Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2526 del 14 gennaio 1987 - Resoconto

OGGETTO N 2526/VIII - SITUAZIONE DEI LAVORATORI DELLA EX MONTEFIBRE DI CHATILLON - (Interpellanza),

PRESIDENTE: Do lettura dell'interpellanza in oggetto presentata dai Consiglieri Mafrica, Millet e Sandri:

INTERPELLANZA

Ricordato che a quattro anni dalla chiusura della ex-MONTEFIBRE di Châtillon sono ancora 198 le lavoratrici ed i lavoratori per i quali non si è ancora riusciti a trovare un posto di lavoro-

Constatato che su di essi incombe il passaggio dalla già precaria e difficile condizione di cassintegrati a zero ore a quella ancora più disperata di disoccupati con poche prospettive:

Allo scopo di portare il Consiglio regionale a conoscenza di una situazione che diventa ogni giorno sempre più drammatica

i sottoscritti Consiglieri regionali

INTERPELLANO

l'Assessore all'Industria Commercio, Artigianato e Trasporti per conoscere:

1) i risultati dei contatti con il Ministero del Lavoro e l'Azienda ai fini di un prolungamento della cassa integrazione guadagni;

2) le intenzioni della Giunta per ciò che riguarda una soluzione transitoria che eviti per i dipendenti della ex-MONTEFIBRE il passaggio alla condizione di disoccupati;

3) le intenzioni della Giunta in merito a possibili nuove attività lavorative nella zona di Châtillon) che consentano il reinserimento produttivo delle lavoratrici e dei lavoratori della ex-MONTEFIBRE.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Mafrica: ne ha facoltà.

MAFRICA (P.C.I.): Noi, insieme al Consigliere Sandri, abbiamo presentato questa interpellanza per dare voce anche in Consiglio regionale alle istanze di un gruppo di lavoratori che si sente dimenticato un po' da tutti: sono i lavoratori in cassa integrazione dell'ex MONTEFIBRE.

Come i Colleghi già sanno (ma io penso che sia ugualmente opportuno ricordarlo) dei 450 lavoratori che erano in servizio alla fine del 1982, dopo 4 anni di distanza, sono 198 quelli che non hanno ancora risolto il problema del lavoro. Buona parte di costoro sono lavoratori anziani, oppure donne che, più difficilmente di altri, riusciranno a reinserirsi nel mondo dell'occupazione.

Qual'è la situazione e perché necessita di un intervento particolare? In questi quattro anni la CHATILLON S.p.A., cioè la filiale della MONTEFIBRE che aveva in carico questi lavoratori, ha rinnovato la richiesta della cassa integrazione. La CHATILLON S.p.A. però ha affermato che a partire dal 15 dicembre non intende più rinnovare tale richiesta, per cui questi lavoratori. con la fine della cassa integrazione, verrebbero a perdere il diritto a vedersi pagare i contributi e ad avere la possibilità di compiere lavori socialmente utili, fermo restando ovviamente il problema principale che è quello di rimanere senza lavoro.

In questo periodo vi sono state assemblee di lavoratori ed è stato anche costituito un comitato di studio. Comunque noi riteniamo opportuno avere in Consiglio regionale alcune indicazioni, perché il Consiglio stesso possa valutare quanto l'Amministrazione regionale o la Giunta fanno e quanto eventualmente si può ancora fare.

In questi giorni si è valutata la possibilità di continuare la cassa integrazione. Sembra che da parte del Ministero del Lavoro ci sia una certa disponibilità, ma che l'azienda non sia intenzionata a firmare la richiesta, almeno sino a marzo. Vorremmo sapere dall'Assessore quali novità ci sono su questo fronte.

La seconda questione è relativa ad una fase transitoria. Nel caso che si dimostrassero inutili tutte le pressioni sull'azienda per farle firmare nuovamente la richiesta di cassa integrazione, quali sono gli elementi di giudizio della Giunta sulle proposte del sindacato, relative ad una sorta di azienda di transito che trasformi questi lavoratori dalla condizione di cassintegrati a quella di operatori nuovamente inseriti ed attivi nel mondo del lavoro?

L'ultima domanda riguarda le attività previste nell'area di Châtillon per i lavoratori dell'ex MONTEFIBRE e per i giovani di quella zona.

Noi abbiamo l'impressione che, con la chiusura della MONTEFIBRE, il Comune di Châtillon abbia subito un colpo durissimo e che addirittura sia stata colpita la stessa identità sociale di quel comune che ha visto cadere l'industria che per 60 anni era stata un po' l'anima ed il motore in cui si intrecciavano le relazioni della popolazione stessa.

Noi pensiamo che a Châtillon sia necessaria un'attività industriale, oltre che per dare soluzione ai problemi del lavoro, anche per ridare a quel comune una speranza per il futuro, altrimenti quel comune, che in tutti questi anni ha visto continuamente aumentare la sua popolazione, rischia di entrare nell'elenco dei comuni che man mano si dissanguano e vedono i propri abitanti diminuire e cercare altrove possibilità di lavoro.

