Oggetto del Consiglio n. 2248 del 6 ottobre 1986 - Resoconto
OGGETTO N. 2248/VIII - INTERVENTO REGIONALE PER RISANARE LA SITUAZIONE DELLA COOPERATIVA "LA GROLLA" DI SAINT-PIERRE. - (Interpellanza).
PRESIDENTE: Do lettura dell'interpellanza in oggetto presentata dal Consigliere Viberti:
INTERPELLANZA
APPRESO della grave situazione della Cooperativa "La Grolla" di Saint-Pierre, azienda produttrice di oggetti tipici in legno dell'artigianato valdostano;
RILEVATO che tale azienda, che aveva raggiunto una notevole espansione giungendo ad occupare fino a 30 lavoratori, tra dipendenti e soci, è ormai vicina al tracollo con soltanto più 7 lavoratori;
EVIDENZIATO che tale grave situazione è derivata da una errata conduzione amministrativa nel corso del 1982 che ha determinato un dissesto che non è più stato risanato;
EVIDENZIATO ALTRESÌ che gli attuali 7 lavoratori sono in attesa di percepire sette mesi di stipendi arretrati e che vi sono ancora 22 ex dipendenti creditori di somme arretrate di tredicesime e di liquidazioni ammontanti a circa 63 milioni;
RILEVATO che l'azienda di Saint-Pierre se risanata finanziariamente ed amministrata oculatamente potrebbe avere buone prospettive di mercato;
il sottoscritto Consigliere regionale
INTERPELLA
la Giunta regionale per sapere quando e in che modo intende intervenire per permettere alla Cooperativa "La Grolla" di risanare la propria situazione e rilanciare questa azienda che può inserirsi positivamente nel panorama produttivo regionale e svolgere un interessante ruolo occupazionale nell'alta Valle.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Viberti; ne ha facoltà.
VIBERTI (N.S.): Forse mi si dirà che noi arriviamo da buoni ultimi ad affrontare il problema di questa Cooperativa, della quale molti Colleghi, e senz'altro il Presidente della Giunta, sono già al corrente. Questa azienda, costituitasi nel 1962, ha oltre 20 anni di esperienza in un settore produttivo collegato alle tradizioni artigianali della nostra Regione; si era costruita anche un ampio mercato nel settore ed era riuscita ad aumentare la propria clientela in tutto il nord Italia; aveva dei rappresentanti ed era riuscita ad entrare persino nel mercato del Trentino Alto Adige che conosciamo per essere, in questo settore, un mercato piuttosto difficile perché ha sul suo territorio numerose entità produttive che si occupano di produzioni analoghe a quelle della Grolla di St. Pierre.
Purtroppo nel 1980 il proprietario dell'azienda, il signor Lanier, fu costretto a cessare l'attività ed i dipendenti pensarono di rilevare l'azienda in cooperativa ed in essa investirono tutte le loro liquidazioni ed altro di loro proprietà. Dei 24 dipendenti del 1980 ben 17 costituirono la "Grolla Cooperativa des artisans en bois", investendo, come dicevo, tutti i soldi della liquidazione e versando anche quote societarie. C'era quindi buona volontà, c'era il mercato e c'era professionalità. Purtroppo a questa Cooperativa mancava, forse, la capacità di amministrarsi e nel giro di pochi anni, anche in seguito ad una amministrazione poco chiara, tra il dicembre del 1981 e la fine dell'82, quindi in un solo anno, le vengono a mancare i soldi per gli stipendi e le tredicesime. Torno a ripetere che nel giro di un anno questa cattiva amministrazione, per quanto ne sappiamo noi (Ma ci sembra che i colloqui avuti e la documentazione vista non possano non dimostrare che si è trattato di una cattiva amministrazione), porta ad una crisi dell'azienda. Naturalmente tra i soci c'è chi ha più coraggio e chi ne ha meno, chi raggiunge anche una certa età, per cui alcuni pian piano cominciano ad abbandonare l'attività produttiva. Ma ci sono anche quelli che non vogliono mollare e che hanno voglia di portare avanti l'iniziativa che sentono ormai come propria, hanno volontà di cooperazione e non riescono a comprendere come mai in una Regione tanto ricca non ci possa essere un intervento di aiuto e di supporto da parte dell'Amministrazione regionale.
