Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2073 del 10 giugno 1986 - Resoconto

OGGETTO N. 2073/VIII - INTERVENTI DELLA REGIONE A FAVORE DI GIOVANI TOSSICODIPENDENTI. - (Interpellanza)

PRESIDENTE: Do lettura dell'interpellanza in oggetto presentata dai Consiglieri Mafrica e Millet:

INTERPELLANZA

CONSTATATO che sono sempre più numerose le delibere di Giunta con cui si provvede al pagamento delle rette di giovani tossicodipendenti, inseriti in Comunità NARCONON, situate in diverse località, tutte esterne alla nostra Regione;

CONOSCIUTE informazioni non favorevoli sul tipo di impostazione teorica e sulla concreta organizzazione di tali comunità;

i sottoscritti Consiglieri regionali

INTERPELLANO

l'Assessore alla Sanità ed Assistenza Sociale per conoscere:

1) le ragioni che inducono la Giunta regionale a privilegiare l'inserimento di giovani tossicodipendenti in comunità terapeutiche esterne alla Valle d'Aosta;

2) qual è il giudizio della Giunta regionale in merito all'impostazione tecnica e alla struttura organizzativa delle Comunità NARCONON;

3) quali iniziative intende prendere la Giunta per migliorare i servizi erogati ai tossicodipendenti dalle strutture pubbliche e per trovare convenienti rapporti con le strutture private, operanti in Valle contro le tossicodipendenze.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Mafrica; ne ha facoltà.

MAFRICA (P.C.I.): Come Consigliere membro della Commissione Sanità, aspettavo qualche occasione per porre all'Assessore delle domande su alcune questioni che riguardano i servizi sociali ed in particolare sulla necessità di un certo chiarimento sui servizi forniti dall'Amministrazione ai tossicodipendenti. Ho l'impressione che questo problema tenda ad essere "rimosso" e cioè che ci sia un po' la tendenza a parlarne il meno possibile.

Eppure, in una delibera di Giunta dell'agosto del 1985 si dice che in Valle d'Aosta vi sarebbero 250 o 300 tossicodipendenti abituali e che il numero dei giovani interessati ammonterebbe a circa 1000. Se rapportiamo il tutto alla popolazione giovanile della nostra Regione ci rendiamo conto che la questione non è di scarsa rilevanza.

Il problema posto dall'interpellanza, è però quello che riguarda le comunità terapeutiche alle quali vengono affidati i giovani valdostani. In questo periodo, ci siamo interessati un poco di queste cose e abbiamo scoperto delle situazioni a dir poco scandalose. Dall'esame delle delibere di Giunta, abbiamo riscontrato che nel 1985 ci sono stati 6 casi di persone sostenute dall'Amministrazione regionale nel pagamento delle rette alle comunità alle quali i giovani erano stati affidati. Di questi 6 casi, 2 erano stati affidati alla Comunità "San Grato" che si trova in Valle d'Aosta, 4 alle Comunità "NARCONON" situate in diverse parti del Paese ma fuori della Regione.

Nel 1986 i casi presenti nelle delibere sono diventati 11 (L'Assessore potrà essere poi più preciso). Alcuni di questi riguardano delle persone già interessate nell'anno precedente, comunque, di questi 11 casi 1 è stato affidato alla Comunità "San Grato" che opera in Valle d'Aosta, 1 alla Comunità "Incontro" di Benevello Alba e 9 casi alle Comunità "NARCONON". Mi sono chiesto che cosa hanno di speciale queste Comunità "NARCONON", alle quali la Regione affida i ragazzi tossicodipendenti affinché vengano curati ed aiutati a reinserirsi nel tessuto sociale. In ognuna delle delibere che riguardano questi casi, viene sempre scritto, in modo esplicito, che c'è bisogno della comunità per aiutare il tossicodipendente a reinserirsi nell'ambiente sociale.

Dobbiamo dire, però, che le notizie che noi abbiamo avuto sulla "NARCONON", sono quanto di peggio si possa immaginare. Da un notiziario ASPE, curato da un Gruppo di Torino, si apprende, in sostanza, che queste comunità sono state segnalate alle Regioni, e quindi crediamo anche alla nostra Regione, come Comunità che destano preoccupazione per 3 motivi.

Innanzitutto per il tipo di cura che viene effettuata: si procede alla disintossicazione con farmaci polivitaminici, saune e corse, senza alcun controllo medico. In numerose comunità, secondo queste notizie, ci sono casi di sovraffollamento e di antigienicità che sono particolarmente pericolosi per i giovani tossicodipendenti che, come si è detto nei mesi scorsi, corrono il rischio di prendere particolari malattie.

