Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2070 del 10 giugno 1986 - Resoconto

OGGETTO N. 2070/VIII - RECENTI PROVVEDI MENTI ADOTTATI DAL COMITATO REGIONALE CACCIA IN MATERIA DI ESERCIZIO VENATORIO. - (Interpellanza)

PRESIDENTE: Do lettura dell'interpellanza in oggetto presentata dai Consiglieri Torrione e Breuvé:

INTERPELLANZA

Recenti decisioni del Comitato Regionale Caccia hanno destato perplessità e dubbi nello stesso ambiente dei cacciatori vuoi perché costituiscono un notevole passo indietro nei confronti di norme più restrittive già in vigore vuoi per il carattere di inopportunità che le stesse vengono ad assumere in un momento delicato come l'attuale in cui il mondo venatorio è posto sotto accusa per effetto della campagna referendaria contro la caccia.

I provvedimenti adottati dal predetto Comitato riguardano l'accesso delle strade poderali non solo ai possessori di fondi ma anche ai cosiddetti "ospiti", la liberalizzazione dell'uso delle armi con calibro 22, la facoltà di iscrivere sul "carnet" appartenente ad altro cacciatore il numero di capi abbattuti eccedente rispetto a quello consentito, ed infine la possibilità di cacciare il forcello anche su terreno innevato.

Sarebbe facile ironizzare sullo spirito "birichino" che ha informato l'assunzione di un pacchetto di deliberazioni del genere, ma visto e considerato che l'ultima parola in materia spetta all'Assessore all'Agricoltura, Foreste ed Ambiente Naturale, i sottoscritti Consiglieri del Gruppo Socialista

INTERPELLANO

il predetto Assessore per conoscere:

a) il giudizio della Giunta regionale sui recenti provvedimenti adottati dal Comitato Regionale Caccia in materia di esercizio venatorio in Valle d'Aosta;

b) se è intenzione della Giunta avallare una simile impostazione rendendo operanti le decisioni del Comitato Caccia tramite un apposito decreto del competente Assessore;

c) i motivi che ancora ostano ad un esame da parte del Consiglio regionale della nuova legge sulla caccia che ormai da anni è al vaglio degli organismi preposti a tale disciplina.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Torrione; ne ha facoltà.

TORRIONE (P.S.I.): Io dovrei ringraziare un settimanale locale che ha riportato alcune notizie sulle modifiche al calendario venatorio. Altri organi di stampa e di informazione, che in passato erano molto più attenti alle vicende inerenti la caccia, in questi ultimi tempi invece hanno fatto scendere un velo di silenzio su questo argomento. Forse sarà l'effetto della campagna referendaria contro la caccia, ma resta il fatto che questo argomento, a mio avviso, non è stato portato sufficientemente all'attenzione dell'opinione pubblica, anche perchè, i provvedimenti che il Comitato caccia è riuscito ad adottare "con molta tempestività", testimoniano di una certa insensibilità.

Io non sono un cacciatore, ma a fronte di norme restrittive che regolavano l'esercizio dell'arte venatoria in passato, si è ora passati ad una liberalizzazione che non mi trova assolutamente consenziente.

(...INTERRUZIONE...)

Sento che qualche cacciatore rumoreggia. Si vede che le cose che sto dicendo non sono condivise, ma io non pretendevo certo di trovare il consenso dei cacciatori su questo argomento. Devo dire che chi mi ha in qualche modo sollecitato a presentare questa interpellanza, è stato proprio un cacciatore che non condivideva assolutamente il contenuto delle deliberazioni adottate dal Comitato caccia.

Perché voler ripristinare l'uso e l'accesso delle strade interpoderali non solo ai proprietari dei fondi ma anche ai cosiddetti "ospiti", specie poi per l'esercizio della caccia? Noi sappiamo che questo argomento è già di per sé discutibile per il normale "uso" delle strade interpoderali e poderali, quando poi si tratta di caccia la cosa mi lascia particolarmente perplesso, anche perché non sono riuscito a trovare una giustificazione logica che spero mi sia data dall'Assessore.

