Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 515 del 10 maggio 1989 - Resoconto

OGGETTO N. 515/IX - STATO DI ATTUAZIONE DELLA CONVENZIONE PER PRESTAZIONI DI CONSULENZA IN MATERIA COMMERCIALE. (Interpellanza)

PRESIDENTE:Do lettura dell'interpellanza in oggetto, presentata dai Consiglieri Tonino e Mafrica ed iscritta al punto 16 dell'ordine del giorno dell'adunanza odierna.

INTERPELLANZA

Con deliberazione n. 1045 del 5 febbraio 1988 la Giunta regionale ha approvato uno schema di convenzione con i signori Sergio Besenval e Daniela Pellissier per prestazioni di consulenza in materia commerciale.

Detta convenzione è stata rinnovata con deliberazione n. 357 del 13 gennaio 1989, estendendo l'incarico alla Signora Cristina Favre. Oltre ad una vasta gamma di consulenze, rivolte alle imprese commerciali, le convenzioni suddette prevedono anche la redazione di piani commerciali

Con proprie lettere, del 4 marzo 1988 e del 9 settembre 1988, l'Assessore all'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti informava i Sindaci valdostani della possibilità di avvalersi della collaborazione dei consulenti regionali per la redazione dei piani commerciali, precisando che la spesa sarebbe stata per il 90% a carico della Regione.

Poiché la procedura seguita suscita perplessità,

i sottoscritti Consiglieri regionali del Gruppo comunista

INTERPELLANO

l'Assessore competente per conoscere:

1) quali servizi sono stati finora resi dai consulenti commerciali della Regione e per quali compensi;

2) se i predetti consulenti svolgono anche attività libero-professionistica;

3) per quali ragioni si sono privilegiati i consulenti prescelti e se forme di consulenza analoghe sono possibili anche con altri esperti o liberi professionisti che operano nel settore.

PRESIDENTE:Ha chiesto la parola il Consigliere Tonino; ne ha facoltà.

TONINO (PCI):Con la presente interpellanza noi chiediamo alcune notizie in merito al funzionamento di questa convenzione che, per alcuni aspetti, a noi pare molto strana ed anomala e ci suscita alcune perplessità.

Per quali ragioni? Nel 1988 la Giunta regionale ha stabilito per la prima volta un rapporto molto generico con due consulenti, i quali, riassumendo il senso o il contenuto della convenzione, dovrebbero esplicare alcune attività di consulenza, rivolte ai privati da un lato e dall'altro lato agli enti pubblici, per la redazione dei piani commerciali. Detto in soldoni, i clienti di questi due consulenti, che, come mi pare di capire, svolgono un'attività da liberi professionisti, avrebbero la loro spesa coperta per il 90% dalla Giunta regionale, mentre il restante 10% resterebbe a carico del cliente stesso.

Nella convenzione non si fa alcun riferimento al costo delle prestazioni ed alle cosiddette "tariffe professionali", per cui la perplessità di fondo che noi abbiamo è proprio quella di sapere perché la convenzione è fatta soltanto con questi consulenti e non viene allargata ad altri liberi professionisti, che probabilmente svolgono con pari competenza attività in quel settore, ed inoltre vorremmo sapere qual è l'interesse dell'Amministrazione pubblica a convogliare in quel modo i "clienti" in quel particolare studio. Questa è la perplessità di fondo che noi abbiamo. Riteniamo anzi che il principio sia estremamente pericoloso, perché, se così si facesse in tutti i campi della libera professione, noi andremmo ad un rapporto tra pubbliche amministrazioni ed attività libero-professionali del tutto anomalo e tale da stravolgere, a mio avviso, i principi stessi della Costituzione della Repubblica.

PRESIDENTE:Ha chiesto la parola l'Assessore all'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti, Lanivi; ne ha facoltà.

LANIVI (ADP):Con la mia risposta spero di riuscire a fugare almeno in parte le preoccupazioni espresse dal Consigliere Tonino. In effetti, per capire appieno la convenzione cui fanno riferimento i Consiglieri interpellanti, bisogna risalire ad una precedente deliberazione della Giunta regionale, esattamente la n. 6418 del 27 settembre 1985, che stabiliva la partecipazione di due giovani diplomati ad un corso professionale per assistenti tecnici al commercio.