Intorno a queste comunità, e questo è il fatto più rilevante, c'è anche il sospetto di una vera e propria truffa organizzata.

Ora, dei 9 casi aiutati dalla Regione ed inviati alle comunità "NARCONON", 7 sono stati ospitati presso la comunità di Castelnuovo Bormida, 1 a Grosseto ed 1 a Villanova D'Asti.

La rivista ASPE (Agenzia di Stampa sui Problemi dell'Emarginazione), scritta da gente che lavora in questo settore, dice di aver effettuato una visita alla comunità di Castelnuovo Bormida e di aver verificato che dovrebbero esserci un centinaio di persone in comunità, 60 giovani tossicodipendenti (7 sono quelli inviati dalla nostra Regione) ed una quarantina di operatori.

Uno degli operatori della comunità di Castelnuovo Bormida, risponde che la capacità di accoglimento della comunità è solo una questione di spazio: "Se potessimo, riempiremmo quelle stanze di letti! Qui non mandiamo via nessuno.

Quando siamo al completo sistemiamo dei materassi anche per terra e ci arrangiamo anche così!"

Un ragazzo che arriva in quella comunità viene guardato a vista giorno e notte da un operatore, finché non supera la crisi di astinenza, dopodiché inizia la seconda fase del programma che prevede la "purificazione" a base di vitamine e sauna, si tratta di 4 ore e mezza al giorno, precedute da una mezz'ora di ginnastica. Le saune sono due, 1 metro per 1 metro, in cui prosciugarsi al suono assordante di musica rock.

Alla domanda: "Come va?", questi ragazzi rispondono: "Bene, bene". Ma i loro sguardi sono eloquenti: parole ridotte a monosillabi, facce stanche e depresse.

"Le stanze comprendono 7 od 8 posti letto stipati in ambienti tetri, arredati con l'essenziale ed anche meno, con i poster ingialliti sparsi sulle pareti che non riescono a personalizzare le stanze stesse. In ciascuna stanza c'è "la televisione", come ricorda solerte la guida. "Al piano dei maschi, alle 3 del pomeriggio, incrociamo 5 ragazzi: 3 dormono o stanno male, non si fa in tempo a capire".

Oltre a queste ore di ginnastica, il programma di purificazione promette di indicare la via della felicità e, in sostanza, questi ragazzi sono sottoposti ad ore ed ore di indottrinamento sulla "scienza dianetica" che è una specie di teosofia inventata da un certo Abbard (a qualcuno sarà capitato di vedere in televisione una certa propaganda su questo tipo di corsi) il quale sostiene che il cervello umano ha dei poteri occulti che possono essere esternati e, applicando certi metodi educativi, l'uomo può raggiungere il controllo assoluto della mente e quindi vivere felice.

Sennonché questo signor Abbard, che è un ottimo autore di romanzi di fantascienza, come operatore sociale è stato denunciato per truffa in Italia, è stato condannato per truffa in Francia ed è segnalato dal Parlamento Europeo tra coloro di cui non bisogna fidarsi nelle attività di recupero sociale.

Questo tipo di operazione si svolge quasi come una "catena di S. Antonio". Nella comunità di Castelnuovo Bormida, su 100 persone, 60 vanno lì per disintossicarsi ed una quarantina sono gli operatori. Ma questi ultimi sono ex tossico-dipendenti che, pagando fior di milioni (il corso di Abbard costa una ventina di milioni), vengono poi remunerati secondo i nuovi tossicodipendenti che riescono a portare nella comunità. Forse si spiega in questo modo il fatto che i 7 tossico-dipendenti della Valle d'Aosta siano finiti a Castelnuovo Bormida: uno fa 3 mesi di disintossicazione, poi diventa operatore, spende un sacco di soldi e viene pagato in base ai successi che ottiene e cioè in base ai nuovi "pazienti" che porta. Ci sembra che questo meccanismo sia molto strano e pericoloso.

Chiediamo pertanto alla Giunta regionale, che è da più di un anno che continua a mandare la maggior parte dei tossico-dipendenti presso queste comunità "NARCONON", se ha mai avuto notizie di questa situazione e se ha ricevuto la segnalazione del Ministero della Sanità che metteva sull'avviso le Regioni con rapporti particolareggiati sulla antigienicità delle strutture e sul tipo di plagio a cui sono sottoposti i ragazzi.

