Oggetto del Consiglio n. 2522 del 14 gennaio 1987 - Resoconto
OGGETTO N. 2522/VIII - ELABORAZIONE DEL PIANO PAESISTICO REGIONALE PREVISTO DALLA LEGGE 8 AGOSTO 1985, N. 431. - (Interrogazione)
PRESIDENTE: Do lettura dell'interrogazione in oggetto presentata dai Consiglieri Tonino e Bajocco:
INTERROGAZIONE
La legge n° 431 del 1985 (meglio conosciuta come legge Galasso) dispone che le Regioni debbano approvare, entro il 31.12.1986, i piani paesistici regionali.
Sono purtroppo poche le Regioni che sono state in grado di rispettare la scadenza di legge e tra queste manca la Regione Autonoma della Valle d'Aosta.
Anzi, malgrado le precedenti richieste avanzate dal gruppo consiliare comunista, non si conoscono neppure quali studi preliminari siano stati eseguiti, quale metodo sia stato adottato per la redazione dei piani, quali professionisti siano stati incaricati di seguirne i lavori.
Ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali
INTERROGANO
la Giunta regionale per conoscere:
1) con quale metodo di lavoro si sta procedendo alla elaborazione dei piani paesistici regionali;
2) quali sono gli uffici regionali e gli eventuali professionisti esterni incaricati di seguire i lavori di redazione dei piani;
3) entro quale data verranno presentati in Consiglio regionale gli elaborati e gli studi relativi ai piani paesistici regionali.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola l'Assessore ai Lavori Pubblici Fosson; ne ha facoltà.
FOSSON (D.C.): Il tema affrontato dall'interrogazione dei Consiglieri Tonino e Bajocco è estremamente importante. È noto che la legge Galasso aveva come termine il 31 dicembre 1986 che è già scaduto e che, come dicono già gli interpellanti, non è stato rispettato pressoché da nessuna regione.
Cercherò di rispondere in maniera sintetica alle tre domande, sperando di essere al tempo stesso esauriente. Prima domanda: "Con quale metodo di lavoro si sta procedendo alla elaborazione dei piani paesistici regionali?"
La Giunta regionale nelle scorse settimane ha deliberato la costituzione di un gruppo di lavoro per l'applicazione della legge 431 del 1985. Il gruppo è composto da una parte politica e da una parte tecnica, si tratta quindi di una commissione di lavoro tecnico-politica che deve predisporre l'elaborazione dei piani paesistici ed è così composta: Assessore all'Urbanistica o un suo delegato con funzioni di Presidente, Assessore all'Ambiente quale Vicepresidente, Assessore ai Lavori Pubblici, Dirigente dell'Ufficio di Urbanistica, Dirigente del Servizio sistemazioni idrauliche e difesa del suolo dell'Assessorato all'Agricoltura, Responsabile del Servizio opere igieniche ed idrauliche dell'Assessorato ai Lavori Pubblici, Responsabile del Servizio documentazione e catalogo della Sovraintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali.
"Nell'espletamento dei propri compiti", è detto in delibera, "il gruppo di lavoro potrà cooptare membri interni o esterni in qualità di esperti".
Seconda domanda: "Quali sono gli uffici regionali e gli eventuali professionisti esterni incaricati di seguire i lavori di redazione dei piani?"
Alla prima parte ("Quali sono gli uffici regionali?") ho già risposto evadendo la prima domanda ed in merito alla seconda parte posso dire che al momento è stato contattato il prof. Morbidelli per la sua esperienza giuridica e legale. Si stanno contattando altri professionisti i cui nomi verranno resi noti non appena saranno chiariti i termini di operatività e di lavoro.
Terza domanda: "Entro quale data verranno presentati in Consiglio regionale gli elaborati e gli studi relativi ai piani paesistici regionali?" È la domanda più difficile ed io posso dire soltanto che nelle riunioni del gruppo di lavoro sarà stabilita una scaletta di scadenze che terrà conto della necessità di partire dall'analisi di tutta la cartografia regionale, di tutti i piani regolatori e quindi di tutto il necessario lavoro preparatorio che per certi versi è già stato avviato. Solo dopo aver elaborato questi dati sarà possibile stabilire una scaletta di tempi entro i quali presentare al Consiglio regionale gli elaborati ed i piani paesistici.
Io spero che questi tempi siano quanto mai brevi. D'altronde c'è la volontà di lavorare seriamente ed alacremente intorno a questo tema.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Tonino; ne ha facoltà.
TONINO (P.C.I.): Io voglio esprimere la nostra più completa insoddisfazione rispetto a come si sta muovendo la Giunta regionale intorno a questo tema.
Hanno ragione alcuni giornali a collocarci, come inadempienti, agli ultimi posti di un terreno nel quale invece la Valle d'Aosta, a mio avviso, dovrebbe essere all'avanguardia.
La Giunta regionale manifesta un'ambiguità anche politica. Se si vuole contestare sul piano autonomistico la legge Galasso, lo si faccia con coerenza sino in fondo! E si dica: "Noi portiamo avanti la pianificazione del territorio e la tutela ambientale in Valle d'Aosta secondo i principi stabiliti dal nostro Statuto". Invece quest'azione non c'è o è molto abile, e si risponde alla scadenza prevista dalla legge Galasso con una lentezza e con uno scarso impegno che, oggettivamente, danneggiano l'immagine della Regione. L'azione della Valle d'Aosta, così come quella di altre Regioni, contribuisce al ritorno centralistico in questo Stato.
Io ho sentito alla televisione il Sottosegretario Galasso dire: "Questa volta noi interverremo al posto delle Regioni!" Come sappiamo è molto difficile un intervento sostitutivo dello Stato in un settore così delicato, ma certo è che una simile affermazione fa male in chi crede nel ruolo delle Regioni ed ha fiducia nella capacità delle Regioni di dotarsi degli strumenti più adeguati all'altezza della sfida che c'è oggi sul terreno dell'ambiente, e contribuisce inevitabilmente al ritorno di un certo clima centralistico.
Pertanto noi giudichiamo molto negativamente questo atteggiamento della Giunta e il fatto che si arrivi all'ultima riunione del 1986 per assumere la delibera istitutiva del gruppo di lavoro, senza però determinarne il metodo (infatti non è stata data risposta alla prima domanda della nostra interrogazione, relativa al metodo). Stabilire questo gruppo di lavoro interno alla Regione, che dovrà organizzare i lavori, suona quasi come una provocazione: non solo non si è fatto nulla sul piano concreto dell'elaborazione degli strumenti di base ma, addirittura, alla fine dell'anno, proprio nel momento in cui si sarebbe dovuto presentare uno schema, o un pre-piano, come hanno fatto alcune Regioni (e se lo hanno fatto quelle Regioni poteva farlo anche una Regione piccola come la nostra)...
(...INTERRUZIONE...)
No, no! Io ho qui i ritagli di giornale su che cosa ha fatto la Regione Emilia Romagna e sul come è stato giudicato quel piano dalle autorità competenti...
(...Interruzione del Presidente ROLLANDIN...)
TONINO (P.C.I.): Benissimo! Perché non lo abbiamo fatto entro lo stesso tempo? Perché non abbiamo neppure gli studi di base che ha quella Regione! Questa è la realtà! E se abbiamo il pre-piano, perché non lo presentiamo?
Io dico che noi perdiamo un'occasione storica per presentarci su questo terreno in compagnia delle Regioni più avanzate e non in compagnia di quelle che, ben lo sappiamo, sempre su questo terreno sono squalificate.