Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 3439 del 28 gennaio 1988 - Resoconto

OGGETTO N. 3439/VIII - REIEZIONE DELLA PROPOSTA DI LEGGE CONCERNENTE: "NORME SULLA VALUTAZIONE DELL'IMPATTO AMBIENTALE DI DETERMINATE OPERE PUBBLICHE E PRIVATE".

PRESIDENTE: Ha chiesto di illustrare la proposta il Consigliere Torrione, ne ha facoltà.

TORRIONE - (P.S.I.): 1984-1988: quattro anni. Questo disegno di legge approda in aula dopo un travagliatissimo iter procedurale, nel senso che quando noi ravvisammo nell'ormai lontano 1984 l'esigenza di dotare la nostra Regione di una normativa sull'impatto ambientale, ci si disse che questo provvedimento non poteva passare all'esame del Consiglio se mancava un quadro di riferimento legislativo più ampio.

L'Assessore Perrin ci pregò di procrastinare l'esame di questo provvedimento di legge al momento in cui sarebbe stata approvata la legge quadro sull'ambiente.

Dichiarai in una seduta, perchè già una volta (anzi più volte) arrivò in aula questo provvedimento, che ero disposto anche a rinunciare alla paternità del disegno di legge se la Giunta avesse fatto suo un provvedimento del genere. A noi quello che interessava ed interessa tuttora, in maniera marcata, è che la Regione si doti di uno strumento legislativo sull'impatto ambientale.

Dal 1984 ad oggi si sono succeduti una serie di avvenimenti che fra l'altro avrebbero avuto un altro sviluppo, avrebbero avuto forse un altro impatto sul nostro ambiente se fossimo stati in possesso di norme specifiche.

A cosa si applica (o meglio ancora: a cosa si sarebbe dovuta applicare) la procedura di impatto ambientale?

L'applicazione si estende a tutta una serie di realizzazioni, in primo luogo impianti per i quali siano previste attività estrattive con movimenti di terra e per attività di escavazioni fluviali; di questo il nostro Consiglio si è già occupato al momento dell'approvazione del cosiddetto piano sulle cave. Ci sono poi le opere di arginatura di fiumi o torrenti; impianti per l'estrazione ed il trattamento dei minerali; impianti industriali di qualsiasi tipo compresi quelli per la produzione di energia elettrica; impianti per lo stoccaggio ed il trattamento dei rifiuti solidi; insediamenti zootecnici con caratteristiche industriali; invasi per la produzione di energia elettrica; infrastrutture ferroviarie; strade interpoderali, comunali, regionali, statali ed autostrade; elettrodotti; piste di sci; piste forestali; impianti funi-viari e di risalita; paravalanghe.

Ho voluto leggere quelle che all'art. 3 sono elencate come realizzazioni che avrebbero dovuto essere sottoposte alla procedura di impatto ambientale, perché dal 1984 in poi in questi settori si sono verificati dei danni all'ambiente di notevole portata per effetto di alcune realizzazioni. Citerò due esempi, uno si riferisce all'elettrodotto del Superphoenix, che ha fornito alla nostra Regione un tragico e triste primato sul piano della devastazione ambientale; l'altro discorso che mi sta particolarmente a cuore è quello delle strade interpoderali, comunali e regionali. Secondo un recente censimento che ho fatto tramite riscontri dello stesso Assessorato all'Ambiente, abbiamo in Valle d'Aosta oltre 1420 km. di strade, realizzate dalla Regione con criteri costruttivi a dir poco discutibili - questo vale soprattutto per il passato che hanno portato notevoli danni al nostro ambiente.

Vorrei che i Consiglieri si soffermassero un attimo su questo discorso dei 1420 km. perché è impensabile che una Regione come la nostra, che ha uno sviluppo territoriale complessivo di 3462 kmq, sopporti una rete viaria di questo sviluppo. Non è più pensabile che la Regione rimanga inerte di fronte ad un problema di questo tipo, come non è più pensabile che rimanga inerte di fronte ad un altro problema che ha dei riflessi rilevantissimi per quanto riguarda il nostro turismo, e sono i cosiddetti impianti di risalita, altro settore in cui si è verificata la devastazione di un intero territorio, come quello dello Chécrouit.

Mi chiedo come possa una Regione a vocazione turistica, una Regione che è stata nel passato così gelosa delle sue caratteristiche paesaggistiche ed ambientali, rimanere inerte di fronte ad un problema di questa gravità; l'autonomia la si difende non soltanto da un punto di vista finanziario: è vero che non si può essere autonomi senza una autonomia finanziaria, ma non esiste autonomia se noi non difendiamo il nostro territorio che è l'elemento essenziale per il quale noi valdostani sussistiamo.

Avevo apprezzato la decisione della Giunta di dare vita ad un Assessorato all'Ambiente; qui voglio aprire una parentesi per dire che questa mia legge sull'impatto ambientale, che è stato forse il primo provvedimento che è arrivato in Consiglio regionale di una certa portata in questo settore, aveva un significato ben preciso se gestita da un Assessorato che non fosse - lo ripeto per la centesima volta e ne chiedo scusa ai colleghi - una appendice caudataria di un altro Assessorato. Quest'ultimo ha senz'altro una valenza di una certa portata in Valle d'Aosta, tale, anzi, che schiaccia una competenza che è diventata invece di primaria importanza, ed è la competenza ambientale.

Non nego che l'agricoltura e le foreste abbiano una importanza fondamentale; non sono d'accordo nella equazione: contadino uguale tutela dell'ambiente. È una delle componenti, forse una delle più importanti, ma non è la sola per una tutela ambientale di una certa rilevanza, anche perchè, per una serie di ragioni che hanno portato ad un impoverimento complessivo del settore agricolo, sia come numero di addetti, sia come elemento di rilevanza economica, l'agricoltura ha una importanza relativa nella nostra Regione.

Per questo motivo, il considerare il primo ecologo l'agricoltore diventa quasi una affermazione di principio, che non corrisponde però ad una realtà: basta fare un giro in elicottero sopra la nostra Regione, per renderci conto dello stato di abbandono in cui si trovano alcune zone della nostra Valle prima adibite a pascolo, oppure alla fienagione, cosa che non si fa più per una serie di ragioni che sarebbe troppo lungo elencare.

Questa competenza ambientale, ed è una considerazione che facciamo da tempo, deve ribaltarsi, deve diventare una competenza che è trasversale a vari altri Assessorati, perché non riguarda solo l'Assessorato all'Agricoltura e Foreste, ma riguarda l'Assessorato ai Lavori Pubblici in maniera determinante, e qui faccio un accenno al discorso dell'impatto terribile che ha avuto la costruzione di opere di arginatura in maniera del tutto dissennata.

Non so se i nostri figli saranno contenti di questo intervento che si è fatto per l'arginatura dei fiumi. Dico questo perchè se avessimo avuto a disposizione una procedura di impatto ambientale, ebbene, l'approccio nella regimazione delle acque sarebbe stato sostanzialmente diverso: invece di avere una colata di cemento e di pietre che cerca per qualche verso di arginare i fiumi, avremmo avuto forse altri tipi di intervento. Questo è un fenomeno che si vede soprattutto viaggiando sopra la nostra Regione, e si vede quale impatto visivo hanno avuto queste opere di arginatura, per non parlare poi dell'impatto sull'ambiente: collegata anche al fenomeno dell'autostrada, l'arginatura da Aymavilles ad Aosta ha cambiato l'assetto territoriale di una parte della nostra Regione.

La procedura di impatto ambientale serve per coniugare due elementi che sono fondamentali: il progresso con la conservazione dell'ambiente. Noi non siamo degli ecologi disperati per cui diciamo che questo non si deve fare; diciamo che le realizzazioni e gli interventi di una certa rilevanza degli enti pubblici, dei privati, devono essere fatti in determinati modi, con determinate cautele, che portino ad affrontare la tematica ambientale in termini diversi sul piano dell'acquisizione culturale, che portino ad affrontare un impatto sull'ambiente diverso da quello che è stato finora. È strano che l'Amministrazione regionale abbia potuto in tutti questi anni essere la prima responsabile di un certo degrado ambientale della nostra Regione, e ritorno al discorso delle piste forestali, degli interventi sull'arginatura dei fiumi, ritorno all'elettrodotto del Superphoenix, che denunciammo per primi in quest'aula con una mozione del marzo del 1984, per sottolineare l'impatto che poteva avere sulla nostra Regione il fatto che un elettrodotto così ciclopico ci passasse sulla testa.

E adesso lo vediamo: non c'è più un angolo della nostra Regione che si possa fotografare, senza che appaia un pilone in primo piano. Ricordo che l'Assessore Perrin, dopo due mesi che avevamo denunciato il discorso del Superphoenix, arrivò in Consiglio e con molta onestà disse che in effetti la costruzione di quel pilone accanto ad un'altra opera (di tipo ferroviario stavolta) precludeva la possibilità addirittura di guardare il Monte Bianco. Ecco perchè avevamo aggiunto anche il discorso della ferrovia, perché non è vero che l'attraversamento della Valle d'Aosta con una nuova linea ferroviaria possa essere indolore; non è assolutamente vero e lo vediamo proprio in quell'ambito territoriale che abbiamo citato, quello dell'Equiliva, dove la costruzione di una galleria ferroviaria ha rappresentato una brutalizzazione del nostro territorio, sia sul piano visivo, sia sul piano dell'intervento vero e proprio.

Non credo sia più ipotizzabile un discorso sull'ambiente per approssimazioni, come abbiamo fatto in tutti questi anni. Mi si potrà dire che l'aver agganciato la competenza dell'ambiente ad un Assessorato preesistente ha fatto sì che l'ultimo nato fosse accolto dalle due altre competenze con un certo rifiuto, e posso anche capirlo; però mi rendo conto che questo discorso va ormai fatto in termini ultimativi, perchè la Valle d'Aosta non può più sopportare degli ulteriori affronti ambientali. Sappiamo di non poter ipotizzare il ritorno ad una Valle d'Aosta arcadica e bucolica, lungi da noi una visione di questo tipo; noi ipotizziamo una visione della Valle d'Aosta che sappia coniugare il discorso del suo sviluppo con il discorso di una tutela più accurata del suo territorio.

Erich Fromm disse che noi tutti avevamo perso questa impossibile scommessa, quella di garantirci un progresso illimitato.

In effetti, questa scommessa noi l'abbiamo persa; capisco che un tema come questo dell'ambiente possa interessare ben pochi Consiglieri, d'altronde le risultanze le abbiamo viste in quest'aula constatando una disattenzione generale. Poi dopo piangiamo sul latte versato, diciamo che non si può fare gli ecologi con la cravatta passeggiando per via De Tillier: per fare gli ecologi bisogna per forza essere nati oltre i mille metri, altrimenti qui non si è neanche abilitati a parlare. Questa forma di disattenzione peserà a lungo su questo Consiglio, anche perchè la nostra regione potrà rimproverarsi e lanciare un "j'accuse" nei confronti di chi non ha saputo amministrare pensando in primo luogo a questo problema.