Noi abbiamo l'impressione che la Giunta abbia saputo qualche cosa, perché nel 1985 pagava direttamente le rette alle comunità, mentre nel 1986 è stato trovato un marchingegno attraverso il quale, le rette vengono pagate dando i soldi direttamente alle famiglie e non più alle comunità che, tra l'altro, non accettano delle rette vere e proprie...

PRESIDENTE: Consigliere Mafrica, sono trascorsi 10 minuti.

MAFRICA: Ho quasi finito... ma accettano delle donazioni che forse finiscono in America dove esiste la casa madre di questa specie di setta.

Inoltre vogliamo sapere dalla Giunta che cosa capiterà ai ragazzi che vi sono ospitati attualmente, dove verranno ricoverati e che cosa è stato fatto per dare applicazione al programma di attività stabilito dalla Giunta nell'agosto del 1985, se sono state preparate le convenzioni con le diverse comunità e come si pensa di affrontare questo problema.

Poiché il mio tempo è scaduto mi limito a questi interrogativi, ma, se necessario, mi riservo di aggiungere qualche altro particolare in sede di replica.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola l'Assessore alla Sanità ed Assistenza Sociale, Voyat; ne ha facoltà.

VOYAT (U.V.): Intanto mi permetto di ricordare al Consigliere Mafrica che la Giunta regionale non manda nessuno da nessuna parte, ma lascia che ognuno scelga la località nella quale vuole andare. Questo è l'orientamento che è stato sempre seguito.

Se vogliamo fare una discussione far dire che tutti i tossico-dipendenti che vogliono recarsi in qualche comunità, debbono recarsi in una certa comunità perché lo dice il Partito Comunista io non sarò senz'altro d'accordo e continuerò a difendere la posizione della Giunta e del Consiglio regionale che lascia libero qualunque tossicodipendente di scegliere la comunità nella quale preferisce recarsi.

(...INTERRUZIONE...)

Questo è il principio seguito. In ogni caso, al tossico-dipendente che vuole disassuefarsi dall'assunzione della droga e che chiede all'Amministrazione regionale di aiutarlo, noi diciamo quali sono le nostre condizioni e forniamo l'elenco di tutte le comunità delle quali noi siamo a conoscenza, ma sono loro a sceglierne la comunità in cui andare.

Abbiamo anche cercato di identificare i fattori che influenzano le scelte di questi ragazzi, convocandoli, di tanto in tanto, secondo un certo calendario, seguendoli al momento del loro ricovero e al momento in cui vengono dimessi. Quasi tutti, in genere, ci dicono che la scelta è determinata dal tempo che decorre dal momento in cui uno decide di volersi disassuefare dalla droga, al momento del ricovero all'interno di un istituto. Quasi tutti questi istituti prima di accogliere un ragazzo per fargli seguire un processo di reinserimento chiedono che faccia una cura di disintossicazione. La NARCONON, invece, dal momento della richiesta, lascia passare solo qualche giorno e poi svolge tutti gli accertamenti al suo interno.

Il secondo elemento che caratterizza queste scelte, è determinato dal fatto, che questi ragazzi chiedono prima quali sono le regole di vita imposte nei vari istituti.

La terza ragione, si riferisce all'intenzione di voler uscire dal circolo delle amicizie e dello spaccio della droga che essi conoscono. Dicono infatti che non conoscendo nessuno...

(...INTERRUZIONE...)

C'è poco da ridere, perché ci sono i verbali e, quelli che si permettono di ridere possono passare nel mio ufficio, come ho già fatto, ed io farò vedere loro quali sono le dichiarazioni di questi ragazzi.

Per venire alle richieste del Partito Comunista, dirò che nel mese di agosto c'è stata un'affluenza maggiore degli anni precedenti e c'era un accordo con l'Amministrazione che prevedeva che, per coloro che sarebbero andati alla NARCONON le rette sarebbero state pagate direttamente dall'Amministrazione regionale.

Sennonché, ad un certo momento, e cioè nel mese di novembre dell'anno scorso, ci è stato segnalato che all'interno della NARCONON c'era qualcosa che non andava.

Abbiamo mandato i nostri responsabili a fare un sopralluogo e abbiamo convocato alcuni genitori e alcuni dei ragazzi ricoverati, e abbiamo deciso che dal 31/12/1985 l'Amministrazione regionale non avrebbe più avuto rapporti diretti con la NARCONON.

A questo punto, per una certa pressione esercitata dai genitori e dai ragazzi, in quanto ce n'erano alcuni che non avevano finito il ciclo di disassuefazione, di durata pari a circa 3 mesi, e per pressioni di altri che non trovavano, non volevano o si rifiutavano di andare da altre parti, abbiamo ceduto dicendo: "Benissimo, noi vi diamo un contributo, purché voi dimostriate che siete ricoverati e che state sottoponendovi a cure di questo genere".

