Oggetto del Consiglio n. 1695 del 18 dicembre 1985 - Resoconto
OGGETTO N. 1695/VIII - ESAME SITUAZIONE ILSSA-VIOLA DI PONT-SAINT-MARTIN.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare l'Assessore all'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti Lanivi, ne ha facoltà.
LANIVI (A.D.P.): Per una richiesta di inversione di ordine del giorno, chiederei la cortesia del Consiglio affinchè venga immediatamente posto in discussione l'oggetto iscritto all'ordine del giorno con il numero 42/bis: Esame della situazione Ilssa-Viola di Pont-SaintMartin.
PRESIDENTE: C'è una richiesta di inversione di ordine del giorno, la metto in approvazione:
Il Consiglio approva all'unanimità
PRESIDENTE: Approvata l'inversione dell'ordine del giorno, ha chiesto di parlare l'Assessore all'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti Lanivi, ne ha facoltà.
LANIVI (A.D.P.): Credo che il mio intervento sarà molto breve per due ordini di motivi. 11 primo deriva dal fatto che, nelle ultime settimane, ci sono già stati numerosi incontri, oltre che con le forze sociali, con le organizzazioni dei lavoratori e con gli Amministratori comunali interessati, anche con i Capigruppo regionali, per cui gran parte di quello che direi rischierebbe di essere ripetitivo di cose già dette, sulle quali le forze politiche si sono già misurate.
D'altra parte mi sono permesso, nell'ultimo incontro con i Capigruppo e le Organizzazioni sindacali, di predisporre una bozza di documento che dovrebbe rappresentare l'opinione complessiva del Consiglio regionale a fronte di una situazione pesante dal punto di vista occupazionale, a seguito di riflessi che derivano dalla crisi siderurgica e dal disimpegno delle aziende pubbliche in Valle d'Aosta.
Oggi ci sono due nomi che credo continueranno a ripetersi in quest'aula, sono quelli dell'Ilssa Viola e della Deltasider di Aosta. Non sto a ripetermi sulle conseguenze pesanti sotto il profilo occupazionale derivanti dalla minaccia di chiusura e di cessazione della attività all'Ilssa Viola, e da prospettive non positive sul piano occupazionale alla Deltasider di Aosta.
Il problema riveste per la Valle d'Aosta una tale rilevanza per quanto ha rappresentato e rappresenta sul piano occupazionale ed economico, che l'Amministrazione regionale non può non porre il problema dell'occupazione, della siderurgia valdostana e della presenza delle aziende pubbliche valdostane al centro dei rapporti complessivi fra Governo e Regione. A queste conclusioni l'Amministrazione regionale è arrivata in seguito all'atteggiamento tutt'altro che di disponibilità del Governo e degli organi pubblici ed economici nei confronti della vicenda economica ed occupazionale regionale. La testimonianza più illuminante e più emblematica di questi rapporti di assoluta indisponibilità a confrontarsi con la Regione, e soprattutto di non tenere conto del ruolo che la Regione è chiamata ad assumere oggi, è data dalla definizione del D.L. 10.12.1985 n. 706, recante: "Misure urgenti per la siderurgia", che prevede premi alle aziende che smantellino produzioni per spostare le loro quote in altre aziende.
Voglio chiarire il senso della richiesta che la Regione fa e del tipo di confronto che vuole aprire con il Governo; non si tratta di un atteggiamento egoistico e di chiusura, ma si tratta di stabilire con il Governo un rapporto che veda coinvolta e partecipe la Regione incontro ad un disegno di ricostruzione e di risanamento della struttura economica industriale regionale. Senza l'intervento del Governo, credo che le forze della Regione, da sole, non potrebbero far fronte alla drammaticità della situazione.
Il quadro, per quanto riguarda l'Ilssa Viola, è molto chiaro: abbiamo avuto, da una parte, la volontà, espressa in termini sempre più chiari, di una azienda che vuole smobilitare e lasciare la Valle d'Aosta. Non sono valse nè le disponibilità della Regione, nè il tentantivo di ricercare in comune delle vie di uscita ad una situazione che veniva degradandosi. Malgrado gli interventi del passato (voglio ricordare i due finanziamenti agevolati del 1983 per circa 6 miliardi) e malgrado la Regione, ancora all'inizio di questo anno, abbia ribadito la sua disponibilità a fiancheggiare ed aiutare l'azienda per investimenti di ristrutturazioni in grado di garantire l'occupazione nei prossimi anni, le risposte dell'Ilssa Viola sono state prima evasive e poi hanno assunto una serie di posizioni che non lasciano dubbi circa gli obiettivi che l'azienda stessa intendeva perseguire. Ancora negli ultimissimi mesi pareva che la ricerca di un partner estero fosse una possibile via di uscita alla crisi, ma il mancato raggiungimento di un rapporto con questo partner estero, al di fuori della CEE, ha portato l'attenzione dell'azienda esclusivamente all'interno del cosiddetto progetto Italia e di rapporti quindi con la Finsider.
