Oggetto del Consiglio n. 3540 del 25 febbraio 1988 - Resoconto
OGGETTO N. 3540/VIII - REIEZIONE DELLA PROPOSTA DI LEGGE CONCERNENTE: "CONTRIBUTI ALL'ENTE PARCO NAZIONALE GRAN PARADISO".
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Sandri; ne ha facoltà.
SANDRI (N.S.): Il Parco Nazionale del Gran Paradiso si estende, per una gran parte del suo territorio, all'interno della Regione Autonoma Valle d'Aosta.
Secondo e interpretazioni della maggioranza e del Presidente della Giunta, circa le competenze regionali sancite dallo Statuto in materia di parchi - è stata fatta una proposta per una deroga in tal senso, da parte dello Stato -, noi dovremmo avere competenza e potestà legislativa in questa materia, anche se, a livello di Statuto, la potestà legislativa della Regione si riferisce all'agricoltura e foreste, alla zootecnica, alla flora e fauna, all'urbanistica, alla caccia e alla pesca... Si tratta, quindi, di tutta una serie di argomenti che interessano anche il Parco Nazionale del Gran Paradiso, ma quest'ultimo non è menzionato in modo esplicito.
Questa premessa è indispensabile per capire la schizofrenia con la quale è affrontato il problema del Parco. Da una parte ci viene detto che il Parco Nazionale è un grande patrimonio della nostra Regione, che è una cosa della quale vogliamo interessarci ed anzi ci interessiamo, spendendo anche dei soldi per utilizzare ed approfondire i temi della sua eventuale e futura gestione - e mi riferisco, qui, alla Commissione finanziata l'anno scorso, in collaborazione con l'Università di Grenoble, ma i cui risultati, per altro, non sono ancora conosciuti. Però, al funzionamento dell'Ente Parco - e questo è l'altro aspetto schizofrenico - non si dà assolutamente nulla, anzi si strangola l'attività del Parco Nazionale, infastidendo e mettendo tutta una serie di intoppi quando il Parco Nazionale entra in relazione con il sistema di potere regionale.
Nel 1965 una legge regionale rifinanziava i contributi per il Parco Nazionale del Gran Paradiso e una sua modificazione del 1967 fissava in 48 milioni il contributo della Regione. Da allora ad oggi quel contributo regionale è sempre rimasto uguale, mentre nella sola giornata di ieri abbiamo inondato di contributi regionali parecchie associazioni di ben minor peso. Mi viene in mente, ad esempio, che al Giro ciclistico della Valle d'Aosta si è dato molto di più di quello che si dà al Parco Nazionale nel corso di un intero anno.
In questi anni, il Presidente della Giunta, chiunque esso fosse, ha sempre svolto un'attività di pesante dissuasione nei confronti del Parco Nazionale. La prima di queste azioni è stata quella di non dare dei soldi, di qualsiasi tipo e di qualsiasi genere.
Abbiamo avuto dei finanziamenti per il giardino botanico della Valnontey, però, per quanto riguarda il funzionamento del Parco, il ricupero e l'ampliamento del suo patrimonio - una grandissima parte dei territori compresi all'interno del Parco non è del Parco, ma di proprietà di consorterie e di privati che, spesso, sono anche disposti a vendere al Parco, che, tuttavia, non ha i soldi per acquisire queste proprietà - non è stato dato assolutamente nulla.
Siamo arrivati al 1988, ma il contributo è rimasto sempre di soli 48 milioni che, evidentemente, non disturbano nessuno. Non disturbano, infatti, la coscienza degli amministratori regionali di maggioranza, malgrado che, nel 1986 e 1987, all'interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso si sia vissuta una crisi molto grave.
Vi ricordo che nell'estate del 1986, solo grazie al contributo di 70 milioni e 800 mila lire della Rivista "Airone" dell'editore Giorgio Mondadori di Segrate (Milano), fu aperto il centro estivo di Rhêmes Notre Dames.
I casotti, oltre ad essere bersagli di vigliacchi attentati di qualche esagitato, sono spesso in condizioni precarie, non hanno la manutenzione che meritano, ma, soprattutto, non hanno alcuna rilevanza all'interno del territorio. Nel Parco, infatti, c'è tutta una serie di villaggi e di strutture rurali abbandonati che potrebbero diventare un interessante elemento di supporto per l'attività promozionale ed istituzionale del Parco stesso. Invece questo non è possibile o, almeno, non lo è con i soldi della Regione Autonoma Valle d'Aosta, quasi che i casotti presenti all'interno del Parco, nella Val di Rhêmes, nella Valsavarenche o nella Val di Cogne, appartenessero ai Comuni di Settimo o di Tavagnasco.
Noi crediamo che il Parco possa fare molti passi in avanti, soprattutto se la Regione cambia atteggiamento. Per la Regione Valle d'Aosta, infatti, l'autonomia vale soltanto verso l'Italia, ma non vale al suo interno. Per questo Governo regionale esistono delle persone di serie A ed altre di serie B: queste ultime sono proprio quelle che voi dite di difendere, cioè gli abitanti della Valsavarenche e quelli, in genere, che vivono all'interno del Parco. Questo non è vero perché, con il vostro ostracismo, in Commissione, nei confronti di questo progetto di legge, avete chiaramente dimostrato che non volete dare dei contributi a queste persone, come invece è previsto dal nostro progetto di legge.
Uno dei veri motivi del contendere per il Parco è proprio quello che riguarda le possibilità edilizie; è un problema che provoca attrito, certamente, ma che, con un po' di buona volontà, poteva essere risolto già da molto tempo. Ebbene, questo progetto di legge - che aumenta il contributo regionale a 500 milioni - destina la metà di questa somma proprio a quelle sovraspese ed a quei maggiori impegni finanziari che vengono richiesti alle popolazioni che vivono all'interno del Parco, per ottemperare alle richieste del Parco stesso che, evidentemente, ha delle esigenze dal punto di vista paesaggistico ed ambientale.
In questo modo si attenuerebbe in misura notevole il motivo del contendere con l'Amministrazione del Parco. Ma, evidentemente, questa scelta non piace e non è voluta, perché ci sono delle speculazioni politiche alle quali interessa mantenere in atto un contenzioso con il Parco Nazionale, il disagio delle popolazioni e, sostanzialmente, un clima irrespirabile in questo settore.
Nuova Sinistra non accetta questa posizione, chiede che si inverta la tendenza, che si dedichi un po' più di tempo al Parco Nazionale e, soprattutto, alle popolazioni che vivono al suo interno, perché a causa di queste vostre speculazioni politiche ci rimettono solo gli abitanti di questi paesi.
