Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2072 del 10 giugno 1986 - Resoconto

OGGETTO N. 2072/VIII - ATTUAZIONE IN VALLE DELLE DISPOSIZIONI CONCERNENTI L'INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE NELLE SCUOLE. (Interpellanza)

PRESIDENTE: Do lettura dell'interpellanza in oggetto presentata dal Consiglieri Cout e Tonino:

INTERPELLANZA

CONSIDERATO che neanche le ultime disposizioni, impartite dal Ministro alla Pubblica Istruzione per ciò che riguarda l'insegnamento della religione nelle scuole, sembrano aver risolto i problemi ed i dubbi sollevati da diverse parti e da numerosi genitori, insegnanti e studenti, soprattutto in riferimento alla scuola materna ed elementare;

TENUTO PRESENTE il dibattito già svoltosi in questo Consiglio su tali problemi;

i sottoscritti Consiglieri regionali

INTERPELLANO

l'Assessore alla Pubblica Istruzione per sapere:

1) se sono state emanate disposizioni particolari da parte dell'Assessore stesso in merito all'insegnamento della religione nella nostra Regione;

2) quali sono gli intendimenti della Giunta regionale in merito alla scelta degli insegnamenti alternativi per coloro che non volessero seguire le normali lezioni di religione;

3) se non vengono ritenute opportune disposizioni particolari per ciò che riguarda l'insegnamento della religione nella scuola materna.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Cout; ne ha facoltà.

COUT (P.C.I.): Già in una precedente riunione del Consiglio avevamo discusso intorno a questo problema, ma noi abbiamo ritenuto opportuno presentare questa interpellanza perché ci siamo accorti che la situazione non cambia, anche se sarebbe stato auspicabile che dalla circolare del Ministro o dagli interventi della Regione su questo problema, scaturissero alcune indicazioni più precise, mentre noi siamo fermi sempre allo stesso punto.

In uno degli scorsi Consigli abbiamo appurato che forse noi, a differenza di Trento e Bolzano, nonché del Friuli e Venezia Giulia, non abbiamo disposizioni precedenti alle quali appellarci per essere considerati abitanti in zona di confine, per intervenire più decisamente come Regione. In quelle zone, infatti, esistevano già delle disposizioni fin dal 1774, quando, sotto l'impero austro-ungarico, l'imperatrice Maria Teresa aveva emanato un regolamento scolastico nel quale si parlava dell'insegnamento della religione, per cui si è andati avanti per anni e anni, prima e dopo le due guerre mondiali, con ulteriori disposizioni che hanno reso ben diversa la situazione di fatto.

Malgrado questo, noi pensiamo che, se esistono delle carenze per ciò che riguarda l'insegnamento nelle scuole, sarebbe opportuno che la Regione trovasse i modi per intervenire. In questa materia di carenze ce ne sono, eccome!

Noi riteniamo che la scuola italiana, dopo la revisione del Concordato, avrebbe dovuto essere messa in condizione, di accogliere e realizzare le nuove disposizioni concordatarie senza che tale circostanza comportasse uno stravolgimento della normale attività didattica e senza che venissero create artificiose tensioni e atti di prevaricazione. L'accordo concordatario, infatti, doveva andare in questo senso. Però noi crediamo che il Governo ed il Ministro della Pubblica Istruzione, nel dare attuazione a questo Concordato, abbiano proceduto in un modo molto unilaterale ed anche scorrettamente, contraddicendo il diritto alla libera scelta.

Cerco di spiegarmi molto brevemente, anche perché con una interpellanza non si può approfondire molto l'argomento. Mi limiterò a dire che, secondo il nostro parere, anche le ultime circolari ministeriali si sono limitate a riconoscere, come non era stato fatto in precedenza e finalmente è stato fatto adesso, il diritto, di chi non si vuole avvalere dell'insegnamento della religione cattolica, di vedersi assicurato un insegnamento culturale ed educativo parallelo.

Dobbiamo dire, però, che questo diritto, che pure è importante almeno in via di principio, non ha poi trovato nelle circolari ministeriali gli strumenti sufficienti ed anche necessari per essere attuato. Infatti, sotto vari punti di vista, ci sono notevoli carenze che partono dal fatto che, per la scuola elementare, andava meglio chiarita tutta una serie di questioni. Per ciò che riguarda l'attività dei consigli o degli organismi collegiali, doveva essere chiarita tutta una serie di questioni, mentre adesso non si sa che cosa bisogna fare per questa materia alternativa; così come doveva essere chiarita la questione della sovrapposizione di un insegnamento di un certo tipo, in attesa dei nuovi programmi che, nella scuola materna ed elementare, dovrebbero partire nel 1987.

