Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2074 del 10 giugno 1986 - Resoconto

OGGETTO N. 2074/VIII - INIZIATIVE REFERENDARIE SUI PROBLEMI DELLA CACCIA. (Interpellanza)

PRESIDENTE: Do lettura dell'interpellanza in oggetto presentata dal Consigliere Cout:

INTERPELLANZA

CONSIDERATO che in riferimento al dibattito sorto a seguito delle iniziative referendarie, concernenti i problemi della caccia, sono sorte discussioni con prese di posizione di vario tipo;

il sottoscritto Consigliere regionale

INTERPELLA

l'Assessore all'Agricoltura, Foreste ed Ambiente Naturale per sapere se risponde a verità la notizia che anche alcuni appartenenti al corpo forestale abbiano assunto iniziative a favore della raccolta delle firme per il referendum e per sapere qual è la posizione dell'Assessore a proposito del referendum e dei problemi della caccia in Valle d'Aosta, anche alla luce della nuova legge sulla caccia che dovrebbe essere presentata alla discussione del Consiglio.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Cout; ne ha facoltà.

COUT (P.C.I.): A differenza di quanto diceva prima il Consigliere Torrione, io credo che, in questo periodo, sugli organi di informazione si dia molto spazio all'iniziativa, anzi all'offensiva, in atto contro l'attività venatoria.

Io credo che qualcuno si comporti un poco come se fosse l'unico depositario della verità e dei valori assoluti sulla tutela dell'ambiente o sull'ecologia. Questo è un gioco molto sottile e non mi stupirei se, alle prossime elezioni, ci trovassimo anche qualche lista verde in più che potrebbe raccogliere i frutti che, secondo me, qualcuno sta seminando in questo momento. Tant'è vero che questa iniziativa, o questo eccesso, sta andando avanti sotto diverse forme, infatti, al di là del problema dei verdi, se ne sentono di tutti i colori.

Non ultima è l'iniziativa dell'ENPA romana che, dopo che per secoli i bovini hanno potuto scornarsi tra di loro, ha scoperto che le "batailles des reines" che si svolgono in Valle d'Aosta sono anch'esse un'iniziativa scellerata. Io penso che molto presto qualcuno cercherà di impedire che le mucche non si scornino tra di loro.

Riguardo a questi problemi ritengo che la Regione debba mantenere, come spesso ha fatto finora, un atteggiamento molto equilibrato e responsabile. Per ciò che riguarda la caccia (e mi spiace che non ci sia il Consigliere Torrione) noi siamo stati di esempio, per le Regioni d'Italia e vorrei ricordare al Consigliere Torrione che quello che si chiede con il referendum sulla caccia è ormai attuato qui da noi da diversi anni.

Per noi, quindi, che i referendum sulla caccia ci siano o non ci siano, che passino o che non passino, non cambia proprio niente, perché quello che si vuole raggiungere con i referendum sulla caccia noi ce l'abbiamo già da diversi anni, perché da diversi anni abbiamo saputo darci delle limitazioni e fare le scelte che dovevamo fare.

Però, dopo i problemi sollevati questa mattina dal Consigliere Torrione, converrebbe cambiare qualcosa nella caccia in Valle d'Aosta. È molto facile ed è anche abbastanza semplice presentarsi in Consiglio regionale per dichiararsi in disaccordo con le scelte del Comitato per la caccia.

L'Assessore, però, precisava molto bene che occorrerebbe mettere tutto sulla bilancia: da una parte le scelte che sono state fatte negli anni scorsi e che in alcuni casi si è stati costretti poi a rivedere; ma dall'altra occorre mettere anche la questione dei carnet degli appunti, della quale dirò in seguito, e la questione di un distretto sperimentale che finalmente è stato scelto come tale e non come lo si voleva all'inizio.

Dicevo, comunque, che secondo me, per non dover definire il calendario venatorio anno per anno, lasciando da parte per il momento la questione dei distretti, occorrerebbe introdurre una programmazione su base poliennale. È inutile che ogni anno ci si scorni nel Comitato Caccia tra cacciatori ed ecologisti, per operare delle scelte che poi non vanno mai bene. Conviene, invece, fare delle scelte di fondo, sulla base delle quali decidere per un arco di 3, 4, 5 o 6 anni. A queste scelte più generali potranno eventualmente seguire delle scelte più particolari.

Occorre poi introdurre la carta delle vocazioni faunistiche, che ormai è già stata introdotta in tante altre Regioni. È opportuno, infatti che, sul territorio della Regione, dopo uno studio sulle potenzialità faunistiche, finalmente si possa decidere dove, come e quando poter cacciare. Anche questo deve essere messo sulla carta.

Dopo di che, la Valle d'Aosta, come già è stata per diversi anni, potrà ancora continuare ad essere d'esempio alle altre Regioni.