Non voglio pesare e calcare troppo la mano su questi temi, perché credo che ci pensi già la storia a contraddire clamorosamente la vostra posizione. Negli anni passati, il castello di Aymavilles era stato ipotizzato come un centro ideale di accoglimento per le visite da effettuare all'interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Questo castello è stato tenuto in forse, ma poi è stato, in pratica, appaltato alla viticoltura, ai vigneti e all'enoteca regionale. La Regione Autonoma Vale d'Aosta ha poi peggiorato il suo atteggiamento nei confronti del Parco, con l'ostracismo che tutti conosciamo. Il risultato è che l'Ente Parco, che quest'anno ha avuto notevoli finanziamenti straordinari da parte del neonato Ministero dell'Ambiente, sta costruendo case di accoglimento, strutture, sta sottoscrivendo varie convenzioni con i Comuni, sta dando grande impulso all'agriturismo e alle cooperative di operatori turistici... ma tutto questo sul versante piemontese.
L'Ente Parco ha stipulato delle convenzioni con i Comuni del versante piemontese, nelle quali sono stati modificati anche i confini del Parco, perché l'Ente Parco non è né "bestia" e né è incapace di ragionare, e là dove c'erano problemi di confini, ha provveduto a modificarli. Evidentemente, questa volontà del Parco dà fastidio alla Regione, che invece lo vorrebbe becero, chiuso in se stesso ed incapace di qualsiasi confronto, mentre noi abbiamo la dimostrazione che è proprio il contrario.
Noi stiamo perdendo un forte afflusso turistico proprio perché continuiamo a mantenere questo atteggiamento e questo flusso finirà in Valchiusella, nelle Valli dell'Orco ed in genere nelle Valli piemontesi.
Queste cose sono state dette - e credo che lo possa testimoniare anche il Consigliere Tamone - dal Presidente dell'Ente Parco nella riunione della Commissione e, se poi le volete verificare, potete chiedere i verbali del Consiglio di Amministrazione dell'Ente Parco.
A mio parere, inoltre, la situazione peggiora anche nei confronti dei guarda parco, che svolgono un'azione importante, che sono cittadini valdostani come noi, ma che, nel clima politico che voi avete creato in questi anni, stanno pagando pesantemente a livello personale.
Io non credo che si debba ricorrere a cose incredibili per risolvere la situazione, basta che alla popolazione del Parco venga data l'attenzione che voi negate. Ci vuole attenzione quando c'è da approvare il finanziamento, per il quale devono essere identificati, in una serie di leggi regionali, i contributi speciali per le popolazioni che abitano all'interno del Parco. Si deve aprire un dialogo con il Parco per trovare le concrete soluzioni ai problemi che esistono, ma si trovi subito una soluzione per le popolazioni che vivono al suo interno, affinché non siano più ricattabili e ricattate come succede, per esempio, nel campo urbanistico.
In questa proposta di legge abbiamo previsto 500 milioni, ma essa è stata presentata all'inizio dell'anno dell'ambiente. Mi rammarico un po' di aver proposto solo 500 milioni, che non sono neanche l'adeguamento all'inflazione, dei 48 milioni stanziati nel 1967, ma erano e sono almeno un primo segnale di cambiamento dell'atteggiamento della Regione Autonoma nei confronti dell'Ente Parco.
Forse, bisognerebbe presentare un emendamento per elevare questo finanziamento almeno sino ad un decimo di quello accordato per sopperire ai disastri ambientali con la costruzione di funivie e di strade interpoderali, con la distruzione di torrenti e di altre "difese spondali"... Anche solo con un decimo di questi finanziamenti, noi arriveremmo ad un finanziamento dell'ordine di miliardi.
Io chiedo che questa legge sia posta in votazione e mi auguro che voi diate un voto contrario, che mi sarà molto utile nella prossima campagna elettorale e, per questo, vi pregherei di non astenervi. Chiedo, invece, agli amici dell'opposizione di dimostrare, se non con il voto positivo, almeno con degli interventi, quale sia la posizione dei loro Partiti nei confronti delle popolazioni comprese nel territorio dell'Ente Parco e nei confronti dello stesso Ente Parco.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Tonino; ne ha facoltà.
TONINO (P.C.I.): Vorrei invitare i Colleghi ad affrontare il problema sollevato dalla proposta di legge del Consigliere Sandri con chiarezza ma anche con la necessaria rapidità, perché ritengo giusto affrontare subito - visto che il personale regionale è entrato in sciopero - il problema relativo alla legge sullo stato giuridico ed economico del personale regionale, affinché ci si possa esprimere anche su un tema di quella portata, visto che non tutto è stato chiaro nel modo in cui si è svolta la trattativa in quest'ultimo periodo.
Intervengo, ora, brevemente sulla proposta di legge del Consigliere Sandri e spero di intervenire anche con la necessaria chiarezza. Sarebbe molto sbagliato che, di fronte al difficile rapporto tra Regione, le popolazioni e l'Ente Parco, noi, come forze politiche, scegliessimo un modo ideologico di schierarci o da una parte o dall'altra. Noi abbiamo un compito assai delicato, che è quello di risolvere un problema complesso che pesa per alcuni versi sulle popolazioni locali, ma, dall'altro lato, deve essere altrettanto chiara la necessità di sfruttare quella ricchezza straordinaria della nostra Regione, costituita dal Parco.
Per queste ragioni non confonderei questioni o battaglie di principio, con l'azione quotidiana per migliorare questo tipo di rapporto. Questo significa che, da parte nostra - lo dico al Consigliere Sandri - noi non facciamo un passo indietro, rispetto alla questione di principio che riguarda il rapporto Regione-Stato, nella gestione dei Parchi Nazionali. Noi, cioè, ripetiamo qui una posizione coerentemente regionalista, che vede una partecipazione attiva delle Regioni nella gestione dei Parchi Nazionali, cosa che non avviene oggi. Questa è la posizione che abbiamo espresso nella discussione sulla legge-quadro nazionale e che riteniamo necessaria oggi.
Non si capisce perché servizi importanti di carattere nazionale - faccio l'esempio del Servizio Sanitario Nazionale - debbano essere affidati alle stesse, non debba essere affidata la gestione di aree protette di interesse nazionale ed internazionale, che hanno rilevanza sulla vita economica e sociale di quelle popolazioni.
Ribadita la posizione di principio, con la stessa chiarezza io voglio dire che il rapporto con l'Ente Parco non può ridursi ad una polemica, come troppo spesso avviene. Le polemiche vanno fatte, precise e puntuali, laddove si manifesti - come si è manifestato anche nel passato, da parte dell'Ente Parco - un atteggiamento che in alcuni casi io definisco stupido e di stupida applicazione della normativa vigente.
Tant'è che alcuni atteggiamenti dell'Ente Parco si sono anche modificati nel tempo e sono diventati più ragionevoli. La polemica, quindi, va fatta rispetto a quegli atteggiamenti puntuali, ma lo sforzo nostro deve tendere ad avere ed a mantenere sempre aperto un dialogo che guardi agli interessi della popolazione ed al superamento di alcuni atteggiamenti sbagliati che si sono registrati in passato.
