Oggetto del Consiglio n. 3511 del 24 febbraio 1988 - Resoconto
OGGETTO N. 3511/VIII - DIPENDENTI TECNICI DELLA SITAV COINVOLTI IN UNA PRETESA ATTIVITÀ DI PRESTASOLDI. (Interpellanza)
PRESIDENTE: Do lettura dell'interpellanza in oggetto, presentata dai Consiglieri Torrione, Sandri, Baldassarre e Mafrica.
INTERPELLANZA
ACCERTATO che con nota prot. n. 33 in data 7 gennaio 1988 la Società SITAV ha provveduto a rispondere al Presidente della Giunta regionale in merito alla vicenda di alcuni dipendenti tecnici della Società coinvolti in una pretesa attività di prestasoldi;
CONSIDERATO che in tale nota si evidenzia non solo che il Signor Umberto Zingarelli, dipendente della SAAV, agiva nelle sale della Casa da Gioco quale prestasoldi con il finanziamento, pienamente autorizzato ed approvato dagli amministratori del tempo, di alcuni impiegati di alto grado, ma anche che sempre gli amministratori del tempo hanno ritenuto di rivolgersi alla collaborazione di alcuni dipendenti per contrastare l'attività perniciosa dei prestasoldi professionali;
RILEVATO che l'art. 42 del Contratto collettivo di lavoro per il personale della SITAV prevede fra i doveri del dipendente l'assoluto divieto "di concedere prestiti ai clienti con o senza pegni, acquistare oggetti, ecc... indicare per questi scopi i clienti a terze persone";
CONSIDERATO inoltre che dagli atti istruttori, dagli interrogatori di imputati e da altre testimonianze rese ai giudici di Torino si ottiene oltretutto un quadro quanto mai preciso delle responsabilità addebitabili agli impiegati tecnici, specificatamente individuabili, resisi colpevoli di aver compiuto atti - confermati peraltro appieno dalla citata nota della SITAV - palesemente contrari ai doveri sanciti dal Contratto di lavoro che oltretutto, per dette mancanze, prevede in maniera esplicita l'adozione da parte della Società di determinati e specifici provvedimenti disciplinari;
VERIFICATO che l'art. 10 della vigente convenzione fra Regione e SITAV disciplina compiti e funzioni dell'Amministrazione regionale e della Società concessionaria in materia di personale;
i sottoscritti Consiglieri
INTERPELLANO
il Presidente della Giunta per conoscere:
a) quale sia l'atteggiamento della Giunta in merito alla vicenda dei dipendenti tecnici della SITAV coinvolti nella vicenda dei prestasoldi resisi responsabili, per ammissione della stessa SITAV, di aver violato la specifica disposizione del contratto di lavoro, che vieta in maniera tassativa qualsiasi attività di prestasoldi, attività che non può essere tollerata neppure in presenza di una presunta autorizzazione da parte di amministratori, costituendo tale divieto uno specifico e non derogabile dovere del dipendente stesso;
b) quali siano gli intendimenti della Giunta in merito a quanto previsto dall'art. 10 della Convenzione REGIONE-SITAV che impone all'Amministrazione regionale uno specifico controllo sul comportamento del personale dipendente dalla Società specie in presenza di fatti e di circostanze che appalesano, con evidenza assoluta, la violazione di specifiche e puntuali disposizioni contrattuali da parte di dipendenti tecnici della Società concessionaria;
c) se sulla problematica di cui ai precedenti punti a) e b) e sugli aspetti più squisitamente giuridici la Giunta abbia richiesto un parere legale allo scopo di accertare eventuali responsabilità per l'adozione degli atti conseguenti;
d) se la Giunta regionale sia a conoscenza che la vicenda in questione ha provocato e provoca all'interno della Casa da Gioco una situazione di estremo disagio fra il personale con conseguenze negative per quanto riguarda la tranquillità e la serenità di lavoro specie in un contesto già così difficile e delicato come quello di un Casinò.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Torrione; ne ha facoltà.
