Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 3558 del 8 luglio 1992 - Resoconto

OGGETTO N. 3558/IX Istituzione di aree naturali protette e predisposizione di un piano regionale dei parchi. (Interpellanza)

Presidente Do lettura dell'interpellanza presentata dal Consigliere Limonet:

Interpellanza Considerato che la legge regionale n. 30 entrata in vigore il 30 luglio 1991 prevede la regolamentazione per l'istituzione di aree naturali protette e la successiva predisposizione di un piano regionale dei parchi;

il sottoscritto Consigliere regionale

interpella

l'Assessore all'Ambiente, Territorio e Trasporti per conoscere:

- come intende procedere la Giunta per predisporre il piano regionale dei parchi e con l'inclusione di quali aree naturali protette.

Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Limonet, ne ha facoltà.

Limonet (DC) Considerato che il 22 agosto 1991 è entrata in vigore la legge regionale, approvata il 30 luglio 1991, legge regionale n. 30 concernente le norme per l'istituzione di aree naturali protette, l'attuale legge prevede che entro quattro mesi dall'entrata in vigore, i comuni, le comunità montane, le associazioni ambientaliste, il museo regionale, potevano presentare delle proposte per l'istituzione di aree naturali protette.

La legge dice anche che, entro un anno dall'entrata in vigore, la Giunta, tenuto conto delle indicazioni dei soggetti proponenti e del parere del comitato regionale per l'istituzione dei parchi naturali, deve predisporre il piano regionale dei parchi naturali.

A seguito dell'entrata in vigore della stessa legge, erano pervenute in Assessorato sette richieste di parchi, fra cui quella di ampliare quello del Mont Avic.

Per ogni richiesta si era provveduto a promuovere delle riunioni con le popolazioni interessate, per esempio a Valpelline, per il parco di Valpelline, a Gignod e Saint-Oyen per il parco del Mont-Fallère, a Charvensod, Champorcher, Fénis, per l'ampliamento del Mont Avic ed altre riunioni che non starò a citare per non dilungarmi oltre.

Erano inoltre pervenute sedici richieste per l'istituzione di riserve, fra cui la riserva del Maret, già costituita con decreto del Presidente della Giunta di allora il 12 febbraio 1992, mentre per Saint Marcel e Les Iles de la Salle si sono svolte diverse riunioni interlocutorie con i proponenti.

Nel rispetto delle legge, si era riunito il Cripn il 13 aprile 1992 per analizzare le singole richieste, cominciando da Valpelline, in attesa di completare le trattative preliminari con gli altri richiedenti.

Ricordando all'Assessore che i termini per la predisposizione del piano regionale dei parchi scade il 22 agosto 1992, si chiede come l'Assessore e la Giunta intendano procedere per predisporre il piano regionale dei parchi, con l'inclusione di quali aree naturali protette.

PresidenteHa chiesto di parlare l'Assessore all'Ambiente, Territorio e Trasporti Nicco, ne ha facoltà.

Nicco (Ass. tec.)Intanto, un grazie al Consigliere Limonet perché con questa interpellanza mi consente di tornare più ampiamente su un tema a cui avevo già accennato nella precedente riunione del Consiglio.

Avevo già dato alcune indicazioni ed alcune risposte sul modo in cui intendevo operare. Comunque mi fa piacere poter esporre delle osservazioni di carattere più generale, che mi sembra opportuno e doveroso fare.

Penso che oggi, purtroppo, sottolineo purtroppo, la parola stessa parco o riserva susciti in larga parte della popolazione un senso di diffidenza, di paura quasi.

Mi sembra evochi l'immagine di qualcosa di oscuro, quasi di un nemico e oserei dire che negli stessi amministratori, forse in questo stesso Consiglio, si palesano in materia, più o meno apertamente, timori, resistenze, magari insofferenza e sicuramente grandissima cautela.

Questo pur in presenza di una legge, quale quella che è stata ricordata dal Consigliere Limonet, che fornisce invece le più ampie garanzie alle popolazioni.

Tuttavia, questo clima e questa situazione non sono casuali, hanno un'origine. Vicende che sono ampiamente note nella nostra regione, che non voglio ricordare, il Parco del Gran Paradiso in particolare, hanno avuto un peso nel generare questo tipo di situazione.

Proprio per questo penso che oggi occorra un impegno comune di tutti, Giunta, Consiglio, indipendentemente dalla collocazione di ognuno, per far attuare questa legge.

Una legge che indica tra i nostri compiti quello di tutelare l'ambiente naturale in tutti i suoi aspetti. Tutela che deve avvenire non solo, ma anche attraverso l'istituzione di queste aree naturali protette.