Questo lo diciamo e lo ribadiamo con forza, perchè nel lontano 1960 un nostro compagno in questo stesso Consiglio si fece promotore di una legge che è stata all'avanguardia per i tempi, una legge che purtroppo è stata cassata dalla Corte Costituzionale nel suo articolo più importante. In quel momento la stessa disattenzione, mi diceva questo compagno con molta amarezza, aveva pervaso il Consiglio nel momento in cui si dicevano alcune cose; quando poi la Corte Costituzionale ha bocciato quell'articolo che faceva della nostra Regione una sorta di parco e che l'avrebbe salvaguardata da tutti gli attentati sul piano dell'ambiente che le sono stati portati in questi ultimi 25 anni; anche allora questo Consiglio avrebbe dimostrato una sua disattenzione. Adesso noi siamo qui a dire che allora avevamo ragione.

Ci vorrà anche molto tempo perchè questo discorso dell'ambiente penetri nella coscienza degli individui, ma l'aver svolto la funzione di traino non ci dispiace assolutamente, soprattutto per quanto riguarda un argomento delicato come questo.

Quando presentammo il disegno di legge, la direttiva CEE non era ancora operante; ora la direttiva CEE sull'impatto ambientale esiste, e trovo strano che si sia dovuto aspettare questa direttiva per poi neanche applicarla, quando un paese che dista pochi chilometri da noi, la Francia, già nel 1976, dimostrando una preveggenza che in Italia non abbiamo avuto, applicò una procedura di impatto ambientale, i cui risvolti sul territorio si sono visti.

C'è un'altra attenzione nei confronti dell'ambiente dall'altra parte delle Alpi, il che significa che lo strumento legislativo è servito in maniera determinante, anche se riconosco che la legislazione francese in fatto di ambiente dimostra la corda ed ha dimostrato anche lì dei tentennamenti e delle incertezze; tuttavia da un punto di vista generale il giudizio su questo tipo di legislazione che riguarda l'impatto ambientale è sostanzialmente positivo.

Voglio solo aggiungere due cose e poi concludo. La prima è che la procedura di impatto ambientale non viene fatta con una imposizione brutale da parte della Regione, quindi con un atteggiamento di prevaricazione nei confronti degli enti locali minori, perchè si è capito che una cosa imposta prima di tutto sarebbe stato un atto di prevaricazione nei confronti delle autonomie locali, soprattutto dei Comuni. La seconda considerazione è che la procedura di impatto ambientale deve coinvolgere le comunità che sono soggette ad essere prese in considerazione, per il fatto che sul loro territorio si colloca una di quelle realizzazioni che ho citato prima e che sono elencate all'art. 3 del nostro provvedimento. Quindi nel nostro progetto di legge, cosa che poteva poi essere modificata in termini anche sostanziali a seconda di quelle che potevano essere le proposte, prevedevamo la costituzione di una apposita Commissione che coinvolgesse ai massimi livelli i Sindaci e i responsabili dei Comuni, proprio per evitare che la Regione avesse un atteggiamento, come sovente ha avuto, di una certa arroganza nei confronti delle comunità minori.

Purtroppo su questo argomento devo denunciare un certo tipo di ambiguità - mi dispiace per l'Assessore Perrin, del quale ho molta stima - dovuta ad una serie di motivi che l'avranno portato a dire in passato alcune cose e adesso altre. Avevamo ritirato, lo sottolineavo all'inizio, il nostro provvedimento in attesa di una legge-quadro sull'ambiente, legge che è approdata anche all'esame delle Commissioni e che poi è finita in quel cassetto sbagliato della scrivania dell'Assessore Perrin e non è più riemersa.

Ci rendevamo conto che non era essenziale una legge quadro sull'ambiente per passare poi alla procedura di impatto ambientale. La riprova di questa nostra affermazione l'abbiamo avuta ieri, quando ho voluto far sottolineare all'Assessore, e lo ha sottolineato poi anche lui, il fatto che per la strada che riguarda i vigneti di Donnas la Giunta si era fatta promotrice di dare incarico ad una società specializzata di fare uno studio di impatto ambientale, e l'Assessore ieri, con molta franchezza, mi ha detto: "Si può procedere senza avere a disposizione nessuna legge".

Concludo questo mio primo intervento con una considerazione: l'Amministrazione regionale in questo senso ha dimostrato, da una parte, un atteggiamento di apertura, dall'altra, un atteggiamento di chiusura, perchè ha sottoposto a procedura di impatto ambientale, senza avere nessuna legge-quadro di riferimento e senza avere neanche una legge sull'impatto ambientale, la maggiore opera che si realizzerà nei prossimi anni in Valle d'Aosta, vale a dire l'autostrada. Ha sancito con quella decisione, che era poi la decisione che è filtrata attraverso il Consiglio di Amministrazione, la necessità di avere una regolamentazione sull'impatto ambientale, e questo atteggiamento lo ha avuto anche in seguito; l'ultimo esempio è quello di ieri.

Allora credevo che l'Assessore alludesse al fatto che si possa sottoporre un'opera a procedura di impatto ambientale anche in assenza di una legge quadro, ora capisco che invece si può procedere anche senza una legge di impatto ambientale. Ma perché, chiedo all'Assessore, nel settore dell'ambiente dobbiamo essere sempre la Cenerentola delle Regioni? Starò molto attento quando si farà questo convegno sull'ambiente, perchè noi abbiamo dei tristi primati in questa Regione, senza voler fare del masochismo, e sarà bene che di questi primati negativi ci rendiamo conto. L'atteggiamento dell'Amministrazione regionale è contraddittorio, non ha una sua linea, non ha un suo obiettivo, e il fatto che l'Assessorato abbia proceduto così a tentoni e per tentativi lo dimostra: una volta dà un incarico per l'impatto ambientale un'altra volta non lo dà. Questo è un discorso che non può più essere fatto; bisogna sapere quale sviluppo avrà la nostra Regione, bisogna contestualmente anche sapere che tipo di impatto avranno i futuri interventi sul nostro territorio. Inoltre, per evitare che siano degli impatti estremamente negativi come si è verificato nel passato, è indispensabile una normativa sull'impatto ambientale, che è ormai un dato di fatto scontato a livello europeo, ma credo anche a livello italiano, perchè altre Regioni hanno iniziato a predisporre e ad approvare leggi in materia.

Non ho altro da aggiungere; la tutela dell'ambiente può essere anche un elemento di secondaria importanza, ed io per essere credibile devo anche dire che non sempre le forze di sinistra nel loro complesso hanno fatto della tematica ambientale uno dei capisaldi delle loro rivendicazioni politiche. Quella sull'ambiente è una acquisizione tarda anche qui, però dico che quando questo discorso dell'acquisizione è stato fatto, poi le forze di sinistra hanno dimostrato - e qui non rivendico dei primati nel modo più assoluto - una capacità di essere più incisive di altre forze.

Mi rivolgo all'Assessore Perrin, del quale ho stima - e lo voglio ribadire in questa occasione - e del quale riconosco la sensibilità soprattutto come uomo di cultura, e gli chiedo (ed è un interrogativo che mi pongo da tempo): è pensabile che il movimento dell'Union Valdôtaine non abbia sentito la necessità di capovolgere una situazione proprio nell'affrontare questo argomento? I più gelosi assertori della necessità di conservare l'integrità del nostro territorio, almeno a parole, sono loro; adesso lo devono dimostrare anche nei fatti.

PRESIDENTE: È aperta la discussione generale sul disegno di legge n. 64.

Ha chiesto di parlare il Consigliere Tonino, ne ha facoltà.

TONINO - (P.C.I.): La discussione avviata sulla proposta di legge presentata dal Partito Socialista consente di fare qualche considerazione sulla importanza che noi affidiamo o che dovremmo affidare alla questione ambientale.

Faccio delle brevi considerazioni, perché la materia è stata affrontata in altre occasioni, ma credo sia necessario capire bene quale è la valenza che ha questa problematica, prima di entrare nel merito della proposta di legge avanzata dal Gruppo Socialista.

Ieri, nel discutere dell'intervento sulla zona dei vigneti di Donnas, si sono fatte qui alcune affermazioni che sono significative. In quella zona, l'intervento dell'uomo sull'ambiente ha modellato nel vero senso della parola la natura dei luoghi, e un ambiente originale, espressione di un modo di vivere, nella cultura del posto, è il risultato del lavoro dell'uomo sull'ambiente naturale.

Da sempre è così: una visione dell'ambiente statica, ferma ad una posizione unicamente conservativa, è in un certo senso antistorica, perchè da sempre l'ambiente è il risultato del lavoro dell'uomo.

Fatta questa premessa, va fatta una altra considerazione: tutto questo è stato valido fino a quando il lavoro dell'uomo ha davvero rispettato i ritmi, le regole principali della natura. Il lavoro dell'uomo sull'ambiente è stato ed ha prodotto anche valori nei periodi in cui effettivamente sono state rispettate le condizioni primarie poste dall'ambiente. Questo meccanismo rischia di rompersi quando, per la quantità delle risorse investite sull'ambiente, per le logiche che muovono alcuni investimenti sull'ambiente, queste regole fondamentali non vengono rispettate ed allora con lo stravolgimento delle regole si hanno i danni, si ha il degrado e si corrono quei rischi che stanno di fronte a noi in questa precisa fase storica in Valle d'Aosta e fuori dalla Valle d'Aosta.

Faccio qui un riferimento politico.

Il Consigliere Torrione parlava prima di come si approccia la Sinistra alla tematica ambientale; io credo che questo sia l'angolo di visuale più corretto della questione ambientale, cioè non farne una questione di moda, ma che investe i meccanismi dello sviluppo, e in questo senso credo che la Sinistra abbia un ruolo. La stessa logica delle cosiddette politiche neoliberiste, oltre ad aver segnato il passo anche da un punto di vista economico e sociale, ha trovato un grosso scoglio nel rapporto con l'ambiente, perchè lì la regola del "più mercato e meno Stato" non vale. Quella regola può creare, come dicevo prima, danni notevoli. Quindi, la funzione dello Stato, la funzione della Pubblica Amministrazione, in questo caso è decisiva.

A me piace stare con i piedi per terra e non sognare semplicemente un nuovo modello di sviluppo che vive in modo armonioso con l'ambiente; la ricetta per questo nuovo modello di sviluppo noi non l'abbiamo, non so se qualcun altro ce l'ha. Sta di fatto che si apre in ogni caso una riflessione - e questa è la riflessione teorica più rilevante di questa fase - su come ci comportiamo in questa fase di transizione, su come ci rapportiamo all'ambiente in questa fase che dovrà inevitabilmente investire i meccanismi dello sviluppo. Non voglio allargarmi troppo nel ragionamento, ma al limite dovrà investire anche il rapporto fra Nord e Sud, fra paesi sviluppati e paesi sottosviluppati; insomma, come sapete tutti, il discorso è molto ampio.

