodi di governo e di lavoro capaci di aumentare l'efficienza dell'azione amministrativa e di consentire la responsabile partecipazione dei valdostani alle scelte che li riguardano.
Inoltre la consapevolezza della complessità dei problemi che ci stanno di fronte ci impone di dichiarare fin da ora che vogliamo operare con realismo, con umiltà, aperti ad ogni utile collaborazione, da qualunque parte essa provenga, con il rispetto della dignità di tutti e mettendo definitivamente da parte rancori e divisioni prodotti da un modello sorpassato di fare politica.
La nuova maggioranza è costituita dall'Union Valdôtaine, dal PDS - Gauche Valdôtaine, dagli Autonomisti Democratici Progressisti, da Autonomia Socialista-PSDI, dagli Autonomisti Indipendenti e dal Partito Repubblicano Italiano.
Il Governo regionale espresso da queste forze comprende, oltre alle rappresentanze dell'UV, del PDS-Gauche Valdôtaine, degli ADP e degli Autonomisti Indipendenti, una qualificata presenza esterna, presenza che vuole testimoniare un orientamento politico teso ad aprire il governo della Regione ad energie significative della nostra realtà.
E' nostra intenzione proporre un governo garantito da una maggioranza sufficientemente ampia, che gli consentirà di operare con efficacia e nel contempo garantire la dialettica consiliare, le funzioni di controllo sull'operato dell'esecutivo, e ci auguriamo capace di attrarre apporti qualificati e costruttivi.
E' una scelta responsabile. La nuova maggioranza rappresenta il frutto della scelta responsabile operata da quelle forze che da un lato hanno saputo reagire all'esaurimento di una esperienza politica non adeguata alle nuove esigenze e non corrispondente all'elettorato valdostano. Rappresenta, inoltre, la scelta coraggiosa di quelle forze che hanno rifiutato il più comodo ruolo di opposizione e di sfruttamento dei recenti risultati elettorali a loro favorevoli ed hanno inteso invece concorrere ad una esperienza di governo, innovativa nella formula e nei metodi, a pochi mesi dalla scadenza elettorale.
Se si considerano le difficoltà derivanti dalle contrapposizioni delle recenti competizioni politiche, dalla prospettiva ravvicinata del rinnovo di questo Consiglio, nonché delle conseguenze non dimenticate del "ribaltone" del 6 giugno 1990, si possono comprendere e giustificare gli ostacoli superati, le situazioni che non hanno potuto essere compiutamente affrontate e anche gli eventuali errori compiuti.
Un risultato quindi che non ci può soddisfare appieno e che ci spinge a rivolgerci a coloro che si sono sentiti non adeguatamente considerati, affinché valutino il valore della scelta politica compiuta più che i particolari non pienamente risolti derivanti da obiettive difficoltà contingenti.
In effetti, è stato raggiunto l'obiettivo centrale non solo di garantire un governo regionale, ma anche quello di ricomporre un quadro politico chiaramente caratterizzato e rispondente alle istanze popolari autonomiste, alla volontà di progresso e cambiamento, nel rispetto dell'ambiente e delle risorse umane disponibili.
Sono questi i comuni riferimenti politici che potranno garantire unità di intenti ed efficacia all'azione di governo, contribuendo ad orientamenti sicuri e risposte forti alle gravi emergenze esistenti.
Una svolta necessaria. Questa scelta costituisce una svolta necessaria perché vengano assicurare nel futuro della Valle d'Aosta le condizioni per affrontare e superare il difficile momento di passaggio fra un vecchio ed un nuovo modo di fare e concepire la politica.
Siamo convinti che stiamo attraversando uno straordinario momento di trasformazioni che hanno distrutto o ridimensionato fortemente non solo i vecchi riferimenti ideologici, ma anche i tradizionali modelli di organizzazione e gestione del sistema economico, del lavoro, dell'amministrazione pubblica.
Prende faticosamente corpo una dimensione europea ed internazionale che accentua la crisi dei vecchi confini nazionali riproponendo con forza e molte volte con drammaticità sia le questioni regionali, che le specificità culturali, etniche e linguistiche, ma che hanno sullo sfondo i problemi di una convivenza, di una armonizzazione e di una solidarietà universale fra uomini e genti.
La Valle d'Aosta deve poter definire un proprio progetto che, fondato sui valori della propria cultura, valorizzi la propria identità e guidi il necessario processo di evoluzione della comunità.
E' questo il problema essenziale che deve essere posto al centro dell'attenzione delle forze politiche, che vogliono adeguare il loro ruolo ed i loro meccanismi di funzionamento ad un nuovo modello in cui le relazioni fra progetto, consenso e sistema di responsabilità sostituiscano lo schema ormai superato del consenso della gente fondato sul rapporto di appartenenza, favori e consenso.
Il disegno politico di questa maggioranza è orientato al raggiungimento di questi obiettivi ed intende avviare nuovi metodi per realizzare coerenti azioni concrete.
Le linee guida sono dunque rappresentate dalla volontà di riferire ogni azione all'interesse generale della Valle e di creare le condizioni per la partecipazione responsabile della comunità alle decisioni.
In questo senso assumono particolare rilievo programmatico, direi come scelte fondamentali dentro questa logica, l'approvazione di strumenti legislativi in materia di riforma elettorale - tengo a precisare, anche per indicare il comportamento che terrà questa nuova maggioranza, che per raggiungere questo risultato occorrerà superare i confini numerici di questa stessa maggioranza -, referendum consultivo e rafforzamento e valorizzazione dell'autonomia dei comuni e delle comunità montane.
Queste sono scelte forti e ancora prima di indicare il quadro delle emergenze e dei problemi che dovranno essere sottoposti a verifica in breve tempo per poter presentare una proposta concreta, credo che queste siano le indicazioni politicamente forti di questa maggioranza.
Questo governo ha di fronte a sè circa 300 giorni di lavoro, ed una situazione generale di estrema pesantezza. Dico circa 300 giorni perché ad un anno di distanza dalla scadenza elettorale gli impegni finali non consentiranno una possibilità operativa massima del governo. Vogliamo utilizzare questi giorni per lavorare sodo, con senso di responsabilità, consci dei limiti di tempo e della gravità dei problemi da affrontare.
Abbiamo prima di tutto l'esigenza di verificare lo stato e l'entità dei problemi esistenti.
Dovremo agire con la massima rapidità in questo senso per poter immediatamente dopo precisare modalità e tempi degli interventi che ci proponiamo di attuare.
In modo particolare dovremo sottoporre ad attenta verifica il quadro finanziario regionale e quello relativo alle più importanti emergenze in campo economico industriale.
L'entità e la qualità degli interventi saranno gioco-forza subordinati anche alle disponibilità finanziarie regionali della restante parte di esercizio e di quelle prevedibili per quello a venire.
Le emergenze:
1 - i problemi concernenti il riparto fiscale e la sua evoluzione in vista delle previste scadenze comunitarie.
2 - situazione Cogne: manteniamo l'impegno di definire entro il mese di luglio le linee politiche di intervento del governo regionale.
3 - procedere al rinnovo della convenzione della Casa da Gioco di Saint-Vincent entro la fine del corrente anno; anche e soprattutto per questo argomento sarà indispensabile constatare lo stato di avanzamento, cioè il punto della situazione. E questo senza alcuna intenzione nè polemica nè con la volontà di distruggere o di accantonare ciò che di positivo è stato fatto.
4 - fra le emergenze e i problemi immediati quelli concernenti il collegamento autostradale Aosta-Morgex con il tunnel del Monte Bianco, e quello concernente il collegamento con le statali 26 e 27. Questi, più che emergenze, sono problemi dei prossimi giorni.
Per quanto riguarda progetti qualificanti, anche se forse non scorniciando o togliendo delle patine particolari, abbiamo voluto - indicando anche i momenti di responsabilità decisionali - rendere forse schematico, non mirabolante la serie delle cose che vado a dire, ma l'intenzione è di individuare anche i momenti di responsabilità. Ripeto ciò che ho detto prima: ci riproponiamo già per il prossimo consiglio, da questi punti, fatta una verifica, di stabilire tempi e modalità di risoluzione.
Progetti qualificanti.
Per quanto concerne la Presidenza del Consiglio, ci pare qualificante dare attuazione alla legge regionale sul difensore civico, del quale siamo in grado di poter dare fin da ora una data per la sua attuazione, ed è l'autunno di quest'anno. Contemporaneamente, la revisione della legge sulle nomine, riqualificando il ruolo della commissione consiliare competente.
Per quanto riguarda la Presidenza della Giunta, il rinnovo del contratto del personale regionale; da ciò che conosciamo pensiamo che questo possa essere fatto entro l'autunno di quest'anno. Secondo, l'avvio del processo di decentramento dei servizi regionali sul territorio; le prime realizzazioni sono previste per la primavera del 1993. Terzo, l'informatizzazione dell'amministrazione regionale; di questo possiamo dare anche delle parti più definite come l'avvio del piano pluriennale di intervento, la valorizzazione del ruolo dell'INVA e la definizione delle modalità operative fra SED e INVA; l'integrazione del sistema informatico regionale con i sistemi informativi degli enti locali e di servizio. Quarto punto - ed è un punto più politico, sono messi in ordine non di importanza, lo saranno dopo le verifiche di cui ho riferito prima - la definizione in accordo con il comune di Aosta di un piano di interventi strategici.
Assessorato all'Ambiente, Urbanistica e Trasporti. E' nostra intenzione procedere all'approvazione del piano territoriale paesistico; del bacino di traffico, e lo dico sapendo delle difficoltà non facili che dovranno essere superate; l'avvio del sistema informativo territoriale; l'approvazione della legge regionale sulla estrazione del marmo; e non ultimo, affrontare il problema dei depuratori e del risanamento delle acque.
Assessorato all'Agricoltura e Forestazione: accordo per piani di profilassi nel settore zootecnico; riordino e rilancio del settore lattiero-caseario.
Assessorato alle Finanze: messa a punto di strumenti per una effi-ciente gestione del patrimonio regionale; definizione di ruoli e rap-porti fra le principali istituzioni finanziarie e creditizie regionali (Banca della Valle d'Aosta, Finaosta, Casse rurali); avanzamento dell'analisi di fattibilità dello strumento Zona Franca, che è già stato iniziato, occorre procedere per la sua definitiva attuazione; analisi e monitoraggio delle convenzioni in atto.