TORRIONE (P.S.I.): Ritengo opportuno che il Consiglio rifletta anche sulla circostanza che vede alcuni dipendenti tecnici della Società coinvolti in una pretesa attività di prestasoldi.
In proposito, ho letto con interesse una risposta scritta del Presidente della Giunta regionale ad un collega, incentrata su di un episodio che era già stato denunciato in questo Consiglio.
In effetti la nota della Società conferma i dubbi e le perplessità che alcuni dipendenti della SITAV, ancora in servizio, siano stati coinvolti in passato nell'attività di prestasoldi. La risposta, citando due fatti, recita testualmente:
"Si evidenzia non solo che il signor Umberto Zingarelli, dipendente della SAAV, agiva nelle sale della Casa da Gioco quale prestasoldi con il finanziamento, pienamente autorizzato ed approvato dagli amministratori del tempo,..."- e già su questo ci sarebbe qualcosa da aggiungere, ma non lo facciamo per carità di patria "...di alcuni impiegati di alto grado, ma anche che sempre gli amministratori del tempo hanno ritenuto di rivolgersi alla collaborazione di alcuni dipendenti per contrastare l'attività perniciosa dei prestasoldi professionali".
Allo scopo di combattere i prestasoldi professionali, si è innescato così, a mio avviso, un meccanismo perverso, per il quale la SITAV ha cominciato ad avvalersi di prestasoldi autorizzati che, guarda caso, non erano altro che suoi stessi dipendenti. La SITAV ha ammesso questa assurdità, che noi non possiamo ignorare perché ha dei riflessi molto gravi in quanto l'articolo 42, citato nelle premesse dell'interpellanza, tra i doveri dei dipendenti tecnici della Casa da Gioco, annovera anche l'assoluto divieto "di concedere prestiti ai clienti con o senza pegni, di acquistare oggetti, ecc... di indicare per questi scopi i clienti a terze persone". Tale articolo, infatti, vieta tassativamente ai dipendenti tecnici della Casa da Gioco di esercitare l'attività di prestasoldi.
Scorrendo gli atti istruttori del procedimento penale che ha coinvolto gli amministratori della Casa da Gioco, si nota addirittura che, in qualche deposizione, sono citati nomi, cognomi ed indirizzi di alcuni dipendenti coinvolti in questa attività. In una si dice testualmente:
"Per quanto concerne ancora lo Zingarelli, posso dire che lo stesso era finanziato da un gruppo di impiegati e cioè da Trèves, che era l'organizzatore del finanziamento, e da Freppa Giovanni, attuale direttore dei giochi. Posso dire anche che è sorta una finanziaria condotta da dipendenti del Casinò e, per la precisione, da quelli appartenenti al gruppo D.P. Questa finanziaria si occupa di costruzioni, di vendita, di acquisto di immobili o di cose simili, insomma".
Su questo particolare aspetto, tra l'altro, la Commissione d'inchiesta aveva svolto una precisa indagine. Devo aggiungere che questi nomi compaiono anche in un'altra deposizione, nella quale praticamente si dicono le stesse cose che pertanto non ripeto.
Il caso prospettato, quindi, è di una chiarezza assoluta, e pertanto, nei confronti delle responsabilità di alcuni dipendenti della SITAV, noi come Regione siamo tenuti ad applicare quanto previsto dall'art. 10 della Convenzione Regione-SITAV che disciplina, appunto, le funzioni ed i compiti dell'Amministrazione regionale in merito al comportamento del personale.
Credo di poter chiedere al Presidente della Giunta che si faccia chiarezza su questa vicenda. Io ricordo che il Presidente aveva anche dichiarato, molto apertamente, di ritenere chiusa e conclusa la vicenda con la risposta data dalla SITAV. In quel senso, in effetti, la vicenda si può ritenere realmente conclusa.