Su di una retta valutata intorno al milione e 600 mila lire, noi ne rimborsavamo 1 e mezzo.

Se ben ricordo, nel mese di aprile ci è giunta una comunicazione della Regione Emilia Romagna, la quale aveva fatto dei sopralluoghi negli istituti presenti in quella Regione, e ci metteva al corrente di quello che vi accadeva.

Immediatamente anche noi, il sottoscritto con alcune assistenti sociali, il 18 aprile abbiamo fatto delle visite a Castelnuovo Borbmida. In seguito a quei sopralluoghi, abbiamo nuovamente convocato alcuni genitori e alcuni di questi ragazzi ricoverati ai quali è stato detto che dalla fine del mese di maggio l'Amministrazione regionale non avrebbe dato più alcun contributo a coloro che si fossero recati ancora in quegli istituti.

Questo perché il livello igienico sanitario riscontrato, era completamente deficitario ed inoltre non ci erano state date risposte precise sulle cure che vi si praticavano, ed inoltre all'Amministrazione regionale ed al sottoscritto, erano state opposte notevoli difficoltà al mantenimento di contatti con il presidente o con il responsabile di quegli istituti. Pertanto noi abbiamo detto ai genitori che, trascorsi tre mesi, i ragazzi che avessero voluto recarsi ancora in quegli istituti lo avrebbero fatto a proprie spese perché non avrebbero più beneficiato dell'assistenza dell'Amministrazione regionale.

Questo è quello che si è verificato con la NARCONON, senza alcun marchingegno e senza voler nascondere nulla. Prima c'era un rapporto diretto con l'Amministrazione regionale, così come c'era con le altre comunità; poi abbiamo ceduto alle pressioni dando un certo contributo, pur di offrire la possibilità a questi ragazzi di farsi ricoverare, perché dicevano in maniera categorica che non sarebbero andati in nessun altro luogo; mentre ora, dalla fine del mese di maggio non ci sarà più alcun intervento da parte dell'Amministrazione regionale, proprio per quanto diceva prima il Consigliere Mafrica.

Bisognerebbe aggiungere qualche cosa anche sul perché questi ragazzi volevano andare presso la NARCONON. I ragazzi dicevano che, non esistendo presso la NARCONON un periodo di preaccoglienza, essi potevano esservi inseriti immediatamente.

Il fatto poi che gli operatori sono dei tossico-dipendenti, cosa che per il Consigliere Mafrica può essere valutata negativamente, dai ragazzi era invece valutata positivamente perché si trovavano con quasi coetanei che erano già passati attraverso la loro esperienza. Altro aspetto positivo, sempre a detta dei ragazzi, era la possibilità di non svolgere dei lavori manuali ma solo concettuali, seguendo dei corsi, partecipando a delle riunioni o discutendo. A questo punto tutto è opinabile e criticabile.

Non è mia intenzione difendere la NARCONON, ma potrei anche leggere altri scritti che dicono che il sistema praticato presso la NARCONON è valido. Più che andare a vedere quello che si fa o non si fa, io credo che si dovrebbero verificare i risultati, perchè sono quelli i fattori che contano ben più del costo o del come vengono trattati, in tutti i casi, questi ragazzi. Io credo che quello che conta siano i risultati che ci permettono di poter dire: "Noi abbiamo inviato un certo numero di ragazzi in questi istituti e molti si sono reinseriti nella società senza aver più problemi di droga".

Spesso, invece, i ragazzi sono inviati in altri istituti, senza che il problema venga risolto.

Per quanto concerne il giudizio della Giunta regionale, posso rispondere dicendo che, il fatto che ci sono stati rifiutati dei contatti diretti e che poi abbiamo negato qualunque contributo a chi si fosse recato in questi istituti, indica già di per sé quale può essere la nostra valutazione. Diciamo in ogni caso che la nostra valutazione, più che fondarsi sui metodi di cura e di reinserimento, è stata condizionata dal modo in cui questi ragazzi vivevano e venivano trattati. Del resto io non sono in grado di valutare se i metodi applicati in una comunità, siano più efficaci di quelli praticati in un'altra e sfido chiunque a potermi dimostrare che esista un metodo di cura infallibile.

