Compte rendu complet du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 3464 du 3 juin 1992 - Resoconto

OGGETTO N. 3464/IX Presa d'atto delle dimissioni del Presidente della Giunta regionale e della decadenza della Giunta regionale.

Cout (Presidente) Ha chiesto la parola il Consigliere Maquignaz, ne ha facoltà.

Maquignaz (GM) Anche il movimento Vallée d'Aoste ha preso atto delle dimissioni della Giunta Bondaz, provocate dai segnali di dissenso del Partito Democratico della sinistra e più in generale da una situazione di insofferenza sempre di più insostenibile venutasi a creare all'interno della maggioranza.

C'è stata nella sostanza una presa di coscienza del fallimento di un progetto politico che non ha saputo esprimere ed interpretare compiutamente le esigenze, le volontà e le aspirazioni spirituali e materiali della comunità valdostana. E in effetti molti problemi sono rimasti irrisolti come quelli ad esempio che riguardano la Cogne, la Convenzione con il Casinò, la vicenda della Mercedes, la legge elettorale, il modo con cui si deve affrontare la tutela dell'ambiente, il decentramento amministrativo agli Enti locali e alle comunità montane e via dicendo.

Ma al di là dei problemi amministrativi è indubbio che si era ormai creata una situazione che aveva messo seriamente in forse la credibilità della maggioranza, nata nei modi che tutti sappiamo.

Questa mattina il Consigliere Milanesio ci ha letto pubblicamente il documento che aveva sancito l'alleanza a cui ha fatto seguito il famoso "ribaltone". Maggioranza che ha dato vita ad una coalizione di forze politiche incapace o meglio trovatasi nell'incapacità o impossibilità di esprime e di realizzare un progetto politico coerente ed omogeneo.

Questo stato di cose ha creato perplessità e soprattutto sfiducia che si è manifestata nell'arco di due anni con frequenti segni di insoddisfazione, ma che è esplosa in modo emblematico in occasione delle elezioni politiche che hanno fatto registrare la rilevante e significativa vittoria della lista Vallée d'Aoste.

Noi riteniamo che il successo della lista Vallée d'Aoste sia dovuto essenzialmente al fatto che questa ha saputo esprimere un progetto politico chiaro, coerente, omogeneo e soprattutto fondato sulla forza delle idee, sulla serietà degli intenti e sulla validità delle persone.

Le indicazioni che sono emerse dall'elettorato valdostano sono semplici e molto chiare, prima l'uomo e poi il partito. Prima l'idea e poi l'ideologia, prima la serietà e l'onestà e poi tutto il discorso che concerne la moralizzazione.

La comunità - più che dai programmi i quali sono importanti e necessari e su cui ci si deve confrontare - si sente di più tutelata ed interpretata dalla serietà, capacità e coerenza dei suoi uomini.

Noi crediamo che la lista Vallée d'Aoste abbia espresso questa dinamica umana e politica in cui l'uomo si fonde con l'idea, dove la comunità si identifica con gli uomini che scrivono la coalizione. E' stata quella - consentitemi di dirlo - quella della lista Vallée d'Aoste un'esperienza meravigliosa che dobbiamo continuare a far vivere con decisione e senza mezze misure e per questi motivi noi crediamo che il punto di partenza per la costituzione di un nuovo governo regionale debba essere la lista Vallée d'Aoste, con le sue diverse componenti politiche e con le sue idee. Di conseguenza non possiamo che concordare pienamente con le indicazioni del Comité Central dell'Union Valdôtaine che nella sua risoluzione ha evidenziato in modo chiaro la necessità dell'accordo con le forze politiche presenti nella lista Vallée d'Aoste, nelle trattative con i partiti e movimenti.

In questa ottica, ieri sera, il movimento Vallée d'Aoste, ha sottoscritto un documento al quale oltre alle forze politiche della lista Vallée d'Aoste, appunto, hanno aderito anche altre forze e componenti politiche. Questo documento è molto chiaro e riprende nella sostanza quelle che sono le istanze culturali e programmatiche della lista Vallée d'Aoste; è un documento di confronto e come ricordava Riccarand, è un percorso anche di verifica che potrebbe portare a determinati risultati. Noi quindi abbiamo votato questo documento perché lo condividiamo essenzialmente per tre motivi: il primo perché questo documento sancisce l'esaurimento dell'esperienza politica apertasi il 6 giugno 1990 con il ribaltone, esperienza politica che è terminata non soltanto con la gioia delle cosiddette "truppe camellate", ma anche con la soddisfazione della gran parte della comunità valdostana e credo anche con una presa d'atto della Democrazia Cristiana che con un suo documento ha dichiarato definitivamente chiusa questa esperienza politica; seconda cosa il documento segna l'avvio di una svolta politica che dovrebbe fondarsi sulla centralità delle istanze autonomistiche e sulla necessità di affrontare in tempi brevi problemi più gravi ed urgenti, soprattutto quelli legati ad emergenze occupazionali ed economiche; terzo, il documento evidenzia la volontà di verificare con chiarezza, responsabilità e coerenza, la possibilità di costituire un nuovo governo regionale.