Spetta dunque proprio a noi, Giunta, ma aggiungo a noi Consiglio, individuare all'interno del territorio della Valle d'Aosta quelle aree che per le loro particolari caratteristiche meritano di essere salvaguardate, con il consenso e la partecipazione dei diretti interessati, secondo i criteri stessi della legge.

E' questo secondo me un dovere oggi pressante, ed è qui che voglio fare una molto breve digressione di carattere generale sull'importanza che il tema dei parchi e delle riserve ha o può avere oggi.

Noi, uomini contemporanei, abbiamo sviluppato un enorme potere di trasformazione della realtà. Abbiamo risorse e mezzi notevolissimi, incomparabilmente maggiori di quelli di cui hanno potuto disporre tutte le generazioni che ci hanno preceduti.

C'è stata una accelerazione progressiva del movimento, vorrei dire quasi vorticosa, che da un certo punto di vista è enormemente positiva, perché possiamo incidere, ma può anche condurre a conseguenze di carattere diverso ed assai gravi.

Sicuramente questa situazione pone a tutti noi, in particolare a noi amministratori, delle responsabilità molto più grandi verso le generazioni future. Per inciso, non credo che gli uomini del passato, dei secoli scorsi, fossero migliori di noi da questo punto di vista, che avessero un maggiore rispetto dell'ambiente e dei suoi delicati equilibri.

Su questo tema è stata fatta molta poesia, io penso che la realtà fosse assai meno idilliaca anche nel passato. Se andiamo ad analizzare qualche pezzo della nostra storia, per esempio lo sfruttamento dei boschi, qui nella nostra regione, nel '700 o '800, vediamo come anche lì ci fossero parecchi problemi. Ma dicevo, oggi, a fronte di questo potere materiale enormemente maggiore che abbiamo, enormemente superiore, noi abbiamo delle responsabilità molto più gravi.

Anche perché, poi, a questo processo di tumultuosa crescita del potere di trasformazione, dubito che si accompagni un parallelo processo di sviluppo etico e culturale in tutti noi, tale da fornire all'uomo contemporaneo degli strumenti concettuali tali da guidare questa trasformazione che è in atto.

Se così fosse, se ci fosse stata questa trasformazione anche dal punto di vista etico e culturale, non ci troveremmo oggi con aree irrimediabilmente compromesse e con la necessità di sfuggire in pratica a ciò che noi stessi abbiamo costruito, il che poi è la più palese dimostrazione di fallimento.

Dico ancora, se così fosse, se esistesse questa generale consapevolezza, non occorrerebbe neppure questa legge, sulla quale oggi siamo a discutere, perché tutti quanti sapremmo in che modo comportarci, in che modo rispettare, salvaguardare l'ambiente. Evidentemente questo Consiglio, quando ha approvato questa legge, era consapevole che c'erano delle zone, delle aree da tutelare, perché erano minacciate.

In questo quadro a noi, consigliere Limonet, spetta applicare questa legge, applicarla come avevo ricordato già nella seduta del 30 giugno, secondo le procedure che la legge stessa ha stabilito. Alcuni passi già sono stati ricordati dal consigliere interpellante. C'è stata una prima fase in cui enti, associazioni e lo stesso Servizio Tutela dell'Ambiente hanno avanzato delle proposte per aree che, secondo certi criteri, si riteneva fossero meritevoli di essere protette.

Questa fase si è conclusa, il Consigliere ha ricordato quali zone sono state indicate, evitando a me di ripetere questo elenco, alcune sono zone particolarmente interessanti.

Già è stato ricordato che, oltre alle proposte di parco, vi sono state proposte di riserve.

Vorrei solo dire, per quanto riguarda quella del Marais, che non è stata istituita, altrimenti non ci sarebbe più bisogno di discuterne, ma è stata istituita una parte di questa zona e c'è una proposta che ne chiede l'ampliamento. Cosa succede dopo? Qui forse ci può essere qualche opinione divergente, tra il sottoscritto ed il Consigliere Limonet.

Penso che oggi siamo in una fase in cui il Servizio di Tutela dell'Ambiente e lo stesso Comitato per i parchi devono individuare un metodo di lavoro da seguire. Devono individuare dei criteri attorno ai quali operare delle scelte. Per fare delle scelte bisognerà studiare molto bene perché dire sì ad un'area e perché no ad un'altra.

Si tratta cioè in questa fase di costruire un quadro di riferimento, sulla base dei principi della legge approvata, all'interno del quale si possa poi passare all'esame delle singole proposte ed è ciò che stiamo facendo.

Solo in seguito a questo lavoro preparatorio, tramite il Servizio Tutela dell'Ambiente e con i supporti tecnici che riterremo utili e necessari, coinvolgendo chiaramente sia gli enti locali sia le popolazioni interessate, potremo procedere alla predisposizione vera e propria del piano regionale dei parchi.