Con la definizione del decreto-legge n. 706, che concede massicce sovvenzioni alle aziende che smantellano, l'Ilssa Viola indica una volontà chiara, già espressa nelle decisioni fondamentali del mese di ottobre prima, cioè da parte del Consiglio di Amministrazione dell'Ilssa del 14 ottobre, e successivamente approvata dall'Assemblea degli azionisti del 3 dicembre: l'Ilssa Viola, trasformandosi in holding industriale, manteneva per sè il settore commerciale, mentre spostava con successivo accordo (pare, anche se non ci è stato comunicato ufficialmente) con la Terni le quote di produzione al di fuori di Pont-Saint-Martin.
Se questa è stata l'intenzione ormai chiarissima dell'azienda, altrettanto chiaro è stato per certi aspetti il comportamento Finsider. Malgrado le ripetute richieste formulate sia da tutti i Capigruppo consiliari presenti in questo Consiglio sia dal Governo regionale, l'insieme delle trattative Finsider e l'azione del Governo non hanno lasciato il benchè minimo spazio all' intervento regionale. In effetti, non solo la Regione valle d'Aosta, ma l'insieme delle Regioni e delle Organizzazioni sociali non sono state minimamente coinvolte nella definizione del cosiddetto Progetto Italia, nè del decreto-legge che ha preso poi il numero 706, che rappresenta un tentativo, è vero, di razionalizzare e ristrutturare, ma tutto ciò senza avere un quadro preciso di riferimento e soprattutto senza tenere conto dei vuoti, delle aree di crisi di grande gravità che si venivano a creare nelle zone che dovevano subire tagli e ridimensionamenti.
Solo tardivamente, e cioè dopo che il gioco era compiuto, la Presidenza della Finsider ha incontrato il Governo regionale per dire due cose fondamentali: la prima, che non esiste nessun interesse da parte della Finsider nei confronti dello stabilimento Ilssa-Viola di Pont-Saint-Martin, quindi nessuna possibilità, nessuno spazio è concesso a questa azienda all'interno del Progetto Italia, ed inoltre nessuna apertura alle disponibilità avanzate dalla Regione di studiare insieme eventuali progetti sostitutivi o diversificatori, nel senso di creare un centro di servizio o specializzare alcune produzioni all'interno dell'Ilssa Viola. La Finsider in questo momento non ha alcuna intenzione di operare interventi, nè di collaborare con la Regione, coinvolgendo direttamente finanziariamente la Regione per tendere a superare una crisi che, condotta in questi termini, non può che portare alla cessazione delle attività Ilssa in quel di Pont-Saint-Martin.
Credo che non sia il caso di ripetere la disponibilità che l'Amministrazione regionale, in vari settori, ha dimostrato nei confronti dell'azienda; vorrei solo ricordare il discorso del metano, perchè la motivazione fondamentale iniziale era il salvataggio dell'Ilssa Viola, così come le altre disponibilità, alcune realizzate, come i finanziamenti agevolati, altre riproposte e non accettate ultimamente. E neppure voglio fare l'elenco degli interventi che in questi ultimi tempi sono stati fatti con forza, per essere inseriti in qualche maniera in un discorso che ha invece tagliato fuori sia gli enti locali regionali che le organizzazioni sindacali.
Questo quadro ci ha portato a definire un atteggiamento che è complessivamente sintetizzato nel documento che è stato sottoposto all'esame delle Organizzazioni sindacali e dei Capigruppo, perchè funga da riferimento per un eventuale ordine del giorno che ci auguriamo possa cogliere il consenso di tutti i gruppi presenti in Consiglio, e che delinea la situazione attuale nella sua gravità, proponendo nella parte finale gli argomenti che mi sembra rappresentino il succo e la logica politica del documento.
Innanzitutto, visti i risultati negativi di tutti gli altri livelli che pure dovevano essere esplorati per giungere a definire un rapporto corretto tra Regione e Governo, l'auspicio è che venga ristabilito questo rapporto. Abbiamo piena consapevolezza che solo creando le basi per un corretto rapporto tra Governo e Regione nell'ambito delle rispettive competenze, ma anche nel reciproco rispetto, sia possibile elaborare una linea strategica che permetta di superare l'attuale situazione di crisi nella Regione. E' in questo senso che chiediamo la modificazione del metodo seguito in questa vicenda che tanto ci interessa e tanto effetto ha sulla realtà industriale ed economica regionale.
