Oggetto del Consiglio n. 2203 del 24 settembre 1986 - Resoconto
OGGETTO N. 2203/VIII - INIZIATIVE PER MIGLIORARE LE CONDIZIONI DI VITA DEI DETENUTI E DEL PERSONALE DELLE CARCERI DI BRISSOGNE. (Interpellanza).
PRESIDENTE: Do lettura dell'interrogazione presentata dal Consigliere Viberti:
INTERROGAZIONE
VENUTO A CONOSCENZA di una lettera-petizione inviata da circa un centinaio di detenuti dal carcere di Brissogne al Ministro di Grazia e Giustizia, al Magistrato di Sorveglianza, al Presidente della Giunta regionale e al pretore di Aosta;
CONSIDERATO che tale lettera, con il suo contenuto, mette in luce una situazione di disagio che rammenta quella a suo tempo già verificata nella visita effettuata al citato carcere di una delegazione guidata dal Presidente del Consiglio ed in altre effettuate poi da singoli Consiglieri regionali;
TENUTO CONTO che la vigente legislazione prevede la possibilità di intervento da parte delle Regioni e dei Comuni per favorire il reinserimento dei carcerati;
RICORDATO che il carcere mandamentale di Brissogne non ha certo brillato, dalla sua apertura, come casa di pena fra quelle all'avanguardia, pur essendo di nuova costruzione e con spazi maggiori rispetto alla vecchia "torre" dei Balivi ma anzi è stato spesso oggetto di cronaca per svariati motivi: suicidi di detenuti, allarme relativo all'AIDS, arresto di guardie carcerarie e dello stesso direttore nel 1985, scioperi della fame, presunti e non presunti pestaggi di detenuti ed ora, come denuncia la lettera-petizione, inutili e sciocche vessazioni anche nei confronti dei familiari che vengono a trovare i detenuti;
e si
INTERROGA
il Presidente della Giunta per conoscere se ha ricevuto la lettera di cui sopra, che cosa ha fatto per rispondere a questa minima richiesta di aiuto e giustizia da parte di queste persone e, più in generale, quali provvedimenti l'Amministrazione regionale ha intrapreso o intende intraprendere per migliorare le condizioni di vita di tutti coloro che vivono nel carcere di Brissogne e quindi anche del personale che vi lavora.
PRESIDENTE: Prima di dare la parola al Presidente della Giunta, comunico al Consiglio che mi è pervenuta una lettera da parte del Direttore del nuovo complesso di Brissogne che annuncia dei rilievi all'interrogazione presentata dal Consigliere Viberti, che farò avere al Consigliere proponente.
Ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta, ne ha facoltà.
ROLLANDIN - (U.V.): Avant même que je reçoive la lettre pétition citée par le Conseiller, lettre qui m'est parvenue le 21 du mois d'août 1986, j'ai eu des rencontres soit avec M. Salvatore Mazzeo, nouveau directeur de la maison d'arrêt d'Aoste, soit avec M. Fornace, Président du Tribunal de surveillance de la Cour d'Appel de Turin. À l'occasion de cette rencontre on a fait ressortir certaines exigences que, en tant qu'Administration régionale, on a fait siennes par la délibération 5696 du ler août 1986, donc avant encore qu'on ait reçu la lettre qui fait l'objet de l'interrogation de M. Viberti.
Cette délibération prévoit l'organisation de cours de formation professionnelle, l'octroi de subsides ordinaires aux détenues pour faire face aux petites dépenses à l'intérieur de la prison, l'octroi de subsides extraordinaires aux libérés à titre d'aide, pour un retour chez-eux ou pour une première installation extérieure. L'exercice d'une activité par les détenus admis au régime de semi-liberté, les charges sociales relatives que l'embaucheurs doit supporter étant en partie assumées par la Région. Donc je crois qu'on a donné une réponse ponctuelle aux différentes exigences qui étaient à la base du problème des détenus.
Dans l'attente d'une règlementation en la matière, une rencontre avec le Directeur de la prison a été sollicité pour la création d'une Commission paritaire. A ce sujet je veux rappeler qu'on avait chargé l'Assessorat à la Santé et à l'Aide Sociale de suivre, avec ses fonctionnaires, ces rapports.
Suite à cette délibération, datée du ler du mois d'août, j'ai reçu cette lettre pétition. Après avoir donné la lecture de ces points, on a déjà donné une réponse concrète aux différentes exigences des détenus et on est là pour suivre dans les détails les différents problèmes concernant la maison d'arrêt de Brissogne.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Viberti, ne ha facoltà.