Nell'interpellanza, che è firmata anche da altri tre colleghi, noi chiediamo di conoscere l'atteggiamento della Giunta nei confronti di questi fatti che, ormai, sono acclarati e accertati, anche perché occorre obiettivamente riconoscere che l'attuale situazione pesa all'interno del Casinò in termini conflittuali quasi esasperati. Ritengo che quell'ambiente non abbia proprio bisogno di essere turbato da diatribe tra il personale, che trovano la loro origine in certe tattiche che, per qualche verso, sono oltremodo spiacevoli.
L'eventualità che attuali dipendenti della Casa da Gioco possano essere rimasti coinvolti in un'attività di prestasoldi può gettare un'ombra sulla stessa attività della SITAV; ma tale ombra, a mio avviso, deve essere rimossa quanto prima.
Il Presidente della Giunta sa bene che l'articolo 10 della Convenzione Regione-SITAV è estremamente chiaro, così come sa che è altrettanto chiaro l'art. 42 del Contratto collettivo di lavoro per il personale della SITAV. Credo pertanto che sia legittima la domanda che noi gli abbiamo rivolto in termini molto precisi e puntuali.
Grazie.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Mafrica; ne ha facoltà.
MAFRICA (P.C.I.): Sarò breve anche perché il Consigliere Torrione ha già illustrato ampiamente le richieste dell'interpellanza. Sottolineo solo che è la terza volta, ormai, che questo argomento ritorna all'attenzione del Consiglio regionale. La presente interpellanza, infatti, è stata preceduta da una iniziativa dei gruppi del P.C.I. e di Nuova Sinistra e da due successive mozioni.
Le Forze di minoranza ritornano ancora una volta sullo stesso argomento perché, evidentemente, non sono rimaste soddisfatte delle iniziative e delle risposte della Giunta regionale. Noi riteniamo che questo argomento debba essere affrontato con estrema serietà e attenzione, perché è importante in sé e per sé, per il clima che esiste in quell'ambiente di lavoro e per il modo in cui i dipendenti della SITAV valutano il comportamento della Regione.
Ci auguriamo, quindi, che questa volta il Presidente della Giunta ci dica qualcosa di più delle volte precedenti.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Baldassarre; ne ha facoltà.
BALDASSARRE (P.S.D.I.): I Consiglieri che mi hanno preceduto, ed in modo particolare il Consigliere Torrione, hanno illustrato le ragioni che ci hanno sollecitato a presentare l'interpellanza.
Stamattina ho parlato di copertura nei confronti della SITAV da parte della maggioranza, perché è la terza volta che questa vicenda viene denunciata in Consiglio regionale. Attraverso l'odierna interpellanza e le precedenti interrogazioni e mozioni, che sono atti di sua specifica competenza, la Giunta regionale è stata portata a conoscenza dell'esistenza di una violazione della convenzione Regione-SITAV. A questo punto credo che tutti vogliano sapere se la Giunta regionale intenda ancora mantenere un atteggiamento di copertura nei confronti della SITAV, oppure se, finalmente, voglia decidersi ad assumere le doverose iniziative di sua competenza.
Se la Giunta non procederà in tal senso, noi denunceremo questo comportamento qui in Consiglio, e lo denunceremo anche fuori, perché tale comportamento dimostrerebbe il tentativo di coprire qualcosa e di difendere situazioni assurde.
L'interpellanza è molto chiara. Torno a ripetere che con essa stiamo cercando, ancora una volta, di portare a conoscenza l'intero Consiglio e la Giunta di una violazione della convenzione Regione-SITAV, in presenza della quale è necessario intervenire con atti successivi. Che cosa fa in merito la Giunta? Protegge? Finge di non conoscere gli atti da compiere, omettendo così di assumere le opportune iniziative nei confronti della SITAV?