Mi preoccupa di più, però, il ritorno all'uso di certi calibri per l'abbattimento della selvaggina. Il fatto che sia ripristinato l'uso del calibro 22, che, a detta degli esperti (ed in questo vorrei il conforto del Consigliere Maquignaz che, sicuramente, conosce il problema meglio di me), consente l'uso del silenziatore e che è un tipico fucile da bracconiere, mi fa pensare che sotto sotto ci sia qualcosa, altrimenti non capisco perché finora sia stata seguita una scelta che, a mio avviso e ad avviso anche di qualche cacciatore, era più giusta perché caratterizzava in modo meno cruento la caccia, specie quella degli ungulati.

Mi lascia poi particolarmente perplesso il fatto che il cacciatore, sempre che ciò corrisponda al vero, possa portare con sé "una nota schiappa" per scrivere, magari, sul suo carnet i capi abbattuti in eccedenza al numero consentito. Quest'ultima "trovata" mi sembra proprio una "birichinata" e, siccome i "birichini" devono essere guardati con un occhio particolarmente vigile, io credo che tutto il discorso somigli un pochino ad una furberia di Pierino che dice: "Adesso faccio questa cosuccia"; e va quindi a scrivere sul carnet degli altri il numero dei capi che eccedono il limite consentito.

Ho cercato di immedesimarmi nella mentalità di un cacciatore, ma mi è stato piuttosto difficile e non sono riuscito a spiegarmi il perché si sia dovuto ricorrere a questo "escamotage". L'Assessore che è molto attento e conosce i problemi della caccia, anche se non è un cacciatore, probabilmente mi darà una spiegazione sufficientemente plausibile.

Nella mia interpellanza, io chiedo un giudizio complessivo della Giunta nel merito di questi provvedimenti, perché il responsabile, o colui che dovrà attuare queste deliberazioni del Comitato caccia che dovranno poi essere inserite nel calendario venatorio attraverso un decreto, è l'Assessore. Ebbene io chiedo qual'è l'atteggiamento della Giunta in proposito, anche perché non si può non considerare il fatto che si è compiuto un notevole passo indietro rispetto al passato: da norme più restrittive, infatti, si è passati a norme più blande o "più venatorie" nel senso che consentono una pratica dell'attività venatoria di ben altra natura rispetto al passato.

Voglio ancora sollevare il problema della disciplina della caccia, perché questo argomento è diventato quasi una favola. L'Assessore, di cui io non metto in dubbio la buona fede, periodicamente risponde alle mie interpellanze dicendomi di stare tranquillo perché questo "benedetto" disegno di legge sulla caccia arriverà all'esame del Consiglio. È esattamente da un anno e mezzo che l'Assessore mi ripete la stessa cosa. Sembra quasi di parlare dell'araba fenice...

VIBERTI (fuori microfono): "Lo dica al Presidente della Giunta che, magari, ne sa qualche cosa"

TORRIONE (P.S.I.): La prossima volta seguirò il tuo consiglio ed interpellerò direttamente il Presidente della Giunta. Ma io ho piena fiducia nell'Assessore Perrin e so benissimo che questa volta mi dirà che in uno dei prossimi Consigli ci sarà sul nostro tavolo il nuovo disegno di legge sulla caccia. Se dicesse una grossa bugia si comporterebbe in maniera un pò "birichina", ma, conoscendo la serietà dell'Assessore Perrin, so che mi risponderà, una volta per sempre, di stendere sulla caccia un velo di pietoso silenzio, così si eviterà al sottoscritto di avanzare delle interpellanze e all'Assessore di dover dire qualche "piccola bugia". Grazie.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola l'Assessore all'Agricoltura, Foreste ed Ambiente Naturale Perrin; ne ha facoltà.