Per quanto riguarda i tempi, è inutile dire che la scadenza che era stata posta mi sembra assai vicina. Se tutta una serie di lavori avesse proceduto con la necessaria urgenza in precedenza, forse saremmo giunti a questa scadenza con il piano pronto.

Ne dubito comunque, perché la scadenza era di per sé molto stretta per un tema molto importante. Soprattutto la fase di consultazione con gli enti locali va fatta con estrema calma, spiegando ben bene le cose. Quindi non credo che sia questione di fissare una data precisa, bensì di costruire un percorso, che consenta di raccogliere il consenso delle popolazioni interessate.

In questa direzione abbiamo proseguito con una serie di incontri, proprio per discutere in concreto, con la Giunta di Saint-Marcel, con il Consorzio di Les Iles, eccetera.

Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Limonet, ne ha facoltà.

Limonet (DC)Ringrazio l'Assessore per la bella esposizione del problema.

Mi scuso per essere ritornato sull'argomento, per averlo riproposto, la volta scorsa io non ero in Consiglio, quando l'aveva già illustrato.

Volevo solo precisare che la riserva del Maret è costituita ed è quella costituita con decreto del Presidente della Giunta. E' quella che sta sotto la statale verso Courmayeur.

La parte a monte della statale si chiama Les Iles de la Salle e quella naturalmente è la parte di riserva per cui si chiede l'intervento della Regione, ma direi che sono due cose separate.

Mi dichiaro parzialmente soddisfatto per le risposte.

Sono un po' preoccupato invece, per un certo tipo di discorso, che mi sembra sia apparso un po' tra le righe, secondo il quale si salterebbe in parte un passaggio intermedio, cioè il parere che il Cripn dovrebbe dare su ogni singola iniziativa.

A mio avviso è una procedura errata e non conforme alla legge regionale n. 30 del 30 luglio 1991. Infatti se andiamo a prendere il testo di legge il comma 2 dell'articolo 7 dice: "Il Cripn è incaricato di dare il proprio parere alle proposte di istituzione e di ampliamento superiore a 500 ettari di parchi naturali" e non sul piano regionale dei parchi.

Facendo così mi pare si arrivi a cose fatte e si eluda invece il parere preliminare dei componenti del Cripn, che sono due rappresentanti designati dall'associazione ambientalisti operante in Valle d'Aosta, ufficialmente riconosciute con decreto del Ministero dell'Ambiente ai sensi della legge del 8 luglio 1986 n. 349.

Si elude il parere dei tre esperti, rispettivamente nelle discipline della fauna, della flora, e della geologia mineraria.

Si elude il parere dei due rappresentanti designati rispettivamente dal Comitato regionale della Caccia e del Consorzio regionale della Pesca, dei due rappresentanti scelti fra gli imprenditori agricoli, a titolo principale designati dalle più rappresentative associazioni locali di agricoltori.

Si elude il parere dei sindaci dei comuni territorialmente interessati all'istituzione o all'ampliamento del parco naturale o loro delegati.

Inoltre, l'articolo 9 che parla del piano regionale dei parchi dice: "La Giunta regionale, tenuto conto delle indicazioni dei soggetti proponenti i parchi naturali e del parere del Cripn su ogni singola iniziativa, predispone un piano regionale dei parchi naturali, con l'eventuale individuazione di zone di pre-parco ed altre ancora".

Sono un po' preoccupato per la scelta del modo di operare.

Eludendo i pareri preliminari degli esperti della flora, fauna e mineralogia, delle associazioni ambientaliste, dei rappresentanti del Comitato Caccia e Pesca, dei rappresentanti dell'associazione agricoltori e dei sindaci territorialmente interessati, si rischia di dare un senso un po' impositivo all'operazione e quindi di ottenere un risultato di reazione.

Credo inoltre che alcune categorie vadano particolarmente responsabilizzate: per esempio gli agricoltori, che, con il loro operato per il mantenimento della natura, si dimostrano ambientalisti per eccellenza e non di comodo, come lo siamo qualche volta noi.

Così come non credo vadano criminalizzati i cacciatori o i pescatori, in quanto anche loro sono interessati al mantenimento del patrimonio faunistico. Naturalmente da parte nostra ci vuole un impegno a non vincolare aree, senza la ricerca del consenso di tutti.

Farei queste raccomandazioni all'Assessore, per il resto sono d'accordo con lui.

Presidente Ha chiesto di parlare in via eccezionale, per fatto personale, l'Assessore all'Ambiente, Territorio e Trasporti Nicco, ne ha facoltà.

Nicco (Ass. tec.) Un secondo solo per capirci.

Io non voglio saltare una fase, ne ho aggiunta una, prima di passare all'esame delle singole proposte, secondo tutto quello che c'è scritto nella legge.

Penso che occorra prima cercare di definire un quadro, all'interno del quale poi ragionare sulle singole cose.