Da questo punto di vista - lo ripeto qui, ma lo abbiamo detto in tante altre occasioni - è stato un grossissimo errore lasciar cadere la possibilità di utilizzare il Castello di Aymavilles come centro di studi e ricerche, in Valle d'Aosta, del Parco Nazionale del Gran Paradiso. È stato un errore madornale, altrettanto stupido - passatemi il termine - come è stata colpevole l'azione regionale nel non ricercare un'intesa effettiva sul piano territoriale del Parco, che poteva essere un momento importante e possibile di intesa fra Regione-Ente Parco e popolazione.
Torno a ripetere che noi non difendiamo questi atteggiamenti perché li riteniamo sbagliati.
Entrando concretamente nel merito della proposta di legge, dobbiamo dire che 48 milioni di contributo regionale all'Ente Parco Nazionale del Gran Paradiso sono, onestamente, ridicoli; è giusto, invece, che ci sia un intervento della Regione più adeguato. È vero - mi si ricorderà - che la Regione interviene anche per la manutenzione del parco botanico e che questo è stato fatto in un periodo in cui l'Ente Parco non lo poteva fare; questo è vero e va riconosciuto. Ciò non toglie che, per gli interessi della gente, sia necessario fare in modo che il Parco funzioni bene ed abbia progetti di valorizzazione e di sviluppo con una notevole ricaduta sul piano locale. Da questo punto di vista, quindi, il nostro assenso alla proposta del Consigliere Sandri è pieno.
Poiché ho detto che sarei stato breve, concludo invitando il Consiglio a fare, in questa occasione, un atto di buona volontà, manifestando, cioè, anche in questo modo la volontà del Consiglio regionale della Valle d'Aosta di avere un rapporto positivo con l'Ente Parco, per una gestione diversa da quella che si è manifestata troppo spesso in questi ultimi tempi.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Torrione; ne ha facoltà.
TORRIONE (P.S.I.): Io ritengo che la proposta di legge del Consigliere Sandri abbia il merito di riproporre all'attenzione del Consiglio il tema del Parco.
Concordo con quanto ha detto il Consigliere Tonino, nel senso che non è assolutamente il caso di affrontare in termini di schieramento ideologico un tema così delicato, sfaccettato e articolato come quello del Parco. Non serve a nessuno rinchiudersi in una sorta di ghetto, dal quale, innanzitutto, è difficile uscire e dal quale è anche difficile difendere gli interessi delle stesse popolazioni che vivono nel Parco.
Io credo che questo tema, così difficile per noi valdostani, vada affrontato con un'altra apertura mentale. Dobbiamo dimenticarci di un certo passato, sul quale dobbiamo mettere una pietra, e dobbiamo considerare che la tematica del Parco deve essere affrontata con un'acquisizione culturale di tipo sostanzialmente diverso: 20 o 30 anni fa sarebbe stato addirittura improponibile parlare del Parco nei termini in cui ne parliamo noi oggi.
A ben osservare, anche lo stesso Statuto, nell'elenco delle sue competenze legislative, non riporta mai la parola Parco e ciò a testimonianza di una certa volontà ancora inespressa. L'istituzione dell' Ente Parco, del resto, è relativamente recente, nel senso che risale al 1947.
Da allora della strada se ne è fatta ed io credo che sia anche importante lanciare dei segnali, specie a fronte di uno Stato che, sotto questo profilo, è assolutamente inadempiente. È insito, nel concetto di autonomia che, se lo Stato incontra qualche difficoltà, per una serie di ragioni che non è il caso di illustrare, ad affrontare con sollecitudine i problemi, sia la Regione a prendere atto di una determinata esigenza, per calarla in provvedimenti che siano attuativi di una certa volontà politica ed anche di una diversa acquisizione culturale.
Ora io credo che, sul piano della coscienza e della consapevolezza, si siano fatti notevoli passi in avanti sul tema del Parco Nazionale. La Regione, purtroppo, ha vissuto una quarantennale esperienza contrappositiva nei confronti del Parco ed oggi ne paghiamo ancora, per qualche verso, le conseguenze.
Obiettivamente, in tutti questi anni, o perlomeno in quest'ultimo quinquennio, si sarebbero potuti fare altri passi in avanti e, invece, abbiamo fatto un passo indietro, veramente macroscopico e becero, già sottolineato dai Colleghi che mi hanno preceduto, con la rinuncia alla gradevole ipotesi di fare del castello di Aymavilles un centro internazionale in funzione del Parco Nazionale. Occorre sottolineare che si trattò di un'intuizione della stessa Amministrazione regionale che cinque anni fa si era fatta promotrice della attuazione di quell'idea che, se realizzata, avrebbe avuto una grandissima valenza, perché avrebbe testimoniato che la Valle d'Aosta, chiudendo un capitolo, ne apriva un altro in maniera sostanzialmente diversa.
Ho già avuto modo di esprimere tutto il mio rincrescimento all'Assessore Perrin, per la scelta di trasformare il castello di Aymavilles, da centro internazionale di studi sulla biologia alpina e sui problemi del Parco a enoteca regionale. Questo salto culturale era stato da me qualificato come salto da basso impero e lo ripeto ancora oggi, perché ritengo che questa connotazione sia esatta. Tutto ciò, ovviamente, sta a significare che la Valle d'Aosta dice solo a parole di voler fare dei passi in avanti sui problemi del Parco e su quelli inerenti alla difesa degli interessi delle sue stesse popolazioni, ma queste parole non trovano mai concreta rispondenza nei fatti.
Obiettivamente, io ritengo che i vecchi atteggiamenti del Parco, estremamente discutibili, siano stati sostituiti da altri più propositivi. La stessa accettazione del piano del Parco è un atteggiamento diverso, ma questo piano, del quale tutti noi disconosciamo la paternità, è fermo nei cassetti della Regione e questo comportamento non è degno di alcuna considerazione, se non quella, veramente triste e desolante, che in realtà non si vuole risolvere il problema del Parco.
Aspettiamo con ansia i risultati di un altro famoso studio sul Parco, della cui redazione è stato incaricato il prof. Janin e la sua équipe, ma che non è ancora pervenuto all'Amministrazione, anche perché, probabilmente, richiede una notevole elaborazione. È certo, però, che più i ritardi si allungano, più il problema si incancrenisce e più continuerà a pesare sulle nostre teste.
Hanno ragione i Consiglieri Tonino e Sandri, quando sostengono che sarebbe opportuno approfittare dell'occasione per lanciare qualche messaggio. 500 milioni sono quasi niente, per il nostro bilancio faraonico, però potrebbero testimoniare che, in Valle d'Aosta, la tematica del Parco vuole essere affrontata in termini sostanzialmente diversi. La stessa tematica, del resto, viene affrontata in termini diversi - e ci tengo a sottolinearlo - nella nuova proposta di legge-quadro sui Parchi Nazionali, nella quale è di primaria importanza l'attenzione riservata alle comunità locali, che è il risultato di una elaborazione culturale che ha reso possibile il passaggio, da un atteggiamento "museografico" nei confronti del Parco, ad un nuovo atteggiamento e ad una nuova visione della gestione, incentrata sulla valorizzazione dell'elemento umano. È questo che noi dovremmo fare anche in Valle d'Aosta.
