Oggetto del Consiglio n. 3420 del 27 gennaio 1988 - Resoconto
OGGETTO N. 3420/VIII - CATALOGO DELLA MOSTRA RETROSPETTIVA DEDICATA A ITALO MUS. (Interrogazione).
PRESIDENTE: Do lettura dell'interrogazione presentata dal Consigliere Pedrini:
INTERROGAZIONE
rivolta al competente Assessorato per conoscere le ragioni per le quali in occasione della grande mostra retrospettiva dedicata ad Italo Mus nel centro Saint Bénin di Aosta, con appendici nel Salone Comunale di Courmayeur, all'Hôtel Billia e Salone Comunale di Saint-Vincent, nel costosissimo catalogo esplicativo appaiono scritti come quelli di Janus, Pierre Lexert e Marzio Pinottini che in un certo senso mettono in dubbio l'effettivo valore del maestro valdostano, con sterili polemiche sulla sua tematica racchiusa nel grande mondo della gente e dei luoghi della nostra Valle.
Si chiede gentilmente come mai per un'opera simile e sugli articoli, alcuni dei quali pagati, non sia stato portato un preventivo controllo.
Si desidererebbe sapere per quale motivo si affidano a critici, preminentemente dell'avanguardia artistica, presentazioni di rassegne figurative come quella di Italo Mus ed altre, che periodicamente vengono allestite nei punti artistici della città di Aosta.
Con tale comportamento è evidente che si spendono denari pubblici per operazioni che alla fine diventano palestra di esibizionismo per alcuni recensori, senza dare un'effettiva valorizzazione alle mostre e sconcertando altresì il mondo culturale.
Si ringrazia.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare l'Assessore al Turismo, Urbanistica e Beni Culturali Lanièce, ne ha facoltà.
LANIECE - (D.C.): Parto dalla considerazione che Italo Mus è un grande pittore, che purtroppo non ha ancora avuto il posto che merita nella storia dell'arte italiana: è ancora assente nei libri d'arte di storici più attenti della tradizione, come Zeri o Argan, o in quelli di storici d'arte più interessati agli aspetti contemporanei come Calvesi, Barilli e Chispolli.
L'esposizione di Aosta ha anche lo scopo di colmare questa lacuna ponendo l'opera di Mus su un livello professionale di grande obiettività, per invitare gli storici dell'arte ad un serio ripensamento. Pertanto, quello che viene definito un "costosissimo catalogo" è il meno che potevamo fare perchè la mostra rimanesse nel ricordo di tutti, al di là dell'effimero dell'esposizione stessa.
La mostra è stata coordinata e diretta dal critico Janus, al quale la Giunta da circa due anni ha affidato il settore mostra ed esposizioni dell'Assessorato regionale del Turismo, Urbanistica e
Beni Culturali. La qualità delle mostre fin qui organizzate, il successo fra il pubblico valdostano e i visitatori della nostra Regione, la vasta eco favorevole che hanno avuto in giornali e riviste specializzate sono indiscutibili e comunque tali da non poter dare adito ad appunti o rilievi.
Non possiamo condividere l'interpretazione di alcuni degli scritti ospitati, i quali mettono in dubbio l'effettivo valore del maestro valdostano; posso dire che si è cercato di inquadrare l'opera di Italo Mus, che è indiscutibilmente il maggior pittore valdostano dei tempi moderni, in un ambito più vasto, al fine di rendergli quella dimensione e quell'onore che gli spettano nel contesto della pittura italiana della prima metà di questo secolo.
Per quanto ci risulta, la maggioranza del mondo culturale non è stata sconcertata, bensì favorevolmente impressionata dalla mostra dedicata a Italo Mus che fra l'altro ha riscosso la piena adesione e il favore incondizionato della famiglia dell'indimenticabile maestro.
Abbiamo voluto realizzare una grande mostra e penso che ci siamo riusciti; l'abbiamo dotata di un degno catalogo. Ci siamo avvalsi della collaborazione di personalità di indiscusso valore scientifico e della necessaria professionalità; queste sono delle scelte che abbiamo fatto e che possono anche non essere condivise da tutti.
Si dà atto che alle ore 11,08 assume la Presidenza il Vice Presidente Dolchi.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Pedrini, ne ha facoltà.