Assessorato all'Industria, Commercio e Artigianato: piano energetico regionale, del quale mi permetto di proporre alcune scelte che l'attuale maggioranza ha definito. E sono: controllo regionale sulle utilizzazioni strategiche, sblocco ordinato delle concessioni, controllo regionale sulle grandi produzioni, priorità di collaborazioni con comuni, comunità montane, consorzi pubblici, consorzi fra privati e privati. Ancora, definizione di rapporti fra Digrava ed Enti locali, inserimento delle centrali Ilva-Cogne nel quadro generale del piano. Sono delle prime indicazioni per qualificare il piano energetico regionale.
Altra legge che riteniamo importante è la legge sulla innovazione tecnologica e sulla ricerca e sviluppo.
Assessorato ai Lavori Pubblici: legge sugli IACP e norme in materia di trasparenza e garanzia per le procedure di appalto.
Assessorato alla Pubblica Istruzione: attuazione degli articoli 39 e 40 dello Statuto Speciale; applicazione delle norme di attuazione in materia di formazione tecnico-professionale; definizione, in accordo con il comune di Aosta, dell'area da destinare ad auditorium ed avvio delle fasi di progettazione.
Assessorato alla Sanità e Servizi Sociali: avvio ristrutturazione dell'Ospedale regionale; verifica del bilancio dell'USL (reperimento risorse finanziarie e razionalizzazione della spesa); affrontare il problema delle discariche e dello smaltimento dei rifiuti industriali; avvio della revisione del Piano Sanitario Regionale; accordo con il comune di Aosta per il potenziamento dei servizi sociali della città.
Assessorato al Turismo, Sport e Beni Culturali: verifica dello stato di avanzamento del progetto Ski-pass unificato; definizione e avvio delle aziende di promozione turistica; razionalizzazione delle procedure amministrative per l'approvazione di piani regolatori, autorizzazioni e concessioni edilizie.
Questo è il quadro delle azioni programmatiche che preciseremo meglio (nel senso di stabilire modalità e tempi di attuazione) dopo la verifica che dovrà essere fatta su questi temi.
Per quanto riguarda le linee guida per l'azione amministrativa, cioè quei comportamenti che dovrebbero guidare l'azione politica regionale, sono:
a) compatibilità delle scelte con le esigenze di tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale;
b) contenimento e razionalizzazione della presenza pubblica nelle aree di gestione e corrispondente valorizzazione del ruolo della iniziativa privata;
c) coinvolgimento nei processi decisionali degli enti locali e delle espressioni organizzate degli operatori economici;
d) valorizzazione delle risorse umane locali;
e) miglioramento della qualità e della efficienza dei servizi ai cittadini;
f) sobrietà ed efficienza della spesa regionale;
g) contenimento delle spese correnti e corrispondente riorientamento della spesa a favore degli investimenti produttivi;
h) valorizzazione delle specificità culturali e linguistiche della comunità valdostana.
Ultime considerazioni. La considerazione, credo, che è quella che in definitiva sarà il centro del dibattito consiliare anche in questo breve lasso di tempo che ci divide dalla scadenza elettorale ed è la questione del metodo.
Vanno individuate modalità nuove nell'assunzione delle decisioni, della gestione e della attuazione degli interventi, che consentano una più grande e migliore partecipazione dei cittadini.
Vanno individuati metodi nuovi di lavoro non solo del Governo regionale, ma anche di questo Consiglio regionale; si tratta in definitiva di affrontare il difficile processo di democratizzazione complessiva del potere regionale, che non è da intendersi come sovrappiù, ma come condizione necessaria per lo stesso sviluppo del sistema Valle d'Aosta e per il rafforzamento della coscienza autonomista dell'intera comunità.
Per ultimo voglio parlare della mia persona. Non pochi hanno e possono legittimamente muovere alla mia persona rilievi giustificati ed anche preoccupazioni altrettanto legittime e giustificate. Sono qui per dire solo una cosa: primo, credo che mi sia riconosciuta una coerenza ai valori di fondo, a certi valori a cui non solo ho ispirato la vita politica ma la mia vita complessiva; a questi valori intendo essere e continuare ad essere fedele, costi quel che costi.
La mia non è l'espressione di forze politiche consistenti, mi considero e mi voglio considerare strumento. Se l'utilizzazione della mia persona come strumento può servire a raggiungere o a far superare anche un solo gradino in senso positivo a favore di questa comunità, mi sentirò soddisfatto a prescindere dai rischi che può correre la mia persona, rischi in termini politici, e non deve essere interpretato questo altrimenti.
In parole più povere, la fine politica mia con questa esperienza non mi interessa; può esserci, intendo ribadire qui che questa è la mia sola funzione.
Ho una speranza e voglio offrire delle garanzie. Ho una speranza che i rapporti personali oltre che politici che in questi anni ho avuto con tutti voi e con le forze che ho rappresentato, credo che abbiano testimonianze, se non lo sono stati appieno è sicuramente per i miei limiti, sono stati di rispetto verso di tutti; questo atteggiamento lo voglio mantenere e spero che possa non modificare la situazione ma creare condizioni per lavorare meglio.
Termino, perché così mi è stato richiesto, indicando la composizione politica della Giunta, che è legata a questo ragionamento, a questa logica politica, correttamente indicando i nominativi dopo la mia elezione; non avrebbe senso l'esposizione di un nome se non avessi la responsabilità di poterlo dire.
La composizione della Giunta è così fatta: 4 assessorati all'UV, 2 assessorati alla Gauche Valdôtaine, 1 assessorato agli ADP, e una qualificata presenza esterna.
Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Aloisi, ne ha facoltà.
Aloisi (PSI) Ho seguito con molta attenzione l'intervento del futuro Presidente della Giunta e posso affermare che ognuno di noi, sui progetti cosiddetti qualificanti, sulle emergenze che ci sono, condivide appieno l'illustrazione di questo programma e possiamo tranquillamente dire che sicuramente è la stessa ripetizione del programma del 6 giugno 1990. Sono le stesse cose, che si ripetono in quest'aula.
Il futuro Presidente della Giunta ha esordito il proprio intervento dicendo: mi auguro che si tenga conto della credibilità di ciò che dico.
Ebbene, caro Ilario Lanivi, posso dire tranquillamente che non ho nessuna credibilità in ciò che hai detto; non ci credo perché sono cose vecchie, sono cose che si ripetono in continuazione, ma soprattutto non condivido ciò che tu hai detto, in certi passaggi naturalmente, non in quelli che devono essere i cosiddetti progetti qualificanti, perché questi li condividiamo tutti, non ci credo perché non hai toccato un aspetto che ritenevo importante in quest'aula, soprattutto in questo momento. Non hai toccato la questione morale.
Mi sarei aspettato che da parte di questa giunta ci fosse anche un accenno a questo problema, che sta investendo in modo drammatico anche la politica nazionale, e sicuramente la nostra piccola realtà regionale non è esente da questo problema. Questo mi demoralizza alquanto e mi fa riflettere e mi fa dare un giudizio negativo su quella che è la prospettiva di questa nuova maggioranza che si sta creando, o che si è creata in questi ultimi giorni.
E' stato detto dal futuro Presidente che si vuole portare avanti un nuovo modello di fare politica, perché il modello di fare politica di prima era un modello sbagliato, ormai superato. E poi ha aggiunto che i colleghi consiglieri che prima stavano all'opposizione hanno rinunciato ad un ruolo così comodo e tranquillo di opposizione, per assumere incarichi gravosi di governo. Ebbene, caro Lanivi, non so se tu effettivamente credi a quello che hai detto.
Non so se sei convinto di ciò che hai detto, perché la svolta cosiddetta necessaria, la svolta che il PDS ha permesso avvenisse in questi ultimi giorni, aveva un presupposto logico se effettivamente c'era da parte delle forze politiche che compongono la nuova maggioranza la volontà manifestata nei propri documenti ufficiali, e cioè quella che la logica politica della spartizione del potere è oggi da escludere. Questo è l'elemento chiave che dimostra l'incapacità, l'incoerenza, la non affidabilità di questa nuova maggioranza.
Quando nei preamboli, quando nei concetti si pongono delle basi concrete che tutti condividiamo, perché questa è una frase condivisa da tutti, se veramente si vuole cambiare politica o se veramente si vuole cambiare modo di fare politica, mentre si fanno delle enunciazioni di principio sui giornali, sugli organi di informazione in quest'aula, contemporaneamente abbiamo avuto modo di assistere noi qui presenti, l'opinione pubblica, i giornalisti, tutti quanti, a quello che è stato il vero modo di fare politica, a quello che è stato il cemento che ha contribuito a far sì che si creasse questa nuova maggioranza.
Mi ricordo le dichiarazioni del Segretario dell'UV, Grimod, che diceva in una intervista del primo giugno: "Il primo impegno è quello di preparare il programma politico, c'è da affrontare la crisi dell'Ilva Cogne, la convenzione con la SDS, bocciata dalla CEE (anche qui sarebbe molto interessante andare a scoprire come mai è stata bocciata e chi ha contribuito a far sì che fosse bocciata), la scadenza del Casinò; sono questioni concrete, non ci sarà molto spazio per la filosofia". E invece c'è stato molto spazio per la spartizione delle poltrone.
Abbiamo visto che fino a pochi attimi fa, fino a questa mattina probabilmente ancora non si era trovato l'equilibrio politico dell'organigramma. E quindi si dice in questa grande premessa, che è poi il programma politico di questa nuova maggioranza, che la logica politica della spartizione del potere è da escludere, la complessità delle trasformazioni in atto richiede alla direzione politica progettualità, rigore ed efficienza ed impone il rilancio delle istituzioni, eliminando l'invadenza dei partiti nella pubblica amministrazione. Come si può fare simili affermazioni quando fino a questa mattina all'interno delle varie forze politiche si è discusso esclusivamente sulla ripartizione delle poltrone che dovranno essere assegnate in questo Consiglio?
Allora si abbia almeno il pudore di non scrivere queste cose su certi documenti, si abbia almeno il senso del pudore di venire qui e dire: è stata questa una volontà per creare una nuova maggioranza, che purtroppo ha fatto sì che si basasse esclusivamente sulla ripartizione del potere.
E che cosa dà un senso alle affermazioni che sto facendo in questo momento? Lo dà esattamente l'intervento che hanno fatto prima i colleghi Maquignaz e Riccarand. In un primo momento su questo documento c'era la firma anche di quei due rappresentanti, successivamente non c'è stato l'equilibrio dell'organigramma; per cui queste due forze politiche sono state escluse.
Si parla di moralità, si parla di modo nuovo di fare politica, mentre nella realtà l'epicentro, il coagulante di questa nuova maggioranza è solo la ripartizione del potere, la ripartizione delle poltrone.