Noi crediamo di avere espresso i nostri limiti e il nostro pensiero sull'attuale crisi politica, non ci sentiamo per ora di fare ulteriori valutazioni o proposte, nell'attesa che il panorama politico attraverso un confronto costruttivo diventi concretamente più definito. Ci auguriamo comunque che questa crisi possa essere risolta al più presto, nell'esclusivo interesse della comunità valdostana. Spetta ora all'Union Valdôtaine in particolare, movimento di maggioranza relativa, continuare la strada intrapresa al fine di verificare, in accordo con la lista Vallée d'Aoste, la possibilità di costituire un nuovo governo regionale con quelle forze con cui sarà possibile costruire un progetto politico comune.

PresidenteHa chiesto la parola il Consigliere Bondaz, Presidente della Giunta dimissionario, di cui non abbiamo ancora accettato le dimissioni.

Bondaz (DC) State tranquilli che non ritiro le dimissioni.

Cercherò di essere il più breve possibile anche perché questa mattina qualcuno ha fatto riferimento a ciò che si dovrà fare nel futuro e non a quello che è stato fatto in passato.

Personalmente non rinnego nulla di quello che è stato fatto. Non lo rinnego perché, a voler essere i più critici di questo mondo, questa esperienza, secondo me, non è un fallimento, amico Maquignaz, ma se qualcosa è fallita è da imputare a valutazioni politiche diversificate da parte di un partito politico.

Io credo che al Consiglio e soprattutto alla Giunta, che ho avuto l'onore di presiedere, devo un ringraziamento per il conforto, l'aiuto e la collaborazione che mi sono stati dati da tutti i miei Assessori, al di là di quelle che sono le differenziazioni che sono nate in questo momento.

Per cui, credo, anche a nome di coloro che hanno cambiato opinione sull'esperienza che si stava facendo, di non poter accettare quanto ha detto il Consigliere Maquignaz, circa un fallimento, perché una cosa sicura è stata fatta, sulla quale non si potrà più discutere; quello che è stato fatto precedentemente non tornerà più. Mi riferisco non alla mia Giunta, ma a quella che era la situazione precedente, perché sicuramente in quest'aula, malgrado le difficoltà e le differenziazioni ideologiche che erano nate e che c'erano fin dall'inizio e di cui eravamo perfettamente a conoscenza, una cosa sicuramente c'è stata; cioè una ripresa del dialogo politico in questo Consiglio. Un confronto che prima era inesistente.

Non lo dico con critica perché non è mia abitudine, ma devo accumunare a questo ringraziamento nei confronti degli Assessori e del Consiglio, se mi permettete, per la pacatezza con cui oggi c'è stata questa discussione, il Consigliere Bajocco perché è stato l'unico, e lo dico con tutta serenità d'animo, che ciò che ha detto oggi in aula lo aveva già detto precedentemente. Analisi critiche, da altre fonti "Pidiessine", non ne avevo quasi mai ricevute. Oggi improvvisamente sono nati a nuova vita personaggi che giustamente ritengono di fare gli interessi del loro partito, ma da cui purtroppo, forse perché la mentalità e il modo di comportarsi e di vivere era diverso, non si era mai avuto un segnale di determinate preoccupazioni. A parte la "Cogne", che è un problema a sé stante e che deve essere risolto e che cercheremo di risolvere tutti quanti insieme perché su questo problema ci deve essere a mio giudizio l'unitarietà di tutto il Consiglio. Anche in questo discorso credo che con l'Assessore Mafrica, al di là delle difficoltà obiettive che esistono nel comparto degli acciai, vi è stata una collaborazione di non poco conto.

Il dibattito su quanto detto da Bajocco, e chiedo scusa se lo recito, e mi riferisco anche a quanto espresso dal Consigliere Riccarand, mi auguro veramente di cuore che entrando a far parte di questa costituenda maggioranza, lui abbia la possibilità, magari seduto nei banchi degli Assessori, di definire le questioni del bacino di traffico. Mi auguro che abbia la possibilità di definire in fretta la questione del difensore civico, che noi abbiamo approvato su una sua ipotesi e che io ho condiviso, ma che per ragioni di ordine tecnico, burocratico, non è stato possibile risolvere. Io mi auguro che si possa trovare la soluzione, anche se ho dei dubbi in proposito, ma comunque mi farebbe estremamente felice.