È importante il modo in cui ci comportiamo in questa fase di transizione. Una prima affermazione da fare è che, quando nel decidere un intervento sul territorio ci troviamo di fronte al dilemma fra degrado o conservazione, dobbiamo essere dalla parte della conservazione. Come lo misuriamo però l'intervento, come riusciamo a capire se l'intervento è di degrado oppure no? Qui entra in campo la problematica che discutiamo oggi, vale a dire gli strumenti. La valutazione di impatto ambientale è uno degli strumenti, altri strumenti sono a mio avviso di grande rilievo. Oggi c'è un problema che non è più rinviabile ed è quello di saper leggere il territorio prima di capire come intervenire.

Il territorio, soprattutto della nostra Regione, ha delle aree che devono essere salvaguardate da un punto di vista naturalistico così come sono; ha altre aree in cui il lavoro dell'uomo ha prodotto valori di carattere paesistico-ambientale che devono essere salvaguardati, ha alcune aree in cui è possibile uno sviluppo controllato, ed ha infine delle altre aree in cui l'intervento è stato talmente sbagliato che esse reclamano oggi un intervento di risarcimento e di ripristino. Questa è la lettura che dobbiamo fare del territorio, che ancora non esiste. E qui i ritardi di questa Regione sono clamorosi, perchè su questo terreno dovremmo essere, per le qualità della Valle d'Aosta, una Regione all'avanguardia, ma così non è.

Questa lettura del territorio è fondamentale, perchè nelle prime tre categorie, quelle che ho prima individuato, una valutazione seria dell'impatto ambientale delle opere è un fatto irrinunciabile. Già ci siamo arrivati a pezzi e bocconi, ma nelle prime tre categorie di ambienti che prima ho elencato a nostro avviso una valutazione di impatto ambientale è un fatto utile ed indispensabile.

Questa impostazione che io definisco non di carattere ideologico, ma che poggia su alcuni ragionamenti anche di carattere culturale e scientifico, così come vengono affrontati oggi, è l'impostazione giusta. Qui non si tratta di demonizzare le strade, di demonizzare lo sviluppo o di demonizzare gli impianti di risalita, si tratta di avere strumenti moderni, all'altezza dei tempi, per valutare la qualità di quegli investimenti, l'impatto sull'ambiente, non solo sull'ambiente fisico, ma sull'ambiente nel suo complesso. Questa è la scommessa che il mondo civile oggi ha di fronte, anche con la sollecitazione che è venuta a livello europeo sulla valutazione di impatto ambientale. Da questo punto di vista noi manifestiamo qui un apprezzamento per lo sforzo che ha fatto il partito socialista presentando questa legge. Per quanto ci riguarda, anche in Commissione, presentando degli emendamenti, abbiamo cercato di entrare nell'ottica, di migliorare il provvedimento; quindi, nell'ottica di dare alla Regione questo strumento, ci siamo fermati di fronte alla insensibilità o alla vera e propria ostilità delle altre forze politiche. Su quel testo non si è voluto discutere, si è promesso di discuterlo con le altre cose che sono da venire; noi riteniamo questo un atteggiamento sbagliato e non lo condividiamo, e per queste ragioni ovviamente voteremo il provvedimento.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Baldassarre, ne ha facoltà.

BALDASSARRE - (P.S.D.I.): Sarò breve perchè non starò a ripetere l'illustrazione fatta in modo chiaro dal Consigliere Torrione e dal Consigliere Tonino, però devo evidenziare due fatti che ritengo importanti.

Il primo riguarda la poca credibilità di questa maggioranza. Questa legge è stata presentata nel 1984, siamo al 1988, la Giunta si era impegnata a presentare una legge quadro sull'ambiente, non lo ha fatto, non lo farà, però farà un convegno domani o dopodomani sull'ambiente, convegno che forse è stato affidato ad una società precostituita apposta per poter incassare due-trecento milioni della Regione (saranno questi i costi del convegno che si svolgerà domani).

Questa maggioranza, lo ripeto, si è dimostrata poco affidabile, perchè ha sottovalutato un problema importante quale quello dell'ambiente. Aveva promesso di presentare in Consiglio quattro anni fa una legge-quadro ma non lo ha fatto; aveva assunto un incarico nei confronti della minoranza su questo problema e non lo ha fatto; non lo ha fatto nemmeno nei confronti degli elettori, nei confronti della popolazione valdostana.

Mi permetta il Gruppo socialista di muovergli un piccolo rimprovero: non poteva sperare che questa maggioranza, con la sua arroganza di governare, potesse mantenere certi impegni assunti con la minoranza. Ed ha fatto male il Gruppo socialista ad aspettare quattro anni prima di sottoporre il disegno di legge alla votazione del Consiglio. Di questa votazione già conosciamo l'esito negativo, perchè la maggioranza è insensibile su questi problemi, anche se poi ieri abbiamo assistito (lo evidenziava il Consigliere Torrione) all'affidamento di un incarico per uno studio di impatto ambientale finalizzato all'esecuzione di certi lavori: forse questa è la strada che la Giunta intende seguire, perchè conviene, perchè mancando una legge-quadro si fa quel clientelismo di cui la Giunta va sempre alla ricerca.

La nostra Regione doveva essere all'avanguardia in questo settore, invece siamo a livello di Terzo Mondo, e questo esecutivo non fa niente per raggiungere certi obiettivi importanti per l'ambiente. Non sono un esperto su questo problema, però sono sensibile a questa situazione dell'ambiente; non si può assolutamente oggi bocciare un disegno di legge solo perchè presentato dalla minoranza, portando a motivazione che si sta preparando, da parte dell'Assessorato, uno studio di impatto ambientale: non crediamo a queste cose perchè non siete credibili e non lo sareste neanche nella eventualità che vi impegnaste sin d'ora a promuovere una iniziativa del genere. Forse questo impegno lo troveremo nei vostri programmi di partito al momento delle elezioni, però in cinque anni non avete avuto la forza di affrontare il problema dell'ambiente, che è di vitale importanza.

Dicevo che non volevo entrare nel merito della legge presentata dal Consigliere Torrione, il quale l'ha illustrata in maniera perfetta. Mi auguro che non ci vengano raccontate ancora delle bugie, che si assuma un atteggiamento serio su questa legge; noi la voteremo perchè riteniamo che presentare questa legge sia stato un grosso sforzo del Partito Socialista. La maggioranza non è in grado di proporre alternative; noi invitiamo i Consiglieri, anche quelli della maggioranza, a non fare sempre il gioco dei numeri ed a votare un provvedimento che va incontro alle esigenze della popolazione.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Sandri, ne ha facoltà.

SANDRI - (N.S.): Penso che la giornata di oggi del Consiglio regionale possa essere considerata a buon diritto la giornata di gloria di questo anno dell'ambiente, e questo grazie alla Sinistra che presenta oggi vari provvedimenti di legge che interessano la tutela dell'ambiente. La presenza di progetti di legge della Sinistra sulla tutela dell'ambiente spicca anche per l'assenza di qualsiasi tipo di iniziativa da parte della Giunta regionale.

Di tutti i progetti di legge, quello che abbiamo in discussione in questo momento, cioè le norme sulla valutazione dell'impatto ambientale di opere pubbliche e private, presentato dal Gruppo Socialista, è certamente il più importante dal punto di vista concreto e dal punto di vista della gestione del territorio.

Trovo veramente grave politicamente la responsabilità che questa maggioranza si è assunta, di non essere stata capace di elaborare un provvedimento similare, da confrontare con quello del Partito Socialista. Non voglio ripercorrere questi cinque anni dal punto di vista legislativo-ambientale, perchè sarebbero cinque anni di dolori, di sofferenze, di danni fatti all'ambiente in maniera pervicace, cosciente, potrei quasi dire intenzionale: dalla storia del Super-phoenix, brillante provvedimento più o meno passato sotto il naso dei nostri Dirigenti, che si è rivelato fallimentare, grazie all'incidente di Chernobyl e grazie anche all'incidente della centrale che doveva alimentare questo elettrodotto, sino al dibattito sull'autostrada, in cui sono stati evidenziati almeno tre o quattro punti gravi dal punto di vista dell'impatto ambientale, là dove si è scelto questo tipo di valutazioni che però non hanno avuto nessun effetto dal punto di vista progettuale.

Parto proprio dall'esempio dell'autostrada per cercare di capire a fondo come mai la Giunta regionale rifiuti costantemente di emanare norme su questo argomento. Non che l'esecutivo non faccia delle valutazioni di impatto ambientale - le ha fatte ad esempio nel caso dell'autostrada, anche se tirata per i capelli - ma non vuole arrivare ad una normativa. Il Presidente della Giunta nella sua replica ci risponderà sicuramente: "Noi la valutazione di impatto ambientale la facciamo già tutti i giorni, quindi non c'è bisogno della legge, abbiamo tutto il tempo per farla, per meditarci, anche magari nella prossima legislatura, quando qualcuno più verde di noi sarà presente in Consiglio".

Questa scelta invece è dettata da altre motivazioni: la maggioranza non vuole nessun tipo di normativa perchè così garantisce il proprio potere, la propria filosofia, il proprio modo di comportarsi, la possibilità di un libero arbitrio in questo settore. Troppe volte l'ambiente è diventato un impiccio nel momento in cui la Giunta voleva fare determinate sue operazioni che per metà erano ovviamente delle operazioni edili, anche se poi divise per Assessorato, Agricoltura, Sanità e Lavori Pubblici; quindi ci si ritrova a scontrarsi con dei problemi ambientali. Allora è meglio lasciar perdere la normativa e poi se si può fare si fa, altrimenti si dà assicurazione alla Sinistra che ci comporteremo bene e le cose vadano come vadano.

È stato interessante l'intervento del Consigliere Tonino, perchè ha portato questa grossa caratterizzazione politica nel dibattito: la valutazione di impatto ambientale non è una legge di tutela ambientale"tout court", ma è una legge che incide profondamente sulle scelte politiche di questa Regione e di questa Amministrazione. Il tipo di sviluppo che ha scelto la Giunta presieduta da Rollandin è quello di creare rapidamente le infrastrutture che riteneva opportune per lo sviluppo - che noi chiamiamo pesante - della Valle d'Aosta.

Non che questa problematica sia errata, perchè l'essersi resi conto che mancavano le infrastrutture fondamentali ad un determinato progetto di sviluppo è stato sicuramente un merito della Giunta. Il problema era sul tipo di infrastrutture, su cui non c'è stata nessuna possibilità di dibattito, perché ci sono state imposte costantemente infrastrutture di un certo tipo, estremamente pesanti sul territorio, senza che ci sia stata la possibilità di disquisire sul problema, quindi ponendo chiaramente la Sinistra al di fuori del potere, chiudendola al tempo stesso in un blocco comune, perchè è evidente che noi ragioniamo in termini diversi.

Sono perfettamente d'accordo che esistono delle caratterizzazioni importanti, e se c'è una scelta fra degrado e conservatorismo, anche io sono un conservatore. Ma dirò di più: questo è uno degli elementi fondamentali dell'essere di Sinistra, perchè significa non solo essere un conservatore dell'ambiente, della qualità della vita, ma anche non seguire le mode; invece il vostro amore ambientale, il vostro territorio verde è una moda. Adesso va di moda essere verdi? Allora anche la Giunta regionale si tinge di verde, fa dei manifestini sull'Anno dell'Ambiente, organizza un convegno costruito nei meandri della Giunta regionale senza nessun dibattito; ma questo essere succubi delle mode non è essere dei governanti, è essere dei burattini.