PERRIN (U.V.): Je crois que dans le secteur de la chasse, on doit constater beaucoup de désaccords même entre chasseurs. L'an dernier, il s'était produit une levée de boucliers à propos de l'utilisation des routes rurales par une partie des chasseurs; l'autre partie fait cette année la même chose. Il faudrait parvenir à un référendum entre les chasseurs pour décider de la façon d'agir.

Le Conseiller Torrione a mis l'accent sur certains aspects que l'on considère comme négatifs; honnêtement, je pense qu'il aurait fallu aussi mettre l'accent sur les aspects positifs. Pour ce qui concerne l'utilisation des routes rurales, le Comité de la chasse a décidé de revenir sur la position q'il tenait il y a deux ans, ce qui est une libéralisation par rapport à la saison de chasse '85 mais, nous trouvons, les mêmes conditions qu'en '84. C'est une position d'équilibre acceptable tant de la part des chasseurs que de l'Administration régionale.

Il y a des considérations différentes: les gros calibres présentaient un gros inconvénient: celui de "démolir" totalement la marmotte. Il parait qu'en effet les chasseurs abondaient ce gibier et ne l'inscrivaient pas sur le carnet. Le fait de permettre ce calibre devrait éliminer cette possibilité, et donc faire baisser le nombre de marmottes abattues.

Quant à la chasse au petit tétras sur le territoire enneigé, je ne crois pas que du point de vue scientifique la chose ne soit pas inquiétante, même si l'attention du corps forestier valdôtain s'intensifiera. Il faudrait cependant citer les aspects négatifs de cette proposition de calendrier de chasse. Par exemple, le fait que le comité de la chasse ait accepté d'introduire un distinct expérimental ainsi que le projet de loi le prévoyait; projet de loi qui est repoussé par la totalité des chasseurs. Or le comité a accepté cette expérimentation, ce qui va dans la bonne direction, car cela nous permettra d'introduire, en collaboration entre l'Assessorat et le comité de la chasse, une nouvelle méthode d'approche du gibier et donc de voir si cette proposition de distinct est valable; en fonction des résultats, l'Administration établira ses futurs calendriers.

Le fait du carnet est positif; cette année il y a le carnet de 100 points et si on rapporte, la même méthode adoptée pour la formulation de ce carnet, aux possibilités de chasse du calendrier '85 (l'année dernière le carnet était de 380 points), on se rend compte que cela devrait entraîner une diminution du gibier abattu, un fait positif donc.

Par ailleurs, il est à signaler l'augmentation des sanctions pour ceux par exemple qui chassent dans les propriété cultivées; ces sanctions devront freiner certains abus. Tenons compte également de la réduction des possibilités de chasse pour certains gibiers (la perdrix blanche passe de 5 à 4).

Voilà donc un signe de bonne volonté. Je crois qu'il y a des aspects positifs dans cette proposition de calendrier de chasse.

Quant au décret qui s'ensuivra, il faut rappeler l'article 2 de la loi de 73, qui délègue l'organisation de la chasse au comité de la chasse. Ce dernier formulera donc le calendrier et l'Assesseur aura la faculté de faire des observations.

Quant au dernier point, je pourrais ironiser en disant que l'interpellant a déjà répondu; je peux simplement dire que les projets de loi sur la chasse n'ont pas été soumis à l'attention de la Junte et donc du Conseil car tout dépendait de l'introduction de districts; toute la Région était divisée, je n'ai pas eu l'accord du Comite de la chasse comme pour le district expérimental. Il s'agit donc de revoir ce projet de loi. Cependant, il est à souligner que les chasseurs, par les biais du comité de la chasse où les chasseurs sont en majorité, ont accepté d'introduire le district expérimental et c'est là la bonne direction.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Torrione; ne ha facoltà.