Non guardo al passato, ma al presente. Il mio partito ha preso una sua posizione chiara e precisa, non abbiamo timori di lottizzazione o di rapporti prioritari o privilegiati con altri gruppi politici. Non ci riguarda.

I problemi ci sono e sono tanti ed io mi auguro che chi mi succederà li sappia risolvere. Ma anche in un altro senso perché il lavoro che è stato fatto è lì e lo troverà già predisposto, non dico definito, ma quasi.

Quello che ho detto nella conferenza stampa, quando ho dato le dimissioni, è che molto del nostro lavoro è stato disatteso forse per colpa nostra, e per colpa mia in modo particolare, perché, forse, non ho saputo creare quel "feeling" che altri sono capaci di dare nei confronti della stampa in generale. Ma i lavori e le leggi ci sono e le troverete. Mi auguro che il vostro lavoro sia fruttifero e dia un senso ed un significato ad una esperienza che oggi qualcuno definisce fallimentare.

Mi riferisco molto semplicemente al decentramento, a cui qualcuno ha fatto cenno, accordo già pronto sia con l'Associazione Sindaci sia con l'Associazione delle comunità montane (almeno se non cambieranno idea).

Oggi, inoltre, sono stato sorpreso nel sentire commenti negativi sull'accordo per la pianta organica.

Noi abbiamo sempre ricevuto richieste da parte dei sindacati su accordi o meno; esistevano difficoltà sicuramente con i sindacati, sicuramente il PDS ha avuto rapporti molto stretti con queste Organizzazioni e, forse, la CGIL è stata come "il formaggio sui maccheroni" per creare la crisi di questa maggioranza. A parte i soliti piccoli "topi di fogna" che girano da una parte e dall'altra.

Circa la pianta organica, caro Mafrica, a parte qualche piccola differenziazione, non mi è mai stato dato da parte tua il dissenso, mai, perché è la prima volta che sento dire una cosa di questo genere. Può darsi che tu non eri d'accordo, come noi non eravamo d'accordo in altre cose che pure abbiamo dovuto accettare perché lo volevate voi. Forse questo è stato il disturbo che si è creato nella maggioranza. Non voglio mettermi a polemizzare perché non ha nessun senso e significato, l'ho già detto all'inizio. Quello che serve è che questa nuova maggioranza sappia formarsi e, se possibile, questo pomeriggio, perché i problemi della Regione non stanno aspettando le lungaggini burocratiche dei partiti che sono in netto contrasto con quelli che sono gli interessi di oggi e domani e di ieri della popolazione della Valle d'Aosta.

Per cui, mi auguro che questo pomeriggio si formi la Giunta. Non ho notizie diverse, e poi se non sarà così, ognuno si assumerà le proprie responsabilità perché, e lo dico all'amico Lanivi, dovrà rimboccarsi le maniche anche perché avremo perso due mesi di tempo tra la crisi che c'è stata e il tempo tecnico che qualunque Assessore e qualunque Presidente della Giunta dovrà avere per potersi mettere in grado di operare. Due mesi sono importanti dal momento che ci avviciniamo alla fine della legislatura. Fine che come voi sapete, non è molto distante e per cui i tempi per lavorare sono estremamente brevi perché chiunque è seduto sui banchi, fra pochi mesi, incomincierà a fare politica per quanto riguarda le elezioni future.

Questo è un altro dato negativo, perché, viceversa, si dovrebbe avere il coraggio e la capacità di portare avanti i problemi ed evitare di ripetere la triste storia che è avvenuta già in altri Consigli a cui io ho partecipato alla fine della legislatura, dove tutti quanti si premuravano di portare acqua alla propria cascina evitando di fare i generali interessi della Regione.

Delle elezioni che abbiamo perso abbiamo già parlato, non ci sono remore, quello che mi dispiace è una sola cosa e lo dico con rimpianto, ed è quello di non essere stato capace, e questa è una mia grossa responsabilità, di rispondere "picche" a coloro che, quando io ho offerto le dimissioni, mi hanno detto di rimanere su questa seggiola. Quando ho visto che la situazione era estremamente compromessa - qualcuno era contrario, qualcuno era favorevole - ho dato immediatamente le dimissioni perché credo che questo sia il modo migliore per onorare e per rispettare le volontà della maggioranza e della popolazione e della maggioranza che ci sostiene. Se ciò non fosse stato, credo che dal punto di vista personale, non mi sarei potuto guardare molto bene allo specchio; perché ognuno ha il suo stile di far politica, il mio stile è questo anche se non è sempre capito e non piace, ma quando non esiste più l'accordo io mi ritiro e lascio il posto ad altri affinché si diano da fare per gli interessi della Valle d'Aosta.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere regionale Lanivi, ne ha facoltà.