La Sinistra invece si vanta storicamente e nel presente di voler fare delle scelte diverse, cioè di non essere succube delle mode; si vanta di avere nel proprio patrimonio ideologico la tutela dell'ambiente e volere attraverso questo non essere ostacolo del presente, delle richieste di questo o di quell'impresario, di questo o di quel cliente, ma essere progettista del proprio futuro, del futuro della Regione. È questo ciò che la Sinistra intende per capacità di governo.

Credo che gli interventi che sono stati fatti prima dai colleghi socialisti e comunisti volessero proprio esprimere questa capacità e questa volontà.

Per gestire il futuro bisogna soprattutto avere i metodi di lettura ed è chiaramente il metodo di lettura dell'ambiente e delle infrastrutture che possono incidere sull'ambiente, la valutazione di impatto ambientale.

Allora, noi vogliamo usare questo tipo di occhiali per leggere l'ambiente o non lo vogliamo usare? La risposta per quanto riguarda Nuova Sinistra non ho dubbi a darla ed è certamente positiva, perchè - come dice la proposta di legge - salvaguardare le migliori condizioni della vita della popolazione valdostana significa soprattutto salvaguardare la qualità dello sviluppo. Uno sviluppo così caotico come quello che c'è oggi, anche veloce per certi aspetti ma sicuramente assolutamente insensibile a qualsiasi bisogno o esigenza programmatoria, è uno sviluppo votato alla fragilità, alla inconsistenza, all'impatto anche violento contro una crisi che speriamo non sia troppo rapida. Penso che la qualità dello sviluppo sia misurata soprattutto sulle cose concrete, e se c'è una cosa più concreta della valutazione di impatto ambientale penso che sia soltanto la volontà di tutela dell'ambiente.

In questa proposta di legge si deve poi rimarcare un altro fatto estremamente importante: in questa valutazione di impatto ambientale si evince chiaramente come la valutazione può avere in fine del proprio lavoro un risultato positivo, ma anche negativo per l'opera in questione. Quando si fa un progetto di un'opera, la valutazione di impatto ambientale deve poter poi anche incidere sulla non scelta, cioè sulla scelta di non fare quest'opera.

E questo è un altro concetto che è inaccettabile per la Giunta regionale, perchè essa prende le decisioni di opere, come quelle elencate nell'art. 2 della proposta di legge, per altre motivazioni: per esigenze di tipo economico, per esigenze di tipo politico, per esigenze di tipo clientelare, per esigenze di qualsiasi genere, e poi solo successivamente intende vedere se esiste l'impatto ambientale. È questa filosofia che dobbiamo modificare profondamente.

Purtroppo l'opera delle forze di minoranza in Consiglio regionale rimane sempre un'opera a posteriori, perchè passiamo la giornata ad ascoltare telefonate, suggerimenti, insinuazioni, informazioni vere o false su danni ambientali che capitano in Valle d'Aosta, e se dovessi dedicarmi soltanto a questo tipo di attività credo che passerei - con grande felicità per la maggioranza - tutti i giorni della mia vita in giro per la Valle e non in Consiglio regionale. Esiste un diffuso attacco all'ambiente, talmente diffuso che ha delle dimensioni straordinarie, e trovate tutti i punti di segnalazione nell'elenco dell'art. 3: elettrodotti, piste di sci, piste forestali, impianti funiviari, paravalanghe, invasi, insediamenti zootecnici. Questo non è altro che l'elenco delle segnalazioni fatte quotidianamente dai Comuni alle Associazioni ambientaliste, al Gruppo di Nuova Sinistra, probabilmente al Gruppo socialista, comunque ai Gruppi di opposizione.

Faccio questo intervento senza nessuna illusione, perchè il giudizio sulla Giunta regionale è ben chiaro, lo faccio soprattutto rivolgendomi alle altre forze di Sinistra. Ogni tanto qualche dissapore, qualche slealtà può anche capitare fra i vari Gruppi, però penso che una discussione come questa sui temi ambientali ci ritrovi spesso d'accordo, perchè è veramente uno dei capisaldi delle forze progressiste, e credo sia su questi temi che si può costruire una opposizione più forte, una solidarietà di Sinistra, per quelli che nella Sinistra ritrovano i significati che prima citavo.

Voglio fare una ultima considerazione: credo che mai come sul tema dell'ambiente ci si renda conto della incapacità di governo di questa maggioranza. Ho parlato di incapacità di governo e non di scelte soltanto sbagliate intendendo proprio la non volontà, l'incapacità, il non rendersi conto della responsabilità di essere al governo di questa Regione.

Non è possibile lasciare questa Regione andare avanti nel campo ambientale sulla spinta di questo o di quest'altro interesse. Occorre prendere con forza in mano il problema normativo, il problema legislativo, e mettere delle regole che valgano per tutti: per quelli che sono al potere in Regione, per quelli che sono al potere nei Comuni, per quelli che sono le forze economiche e gli interessi privati. Al di fuori di un campo normativo esiste soltanto il libero arbitrio e penso che un grazie sia da rivolgere al Gruppo Socialista in questo caso, perchè ha fatto forse lo sforzo maggiore per dare una normativa a questa Regione.

Si dà atto che alle ore 10,42 assume la Presidenza il Presidente Bondaz.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare l'Assessore all'Agricoltura, Foreste ed Ambiente Naturale Perrin, ne ha facoltà.

PERRIN - (U.V.): Je crois pouvoir affirmer moi aussi que la nature n'est pas, et ne doit pas être, quelque chose de statique, puisqu'autrement il y aurait sa destruction et non son maintien et son développement.

D'ailleurs justement l'homme a toujours agi sur la nature et, en agissant, a rendu l'environnement tel qu'il est; pendants des siècles cet environnement a été conservé justement par l'homme.

Dans une région de montagne telle que la nôtre, la non présence humaine signifierait la destruction. Nous avons déjà eu l'occasion de le dire: si le paysage agraire est celui qui est, c'est parce que l'homme, au cours des siècles l'a façonné, l'a maintenu, l'a conservé. Nous devons donc consciemment agir pour que l'homme puisse continuer à habiter cette Vallée et aider à conserver le paysage.

Je n'ai jamais affirmé que l'agriculteur est le seul écologiste; j'ai affirmé que l'agriculteur est écologiste lorsque son action est bien adressée, parce que justement nous avons fait hier l'exemple des vignobles de Donnas: sans sa présence il y aurait la ruine, la destruction de notre territoire, de notre paysage.

Pour que l'homme puisse donc continuer à travailler sur ce territoire, il faut lui donner les structures, les infrastructures qui lui sont nécessaires; voilà donc la nécessité presque obligatoire d'intervenir une fois encore sur l'environnement, sur le territoire, sur le paysage.

Il faut évidemment essayer de bien adresser ces interventions, de façon qu'il n'y ait pas une destruction du paysage. C'est dans cette direction qu'il faut aller, c'est dans cette direction que, bien ou mal, rapidement ou lentement, les différents Assessorats essaient d'intervenir, en améliorant petit à petit les interventions ainsi que les oeuvres.

C'est vrai qu'il faut de lois-cadres qui interviennent sur cela, et (pour répondre à certaines affirmations) ce n'est pas que le gouvernement régional, ou l'Assessorat mis sous accusation, ne soit pas intervenu. En effet s'il est vrai que, lorsque ce premier projet de loi a été présenté par le parti socialiste, nous avions dit que "Il faudrait envisager ceci dans une loi plus complexe, une loi-cadre qui réglemente tout le problème de l'environnement", il est aussi vrai que le gouvernement régional a présenté ce projet de loi, projet qui a été ensuite arrêté pour des difficultés qui ne sont pas inhérentes uniquement au gouvernement régional. Donc il y a eu la tentative d'intervenir.

Nous ne sommes donc absolument pas contraires à une loi qui réglemente l'impact sur l'environnement; nous disons même que cela est nécessaire à côté de lois plus complexes. Et d'ailleurs si une loi plus complexe a été retardée, o'est aussi parce qu'il y a certains qui travaillent pour l'application de la loi 431 de 1985 et pour la formation d'un plan pour le paysage et le territoire de la Vallée d'Aoste, qui ne peut pas être disjoint d'autres lois qui sont données. Je dirais même que ce plan est à la base de toute la production normative successive, et donc si aujourd'hui nous nous abstiendrons sur ce projet, ce n'est pas parce que nous sommes contraires a ce qu'il y ait une loi. Nous acceptons le principe; ce que nous refusons de ce projet ce sont les modalités et le contenu, que nous devons revoir, que nous sommes prêts à revoir.

Ce projet complètement refondu a la possibilité d'aller de l'avant et donc c'est dans cette direction qu'il faut aller; il faut procéder dans ce secteur par degrés: arrêter le tout de but en blanc ce serait extrêmement dangereux. Et d'ailleurs c'est la philosophie que la C.E.E. a voulu affirmer à travers le règlement sur l'évaluation d'impact sur l'environnement, qui justement a parlé de progression dans l'application de cela. Le règlement est extrêmement clair dans ce sens, et donc il faut procéder de façon graduelle, afin de ne pas bloquer de but en blanc tout type d'activité.

Non seulement, mais je crois qu'il faut mieux définir celles qui sont les procédures ponctuelles d'évaluation sur l'impact, parce qu'en ce moment il nous manque un organisme technique qui ait les structures et les instruments pour parvenir à une juste évaluation, à justement donner son avis, à donner des indications au gouvernement régional, comme aux Communes, sur l'application de cette loi.

Il y a une sélection qui doit être opérée dans les oeuvres; lorsque je vois l'art. 3, je vois une série d'oeuvres qui sont indiquées, sur lesquelles arriver à une évaluation de l'impact pour voir si cette oeuvre doit être réalisée ou non. Je crois que là encore nous sommes contre celle qui a été la philosophie de la C.E.E., qui a quand même fait de grandes différentiations à travers ces oeuvres. On ne peut pas parler tout court par exemple de "elettrodotti", mais il faut quand même faire une distinction à l'intérieur de cette typologie d'oeuvres, parce qu'il y a des électroducs qui n'ont pas besoin de subir un examen sur l'évaluation d'impact sur l'environnement, il y en a d'autres qui en ont besoin.

Lorsqu'on parle de certaines structures, pistes forestières, routes agricoles, communales, régionales, etc., nous devons définir à l'intérieur de ce type d'oeuvres lesquelles doivent être soumises à cette évaluation; on ne peut pas généraliser.

Donc un projet refondu, qui aille dans ce sens, qui indique une application graduelle de la loi, qui réglemente mieux les procédures, qui sélectionne à l'intérieur des différents types d'oeuvres celles qui sont nécessairement soumises au projet d'évaluation d'impact.