Se volete continuare ad agire come avete fatto finora, fatelo pure! Noi abbiamo denunciato questa circostanza e, pertanto, le responsabilità successive saranno solo vostre. Coprite pure chi volete, tanto, ad ogni buon conto, noi abbiamo ormai provveduto a denunciare questa circostanza.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Rollandin; ne ha facoltà.
ROLLANDIN (U.V.): C'est la troisième fois que l'on discute de ce problème et pour la troisième fois je dois dire certaines choses que j'ai déjà dites. Il ne s'agit pas d'être superficiel ou peu attentif aux problèmes de la Société: moi, j'ai donné un compte-rendu de la position de l'Administration régionale face à ces problèmes et, de plus, je voudrais rappeler que ces problèmes ressortissent aux années '82 et '83. Donc, ou bien l'on se rend compte que l'on a pris des positions après une certaine période où l'on a même examiné avec attention certains problèmes, ou bien l'on oublie que ces faits remontent à ces années-là.
Je parle encore une fois du problème avant tout des nouvelles que les Conseillers ont eues, suite au document qui a été distribué, on ne sait comment, et repris par les différents actes de l'instruction de la Magistrature; néanmoins, la position de l'Administration régionale, dont on demande l'avis, est la suivante: elle ne veut ni cacher, ni protéger la Société. Ce problème a été soumis aux avocats de l'Administration régionale qui nous ont dit clairement qu'il n'y avait aucune motivation pour prévoir la révocation de la convention avec la Société.
Pour ce qui est de l'attitude du Monsieur en question, M. Zingarelli, il est., d'après la lettre que j'ai lue au Conseil - la réponse que m'a donnée le président de la Société - le seul à avoir eu la possibilité d'exercer une certaine activité au sein de la Maison de jeu.
Le problème est donc la responsabilité des administrateurs qui ont permis à cette personne de faire le "prestasoldi". J'ai demandé, à ce propos, l'avis des responsables de l'Administration régionale: l'application de l'art. 10, qui stipule que l'Administration régionale doit regarder la gestion, ne comporte pas immédiatement le fait de demander des interventions face à l'activité de M. Zingarelli. Il n'y a pas de conséquence directe car les administrateurs ont donné cette possibilité; qui, à présent, n'existe plus, car nous nous sommes exprimés contre la présence des "prestasoldi" au sein de la Maison de jeu. Les justifications qui avaient été formulées à ce moment-là (qui peuvent être acceptées ou non) étaient de limiter une certaine activité des personnages qui oeuvraient au sein de la Maison de jeu.
Je répète que je ne veux faire aucune appréciation sur cette attitude. Si un fait semblable devait se produire aujourd'hui, l'Administration régionale aurait une certaine attitude, cela est évident. Les faits s'étant passés en 82-83 la seule attitude possible était de demander le licenciement de M. Zingarelli pour des responsabilités qui ne lui incombent pas. Face à ce système, l'Administration régionale a demandé une série d'avis et pour le moment, faute de données, il n'est pas possible d'appliquer cette mesure. De plus, M. Zingarelli n'est pas un employé de la SITAV mais de la SAAV, d'où une différence de contrat de travail qui prévoit l'application des lettres de l'art. 42 dont vous avez donné lecture.
L'Administration réitère son attention face à ce problème et a toujours eu une attitude très concrète pour éviter l'activité des "prestasoldi" au sein de la Maison de jeu; pare conséquent s'il devait se produire un fait de ce genre, il serait donné exécution à cette mesure; dans le cas présent, c'est impossible.
PRESIDENTE: Ricordo che la somma totale delle repliche non può superare i 10 minuti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sandri; ne ha facoltà.
SANDRI (N.S.): Il Presidente della Giunta, evidentemente, non vuole capire e non vuole ascoltare, ma cercheremo di farlo riflettere ugualmente su alcuni fatti importanti.