Tra l'altro, poi, non è che l'Amministrazione regionale non si interessi di questa azienda, infatti il commissariamento dell'azienda viene rinnovato di 6 mesi in 6 mesi. Vediamo vari personaggi che si alternano nella sua conduzione, però nessuno, benché siano tutti ben accreditati presso la Giunta regionale, riesce (E non sappiamo il perché, ma forse perché nessuno garantisce quella cifra indispensabile al ripianamento dei debiti e alla ripresa dell'attività produttiva) a rimediare alle situazione.
Il sottoscritto, nel terminare l'illustrazione di questa interpellanza, non può esimersi dal porre le seguenti domande.
Come si possono trovare in 6 mesi 6 miliardi per una società come la MULTI-BOX, che si occupa di una produzione che, a parte la "rottura di scatole" della quale si occupa Nuova Sinistra, non ha alcuna tradizione radicata nella nostra Regione? Come si possono spendere 20 miliardi per un insediamento industriale come quello della COINCA? Come si possono finanziare attività come quella della PAR.VAL. che in pochi mesi trova un altro finanziamento da 6 miliardi, quando non si riescono a trovare poche centinaia di milioni, trascinando per anni della gente da un ufficio ad un altro ed illudendola con infinite promesse? Come non ci si possono porre queste domande? Con che coraggio poi questa Giunta assume delle iniziative che dovrebbero essere "al servizio della collettività, al sostegno dell'occupazione" e che invece miseramente falliscono oppure "pompano" centinaia e centinaia di milioni, ed anche miliardi, dalle casse della Regione o della FINAOSTA (denaro pubblico), mentre non riesce a mettere mano ad una situazione che era grave da un punto di vista amministrativo e finanziario, ma che non lo era dal punto di vista del mercato, delle capacità professionali e sotto l'aspetto dell'aggancio alla realtà tradizionale delle attività artigianali della nostra Regione?
Noi ci aspettiamo una risposta precisa da parte della Giunta su questo problema.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola l'Assessore all'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti Lanivi; ne ha facoltà.
LANIVI (A.D.P.): Stupore per stupore in parte c'è da stupirsi anche per questa interpellanza, nel senso che all'Amministrazione regionale non è mai pervenuta alcuna richiesta accompagnata da un progetto di risanamento di questa cooperativa. Se è vero che la sua situazione è delicata e difficile, è altrettanto vero che a tutt'oggi la cooperativa non ha avanzato una proposta o un piano di risanamento. D'altra parte non bisogna poi scendere in contraddizione dicendo che il mercato lo è. Un conto è che il mercato ci sia e sottolineare questo aspetto, un altro conto è invece riuscire a stare nel mercato offrendo dei prodotti che abbiano mercato, non solo perché vengono venduti, ma perchè riescono a tenere in piedi un'attività economica capace di una sua autonomia. Direi quindi che sarebbe opportuno fare una piccola considerazione sulla parte finale e cioè sul che cosa fa la Regione per risanare la situazione di oggi di questa cooperativa. La Regione prevede degli interventi a favore delle cooperative, ma sta anche alla cooperativa presentare un piano di risanamento o un progetto che possa garantire, come in questo caso, una economicità di gestione alla stessa cooperativa, che, non dimentichiamolo, è una delle forme in cui si esplica l'attività imprenditoriale. Voglio fare alcune integrazioni a quanto è già stato detto dal Consigliere Viberti.
La cooperativa "La Grolla" è stata costituita nel 1981 per rilevare la precedente società per azioni "La Grolla", azienda produttrice di oggetti tipici in legno dell'artigianato valdostano.