Non è tutto. Volevo ricordare anche certe situazioni grottesche di questa maggioranza, le contraddizioni che ho testè citato nel programma, e soprattutto vorrei fare un piccolo riferimento agli alleati dell'UV, perché l'UV è sempre l'epicentro della politica regionale. L'epicentro perché, malgrado tutto, anche se qualcuno aveva detto che era necessario far fare all'UV un bagno di umiltà, questo bagno di umiltà qualcuno non ha permesso che si potesse fare, pertanto ha rimesso in gioco gli equilibri politici, ha rimesso in gioco per l'ennesima volta questo movimento di maggioranza relativa che è il centro della politica regionale.
Vediamo che il PRI, che prima si trovava dall'altra parte, mentre a livello nazionale il proprio Segretario nazionale predica di stare all'opposizione, entra in questa nuova maggioranza. Senza assumere impegni di governo, questo è vero, probabilmente perché ancora non sappiamo chi sono i nuovi Assessori, e ne prendiamo atto.
Devo però ricordare le dichiarazioni del PDS, di alcuni rappresentanti di questo partito, e mi riferisco all'intervento del collega Mafrica, dell'ex e del nuovo assessore Mafrica. Nel suo intervento il 6 giugno 1990 cosa aveva detto Mafrica? Evidenziando tutte le situazioni di disagio, criticando l'atteggiamento, il modo di fare politica di questo nuovo alleato di oggi, che è l'UV, aveva detto: "Crediamo però di poter formulare due critiche alla politica seguita dai suoi gruppi dirigenti (si riferisce all'UV), proprio perché riteniamo che in un futuro non lontano (e qui è stato previdente perché già allora aveva preannunciato quello che si sarebbe avverato oggi) i cammini della sinistra (e qui si riferiva probabilmente al PDS) e quelli dell'UV potranno rincontrarsi".
Dopo due anni, caro Mafrica, hai avuto ragione. Continuava: "La prima, è giusta la critica alla partitocrazia. Il ruolo dei partiti nel nostro paese è da rivedere, e i comunisti hanno coraggiosamente iniziato a farlo, con contraddizioni, difetti, nostalgie e ricadute in vecchi pregiudizi partitocratici, ma con sufficiente determinazione.
E' giusto - dice Mafrica - criticare i partiti, ma a che cosa stava sempre più assomigliando in questa fase l'UV se non al più forte e al più tradizionale dei partiti? Cosa distingue un partito da un movimento, se non il fatto di avere iscritti, di avere sezioni, di avere riti e vessilli, di seguire logiche e discipline interne, di privilegiare spesso i propri aderenti rispetto alla generalità dei cittadini?
Siete sicuri, amici dell'UV, di essere ancora quel movimento esclusivamente impegnato nella difesa della lingua e nelle tradizioni del popolo valdostano, e di essere immuni dalla logica dalla raccolta del consenso, comunque motivato, anche di quello proveniente dall'esercizio del potere?"
Caro Mafrica, ti poni le stesse domande anche oggi?
E poi continua Mafrica: "Abbiamo l'intenzione di rispettare lealmente un accordo politico (bravo Mafrica, una bella lealtà!), un accordo politico liberamente sottoscritto perché non è strutturato su singoli fatti amministrativi, ma per la riforma del sistema politico valdostano; si tratta di un accordo non di affinità politiche ma finalizzato alla riscrittura dei rapporti di potere nella nostra Regione".
Caro Mafrica, se tu adesso ripeti le stesse cose che ho testè citato, sono valide ancora oggi, perché quello che hai detto ieri lo hai rinnegato con il tuo atteggiamento e lo puoi riproporre oggi allo stesso livello a cui lo avevi proposto il 6 giugno 1990. Sono le stesse cose. E mi meraviglia perché pensavo che certi personaggi avessero il senso del pudore...
(...Commenti ironici in aula...)
...il senso anche a volte della vergogna. Però questa è la realtà, malgrado ci siano i personaggi che dalle tribune vogliono fare della ironia, questi sono fatti concreti, queste sono dichiarazioni non fatte dal sottoscritto, ma dichiarazioni fatte dall'ex e nuovo assessore Mafrica. Le ho solo citate per far capire a volte come parlare il politichese significa prendere in giro l'elettorato, significa contraddirsi in continuazione, significa prendere in giro la popolazione, la gente, perché ognuno di noi parla della gente e della volontà popolare e coloro che dalle tribune hanno il coraggio ancora di applaudire riflettano attentamente su questo atteggiamento dei politici, che ad ogni occasione dicono sempre le stesse cose, che andavano bene allora, il 6 giugno 1990, vanno benissimo oggi, 10 giugno 1992.
In questo breve intervento volevo ricordare anche brevemente l'ex assessore e nuovo assessore Lavoyer. Non ho nulla contro l'assessore Lavoyer; è solo per evidenziare questo tipo di atteggiamento da parte di questo movimento che allora aveva fatto una scelta coraggiosa, e che oggi invece fa come i gamberi, torna indietro e rivede la propria posizione.
Diceva Lavoyer il 25 giugno 1990: "Per quanto ci riguarda, il nostro gruppo condivide pienamente le linee politico-programmatiche illustrate dal Presidente della Giunta (allora era Gianni Bondaz), sia perché abbiamo contribuito direttamente alla elaborazione del documento assieme alle altre forze politiche facenti parte della nuova maggioranza, sia perché riteniamo scendendo sul concreto che lo stesso vada nella direzione di rafforzare l'autonomia nella nostra Regione, con un effettivo decentramento di competenze dall'ente Regione verso i comuni e le comunità montane. Traspare inoltre la volontà precisa, da noi sempre sostenuta, di ridare il giusto spazio e il ruolo che al Consiglio regionale compete di programmazione più che di gestione. Daremo quindi tutto il nostro appoggio alla nuova Giunta, affinché quanto previsto dal programma elaborato si traduca in azioni concrete a favore della crescita culturale ed economica, e soprattutto della crescita della libertà dei cittadini valdostani, affinché possiamo veramente diventare una terra di uomini liberi e solidali al centro dell'Europa. E qui è giusto il caso di dire che voliamo alto, parliamo di Europa, parliamo di dare la libertà ai cittadini....". E le stesse cose le puoi ripetere anche nel prossimo intervento, perché ci troviamo nella stessa posizione del collega Mafrica.
Questo perché? Ho voluto evidenziare le contraddizioni di questa nuova maggioranza, che non è scaturita e non scaturisce su dei progetti concreti, su degli ideali rimarcabili, su delle motivazioni valide. Scaturisce esclusivamente da un lato sulla paura da parte del PDS del proprio futuro; paura del proprio futuro perché probabilmente non ha più davanti a sè una direttrice da seguire, a cui cercare di essere coerente per portare avanti una strategia politica chiara e precisa. L'UV si ritrova all'ago della bilancia, ma non per suo merito, si ritrova perché altri le hanno permesso questo suo ruolo.
Concludo questo mio intervento, dicendo che non credo alle dichiarazioni che ha fatto il futuro Presidente della Giunta; non ci credo proprio per le motivazioni che ho elencato. Questa è stata ed è una maggioranza che si basa esclusivamente sulla gestione e sulla ripartizione delle poltrone e del potere. Questa è la realtà che emerge dal comportamento che hanno tenuto in questi ultimi giorni quelle forze politiche che stanno per diventare maggioranza, questa è la realtà dei fatti che dimostrano anche il distacco da parte di quella maggioranza di alcuni esponenti politici. E poi sono molto amareggiato per l'aspetto che ritenevo importante, quello della questione morale.
Mi auguro, caro nuovo Presidente Lanivi, che questo aspetto venga ripreso da parte del futuro Presidente della Giunta. La questione morale in quest'aula è importante, soprattutto è importante se dovesse avvenire e non voglio preannunciare quello che ancora non so se potrà o meno avvenire, però voci di corridoio circolano, noi le abbiamo sentite, non vorremmo che in questo momento, mentre a livello nazionale soltanto per un mandato di comparizione certi personaggi danno le proprie dimissioni dai rispettivi incarichi pubblici, altri personaggi in mezzo a noi con dei rinvii a giudizio, con delle accuse abbastanza pesanti, abbiano la possibilità di andare a ricoprire incarichi di governo.
Questo sarebbe un aspetto deleterio per il Presidente della Giunta, per le forze politiche che compongono questa maggioranza, soprattutto sarebbe uno schiaffo morale nei confronti del PDS che ha voluto fare questo secondo ribaltone mettendo in evidenza l'aspetto morale.
Voglio vedere, e sono qui apposta per cercare di capire le giustificazioni di questo partito che ha posto anche il problema morale, se accetta e tollera che vengano nominati come assessori dei personaggi che, per carità, sono innocenti, nessuno li vuole colpevolizzare, ma sono sotto inchiesta.
Questo è uno degli aspetti che dobbiamo tenere in considerazione proprio perché la questione morale deve essere posta innanzitutto in questo consiglio, perché dobbiamo avere gente che ci amministra che abbia la possibilità di amministrarci a testa alta senza doversi vergognare, senza dover soprattutto essere accusati da altre forze politiche. Noi dobbiamo dare l'esempio in questo, quindi mi auguro che il PDS, mi auguro che il nuovo Presidente della Giunta nel successivo intervento ponga anche l'accento su questo aspetto, sulla questione morale.
Si dà atto che alle ore 11,10 assume la Presidenza il Vicepresidente Bich.
Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Maquignaz, ne ha facoltà.
Maquignaz (GM) Signor Presidente, colleghi Consiglieri, anche io ho ascoltato le dichiarazioni programmatiche del Consigliere Lanivi, le indicazioni contenute in questo programma molto ampio, ma direi anche programma generico, programma essenzialmente di facciata, su cui per la verità però in parte si può anche concordare.
Ma il mio intervento vuole essere più di tipo politico, perché credo che in questo momento l'intervento debba essere essenzialmente politico.
Devo dire che subito avevo pensato di non prendere la parola perché la situazione che si è venuta a creare in Valle d'Aosta si commenta da sola. Ma mi sono detto che dovevo pur dire qualcosa, se non altro per far sapere al Corriere della Valle la mia opinione, l'opinione del cattolico Maquignaz, come sono stato definito.
Allora al mio compaesano, al direttore del Corriere, vorrei suggerire il titolo del prossimo numero del suo giornale: "Passata la festa gabbato lo santo". Passata la festa non è soltanto gabbato lo santo, ma gabbato l'elettorato, gabbata la coerenza e gabbata la tanto decantata chiarezza. Ancora una volta la politica ha tradito la gente e le sue aspirazioni. Ancora una volta i giochi di potere stanno purtroppo, nostro malgrado, a dimostrare che le logiche degenerative della partitocrazia sono ancora ben presenti nella nostra Regione. Ancora una volta le indicazioni dell'elettorato non sono state ascoltate nonostante che il successo della Liste Vallée d'Aoste avesse dato segnali inconfondibili e illuminanti sulla necessità di continuare a far vivere la politica della Liste Vallée d'Aoste nella nostra Regione, con le componenti politiche che l'avevano ispirata.