Lanivi (GM) Il mio compito è decisamente semplice perché dovrei dare lettura di un documento sottoscritto da 24 consiglieri regionali e dovrebbe costituire la base per verificare la possibilità della formazione di un nuovo governo regionale.

Permettemi solo di fare alcune brevi considerazioni per spiegare ed illustrare la mia personale posizione.

Io credo che mai come in questi tempi questa esigenza sia avvertita non solo da questo Consiglio regionale e dal tono del dibattito di oggi, un dibattito che tranne alcune punte polemiche credo abbia riflettuto ed abbia dato all'opinione pubblica valdostana, il senso della difficoltà e dei problemi che questo Consiglio esprime e lo esprime correttamente perché l'intera comunità valdostana è consapevole di attraversare un momento molto difficile.

Dovrei fare riferimento ai tanti argomenti trattati da molti consiglieri, ma mi voglio riferire in modo particolare a quello del Consigliere Bajocco e cercherò di spiegarne il motivo.

Qualcosa unisce l'esperienza di Bajocco alla mia, se non altro perché tutti e due veniamo dalle "Case operaie", perché tutti e due abbiamo fatto un'esperienza al Comune di Aosta, perché le nostre famiglie che provenivano da altre Regioni qui hanno trovato lavoro alla Cogne e hanno dato il loro contributo perché questa comunità potesse crescere. Io capisco la posizione che non è solo quella di Bajocco, ma di tanti difronte alla situazione di oggi ed allora io mi permetto di fare alcune considerazioni rassicuranti.

Se noi guardiamo solamente ai nostri interessi ed a quelli dei partiti a cui apparteniamo le cose ci sembrano difficili e piene di aculei, e se, invece di considerare solo questi interessi e le prossime elezioni, guardassimo all'interesse di tutta la comunità e alle prossime generazioni, allora mi pare che venga fuori chiara e netta la dignità e la responsabilità di questo Consiglio che è quella di aiutare a comporre gli interessi di questa comunità ed a trovare il giusto equilibrio economico, culturale ed etnico.

Forse scopriamo così di avere interessi comuni da difendere, traguardi comuni da raggiungere. Il senso di dover rispondere non a delle forze organizzate, ma agli interessi collettivi della nostra Valle, credo che questa sia la prima domanda che l'opinione pubblica ci rivolge. La gente è maturata, qualcuno si ricorderà che nel 1949 all'avvio dell'esperienza di questo Consiglio regionale, c'erano 7.000 operai alla Cogne, il 60 percento della popolazione della Valle lavorava in agricoltura, vi erano pochissime opzioni politiche, i partiti o movimenti rappresentavano il pieno a queste istanze semplificate. Oggi la comunità è cresciuta ed è cambiata, il numero dei dipendenti regionali supera il numero dei dipendenti della Cogne. Gli agricoltori che rappresentavano il 40-60 percento della popolazione non raggiungono il 10 percento della popolazione attiva. Le attività imprenditoriali autonome sono cresciute come è cresciuto il grado di scolarità.

Siamo una comunità maggiormente consapevole e d'altra parte le forze politiche devono rappresentare questi interessi, i partiti devono riadattarsi alla Comunità.

Il problema oggi, che non è solo il problema della Valle, è che i partiti si devono adattare alla realtà, che è una realtà cresciuta ed è quella che appare oggi.

Verremo meno al nostro ruolo e al nostro mandato se riducessimo il dibattito di questo Consiglio a una "querelle" e ad una litigiosità tra forze politiche e partiti. Chi verrà dopo di noi e guarderà questi anni - se lasciassimo traccia di rancori e di divisioni che non sono costruttive per la nostra comunità - ci condannerebbe e non ci ricorderebbe neppure. Credo che oggi ci sia in tutti noi questo senso di responsabilità. Dobbiamo guardare al futuro avendo fatto una scelta, quella che si sta faticosamente delineando in questi giorni; non sarà una scelta qualunque e non sarà certamente perfetta, altre situazioni supereranno questa e secondo me dobbiamo trovare un modo per confrontarci su un piano dignitoso.