Io ho sostenuto - e ripeto una frase che mi è molto cara - che la popolazione della Valsavarenche non solo ha il diritto di vivere nel Parco, ma ha anche il diritto di vivere del Parco. Al di là delle contrapposizioni che ci sono e che ci sono state su questo tema, anche perché sarebbe veramente utopistico che tutti la pensassimo allo stesso modo su di un tema importante come quello del Parco Nazionale, è certo però che noi, come Consiglio regionale, non abbiamo fatto eccessivi sforzi. Questa che ci viene offerta, può essere l'ultima occasione di questa legislatura per tentare di farne qualcuno ed io pregherei la maggioranza di non respingere la proposta aprioristicamente, innanzitutto per non offrire al Consigliere Sandri il destro per imbastire la sua campagna elettorale su un motivo di contrapposizione nei confronti della maggioranza consiliare e, in secondo luogo, perché desidererei che questa legislatura si chiudesse con...
(...INTERRUZIONE del Consigliere TAMONE...)
TORRIONE (P.S.I.): Il Consigliere Tamone dice che, se al Consigliere Sandri non lasciamo almeno il tema del Parco, non avrebbe più nulla da dire. Non credo che questa maggioranza, nel corso degli ultimi cinque anni sia stata così brava da non offrire all'opposizione il destro di poter dire qualcosa. Credo che noi avremo qualcosa da dire nel corso della prossima campagna...
(...INTERRUZIONE del Consigliere TAMONE...)
TORRIONE (P.S.I.): Solo qualcosetta! Va bene. Comunque, lasciando perdere le battute, mi affido alla sensibilità dell'Assessore Perrin, che vedo molto pensieroso e so che, quando è pensieroso, nasconde sempre qualche piccola sorpresa. Non vorrei che ci serbasse un'altra amara sorpresa con quella che io ho subito sull'impatto ambientale o sulla legge dei beni culturali, appena respinta.
Io credo che la Regione abbia la possibilità di inviare dei segnali, che avrebbero un effetto positivo non solo nei confronti dell'opinione pubblica nazionale, ma anche di quella regionale che, ormai, nei confronti del problema del Parco ha acquisito una diversa sensibilità. Visto che noi siamo stati chiamati a reggere le sorti dell'Amministrazione regionale, dobbiamo cogliere l'opportunità di questa diversa disponibilità e concretizzarla in un provvedimento legislativo come questo, che incrementa leggermente l'attuale finanziamento del Parco da parte della Regione Valle d'Aosta. Un finanziamento di 48 milioni all'anno al Parco Nazionale, è una miseria che non ci fa certamente onore.
Diamo un nuovo segnale! Questo è l'appello che io faccio, nel concludere questo mio intervento e nel ricordare che non serve a niente e non giova a nessuno attestarsi su posizioni estremistiche. È opportuno, invece, cercare una forma di mediazione che, oggi, la consegna di un contributo di 500 milioni all'Ente Parco può aiutarci a trovare.
Grazie.
PRESIDENTE: Informo i signori Consiglieri che verrà loro distribuito il nuovo testo del disegno di legge n. 488.
Ha chiesto la parola il Consigliere Baldassarre; ne ha facoltà.
BALDASSARRE (P.S.D.I.): Sarò brevissimo, anche perché non voglio raccontare la storia a puntate della vicenda del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
L'iniziativa del Consigliere Sandri riveste notevole importanza, perché potrebbe segnare l'inizio di nuovi rapporti tra la Regione ed il Parco Nazionale. A questa maggioranza, che va dicendo di essere sensibile ai problemi del Parco, a quelli dell'Ospedale Mauriziano e che dichiara di voler risolvere i problemi dei cassintegrati e dei sottoccupati, io ricordo che da anni discutiamo, in sede di Commissione, sul Parco Nazionale. Sono stati presentati, in merito, sei o sette studi, ma non si è mai risolto niente.
In campagna elettorale renderemo nota l'incapacità di questa maggioranza a risolvere certi problemi veramente importanti. Non è possibile, infatti, che in ben cinque anni di amministrazione non si sia potuto risolvere il problema del Parco Nazionale del Gran Paradiso, che è uno dei più grossi.
Oggi ci troviamo di fronte ad un provvedimento di giustizia amministrativa ed io penso che la maggioranza non possa continuare a nascondersi dietro ai numeri. Non lo può fare continuamente, così come l'ha fatto anche questa mattina in due o tre occasioni. Non è questo il modo corretto di amministrare! La maggioranza, specie di fronte a provvedimenti seri come questo presentato dal Consigliere Sandri, deve modificare il suo atteggiamento arrogante! Non può continuare ad arroccarsi dietro i numeri! Dobbiamo lanciare un nuovo messaggio!
È del tutto inutile andare in Commissione, è del tutto inutile incaricare professionisti per risolvere il problema del Parco! Non l'avete risolto in cinque anni e non lo risolverete mai, se non modificherete il vostro atteggiamento!
Io non voglio colpevolizzare lo Stato, come ha fatto il Consigliere Torrione. Lo Stato avrà anche le sue responsabilità, ma voi cercate, almeno, di dimostrare un po' di buona volontà proprio con questo provvedimento di carattere amministrativo che, come ha detto il Consigliere Sandri, può essere interpretato come il segno di un nuovo corso lanciato all'Ente Parco Nazionale Gran Paradiso.
Voi, però, non intendete lanciare questo messaggio. Mi auguro che il vostro atteggiamento cambi, perché così dimostrereste di operare in modo corretto. Non potete continuare a respingere certi provvedimenti, solo perché vengono proposti dai banchi dell'opposizione. Questo modo di fare, come ho già detto poco fa, sarebbe preoccupante per la stessa democrazia e metterebbe in pericolo le stesse istituzioni democratiche, perché non è concepibile che una maggioranza dica di cercare il dialogo e la collaborazione ma, quando il dialogo e la collaborazione vengono offerti, i Consiglieri della maggioranza oppongono un netto rifiuto.
È del tutto inutile addentrarci nel merito del provvedimento, che è di così facile interpretazione da non richiedere ulteriori spiegazioni. Ribadisco solo che voi dovete cambiare il vostro atteggiamento, anche per lanciare un segnale di nuovo corso, non solo all'Ente Parco, ma anche a noi Consiglieri della minoranza, perché è da questa mattina che siamo costretti a subire la vostra arroganza e la vostra prepotenza. Ormai siamo stanchi e vogliamo un nuovo segnale, un segnale che sia indice di quella democrazia, alla quale i Partiti della Sinistra sono abituati.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola l'Assessore all'Agricoltura, Foreste ed Ambiente Naturale, Perrin; ne ha facoltà.
