Compte rendu complet du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 1355 du 12 juillet 1990 - Resoconto

OGGETTO N. 1355/IX - APPLICAZIONE DELLA LEGGE REGIONALE 15 OTTOBRE 1989, N. 67, CONCERNENTE LA COLTIVAZIONE DELLE CAVE IN VALLE D'AOSTA. (Interpellanza)

PRESIDENTE:Do lettura dell'interpellanza presentata dal Consigliere Riccarand ed iscritta al punto 5 dell'ordine del giorno.

INTERPELLANZA

AL FINE di avere notizie sull'applicazione della legge regionale 15 ottobre 1989, n. 67, concernente la coltivazione delle cave in Valle d'Aosta e sugli intendimenti della Giunta in tale materia;

il sottoscritto Consigliere regionale

INTERPELLA

l'Assessore regionale ai Lavori Pubblici per conoscere:

1) il numero delle cave in esercizio censite dal Piano regionale delle Cave adottato dal Consiglio regionale con deliberazione n. 914 dell'11 dicembre 1989;

2) il numero delle domande presentate da ditte ed imprese entro il 1° maggio 1990, per poter proseguire le coltivazioni di cave già in atto, si chiede anche di conoscere se tutte le domande sono state regolarmente trasmesse dai Comuni interessati;

3) in che modo si intende operare per impedire, in questa delicata fase di passaggio dalla vecchia alla nuova normativa, che permangano o si avviino attività di cava non autorizzate;

4) se sono state segnalate eventuali irregolarità o abusi nell'attuale fase di applicazione della legge.

PRESIDENTE:Ha chiesto la parola il Consigliere Riccarand; ne ha facoltà.

RICCARAND (VA):Si tratta di una interpellanza che nella sostanza concerne l'applicazione della legge n. 67 del 15 ottobre 1989 sulla coltivazione delle cave in Valle d'Aosta. Tale legge, che finalmente ha definito un quadro organico di competenze e di modalità di intervento, sta evidentemente decollando con una certa difficoltà, come del resto sempre accade in ogni avvio di provvedimento legislativo.

Il primo adempimento, per il quale sono già trascorsi i termini, è costituito dai sei mesi a disposizione dei titolari di cave già in atto per presentare domanda per continuare l'attività.

L'interpellanza ha appunto lo scopo di verificare qual è la situazione rispetto a questo problema, perché, dalle informazioni che abbiamo, sembra che siano state presentate meno domande rispetto al numero delle cave in atto e risulterebbe, inoltre, che ci siano cave in atto che non avrebbero presentato domanda e che quindi, in questo momento, non potrebbero comunque continuare l'attività di coltivazione.

Per questi motivi vorremmo che l'Assessore ai Lavori Pubblici ci definisse un quadro preciso della situazione e ci illustrasse anche gli interventi fatti o da fare nei confronti di situazioni che presentano evidenti elementi di irregolarità.

PRESIDENTE:Ha chiesto la parola l’Assessore ai Lavori Pubblici, Martin; ne ha facoltà.

MARTIN (ADP):Ad una parte di questa interpellanza era già stata data risposta in occasione della presentazione di una precedente interrogazione con risposta scritta, specie per quanto concerne i punti 1 e 2, cioè la conoscenza del numero di cave in esercizio ed il numero di domande presentate dalle imprese che intendono proseguirne la coltivazione. Trattandosi di un elenco molto lungo e dettagliato, eviterò di leggerlo, ma lo farò avere in copia al Consigliere Riccarand, e rispondo subito ai punti 3 e 4 dell'interpellanza.

Al punto 3, che in sostanza vuole sapere in che modo si vuole operare per un corretto rispetto della legge, rispondo dicendo che la Giunta si avvarrà in particolare dell'Ufficio miniere e cave dell'Assessorato ai Lavori Pubblici, che sarà debitamente potenziato ed addestrato.

