Compte rendu complet du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 3457 du 21 mai 1992 - Resoconto

OGGETTO N. 3457/IX Reiezione della proposta di legge: "Disciplina dell'attività di estrazione e lavorazione del marmo e delle pietre affini per uso ornamentale".

Presidente La parola al relatore Milanesio.

Milanesio (PSI) Si tratta qui di una materia sulla quale si può certamente opinare, però la proposta di legge del Consigliere Riccarand ci è sembrata un po' riduttiva, direi un po' sanculotta. Tende, infatti, ad eliminare il problema senza volerlo affrontare, per cui la risposta data nella relazione è altrettanto breve, perché richiede approfondimenti successivi.

Penso di poter sintetizzare la relazione con queste poche parole: la proposta di legge del Consigliere Riccarand tende ad assimilare il marmo e le pietre affini ad uso ornamentale a tutti gli altri materiali di cava.

Ciò contrasta con il buon senso e con quanto la Giunta regionale sta predisponendo come normativa per il settore del marmo e delle pietre ornamentali, in analogia a quanto già disposto da numerose altre Regioni d'Italia.

Si esprime pertanto parere negativo alla proposta di legge in oggetto.

Presidente La parola al Consigliere Riccarand.

Riccarand (VA) Questa proposta di legge è stata presentata, come tutti i consiglieri potranno vedere dall'intestazione, il 4 giugno 1990. Sono, quindi, due anni che questa proposta di legge giace: passa in Commissione e viene in Consiglio e torna in Commissione ed è una proposta di legge che non fa niente altro che applicare una disciplina di autorizzazione anche per le cave di marmo e per le pietre affini, così come avviene per tutte le altre cave, siano esse inerti, siano esse cave di pietrame. Esiste una legge regionale che disciplina il sistema con cui si autorizzano queste attività ed è la legge regionale n. 67 del 1989.

Quando la legge 67 del 1989 venne esaminata in Commissione e venne portata in Consiglio, nel testo che arrivò in Assemblea era compresa anche l'autorizzazione per le cave di marmo; all'ultimo momento, in sede di Consiglio, quella parte venne stralciata perché la Giunta disse che intendeva presentare un apposito provvedimento per le cave di marmo, una disciplina particolare di autorizzazione nell'arco di pochi mesi. Passarono poi diversi mesi, passò più di un anno e questo disegno di legge della Giunta per disciplinare l'attività delle cave di marmo non venne presentato. A questo punto presentammo la nostra proposta di legge, che estendeva semplicemente una normativa generale anche alle cave di marmo.

Successivamente la Giunta prese tempo dicendo che le Commissioni dovevano aspettare per esaminare la proposta di legge verde alternativa perché la Giunta avrebbe presentato un proprio disegno di legge, cosa che avvenne soltanto un anno e mezzo circa dopo, con la presentazione della nostra proposta di legge ed esattamente il 4 settembre 1991.

Venne presentato un disegno di legge della Giunta che riguardava sì il sistema autorizzativo per le cave di marmo, ma che introduceva anche altre modifiche alla normativa generale sulle cave.

Al momento di andare all'esame della Commissione, questo disegno di legge venne improvvisamente ritirato dalla Giunta che disse che avrebbe presentato un ulteriore disegno di legge.

Questo venne presentato, con il numero 362, il 13 novembre 1991, venne assegnato alle Commissioni competenti, in particolare alla IV Commissione che si riunì, ma non poté discutere perché l'Associazione dei Cavatori del Marmo chiedeva di essere sentita.

I lavori della Commissione furono rinviati e fu convocata l'Associazione dei Cavatori del Marmo, ma nessuno si presentò; seguì un nuovo rinvio della discussione su richiesta della maggioranza della Commissione.

Si è così arrivati alla vigilia delle elezioni del mese di aprile, elezioni politiche, e in base ad un accordo, pervenuto in base allo scambio di voti, fra l'Associazione dei cavatori e la lista Dolchi e Fosson, questo disegno di legge n. 362 del 13 novembre 91, viene ritirato e noi ci troviamo oggi, dopo tre anni che esiste una legge generale sulle cave, senza una normativa per le cave di marmo e con un disegno di legge della Giunta regionale inesistente.