TORRIONE (P.S.I.): Potrei dire che l'ottimismo non appartiene solo ai Socialisti ma anche all'Assessore Perrin, perché la sua ultima risposta sulla possibilità che il Consiglio regionale possa finalmente esaminare, una volta per tutte, la nuova legge sulla disciplina della caccia, è proprio all'insegna dell'ottimismo.

(Voce fuori microfono: "Se il referendum abrogherà la caccia")

TORRIONE (P.S.I.): Ecco, se il referendum abrogherà la caccia, come io auspico, la finiremo di parlare di questo argomento, sia dai banchi dell'opposizione sia da quelli della maggioranza e ci metteremo il cuore in pace.

Io capisco la difficile posizione dell'Assessore e sono sicuro che, se potesse veramente dire quello che pensa (non certo perché non credo alla sua buona fede, ma solo perchè credo di capire il suo atteggiamento), non direbbe certamente quello che ha detto oggi.

PERRIN (fuori microfono): "Ho scelto di fare l'Assessore".

TORRIONE (P.S.I.): Egli dice di aver scelto di fare l'Assessore e quindi, come cacciatore, si assuma le sue responsabilità. È incontrovertibile, comunque, il dato di fatto che con queste disposizioni si fa un passo indietro, perché, ponendo sullo stesso piano la creazione di un distretto, fortemente auspicato dai cacciatori della zona, e tacendo tutto il resto (la reintroduzione del calibro 22, il passaggio nelle strade interpoderali e la possibilità di scrivere sul carnet di un altro cacciatore il numero dei capi abbattuti eccedente rispetto a quello consentito), mi sembra quasi che non si vogliano considerare in modo imparziale le proposte avanzate dal Comitato per la caccia.

Ho capito, va bene. Comunque, Assessore, capisco che la legge sulla caccia dà a Lei la possibilità di fare delle osservazioni ma non la facoltà di mettersi contro il Comitato, però io mi permetto di sottolineare che non conosco la risposta dell'Assessore al Comitato per la caccia e neppure quali siano state le sue osservazioni. Mi auguro che le osservazioni vadano nel senso giusto. Anche in queste decisioni, a mio avviso, si riesce ad intravedere una certa disponibilità a fare quello che si era tentato di fare per 10 anni, però in senso opposto.

La filosofia che stava alla base dell'attività svolta dal vecchio Comitato e dal vecchio Presidente è stata completamente ribaltata da quest'ultima deliberazione del Comitato per la caccia. Le battaglie compiute in passato, andavano appunto nella direzione opposta alla liberalizzazione che si intravede in tutta la serie di proposte avanzate dal nuovo Comitato per la caccia.

Non posso assolutamente dichiararmi soddisfatto e sono perplesso perché, con mio grande rammarico, tra una settimana diventerà operativo il decreto dell'Assessore e le nuove disposizioni sull'esercizio dell'attività venatoria in Valle d'Aosta diventeranno legge per tutti i cacciatori.

Poiché, capisco che gli interessi in gioco superano di gran lunga i più piccoli interessi di un Consigliere regionale che cerca di capire qualcosa nel merito di un argomento che non sente proprio, termino questo mio "lamento" dicendo che se l'Assessore si è poi dovuto "rimangiare" (cosa che io ho constatato con un certo rammarico), il vecchio progetto che era incentrato sull'introduzione di due distretti sperimentali, possiamo credere ora che la sua impostazione di principio possa essere valutata positivamente dai cacciatori, anche al di là della piccola sperimentazione del nuovo modo di fare caccia con la suddivisione del territorio venatorio in distretti e con la creazione di quello di Saint-Rhémy?

Io credo, forse un poco di pessimismo, che, se non interverrà il referendum, questa legislatura non riuscirà ad occuparsi della nuova disciplina sulla caccia. Preannuncio all'Assessore che me ne starò tranquillo per un pò di tempo, per vedere se il suo ottimismo riuscirà a compensare il mio totale pessimismo su questo argomento. Grazie.