Un autre problème dans cette loi: il y a une superposition de temps entre les différents organismes; il faudrait créer un organisme plus souple qui n'aille pas à accumuler les différents temps qui sont nécessaires pour aboutir à un oui ou à un non sur le projet final, parce qu'autrement il y aurait une longueur extrême et le citoyen ce serait soumis à une attente nuisible pour lui-même et pour ses intérêts. Nous avons le devoir, en tant qu'Administrateurs, de donner des réponses rapides à qui nous les demande.

M. Baldassarre disait "la philosophie de la Junte est une autre; on nous a dit qu'on peut arriver à des projets d'impact sans la nécessité d'avoir une loi, ceci parce qu'on veut maintenir la possibilité de charger certains techniciens de faire ces projets. Qu'il y ait la loi ou qu'il n'y ait pas la loi, il faudra forcément charger des techniciens pour rédiger un projet.

D'ailleurs, le projet de loi même le dit, il y a toute une série de documents qui sont demandés pour les oeuvres publiques créées par les Communes ou par l'Administration régionale, qui auront besoin de l'appui des techniciens qui devront produire ces différents projets. Donc ce n'est pas une philosophie du gouvernement, M. Baldassarre, c'est une nécessité qui est d'ailleurs affirmée par ce projet de loi même.

Je répète: nous sommes d'accord sur le principe; ce que nous n'apprécions pas (ou pas suffisamment) dans ce projet de loi ce sont les contenus, les modalités, et c'est pour cela que nous donnons un jugement de suspension à ce projet. Nous sommes prêts à affronter le problème, d'essayer d'arriver dans les temps les plus rapides possibles à une discussion face à un projet qui modifie celui-ci et réglemente le problème, problème qui devient une obligation morale envers la C.E.E., même si l'état italien n'a pas encore reçu ce règlement. Mais au-delà de ce qui arrive dans l'état ou dans d'autres Régions, nous devons nous doter d'instruments nécessaires pour améliorer nos interventions; celui-ci est un de ces instruments, non l'unique; nous voulons y arriver mais de façon différente.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Torrione, ne ha facoltà.

TORRIONE - (P.S.I.): Ho ascoltato con estrema attenzione le considerazioni che l'Assessore Perrin ha fatto sul nostro disegno di legge, e devo esprimere il mio rammarico ed anche una sorta di mortificazione che prova un Consigliere regionale nello svolgere il suo compito.

Credo che il discorso fra maggioranza ed opposizione, se non vuole essere uno stupido gioco delle parti, deve favorire essenzialmente un confronto sui problemi, un confronto sulle cose, un confronto sulle diverse impostazioni. Chiedo all'Assessore se crede che questo confronto ci sia stato dal 1984 ad oggi su questo provvedimento di legge.

Abbiamo presentato questo disegno di legge dicendo che eravamo aperti a qualsiasi tipo di considerazione - tanto che il Partito Comunista aveva fatto addirittura pervenire degli emendamenti scritti - che eravamo disposti a rinunciare alla paternità del provvedimento se la Giunta ne presentava uno. Non mi si venga a dire alla fine "Noi siamo d'accordo sui principi, non sul contenuto", perchè abbiamo avuto quattro anni per trovare l'accordo sul contenuto! Le ragioni sono altre, perchè questa non sta in piedi dal punto di vista della logica.

È per questo che a volte poi ci si arrocca su certe posizioni, perchè questa non è una motivazione. L'Assessore dice che bisogna procedere con gradualità: dal 1984 al 1988 sono passati quattro anni ed avevamo tutta la possibilità di essere graduali, ma a tempi storici e non a tempi reali. Il rimprovero che faccio all'Assessore ed alla Giunta è di aver rifiutato aprioristicamente il confronto, perchè questo disegno di legge è arrivato in Commissione almeno 10 volte; ho anche preteso (se mi si consente l'espressione) la presenza dell'Assessore perchè mi dicesse cosa voleva cambiare.

È qui che a mio avviso si svilisce l'attività del Consiglio. Non si può venire a dire da parte dell'Assessore, alla fine di questo iter travagliato e lungo, che si è d'accordo sul principio ma non sui contenuti, perchè se avessi preteso un esame della legge in dieci giorni le ragioni dell'Assessore sarebbero ineccepibili, ma ho aspettato quattro anni. Dico questo non per una questione (penso che la Giunta me lo possa accordare) di rivendicare la paternità di questa legge, ma perchè crediamo che una legge sull'impatto ambientale sia di fondamentale importanza, non solo per la salvaguardia della nostra Regione da un punto di vista ambientale, ma anche per ipotizzare un certo tipo di sviluppo della nostra Regione. Non tutto può star bene in questa nostra Regione, quindi dobbiamo selezionare anche quello che ci sta bene e quello che non ci sta bene.

Mi ero reso conto, e lo dico con estrema franchezza, che nel 1984 questo disegno di legge aveva un difetto di fondo: era per certi versi di una novità assoluta rispetto a questo tipo di realtà; nel 1988 il disegno di legge questa caratteristica non l'ha più, perchè tutti riconosciamo che è necessario ed indispensabile - ma ce lo ripetiamo solo a parole - un discorso che vada in questo senso. Tutti quanti ribadiamo, anche con passione, che una legge sull'impatto ambientale è ormai improcrastinabile: allora non possiamo da una parte affermare una cosa e poi smentirla quando nei fatti abbiamo la possibilità di legiferare. L'Assessore diceva che la direttiva CEE non è stata ancora recepita dallo Stato italiano; ma credo che sia un presupposto essenziale dell'autonomia quello di non aspettare che lo Stato si metta in moto - lo ha riconosciuto anche lo stesso Assessore e in questo gli do ragione - ma poter affrontare certi tipi di tematiche anche in assenza di una normativa generale dello Stato, anche in assenza di un vuoto legislativo dello Stato. Noi avevamo tutte le capacità e le competenze legislative per farlo, e non lo stiamo facendo.

L'Assessore ha parlato di approccio con gradualità; ho segnato elettrodotti, ma capisco anche io che non tutti gli elettrodotti possono avere un impatto sul territorio nella stessa misura: molta differenza c'è fra una centralina che serve ad usi agricoli e un elettrodotto del Superphoenix o la costruzione di un invaso per la produzione di energia elettrica su scala nazionale. Se l'Assessore mi avesse chiesto di non mettere tutti gli elettrodotti, ma di fare una selezione, io avrei detto di sì; sulle piste forestali - su cui la battaglia andrà fatta perchè questo discorso è una esigenza vitale della nostra Regione - bastava dire che certi tipi di piste erano ammesse ed altre no, ed il Partito Socialista sarebbe stato d'accordo.

Per quanto riguarda gli impianti funiviari e di risalita, ieri abbiamo visto alcuni impianti che hanno una incidenza minima, anche perchè hanno uno scopo sociale; la procedura di impatto su quel genere di impianti non andava bene, ma su quello dello Checrouit era indispensabile, perchè abbiamo speso 3 miliardi per risistemare quell'ambito territoriale.

Queste sono le considerazioni amare che un Consigliere fa, anche perchè costringe certuni a dire alcune cose, a sentire la controparte che si dichiara d'accordo sul principio ma che, arrivati al dunque, non è più d'accordo. Allora veramente questo è uno sterile gioco che non produce niente, ed alla fine si sostanzia in un giudizio politico. Nel settore della politica ambientale non possiamo dire che questa Giunta sia stata all'avanguardia, perchè probabilmente il discorso non era maturo all'interno della maggioranza. La legge quadro sull'ambiente non l'ha sconfitta la minoranza, l'ha sconfitta la maggioranza; dico questo con rammarico, perchè il provvedimento avrebbe collocato comunque la nostra Regione all'avanguardia, pur con tutti i limiti che poteva avere, e al riparo da assalti che sono venuti al nostro territorio in maniera dissennata. Credo che l'Assessore fosse in buona fede quando ha organizzato il discorso del convegno sul territorio verde, però quando si va ad un convegno bisogna anche dire quello che la Regione ha fatto in concreto per la difesa dell'ambiente e del territorio. È necessario dircele queste cose perchè allora il confronto diventa produttivo; l'andare ad elencare le benemerenze della Giunta quando il giorno prima si è bocciato una legge sull'impatto ambientale è perlomeno imbarazzante.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta, ne ha facoltà.

ROLLANDIN - (U.V.): Les interventions des présentateurs de la loi et des autres Conseillers qui ont pris la parole ont mis en évidence les avantages et les mérites de ce projet. Un mérite est sans doute celui de rendre compactes les forces de la minorité, même s'il y a quelques petits problèmes, car d'un côté j'entends M. Sandri parler d'une certaine façon de l'autoroute et je sais que de l'autre il y a des positions différentes.

Le fait d'avoir eu l'exigence depuis la présentation de cette loi de faire toute une série d'évaluations et d'avoir eu pendant ces années toute une série d'attitudes par rapport à l'environnement, je crois que c'était nécessaire de l'expliquer, comme l'a fait l'Assesseur.

J'ai entendu dire que le choix est entre "degrado e conservazione"; là il n'y a pas de doutes et nous avons aussi la possibilité de démontrer qu'on est pour la conservation, et on fera des exemples. Justement dans le programme qu'on a présenté et qu'on a réalisé pendant ces années on a exactement conservé le patrimoine existant, et là nous aurons la possibilité de le démontrer. Ce serait trop simple de dire qu'en prévoyant une loi de ce genre on a résolu les problèmes de l'environnement; sans doute au moment où le projet a été présenté, il voulait faire réfléchir d'une certaine façon sur les réalisations que l'Administration régionale a prévues pour une certaine période. Par la suite il y a eu la Direttiva CEE de 1985, il y a eu la loi n° 431, il y a eu toute une série d'évaluations. C'est vrai, et nous l'avons toujours dit, que c'était indispensable qu'il y ait un maintien de choix au niveau de notre autonomie, mais en même temps on ne doit pas oublier que notre Région avait déjà pu être à l'avantgarde dans certains secteurs, déjà d'après l'année '60, avec la loi n° 3, qui n'a pas été acceptée.

Et alors, après certaines expériences, ce que nous reprochons de plus en plus à l'état c'est que les lois qui sont approuvées ont toujours cette petite formule: "con carattere di grande rilevanza economico-sociale", ce qui empêche chaque jour de porter en avant des choix autonomes. Face à certains problèmes, même à ce niveau, on avait prévu d'examiner avec attention et de donner application pratique soit à la directive CEE qu'à la loi n° 431. Personne peut dire qu'il y a une autre Région qui a fait avec si d'attention certaines oeuvres, car pour l'autoroute nous avons fait certains choix, mais aussi pour les autres interventions qui pouvaient avoir un impact sur l'environnement les forces de la majorité ont choisi d'avoir des renseignements dans ce sens.

Mais un problème, dont personne a parlé, c'est que, soit sur l'interprétation de l'art. 3 de la directive CEE que sur l'application de la loi n° 431, il n'y a pas une voix unanime: il faut donner une interprétation, et dans ce sens, comme disait l'Assesseur, il faut aller de l'avant par degrés.