Ora qui si ripete che per le cave di marmo ci vuole una normativa specifica. In quasi tutte le altre regioni non esiste una legge specifica per le cave di marmo: la legge sulle modalità con cui si danno le autorizzazioni è uguale per le cave di marmo, così come per le cave di pietrame e per le cave di inerti.

La differenza è evidentemente la valutazione che la Commissione tecnica, che esamina le richieste di autorizzazione, e la Giunta, che autorizza l'apertura e l'esercizio delle cave, deve fare, ma non ha nessun senso che il sistema autorizzativo sia diversificato.

Tant'è vero che nei due disegni di legge che ha presentato la Giunta, cosa si faceva rispetto alle cave di marmo? Non si faceva niente altro che applicare la disciplina generale. Infatti, nell'articolo 7 del disegno di legge ritirato in clima pre-elettorale, c'era scritto che si applicavano anche per le cave di marmo e le pietre affini le disposizioni di cui alla legge 67/89, e questo l'aveva scritto la Giunta, non io.

E questo è esattamente il contenuto del disegno di legge che io ho presentato, fin dal 4 giugno del 1990.

Ci troviamo quindi di fronte ad una situazione assurda. Sono tre anni che, dopo grandi ritardi, la Regione ha provveduto ad applicare una sua competenza primaria in materia di disciplina nell'attività di cave ed ha lasciato fuori un settore importante per la pressione di una lobby di cavatori. Lobby così potente che, dopo tre anni, riesce ancora ad andare avanti senza che ci sia una disciplina, per cui le cave di marmo si aprono senza un controllo della Regione, vengono coltivate senza un controllo della Regione e non c'è alcun controllo sull'operato della Regione.

Questa è una situazione inaccettabile! Io chiedo che il Consiglio si esprima su questo disegno di legge; in Commissione la maggioranza ha votato contro, ma io mi chiedo quando arriverà mai il disegno di legge della Giunta regionale, quando mai la maggioranza di questo Consiglio voterà una disciplina sull'attività delle cave di marmo. Voglio vedere quando lo farete, perché, ripeto, sono passati tre anni da quando è passata la disciplina generale, quindi non c'è stata questa volontà.

Noi da una parte abbiamo delle leggi di finanziamento dei cavatori del marmo come può anche essere giusto, abbiamo dato loro centinaia di milioni di contributi, però d'altra parte abbiamo anche il diritto di pretendere che ci sia un sistema autorizzativo funzionante e regolare, cosa che non avviene.

Io insisto quindi perché si metta a votazione e che possibilmente il Consiglio approvi questa disciplina che non fa niente altro che ricondurre ad un carattere di sistema generale di autorizzazione anche queste cave. Non si capisce, infatti, per quale motivo debbano rimanere escluse da una formale autorizzazione da parte della Giunta regionale.

PresidenteLa parola al Vicepresidente Bich.

Bich (GM) Io ero presente alla riunione della IV Commissione dove la settimana scorsa ha avuto luogo l'audizione dell'Associazione cavatori pietre ornamentali e affini, e devo dire che nessuna novità, nessun elemento nuovo è stato apportato alle considerazioni che ha fatto il Consigliere Riccarand, per cui si debba mantenere questa assenza di normativa da parte della Regione, tanto più che la Regione interverrebbe per esercitare attraverso una sua normativa le condizioni di vigilanza e di regolamentazione per le cave di marmo. Cosa che ormai si rende più che necessaria, dal momento che in questa materia si deve ricorrere agli organi centrali dello Stato in sede ministeriale per poter avere le autorizzazioni, per poter esercitare questa attività.

Mi sembra, quindi, che la richiesta fatta dal Consigliere Riccarand sia una richiesta più che legittima. Non mi meraviglia che a fare la richiesta di sospensiva si esprima il meglio del lobbismo nostrano.