Già nella discussione precedente noi avevamo detto, che eravamo dell'idea e ci eravamo dichiarati disponibili, a fare qualcosa di più preciso in Valle d'Aosta, con delle disposizioni della Regione e che, secondo il nostro parere, si sarebbe potuto cominciare a fare qualcosa di più proprio e soprattutto per ciò che riguarda la scuola materna regionale, anche in attesa di una integrazione dei programmi ministeriali e nell'attesa di alcuni chiarimenti nei confronti dei Consigli d'Istituto, per cominciare a pensare anche alle strutture necessarie per svolgere questa attività parallela ed alternativa all'ora di religione.

Ultimamente, abbiamo saputo che proprio entro, oggi, 10 giugno, sarebbero stati distribuiti i moduli per la scelta dell'insegnamento della religione o delle attività educative alternative, che dovrebbero essere compilati e restituiti entro il 7 luglio. Eppure noi sappiamo che la Regione non ha fatto altro che fungere da "passacarte" della circolare ministeriale, perchè, fino ad ora essa ha taciuto completamente.

Signor Assessore, non si è fatto altro che prendere la circolare del Ministro, con tutte le sue lacune, per passarla alle scuole.

Ancora una volta debbo dire che mi sarei aspettato molto di più.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola l'Assessore alla Pubblica Istruzione Faval; ne ha facoltà.

FAVAL (U.V.): Pour répondre aux deux premières questions qui ont été posées dans l'interpellation, je vous informe qu'en date du 12 mai dernier, le Surintendant aux écoles a envoyé à tous les directeurs, des écoles régionales la lettre suivante: "Oggetto: Scuola materna. Indicazione relativa all'esercizio del diritto di scelta se avvalersi o non avvalersi dell'insegnamento della religione cattolica e in ordine all'attività per i bambini che non si avvalgono delle attività educative della religione cattolica. Si trasmette per conoscenza e norma copia della Circolare ministeriale n° 128 del 3 maggio 1986... concernente l'oggetto.", voilà en ce qui concerne la première question.

Pour la deuxième, tout est contenu dans la circulaire du Ministère. J'ajouterai encore que tout le monde demande et défend correctement l'autonomie que le "Collegio docenti", les enseignants eux-mêmes doivent avoir dans l'enseignement; donc ici, dans cette circulaire on invite i "collegi docenti" à établir l'activité qui devrait être déployée à la place de l'heure de religion.

En ce qui concerne la 3ème question, l'introduction de l'enseignement de la religion dans les écoles maternelles, on sait très bien qu'il y a des disputes sur la possibilité du Ministre d'introduire l'enseignement de la religion à l'école maternelle. Sur cela, je crois que rien n'a encore été décidé et je ne sais pas jusqu'où, en tant que Conseil régional nous pourrions décider une chose de ce genre aussi, parce que les programmes, tant de l'école maternelle que de l'école supérieure, ne dépendent pas de la volonté de la Junte régionale ni de celle de l'Assesseur, ni du Conseil régional. Je souhaite que l'on pourra, à partir de la prochaine séance du Conseil scolaire régional, discuter des adaptations prévues par les articles 30 et 40 du Statut, pour les nouveaux programmes de l'école primaire.

Je crois que dans ce domaine aussi le Conseil scolaire régional voudra bien s'exprimer et le Conseil régional, à son tour pourra évaluer, les proposition émanant de cet organe prévu par les lois en vigueur.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Cout; ne ha facoltà.

COUT (P.C.I.): Vorrei solo dire che la risposta dell'Assessore non ha fatto altro che confermare la nostra impressione su questo problema.

Per quanto concerne l'insegnamento della religione, noi, come Regione, non abbiamo fatto altro che inviare alle singole scuole la circolare che ci era stata mandata dal Ministro della Pubblica Istruzione, Falcucci.

Per quanto concerne invece l'autonomia dei collegi dei docenti e degli organismi collegiali, noi siamo dell'idea che si poteva fare veramente molto di più per garantire questa autonomia, nel senso che questi organismi avrebbero potuto effettuare alcune scelte, proprio se noi avessimo dato loro delle disposizioni più precise. Ripeto quanto avevo già accennato prima: come fanno, i consigli d'istituto, a decidere qualcosa se non conoscono la materia alternativa, chi sono ed in che posizione giuridica si troveranno gli insegnanti che dovranno insegnarla, se non sanno come potranno essere raggruppati e dove potranno trovarsi gli alunni per svolgere questa materia alternativa?

Mi sembra che dall'autonomia dei collegi dei docenti noi pretendiamo un pò troppo, mentre avremmo potuto offrir loro qualcosa di più.