Au niveau de programmes pour le secteur des travaux publics, de l'agriculture, du tourisme, on a toujours donné l'importance due à l'environnement. Un exemple (toujours le même) qui est fait pour dire que la Junte n'a pas su défendre l'environnement est celui du Superphoenix. Je répète encore une fois que le choix du Superphoenix a été pris par le gouvernement central; j'ai déjà déclaré que nous sommes disponibles à éliminer le Superphoenix et nous ferons une proposition dans ce sens.

Alors là c'est trop simple de faire ici certaines affirmations, et les mêmes personnes qui ont prêché contre certaines oeuvres des travaux publics, je ne les ai jamais entendu dire un mot contre ce qui s'est passé tout près du pont de l'Equiliva, contre ce barrage qui a été construit par le chemin de fer.

En même temps sur la cohérence, M. Baldassarre nous reproche de ne pas avoir de compétence sur ce problème; je sais qu'au niveau régional les choses se passent de façon différente qu'à Rome, mais si la sensibilité pour les problèmes de l'environnement c'est la loi sur "le condono edilizio", il y aurait beaucoup à dire ... Alors là un minimum de réflexion il faudrait le faire sur certains problèmes.

Je veux rappeler les initiatives que nous avons prises pour défendre l'environnement, même en construisant des routes qui ont défendu notre Région contre les incendies. Si vous allez voir ce qui se passe dans d'autres Régions par rapport à la Vallée d'Aoste, je crois que là la réflexion est absolue, et la nôtre o'est une des Régions qui a la plus large extension de bois.

L'art. 3 de la délibération de la CEE dit "valutare l'impatto ambientale; individua, descrivi e valuta in modo appropriato per ciascun caso particolare gli effetti diretti ed indiretti di un progetto sui seguenti fattori: l'uomo, la fauna, la flora, il suolo, l'acqua, l'aria, il clima, il paesaggio". Les oeuvres qu'on a depuis longtemps portées en avant de la part des différents Assessorats pour prévenir la pollution au niveau d'épurateurs dés égouts: je crois qu'il n'y a aucune autre Région en Italie qui a fait des efforts de ce genre dans ce sens.

Les projets pour les ordures, pour le petit-lait: ces projets ne sont-il spas des applications pratiques de ce que l'on entend pour impact sur l'environnement?

Moi je peux assurer M. Torrione que nous étions dans l'idée de présenter le plus tôt un projet; si on s'abstient aujourd'hui ce n'est pas simplement parce que la loi a été présentée par l'opposition, et nous l'avons démontré dans d'autres cas. Donc il s'agit d'évaluer d'une façon sérieuse ce qu'on veut signifier par impact sur l'environnement. Quelqu'un a fait l'exemple des pistes de ski; mais là aussi cette Junte a pris une décision qui était même difficile: elle a décidé d'examiner dans son ensemble les domaines skiables, en arrêtant n'importe quelle initiative.

Un autre choix que tout le monde a oublié c'est le fait qu'on a obligé les Communes à présenter le plan d'aménagement. Nous avons décidé de donner application à la loi n° 431, ex loi Galasso, en prévoyant le Comité scientifique, ainsi que toute une série d'études qui sont en train d'être faites pour donner l'idée du développement définitif, afin qu'il n'y ait pas uniquement des limites sur les oeuvres, mais il y ait une possibilité de suivre dans son ensemble le développement de notre Région. Si c'est dans ce sens j'accepte qu'il y ait un engagement, mais la loi devrait donner des idées et être en même temps conforme à certaines adresses qu'on est en train d'étudier. Voilà donc les raisons pour lesquelles on est en retard, non pas sur la présentation d'un projet de loi, car il ne s'agit pas de présenter un projet de loi, mais quand même de donner nos suggestions sur un problème de ce genre.

En même temps, sur certaines oeuvres on a quand même présenté des études sur l'impact d'environnement, mais là il faut aussi être honnêtes: à présent on a dû se servir de professionnels qui venaient d'ailleurs, en revanche (et c'est une requête que nous avons examinée avec les Ordres professionnels) il faudrait préparer des techniciens dans notre Région pour faire des études de ce genre. Là c'est un problème réel.

En avouant qu'on est d'accord sur le fait qu'il y ait cette attention, il faut dire que ce n'est pas la loi qui résout le problème, car elle est sans doute nécessaire, mais donne seulement des adresses: les mêmes qui on a essayé d'appliquer en suivant les adresses qui sont généralisées au niveau européen et qui seront d'ici peu reprises par l'état italien.

Il faut examiner le problème de l'environnement dans son ensemble sur ce qui s'est passé, pas seulement au niveau de programmes de l'Administration régionale, mais aussi sur les effets de certaines interventions. On a accepté de prendre acte qu'il y avait des difficultés dans certains secteurs et on a même engagé de l'argent pour reprendre certains problèmes; personne ne pourra jamais dire que cette Junte n'est pas sensible à ces problèmes, au contraire, on a examiné tous les problèmes en fonction de l'environnement.

Il ne s'agit pas de dire que l'unique à protéger l'environnement est une force politique ou une autre, car toutes les forces politiques sont sensibles à ce problème. Il s'agit justement de trouver la façon la meilleure pour présenter soit un projet de loi qu'un règlement qui puisse être à même de suivre les problèmes en connaissant la réalité de notre Vallée. C'est pour ces raisons qu'on doit s'abstenir; j'espère qu'il y ait la possibilité de reprendre ce problème avant la fin de la législature. Ce n'est sans doute pas avec satisfaction qu'on dit qu'on est en retard, mais le retard est justifié par le fait qu'on a donné application à certains problèmes et en même temps on a suivi certaines règles en prévoyant d'arriver le plus tôt possible à un discours complet sur le développement de notre Région.

Si dà atto che alle ore 11,14 assume la Presidenza il Vicepresidente Dolchi.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Baldassarre, per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.

BALDASSARRE-(P.S.D.I.): Ribadisco il mio voto favorevole alla proposta di legge sull'impatto ambientale.

È sorprendente sentir dire che si è d'accordo sul principio di questa legge, è sorprendente sapere che domani c'è un convegno sull'ambiente, promosso dalla Giunta, e che verrà oggi bocciata dalla Giunta, alla vigilia del convegno, una proposta di legge sull'ambiente.

Nell'intervento del Presidente della Giunta c'è stata una contraddizione che poi potremo evidenziare, però non voglio creare della polemica; è doveroso comunque rispondere al Presidente su un fatto. Il Presidente ha dichiarato di voler eliminare il Superphoenix e noi siamo d'accordo, è stata una decisione del Governo centrale, ma il Presidente deve sottolineare che i nostri Parlamentari hanno sempre appoggiato questa iniziativa, votando a favore dei governi, ed oggi l'On. Caveri sta votando la finanziaria, quindi sta votando la fiducia al Governo attuale. Non possiamo scaricare sempre le responsabilità sul Governo centrale.

È vero, siamo stati protagonisti come socialdemocratici nel condono edilizio, ma non si poteva fare altrimenti. Ma anche 1400 km. di strada in Valle d'Aosta sono una violenza all'ambiente, e non essere competenti, come ho dichiarato e ribadisco, non significa non amare la natura.

Voterò questo provvedimento.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Tonino, ne ha facoltà.

TONINO - (P.C.I.): Voglio dire prima di tutto che non sono convincenti le argomentazioni della Giunta. Su questo terreno, l'ho detto nel primo intervento e ora lo ripeto, la Valle d'Aosta perde una occasione, perchè a mio avviso la discussione non può essere fatta nei termini di chi è il primo, chi è il secondo. Ho sentito il Presidente della Giunta dire che siamo una delle Regioni più avanzate d'Italia su questo terreno: a me una discussione di questo tipo non interessa. Bisogna dimostrarlo che siamo i primi nel settore della tutela dell'ambiente.

Valuto adesso questi fatti; oggi è un problema di strumenti la regolamentazione dell'intervento sul territorio in rapporto all'ambiente, ed allora io verifico che si è aspettato due anni dopo l'entrata in vigore della Galasso per decidere i progettisti, e non so ancora quando finirà questo tipo di lavoro, mentre altre Regioni si sono date già lo strumento. Questo non è un elemento di merito della Valle d'Aosta, e registriamo qui un gravissimo ritardo.

Su questo aspetto poi della valutazione di impatto ambientale, a parte il fatto davvero scandaloso di stare quattro anni senza entrare nel merito, voglio aprire subito un inciso, perchè non accetto neanche la giustificazione dell'Assessore Perrin, il quale sembra adesso dare la colpa alle Commissioni riguardo alla proposta di legge che riguarda l'intervento sull'ambiente, e voglio ricostruire i fatti. La Giunta ha presentato un provvedimento, la Commissione ha fatto un esame serio di analisi ed ha presentato osservazioni scritte da più parti; questo è avvenuto un anno fa o forse più. Adesso pare che la cosa sia ferma per responsabilità della Commissione, quando questa Giunta, se vuole, stravolge anche le regole del Consiglio per far passare dei provvedimenti.

(L'Assessore Perrin, fuori microfono, contesta l'affermazione del Consigliere Tonino).

Questo è quanto abbiamo capito; "per responsabilità non della Giunta" è stato detto, parole testuali, e invece lì è responsabilità della Giunta; è anche quello il segno che questo problema viene affrontato come un problema qualsiasi, mentre a nostro avviso va affrontato oggi con tempi che sono diversi, con impegno che deve essere diverso da quello dimostrato finora, e in questo senso parlavo di perdita di un'occasione, perché in realtà siamo a rimorchio dello Stato. Sulla Galasso, Presidente, noi dobbiamo cospargerci il capo di cenere, perchè avevamo le competenze, non le abbiamo utilizzate e faremo i piani paesistici perchè ce lo impone una legge dello Stato. È una vergogna sul piano dell'autonomia!

(... Interruzione del Presidente della Giunta ...)

Vengo alla legge n. 3. Quello è stato un momento altissimo di elaborazione da parte di questa nostra Regione, è stato un momento altissimo anche di repressione da parte dello Stato, ma non dimentichiamo che poi abbiamo vissuto in queste Regioni periodi di basso livello su quel terreno, e questo è un giudizio obiettivo che dobbiamo dare, perchè quelle potestà legislative non abbiamo neanche più tentato di riprendercele. Oggi noi ripercorriamo la strada del 1960 su sollecitazione dello Stato e non per iniziativa della Regione: questa mi pare la sostanza dei fatti. Su questo argomento è lo stesso.

Mi auguro che la Giunta non ripeta più che siccome non c'è la legge-quadro dello Stato noi non ci muoviamo su questo terreno; è stato detto anche oggi...

(Nuove contestazioni da parte dell'Assessore Perrin e del Consigliere Segretario Tamone)

Sono pronto a tornare indietro se non ho capito bene; se l'interpretazione della Giunta è uguale alla nostra ne sono felice; dimostra allora che è altrettanto sbagliato non averlo fatto e in questo senso noi avremmo davvero rappresentato su questo terreno un qualcosa di propositivo, non solo per i Valdostani ma per il paese intero.