Che cosa ci chiede oggi la gente? Ci chiede prima di tutto di essere chiari e di avere un linguaggio semplice e comprensibile e di parlare dei loro problemi, delle loro attese e delle loro aspirazioni. Ci chiede di pensare e di posizionarci politicamente rispetto agli interessi generali, a prescindere poi dalle soluzioni che ognuno di noi può intravedere, ma pretende che guardiamo agli interessi comuni, non personali e di gruppo.

E' avvertito in tutti che un certo periodo di opulenza è passata. Si dovranno affrontare sacrifici, anche l'Amministrazione regionale dovrà acquistare un abito più sobrio e più efficiente forse, ma sicuramente più sobrio. Dovremo essere aperti e qui secondo me sta il vero problema perché aperti vuol dire riuscire a trovare il metodo di governo e di lavoro che non lasci l'Amministrazione regionale sopra ad una piramide, ma che trovi il meccanismo e i metodi per assumere decisioni che coinvolgano non solo le forze politiche, ma gli interessi delle diverse organizzazioni che agiscono sul nostro territorio. Solo in questo modo oggi, possiamo collocare il governo regionale come espressione popolare di questa comunità, altrimenti potremmo avere dei comandanti, dei domatori, ma una rappresentanza effettiva con la nostra comunità la otterremo se riusciremo a fare partecipe dei problemi, delle difficoltà ma anche nella formulazione delle soluzioni, l'intera comunità valdostana.

Io credo che questa comunità ci perdonerà tutti gli errori se questi errori deriveranno da un'incapacità o da una difficoltà di risoluzione, però se questa comunità si accorge di avere a che fare con persone che mettono al primo posto i propri interessi anziché quella collettività, non ci assolverà.

Do lettura del documento che dovrebbe costituire la base per verificare la possibilità del nuovo governo regionale:

Documento

E' un momento difficile di passaggio fra un vecchio ed un nuovo modo di concepire la politica e per lo straordinario accumulo di vitali problemi irrisolti e aggravatisi negli ultimi tempi.

Il senso di responsabilità e di chiarezza sono quindi assolutamente prioritari.

La logica politica della spartizione del potere è oggi da escludere.

La complessità delle trasformazioni in atto richiede alla direzione politica progettualità, rigore ed efficienza ed impone il rilancio delle istituzioni, eliminando l'invadenza dei partiti nella pubblica amministrazione.

Occorre che le forze politiche riflettano e trovino il coraggio di avviare un progetto di governo che abbia veramente al suo centro gli interessi generali dell'intera comunità valdostana.

La gente della Valle d'Aosta con il voto del 5 e 6 aprile si è espressa con chiarezza.

A questa chiara indicazione le forze politiche che aderiscono a questo documento vogliono dare una risposta responsabile e coerente.

Sono i metodi e i contenuti della politica che vanno cambiati.

La volontà popolare, non solo nelle ultime consultazioni elettorali, ha ribadito:

a - la centralità dell'istanza autonomista

b - la domanda di progresso e cambiamento

c - l'esigenza della moralizzazione della vita pubblica

d - la valorizzazione del patrimonio culturale ed ambientale della Valle.

La gente chiede che le proprie scelte siano rispettate e vuole partecipare alle decisioni che la interessano.

La carenza di questi presupposti ha determinato l'esaurimento dell'esperienza politica apertasi nel giugno 1990.

L'avvio di una svolta politica positiva per la Valle d'Aosta che guardi lontano deve quindi essere fondata su:

a - la centralità degli interessi generali della Valle

b - un metodo di governo che consenta la partecipazione responsabile della comunità

c - la valorizzazione delle specificità culturali e linguistiche, della qualità e delle capacità delle energie umane della Valle.

Su queste basi vogliamo muoverci per superare divisioni e rancori prodotti da un modello sorpassato di fare politica.

Tra un anno ci saranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale.

Il senso di responsabilità che ci anima ci porta ad affermare con chiarezza che il limitato tempo a disposizione ci impone di non illudere la gente con mirabolanti programmi non realizzabili.

Dovremo invece con impegno concentrare la nostra azione principalmente su questi fronti:

1) affrontare le emergenze occupazionali ed economiche

2) garantire il ruolo attivo della Valle nella prevista fase di mutamenti istituzionali a livello nazionale ed europeo

3) dare corso ad una progressiva trasformazione del ruolo dell'Ente Regione per consentire la crescita responsabile degli Enti locali, delle organizzazioni sociali ed economiche e dei singoli.

La definizione degli obiettivi programmatici dovrà essere meglio precisata dopo un'attenta ed approfondita analisi sia della reale situazione finanziaria regionale sia dello stato e della gravità dei problemi aperti.