Nel caso specifico si parla di più dipendenti e non si parla di una vicenda accaduta nel 1982 o nel 1983, oggi quasi scomparsa nell'oblio o del tutto cancellata dalla nostra mente. È una vicenda attuale, perché quei dipendenti sono all'interno del Casinò, svolgono la loro attività all'interno della Società SITAV ed il loro ruolo disturba parecchio il regolare svolgimento dell'attività del Casinò.
Per stessa ammissione della Società SITAV, questa gente ha commesso azioni che non erano...
ROLLANDIN (fuori microfono): Non "questa gente", ma uno solo! Se si dice "questa gente", si fa riferimento a tutti, invece si è trattato di uno solo!
SANDRI (N.S.): Erano due o, forse, qualcuno di più.
L'articolo 42 del Contratto collettivo di lavoro per il personale della SITAV dice chiaramente che queste persone devono essere messe da parte, perché costituiscono un elemento che può turbare il regolare svolgimento delle attività che si svolgono all'interno del Casinò. Tale vicenda si svolge nel 1988 è reale e, pertanto, il Presidente della Giunta, volente o nolente, deve tenerne conto. Tapparsi gli occhi e mettersi la pelle di salame sugli occhi non serve a niente e, soprattutto, non giova all'onestà e al buon funzionamento di questo Consiglio regionale. Il Presidente della Giunta, a mio parere, si comporta in modo superficiale anche sul tema inerente la questione della gestione o della proprietà.
La SITAV è, ovviamente, interessata al caso in quanto società di gestione del Casinò e in quanto concessionaria di una convenzione con la Regione Valle d'Aosta. Di questa vicenda è responsabile la proprietà, è responsabile la vecchia gestione, ma è anche responsabile l'attuale gestione. La vicenda, infatti, dura da parecchi anni e la proprietà, proprio in quanto tale, ne è la prima responsabile.
Ben sappiamo, del resto, quanto l'attuale proprietà sia confusa, quanto sia sottoposta ad attacchi o quanto sia soggetta a lotte intestine, che determinano un notevole movimento sul quale questa Presidenza della Giunta non intende fare alcuna luce ed alcuna chiarezza.
Non toglierò altro tempo ai Consiglieri che con me hanno sottoscritto l'interpellanza predisposta dal Consigliere Torrione, che ringrazio. Raccomando alla maggioranza ed ai colleghi presenti in Giunta di evitare con la massima attenzione di essere presi in ostaggio dalla convenienza o dalla opportunità! È conveniente che le cose si svolgano in una certa maniera, perché la gente continui a recarsi al Casinò. È conveniente non toccare la convenzione, forse perché le cose non sono molto chiare...
Ma, con questo atteggiamento dilatorio, non si affrontano i problemi e non si verifica sino in fondo la realtà dei fatti che, oltretutto, è già dimostrata da atti istruttori; inoltre noi rischiamo di restare al di fuori e completamente estranei a quella politica assunta unanimemente in Consiglio fin dagli ultimi mesi del 1983.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Torrione; ne ha facoltà.
TORRIONE (P.S.I.): Dico subito che la risposta del Presidente della Giunta non mi ha soddisfatto. Al di là di tutte le altre considerazioni, noi dobbiamo riflettere su due elementi ben precisi.
Il primo concerne il fatto che lo Zingarelli è proprio un personaggio in cerca d'autore, perché non è di nessuno. Di questo aspetto della vicenda, tuttavia, noi non intendiamo occuparci, anche perché non pretendiamo certamente il suo licenziamento. Pretendiamo, però, che l'Amministrazione faccia una seria riflessione sui dipendenti che collaboravano con lo Zingarelli. Il problema è tutto qui ed il fatto è stato ormai acclarato.
Signor Presidente, se l'italiano ha ancora un suo significato, mi pare che quella lettera dica alcune cose ben precise. Vi si dice chiaramente che quelle persone erano degli impiegati infedeli e che non facevano il loro dovere.
È vero che erano stati autorizzati dagli amministratori...
(...INTERRUZIONE del Presidente ROLLANDIN...)