Al di là delle polemiche a me pare che questa sia la sostanza; quindi, sul piano dei contenuti, che più contano, credo che rinunceremo in questa legislatura, in questo campo, ad avere degli strumenti. Mi auguro che almeno quella legge possa essere approvata prima della fine della legislatura, però manifesto qui il mio scetticismo: non ci credo, così come non credo che andranno avanti altre iniziative. E questa è la ragione per cui voteremo questo provvedimento.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Sandri, ne ha facoltà.

SANDRI - (N.S.): Mi sembra che il dibattito abbia portato in luce una grave differenza e spaccatura all'interno del Consiglio regionale su questo tema; una spaccatura tanto più profonda quanto da parte della maggioranza si vuole rivendicare dei meriti che non esistono.

Credo che il Presidente della Giunta dica un falso quando afferma che nessuno ha mai segnalato quell'orrendo paramassi che è stato fatto al ponte dell'Equiliva. Avrei voluto che il Presidente della Giunta fosse venuto a vedere la mostra che Nuova Sinistra ha organizzato insieme a Valle d'Aosta Ambiente e ad altre Associazioni ambientalistiche sul degrado della Valle d'Aosta, presso le Porte Pretoriane nell'agosto 1987, mostra il cui manifesto di presentazione era quella bellissima vista del Monte Bianco, che arretrata di 300 mt. faceva vedere quel tipo di paramassi. Quindi, ben prima di lui avevamo dimostrato una attenzione anche in questo particolare tipo di impatto.

Penso che ci potremmo divertire ad elencare i fatti negativi che sono successi in questi anni, ma non voglio andare troppo indietro nel tempo e mi riferisco solo a ieri. Giusto ieri in questo Consiglio, signor Presidente, si parlava di Verzignolette, una pista forestale brillante che anche l'Assessore Perrin ammette essere stato un errore nella sua ideazione. Solo ieri è stata approvata una brillantissima legge sullo sci alpino in cui non si norma niente, nel senso che si è fatta una scatola talmente larga in cui ci stiamo tutti dentro. Questo eliski comprende anche tutta la sinistra orografica della Val Ferret, con brillanti ripercussioni dal punto di vista del rumore su quel comprensorio.

Se andiamo a vedere con calma l'attività di questa Giunta regionale, possiamo trovare centinaia di esempi, non soltanto nelle segnalazioni che vengono fatte ai partiti di opposizione, ma anche in quelle della Giunta regionale, in cui si è andato a chiudere questa falla, modificare quel progetto, la scuola di Gressan che affonda, e così via; è un susseguirsi incredibile di leggerezze.

Ma se di una cosa la Giunta regionale si può vantare dal punto di vista dell'attenzione ambientale, è non soltanto il problema degli strumenti, che abbiamo affrontato nella precedente tornata di discussione generale, ma anche quello degli obiettivi. Il Parco Nazionale del Gran Paradiso il Presidente della Giunta non l'ha presentato come un suo fiore all'occhiello, ma è sicuramente un fiore all'occhiello di questa Giunta. Il Parco è ormai una realtà totalmente slegata dalla nostra Regione; non siamo certo noi che siamo andati ad aizzare le idee assurde e false che sono state impiantate nella popolazione di Valsavarenche, non siamo certo noi che aizziamo l'odio contro il Parco, che ovviamente in questa situazione non c'entra niente, perchè se c'è un dibattito in piedi è tra la Valle d'Aosta e lo Stato italiano, non certo tra noi e lo Stato italiano. E potremmo continuare per molto tempo.

Credo che il voto positivo, e spero compatto, delle opposizioni su questo provvedimento di legge sia un voto che discerna chi tiene all'ambiente e chi no.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Torrione, ne ha facoltà.

TORRIONE - (P.S.I.): Se non altro questa discussione ha avuto il pregio di fare il punto sulla situazione della tutela ambientale in Valle d'Aosta, ed ognuno di noi avrà la possibilità di trarre le conclusioni su un argomento che credo non possa più essere ulteriormente sottovalutato. Il problema della tutela ambientale, il problema dell'ambiente, va assunto come elemento centrale di una politica a difesa della Valle d'Aosta: questo è il dato di fondo incontestabile. Almeno su questo principio le differenze fra opposizione e maggioranza credo che siano molto minori di quello che non possono sembrare su un provvedimento specifico, cosa che quattro anni fa non era neanche acquisita. Sotto questo aspetto bisogna dare atto al Presidente Rollandin di aver riportato il problema della tutela ambientale come elemento di una certa centralità.

È chiaro che da questa affermazione a passi successivi la strada è ancora lunga e tormentata e le divisioni esistono. Vorrei dire al Presidente che nel momento della sua assenza ho citato alcuni elementi che forse non ha ascoltato, aspetti negativi che non riguardano solo la Giunta regionale. Noi in quest'aula, difendendo l'autostrada, avevamo detto che la ferrovia, per costruirla in Valle d'Aosta, o per raddoppiarla o per renderla funzionale, avrebbe avuto un impatto deleterio sull'ambiente, è un dato di fatto incontestabile; il ponte dell'Equiliva è sintomatico di come si possa procedere anche in un settore di questo tipo.

Questo mi dà la possibilità di dire che ormai qualsiasi intervento sul territorio della nostra Regione diventa un intervento che va fatto con estrema cautela; non possiamo più permetterci dei lussi: o autostrada o ferrovia, o pista forestale o pista interpoderale, o elettrodotto o non elettrodotto. Ormai noi dobbiamo guardare questo territorio con una attenzione di tipo religioso; la nostra spiritualità (e qui torna un discorso che ci ha coinvolto) si dimostrerà anche in questo nostro atteggiamento, perchè le cose per farle bisogna anche amarle. Sotto questo aspetto credo sia un atto d'amore degli amministratori della nostra Regione avere un riguardo estremo, quasi religioso.

Quando abbiamo fatto il discorso della spiritualità, Presidente, ho fatto un discorso che guardava indietro, a cui credo, perchè sulla legge n. 3/60 dobbiamo toglierci tanto di cappello nei confronti di chi l'ha approvata; dobbiamo anche qui fare una revisione critica di chi ha amministrato questa Regione, perchè sarebbe cambiata l'intera impostazione di tipo urbanistico e di tipo ambientale se avessimo avuto non cassato dalla Corte Costituzionale quel piccolo articoletto. Questo è un rammarico e dobbiamo dire che quella legge del 1960 era frutto di una preveggenza politica che raramente si è dimostrata nella storia della nostra autonomia.

Vorrei che su questo argomento si andasse al di là dello schieramento. Credo anche ad una cultura di Sinistra; un giorno ho fatto questa affermazione all'interno del mio partito e mi si è detto che non esiste una cultura della Sinistra; credo invece che esista una cultura della Sinistra che ha consentito poi di assumere determinati atteggiamenti politici. Tuttavia credo che questa cultura non debba appartenere soltanto alla Sinistra, ma possa essere patrimonio anche di altre forze politiche. In questo ci credo e sono convinto che questa acquisizione di tipo culturale vada fatta. Il discorso dell'ambiente non deve essere più di contrapposizione, ma di affinamento, il che è sostanzialmente diverso; questo discorso non deve più dividere, ma deve unire: bisogna capovolgere la logica perchè non possiamo più aspettare.

Questo argomento può essere segnato come una occasione mancata; non voglio dire che tutto non sia stato fatto, ma è una occasione perduta, e perdere del tempo nella materia della tutela ambientale significa non fare gli interessi della nostra Regione. Un'occasione non colta significa rinviare la soluzione di un problema per anni, perchè a volte le situazioni politiche condizionano la presa di posizione di questo Consiglio.

Credo che non si possa più procedere così: l'ambiente, il territorio della nostra Regione non possono più aspettare, non possono aspettare l'inerzia del legislatore. Nel dare voto favorevole a questa nostra legge dico che la prossima legislatura dovrà dimostrare anche l'abilità, la sensibilità, l'amore di questo Consiglio nei confronti della nostra regione, permeando la legislazione regionale di atti che riguardano la tutela ambientale. Se questo succederà, forse avremo fatto un grosso favore a questo magnifico paesaggio che è la nostra regione, avremo fatto un grosso favore all'autonomia valdostana.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Mafrica, ne ha facoltà.

MAFRICA - (P.C.I.): Ribadisco il voto favorevole al progetto di legge del Gruppo socialista e ribadisco il giudizio negativo sull'atteggiamento della Giunta.

Si dice che siano stati dati incarichi per verificare di fatto, in casi concreti, se era opportuno procedere in un modo o nell'altro; siamo dell'idea che quello non sia il sistema giusto, che occorra una legge, un quadro generale valido per tutti i casi, perchè occorre avere un indirizzo valido e non affidarsi all'intuizione per la necessità di una valutazione o meno dell'impatto ambientale.

Concordo quindi pienamente con quanto è stato detto dagli altri Consiglieri della Sinistra, sulla necessità che la difesa dell'ambiente per uno sviluppo nuovo sia un quadro di riferimento che precede tutti gli atti politici, e non segua caso per caso le diverse iniziative.

Voglio anche replicare ad alcune affermazioni del Presidente della Giunta, il quale a mio giudizio ha sbagliato in quel caso. Il Presidente della Giunta ha lanciato una sfida, se ben ho capito, per lo smantellamento dell'elettrodotto del Superphoenix, affermando che è stato lo Stato ad imporre alla Regione quest'opera.

A noi risulta che lo Stato abbia chiesto, ma che la Regione abbia dato i pareri necessari senza resistere in alcune modo, e che il ripristino sia avvenuto soltanto dopo che le forze di Sinistra avevano sollevato il problema. Non siamo al corrente e preghiamo il Presidente di farci avere dei documenti che dimostrino una resistenza della Regione a questa richiesta del Governo, prima della iniziativa delle forze di opposizione.

In quanto poi alla coerenza, che è un altro dei temi che saranno dibattuti nel corso della campagna elettorale dei partiti qui e a Roma, proprio sul tema del Superphoenix voglio ricordare al Presidente della Giunta che durante la recente votazione sui referendum ci sono stati dei partiti che si sono pronunciati perchè non si facciano più cose di questo tipo, chiedendo che l'ENEL non partecipi a programmi per il trasporto di energia elettrica da altri paesi in Italia. Ci sono partiti che fanno parte della Giunta, come la Democrazia Cristiana, che hanno detto di votare no; ci sono partiti che fanno parte della maggioranza, come il Partito Repubblicano, che hanno detto di votare no. Quindi la coerenza, Presidente, noi siamo pronti a dimostrarla sempre e pensiamo di averlo fatto. Crediamo che sia la Giunta, la maggioranza, a doverla verificare al suo interno.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Aloisi, ne ha facoltà.

ALOISI - (M.S.I.): È stato sicuramente signor Presidente, un ampio ed approfondito dibattito quello su questa proposta di legge del Gruppo socialista; è stato un dibattito interessante che però ha messo in evidenza ancora una volta quella che è l'arroganza e la prepotenza di questa Giunta.

Perchè dico arroganza e prepotenza? Perchè ogni qualvolta da parte di un Gruppo politico di opposizione viene presentata una proposta di legge o qualsiasi altra proposta costruttiva, sistematicamente da questa maggioranza, da questa Giunta, viene emarginata, viene bocciata. E questo non succede solo oggi, ma succede da cinque anni a questa parte.