Però, l'interpellanza che noi abbiamo presentato si poneva anche un altro obiettivo e cioè tendeva a conoscere come la Regione, con i suoi funzionari o con il suo personale, riesca a portare avanti una sua politica venatoria in Valle. E così, dopo che la "vox populi" o "radio scarpa", che si sente sovente in giro, ha riferito alcune cose, mi sono sentito in dovere di presentare questa interpellanza.

Si dice che i rappresentanti della Regione nel Comitato Caccia siano molto più vicini agli ecologisti e ad alcune scelte che essi vogliono fare, che non all'esigenza di portare avanti una politica decisa dalla Regione, e che alcuni dipendenti della Regione sono molto solerti nell'assumere in modo organizzato delle iniziative a favore del referendum.

A tutto ciò io credo solo in parte, però vorrei che la Regione mi desse la sua assicurazione in tal senso ed in più, per ciò che riguarda i problemi della caccia in Valle d'Aosta, vorrei che l'Assessore mi garantisse che la Regione esercita una vera politica venatoria senza delegare nulla a nessuno. Vorrei sapere dall'Assessore infatti se non ritiene anche lui che in Valle d'Aosta non c'è bisogno di referendum, ma, semmai, di alcune scelte che rispettino di più le esigenze della nostra Regione.

Non è, forse, necessario che i funzionari della Regione, invece di spingere le sezioni a fare delle scelte sbagliate sui distretti venatori (tant'è che siamo venuti a conoscenza della creazione di 16 distretti sul territorio della Valle, mentre poi ci siamo dovuti ricredere e la legge, come ci ha detto l'Assessore, è ferma anche per quel motivo), dopo un attento esame facciano alcune scelte precise in rapporto alle effettive esigenze di soluzione di questi problemi? Io sono convinto che tutta una serie di iniziative e osservazioni avanzate da alcune parti sono, oltre che gratuite, molto pericolose in relazione a quello che noi dovremmo fare in Valle d'Aosta.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola l'Assessore all'Agricoltura, Foreste ed Ambiente Naturale Perrin; ne ha facoltà.

PERRIN (U.V.): C'est dommage que le Conseiller Torrione ne soit pas là car il aurait entendu un tas de bonnes réponses; je crois que sur tous les sujets il serait bien d'entendre les deux voix. Pour ce qui est de l'interpellation, je ne crois pas qu'il y ait une attitude déclarée pour ou contre les uns ou les autres de la part du Corps Forestier valdôtain. Pour ce qui concerne les affiches distribuées en vue de recueillir les signatures en faveur du référendum, le Conseiller Cout sait très bien qu'il s'agit d'une initiative de la flore valdôtaine. Le corps forestier n'a pas été charge de cette distribution.

Je ne vie pas que quelqu'un ait pu collaborer à cela mais dans ce cas, il l'a fait en tant que personne, non chargée par l'Administration, non appartenant au Corps forestier valdôtain.

Personne ne peut rien à qui que ce soit la liberté d'un choix personnel, l'intervention en faveur de ses croyances aussi dans le secteur de la chasse, pourvu que cela soit fait en dehors de l'horaire de service et en tant que libre citoyen. Et c'est cela qui s'est produit.

Toutefois nous avons voulu aller au-delà, puisque la présence d'un membre du Corps forestier, donc fonctionnaire de l'Administration régionale pour ou contre le référendum pourrait être mal interprétée. C'est pourquoi nous avons donne l'ordre au personnel du corps forestier de s'abstenir de toute initiative concernant le référendum et le problème porté de l'avant actuellement. Il s'agissait d'établir une position de neutralité qui est bien; c'est peut-être une limitation à la liberté de chaque membre du Corps forestier mais cela avait pour but d'éviter toute équivoque.

Pour ce qui est de la position de l'Assesseur vis-à-vis du referendum, ayant une fonction publique et une position que le Conseiller Cout connaît, à l'égard de la chasse, puisque je l'ai exprimée très clairement ce Conseils, je n'ai pas voulu et ne veux pas prendre position à l'égard du référendum; je ne veux pas profiter de ma charge pour influencer d'un côté ou de l'autre. Je n'ai pas crainte de le redire: ce n'est pas juste de poser le débat "chasse oui chasse non" mais plutôt sur quel type de chasse, sur les méthodes qui méritent de voir mettre l'accent.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Cout; ne ha facoltà.

COUT (P.C.I.): Dopo una risposta così saggia non si può che essere d'accordo con i saggi, specie quando essi dicono che è giusto rispettare la libertà di scelta dei cittadini. Voglio anche sperare, insieme ai saggi, che, come è vero che "in medio stat virtus", che la Regione, specie in questo caso, stia nel giusto mezzo.

PRESIDENTE: Signori Consiglieri, i lavori sono sospesi e riprenderanno alle ore 16.00.

La seduta è tolta.

La sedute termina alle ore 13, 14.