Quella deliberazione faceva riferimento ad alcune richieste del Consiglio regionale, avanzate anche dallo stesso gruppo comunista, che ipotizzavano un intervento della Regione per offrire servizi reali a sostegno della razionalizzazione del settore commerciale. L'Amministrazione regionale ha agito pertanto di conseguenza e, data la carenza di personale specializzato nel settore commerciale (fornirò poi anche i relativi dati), per tre anni consecutivi ha effettuato delle prove di selezione riservate a giovani in possesso dei seguenti requisiti:

- età non superiore ai 24 anni;

- godimento dei diritti politici;

- possesso di un diploma di scuola media superiore;

- militesente;

- essere disoccupato e residente in Valle d'Aosta.

Questi giovani sono stati inviati, a spese della Regione, a seguire dei corsi presso l'IFOA (Istituto di Formazione per Operatori Aziendali) e, nel caso specifico, un corso per conseguire la qualifica, attualmente non presente in Valle d'Aosta, di "assistenti tecnici al commercio". Questa operazione è stata ripetuta tre volte, perché i primi due usciti hanno scelto di svolgere una diversa attività lavorativa, pur avendo partecipato utilmente a questi corsi. La seconda tornata di tale operazione ha interessato i due nominativi di cui si è detto e che sono rimasti in due perché Cristina Favre, una terza partecipante, non ha firmato la convenzione.

Non intendiamo ripetere in perpetuo questa attività formativa, anche perché sappiamo che il bacino della Valle d'Aosta è molto ridotto e quindi le esigenze di consulenza specializzata nel settore possono ridursi a poche unità, anche perché superando certi limiti non risolveremmo dei problemi occupazionali, ma creeremmo solo ulteriori disoccupati.

L'Amministrazione regionale, quindi, con due giovani, su cinque che hanno conseguito la qualificazione di cui si è detto, ha stabilito la convenzione di cui è oggetto l'interpellanza. Costoro, però, non sono né alternativi né sostitutivi alle presenze professionali già esistenti in Valle d'Aosta.

Faccio ancora una piccola premessa per cercare di fugare ogni dubbio. La formula della convenzione sta semplicemente a significare che non intendiamo ampliare gli organici e che questo tipo di rapporto è a termine, nel senso che ne stiamo sperimentando e osservando i risultati, dopodiché valuteremo se continuarlo o meno. Questo rapporto infatti è a termine, cioè vale per un periodo di tempo limitato, dopodiché, in funzione dei risultati, decideremo se proseguire o meno tale esperienza.

La convenzione quindi, intesa come servizio reale, è rivolta ai commercianti singoli ed alle associazioni dei commercianti, a supporto ed a consulenza (non a redigere piani commerciali) dei Comuni, per la redazione di piani commerciali, e della stessa Regione, in un settore la cui normativa è molto complessa. Tale attività non è sostitutiva delle energie professionali già esistenti sul territorio, che anzi voleva incrementare, perché in precedenza la quasi totalità dei piani commerciali dei Comuni valdostani è stata redatta con la collaborazione di organizzazioni o di professionisti situati o operanti fuori dalla Valle d'Aosta.

La convenzione, quindi, tende ad avviare un meccanismo che possa operare in senso contrario ai timori paventati, nel senso che tende ad avere degli assistenti tecnici specializzati nel settore commerciale, capaci di offrire quella consulenza che consenta di avviare anche in Valle d'Aosta la valorizzazione delle energie locali.

Torno a ripetere che la quasi totalità dei piani commerciali dei Comuni della Valle d'Aosta è stata predisposta in passato con la collaborazione di organizzazioni, di istituti o di professionisti operanti fuori dal territorio della nostra Regione.