PERRIN (U.V.): Pour ne pas laisser notre ami Torrione sur les charbons ardents, je dis aussitôt que la majorité s'abstiendra sur ce projet de loi, non pour une vision dictée par ostracisme ou le manque de volonté à résoudre certains problèmes ou par simple opposition. Il ne s'agit pas de s'opposer aux forces de l'opposition qui présentent ce projet de loi mais de donner une réponse qui soit valable pour les différents problèmes. Nous affrontons ce projet de loi avec bon sens, en regardant en face la réalité et dans l'intérêt aussi des populations qui habitent les communes concernées par le Parc National du Grand-Paradis.
Je conviens avec M. Tonino que nous sommes pour remplir les compétences primaires de la Région autonome de la Vallée d'Aoste et, dans ce sens, par le passé nous avions présenté un projet de loi pour une régionalisation du parc, justement pour que, en prenant en première personne la gestion de ce parc, l'on puisse améliorer les rapports avec la population et sa gestion même. C'est pourquoi cette majorité a voulu confier à l'étude du professeur Bernard Janin le plan territorial du parc, justement pour donner une réponse à ce plan qui avait été présenté dans le passé, mais qui ne tenait pas compte d'une raison fondamentale: de la différence entre les deux versants du Parc, le versant valdôtain et le versant du Canavais. Il s'agissait d'un plan territorial qui uniformisait la gestion sur les deux versants, ce qui n'est pas juste, voire même est contre l'autonomie valdôtaine.
En ce qui nous concerne, nous nous sommes bornés à l'étude du versant valdôtain, pour donner une réponse autonomiste à ce problème. D'ailleurs, la conception actuelle des parcs est bien différente de celle de jadis. Certains d'entre vous l'ont dit: le parc n'est plus considéré comme un musée, comme un territoire intouchable; c'est quelque chose qui doit servir à la promotion avant tout de la population locale. Or, en ce moment, au Val d'Aoste, à l'intérieur du parc, par une volonté d'une grande partie du Conseil d'administration du dit Parc, il n'en va pas ainsi. C'est donc là qu'il faut modifier et lorsqu'il y aura une volonté différente nous le pourrons nous aussi.
Les rapports ne doivent pas être unilatéraux mais bilatéraux et donc si des concessions doivent être faites de la part de la Région autonome de la Vallée d'Aoste - et nous sommes d'accord de les faire - l'autre partie, qui est maintenant une partie adverse, doit en faire elle aussi. On ne veut pas, je crois, accuser d'inertie l'Administration régionale car ce rapport annexé au projet de loi contient des faussetés. On met l'accent sur le fait que "AIRONE" a versé 70 millions: très beau geste de la part de cette revue, mais c'est un geste qui a duré une année, tandis que l'intervention de la Région se poursuit. N'oublions pas que si Paradisia existe, si ce jardin botanique est ouvert, c'est parce que l'Administration régionale le maintient ouvert, avec ses 80 millions et avec le personnel qu'elle met à la disposition du Parc.
De plus, pour ce qui est des "casotti" ou des routes de chasse, il y aurait la possibilité de résoudre ce problème. L'Administration régionale s'est dotée d'une loi - la loi du FRIO - qui permet de remettre en bon état les sentiers, la voirie mineure. Si certaines communes n'ont pas présenté de projet dans ce sens, c'est qu'il y avait opposition du Parc; ce dernier ne voulait pas que l'on intervienne sur d'anciennes routes de chasse.
On dit que le parc doit favoriser la population, le tourisme, que le tourisme doit faire vivre le Parc; et bien, voyons quelles sont les réponses du Parc. Chaque fois que l'Administration régionale doit intervenir pour des ouvrages de protection, elle reçoit une réponse négative. Est-ce cela favoriser la population du Parc? Celle-ci doit subir les avalanches, les érosions des eaux, etc....
Chaque fois que la population présente une demande pour remettre en état un alpage, pouvant bénéficier des lois régionales (je parle des lois de l'agriculture, mais il en va de même pour e tourisme et l'artisanat), elle se heurte à mille difficultés. Ce n'est donc pas en demandant au Parc d'intervenir en donnant quelque chose à la population, mais en lui demandant de donner la possibilité à la population d'utiliser les lois régionales.
On parle d'agrotourisme? Voilà la réponse du Parc à ce problème: l'Administration régionale est propriétaire à Cogne d'un alpage que nous avons demandé de remettre en état en vue de pratiquer l'agrotourisme et ce, vraiment pour aider la population; la réponse est négative.
Lorsque le Parc aura modifié son attitude, il y aura la possibilité d'intervenir financièrement, avec toutes les aides nécessaires.
D'ailleurs le Parc commet une grande faute. M. Sandri dit que le Parc, du côté canavaisan, a modifié les confins: je n'y crois pas, car l' "Ente" Parc ne peut les modifier. Il peut faire ce qu'il a fait en Vallée d'Aoste, c'est-à-dire les retoucher par le biais d'une cartographie illégale - car les confins du parc ne sont pas de sa compétence - mettant ainsi d'autres obstacles devant la population. Le Parc n'est pas un organisme qui peut modifier les limites du parc; seul l'Etat, pour le moment, est en mesure de le faire; ainsi est-ce faux ce que dit M. Sandri. En revanche, il est vrai que le Parc met des obstacles à la population en modifiant les confins. Ici l'Etat a commis une grave erreur et il a une grande part de responsabilité. L'Administration régionale a pourvu, voilà un an et demi, au renouvellement de ses membres au sein du Conseil d'Administration; l'Etat n'a pas encore nommé son Conseil d'administration. La Région Piémont et la Province de l'Etat ont eux aussi finalement nommé leurs responsables: quatre et trois, mais l'Etat n'a pas encore confirmé ses nominations, comme elle n'a pas encore confirmé les nominations de la Vallée d'Aoste, après un an et demi. Voilà la responsabilité.
Lorsque il y aura un nouveau Conseil d'administration, dans lequel on pourra parler, à ce moment-là la Vallée d'Aoste sera disposée à dialoguer avec le Parc.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Sandri; ne ha facoltà.
SANDRI (N.S.): Devo ammettere di aver ricevuto uno schiaffo morale dall'Assessore Perrin, che mi ha negato il voto contrario che avrei particolarmente gradito. Poiché l'invito del Consigliere Torrione, a spuntare, con l'astensione dal voto, un'arma in mano a Nuova Sinistra, è stato raccolto dalla Giunta regionale, forse, ci troveremo in qualche difficoltà, può darsi che le parole pronunciate dall'Assessore regionale con tanta partecipazione emotiva, forse ispirate da una precedente riunione della maggioranza, ci daranno altrettanta possibilità di discutere in modo approfondito sull'insufficiente riflessione, in tema di Parco Nazionale, da parte di questa maggioranza.
