Oggetto del Consiglio n. 2249 del 6 ottobre 1986 - Resoconto
OGGETTO N. 2249/VIII - ASSETTO DELLA TRIBUNA DEL PUBBLICO E DELLA STAMPA DEL CONSIGLIO REGIONALE. (Interpellanza)
PRESIDENTE: Do lettura dell'interpellanza in oggetto presentata dal Consigliere Dolchi:
INTERPELLANZA
PREMESSO di aver avuto occasione di accedere alla sala del Consiglio regionale e di aver constatato che durante le vacanza estiva sono terminati i lavori di "separazione" fra la zona dove siedono i Consiglieri e la Giunta e la Tribuna del pubblico e della Stampa;
CONSIDERATO che appare "esagerata" la barriera eretta fra il pubblico e Consiglieri, cosa che non si verifica in nessun'altra sala consiliare comunale, regionale o Parlamento nazionale;
il sottoscritto Consigliere regionale
INTERPELLA
il Presidente della Giunta per sapere per quali motivi è stata decisa l'opera e con quale provvedimento è stata finanziata, tenuto altresì conto che il Consiglio e le sue istanze rappresentative non ne hanno avuto ufficialmente notizia alcuna.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Vice Presidente Consigliere Dolchi; ne ha facoltà.
DOLCHI (P.C.I.): Mi scuserà il Presidente della Giunta se, malgrado si dica che "de minimis non curat praetor", mi rivolgo a lui per un problema che potrebbe sembrare "minimale" ma che a mio avviso assume una certa importanza dal punto di vista del rapporto democratico esistente con il pubblico.
Venuto in questa sala ai primi di settembre con una delegazione del Mali e poi per l'audizione dell'ex Consigliere Manganone, ho constatato, con i Colleghi, la nuova separazione con vetro che divide la cosiddetta tribuna stampa e quella riservata al pubblico dalla sala consiliare.
Con questa interpellanza ho espresso il mio stupore, perché nessun parere è stato iscritto all'ordine del giorno affinché si pronunciassero gli organismi del Consiglio e l'Ufficio di Presidenza o la Conferenza dei Capigruppo, ovviamente per un parere; ma parere che in tante altre occasioni era stato richiesto, sia per la trasformazione dell'amplificazione, sia per la sistemazione del mobilio e delle stesse poltrone che i Consiglieri erano stati chiamati a scegliere.
Perché questo mio stupore? Non voglio certo insegnare ai colleghi Consiglieri che lo Statuto prevede che le sedute siano pubbliche, ma perché non se ne capisce bene la ragione. Si è sentito delle voci dire che la chiusura ermetica è stata fatta perché la stampa disturbava i Consiglieri o i Consiglieri disturbavano il lavoro della stampa e perché il pubblico stesso poteva disturbare i Consiglieri e viceversa. Io non credo a queste argomentazioni e mi rifaccio solo allo spirito, che può anche non essere quello del 1986, ma allo spirito che ha sempre orientato il fatto che le sedute fossero pubbliche. Il nostro Regolamento, del resto, prevede anche che per certe nomine e per certe deliberazioni le sedute debbano essere pubbliche, anche se il Consiglio può decidere, comunque, di riunirsi in seduta segreta. Non credo che quando questo spirito si è manifestato nel corse dei secoli, laddove c'era vita democratica, come al "Jeu de pomme" quando, con la rivoluzione francese, è stata ammessa la partecipazione del pubblico alle discussioni ed alla vita del governo del Paese, ci fossero già le vetrate che, attraverso circuiti interni di televisione (perché si arriverà anche questo) e trasmissioni di voce in filodiffusione, permettevano al pubblico interessato e partecipe di seguire le discussioni malgrado la sua separazione.
Tutte le aule che io ho avuto occasione di vedere, da Montecitorio a Palazzo Madama, dal Palais Bourbon in Francia al Campidoglio ed al Palazzo Lascaris - quella nuova aula del Consiglio regionale piemontese che divide l'emiciclo riservato ai Consiglieri dal pubblico con una semplice catenella alta mezzo metro, e ciò a dimostrare che non c'è aggressività né dei Consiglieri nei confronti del pubblico e né del pubblico nei confronti dei Consiglieri, non hanno una separazione così evidente e netta.
Ecco io ho sollevato questo problema perché molti altri lo avevano sollevato a me ed io non sapevo a chi girare l'interpellanza, proprio per le ragioni che ho manifestato prima, in quanto gli organismi, o perlomeno le istanze che potevano essere informate o pronunciarsi, non lo sono state.
