Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2252 del 6 ottobre 1986 - Resoconto

OGGETTO N. 2252/VIII - SALVAGUARDIA RIPRISTINO DEL CASTELLO DI QUART. - (Interpellanze).

PRESIDENTE: Signori Consiglieri, gli: oggetti 15 e 16 trattano lo stesso argomento e quindi credo sia opportuno discuterli unitamente.

Do lettura dell'interpellanza in oggetto presentata dal Consigliere Viberti:

INTERPELLANZA

VISTA la lettera inviata al Presidente della Giunta, agli Assessori ed al Sovrintendente all'antichità e belle arti da parte di numerosi rappresentanti di società culturali della nostra Regione;

CONSIDERATO che la citata lettera denuncia lo stato di totale abbandono di una particolare testimonianza storici quale è il castello di Quart;

RICORDATO che tale immobile è di proprietà regionale e che continui atti di vandalismo lo stanno ulteriormente degradando;

SI INTERPELLA

la Giunta regionale per conoscere quali siano i suoi intendimenti per la salvaguardia, il recupero e la valorizzazione del castello di Quart.

PRESIDENTE: Do lettura dell'interpellanza in oggetto presentata dai Consiglieri Cout e Tonino:

INTERPELLANZA

PRESA VISIONE della lettera relativa alle condizioni del Castello di Quart, inviata per conoscenza anche a tutti i Consiglieri della Valle d'Aosta, da parte di numerosi rappresentanti di Associazioni culturali locali;

CONSTATATO che tale lettera illustra in modo molto chiaro lo stato pietoso di degrado in cui versa detto castello e la necessità che si proceda al più presto, oltrechè ad una opera di restauro e di protezione dall'incuria delle intemperie, a garantire per lo meno la salvaguardia dalle incursioni di vandali che già hanno compromesso in parte gli ornamenti;

i sottoscritti Consiglieri

INTERPELLANO

l'Assessore competente e la Giunta regionale per conoscere:

1) le ragioni che hanno portato la Giunta regionale a passare nel dimenticatoio il problema della salvaguardia e della ristrutturazione del Castello di Quart;

2) cosa intende fare per ripristinare e per garantire un degno futuro e una utilizzazione di un monumento così importante per la Valle.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Viberti; ne ha facoltà.

VIBERTI (N.S.): Nove benemerite associazioni culturali si sono preoccupate di denunciare il degrado di un bene culturale della nostra Regione. Cogliendo l'occasione di questa lettera, io ed i Colleghi, separatamente, ci siamo permessi di "rubare un pochino il pane" al Collega Torrione, per sottolineare che i beni culturali, e nel caso specifico questo immobile, sono di particolare pregio e potrebbero essere utilizzati in modo adeguato. Purtroppo, stando almeno a quello che ci risulta, pur essendo interamente di proprietà delle Regione sono invece trascurati e, come denuncia la lettera, si è in procinto di veder peggiorare la situazione perché non sono custoditi e perché ci sono vari problemi di carattere tecnico che vanno dal tetto ai serramenti.

Si tratta, comunque, di una mancanza di attenzione nei confronti di un complesso che, forse, non è il più bello in assoluto della nostra Regione, ma che ha un suo valore perché testimonia di un modo di vivere che è stato presente nella nostra Regione. Vorrei ricordare, tra l'altro, all'Assessore Borbey che, in occasione della discussione sullo svincolo delle "aste torrentizie", avevo già fatto cenno non tanto al castello in sé, ma, parlando del "torrente del Castello di Quart", come viene denominata una delle aste torrentizie della Dora che è stata tolta dal vincolo stabilito dalla legge Galasso avevo già fatto cenno all'esistenza. nelle vicinanze del castello, di un complesso ottocentesco che era utilizzato come officina-laboratorio per fabbro, raggiungibile, tra l'altro con un bel percorso con due ponti a schiena d'asino. Si tratta, insomma, di una zona che, se opportunamente valorizzata, potrebbe rappresentare, da un lato per i turisti e dall'altro per gli abitanti di Aosta e della cintura, un luogo dove fare le passeggiate domenicali con la famiglia, in un contesto ricco di boschi ed in presenza di un torrente che ha anche un certo valore paesaggistico. La zona, quindi, può essere definita bella.