Vorremmo avere delle prime risposte da parte della Giunta su questo problema, perché crediamo che sia giusto non occuparci di un'azienda solo nella fase più drammatica della sua chiusura, ma anche quando il processo di assorbimento dei lavoratori non è ancora ultimato.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola l'Assessore all'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti Lanivi: ne ha facoltà.

LANIVI (A.D.P.): Mi pare che il Consigliere interpellante abbia illustrato molto bene le sue domande ed io cercherò di rispondere alle stesse aggiungendo anche alcune considerazioni.

Non è vero che i cassintegrati della Châtillon siano stati abbandonati al loro destino. perohé l'Amministrazione regionale ha seguito da tempo questa vicenda e, per quanto è nelle sue possibilità e disponibilità, ha operato con il massimo impegno.

In proposito voglio solo ricordare che il problema centrale per la prosecuzione della cassa integrazione è costituito dal fatto che l'azienda non intende più richiederla.

Questa intenzione. non si è mostrata solo di recente. ma si era già manifestata molto chiaramente nei primi mesi del 1986, tant'è che solo grazie all'accordo intervenuto tra l'Amministrazione regionale e la TECDIS (OLIVETTI-SEIKO), abbiamo potuto supportare, giustificare ed ottenere dall'azienda un ulteriore richiesta di cassa integrazione per 6 mesi (dal marzo 1986 al dicembre 1986), cosa che l'azienda non avrebbe fatto.

Anche da parte del CIPI e del Ministero del Lavoro vi è già una disponibilità e quindi un assenso per una eventuale richiesta di proroga da parte dell'azienda, che giunga almeno fino al marzo 1987.

Il vero problema, quindi, non sta nella volontà del Ministero del Lavoro di sostenere la richiesta della cassa integrazione, ma sta nell'intenzione dell'azienda di non richiedere la prosecuzione della cassa integrazione che, invece, il CIPI ed il Ministero del Lavoro sarebbero disponibili a concedere.

L'intervento della Regione in proposito è stato continuo e massiccio ed ha investito direttamente il Ministro ed il Sottosegretario al Lavoro perché agissero nei confronti dell'azienda che si è continuamente e fermamente schierata contro ogni ipotesi di richiesta di prosecuzione oltre il 15 dicembre. L'ultimo intervento, di oggi e di domani, ha lo scopo di richiedere al Ministro del Lavoro di esercitare un'ulteriore pressione sull'azienda dopodomani, quando, presso il Ministero del Lavoro, ci sarà una riunione per affrontare il problema della prosecuzione della cassa integrazione in alcuni stabilimenti della Montefibre situati in Piemonte.

Abbiamo già preso contatti con i nostri Parlamentari e con l'Ufficio del Lavoro di Aosta, affinché l'azienda della Valle d'Aosta sia inserita nel numero delle aziende per le quali si richiede la prosecuzione della cassa integrazione fino al marzo del 1987.

Mi pare che la seconda domanda riguardi eventuali soluzioni-ponte nel caso che l'azienda, nonostante le insistenze del Ministero, non accedesse alla richiesta della prosecuzione della cassa integrazione.

Voglio precisare che l'aspetto più negativo per noi è determinato dal fatto che proprio in questi giorni sembra che si stiano predisponendo, a livello governativo, delle misure per favorire i lavoratori, specie quelli appartenenti alla fasce più elevate, con misure che tengano conto di una situazione che si presenta di difficile soluzione, e cioè del cosiddetto "governo delle eccedenze" o "gestione degli esuberi".

L'aspetto più grave di questa vicenda è costituito dal fatto che, di fronte all'atteggiamento dell'azienda, proprio in questi mesi (come ci era stato preannunciato già nel mese di luglio dell'anno scorso dal Sottosegretario Borruso), dovrebbero essere definite, in accordo tra le Organizzazioni sindacali ed il Ministero del Lavoro, nuove misure che tengano conto della situazione nella quale si trovano quei lavoratori che sono addirittura senza prospettive, o che solo con molta difficoltà avrebbero la possibilità di essere riammessi nel mercato del lavoro.

Per quanto concerne le eventuali "soluzioni transitorie" devo dire che la stessa azienda, di fronte all'ipotesi di un possibile acquisto da parte della Regione delle quote azionarie della società, si è dichiarata "non disponibile" a cedere il pacchetto azionario per la costituzione di una nuova società.

Ci è stato anche segnalato che la cosa non sarebbe opportuna a causa delle pendenze che il pacchetto azionario della CHATILLON S.p.A. avrebbe dietro di sé.