VIBERTI - (N.S.): Devo riconoscere che il Presidente della Giunta ha fatto assumere alla Giunta stessa una iniziativa con la deliberazione citata, della quale il Presidente ha letto il primo punto.
Il successivo punto di questa stessa deliberazione dice però di rinviare a successivi provvedimenti deliberativi l'approvazione delle modalità di effettuazione degli interventi di cui al punto precedente, e del relativo impegno di spesa.
Non voglio dire che le intenzioni del Presidente siano quelle abitualmente dilatorie, conosciute da tutti coloro che siedono sui banchi degli esecutivi, nei confronti di quelle che sono le richieste, tutt'altro; riconosciamo al Presidente della Giunta di essere una persona che quando affronta un problema forse a volte lo affronta persino con troppa decisione, però per quanto riguarda i problemi della Casa Circondariale di Brissogne direi che siamo ancora all'anno zero, mentre in questo Consiglio e al di fuori di questo Consiglio, più volte sono stati sollevati i gravi problemi che investono tanto i detenuti quanto il personale. La deliberazione si riferisce essenzialmente ai detenuti che sono quelli che si trovano nelle condizioni peggiori; non bisogna dimenticare neppure qual è la realtà di lavoro delle cosiddette guardie carcerarie, che almeno per quelle che erano le informazioni in mio possesso, fanno turni molto pesanti, hanno grosse difficoltà di inserimento nel tessuto sociale della nostra Regione, hanno addirittura avuto dei problemi non indifferenti di rapporti con altri militari o forze dell'ordine.
Sarebbe stato interessante poter conoscere prima della discussione di questa interrogazione, il contenuto della lettera che è stata inviata dal nuovo Direttore della Casa Cincondariale, il quale probabilmente, lo immagino e poi se mi sbaglio in una prossima occasione smentirò quello che sto dicendo, sosterrà che non c'è casa di pena che funzioni meglio di quella di Brissogne, che tutto quello che dice il Consigliere Viberti non corrisponde assolutamente a verità. Abbiamo invece potuto constatare "de visu" nel momento in cui ci siamo potuti recare con una delegazione guidata dal Presidente del Consiglio, e poi anche insieme ad altri Consiglieri in altre occasioni, le condizioni di vita in questa struttura che è di nuova costruzione, quindi dovrebbe permettere un più umano recupero di colui che ha sbagliato e che la società mette da un canto, per poterlo poi rivedere come nuovo uomo disponibile al vivere civile.
Stiamo aspettando a livello nazionale la riforma carceraria, e i mesi estivi hanno visto le proteste dei detenuti legate anche alla questione dell'amnistia; vediamo cos'è la giustizia nel nostro paese. Visto che ci sono degli spazi anche modesti nei quali l'Amministrazione regionale può inserirsi, invito caldamente il Presidente della Giunta a proseguire sulla strada che ha intrapreso e nel più breve tempo possibile a far sì che questa Commissione inizi i suoi lavori e dia soddisfazione tanto ai detenuti, quanto alle persone che svolgono un lavoro che non è dei più facili.
Purtroppo gli strumenti che queste persone hanno a disposizione sono molto modesti, per cui anche questo elemento contribuisce a non avere un clima, non dico ideale, ma neanche accettabile per quelli che sono poi i rapporti fra le guardie carcerarie ed i detenuti. Senza voler andare a tutta quella che è la retorica relativa ai rapporti fra questi due tipi diversi di individuo, abbiamo ancora nelle nostre orecchie quello che è avvenuto con l'arresto del precedente Direttore e con l'arresto di alcune guardie carcerarie che erano state accusate di pestaggi e violenze nei confronti di detenuti.
Mi auguro che queste cose oggi non avvengano più, ma le vessazioni che vengono denunciate nella petizione inviata al Presidente della Giunta e al Ministro di Grazia e Giustizia, al Magistrato di Sorveglianza e allo stesso Pretore di Aosta, dimostrano che c'è e persiste purtroppo un clima inadatto al recupero dei detenuti, un clima pericoloso che può essere foriero di nuovi brutti accadimenti all'interno della Casa Circondariale, per cui ritengo che senz'altro bisogna procedere nella direzione che indica la deliberazione.
Ci vuole umanità se si vuole un recupero: questo mi pare il dato fondamentale. Se ci si attiene esclusivamente ai regolamenti e si applicano con volontà vessatoria addirittura nei confronti delle persone che cercano di portare conforto a coloro che si trovano in queste condizioni, senz'altro non si rende un buon servizio alla giustizia non si procede verso una società migliore che deve essere obiettivo di tutti.