Ci sembra giusto che queste associazioni abbiano denunciato il degrado del castello e noi ci siamo permessi di chiedere all'Assessore se intende intervenire e come mai, aggiungo, si è arrivati a questo punto. Ci saranno certamente dei validi motivi che hanno impedito di intervenire prima. Siamo certi però, non tanto per il fatto che siamo venuti in Consiglio, ma perché ben 9 associazioni culturali si sono preoccupate di segnalare il degrado di questo monumento, che ora ci sarà finalmente un intervento da parte dell'Amministrazione regionale.

C'è da aggiungere che, poiché abbiamo avuto la ventura di vincere un appalto (scusatemi il termine improprio) di 8,5 miliardi per informatizzare i beni culturali, c'è da aggiungere che se noi lasciamo che questi beni si riducano a poche pietre malandate, potremo certo fare la nostra brava anagrafe computerizzata, ma la faremo su 4 sassi caduti e non, invece, sugli immobili che presentano ancora qualche possibilità di essere utilizzati adeguatamente e non solo di essere guardati.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Cout; ne ha facoltà.

COUT (P.C.I.): Vorrei solo aggiungere alcune considerazioni a quanto già stato detto dal Collega Viberti. Il seguito a quella lettera che penso abbiano ricevuto tutti gli altri Consiglieri, anche noi ci siamo voluti rendere conto dell'effettivo stato di degrado del Castello di Quart ed abbiamo constatato che la sua situazione è esattamente identica a come è stata descritta.

Da quel Castello, già prima del suo acquisto da parte della Regione, avvenuto negli anni 1950-51, era sparita tutta una serie di reperti artistici di valore; ma dopo l'acquisto non si è provveduto a far sì che quelle sparizioni continuassero. Meno male che il Castello di Quart non ha una strada di accesso! Non per niente ai tempi della Giunta Caveri la strada era stata fermata a circa 200 metri dal castello: se le macchine fossero arrivate fino al castello, oggi i danni sarebbero molto maggiori. Io penso che un castello come quello di Quart, così diverso dagli altri come struttura ed utilizzo nei tempi, meriti qualcosa di più. Mi risulta che erano già state avanzate delle proposte per un utilizzo ben preciso del castello e questo utilizzo potrebbe avere anche una sua validità. Il castello, oltre che essere solo motivo di richiamo per i turisti che potrebbero ammirare la sua struttura, quel poco che è rimasto delle sue opere d'arte e il bel posto in cui è sistemato, come diceva il Collega Viberti, potrebbe anche essere utilizzato in un modo diverso, ad esempio, dopo un'adeguata ristrutturazione, in un luogo degno d'essere visitato e potrebbe anche essere adibito a scuola di restauro che non esiste in Valle d'Aosta perché, fino al momento attuale, non ha trovato dei locali sufficienti neanche nella città di Aosta.

Al di là di tutte le considerazioni sull'utilizzo del Castello di Quart, noi vorremmo sottolineare l'incuria dell'Amministrazione regionale in questi anni nel salvaguardare quel poco che poteva essere salvato dai vandali e dalle persone che hanno compromesso il castello. Vorremmo anche sottolineare la mancanza di un progetto di restauro da parte dell'Amministrazione regionale.