Cerco, se possibile, di trarre una conclusione che sarà piuttosto stringata, per la pressione psicologica che dalla tribuna viene rivolta al Consiglio con l'invito a stringere i tempi, e risponderò solo a quattro punti menzionati dall'Assessore Perrin.
Primo punto. Egli ha svelato il vero contenuto del piano predisposto dal prof. Janin, che non è un piano tecnico o scientifico, ma è, come dice testualmente l'Assessore, "la réponse autonomiste aux problèmes du Parc". Stravolgendo, infatti, la normale razionalità dell'uomo, qui si danno riposte politiche alla gestione del Parco. Io credevo che si trattasse di un fatto tecnico, scientifico e di ricerca, e invece no, esiste una "réponse autonomiste".
Invito, allora, i Partiti-Stato nazionali a dare dei soldi a qualche altro impresario o a qualche altro ricercatore per avere una "réponse démochrétienne, socialiste, républicaine..." al problema del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
In merito alla questione della bilateralità, l'Assessore dice che per fare un matrimonio si deve essere in due, altrimenti non c'è accordo possibile. Credo che, dopo un litigio, ciò sia effettivamente difficile: a meno che non intervenga un giudice ad imporre l'accordo, le due parti andranno avanti senza parlarsi per un tempo indefinito.
In questo caso, il giudice ha già parlato una volta, ma credo che rischi di dover parlare ancora due, tre, quattro o cinque volte. Perché? Perché la Regione, nemmeno di fronte ad una sentenza della Corte Costituzionale, che stabilisce quali sono i confini del Parco, vuol riconoscere che sono stati compiuti degli errori di valutazione, da parte dell'Union Valdôtaine e da parte dei responsabili dell'Amministrazione regionale.
Il tentativo di rompere questo schema, anche se potrebbe sembrare una sconfitta politica, a mio parere sarebbe una grande vittoria morale, perché darebbe maggiore credibilità alle vostre tesi. Se foste effettivamente convinti di quello che dite, non avreste alcuna difficoltà a dare quei 500 milioni all'Ente Parco e sareste dei signori. Signori, invece, non siete.
L'Assessore dice che il Parco manifesta un atteggiamento di ostracismo nei confronti della Regione Autonoma Valle d'Aosta. Questo è vero per i casi da lui citati, ma se il Parco vi ha negato di fare degli interventi di protezione dell'ambiente come quelli che avete posto in essere in altri luoghi della Valle, bene ha fatto, allora, il Parco a bloccarvi e ad impedirvi di rovinare i torrenti, di disboscare e di fare quelle lesioni che già segnano pesantemente il nostro paesaggio!
Termino accennando a due problemi, per i quali cercherò di smentire l'accusa di falso che mi è stata accreditata.
Il primo è relativo ai confini del Parco. Non è sufficiente, ovviamente, un accordo tra il Sindaco di Pont-Canavese e l'Ente Parco per modificare legalmente i confini del Parco, ma questo accordo ha reso possibile la gestione di questi confini in funzione della presenza di un bacino imbrifero. Ne sono derivati, quindi, degli accordi in tema di pesca e di confini, relativi, questi ultimi, ad un versante difficilmente controllabile.
Il secondo punto si riferisce ad alcune nomine. L'Assessore sa benissimo, così come lo sa il Presidente della Giunta e tutti voi del resto, che le nomine sono state bloccate in seguito alla controversia tra maggioranza e minoranza all'Amministrazione provinciale di Torino. È la Provincia di Torino, quindi, che è rimasta indietro con le nomine, e da sempre le nomine di competenza del Ministero sono state effettuate per ultime, rispetto a tutte e altre di competenza delle due Regioni e della Provincia di Torino. Non è lo Stato, quindi, ad essersi rivelato inadempiente, ma la Provincia di Torino. Diamo, pertanto, a Cesare quello che è di Cesare.
Nel corso della mia illustrazione non ho mai detto che lo Stato sia esente da colpe, anzi credo che gli si possa imputare soprattutto la colpa di non aver approvato una legge quadro sui Parchi Nazionali, in accordo con tutte le Regioni d'Italia che hanno o che possono avere un Parco Nazionale.
Dobbiamo, però, riuscire a togliere dalla stampa nazionale e dalla coscienza nazionale italiana l'idea che la Regione Autonoma della Valle d'Aosta non voglia dialogare con il Parco Nazionale, perché il nostro problema è di carattere istituzionale nei confronti dello Stato e non è un problema nei confronti del Parco Nazionale; ma questo atteggiamento attribuito alla Regione Autonoma della Valle d'Aosta, danneggia chi lavora nel Parco (i guardaparco) e chi vive nel Parco (i cittadini valdostani di Cogne, Rhêmes e di Valsavarenche).
Termino il mio breve intervento e ringrazio i Consiglieri della minoranza che, oltre ad essere intervenuti nel dibattito arricchendolo, mi hanno anche dato l'occasione per alcune riflessioni che mi saranno opportune per future e più corrette, grazie ai loro suggerimenti, iniziative.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Maquignaz; ne ha facoltà.
MAQUIGNAZ (A.D.P.): Ho chiesto la parola per fare la nostra dichiarazione di voto e per esprimere anche la nostra opinione su questo argomento che ci sembra di grande importanza.
Consigliere Sandri, al fine di evitare equivoci, noi, come Gruppo A.D.P., ribadiamo con fermezza di considerare il Parco Nazionale del Gran Paradiso un patrimonio ambientale, culturale ed economico unico, forse, nel mondo. Noi consideriamo il Parco Nazionale una delle più grandi ricchezze della nostra Regione. Consideriamo il Parco Nazionale un patrimonio ambientale al quale non intendiamo rinunciare.
Ci asteniamo, oggi, su questo disegno di legge, non perché abbiamo un atteggiamento contrario nei confronti del Parco, oppure perché, come il Consigliere Sandri ci vuol far intendere, la maggioranza mantiene un atteggiamento negativo nei confronti dell'opposizione, ma perché, a nostro parere, esistono dei motivi molto più concreti ed oggettivi, ricordati molto bene dall'Assessore Perrin, che ci impediscono di votare questa legge.
Non possiamo dimenticare, innanzitutto, che a livello nazionale è in corso un grande dibattito su questo argomento ed è in fase di studio una legge che regolamenti tutta la materia dei Parchi Nazionali. Ma, soprattutto, non dobbiamo dimenticare che esiste una trattativa non facile, anzi piuttosto difficile, tra la Regione ed il Governo italiano, per risolvere questo problema. Esiste, poi, tutto il lavoro lodevole fatto dalla Commissione per il territorio, attraverso il suo Presidente, su questo argomento; c'è poi lo studio, commissionato al Prof. Janin. Alcune leggi regionali, inoltre, hanno tentato di trovare una soluzione amichevole ed intelligente sul problema dell'Ente Parco.