A conclusione di questa illustrazione, se così si può chiamare, dell'interpellanza, vorrei dire che mi auguro un ripensamento. Questo fatto che noi siamo ingabbiati o che il pubblico e la stampa sono ingabbiati, mi suona male e mi suona come un certo malessere. Direi, e concludo, che se effettivamente si vuole andare incontro alle esigenze della stampa, altre sale consiliari moderne ci insegnano che il giornalista assiste alle sedute consiliari, e quindi partecipa direttamente senza divisioni di vetro più o meno robusto, alla vita del Consiglio. E, per tutto quanto riguarda interviste, macchine da scrivere, comunicazioni dirette e telefoniche, ci sono degli appositi locali che stanno dietro alla sala consiliare e che sono a disposizione della stampa. Grazie, signor Presidente.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta Rollandin; ne ha facoltà.
ROLLANDIN (U.V.): Je n'aurais pas cru devoir répondre à un problème de ce genre. Les travaux avaient été décidés suite à une requête de la presse pour des raisons professionnelles; si j'avais su que ce problème suscitait quelque intérêt, je n'aurais pas vu d'inconvénient à en débattre avec les commissions compétentes. J'avoue franchement que, considérant ce problème comme un problème technique, je ne m'en sui; pas occupé.
Les questions posées se rapportaient surtout à l'objectif d'offrir aux journalistes intéressés par les débats du Conseil une installation plus fonctionnelle et agréable à la fois. En effet en modifiant la tribune de presse, un inconvénient, que les journalistes déploraient, a pu être éliminé: celui de la réception des débats du Conseil souvent malaisés et "dispersivi". Par ailleurs on a pu aménager derrière la tribune de la presse une salle dotée d'un éclairage adéquat pour les interviews des conseillers et la réalisation de reportages radiophoniques, télévisés, en direct, sans que ceux-ci ne soient dérangés ou ne dérangent leurs confrères. Monsieur le Vice-Président a pu, je pense, se rendre compte des meilleures conditions de travail qui ont découlé de ces modifications. Quant a disponibilité des journalistes de le RAI pour accomplir un certain type de travail, cela relève d'un autre ordre. Tous s'accorderont à dire que jusqu'à présent les interviews étaient faites dans les couloirs. Aujourd'hui, on dispose d'un local et d'une salle de rencontres susceptibles de répondre aux différentes exigences. Pour ce qui est des panneaux de verre pour le public, je dois dire que d'un côté on nous les avait suggérés sans qu'il y ait intention de diviser, comme moyen de sécurité. Il ne s'agit pas de ne pas rendre public le débat car les personnes qui le désirent peuvent suivre les débats dans leur ensemble ainsi que ce qui se passe dans la salle du Conseil. Je ne vois pas le côté psychologique si dramatique pour le public, pour le moment. Evidemment si d'autres problèmes devaient surgir je saurai suivre le conseil de Monsieur le Vice-Président en me référant aux commissions compétentes.
Je tiens à souligner que ce choix est fondé sur des raisons techniques plus que politiques. Nous n'avions aucune intention d'apposer une barrière entre le public et les débats du Conseil. Il est vrai que certaines améliorations restent encore à faire pour satisfaire pleinement aux exigences des journalistes mais je pense que de ce côté-là une solution a été apportée.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Vice Presidente Consigliere Dolchi; ne ha facoltà.
DOLCHI (P.C.I.): Replico brevemente. È chiaro che questa divisione, che sembrava fosse l'optimum, comporta già delle difficoltà anche alla stessa stampa che può averla richiesta per migliorare il proprio lavoro. I giornalisti perdono le battute e le interruzioni.
Mi ricordo che il senatore Renato Chabod ci faceva sempre notare che sono proprio le battute e le interruzioni, sempre registrate sul resoconto, a rendere vive le discussioni in aula. In questo caso, invece, proprio perché la stampa ed il pubblico ricevono solo quello che viene detto nel microfono perdono quella parte del dibattito che non è registrata.
Vorrei ancora aggiungere una considerazione che può anche avere un certo sapore ironico. Io mi auguro che la nostra particolarità valdostana, il fatto che siamo "speciali", come abbiamo sottolineato molte altre volte, si manifesti in altre iniziative più concreto ed in iniziative veramente autonomistiche. Secondo me non è all'altezza della nostra "caratteristica" il fatto che siamo gli unici Consiglieri regionali al mondo ad essere separati dal pubblico e dalla stampa, e ciò senza aver appurato (perché il Presidente non ce l'ha detto), mi si consenta la battuta, se i vetri devono proteggere il pubblico dai Consiglieri o i Consiglieri dal pubblico.