A questo punto, quindi, non rimangono da fare che due cose: un intervento immediato per chiudere almeno le brecce che ci sono nei muri, anche se mi risulta che è già stato iniziato il rifacimento dei tetti (Ma le tantissime altre cose da fare devono essere fatte subito); ed inoltre deve essere presentato al più presto un piano per il restauro e per il riutilizzo del castello. Sembra che sia già stato affidato ad un architetto l'incarico per uno studio, però ho l'impressione che ancora una volta arriviamo molto in ritardo e solo dopo che una parte del castello è già stata compromessa; comunque c'è da osservare che questo studio procede piuttosto a rilento, mentre sarebbe opportuno averlo già in mano affinché lo stesso possa dare quanto prima i suoi frutti.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola l'Assessore al Turismo, Urbanistica e Beni Culturali Borbey; ne ha facoltà.

BORBEY (D.C.): Io concordo in pieno sull'importanza di questo castello e su quanto è stato detto dai due Consiglieri che mi hanno preceduto. Si tratta di una struttura magnifica situata in un notevole contesto paesistico-ambientale, ed è nell'interesse dell'Ente pubblico operare per migliorare la sua struttura e tutto l'ambiente circostante.

Debbo premettere, però, che non concordo assolutamente nel modo in cui le associazioni culturali avvisano l'Ente pubblico. Circa quattro mesi fa abbiamo avuto un incontro con le varie associazioni culturali e ad esso erano presenti il Sovraintendente arch. Prola, l'arch. Montanari e la Dott.ssa Mollo. In quell'incontro concordammo di operare e lavorare insieme. Stabilimmo infatti che se qualcuno fosse venuto a sapere di situazioni di particolare interesse, avrebbe dovuto avvisare prontamente la Sovraintendenza.

Non capisco quindi il motivo che ha spinto le Associazioni culturali a non avvisare di questa particolare vicenda della quale esse sono venute a conoscenza nel luglio scorso, la Sovraintendenza o l'Assessorato competente. Solo dopo il 15 settembre infatti essi hanno inviato una lettera alla stampa ai Consiglieri regionali e a tutti gli altri destinatari.

Io ringrazio sentitamente il Sindaco del Comune di Quart che, appena venuto a sapere di alcuni atti di vandalismo, ci ha subito avvisato ed ora non possiamo riferire ai colleghi Consiglieri di essere intervenuti nei primi giorni di luglio e da allora stiamo ancora lavorando con la collaborazioni dell'impresa Comé Aldo. Abbiamo subito chiuso tutte le brecce aperte, abbiamo iniziato i lavori per il rifacimento di alcuni tetti ed abbiamo ripreso i lavori di consolidamento e rifacimento di un muro che era già stato iniziato alcuni anni fa e che era stato poi interrotto per consentire una ricerca archeologica. Concordo che si tratta di un sito nel quale, per le difficoltà di accesso e per la mancanza di operatori, siamo forse intervenuti un poco in ritardo. Nello stesso tempo però io ringrazio coloro che ci hanno avvertito immediatamente, senza inviare lettere a distanza di tre mesi dall'accaduto, fatto che non contribuisce certo a tutelare l'interesse del bene culturale che si vuole proteggere, perché con esso si da soltanto notizia alla stampa e a tante altre persone, ma non si avverte direttamente la Sovraintendenza che è l'organo più competente per intervenire immediatamente a protezione del bene culturale. Probabilmente ciò si è verificato perché le varie associazioni dovevano raccogliere le firme dei sottoscrittori, ed infatti a me risulta che esse non hanno fatto una riunione apposita che aveva all'ordine del giorno questo specifico argomento. Forse alcuni esperti della "Association des traditions valdôtaines" sono venuti a conoscenza della cosa e una delle varie associazioni si è assunta l'incarico di raccogliere le firme e di interpellare le altre associazioni che hanno poi aderito all'iniziativa. Per fare tutto ciò forse sono occorsi circa 3 mesi.

Intendo comunque ribadire che noi vigiliamo e stiamo sempre attenti, però qualche atto vandalico, anche se rimediabile, si è verificato lo stesso.