Per concludere, la Regione ha fatto il possibile per risolvere la questione del Parco Nazionale del Gran Paradiso e tutti i problemi connessi. Dobbiamo, soprattutto, renderci conto che noi, come Regione, abbiamo il dovere di tutelare le esigenze di coloro che abitano all'interno del Parco.
Riteniamo, pertanto, che questa legge non possa essere votata, perché ha dei limiti e perché non affronta, a nostro avviso, il problema nei suoi termini generali, tenendo conto, cioè, delle esigenze delle popolazioni, del Parco Nazionale e della nostra Regione.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Torrione; ne ha facoltà.
TORRIONE (P.S.I.): Faccio una breve dichiarazione di voto. Ho ascoltato con una certa preoccupazione il discorso dell'Assessore Perrin, che, tra l'altro, è anche Assessore all'Ambiente. Devo riconoscere di non aver mai riscontrato, in questo Consiglio, degli atteggiamenti così duri e rigidi, non li ho mai riscontrati neanche da parte del Presidente della Giunta che, peraltro, nel corso di questi anni ha dimostrato una diversa disponibilità nell'affrontare il problema del Parco Nazionale.
Finora noi avevamo apprezzato l'inversione di tendenza, postulata da questo Consiglio, che ha cercato di spostare la diatriba Regione-Ente Parco, su di un piano più generale, investendo i rapporti tra Regione e Governo dello Stato italiano. Mi spiace doverlo dire, ma l'Assessore Perrin ha fatto un intervento che, a mio avviso, deve essere giudicato vecchio, anacronistico e settoriale...
(...INTERRUZIONE dell'Assessore PERRIN...)
TORRIONE (P.S.I.): E va bene! Ma tu devi stare zitto, perché, oltre ad aver detto quello che hai detto, sei anche cacciatore e, pertanto, non sei credibile, e credo quindi che tu non abbia grosse possibilità di intervenire sul Parco!
PERRIN (fuori microfono): Ah, perché, sei credibile tu?
TORRIONE (P.S.I.): Se parliamo di Parco, credo di essere più credibile di te. Se vuoi, quando si parlerà della caccia, starò zitto. Vuoi così? Lasciamo perdere!
(...INTERRUZIONE dell'Assessore PERRIN...)
TORRIONE (P.S.I.): C'entra sì, certo che centra, prima di tutto perché io non ti ho interrotto!
A parte questa considerazione e, senza voler trasformare in rissa questa discussione, io ritengo pericolosa l'"aptitude" dell'Assessore di considerare "l'altra parte" un partito avverso. Assessore, se così è, si tratta di un atteggiamento vecchio. Io credo che non lo si debba fare più, perché l'altra parte, cioè il Parco Nazionale, è un partito vecchio e anacronistico perché la sua legge istitutiva è del 1947! Se, per caso, in passato non abbiamo apprezzato certi atteggiamenti dell'Ente Parco, che anzi abbiamo avuto modo di condannare, dobbiamo cercare di lavorare per cambiare sia i nostri atteggiamenti, sia quelli dell'Ente Parco. Questo è il discorso! Se noi continuiamo a contrapporci ed a schierarci a favore dell'uno o dell'altro, diventa sempre più difficile la ricerca di una possibile mediazione.
La Regione deve svolgere un ruolo di tipo diverso, rispetto al passato. Ho sempre riconosciuto, onestamente, che dei passi in avanti se ne sono compiuti. Ma mi dispiace che il discorso fatto dall'Assessore Perrin, ributti indietro tutta la tematica che questo Consiglio ha approfondito, sviscerato e cercato di portare avanti unitariamente nel corso di questi ultimi anni. Mi dispiace, perché ciò significa che questo nuovo clima di diversa disponibilità nei confronti dell'Ente Parco era solo una sensazione cui non corrispondeva alcun dato reale.
Ho voluto fare questa breve considerazione per dire che noi voteremo a favore del disegno di legge.
Grazie.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Aloisi; ne ha facoltà.
ALOISI (M.S.I.): Sarò molto breve, proprio per evitare di togliere del tempo all'argomento successivo.
Devo dire che sono sconcertato da un certo comportamento di questa maggioranza che, sistematicamente, emargina e non ha la benché minima considerazione del progetto di legge o qualsiasi altra cosa che, con intenti costruttivi, venga presentata da una forza dell'opposizione. Gli esempi si potrebbero contare a decine, se non addirittura a centinaia.
L'atteggiamento messo in atto da questa Giunta, fondato solo su una logica numerica io lo definisco di regime. Non è poco dire regime e, sotto certi aspetti, è proprio di un regime dittatoriale...
(...INTERRUZIONE...)
ALOISI (M.S.I.): Esatto! Ed è sintomatico il fatto che sia proprio io a dover mettere in evidenza questo aspetto negativo posto in essere da questa maggioranza.
Fatte queste premesse e proprio perché non voglio far perdere altro tempo, pur non condividendo, sul piano ideologico, la posizione del Consigliere di Nuova Sinistra Sandri, ma ragionando con il mio cervello e considerando che questa proposta di legge, anche secondo il mio giudizio, è positiva e va incontro alle legittime richieste, specie di carattere economico, delle popolazioni e dell'Ente Parco Nazionale del Gran Paradiso, dichiaro che il voto del Movimento Sociale sarà favorevole. Colgo l'occasione per rimarcare ancora una volta l'atteggiamento di regime, posto in essere da questa maggioranza regionale.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Rollandin; ne ha facoltà.
ROLLANDIN (U.V.): Je crois que l'attitude de certaines forces politiques face au problème du Parc n'est pas toujours cohérente.
Nous avons démontré qu'il n'était pas dans nos intentions d'intervenir d'une manière démagogique envers la population. Nous avons choisi une voie constitutionnelle différente, nous avons choisi pour interlocuteur le Gouvernement et à présent nous attendons encore de pouvoir discuter du parc. Nous attendons depuis six mois le décret qui redonne le mandat à la commission compétente pour discuter du parc.
Autre problème: le dialogue avec le Parc. Non seulement nous voulons dialoguer mais nous voulons aussi être présents et avoir un poids différent à l'intérieur de cette institution susceptible de gérer le parc, à condition que les orientations indiquées puissent avoir l'accord de l'Administration régionale et de l'Etat.
Dans cette proposition, je voudrais demander à M. Sandri quel est l'avis de la population de Valsavarenche. Je voudrais savoir si quelqu'un de Valsavarenche peut avoir cette subvention qui est vraiment un paradoxe. "Un ulteriore contributo di 250 milioni all'anno è assegnato per le spese per lavori edili richiesti dall'Ente stesso in variante a progetti di edificazione o ristrutturazione di immobili di residenti nei comuni valdostani compresi nel Parco".