Sin d'ora si possono tuttavia individuare queste priorità programmatiche:

1 - Maggiore potere alla gente (riforma elettorale, referendum consultivo, rafforzamento autonomia Enti locali)

2 - Sobrietà ed efficienza dell'azione amministrativa

3 - Investire sulle risorse umane

4 - Qualificare il modello di sviluppo del sistema economico valdostano

5 - Giustizia sociale e tutela della persona

6 - Valorizzazione dell'ambiente come patrimonio insostituibile della identità valdostana.

Sulla base di questo documento e nel rispetto del principio della pari dignità, i sottoscritti consiglieri regionali intendono verificare la possibilità di costituire un nuovo governo regionale. Aosta 3 giugno 1992

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Milanesio, ne ha facoltà.

Milanesio (PSI) Io vorrei solo sapere che cosa avviene proceduralmente in questa situazione. Mi rendo conto che questo "preambolo Lanivi" necessita di approfondimenti, di precisazioni e di atti conseguenti.

Inoltre al secondo punto dell'ordine del giorno vi è l'argomento "Elezione del Presidente della Giunta". Io chiedo alle forze che hanno sottoscritto il preambolo, se questa sera avremo il piacere di eleggere il Presidente della Giunta e la Giunta perché altrimenti un minimo di discussione sul preambolo la dovremmo fare. Nel secondo punto dell'ordine del giorno poi, dopo aver preso atto delle dimissioni, o ci sarà la richiesta di rinviare il Consiglio a data da destinarsi o vi sarà la proposta dell'elezione del Presidente della Giunta.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Andrione, ne ha facoltà.

Andrione (UV) Je répond aux questions posées en ce moment par monsieur Milanesio: il me semble que celui qui a été appelé le "preambolo Lanivi" est en même temps une déclaration de voix de la part, si j'ai bien compris, de 24 conseillers régionaux, qui par ce document politique déclarent qui voteront et ratifieront la démission de la Junte Bondaz.

Nous demanderons que le Conseil soit renvoyé au mercredi 10 du mois de juin, afin que cette déclaration des organes institutionnels, qui, dès maintenant, et alors, seront démissionnaires. Il me semblerait étrange d'anticiper maintenant la discussion sur un document qui, surtout puisqu'il a été défini préambule, est simplement l'annonce d'une recherche politique.

Presidente E' stata fatta una proposta che chiede comunque di seguire l'ordine del giorno dei lavori e che prevede al primo punto la presa d'atto delle dimissioni del Presidente della Giunta; dopodiché c'è una richiesta per l'elezione del Presidente della Giunta e per la nomina degli Assessori che sono i punti 2-3 di un prossimo Consiglio che potrebbe essere il 10 di giugno e su cui il Consiglio verrà chiamato a pronunciarsi.

Su alcune questioni che sono sorte, è stato posto del vuoto di potere che si verrebbe a creare in seguito alla presa d'atto da parte del Consiglio delle dimissioni del Presidente e della Giunta senza che si sia contestualmente proceduto all'elezione del nuovo Presidente.

Io vorrei solo ricordare a questo proposito - come del resto viene sostenuto costantemente dalla dottrina e citerei il manuale di diritto amministrativo del Gizzi dove a pagina 174 dice che: "nel caso di cessazione della carica del Presidente e di un membro della Giunta si applica l'istituto della prorogatio che in aderenza al principio della continuità degli organi esecutivi indipendentemente dalle persone che ivi sono preposte, richiede la permanenza delle persone stesse fino all'insediamento dei loro successori".

E' chiaro comunque che ogni qualvolta si verifica una crisi del governo regionale, la Giunta è prevista delle pienezze delle proprie attribuzioni e deve limitarsi a svolgere attività di ordinaria amministrazione.

Questo è quanto volevo precisare. Per il resto ritengo si debba procedere, se non ci sono proposte diverse, con la prosecuzione dell'ordine del giorno come previsto.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Gremmo, ne ha facoltà.

Gremmo (UAP) Brevemente perché mi pareva opportuno fare una riflessione ad alta voce, una di metodo e una di merito. Per quanto riguarda il metodo volevo ricordare che come alla riunione dei Capigruppo che benevolmente richiamava stamattina il Presidente nella sua replica nei miei confronti, io ero ben presente e ricordo come alcuni colleghi tra cui il sottoscritto, avessero chiesto proprio per principi che ha richiamato anche il collega Lanivi nel suo intervento, di rispetto dei cittadini di interesse nei confronti della comunità valdostana che la convocazione di questo Consiglio non fosse a vuoto.