Avevamo già chiuso le brecce e posto dei reticolati sulle mura perimetrali, ma qualcuno è riuscito ugualmente ad entrare con degli arpioni. Sono state addirittura spostate due soglie del peso di diversi quintali per entrare nel castello passando sotto il portone principale. Da quanto descritto si può pensare che in quella zona ci sia una banda di vandali che ci preoccupa seriamente e noi siamo venuti nella determinazione di trattare con l'inquilino della cascina, che ha in affitto anche un piccolo fabbricato a ridosso del castello, per vedere se quel fabbricato, un volta reso libero dall'affittuario possa ospitare un custode.

Alle altre domande posso rispondere dicendo che in data 6 dicembre 1985 uno studio di architettura è stato incaricato di predisporre un progetto di sistemazione e di restauro. Questa progettazione è ancora in corso e recentemente abbiamo fatto anche alcuni incontri dai quali è emerso che la destinazione più probabile del castello potrebbe essere quella di sede di un museo etnografico. Il castello di Quart verrebbe così inserito nel circuito delle visite dei castelli. Una parte di esso ospiterebbe un museo etnografico e l'altra come diceva il Consigliere Cout, ospiterebbe un "atelier" di restauro degli oggetti legati all'etnografia.

Concludo dicendo che dal primo luglio stiamo lavorando: abbiamo fatto tutte le tamponature, stiamo rifacendo il tetto della cappella, il consolidamento di un muro di sostegno del cortile superiore e tutto l'impianto del cantiere è ormai già ultimato. I lavori continueranno con i saggi nelle murature al fine di predisporre un primo lotto di interventi per la prossima primavera. Questo è quanto avevo da riferire.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Cout; ne ha facoltà.

COUT (P.C.I.): Vorrei solo ribadire che noi arriviamo comunque in ritardo perché in questo castello i furti erano avvenuti prima ancora degli anni 1950-55, quando la Regione acquistò il castello, e sono continuati anche dopo.

Il vero problema, quindi, non è l'invio della lettera da parte delle associazioni culturali, a luglio o a settembre, ma è quello di far sì che gli eventuali Attila vengano posti nell'impossibilità di agire.

Come dice un nostro Collega, ribadiamo anche noi che ci dispiace che "le pietre che contano spariscono perché la Regione arriva in ritardo".

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Viberti; ne ha facoltà.

VIBERTI (N.S.): Nell'associarmi alle considerazioni del Collega del Gruppo Comunista, non posso non apprendere con piacere che è stata iniziata tutta una serie di lavori. Però non ho capito questa punta polemica nei confronti delle associazioni, culturali. Evidentemente l'Assessore Borbey ritiene che dietro quella lettera ci siano delle manovre politiche. Noi ci premureremo di avere delle informazioni più precise. Non ci era sembrato il caso infatti di importunare coloro che, giustamente, ci avevano segnalato i guasti ed il mancato intervento da parte dell'Amministrazione.

Se l'Assessore Borbey crede di sentirsi "perseguitato" dalle organizzazioni culturali, se ne organizzi qualcuna di suo gradimento; questo è il consiglio che possiamo dargli. Noi non riteniamo che sia avvenuto quello che lui presuppone, comunque ci premureremo di "tirare le orecchie" a qualche "non filo-democristiano" che abbia cercato di metterlo in difficoltà. Assessore Borbey a nostro giudizio, il primo obiettivo è la salvaguardia dei beni culturali e non il fare politica per raccogliere voti.

Forse egli pensava che oggi si sarebbe presentato in Consiglio a fare una bella figura col venirci a dire "Abbiamo già fatto". Troppo tardi, Assessore Borbey! E non scarichiamo le colpe sulle associazioni culturali che fanno anch'esse quello che possono e non hanno certo la dovizia di mezzi a disposizione dell'Assessorato al Turismo, e che magari hanno avuto il coraggio di dire qualcosa pur sapendo di rischiare di perdere i finanziamenti.