Una di queste componenti politiche, il movimento Valle d'Aosta, è stata abbandonata per lasciare spazio a forze che hanno sempre condotto e continueranno a condurre una feroce battaglia contro l'Union Valdôtaine. E questo in omaggio forse non so a cosa, forse al messaggio evangelico che ricorda: Beati gli ultimi perché saranno i primi. Evidentemente questa è l'interpretazione del messaggio evangelico che non condivi-diamo.
Ancora una volta, dicevo, si è voluto, come dice la intellighenzia aostana, fare quagliare il comune di Aosta con la Regione. E credo in verità che sia stata proprio questa illegittima mescolanza di interessi a far cadere purtroppo la giusta logica politica della Liste Vallée d'Aoste.
Meno male che si è sempre parlato, amici della periferia delle valli, che le autonomie locali sono sacre; mi auguro soltanto che un simile mercato politico non venga applicato anche per gli altri comuni della Valle: a te il comune di Aosta, a Tizio quello di Saint-Vincent, a Caio quello di Châtillon e via dicendo. E se volete un mio consiglio, per evitare dei guai maggiori, non andate a discutere nel comune di Villeneuve, sede spirituale delle truppe camellate.
Ancora una volta il partito è prevalso sull'uomo e sulla comunità. Mi sto sempre più convincendo che forse la politica è sempre stata così e continuerà ad essere così nostro malgrado. Se così è, ci troviamo di fronte ad una logica disumana, dalla quale spero di essere sempre più allontanato.
Detto questo, noi non aderiremo a questa maggioranza perché, primo, questa è il frutto di una mediazione di interessi compositi, non ancora del tutto manifesti, fra il comune di Aosta e la Regione; secondo, questa non rispecchia assolutamente le indicazioni dell'elettorato valdostano; terzo, questa nasce all'insegna della incertezza, della incoerenza e della consapevolezza di aver dato ad una coalizione che, oltre a non essere ben vista dalla comunità valdostana, faticherà - e lo vedremo nei prossimi giorni - a trovare compattezza nelle soluzioni dei gravissimi problemi che interessano la nostra Regione; quarto, questa maggioranza rappresenta una soluzione di compromesso instabile che dovrebbe essere garantita dalla capacità di mediazione dell'aspirante Presidente della Giunta; quinto, non faremo parte di questa maggioranza soprattutto perché l'uomo, tanto difeso e tanto umiliato nel corso della storia, ancora una volta viene calpestato in modo indegno proprio da chi è stato proposto a diventare il capo del governo regionale e quindi la guida della comunità valdostana.
A me non piacciono i discorsi pietosi, sono un sentimentale, però non accettiamo prediche da chi, povero immigrato in Valle d'Aosta, da questa Valle ha avuto molto di più di tanti valdostani che immigrati si sentono nella propria terra in cui sono nati e sono vissuti e sopravvissuti con sacrifici e sofferenze, attraverso i secoli, nei nostri villaggi della Valle.
Dico queste cose, caro Rusci, questo vale anche per te, non per un sentimento di rancore, ma perché si sappia che i valdostani non sono disponibili ad apprendere lezioni di politica da chi non conosce le più elementari regole del comportamento umano che testè sono state richiamate.
Questa è la nostra opinione sull'aspirante alla Presidenza della Giunta, il quale fra l'altro, e come sempre, non si è neanche degnato di contattare e di dire una sola parola al movimento Valle d'Aosta. Credo che prima debbano essere rispettate le regole del comportamento umano, dopo di che possiamo parlare anche di politica. Ma tanto, si dice, Maquignaz non conta niente, chi comanda è l'Union Valdôtaine. E su questo possiamo anche concordare perché l'UV ha la maggioranza relativa e quindi è legittimo che aspiri a partecipare in modo determinante al governo della Valle.
Ai dirigenti dell'UV invece voglio dire serenamente che non ho capito il significato politico, checché se ne dica, sulle chiavi di lettura sulle presunte pretese assessorili, non ho capito il significato politico della vostra scelta. Devo confessare che ho avuto la tentazione di usare parole pesanti e dure con il gruppo dirigente dell'UV. Non lo farò. Non lo farò innanzitutto perché una parte di voi ha sostenuto la necessità di seguire la linea politica della Liste Vallée d'Aoste, e non lo farò soprattutto perché non potrò mai dimenticare la solidarietà umana, la genuinità, la spontaneità della vostra base, della base dell'UV, manifestatasi nella recente campagna elettorale per le politiche.
Oggi per questi motivi voglio pubblicamente ringraziare questa gente per il lavoro che hanno fatto per la Valle d'Aosta. E in nome di questa autentica solidarietà, per la quale si può rinunciare anche ad una parte della propria libertà, amici dell'UV, vi chiedo ancora una volta di riflettere per un attimo su questa scelta, prima di abbandonare la linea politica della Liste Vallée d'Aoste. Vi chiedo di mantenere l'azzurro della Liste Vallée d'Aoste, che qualcuno ha voluto togliere dalla Liste.
Devo dire, per la verità, che non ho capito chi ha voluto cancellare l'azzurro: se l'UV, se Lanivi, se il sen. Dujany, o forse altre forze esterne alla Valle d'Aosta. A chi lo ha fatto, voglio però dire che ha sbagliato perché ha tolto l'azzurro del cielo dei valdostani che di più amano la Valle d'Aosta.
Se l'Union Valdôtaine accetterà questo stato di cose, credo che abbandonerò la vita politica. Così avrò la possibilità e il tempo di dipingere il cielo azzurro ma quello stellato dei pastori sulle mie tele, che a causa della politica sono rimaste bianche.
Per questi motivi chiedo che oggi non si passi alla votazione del Presidente della Giunta e della Giunta, e che il Consiglio venga sospeso per valutare la possibilità di costruire una maggioranza ed un governo regionale che abbia come punto di riferimento prioritario la coalizione della Liste Vallée d'Aoste.
Questo è quello che vuole la gente con la quale la Liste Vallée d'Aoste si è battuta.
Presidente Il Consigliere Maquignaz formalizza la sua questione pregiudiziale? Allora, ai sensi dell'articolo 61 del regolamento interno del Consiglio, concernente la questione pregiudiziale e sospensiva, la questione posta deve essere discussa subito e votata dall'assemblea. Come previsto dal regolamento, un Consigliere a favore e uno contro.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Andrione, ne ha facoltà.
Andrione (UV) Je regrette d'être pris au dépourvu comme cela, parce que je ne m'attendais pas une question de ce genre.
M. Lanivi a fait ce qu'il devait faire, il a expliqué son programme, nous demandons qu'on continue aussi parce qu'il faut qu'on arrive à élire un gouvernement.
Presidente Pongo in votazione la questione pregiudiziale posta dal Consigliere Maquignaz:
Esito della votazione:
Presenti: 30
Votanti: 30
Favorevoli: 10
Contrari: 20
Il Consiglio non approva.
Presidente Il Consiglio pertanto respinge la questione pregiudiziale posta dal Consigliere Maquignaz. Ha chiesto di parlare il Consigliere Riccarand, ne ha facoltà.
Riccarand (VA) Una settimana fa, il 3 giugno 1992, il movimento Verde Alternativo aveva sottoscritto un documento, che esprimeva la volontà di verificare la possibilità di costituire un nuovo governo regionale.
Purtroppo trascorsi otto giorni, dobbiamo dire che per quanto ci riguarda una verifica vera e propria non c'è stata. La cosa più opportuna sarebbe stata indubbiamente che il Consigliere Lanivi, che era stato indicato concordemente come Presidente del nuovo Governo, e c'era un accordo di tutte le forze che avevano sottoscritto il preambolo, sentisse i vari gruppi consiliari, le loro proposte, le loro esigenze e formulasse quindi una proposta di programma e di organigramma. Questa sarebbe stata una strada lineare e coerente con il discorso "Una svolta necessaria".
Invece nessun segno di vita è venuto dal Presidente designato e tutto è rimasto secondo la più classica delle tradizioni nelle mani dei segretari di partito, con il solito sistema del bilanciamento degli incarichi fra Regione e comuni di Aosta, fra posti di governo e posti di sottogoverno. Proprio quella tradizionale spartizione con il bilancino che si diceva a chiare lettere di voler evitare.
Il nostro movimento per quasi una settimana è stato tenuto completamente all'oscuro delle trattative quotidiane che erano in corso fra UV e PDS, e solo l'altro ieri, lunedì mattina, abbiamo avuto una illustrazione da parte dei segretari del PDS e dell'UV delle decisioni che si stavano definendo.
Abbiamo potuto constatare che dei tre punti che avevamo posto come essenziali per una maggioranza che fosse veramente di rinnovamento e che consentisse una nostra partecipazione organica - cioè: primo, che ci fosse una intesa programmatica qualificata; secondo, che nell'esecutivo non ci fossero persone rinviate a giudizio per abuso del proprio ruolo di pubblico amministratore; terzo, la presenza nell'esecutivo di una persona indicata dai Verdi Alternativi - ebbene, nessuna di queste tre condizioni sostanzialmente aveva una risposta positiva.
Per quanto riguarda il programma non ne abbiamo mai saputo nulla. Oggi prendiamo atto della relazione che ha fatto il Consigliere Lanivi, ma io mi permetto di dire che questo non è un programma, è semplicemente un preambolo bis con un elenco di problemi aperti, con un elenco di argomenti da affrontare. E' tutto meno che un programma, e tanto meno un programma in grado di reggere un fine legislatura, cioè un arco di tempo molto definito in cui bisognerebbe partire, come avevo detto la settimana scorsa, avendo delle scelte ben chiare che sono state fatte, delle scelte politiche. Qui non c'è un programma e non ci sono scelte politiche, c'è solo una elencazione di problemi.
Faccio l'esempio più macroscopico perché è quello su cui noi avevamo insistito, la legge elettorale, che è molto importante rispetto alla qualificazione di un contenuto programmatico e anche alla modifica di determinate regole. Si dice ancora una volta, come è stato detto in tutti i programmi che si sono susseguiti in quest'aula da quando la Regione ha competenza primaria, che bisogna fare la legge elettorale per il Consiglio regionale.