A me dispiace che la gente debba seguire ore di dibattito e poi alla fine se ne vada senza avere verificato concretamente la nascita del nuovo governo che alcuni auspicano. Si era detto che invece di convocare una seduta che non porterà a niente, sarebbe stato meglio aspettare qualche giorno e convocare poi il Consiglio quando ci sarebbe stato un organigramma e una maggioranza, questo per non correre il rischio di fare chiacchiere in libertà e di partire con il piede sbagliato.

Io ho sentito il collega Lanivi prospettare un programma di centralità, della partecipazione della gente e dell'interesse dell'opinione pubblica e mi permetto sommessamente di dire che il modo che si è scelto oggi non è il migliore perché l'impressione che si ha è quella di inconcludenza e comunque di non capacità di coagulare tutto il nuovo che il collega Lanivi ha espresso. Non avevamo torto Sig. Presidente, noi Consiglieri, quando durante la Conferenza dei Capigruppo, dicevamo che sarebbe stato meglio aspettare due o tre giorni permettendo così maggiore dibattito e confronto.

Il primo passo di svolta sarebbe stato quello di superare il metodo del confronto "solo con chi si vuole". Qui il collega Lanivi ha detto che nasce una fase nuova in cui la partecipazione della comunità è garantita, ma se già in questo Consiglio il nuovo parte con il vecchio metodo di consultare solo qualcuno, è evidente che quanto espresso da Lanivi è una "pia illusione".

Io non mi stancherò di ripetere, nei mesi che rimarrò ancora qui dentro, di ricordare questo dato, cioè che la nuova maggioranza nasce discriminando e mancando di confronto. Io qui non ci sono arrivato di contrabbando e neanche perché mi ha nominato il Padre Eterno o il re di Prussia, ci sono arrivato perché mi hanno votato e come ci sono arrivato io ci sono arrivati altri e la vera nuova Democrazia consisteva in una discussione aperta a tutti.

Volevo ancora fare una osservazione molto modesta su una frase che ha detto Lanivi e su cui molto parleranno: "l'accumulo dei problemi irrisolti".

Si dice che c'era una situazione in cui i problemi si erano accumulati da tempo ed era logico che a questo punto ci dovesse essere un cambiamento. Io è vero che - come diceva il Presidente Cout - sono molto assente dalle sedute del Consiglio, ma non devo rendere conto al Presidente del Consiglio, ma a chi mi ha votato e che potrà non votarmi e quel poco che sono stato presente è bastato per farmi accorgere che una forza politica ha ritenuto che fosse suo diritto cercare di paralizzare il Consiglio regionale.

Se si sono accumulate delle questioni non è per colpa del destino, ma perché l'UV ha operato la scelta di mettere al primo piano la propria necessità di ritornare al governo rispetto alla risoluzione dei problemi della Valle d'Aosta.

Ha ragione invece Lanivi quando dice che la volontà che si è espressa da parte dei cittadini è ben altra, non è quella della centralità delle forze politiche.

E' vero che l'opinione pubblica il 5 aprile si è espressa in un certo modo, condannando un certo sistema politico, ma è anche vero che mancava una vera prospettiva di rinnovamento che non era, caro collega Maquignaz, la lista Valle d'Aosta, di cui legittimamente tu ti metti le medaglie.

La lista Valle d'Aosta non mi pare che abbia raggiunto quel 51 percento che potesse giustificare il fatto che effettivamente la maggioranza della Valle d'Aosta si era riconosciuta in quella compagine e oltretutto non solo non ha raggiunto il 51 percento, ma sul dibattito politico del 5 aprile mancava un'idea che invece era quella che è andata avanti nel resto delle Regioni del Nord e che dovrà arrivare anche in Valle d'Aosta.

Io capisco che si esorcizzerà l'idea delle Leghe in Valle d'Aosta, ma ormai questo tipo di politica prescinde dal tipo di voto che si è espresso il 5 aprile.

Questa votazione è stata mediata ancora da un partito che ha avuto la furbizia di mascherare la sua natura partitica dietro una sigla accattivante come è la sigla Valle d'Aosta; questa è un'operazione che non può andare oltre.

Io quindi, penso che i problemi siano molto più complessi e molto più difficilmente risolvibili di quanto abbia ipotizzato il collega Lanivi. Se ci fosse stato un atteggiamento diverso di confronto, io non avrei avuto difficoltà ad intravedere le cose in modo diverso, ma ho la sensazione che il collega Lanivi sia in qualche maniera utilizzato come una specie di paravento luminoso per antiche comparse di un antico teatrino.

Non ho sentito - rispetto ai grandi problemi che secondo me coinvolgeranno la Valle d'Aosta - nel preambolo e negli interventi dei colleghi che si candidano al governo, grandi voli propositivi e programmatici. Non li ho sentiti e mi auguro di risentirli quando ci sarà qualcosa di concreto.