La cooperativa (e questo è uno dei punti dolenti) si è accollata tutti i debiti della S.p.A. precedente. Ciò ne ha condizionato l'attività e, forse, è stato la causa principale dell'attuale situazione di difficoltà. È vero che inizialmente, tra soci lavoratori e lavoratori dipendenti, erano occupate 30 unità, però la cooperativa non ha mai raggiunto una notevole espansione per quello che riguarda la produzione, anche se il mercato dell'artigianato degli oggetti tipici in legno risulta essere ancora oggi attivo. Però è all'interno di questo mercato che bisogna collocarsi in termini positivi.
Le cause sono da ricercarsi (questa è almeno una delle ipotesi) nella conduzione della cooperativa, la cui responsabilità ricade sia sugli amministratori che sui soci. Nel 1982, dei soci, che in parte oggi rivendicano crediti di lavoro, hanno abbandonato la cooperativa ed alcuni di loro hanno avviato proprie attività lavorative dello stesso genere. Nel corso del 1983 l'Amministrazione regionale ha provveduto a nominare un commissario per la riorganizzazione della cooperativa. L'operazione si è conclusa con il rinnovo degli organi statutari e la riorganizzazione dell'attività produttiva.
I risultati dell'operazione hanno prodotto effetti positivi durante i primi mesi, con l'aumento della produzione, degli ordini e delle vendite. Successivamente la situazione debitoria ereditata dalla precedente S.p.A. ne ha condizionato la ripresa ed è stata forse la causa principale dell'attuale situazione di difficoltà.
È vero che gli attuali 7 soci lavoratori sono in attesa di percepire 7 mesi di stipendi arretrati. Attualmente la cooperativa è al numero minimo di soci per funzionare in quanto cooperativa e cioè è costituita da 9 soci dei quali 7 sono soci lavoratori.
Per quanto riguarda gli ex dipendenti che si dichiarano creditori di somme arretrate, per tredicesime e liquidazioni, ammontanti a circa 63 milioni occorre precisare che questi erano soci della cooperativa e che al momento della sua nascita nel 1982 l'hanno abbandonata nel corso dello stesso anno.
Nel merito dell'interpellanza del Consigliere Viberti posso dire che, per quanto riguarda la cooperazione in genere, l'Amministrazione regionale prevede una serie di interventi che consentono il sostegno e la promozione dell'attività cooperativistica, anche attraverso finanziamenti agevolati, affinché le cooperative possano procedere autonomamente. Verso "La Grolla" l'Amministrazione regionale interverrà in funzione delle proposte che le verranno avanzate, tenendo conto in particolare del fatto che la cooperativa si presenta sul mercato come un'impresa che deve trovare il tipico modo di vivere e di essere delle aziende ed inoltre che l'Amministrazione regionale, nei suoi possibili interventi, non ha alcuna preclusione nei confronti delle ditte locali in genere e tanto meno nei confronti di questa situazione particolare. Probabilmente richiederemo alle cooperativa "La Grolla" un piano per verificare se esistono le condizioni per un intervento regionale che possa risanare questa situazione e, così come è detto nell'interpellanza, rilanciare l'azienda.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Viberti; ne ha facoltà.
VIBERTI (N.S.): Mi pare che l'Assessore, come sempre, faccia riferimento da una parte alle cose che vengono dette da chi presenta le iniziative e dall'altra legga quello che gli uffici gli predispongono; ci fa il piano della situazione e ci dice genericamente che si farà qualcosa.
Io comprendo le difficoltà in cui si dibatte l'Assessore all'Industria e non posso, comunque, non avere stima per la persona, che conosco come persona seria, preparata e culturalmente valida, ma non posso certo dichiararmi soddisfatto delle volontà e degli intendimenti della Giunta su questa iniziativa.