Questo lo sappiamo tutti, ma questo non vuol dire assolutamente niente, perché se non siamo in grado di dire oggi, al termine di una trattativa che ha portato alla formazione di una maggioranza, quali sono esattamente le proposte politiche di questa maggioranza per la legge elettorale, vuol dire che siamo totalmente in alto mare, e visto che i tempi sono ormai praticamente scaduti, non so dove si vuole arrivare. Allora lì non c'è da aggirare molto; ci sono delle proposte precise, il nostro movimento aveva presentato una proposta di legge che è depositata da due anni alla Presidenza del Consiglio, altri movimenti ne hanno discusso. C'era la possibilità di una convergenza molto precisa su questa base, bisognava metterlo giù a chiare lettere e dire che volevamo fare questa cosa qua, altrimenti tutto il resto sono chiacchiere.
La convenzione per il Casinò, qui si dice che faremo la convenzione entro la fine dell'anno; a parte il fatto che questo vuol dire comunque una ulteriore proroga alla Sitav di nuovo di sei mesi, ma non sarà mica un programma quello che non dice nulla sulle condizioni, sulle caratteristiche che deve avere questa convenzione, o anche soltanto su alcuni aspetti per indicare comunque una linea di tendenza?
Si parla di emergenze da affrontare, fra queste il problema dell'autostrada del Monte Bianco, tratto Morgex Courmayeur; lì c'è un problema aperto, grossissimo, che richiede un intervento immediato, non domani ma oggi - e mi auguro che la Giunta appena nominata si riunisca e prenda una decisione sul tratto Morgex-Courmayeur, c'è una richiesta in questo senso di 3 comuni -, non sappiamo cosa vuol fare questa maggioranza, non c'è niente sul programma. Volete intervenire in coerenza con quello che hanno chiesto i comuni, per sospendere le procedure per l'aggiudicazione e l'inizio dei lavori, oppure non lo volete fare?
Cito altri capitoli grossi: Olimpiadi, non una parola, nemmeno per dire che qui ci impegnamo a prendere atto di un certo esito del referendum e a non riproporre delle candidature se ci sarà una vittoria del sì. Credo che questo sarebbe il livello minimo, ma quanto meno questo andrebbe detto, visto che su questo argomento c'è stata una confusione di ruoli pazzesca con chi ha proposto la candidatura, che adesso ritorna in maggioranza e non sappiamo cosa vuole fare.
Su un altro problema fondamentale che avevamo posto da tempo, e su cui in Consiglio avevamo espresso comunque una posizione di principio, concernente la questione del traffico dei TIR per un impegno alla riduzione, non c'è niente, non una parola. Anche queste non sono cose su cui dobbiamo aspettare di verificare se ci sono i soldi e le condizioni; qui bisogna esprimere una volontà politica e camminare in una certa direzione. Qui non esiste un programma per quello che noi intendiamo per programma.
Prima nella riunione dei capigruppo il Consigliere Andrione diceva: i Verdi, Riccarand in particolare, sono dei fanatici dei programmi. E' vero, però riteniamo che se non si è minimamente rigorosi sui programmi, se non si fa un minimo di discorso di programmazione, allora va avanti l'ordinaria amministrazione e non si riesce mai a dare una svolta, e soprattutto anche quando questa svolta viene definita nei titoli dei documenti come la svolta necessaria.
Quindi qui ci troviamo di fronte ancora una volta ad un preambolo bis, ad una dichiarazione di intenti bis priva di contenuti programmatici definiti.
E del resto la cosa non mi sorprende più di tanto, perché ho anche letto nei giornali in queste settimane che il programma della nuova maggioranza sarebbe stato il programma della Liste Vallée d'Aoste. Noi non lo diciamo oggi ma lo avevamo detto nel mese di marzo 1992, quando abbiamo analizzato i programmi delle varie liste per le elezioni politiche, che la Liste Vallée d'Aoste era una lista senza programma.
Lo abbiamo scritto a chiare lettere sul giornale, facendo anche una tavola sinottica di cosa diceva quella Liste Vallée d'Aoste. Era un programma che non esisteva, perché era una lista che doveva raccogliere voti in tutte le direzioni e quindi non faceva nessuna scelta.
Anche qui ci troviamo in una situazione di assenza programmatica totale. Quindi rispetto a questo che per noi era un punto fondamentale, c'è oscurità totale.
Per quanto riguarda il punto 2, quella che (amplificando un po' ma per intenderci) viene definita la questione morale anche qui abbiamo avuto una risposta negativa, anzi qui c'è stato qualcosa di peggio, e lo voglio dire apertamente perché è bene che si sappia come stanno le cose. E' scattato nei confronti del Movimento Verde Alternativo un vero e proprio veto politico posto dall'UV e accettato dal PDS; l'origine di questo veto politico sta nel fatto che avevamo chiesto una precisa garanzia sul fatto che non sarebbe stato presente nell'esecutivo espresso dalla nuova maggioranza nessuna persona con un rinvio a giudizio legato ad abusi nel proprio ruolo di pubblico amministratore. Non solo questa garanzia non ci è stata data, ma anzi, poiché avevamo posto con forza questo problema, è scattato un meccanismo di ritorsione nei nostri confronti. Riteniamo che questo comportamento sia grave e inaccettabile; c'erano più di un motivo valido per chiedere all'UV di non forzare la mano su questo terreno.
Tutti riconosciamo i meriti del Consigliere Rollandin, la sua capacità di lavoro, però in questa situazione, essendoci un rinvio a giudizio per reati gravi riguardanti la pubblica amministrazione, la turbativa d'asta, l'abuso di ufficio, ritenevamo che in presenza di un processo da svolgersi fra pochi mesi, in presenza di una situazione in cui la Regione è parte lesa, è parte in causa e dovrebbe costituirsi parte civile nel procedimento, era inopportuna una presenza in Giunta, almeno fino al processo, fino a che non si fosse chiarita la vicenda giudiziaria.
Questa ci sembrava una richiesta logica e necessaria in un momento in cui in tutta Italia si pone al centro la questione morale, il rapporto fra pubblica amministrazione, il mondo degli affari, si indica la necessità di una svolta, si elaborano codici di autoregolamentazione, ci sono delle normative nuove che vengono fatte. A noi sembrava di non chiedere una cosa impossibile, ci sembrava di chiedere una cosa giusta. Non è che il gruppo dell'UV abbia carenza di persone che possono svolgere bene un ruolo nell'esecutivo, anche solo come fase transitoria.
Su questo avevamo detto che non potevamo fare dei compromessi; siamo stati sollecitati a mollare in cambio di un posto in Giunta e noi abbiamo detto di no e siamo stati tagliati fuori.
A dire il vero, il PDS aveva posto il problema; lo aveva posto tanto per fare un po' di cinema, tanto per poi poter dire di aver dovuto cedere di fronte ad esigenze superiori di equilibri da raggiungere ad ogni costo. Purtroppo l'arte della mediazione senza principi ha portato il PDS ad essere privo di qualsiasi bussola, a cambiare ogni anno la sua strategia, il suo che diventa sempre un grande progetto, ad interpretare come delle vittorie dei clamorosi fallimenti. Il gruppo dirigente del PDS è oggi totalmente inaffidabile, ragiona solo in termini di interessi aziendali: un comportamento che semina sconcerto generalizzato.
E' un vero peccato questo esito, perché è un esito che ci riporta indietro, ci riporta pesantemente al passato ed i segni in questo esito - e lo vedremo più avanti - di una rivincita unionista sono chiari così come sono chiari i segni di una resa del PDS. Mancano viceversa in questo esito segnali chiari di svolta rispetto a metodi e contenuti del passato.
Non faremo parte di questa maggioranza e non voteremo questa Giunta, e lo dico con rammarico; la cosa ci dispiace e mi dispiace sul piano personale, perché ritenevamo che potesse nascere qualcosa di veramente valido, perché abbiamo anche lavorato in questa direzione e non ci pentiamo di averlo fatto. Però non c'è stata la volontà di cambiare strada.
Continueremo comunque a lavorare perché si costituisca un polo di governo che sia effettivamente di sinistra, autonomista e ambientalista. Pensavamo di poter dare un utile contributo dall'interno della maggioranza per un modo nuovo di amministrare; questo non è stato possibile e non per volontà nostra. Non per questo ci faremo rinchiudere in un ruolo di sterile e strumentale opposizione, non lo abbiamo fatto in passato e non lo faremo oggi.
E' vero che a qualcuno piace descriverci come il movimento che dice sempre no, che si oppone sempre a tutto; noi non siamo questo. E' vero che abbiamo detto dei grandi no e siamo stati anche gli unici a dirli in questo Consiglio; abbiamo detto no all'autostrada del Monte Bianco e siamo sempre più convinti di aver detto un no giusto, abbiamo detto no alla candidatura olimpica e siamo sempre più convinti di aver detto un no giusto; abbiamo detto no ad operazioni tipo la convenzione SDS e anche lì credo che non ci siamo sbagliati. Però abbiamo anche svolto un ruolo che crediamo propositivo in questo Consiglio, cercando di essere costruttivi, cercando di svolgere pur dai banchi della minoranza e della opposizione un ruolo che sia un ruolo di governo. Già l'altra volta ho detto che abbiamo preso atto con soddisfazione delle dichiarazioni del Presidente della Giunta uscente, Gianni Bondaz, che nell'elencare i risultati della sua amministrazione aveva indicato proprio alcuni dei provvedimenti che sono scaturiti dalle proposte del Gruppo Verde Alternativo. In primo luogo questa legge sulla valutazione dell'impatto ambientale, che è sicuramente il provvedimento più importante dal punto di vista della tutela ambientale che è stato approvato in questi anni.
Cercheremo di svolgere un ruolo positivo dall'opposizione, di dare il nostro contributo per un buon governo della nostra Regione, con il rammarico di non poter fare di più, di aver dovuto subire un veto politico, ma anche con la consapevolezza che la popolazione valdostana ha bisogno di posizioni coerenti anche quando è difficile essere coerenti. Posizioni coerenti e chiare per arrivare a cambiare veramente un modo di fare politica che purtroppo credo sia ormai arrivato alla fine, sia arrivato al punto più basso, e che quindi bisogna veramente riuscire a cambiare.
Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Trione, ne ha facoltà.
Trione (DC) Alcuni giorni or sono, per l'esattezza il 2 giugno, preoccupati dalla confusione che si andava determinando nella opinione pubblica e determinati ad evitare che taluni continuassero a giocare a più tavoli, dichiaravamo e sottolineavamo (cito fra virgolette) con estrema chiarezza di ritenere conclusa la fase politica iniziata nel giugno 1990 e di non essere disponibili a ripetere formule politiche con la presenza del PDS, constatata la scarsa attendibilità (aggiungo io: la nessuna attendibilità) dei vertici di tale partito.
Richiamando inoltre tutte le forze politiche al dovere di assumersi senza ritardi ed ipocrisie le proprie responsabilità, ci accingevamo a rivestire il ruolo di forza di opposizione e a confrontarci con il programma che la nuova maggioranza di governo ci avrebbe presentato. In questo ruolo e con lo spirito di servizio con il quale ci siamo sempre impegnati a favore della comunità, ci disponiamo ad operare.