PEDRINI - (P.L.I.): Desidero fare una precisazione: qua non si vuole entrare nel merito dell'impostazione del problema, si vuole soltanto stigmatizzare quanto è scritto su quel volume costosissimo (di cui mi piacerebbe sapere il prezzo), perché gli scritti che si trovano su quel libro sono incomprensibili per la popolazione e per chi altro li vuole leggere, salvo pochi addetti.
In secondo luogo, non contestiamo l'Assessore, che ha ricevuto un'eredità e che bene ha operato in questo periodo per quanto riguarda tutte le mostre che sono state organizzate, vogliamo però rilevare che queste mostre sono state fatte con dei nomi che era quasi impossibile non avessero quella ricezione che hanno avuto, e lo vediamo nel Vallese, dove al Musée Giannadda c'era soltanto poche settimane fa una mostra di Lautrec, oggi c'è quella di Del Bo, visitata da migliaia di persone, perché non è sicuramente il magnifico dépliant fatto dall'Ing. Giannadda che richiama la gente, ma è il nome del pittore che attira.
Quello che diciamo è che secondo noi questo Janus, il cui vero nome è Gianotti, è da anni fautore della cosiddetta avanguardia, sulla scia di quel movimento di protesta che fu la "Pop
Art", cioè l'impiego nella costruzione di materiale povero: pietre, legno, ferro, eco.... Dopo un certo periodo, quest'area della "Pop Art" venne ripresa dalle neoavanguardie sulla spinta di un rigurgito venuto dagli Stati Uniti. La critica più seria definì questi artisti "operatori estetici" e disse che "la tendenza è stata abbracciata da un nugolo di adepti che hanno vita effimera nel panorama dell'arte", e questo lo possiamo constatare.
In parole povere, si tratta di una curiosità che può fare spettacolo, ma che non trova acquirenti. Janus, o meglio Gianotti, è da sempre il critico di questa corrente e non vede altra soluzione per il futuro nella corte di un suo ristretto nugolo di scrittori, i quali (guarda caso) fanno capo a Bonito Oliva del Partito Comunista.
Come è noto, per una contrapposizione di idee, il Partito Comunista Italiano - non certo quello sovietico, molto più attento al figurativo - ha dato il suo consenso alla "Pop Art" e ne fanno fede i servizi elogiativi, gli unici della stampa di casa nostra in questa maniera, sulle mostre tenutesi e che si tengono ancora, per esempio, nel Castello di Rivoli, dei giornali "Il Manifesto" e "L'Unità", dove sono gli incensamenti che possiamo leggere ogni volta.
A puro titolo di informazione, nell'ultima gestione de "La gazzetta del popolo", il signor Gianotti, chiamato Janus, venne assunto da questo quotidiano, ma dopo poco tempo il direttore, Ferruccio Borio, che può essere interpellato in qualsivoglia momento, ricevette alcune lettere dalle maggiori gallerie torinesi (e non) nelle quali lo si pregava di non inviare più Janus, o signor Gianotti, per recensire le loro mostre personali.
L'arte moderna, come si usa dire, è fattore essenziale nella vita culturale che ha bisogno di rinnovamenti, e su questo siamo d'accordo, ma occorrono idee ed impegno, mentre invece il signor Gianotti fa di tutto un fascio e secondo molti pittori torinesi di grosso nome è la punta di diamante della "non arte".
Conclusione: non approviamo ciò che è stato scritto su quel dépliant, e il primo che ha scritto in materia è stato proprio Rino Cossard, autore del primo libro su Mus, il quale condivide perfettamente questa posizione; quindi è un valdostano che vive qua e che per primo ha espresso la sua disapprovazione per come era stato impostato l'articolo.
Vorrei che questo fosse chiaro, perchè qui si vuole stravolgere le cose e portarle su un altro piano, e non mi risulta che la famiglia Mus abbia espresso soddisfazione su quello che è stato scritto, perchè nel catalogo si dà a Mus l'appellativo di artista non capace a muoversi da quella che era la sua pittura, e quindi di retrogrado.
Volevamo soltanto dire che per noi Mus è una tradizione; ma qual è il pittore che nel suo travaglio di vita non cerca di uscire talvolta da quella che è la sua tematica di pittura per una prova? Chiunque lo fa. Ma Mus - se abbia cercato di farlo, non mi risulta - ha fatto bene a mantenere la sua pittura, che è un insegnamento per tutti gli artisti e per coloro che possono guardare al passato in quadri che sono degni del nostro rispetto.