Sono stato raggiunto da rappresentanti di questa Associazione che chiedevano come mai eccetera eccetera, in via bonaria, non si potesse mantenere una condizione di assenza di normativa in questo settore perché tutto sommato il controllo c'era lo stesso, esercitato dal Ministero attraverso i suoi canali tradizionali. In sostanza si vuole mantenere un situazione che di fatto è abbastanza incontrollata ed incontrollabile. Quindi mi sembra che i tempi siano più che maturi per il passaggio ad una normativa, quanto meno per un invito alla Giunta a presentare in modo definitivo e completo un disegno di legge.

Anche perché, come dice Riccarand, in effetti questa è una contraddizione dell'esecutivo nel settore, che dovrebbe essere superata dalla presentazione di un disegno di legge definitivo.

Io voterò, quindi, a favore della proposta di legge del Consigliere Riccarand.

Presidente Parola all'Assessore ai Lavori Pubblici, Martin.

Martin (ADP) Non è intenzione della Giunta non applicare la normativa in questo settore, tant'è vero che una proposta era già stata avanzata.

È vero che è stata ritirata anche su richiesta della Commissione che ha provveduto a sentire i rappresentanti dei cavatori. I miei uffici hanno già preso di nuovo contatti con questa associazione per verificare quali sono le proposte che si vogliono apportare a questo disegno di legge. Io penso che, quanto prima, saremo in grado di riportare in Commissione un testo che tenga in considerazione le esigenze di tutta la categoria, ma anche della Regione, nel normare questa materia.

Penso che, e l'avevamo messo nella proposta di legge, non si tratti soltanto di autorizzare o meno queste cave, ma si tratti di fare una proposta più concreta, più valida, più vasta che tenga conto delle competenze legate a questa materia: competenze relative all'ambiente, all'industria per quanto riguarda la ricerca, la sperimentazione, i contributi per le attrezzature.

È un settore economico della nostra Regione che va salvaguardato con le dovute regole. Nessuno vuole "cavare" in maniera selvaggia. Si vuole certamente regolamentare questo settore per cui una nuova proposta di legge verrà portata quanto prima all'attenzione della Commissione e poi del Consiglio regionale.

Io avevo chiesto al Consigliere Riccarand di soprassedere ancora un attimo per verificare la possibilità di presentare la legge che potesse raccogliere le esigenze di tutti quanti. Pare che questo non sia possibile, per questo motivo la maggioranza si asterrà su questo provvedimento. Prima delle vacanze estive la legge potrà essere portata in Commissione.

Presidente La parola al Consigliere Andrione.

Andrione (UV) Le projet de loi de monsieur Riccarand est trop dur dans le sens qui assimile le marbre à d'autres produits inertes et par conséquent il risquerait de créer des situations pas correspon-dantes à nos nécessités.

Nous voulons également souligner le fait qu'on a beaucoup trop attendu et qu'il est temps que cette matière vienne coordonnée par une loi qui prévoit les différents aspects cités par l'Assesseur.

Si ce que vient d'être dit, c'est-à-dire si avant l'été le Conseil sera intéressé à une chose de ce genre, bien, autrement nous prenons l'engagement de présenter nous même un projet de loi sur cette matière.

Presidente Passiamo alla votazione dell'articolo unico della legge Riccarand.

Articolo unico 1. L'attività di estrazione e lavorazione del marmo e delle pietre affini per uso ornamentale si esercita in Valle d'Aosta secondo le modalità della legge regionale 19 ottobre 1989, n. 67.

2. È abrogato il terzo comma dell'articolo 1 della legge regionale 19 ottobre 1989, n. 67.

Esito della votazione:

Presenti: 30

Votanti: 30

Favorevoli: 2

Contrari: 1

Astenuti: 27 (Aloisi, Bajocco, Beneforti, Chenuil, Chiofalo, Cout, Faval, Lanièce, Lavoyer, Limonet, Louvin, Mafrica, Marcoz, Martin, Milanesio, Monami, Mostacchi, Pascale, Perrin, Ricco, Rollandin, Rusci, Stévenin, Trione, Vallet, Viérin, Voyat).

Il Consiglio non approva.