Oggi finalmente con il nuovo Presidente della Giunta dovrebbe nascere, almeno lo speriamo, la nuova Giunta.
E' un parto infinito, difficile, complesso, ingarbugliato, qualcuno prima - un ex assessore alla sanità - mi ha suggerito distocito, e le doglie, il travaglio hanno colto un po' tutti: i genitori, i medici, gli infermieri, alcuni sono stati addirittura cacciati dalla sala parto. I tagli, anche quelli non cesarei, sono stati compiuti con colpi di mannaia che hanno provocato ferite profonde e che lasceranno senza dubbio cicatrici vistose.
Oggi ci sono stati presentati gli indirizzi politico programmatici del nuovo esecutivo e della nuova maggioranza; fino a stamani abbiamo dovuto limitarci al documento che il neo Presidente in pectore, Ilario Lanivi, ha presentato in questo consiglio nel corso dell'ultima seduta. Una svolta necessaria ne è il titolo, ben otto le forze politiche che vi hanno aderito, ventiquattro i consiglieri sottoscrittori, i due terzi di questo Consiglio.
Ma se anche per quanto riguarda la composizione di questa maggioranza si fosse prevista una trasmissione del genere "Tutta la maggioranza minuto per minuto", l'Enrico Ameri di turno avrebbe subito in queste ultime ore non poche interruzioni ed altrettanti aggiornamenti.
Ho letto il documento, il cosiddetto preambolo Lanivi, con molta attenzione e devo subito dire che non vi ho trovato motivi particolari di apprezzamento. Anzi, se devo essere sincero, come d'abitudine mi piace essere, l'ho trovato di una banalità e di una mediocrità non comuni.
Credo soprattutto che molti dei 24 firmatari vi abbiano apposto il loro emerito autografo frettolosamente e distrattamente, più ansiosi ed assillati di far parte della rosa che il commissario tecnico, con la consulenza di pochi intimi, sarebbe andato a selezionare ulteriormente nei giorni e nelle ore successive.
D'altronde però qui si gioca in nove, facciamo pure dieci compreso il commissario tecnico, ma gli altri restano fuori, o al massimo fanno i raccattapalle.
Ma torniamo al documento. E' fatto di molti slogan, troppi, sottoscrivibili da chiunque, anche in situazioni di non emergenza. Il senso di responsabilità - e cito dal documento - e di chiarezza sono assolutamente prioritari (e ci mancherebbe), la logica politica della spartizione del potere è da escludere (e siamo d'accordo), la complessità delle trasformazioni richiede progettualità, rigore ed efficienza. Ribadisce la centralità dell'istanza autonomista, la domanda di progresso e cambiamento, l'esigenza della moralizzazione della vita pubblica, la valorizzazione del patrimonio culturale ed ambientale e via di seguito. In mezzo una perla: la gente della Valle d'Aosta con il voto del 5 e 6 aprile si è espressa con chiarezza, e qui vi rimando a quanto molto meglio di me ha detto l'amico Maquignaz a proposito di quanto è stato deciso dopo l'espressione del popolo valdostano del 5 e 6 aprile.
Quando poi si tratta di affrontare impegni si legge: "Il senso di responsabilità che ci anima ci impone di non illudere la gente", ed ancora "la definizione degli obiettivi programmatici dovrà essere meglio precisata dopo un'attenta ed approfondita analisi sia della reale situazione finanziaria regionale, sia dello stato e della gravità dei problemi aperti", il che è molto giusto ma francamente a me pare troppo poco per sostenere la necessità della svolta.
Ma oggi Lanivi ha sviluppato ulteriormente il suo preambolo, ha citato emergenze e progetti qualificanti; naturalmente vorrò leggere con maggiore attenzione il documento, fra le emergenze ne ho annotate alcune: la Cogne, il Casinò, l'autostrada Aosta-Morgex, il collegamento della strada statale 26 con la strada statale 27; fra i progetti qualificanti il difensore civico, la revisione delle leggi sulle nomine, il rinnovo del contratto del personale e via di seguito.
Non mi pare che fra questi ci siano delle grosse novità. Non vorrei che la novità fosse rappresentata dal fatto che, per quanto concerne la Cogne, non è più il prete rosso a benedirne il funerale ma si facessero dei funerali civili, vista la nuova maggioranza che si è formata.
All'amico Ilario, comunque, che si accinge a questa immane fatica porgo di cuore un fervido e fraterno augurio di buon lavoro. Credo proprio che ne abbia un immenso bisogno.
Prima di concludere, all'amico Maquignaz devo riconoscere alcune intuizioni che hanno trovato precisa conferma a conclusione della vicenda iniziata il 6 giugno, e queste annotazioni le avevo già fatte prima di conoscere la posizione dell'amico Maquignaz.
Il partito comunista, diceva il Consigliere Maquignaz il 25 giugno 1990, tramite il suo segretario ha dichiarato a chiare lettere di non rinunciare all'idea di andare ad un sistema politico che si dividerà in schieramenti che rappresentano l'area progressista rispetto all'area moderata e conservatrice; nella sostanza il segretario del PCI vuole e lavora per una maggioranza diversa da quella prospettata. Se le cose stanno in questo modo, ciò significa che la strategia del PCI mira o a spaccare l'Union Valdôtaine, oppure in accordo con questa a mandare la DC alla opposizione, oppure come è più probabile in un momento di crisi di identità tende comunque a destabilizzare il quadro politico.
Ed ancora sempre Maquignaz diceva: Desidero ancora credere che la DC, a cui mi sento legato da motivi di amicizia e che ho sempre considerato, al di là delle difficoltà che si incontrano nella vita politica, l'interprete più qualificante delle istanze del cristianesimo e della vita democratica, e non disponibile quindi a patteggiamenti che potessero delegittimare la propria esistenza, consideri questa esperienza come un momento di transizione. Lo abbiamo fatto.
E per chiudere un invito al Consigliere Stévenin, il quale raccontava due anni fa: "D'ailleurs il a bien raison le curé de Saint Martin de Corléans, quand, il y a une semaine, à la messe de dimanche il a dit à tous les participants: nous avons de l'amertume de nous rendre compte que ceux que nous avons élus pour nous représenter, nous, les catholiques, au Conseil régional, aujourd'hui ils ont trahi notre confiance".
François, diamoci appuntamento domenica prossima alla messa delle undici meno un quarto a Saint Martin: alla predica Don Luigi potrebbe dircene delle belle.
Si dà atto che, alle ore 11,57, riassume la Presidenza il Presidente Cout, e che dalle ore 12,03 alle ore 12,16 assume la Presidenza il Vicepresidente Stévenin.
Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Mostacchi, ne ha facoltà.
Mostacchi (UV) Chiedo scusa a Lanivi se non mi trova sulla sua stessa lunghezza d'onda per quanto riguarda la chiarezza, la trasparenza e il punto 2 del suo nuovo corso nella politica valdostana, dove dice: qualificare politicamente la nuova maggioranza regionale in coerenza con la volontà popolare espressasi anche con il voto del 5 e 6 aprile.
A titolo personale vorrei fare alcune considerazioni.
Non voglio parlare del patto massonico del 2 giugno 1990, in quanto sono convinto che il popolo valdostano saprà dare il giusto peso al momento opportuno.
La mozione di sfiducia del 6 gigno 1990 doveva a mio avviso introdurre una profonda riflessione nei destinatari e creare nei mittenti un diverso modo di governare. Nulla di tutto ciò è stato fatto, i fatti hanno dimostrato l'esatto contrario. Il comportamento della maggioranza in quel periodo è stato quasi sempre di muro contro muro, adoperando solo la legge dei numeri.
La situazione originatasi al marzo 1991 ne è la chiara conferma. Si è provveduto con grosse contraddizioni ed aggiustamenti ad ottenere quel fatidico numero diciotto, indispensabile per continuare nella gestione della pubblica amministrazione.
Situazione incomprensibile per la popolazione valdostana, e pagata poi a caro prezzo dalla maggioranza con le elezioni politiche del 5 e 6 aprile.
Anche dopo questo responso elettorale, la maggioranza ha continuato a far finta che nulla fosse successo, giocando ancora una volta sulla testa dei valdostani, finché la base elettorale del PDS, ancora sensibile a certe istanze (e di questo bisogna dargliene atto) ha costretto i propri vertici a profonde riflessioni, che hanno in seguito provocato le dimissioni della Giunta Bondaz.
Le trattative che sono poi seguite fra esponenti della Liste Vallée d'Aoste ed il PDS, e di cui il sottoscritto veniva a conoscenza tramite la carta stampata, sono la chiara dimostrazione che anche alcuni vertici della Liste Vallée d'Aoste sembrano non aver capito, o fatto finta di non capire, la lezione degli elettori valdostani, e pertanto mi obbligano a fare alcune riflessioni.
Esistono momenti e circostanze nella vita politica di ciascuno di noi in cui la chiarezza deve far premio su ogni altra considerazione di tatticismi, di opportunismi, anche se ben finalizzati. Questo, a mio avviso, è uno dei tali momenti soprattutto perché fuori dai palazzi e dalle istituzioni si avverte nella gente, sempre che lo si voglia ascoltare, un desiderio di capire, di ricevere segnali precisi, di non sentirsi esclusa da manovre che, oltre ad essere non comprensibili, neppure conosce.
Ecco perché mi sento in obbligo, proprio per le mie radici che sono e restano fra la gente, sul territorio, di esprimere un dissenso sul metodo che ha portato alla composizione del nuovo esecutivo regionale, in quanto esso mi pare ancora una volta frutto di contraddizioni, di compromessi, all'interno del vertice dei partiti, non coerenti sia con le attese della comunità, sia con le indicazioni che la stessa comunità ha dato pure di recente, con la consultazione elettorale del 5 e 6 aprile.
Il problema non sta, sia chiaro, nella formazione di uno schieramento che prende il posto di un altro al governo della cosa pubblica, ma nella logica che vi presiede ed in base alla quale si disattendono i desideri, le aspirazioni della gente, mai come oggi bisognosa di avere un quadro esatto e pulito di riferimento.
Forse questo mio intervento è più da uomo della strada che da uomo di partito, ma faccio mia la frase di Italo Calvino che diceva: "Meglio restare l'enfant du siècle con tutte le sue contraddizioni aperte, ma avere contatti e contributi da tutta la gente che passa per la strada".