Io non voglio colpevolizzare nessuno...
Presidente, io rispondo per quello che dico in quest'aula. Dico solo che l'Amministrazione ha una sua ben precisa e grave responsabilità in tutta questa vicenda, perché deve controllare il rispetto della convenzione in tema di rapporti SITAV-personale.
Per carità, ognuno ha le proprie idee, ma io credo che in questa materia sia più opportuno procedere con i piedi di piombo, piuttosto che rischiare di sottovalutarla. In questo caso, poi, non si deve sottovalutare un bel niente, anche perché, come dice la lettera, la Regione ne ha ricavato un danno:
"La vicenda si era chiusa con una grave perdita".
Signor Presidente, questo sta a significare...
(...INTERRUZIONE del Presidente ROLLANDIN...)
Visto che sono stato interrotto, il Presidente del Consiglio mi consenta...
(...INTERRUZIONE del Presidente ROLLANDIN...)
No, no, per carità! Io trovo, invece, che a volte ci si riesca a capire di più.
Signor Presidente, dico solo che non possiamo assolutamente derogare dall'articolo 10 che, tra l'altro, è di una chiarezza quasi assoluta. Nessuno, del resto, contesta che il fatto in questione sia realmente accaduto a suo tempo.
È ben lungi da me qualsiasi intento recondito di voler attribuire la benché minima responsabilità all'attuale Giunta. Scartiamo nella maniera più assoluta una intenzione del genere. Questa Giunta non c'entra assolutamente niente! C'entrano, invece, gli impiegati che erano stati coinvolti a suo tempo nella vicenda e nei cui confronti, guarda caso, proprio per effetto del contratto di lavoro, devono essere adottati dei provvedimenti. Tutto lì!
Signor Presidente, la Regione ha l'obbligo di fare chiarezza fino in fondo, innanzitutto perché altrimenti non eserciterebbe il controllo che pure è previsto dalla convenzione ed in secondo luogo perché sottovaluterebbe la circostanza che la presenza di impiegati coinvolti nella vicenda potrebbe turbare quel clima, già difficile, che c'è all'interno della Casa da Gioco. È nostro preciso dovere fare in modo che tutto funzioni correttamente all'interno della SITAV.
Ho apprezzato l'invito che ci ha rivolto questa mattina il Presidente della Giunta a non voler fare di ogni erba un fascio ed a considerare la funzione gestionale della società per quello che essa deve effettivamente essere. Io credo, però, che la gestione della società debba svolgersi nel modo più corretto possibile e che si debbano rimuovere eventuali elementi di turbativa.
Signor Presidente, quest'ultima incombenza spetta a noi, non certo per un senso di animosità o per volerci atteggiare a colpevolisti, ma semplicemente per far applicare un contratto di lavoro nei confronti di qualcuno, altrimenti non si può pretendere che lo stesso trovi poi applicazione nei confronti di tutti gli altri. Sarebbe un esempio di debolezza da parte della Regione.
Raccomando vivamente al Presidente della Giunta di riprendere in mano questa vicenda, che non è così semplice come la si vuole far apparire, proprio perché ha delle implicazioni che si riflettono sul personale e sulla gestione della società. Tale circostanza ci deve preoccupare seriamente e per questo chiedo al Presidente di riprendere in mano il delicato problema, per esaminarlo con tutta la calma e l'oculatezza necessarie. Ribadisco che in mancanza di un adeguato riscontro, torneremo sull'argomento, perché riteniamo di dover distinguere la posizione di chi finge che non esista alcun contratto di lavoro, che non esista alcuna convenzione e che non si siano verificati certi fatti, rispetto alla posizione di coloro che esigono che questi fatti siano acclarati e che, di conseguenza, esigono che si assumano tutti i provvedimenti necessari ad evitare proprio quanto sta succedendo all'interno della Casa da Gioco.
Grazie.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Mafrica; ne ha facoltà.