Ricordo, solo per citare, una proposta di legge che avevo presentato alcuni mesi or sono sulla prevenzione, diagnosi e cura dell'AIDS in Valle d'Aosta, la quale con l'adozione di quella legge sarebbe stata la seconda Regione italiana a dotarsi di una normativa del genere: la proposta è stata messa in un cantuccio ed ancora adesso sto aspettando dall'Assessore di sapere se e come verrà discussa e portata avanti. Questa è la dimostrazione che da parte di questa Giunta non c'è alcuna volontà di collaborazione; questo è forse l'elemento più negativo che emerge da questo dibattito, perchè una forza politica che voglia dare il suo apporto costruttivo per risolvere i problemi, per andare incontro alle esigenze della collettività, si trova sempre e sistematicamente un muro di fronte; però a sua volta la Giunta fa tesoro di queste proposte, di queste idee, e presenterà fra qualche mese la stessa proposta di legge, probabilmente un po' modificata, che dirà comunque le stesse cose.

Ecco qual è l'atteggiamento di questa maggioranza e di questa Giunta, che noi come Movimento Sociale Italiano condanniamo nel modo più categorico, ed è per questo che dichiaro il voto favorevole del Movimento Sociale Italiano a questa proposta di legge.

Volevo solo fare una piccola citazione sulla questione del Superphoenix. Volevo ricordare che la Valle d'Aosta non è una repubblica a sè stante, la Valle d'Aosta è una Regione che fa parte della nazione italiana: nel momento in cui vi è necessità da parte della collettività nazionale di avere questo trasporto di energia, che non deve servire solo a noi ma deve servire anche ad altre Regioni che ne hanno necessità e di cui è improrogabile il passaggio in questa Regione, è dovere di ogni forza politica, anche autonomistica, pensare innanzitutto all'interesse generale dello Stato e della nazione italiana. Facciamo tutti parte della collettività nazionale.

Detto questo, ricordo il voto favorevole del Movimento Sociale Italiano.

PRESIDENTE: Si passa all'esame dell'articolato. Do lettura dell'art. 1:

ART. 1

Impatto ambientale - Finalità

Al fine di salvaguardare le migliori condizioni di vita della popolazione valdostana, nel quadro di una effettiva politica di tutela ambientale, è introdotta la procedura di valutazione dell'impatto ambientale volta a determina re, in via preventiva, l'impatto sull'ambiente e sul territorio degli interventi di cui ai successivi articoli della presente legge, in conformità a recenti indirizzi della Comunità Economica Europea.

PRESIDENTE: Pongo in votazione l'articolo l:

ESITO DELLA VOTAZIONE

Presenti: 32

Votanti: 12

Favorevoli: 12

Astenuti: 20 (Beneforti, Bondaz, Borbey, Chabod, De Grandis, Faval, Fosson, Lanièce, Lanivi, Maquignaz, Marcoz, Martin, Pedrini, Perrin, Ricco, Rolando, Rollandin, Stévenin, Tamone e Voyat)

Il Consiglio non approva

PRESIDENTE: Non essendo stato approvato il primo articolo della proposta di legge regionale in esame, la proposta si intende respinta. Do lettura dei restanti articoli della legge:

ART. 2

Contenuto dell'impatto ambientale

La procedura di impatto ambientale consiste nella preventiva verifica dell'incidenza complessiva degli interventi che riguardano prevalentemente il territorio della Valle d'Aosta sui vari elementi che costituiscono l'ambiente naturale e antropico e più specificatamente:

- aria, acqua, suolo;

- flora, fauna;

- ambiente edificato, patrimonio archeologico, architettonico e paesaggistico;

- condizioni di salute in generale della popolazione.

La procedura è altresì introdotta anche in relazione alla necessità di mantenere le capacità riproduttive degli ecosistemi e la molteplicità delle specie animali.

ART. 3

Interventi soggetti a procedura

Negli ambiti territoriali in cui le vigenti disposizioni urbanistiche prevedono gli interventi di cui al comma successivo, il committente pubblico o privato deve esperire, in via pregiudiziale, la procedura di impatto ambientale.

La procedura, il cui esito deve essere favorevole, è prevista nel caso di realizzazioni di:

a) impianti per i quali siano previste attività estrattive con movimenti di terra e per attività di escavazioni fluviali;

b) opere di arginatura di fiumi o torrenti;

c) impianti per l'estrazione e il trattamento dei minerali;

d) impianti industriali di qualsiasi tipo compresi quelli per la produzione di energia elettrica;

e) impianti per lo stoccaggio ed il trattamento dei rifiuti solidi;

f) insediamenti zootecnici a caratteristiche industriali;

g) invasi per la produzione di energia elettrica;

h) infrastrutture ferroviarie;

i) strade interpoderali, comunali, regionali, statali ed autostrade;

l) elettrodotti;

m) piste di sci, piste forestali;

n) impianti funiviari e di risalita;

o) paravalanghe.

Lo procedura di impatto ambientale si applica, secondo modalità stabilite con apposito provvedimento della Giunta regionale, anche per interventi previsti dal comma precedente e realizzati direttamente dall'Amministrazione regionale.

La procedura di impatto ambientale è infine obbligatoria da parte dei Comuni prima della formazione degli strumenti urbanistici generali o loro varianti che prevedono zone industriali o artigianali a particolare rischio ambientale o paesaggistico.

ART. 4

Norme procedurali

Il materiale di studio sulla valutazione dell'impatto ambientale, cui è subordinata la realizzazione degli interventi elencati al precedente articolo, deve comprendere i documenti e le informazioni seguenti:

a) progetto di massima dell'opera o visualizzazione grafica dell'intervento;

b) dettagliata descrizione dell'intervento proposto;

c) eventuale descrizione delle possibili alternative di localizzazione e di struttura dell'opera o dell'intervento;

d) specifica valutazione di tutti gli effetti importanti probabili sull'ambiente;

e) indicazione dettagliata di tutte le misure previste per eliminare, ridurre o compensare gli effetti sfavorevoli sull'ambiente;

f) motivazioni, nell'eventualità di un impatto ambientale importante, della scelta della località e delle strutture previste rispetto ad eventuali soluzioni alternative aventi un impatto ambientale negativo minore.

L'istanza e il materiale di studio devono essere presentati all'Assessorato dell'Agricoltura, delle Foreste e della Tutela dell'Ambiente il quale può richiedere, entro quindici giorni dalla data di ricevimento dell'istanza stessa, un'integrazione della documentazione presentata.

I presentatori dell'istanza possono chiedere, per ragioni di sicurezza, di pubblico interesse e di segreto industriale e commerciale, la non diffusione di tutto o parte del progetto o della documentazione prodotta.

ART. 5

Commissione regionale per l'impatto ambientale

Entro quaranta giorni dalla data di presentazione dell'istanza, l'Assessorato dell'Agricoltura, delle Foreste e della Tutela dell'Ambiente sottopone la documentazione, o parte di essa, ai sensi dell'ultimo comma dell'articolo precedente, all'esame di un'apposita Commissione, composta da:

1) l'Assessore all'Agricoltura, alle Foreste e alla Tutela dell'Ambiente, che la presiede;

2) un Consigliere della minoranza del Consiglio regionale designato dal Consiglio stesso;

3) il Dirigente tecnico dell'Assessorato regionale dell'Agricoltura, Foreste e della Tutela dell'Ambiente o suo delegato;

4) il Dirigente dell'Assessorato regionale dei Lavori Pubblici o suo delegato;

5) il Dirigente del Servizio n. 1 dell'Unità Sanitaria Locale;

6) il Sovrintendente ai Beni Culturali e Ambientali o suo delegato.

Fanno parte di diritto della Commissione il Sindaco o i Sindaci dei Comuni interessati territorialmente alla realizzazione dell'opera o dell'intervento.

Funge da Segretario della Commissione un funzionario dell'Assessorato dell'Agricoltura, Foreste e Tutela dell'Ambiente appartenente al settimo livello retributivo.

La Commissione può avvalersi dell'opera di consulenza di esperti in grado di valutare i vari aspetti dell'impatto ambientale, secondo le finalità espresse dall'art. 2 della presente legge.

ART. 6

Lavori della Commissione

Al fine di garantire la partecipazione costruttiva delle popolazioni interessate al procedimento di autorizzazione nonchè la più assoluta trasparenza delle varie fasi preparatorie e delle procedure burocratiche adottate, le sedute della Commissione sono pubbliche e dell'ora, della data e del luogo delle riunioni è data la massima pubblicizzazione, anche a mezzo stampa.

La seduta può essere segreta esclusivamente per motivi di sicurezza e di segreto industriale o commerciale.

Il Presidente ha la facoltà di fare allontanare dalla sala coloro che non mantengono un comportamento corretto.

ART. 7

Compiti della Commissione regionale per l'impatto ambientale

Oltre all'espressione del parere previsto dall'art. 5 della presente legge la Commissione regionale per l'impatto ambientale svolge i seguenti compiti:

a) elabora gli orientamenti e le norme in ordine alle tecniche di impatto ambientale che saranno successivamente approvate dal Consiglio regionale;

b) stabilisce le soglie-limite di impatto sull'ambiente ed il regime di protezione da adottare in conformità alla vocazione naturale e socioeconomica del territorio;

c) vigila sul mantenimento o sul ripristino del corretto ed organico rapporto tra ambiente urbano e rurale nel territorio.

ART. 8

Decisioni finali

La Giunta regionale, entro novanta giorni dalla presentazione dell'istanza, assume, sulla base di tutti gli elementi acquisiti, le decisioni del caso a mezzo di propria deliberazione.

Trascorso tale termine senza che la Giunta regionale si sia pronunciata in merito il parere si intende positivo.

Il termine può, comunque, essere prorogato, prima della scadenza, di ulteriori trenta giorni per fondati motivi con apposito atto deliberativo della Giunta regionale.

Qualora gli interventi previsti all'art. 3 della presente legge siano realizzati direttamente dall'Amministrazione regionale, il parere definitivo spetta al Consiglio regionale secondo le modalità, i tempi e le procedure di cui ai commi precedenti.

Il parere è vincolante in ordine alla emanazione di qualsiasi ulteriore provvedimento abitativo dell'intervento.

Nelle ipotesi di varianti ai Piani regolatori generali per gli interventi previsti dall'art. 3 l'istanza deve essere presentata dal Sindaco del Comune interessato, su conforme deliberazione degli organi competenti.

ART. 9

Sanzioni

Accertata la violazione delle disposizioni contenute nella presente legge nonchè la realizzazione anche parziale degli interventi, la Giunta regionale applica a carico dei trasgressori le seguenti sanzioni:

a) pagamento della somma da lire 10 milioni a lire 50 milioni con conseguente denuncia all'autorità giudiziaria;

b) rimessa in pristino dei luoghi e dell'ambiente interessati alla realizzazione dell'opera o dell'intervento e manomessi anche parzialmente in violazione alle disposizioni della presente legge.

La presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione.

È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Autonoma della Valle d'Aosta.

IL CONSIGLIO prende atto.