Ho una sensazione però che ci siano due o tre nodi, uno è quello degli extracomunitari, l'altro è quello dell'ambiente. Come riuscirete a conciliare gli interessi della gente di Valpelline che non vuole il Parco, con l'ardore "parchista" di qualche vostro nuovo partner.

Come riuscirà il collega Cout a conservare i voti degli amici cacciatori, permettendo a certe posizioni che coerentemente il collega Riccarand porta avanti; come farete ad andare dal povero Fosson, voi dell'UV, che avete erto a paladino perché è stato brutalizzato dal cattivo Assessore, a spiegargli che voi siete leader della caccia e contemporaneamente spiegare a Riccarand come stanno effettivamente le cose e raggiungere così un accordo.

Come troverete un accordo quando si tratterà di fare davvero e sul serio una campagna perché l'ordine pubblico e la sicurezza nei nostro paesi non sia turbata dall'emigrazione selvaggia che invece a qualcuno piace; sul dormitorio degli extracomunitari, sulla questione che tutti i giorni viene arrestato un extracomunitario che spaccia la droga; sulla questione che le presenze del terzo mondo si fanno inquietanti in Valle d'Aosta.

Sarà interessante vedere come saprete conciliare gli interessi degli amici e quelli della gente valdostana che la pensa come me.

Sulla questione dei maggiori potere all'opinione pubblica ed è l'ultima annotazione che mi sento di fare, sono convinto che vi troverete tutti d'accordo per una nuova legge elettorale partitocratica, perché questa legge premierà i grossi partiti.

Lanivi ha detto che i partiti devono farsi da parte e che devono autolimitarsi, ma la prima cosa che è stata adombrata è quella di una legge elettorale che premia il sistema dei partiti. Addirittura Riccarand propone il sistema delle alleanze di partito preventive, il che vuol dire che non ci sono più 35 Consiglieri che possono in qualunque momento mettersi d'accordo su formule innovative e questo svilisce e vanifica il ruolo del Consiglio.

Quello che io ho apprezzato in questo anno e che questo è stato un Consiglio di confronto e non bloccato da ordini di scuderia, ma solamente da vincoli di programma.

Quello che è grave e pericoloso è l'idea che invece questo Consiglio sia il Consiglio dove soltanto due o tre grossi partiti favoriti da leggi elettorali fatte su misura, possano mettersi d'accordo come d'altronde è stato fatto fuori da questo Consiglio.

Il primo gesto da "statista" che invece avrebbe dovuto fare Lanivi (o altri) era quello di prendere personalmente una decisione.

Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Milanesio, ne ha facoltà.

Milanesio (PSI) Visto che si è aperta una discussione sul "preambolo Lanivi", io sarò brevissimo e dirò solo che questo è un documento estremamente generico, pieno di affermazioni di principio che oggi potrebbero essere sottoscritte da tutto l'arco costituzionale e oltre. C'è solo una cosa che mi sembra palesemente in contraddizione con quello che sta accadendo ed è esattamente quella frase lapidaria che dice: "La logica politica della spartizione di potere è oggi da escludere".

Certamente oggi 3 giugno è da escludere perché non è stata ancora raggiunta. Oggi abbiamo assistito ad un dibattito dove molte lingue erano tagliate e parleranno dopo quando si saranno trovati quegli accordi. Con questa brevissima considerazione vorrei rivolgermi al Presidente del Consiglio che forse sarebbe bene non fissare una data di convocazione del Consiglio, ma lasciarla alla risoluzione della crisi.

Noi siamo per prendere atto delle dimissioni del Presidente e della Giunta e approfitto per ringraziarli per l'ottimo lavoro svolto e per ringraziare i gruppi consiliari della ex maggioranza perché all'interno degli stessi non vi è stato mai nessun dissenso, ma al contrario, rispetto e la massima collaborazione.

PresidenteLa prassi normale per la convocazione del prossimo Consiglio è che il Presidente lo convochi sentiti i Capigruppo, quindi io penso che al termine di questa adunanza consiliare possa essere riunita la Conferenza dei Capigruppo ed in quella sede sentirò quali saranno le proposte.

Pongo in votazione la presa d'atto delle dimissioni del Presidente della Giunta regionale e della decadenza della Giunta regionale.

Esito della votazione per alzata di mano:

Presenti, votanti e favorevoli: 33

Il Consiglio atto prende atto delle dimissioni del Presidente della Giunta e della decadenza della Giunta regionale.

PresidenteDichiaro tolta la seduta.