Al terzo quesito, che si propone di conoscere le iniziative che intende assumere la Giunta regionale, posso rispondere dicendo che, dopo che è stata inviata dal Ministero una convenzione tipo sulla base della quale le Amministrazioni regionali o le U.S.L. possono stipulare delle convenzioni con queste comunità, si sta predisponendo una convenzione con l'unica comunità che abbia mo in Valle d'Aosta, la Cooperativa Agricola "San Grato".

E iniziata inoltre la ristrutturazione della proprietà dell'Amministrazione regionale a Champlan che dovrà essere destinata a comunità regionale per soggetti in situazione di disagio o per ragazzi tossico-dipendenti.

Deve essere chiaro, comunque, che, in ogni caso, prima di inviare i ragazzi tossico-dipendenti fuori Valle, abbiamo sempre chiesto loro se volevano essere ricoverati nell'unica comunità che abbiamo in Valle d'Aosta. I ragazzi, però, ci hanno sempre detto di no. Se il Partito Comunista insisterà nel dire che l'Amministrazione regionale interviene obbligando i ragazzi a recarsi in una certa comunità, io mi opporrò dichiarando il contrario.

Si dà atto che dalle ore 12,50 assume la Presidenza il Vice Presidente DE GRANDIS.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Mafrica; ne ha facoltà.

MAFRICA (P.C.I.): Trovo che l'atteggiamento dell'Assessore sia molto farisaico. Per un certo periodo, infatti, l'Amministrazione regionale ha pagato le rette direttamente; poi, visto che qualcosa non andava, ha pensato di risolvere il problema dando i soldi alle famiglie invece che alle comunità che operano per il ricupero dei tossicodipendenti. Adesso, dopo però che sono arrivati i rapporti dei carabinieri e dopo che la Regione Emilia ha chiuso la comunità di Civitella di Romagna, la Regione decide di non pagare più neanche le rette.

Questo è il risultato, e a me sembra che questo atteggiamento, rifugga dalla sostanza del problema che consiste nel trovare delle soluzioni adeguate per utilizzare bene anche il denaro regionale. Se il denaro regionale viene dato direttamente o indirettamente attraverso le famiglie, non cambia assolutamente la sua destinazione perchè va a finire in attività che la Regione stessa riconosce come non del tutto accettabili, al punto che sospenderà anche questi contributi.

L'Assessore dice che i ragazzi sono stati lasciati liberi di scegliere, però sembra strano che la Regione non avesse nulla da dire proprio a quei ragazzi che, avevano scelto di andare in quelle comunità delle quali già erano note alcune cose. Questo è un atteggiamento ipocrita, Assessore!

Bisogna capire, innanzitutto, che un ragazzo in quelle condizioni può fare anche delle scelte non oculate, pressato com'è dalle sue particolari condizioni. Io credo, invece, che compito dell'Amministrazione regionale avrebbe dovuto essere quello di creare prima di tutto in Valle d'Aosta delle strutture più soddisfacenti di quelle attuali.

Non mi risulta che sia ancora operante il centro di tutela della salute dei tossico-dipendenti che altrove opera, non mi risulta che si sia fatto tutto il possibile per organizzare anche in Valle d'Aosta delle comunità che avrebbero potuto fare qualcosa. Non crediamo che il problema si possa risolvere solo chiedendo ai ragazzi dove vogliono andare per farsi curare, a spese ovviamente della Regione.

Noi crediamo, invece, che la Regione dovrebbe avere un elenco di queste comunità esterne, proprio per i casi in cui fosse necessario, ma si dovrebbe trattare di comunità abbastanza controllate ed anche i finanziamenti dovrebbero andare a quei ragazzi che accettano di recarsi in comunità che offrono determinate garanzie.

Nel nostro caso, invece, le garanzie sono proprio nulle, anzi, si disintossica un ragazzo dalla droga, ma lo si inserisce in un circuito tutto particolare, per cui diventa quasi agente di una specie di setta di fanatici. Questo non è un gran risultato, anche se tutto può essere opinabile.

Noi non poniamo il problema perché abbiamo indicazioni particolari o perché vogliamo favorire questa o quella comunità. Noi crediamo che il problema non possa essere affrontato come nei mesi scorsi e crediamo che, oggi, a questi ragazzi, ai quali la Regione non pagherà più le rette, debbano essere fornite delle soluzioni alternative e queste soluzioni, caro Assessore, le deve trovare, prima di tutto, la Giunta regionale. Noi, poiché questo è il nostro compito, controlliamo come viene utilizzato il denaro pubblico che, in questo caso, non è stato utilizzato bene; e controlliamo anche come vengono risolti i problemi per i quali, come in questo caso e considerando anche le decisioni assunte in seguito dalla Regione, non sono state trovate soluzioni idonee.