Quali sono in buona sostanza le ragioni di questa mia posizione? Non rientra nel mio costume fare dei personalismi sia nei confronti degli avversari (politici si intende), sia verso coloro che militano nel movimento cui da sempre appartengo. Non è quindi questione di questo o di quel nome, ma del rispetto di una coerenza in virtù della quale non è corretto premiare chi, con troppa disinvoltura, cambia la linea politica dall'oggi al domani, e non attraverso un travaglio interno ma solamente per interessi ben identificati.
Sarebbe grave errore sottovalutare l'attenzione che l'opinione pubblica rivolge a questi trasformismi, che ripugnano alla coscienza dei cittadini, pronti a riconoscere chi, senza criteri di morale comportamento, usa la politica come strumento per fini personali.
Il periodo che la nostra Regione attraversa e quello che ci riserva il futuro anche prossimo, impongono di mettere davanti a tutto prima ancora degli stessi programmi, cui bisognerà porre mano, quella che viene ormai definita questione morale e che non sta solo nell'avere le mani pulite, come diceva il PDS anni fa, ma nel rispondere alle esigenze di trasparenza e di linearità che salgono, talvolta non espressamente manifestate per pudore o per apparente distacco, ma intimamente sentite da chi (e sono tanti) lavora, produce per se stesso e per la collettività.
Nessun programma, nessun progetto per quanto validi, possono essere portati avanti con la certezza della loro realizzazione se sulla vita politica ed amministrativa incombe la ragion di partito, o peggio ancora quella singola, magari divergente quando serve, da quella di partito.
Le garanzie che dobbiamo offrire a chi si attende legittimamente da noi scelte coerenti ed impegni conseguenti, sono proprio quelle di mostrare sempre e comunque una dignità sia nel salire che nello scendere le scale delle vicende politiche.
Nessun moralismo di maniera, per carità, non sono qui per questo, ma per ricordare come i segnali non equivocabili che ogni giorno provengono da tutti i settori della società dicono che è finito il tempo dei travestimenti, dei camuffamenti, dei giochetti sotto banco. Tutti diciamo con parole altisonanti e proclami da custodi del tempio che occorre cambiare modo di fare politica, ma cosa facciamo nella pratica per mutare veramente, se in occasioni come questa andiamo esattamente nella direzione opposta?
E' con questo spirito che vi prego di accettare il mio invito a meditare profondamente sui messaggi che tramite le scelte anche del genere di cui si sta trattando noi facciamo partire da qui verso i cittadini valdostani.
Chiedo scusa a Bajocco se mi faccio interprete di una sua dichiarazione, io voterò a favore di questa maggioranza per disciplina di movimento.
Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Milanesio, ne ha facoltà.
Milanesio (PSI) Devo dire che è con una certa emozione che prendo la parola oggi soprattutto dopo l'intervento del Consigliere Mostacchi, un intervento che non voglio assolutamente strumentalizzare e al quale però vorrei fare riferimento, perché mi sembra che il Consigliere Mostacchi abbia detto delle cose molto importanti, cose che dovrebbero preoccupare tutto il Consiglio e tutti i Consiglieri, indipendentemente dalle loro collocazioni politiche attuali, passate e future.
Questa crisi politica si sta giocando su elementi molto semplici, che sono e vengono percepiti da tutti e che quindi rimarranno conficcati come dei chiodi nella memoria collettiva della gente.
Primo, la dignità. Ho sentito altri Consiglieri che oggi hanno fatto ricorso alla parola dignità, riferendosi alla dignità umana prima ancora che alla dignità politica, e mi pare corretto questo modo di ragionare perché noi in primo luogo siamo qui, sì, come eletti dal popolo, dai rispettivi partiti e movimenti, ma siamo qui per rappresentare l'uomo e la sua dignità. Tutto il resto è questione opinabile, tutto il resto diventa contesa, tutto il resto diventa lotta politica, tutto il resto è un qualcosa che viene dopo. Quello che sta mancando complessivamente in questo momento alla classe politica, evidentemente in questa ci dobbiamo comprendere tutti, è la dignità, e mi voglio spiegare.
E' vero che i partiti politici sono degli strumenti insufficienti, imperfetti, è vero anche che forse siamo alla fine di un certo sistema e di un certo modo di fare politica; siamo alla fine probabilmente della prima repubblica e siamo anche alla fine per quel che mi riguarda - ed è un concetto che ho già avuto modo di illustrare in altri momenti - della prima autonomia. Autonomia che in questa Regione ha dato molto, ha consentito molto, ma non ha consentito lo sviluppo della democrazia e lo sviluppo della dignità umana in questa Regione. Lo sviluppo è stato quantitativo, non è stato qualitativo. Avrei voluto sentire queste considerazioni da parte del Presidente designato, che so che le condivide per averne parlato con lui in altri momenti; avrei voluto sentir fare da Lanivi un discorso sempre alto, ma più preciso, più puntuale, che mettesse il dito sulla piaga. Invece qui sulla vera piaga il dito nessuno lo vuole mettere, anzi si fa finta di passare oltre, e mi riferisco al problema del potere, al problema della formazione, della gestione e del controllo del potere nella nostra Regione. Dove la nostra Regione ha fallito clamorosamente, è proprio su questo: non siamo riusciti a darci regole, meccanismi, che consentissero una gestione del potere la più possibile immune da quelle degenerazioni, da quei vizi, da quei condizionamenti che sono sotto gli occhi di tutti nel resto d'Italia, ma che sono anche sotto gli occhi di tutti in Valle d'Aosta, ma che tutti stranamente in questo momento fanno finta di non vedere, di non sentire, di non considerare perché i problemi sono altro. Poi vedremo quali sono gli altri problemi.
Quindi noi diciamo che se il 6 giugno 1990 aveva un significato, e per noi l'ha avuto, e non siamo qui a presentarci come orfani del 6 giugno, nè a indicare in altri traditori del 6 giugno, ma diciamo che se il 6 giugno aveva un significato (e ce l'ha avuto, perdio!) era quello di voler mettere in discussione questi meccanismi. Che poi ci sia riuscito, questo è un altro discorso. Ma non ha accentuato la degenerazione che era in corso nella nostra Regione, l'ha in qualche modo fermata ed ha cercato di contrastarla. Poi le capacità, le risorse umane, le insufficienze, le carenze, il modo tradizionale di fare politica, il fatto che i partiti continuano a muoversi e ad agitarsi secondo schemi che sono superati, ebbene questo ha impedito che dopo il 6 giugno ci fosse il rinascimento politico di questa Regione. Ma io devo leggere purtroppo, e lo dico con rammarico, che questa svolta non si va nel senso del superamento del 6 giugno, perché se così fosse, non potrei che complimentarmi con i compagni del PDS e con quant'altri avessero operato una scelta di questo tipo, secondo una logica di questo tipo.
Ma a me pare che questa svolta sia nel segno della restaurazione, della restaurazione di metodi, forse anche di uomini, e comunque di sistemi che hanno fatto il loro tempo. Non a caso, pur avendo noi molte responsabilità, molte carenze, molte insufficienze, pur facendo parte di questo sistema, abbiamo da un po' di tempo iniziato delle riflessioni che tendono a superare l'impegno politico concepito in modo tradizionale, che tendono a identificare i veri nodi da risolvere in questa Regione.
Siamo pochi, non siamo neanche bravissimi probabilmente, ma abbiamo cercato di dire alcune cose. Abbiamo raccolto solo diffidenza, e forse questa dipende anche dal fatto delle responsabilità che possiamo avere, abbiamo raccolto anche e soprattutto "une fin de recevoir", cioè una nessuna volontà di sentirci solleticare quanto meno le orecchie da certi temi che secondo noi sono fondamentali. Ed io approfitterò di questo dibattito (altrimenti in quale altra occasione potrei tirarli fuori?) per metterli di nuovo concretamente all'attenzione di tutto il Consiglio. Ebbene, la dignità umana comporta che le alleanze politiche si possano basare su dichiarazioni che non vengono contraddette poi dagli atti che si fanno. In poche parole, dire quello che si pensa e fare quello che si dice.
Ho l'impressione che in questo Consiglio pochi dicono quello che pensano, ma moltissimi fanno esattamente il contrario di quello che dicono, e temo, perché mi dispiace, perché Lanivi non è un uomo da bruciare e quindi un po' di credibilità gliela conserverò ancora perché nel suo appello finale che ha fatto sulla credibilità dell'uomo stamattina, Lanivi è stato non patetico, è stato sincero, che è diverso. Io ho colto un segno di questa sua sincerità e di questa sua volontà, altri forse lo hanno scambiato per una nota patetica, io l'ho trovata una nota di sincerità. Ebbene, caro Lanivi, le svolte hanno bisogno di scontri anche aspri, hanno bisogno di processi di maturazione, hanno bisogno di gesti direi emblematici.
Non mi sembra che questa nuova maggioranza nasca all'insegna di una svolta, di gesti emblematici chiari, di una rottura con il passato; mi sembra invece che nasca alla insegna della restaurazione, alla insegna del consociativismo politico, alla insegna di programmi che dicono molto e niente, come qualcuno ha già cercato prima di industriarsi a dimostrare, ma soprattutto non scioglie il vero nodo della nostra Regione, il vero nodo politico nel quale risiede anche in qualche misura la questione morale della nostra Regione.
Ebbene, è fuori di dubbio, tutti i cittadini capiranno e poi potranno dare tutte le interpretazioni che vorranno per carità di patria, per carità di partito, per tante altre cose, ma nessuno può sostenere che questa maggioranza non nasca secondo una logica vecchia della spartizione del potere e della ricerca del potere amministrativo come supporto dell'azione politica e del consenso che le forze politiche devono ricercare fra gli elettori. Credo che a nessuno verrà la convinzione che questa Giunta non nasce secondo la logica politica della spartizione del potere che oggi sarebbe da escludere, terzo paragrafo del preambolo Lanivi.
Tutti hanno capito benissimo che dietro questa crisi ci sono delle aspirazioni politiche, che devono essere dichiarate, perché solo se vengono dichiarate sono legittime, sono decenti; la questione morale sta nella indecenza fra quello che si pensa e quello che si fa, non fra quello che si pensa e si dice e quello che si fa, perché uno ne risponde se non altro politicamente. Quindi l'indecenza di questa soluzione è un'altra: è che qui ci si ammanta di parole auliche per fare una operazione di potere, una banale operazione di potere, una operazione che non ha neppure il segno della coerenza. E questo non lo abbiamo detto noi, perché noi siamo stati coerenti con una certa impostazione, questa impostazione è stata battuta dagli elettori nel mese di aprile; una maggioranza poteva tranquillamente andare avanti, sarebbe stata battuta probabilmente alle elezioni del prossimo anno; ebbene allora si doveva andare a fondo, come facevano una volta quei capitani coraggiosi sulle loro navi, legati al timone della nave, e si doveva colare a picco con coerenza, con onestà, con serietà e con dignità.