Perché? Perché proprio questo stesso Assessore fa impegnare, lo ripeto, centinaia e centinaia di milioni per delle attività che vengono impiantate da oscuri personaggi pescati al di fuori della nostra Regione, mentre dei volenterosi artigiani che si sono costituiti in cooperativa sono stati bellamente menati per il naso per degli anni, senza che l'Amministrazione regionale riuscisse a prendere per loro un provvedimento idoneo. Evidentemente queste persone non hanno le "maniglie" adatte, non sono nelle grazie di qualcuno e sono state a suo tempo prese per il naso da chi era Assessore, e mi riferisco all'Assessore Pollicini, che aveva assicurato loro che senz'altro sarebbe stata trovata una soluzione. Questo è avvenuto nel 1983, e mi sembra di capire prima delle elezioni regionali.
(...INTERRUZIONE...)
POLLICINI (fuori microfono): "Non ero Assessore all'Industria".
VIBERTI (N.S.): Allora il collega Consigliere Pollicini faceva promesse con minor titolo, perché non potrà smentire di aver partecipato a delle riunioni con persone che si occupavano e si occupano tuttora di questo problema. Non è comunque che io voglia puntare il dito contro il Consigliere Pollicini. Io punto il dito contro questa maggioranza, contro questa Giunta e contro quella che l'ha preceduta, che hanno fatto degli interventi che con la Regione Valle d'Aosta non hanno nulla a che fare, spendendo centinaia di miliardi senza che si sappia a quale scopo, mentre un'attività che forse da un punto di vista amministrativo era priva di capacità, ma che aveva valide possibilità e capacità produttive, è stata abbandonata a se stessa. Le promesse vengono fatte al momento delle elezioni e voi siete bravi a farle, però poi nel concreto non intervenite. Evidentemente rende di più "menare per il naso la gente" e fare interventi molto più grossi. È una cosa vergognosa e mi riprometto di ritornare in Consiglio con una mozione su questo tema e poi vedremo se l'Amministrazione regionale avrà voglia di intervenire, come dice di voler fare.
Con che coraggio poi si dice che questa azienda non ha presentato un piano di risanamento, quando è chiaro che il problema di quella cooperativa e di quelle persone è l'incapacità di agire a livello amministrativo? Forse l'Amministrazione regionale o la Federazione delle cooperative non potevano in qualche modo sostituirsi per un certo periodo all'amministrazione di questa azienda per consentirle di rimettersi in piedi, con molta minor spesa e con la garanzia dei posti di lavoro? Del resto il mercato c'è, come dice anche l'Assessore.
Allora cosa vogliamo fare? Vogliamo continuare in quell'altra direzione, mettendo in piedi delle attività che fanno ridere i polli, come andare a fare le rubinetterie a Cogne? Vogliamo continuare in quella direzione? Continuiamo, tanto i soldi per il momento ci sono! Ma quando verranno a mancare ci ritroveremo senza quelli che ci gabellano e ci gabbano, e resteremo con i nostri lavoratori che non avranno potuto impiantare niente! E tutto ciò alla faccia, ovviamente, della mancanza di volontà e di capacità imprenditoriale nella nostra Regione!
Queste cose bisogna favorirle, altrimenti non nascono da sole come i funghi! Siamo stati per secoli un popolo di contadini, non possiamo di certo diventare degli industriali da un giorno all'altro, e questo lo vediamo anche nel settore turistico. Invece, anziché favorire solo in certi momenti, come nei concorsi per i quali pretendiamo la conoscenza del francese e la residenza in Valle, perché non cerchiamo di favorire in modo corretto le ditte che già operano in Valle, senza fare dell'assistenzialismo? Nel nostro caso particolare non si tratta di una richiesta di assistenzialismo. Noi crediamo che questa gente per anni non si sia resa conto di quello che stava accadendo. Quando poi se ne è resa conto, ha cercato di correre ai ripari ed ha chiesto una mano, ma che mano le viene data? Le si sbattono sul naso i 20 miliardi alla COINCA, i 6 miliardi alla PAR.VAL., i miliardi alla MULTIBOX, la chiusura della MALUSA, e avanti di questo passo! È una cosa inaccettabile!
Noi torneremo in Consiglio con un mozione chiedendo cose più precise. Se l'Amministrazione regionale non ha la volontà di farlo, e se sarà il caso, ci metteremo noi a studiare un piano di risanamento! Porca miseria!