MAFRICA (P.C.I.): Io credo che il ragionamento del Presidente della Giunta non trovi alcuna giustificazione. Noi non partiamo da segreti istruttori, ma dalla lettera che lui stesso ha letto rispondendo alle mozioni presentate nello scorso Consiglio. In quella lettera si rende noto che un certo signor Zingarelli, assieme ad alcuni dipendenti di alto grado, assecondando direttive degli amministratori dell'epoca, ha effettuato un'operazione vietata dal contratto.
A nostro giudizio, il fatto che tale operazione si sia verificata nel 1982 o nel 1983 non significa molto rispetto alla validità, tuttora riconosciuta dal contratto, delle condizioni che prevedono il licenziamento. Se dei dipendenti, anche in accordo con la dirigenza dell'epoca, hanno tenuto un comportamento non riconosciuto dalle norme del contratto e se la convenzione dice che la Regione ha potestà di verificare tali casi, noi riteniamo, come avevamo proposto in una mozione presentata nello scorso Consiglio, che la Giunta debba accertare i fatti ed assumere i provvedimenti conseguenti.
Noi non riteniamo che il dipendente che esegue un ordine non giusto sia di per sé da assolvere. Questa è l'interpretazione del Presidente della Giunta e noi non la condividiamo. Diciamo, invece, che la cosa è discutibile ed è da verificare. Vogliamo però sottolineare che l'atteggiamento della Giunta, in questo caso, non sembra essere così limpido come in altre circostanze.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Baldassarre; ne ha facoltà.
BALDASSARRE (P.S.D.I.): Vorrei ricordare, molto brevemente, al Presidente della Giunta che non si può giocare a bussolotti.
In questo caso, noi non diciamo che si tratta solo del signor Umberto Zingarelli. Nella nostra interpellanza non ci riferiamo solo al signor Umberto Zingarelli, ma anche ad alcuni impiegati di alto grado e, quindi, coinvolgiamo anche altri personaggi.
Questa volta lei, signor Presidente, che è una persona intelligente e che sa amministrare, non può nascondersi, non lo può fare, perché qui c'è di mezzo la violazione della convenzione. Sia lei, sia la Giunta siete a conoscenza di questo fatto...
ROLLANDIN (fuori microfono): Ma c'è un parere legale!
BALDASSARRE (P.S.D.I.): C'è un parere legale?
ROLLANDIN (fuori microfono): ...e la risposta è stata...
BALDASSARRE (P.S.D.I.): Lei, quindi, è in possesso di un parere legale. Questa circostanza ci potrebbe anche confortare e aiutare a capire meglio come stiano in realtà le cose, sempreché anche noi potessimo disporre di una copia di questo parere.
Non vogliamo certamente essere qualificati come dei colpevolisti, anzi, se c'è uno che non pensa mai a queste cose è proprio il sottoscritto. È necessario, però, capire come stiano realmente le cose. La presenza di un parere legale potrebbe anche confortare la nostra posizione. Signor Presidente, ci usi la cortesia di farci avere la fotocopia di questo parere.
Oltretutto, occorre riconoscere che noi siamo stati sollecitati a presentare l'interpellanza anche da persone che lavorano all'interno del Casinò di Saint-Vincent, le quali, di fronte a questa situazione, si sentono proprio mortificate. Non è che noi, al mattino, non appena ci svegliamo, decidiamo di parlare di certe cose. Molti di noi conoscono queste cose solo perché ne sono portati a conoscenza o sono sollecitati a parlarne da chi ne è più informato.
PRESIDENTE: Colleghi Consiglieri, ricordo che alle ore 15,00 si riunisce l'Ufficio di Presidenza, che alle ore 16 precise la Conferenza dei Capigruppo si riunisce con le organizzazioni sindacali e che l'ora d'inizio del Consiglio slitterà certamente di quindici o venti minuti.
La seduta è tolta
La seduta termina alle ore 13,02