On arrive au point de voir l'"Ente Parco" décider de ce que les Valsavareins doivent faire. Ceux-ci n'ont pas la possibilité de modifier quoi que ce soit à l'intérieur du parc. Ainsi, ou bien tu ne comprends pas le problème ou bien tu ne le connais pas, ce qui est pire, car il est impossible qu'il y ait n'importe quelle subvention pour les Valsavareins. Je te prie - et la majorité est disposée à t'accompagner - d'aller à Valsavarenche discuter avec la population, pour voir s'ils veulent cette subvention. Les Valsavareins ont une dignité différente: ils n'ont pas demandé des subventions particulières mais la même considération que l'on accorde aux autres communes. Je dirai même plus: face à l'attitude des forces de la majorité envers le parc, nous avions préparé une ébauche de programme à l'intention de la Commission, dans laquelle on réaffirmait que le parc était une entité unique. C'est vrai ou non que nous l'avons discuté?
Nous étions même disposés à agrandir le territoire du parc s'il y avait la possibilité de le gérer d'une certaine façon.
Nous avons donc prouvé notre disponibilité et nous n'acceptons pas qu'il y ait ici une attitude en faveur du parc d'une part et contre le parc d'autre part.
Nous avons déjà déclaré qu'il était possible d'accorder des subventions, quelles qu'elles soient, en faveur de la gestion du parc lorsque nous pourrons régler le problème envers le Gouvernement.
Avant, ce serait chose inutile car, malheureusement, le dialogue avec le Parc s'est interrompu.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Sandri; ne ha facoltà.
SANDRI (N.S.): Vorrei fare due brevi considerazioni, la prima riguarda l'osservazione, che accetto volentieri, e che ci ricorda che il vero problema si pone nei confronti del Governo. Non c'è alcun dubbio in proposito, ma nel presentare questa proposta di legge non si è mai detto nulla a favore del comportamento dello Stato, che si è rivelato sicuramente dilatorio.
Per quanto concerne la seconda, e cioè la questione della popolazione di Valsavarenche, dico che noi siamo andati a parlare con quella gente ed abbiamo preso le nostre precauzioni prima di presentare questo progetto di legge. Esistono, chiaramente, dei problemi di ristrutturazioni, di attività edilizie irrisolti, ed uno di questi problemi, ma non il solo, è dovuto anche ai costi che hanno determinate varianti alle ristrutturazioni, richieste dall'Ente Parco, perché l'opera sia conforme al piano urbanistico ed alle esigenze paesaggistiche. Si tratta, a titolo di esempio, di linee elettriche internate e di abbellimenti in materiale legnoso che esigono dei costi in più e che i cittadini del comune di Valsavarenche, per essere uguali a tutti i cittadini della Valle d'Aosta, devono poter scaricare in qualche maniera.
La proposta di legge va appunto in questo senso e non mira affatto a dare ulteriori soldi all'Ente Parco Nazionale del Gran Paradiso, togliendoli agli abitanti di Valsavarenche. Il Presidente della Giunta lo sa meglio di me e, forse, la popolazione la pensa diversamente da come vorrebbe lui.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Chabod; ne ha facoltà.
CHABOD (D.C.): Mi viene male a sentire parlare il Consigliere Sandri, perché è uno che non capisce niente, né di Valsavarenche né di Parco!
(...INTERRUZIONE...)
CHABOD (D.C.): Se uno avesse mangiato, non riuscirebbe a digerire bene, nel sentirti parlare! Caro ragazzo, non conosci nessuna realtà di Valsavarenche! Tu parli, perché vivi ad Aosta e sei tranquillo; sei in piazza Chanoux od in piazza Narbonne e, insomma, hai solo da vivere! Prova ad andare a vivere lassù, dove tu non conosci nessuna realtà! Questa è la verità e mi viene male, veramente!
Ad ogni modo, noi ci asterremo dal votare questa legge.
PRESIDENTE: Passiamo, ora, all'esame dell'articolato.
Do lettura dell'articolo 1.
ARTICOLO 1
La Regione Autonoma Valle d'Aosta ritiene il Parco Nazionale del Gran Paradiso una fondamentale risorsa ambientale, culturale ed economia e assegna all'Ente Parco nazionale Gran Paradiso, oltre al contributo previsto dalla legge 9 ottobre 1967, n. 95, un contributo annuo di lire 250.000.000 per le spese di funzionamento istituzionale.
Un ulteriore contributo di lire 250.000.000 all'anno è assegnato per le spese per lavori edili richiesti dall'Ente stesso in variante a progetti di edificazione o ristrutturazione di immobili di residenti nei comuni valdostani compresi nel Parco.
L'Ente Parco Nazionale del Gran Paradiso trasmette tempestivamente al Presidente della Giunta regionale copia dei Bilanci di previsione e dei Bilanci consuntivi redatti in modo che da essi emergano le modalità di utilizzazione dei finanziamenti della Regione Autonoma della Valle d'Aosta di cui al comma precedente.
PRESIDENTE: Se nessuno chiede la parola, pongo in votazione l'articolo 1, testé letto.
ESITO DELLA VOTAZIONE
Presenti: 31
Votanti: 12
Favorevoli: 12
Astenuti: 19 (Beneforti, Bondaz, Borbey, Chabod, De Grandis, Faval, Lanièce, Lanivi, Maquignaz, Marcoz, Martin, Perrin, Pollicini, Ricco, Rolando, Rollandin, Stévenin, Tamone e Voyat).
Il Consiglio non approva
PRESIDENTE: A termini di Regolamento, quando non viene approvato il primo articolo di una proposta di legge, non viene approvata tutta la legge. Si deve intendere, pertanto, che la presente proposta di legge è respinta.
IL CONSIGLIO prende atto
PRESIDENTE: Do, comunque, lettura dei successivi articoli della proposta di legge presentata dal Consigliere Sandri.
ARTICOLO 2
L'onere di lire 500.000.000 (cinquecentomilioni) derivante dall'applicazione dell'art. 1 della presente legge, graverà sul capitolo n. 29310 (di nuova istituzione) "Spese per l'attuazione della legge n. del Contributo regionale al Parco Nazionale del Gran Paradiso".
Alla copertura dell'onere di cui al precedente comma si provvede, per l'anno 1987, mediante riduzione di lire 500.000.000 (cinquecentomilioni) dello stanziamento iscritto al capitolo n. 50050 del bilancio di previsione per l'anno finanziario 1987 "Fondo globale per il finanziamento di spese per l'adempimento di funzioni normali".
ARTICOLO 3
Al bilancio di previsione della Regione per l'anno 1987 sono appontate le seguenti variazioni:
PARTE SPESA
Variazione in aumento
CAP. 29310 (di nuova istituzione) "Spese per l'attuazione della legge n del Contributo regionale al Parco Nazionale del Gran Paradiso".
L. 500.000.000
Variazione in diminuzione
CAP. 50050 "Fondo globale per il finanziamento di spese per l'adempimento di funzioni normali".
L 500.000.000
ARTICOLO 4
La presente legge è dichiarata urgente ai sensi del terzo comma dell'articolo 31 dello Statuto speciale ed entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.