Pertanto, nel caso non venisse accordata la proroga della cassa integrazione e ci venissero a mancare anche i tempi tecnici per studiare "soluzioni ponte" o "soluzioni alternative", potremmo utilizzare quegli strumenti dei quali l'Amministrazione regionale è già dotata e cioè: la legge n. 4. per quanto riguarda formazione di cooperative e lavoro autonomo: gli interventi del FRIO: i cantieri di lavoro ed eventualmente anche quelli forestali. In ogni caso, come ha già deciso la Giunta, si dovrebbero coordinare gli interventi dei vari Assessorati per individuare le opportunità di lavoro da proporre per la zona di Châtillon.

Tra le nuove alternative, nell'area dove l'Amministrazione regionale sta provvedendo a demolire i vecchi immobili, si sta realizzando il progetto TECDIS.

A titolo informativo posso dire che nella fase progettuale sono state apportate alcune modifiche che rendono possibile anticipare la tecnologia inizialmente prevista per gli anni '90. La progettazione è ormai al termine e ci è stato detto che con i primi giorni di marzo potrebbe essere appaltato il progetto TECDIS. Contemporaneamente l'Amministrazione regionale cercherà di fare nell'area residua eventuali nuovi inserimenti.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Sandri: ne ha facoltà.

SANDRI (N.S.): Prendo atto dell'impegno assunto dalla Giunta regionale nei confronti dei lavoratori dell'ex MONTEFIBRE di Châtillon, però credo che si debba esprimere un giudizio molto negativo sul comportamento dell'azienda, la quale, pur avendo ottenuto notevoli finanziamenti dalla Regione per l'acquisto dei terreni ed essersi impegnata a ricercare, d'accordo con la Regione, delle soluzioni a questi problemi si presenta quasi come un "muro di cemento armato" sul quale non si può scrivere assolutamente nulla e nei confronti del quale non è possibile realizzare alcun collegamento.

Penso, comunque, che questa circostanza debba essere fatta pesare, a livello di Ministero, sulla MONTEDISON e sulla MONTEFIBRE, perché è inaccettabile l'assenza di ogni forma di dialogo da parte dell'azienda.

Rimangono tuttavia delle grandi perplessità in relazione alle soluzioni prospettate dall'Assessore, specie per quanto riguarda la loro effettiva consistenza. È vero che la situazione è estremamente difficile, però è anche vero che in qualche occasione ci siamo forse sbilanciati un po' troppo sulla reale consistenza occupazionale di alcuni progetti.

Nei progetti FRIO del 1986/88, infatti, specie per quanto riguarda la zona di Châtillon, non è stata prevista una sufficiente quantità di lavori...

TORRIONE (fuori microfono): Ti chiedo scusa. ma qui fa un freddo cane!

PRESIDENTE: Il Consigliere Torrione si lamenta per il freddo. Ho già avuto modo di avvertire i Colleghi dell'improvviso guasto all'impianto che si è verificato questa mattina ed al quale è già stato posto rimedio. Occorre solo qualche minuto di pazienza per riavere il calore necessario. Prego, Consigliere Sandri.

SANDRI (N.S.): Posso assicurare i Consiglieri che il vivere ad una temperatura più bassa, rispetto a quella alla quale siamo abituati, contribuisce a migliorare la respirazione...

(...Ilarità dell'Assemblea...)

TORRIONE (fuori microfono): E fa venire anche l'influenza!

SANDRI (N.S.): Di solito viviamo in ambienti surriscaldati e questo non fa bene alla nostra respirazione. Comunque torniamo al discorso dell'occupazione, per risolvere il quale sarebbe opportuno che la Giunta sollecitasse i Comuni della zona a presentare, per il 1987-89, diversi progetti ben documentati.

Il Presidente della Giunta infatti ha detto in una assemblea di lavoratori che la Giunta regionale considera fondamentale questa circostanza nella ricerca di una soluzione concreta ai problemi della zona. È in fondo una specie di scommessa.

Altre perplessità possono derivare, ad esempio, dai riferimenti che si fanno alla legge n. 4, nella quale si parla di cooperazione e piccole attività, mentre qui ci si ritrova di fronte a scelte delle quali parleremo più avanti in questo Consiglio, che sembrerebbero andare in senso opposto, come nel caso dello stabilimento ex FERA di St. Vincent.

La nostra posizione quindi, tende a verificare se l'impegno assunto dalla Giunta è sempre presente e se è orientato verso la ricerca di tutte le soluzioni possibili, e non solo di quelle già prospettate. Infatti questa situazione è forse la più drammatica tra quelle presenti in Valle d'Aosta, ma ha anche la caratteristica di essere la prima a "giungere al pettine" della fine della cassa integrazione.

Non dico assolutamente nulla di nuovo quando sostengo che nei prossimi anni rischieremo di trovarci in questa situazione anche in altre zone. Credo che dobbiamo sfidare anche noi stessi nella ricerca di strade o soluzioni diverse.