Il compenso di questi esperti è rapportato, in termini di ore di consulenza, alla retribuzione di un dipendente regionale di 7° livello. Questo forse può spiegare anche perché 3 giovani su 5 abbiano scelto di svolgere un'altra attività. I due giovani specializzati e convenzionati con la Regione non possono svolgere altra attività al di fuori della convenzione, e quindi non possono ottenere eventuali incarichi professionali, e finora non hanno esercitato altra attività oltre quella prevista dalla convenzione.

Per quanto riguarda le attività svolte sino ad oggi, posso dire di essermi fatto predisporre dagli uffici competenti l'elenco completo di tutti gli interventi operati dal febbraio 1988 sino ad oggi, che deve essere solo trascritto a macchina, dopodiché potrà essere messo a disposizione del Consigliere interpellante. Finora questi due tecnici hanno offerto la loro consulenza per la redazione di circa una decina di piani commerciali ad altrettanti Comuni della Valle.

La convenzione, quindi, non riguarda consulenti privilegiati o prescelti, ma concerne solo l'utilizzazione di personale che la Regione ha fatto specializzare. Si tratta di una misura temporanea per animare in qualche maniera o per fornire uno strumento di razionalizzazione al settore commerciale. Ciò non esclude la possibilità che vi siano altre forme di convenzione con altri professionisti.

PRESIDENTE:Ha chiesto la parola il Consigliere Tonino; ne ha facoltà.

TONINO (PCI):Io continuo a mantenere alcune perplessità, che cercherò di ribadire anche con un ragionamento molto semplice. Nessuna obiezione alla necessità di essere noi, come Regione, a promuovere la formazione sul territorio regionale di centri di consulenza qualificati, che siano soprattutto di supporto alle attività della piccola e media impresa, in quelli che vengono comunemente chiamati "servizi reali". Ripeto però che l'azione della Regione deve essere quella di incoraggiare, formare professionalmente e mettere a disposizione strutture di questo tipo.

Questa attività, tuttavia, non può assolutamente prefigurare sul territorio regionale una sorta di monopolio nei servizi affidati solo a qualcuno, mentre è proprio questa la situazione che qui si sta creando. L'Assessore dice: "Non sono né alternativi, né sostitutivi di altre attività professionali che esistono sul territorio regionale". Già, però in quei casi il "cliente", sia privato che pubblico, paga il 100%, mentre in questo caso...

(...Interruzione dell'Assessore Lanivi...)

... Questo è un altro discorso a cui voglio arrivare.... mentre in questo caso il 90% del compenso è pagato dalla Regione.

Io sollevo un problema di comportamento dell'Amministrazione pubblica, vale a dire, se una convenzione di questo tipo, se un atteggiamento di questo tipo della Regione possa essere riservato solo a quei due consulenti preparati dalla Regione. Se l'Assessore mi convince che quelle prestazioni possono essere di quel particolare livello solo presso questi due giovani, allora mi dichiaro convinto, altrimenti io credo che sarebbe buona norma fare in modo che queste agevolazioni che noi diamo alla piccola e media impresa siano riservate al rapporto di queste imprese con qualsiasi professioni sta specializzato nel settore e nel ramo. Questo è il problema di carattere generale. L'Assessore dice che non esistono altri esperti: non è questa forse la sede per dibattere un simile problema, ma io ho qualche perplessità in merito.

Una seconda questione, che a mio avviso è molto delicata, è quella relativa ai piani commerciali; non a caso l'Assessore ha detto che nello specifico si tratta di una attività di consulenza. Noi però siamo rimasti alla lettura delle due convenzioni, laddove si parla di "redazione di piani commerciali". Allora la questione è ovviamente molto delicata e riguarda anche il rapporto con la libera professione: se si tratta di una consulenza rivolta al Comune, allora può avere un significato e, ripeto, a mio avviso può essere al limite allargata anche ad altri professionisti che esistono nella nostra Regione. Voglio dire molto chiaramente, però, che se questo è un sistema per far redigere i piani commerciali soltanto da alcune ben determinate persone, si è in presenza di una violazione di regole fondamentali: questa è la preoccupazione di fondo che ci ha spinti a presentare l'interpellanza.