Ma qui tutto c'è meno la dignità, perché ci si serve della politica per mascherare le scelte di convenienza, di comodo. Perché quando le forze politiche sono più o meno tutte pervase da crisi di identità, e qualcuno ce l'ha più forte di altri, è molto più facile cercare di scaricare su altri, o sul destino cinico e baro le proprie incapacità, le proprie insufficienze, le proprie sconfitte, la propria inadeguatezza a vivere i tempi che dobbiamo attraversare.
Questo è successo ad una forza politica che apparteneva alla vecchia maggioranza e che ha pensato di fare mercato della propria dignità e della propria indispensabilità nella composizione degli equilibri, per cambiare, senza nessuna giustificazione politica che sia plausibile e credibile nè a chi riceve oggi i favori di questi, nè a chi riceve il calcio nello stomaco da parte di questi, e per porsi sotto la protezione del signorotto medioevale più importante della nostra Regione, del feudatario di gran lunga più importante, vale a dire del feudatario di maggioranza relativa.
Poi attorno a questa scelta sono nate, nasceranno mille spiegazioni, mille giustificazioni, nascerà "l'affievolimento della spinta propulsiva", nascerà tutto quello che volete, però dobbiamo prendere atto di una cosa: che da una parte c'è qualcuno che non crede più in se stesso, non crede più nella sua missione storica, non crede più nella sinistra, non crede più in niente.
E allora ha deciso di credere solo in quelli che possono definirsi gli interessi di bottega, cioè: c'è una sigla da difendere, c'è un patrimonio elettorale da gestire e bisogna cercare di gestire al meglio perché saremo rosicchiati tra Rifondazione comunista, i Verdi, i Socialisti e quant'altro.
Questo è quello che è successo; una forza che ha in sè la consapevolezza di avere un ruolo e una missione storica da svolgere, evidentemente non può ragionare in questi termini.
Ma questo è un difetto che appartiene oggi al PDS, ma appartiene in qualche modo mutatis mutandis a gran parte della sinistra italiana, quella sinistra tanto conclamata e tanto perdente, perché quello che possiamo dirci fuori dai denti è che se c'è una cosa di sicuro che ha perso in Valle d'Aosta è la sinistra. Ha perso ed ha perso nel modo peggiore possibile e sta compromettendo la sua stessa ragione di esistere e di poter in futuro dare un contributo di credibilità come area politico-culturale.
Prendiamo atto di questo fallimento, ne prendiamo atto con rammarico non con rancore. Diciamo che non ravvisiamo nessun avvenire salvifico in una sinistra che cerchi di mettere assieme delle macerie o dei personaggi in cerca di autore. Noi diciamo che siamo impegnati fin da oggi per cercare di costruire qualcosa che vada oltre la sinistra, questo tipo di sinistra; qualcosa che sappia spezzare il legame genetico con un certo tipo di sinistra perdente, sconfittista, che non ha saputo dare niente di se stessa, se non le proprie divisioni, le proprie insufficienze, le proprie carenze, e che per quel che ci riguarda, con umiltà, cercheremo di lavorare per la ricerca di un nuovo soggetto politico da costruire in Valle d'Aosta, che si situi in un'area regionalista, autonomista certamente, ma profondamente riformista.
Riteniamo che la sinistra abbia perso non una battaglia ma la guerra, e che questo tipo di sinistra non si può riproporre decentemente a guidare niente e soprattutto non si può proporre nemmeno a condizionare niente, a condizionare scelte che ormai appartengono ad altri ed egemonie che sono ritornate saldamente in mano di altri, e ai quali noi non ci inchiniamo come ai nuovi padroni solo perché abbiamo una dignità, quella sì, da difendere, che è personale oltre che politica.
Ma non combattiamo questi altri perché li sentiamo i satana della situazione; noi diciamo che l'Union Valdôtaine non ha fatto il minimo cenno di autocritica, non ha fatto una profonda riflessione interna, non ha fatto niente di tutto quello che volevamo farle fare. Ma questo non significa che nell'UV non ci siano fermenti, non ci siano volontà di riforma, non ci siano indicazioni con le quali siamo disposti a confrontarci, dalla opposizione sia ben chiaro, perché non siamo qui a mendicare nessuna collocazione governativa di nessun tipo, con la nostra dignità di socialisti e di diversi rispetto a loro, ma siamo pronti a confrontarci sui grossi temi, sulle grosse opzioni. E vogliamo vedere se ne salteranno fuori di grossi temi, di grosse opzioni da questo dibattito o dai giorni successivi.
Mi consento di rilanciare, e rilancio rivolgendomi a Lanivi e a quelli che nell'UV hanno avuto il coraggio di dire delle cose che sono loro costate certamente fatica, ebbene ma voi pensate che il problema della formazione, gestione e controllo del potere lo si possa risolvere in Valle d'Aosta rifacendo una Giunta di un certo tipo? Pensate che i meccanismi non vadano cambiati profondamente? Pensate che oltre al discorso della legge elettorale, che non può essere vissuta come una legge truffa (come da parte di qualcuno già si sta pensando) ma che deve essere un momento serio, alto di confronto politico, ebbene voi pensate che basti solo la legge elettorale, o che occorra introdurre il meccanismo della incompatibilità fra la carica di Consigliere regionale e quella di Assessore regionale? Questa domanda la faccio a tutti, qui, pubblicamente; approfitto di questo dibattito per dire che solo in questo modo noi riusciamo ad estirpare quel cancro che sta corrodendo la vita politica amministrativa della nostra Regione e che è il clientelismo in presa diretta fatto dagli Assessori di turno, i quali vedono i loro voti personali incrementarsi pazzescamente, andare a cifre mai raggiunte, quando la gestione del potere è stata fatta non usando il potere, ma abusando del potere. E non mi riferisco a nessuno in particolare, è un riferimento di carattere generale questo e che può riguardare moltissimi di quelli che hanno fatto gli amministratori, prima e dopo la cura.
Voi pensate che questo meccanismo sia riproponibile? Che oggi questa crisi, se deve essere un superamento del 6 giugno, non possa e non voglia affrontare un discorso di questo tipo? Avevamo fatto una proposta che è sembrata un escamotage dell'ultimo minuto, che è stato liquidato con pochissime considerazioni da parte delle altre forze politiche perché lo hanno visto come la manovra di chi vuole disturbare gli addetti ai lavori. Ma la proposta della Giunta, del Presidente con degli Assessori non Consiglieri regionali per decantare questa situazione politica che oggi si verifica come una situazione sempre più convulsa, sempre più pasticciata, sempre più contraddittoria, perché ho detto prima che qui non ho visto facce liete, di solito quelli che devono mettersi d'accordo per fare una maggioranza sono sorridenti perché almeno c'è la luna di miele, cioè in una prima fase iniziale sono tutti d'accordo, i programmi ci sono, l'intesa c'è, c'è la volontà di andare avanti, poi magari dopo salteranno fuori i bisticci, i litigi, ma qui se il buon giorno si vede dal mattino, questa sarà una giunta dove tutti siederanno con il coltello piantato sotto il tavolo ed il meno che ci si possa aspettare è che qualcuno ti faccia lo sgambetto dopo 10 minuti, e se non te lo farà qualche collega di Giunta ci potrà pensare qualcuno del Consiglio a farlo.
Dicevo stamani che vedevo facce qui di gente che sembra aver preso cinquanta grammi di sale inglese prima di venire a questa seduta, e lo confermo, lo ribadisco, non mi sembra che si siano rischiarati i volti nel corso del dibattito consiliare.
Ho la netta sensazione, colleghi Consiglieri, che non si stia facendo una svolta, o perlomeno si stia tornando indietro. Sì, questa svolta c'è, ma non è per superare il 6 giugno 1990, ma è per tornare pericolosamente indietro, pervicacemente indietro e direi ipocritamente indietro.
Quindi il mio intervento tende a ribadire quanto avevo già detto l'altro giorno nel prendere atto delle dimissioni della Giunta. Non mi sembra che ci sia nè la volontà, nè la forza, nè la convinzione di compiere una svolta necessaria nel senso del superamento del 6 giugno; ci sono invece tutti gli elementi per accentuare la degenerazione di questo sistema, per accentuare la degenerazione della lotta e del confronto politico, perché sappiamo benissimo come nascono questa giunta e questa maggioranza. Nascono sulla pelle di quelle forze che da una parte hanno contribuito al successo di una certa consultazione elettorale, poi nascono sulla pelle di quelli che hanno fatto il 6 giugno 1990, sulla pelle anche di quelli che adesso chiedono protezione al potente feudatario dell'UV. In questo ravvisiamo la vera questione morale della Valle d'Aosta, cioè la degenerazione del costume politico, l'incapacità di fare politica mantenendo la dignità delle proprie forze politiche, delle proprie convinzioni, delle proprie idee.
Tutti ci vengono a dire: ma noi teniamo famiglia in qualche modo, famiglia politica, temiamo che poi si modifichino le leggi elettorali, temiamo di essere esclusi, temiamo che certi scavalcamenti non ci accreditino sufficientemente nei confronti della gente e della opinione pubblica. Benissimo, noi saremo dei temerari, ma noi non temiamo tutto questo, anzi ci vantiamo di non accettare questo tipo di logica, di respingerla e di trattare con pari dignità dalla opposizione nei confronti di quelli che saranno chiamati a governare.
Non so se riusciranno a governare, ma noi siamo qui per dare dei contributi per cercare di volare alto, se possibile, e siamo qui anche per fare in modo che qualunque espressione verrà detta e qualunque espressione è stata detta oggi, venga rispettata nei fatti.
Battuta finale: non ho più sentito tirar fuori la questione morale dal neo-indicato Presidente della Giunta, che nella sua lunga illustrazione ha parlato di tutto, ma ha fatto credo una vistosa dimenticanza. Conoscendolo come persona di buona memoria, credo non sia stata una dimenticanza, ma sia stato un rifiuto di fare una dichiarazione ipocrita.
Per quel che mi riguarda faccio una apertura di credito personale al Consigliere Lanivi. Noi non lo voteremo di sicuro in questo quadro politico, in questo tipo di proposta, ma voglio vedere fino a che punto la sua dignità personale lo farà agire, voglio valutarlo e poter dire di Lanivi: caro Ilario, in questa Regione di schiene piegate tu, malgrado tutto, potrai ancora essere un "hombre vertical".
Presidente Sono le 12,41; penso di poter interpretare la volontà dei consiglieri regionali di sospendere il Consiglio per questa mattina e dichiarare chiusa la seduta.
La prossima seduta avrà inizio questo pomeriggio alle ore 16.
La seduta è tolta.