Per quanto attiene all'addestramento del personale, in data 29 giugno 1990 la Giunta regionale ha già approvato una deliberazione relativa allo svolgimento di un corso intensivo sulle attività estrattive, cave e miniere, onde dotare i dipendenti dell'Ufficio miniere e cave delle nozioni e dei requisiti necessari all’espletamento delle funzioni di polizia mineraria. In particolare nelle zone soggette a vincoli dovranno essere coinvolti anche gli uffici degli assessorati competenti e, infine, con il concorso dell'Ufficio miniere e cave sono chiamati alla vigilanza i comuni e le comunità montane, che hanno maggiori possibilità di contatti diretti ed immediati sulle coltivazioni in atto.

A tal proposito, in data 13 dicembre 1989 l'Assessorato ai Lavori Pubblici ha provveduto ad informare tali enti sul contenuto della nuova legge, sulla necessità di una loro proficua collaborazione nella delicata fase applicativa. E' intenzione dell'Assessorato ribadire con un'ulteriore nota tale necessità.

Relativamente al punto 4 dell'interpellanza, che chiede se sono state rilevate delle irregolarità, faccio presente che da parte di un Consigliere regionale è stata segnalata un'attività di cava in località Montey del Comune di Donnas, per la quale non è stata presentata domanda presso l'Assessorato ai Lavori Pubblici ai sensi dell'articolo 20 della legge n. 67.

Da un sopralluogo già effettuato anche da parte dell'Ufficio miniere e cave, è stata riscontrata in tale località la presenza di due cave, una cava di gneis coltivata dalla società Argentera Graniti, risultante esaurita e in fase di rinaturazione, ed un’altra cava, sempre di gneis, coltivata dalla società Pantheon Graniti.

Vista però la tipologia del materiale estratto e la sua destinazione ad uso ornamentale, si precisa che l'attività estrattiva di tali cave esula dal campo di applicazione della legge regionale n. 67.

Detto questo, penso di aver risposto all'interpellanza e consegno al Consigliere Riccarand copia di quanto da lui richiesto nelle prime due domande.

PRESIDENTE:Ha chiesto la parola il Consigliere Riccarand; ne ha facoltà.

RICCARAND (VA):Come risulta dai dati che ci erano stati forniti dagli uffici competenti, a nostro avviso la situazione dovrebbe essere la seguente: dal censimento fatto dal piano regionale delle cave e dalle successive domande presentate da cave che risulterebbero essere in atto, ma non censite, nei primi mesi del '90 sarebbero risultate in funzione 67 cave. Le domande presentate regolarmente sono 39, più una che a nostro avviso è irregolare perché è stata presentata dopo la scadenza dei sei mesi e quindi non può essere presa in considerazione. Sono pertanto 28 le cave, che, in base al piano regionale delle cave ed in base alle domande, pur risultando essere potenzialmente attive, non avrebbero presentato domanda. Alcune di queste hanno probabilmente cessato la loro attività, però altre la proseguono senza titolo, perché senza regolare domanda.

A nostro avviso, andrebbe fatta urgentemente una verifica di queste 28 cave, per vedere se effettivamente hanno cessato l'attività o se, pur non avendo presentato domanda, continuano ancora la loro attività, ed in questo caso occorre intervenire nei loro confronti, come del resto è previsto espressamente dalla legge, perché non hanno più diritto di continuare l'attività.

In merito all'irregolarità di cui parlava l'Assessore, la sua risposta non mi è parsa soddisfacente e ne spiego subito il motivo. Il piano regionale segnalava chiaramente quelle due cave come cave di pietrame e non come cave di marmo o di pietra ornamentale: se così fosse non sarebbero comprese nella legge. Ecco allora che, come cave di pietrame, esse rientrano completamente nei provvedimenti previsti dalla legge.

Occorre quindi fare un chiarimento, perché il piano regionale delle cave parla molto chiaramente di cave di pietrame e non c'è alcuna possibilità di far rientrare quelle due cave tra quelle per pietre ornamentali.

Chiedo all'Assessore di far svolgere un esame urgente, in particolare per le 28 cave per le quali non è stata presentata alcuna domanda di autorizzazione, pur essendo state segnalate come cave in atto dal censimento delle cave, in modo che sia eliminata questa specie di zona franca riguardante le cave di marmo o di pietra ornamentale, per le quali non esiste attualmente alcuna disciplina in materia.