Chiediamo inoltre la sospensione delle decisioni concernenti l'applicazione dell'art. 4 del D.L. 706, cioè dell'arti colo che prevede contributi e sovvenzioni per chi smantella gli impianti in quanto ci sembrano decisamente negative operazioni condotte senza nessun riferimento alle realtà territoriali e senza nessun riferimento anche a realtà più grandi.
Nella parte finale facciamo presente alle autorità di Governo competenti, quindi al Presidente del Consiglio dei Ministri ed ai Ministri interessati, ed ai Presidenti degli enti economici pubblici interessati (con specifico riferimento alla Finsider, all'Iri e all'Enel) che per la Valle d'Aosta non è accettabile, vista la presenza pubblica così determinante negli ultimi decenni per la definizione della attuale struttura economica e sociale della nostra Regione, che oggi si compiano tagli senza interessare e coinvolgere una Regione che dichiara la sua disponibilità, ed inoltre che vi sia un disimpegno così ampio, tale da creare rischi e pericoli di turbamento degli stessi equilibri all'interno della nostra Regione.
Voglio ripetere, perchè questo mi pare il dato più qualificante sotto il pro filo politico, che non andiamo a chiedere elemosine, chiediamo possibilità di collaborare su un piano di correttezza, quindi di realizzare progetti che vedano coinvolte la Regione e prevedano il suo intervento. Questa mi sembra una linea che rispetti non solo la dignità della nostra Regione, ma apra degli spazi concreti, e quindi non solo a parole, per realizzare progetti di superamento dell'attuale situazione.
Vorrei fare una ultimissima considerazione: si apre, e non ce lo dobbiamo nascondere, il problema della crisi siderurgica, che non si esaurisce certamente con il 1985, anzi, è proprio con il ° gennaio 1986 che scatta, secondo la nuova normativa della CEE, l'impedimento da parte dei pubblici poteri di intervenire a sostegno dell'industria siderurgica e nello stesso tempo si avvia gradualmente una linea di liberalizzazione del mercato dell'acciaio fra i paesi della comunità; questo dato da solo pone delle preoccupanti prospettive per l'industria siderurgica dell'intero paese. Questo testimonia come i termini del problema non si esauriscano certamente con il 1985, ma ci preoccupino soprattutto per gli anni futuri.
Il problema siderurgico, che tanta importanza ha nella nostra Regione e ha già prodotto e produrrà ancora risvolti decisamente pesanti sul piano occupazionale, e deve pertanto collocarsi al centro della politica della Regione; ma, al di là di ciò che la Regione può fare, rispetto ad un problema di tale gravità e dimensione, ritengo che nè le forze dell'Amministrazione regionale, nè quelle sindacali, da sole, possano superarlo. Occorre pertanto uno sforzo comune che interessi non solo gli enti che, a prima vista, paiono i più coinvolti e che lo sono in qualche maniera, ma la situazione impone uno sforzo comune di tutte le energie che operano nella nostra Regione: imprenditoriali, sociali, di categoria, politiche ed amministrative. E' solo in questo modo che la nostra Regione potrà superare una situazione così complessa e delicata per il futuro.
Oggi quindi l'Amministrazione regionale, mentre esprime la propria solidarietà ai lavoratori che stanno manifestando a causa dei rischi che corrono direttamente per il loro posto di lavoro, esprime anche la propria protesta che si affianca a quella dei lavoratori. E la protesta del Consiglio regionale, questo è un po' il senso dell'intervento, è che questa vicenda che ha conseguenze così pesanti nella nostra Regione, ha visto organi di Governo e gestori di enti economici pubblici non tenere minimamente conto nè del ruolo nè della disponibilità che la Regione ha avanzato.
Questo è quanto il più sinteticamente possibile, magari in modo non logico, ho voluto dire, preoccupato soprattutto di giungere ad una presa di posizione che raccolga l'unanimità dei consensi regionali e che possa in qualche maniera rappresentare un punto fermo della politica della nostra Regione.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Tonino, ne ha facoltà.
TONINO (P.C.I.): Voglio fare un breve intervento, anche perchè ritengo opportuno l'approvazione dell'ordine del giorno così come è stato proposto, e ritengo altrettanto opportuno e necessario che, approvato l'ordine del giorno, il Consiglio regionale aggiorni i lavori ad oggi pomeriggio in modo che tutti partecipino all'azione di protesta che i lavoratori stanno svolgendo con la manifestazione per le vie della città di Aosta.
Ho detto che voteremo la bozza di ordine del giorno che è stata concordata nella riunione dei Capigruppo, perché condividiamo la necessità di esprimere in questo momento una risposta unitaria di tutte le forze politiche di fronte ad una realtà che penalizza oltre il sopportabile la situazione occupazionale della Valle d'Aosta. E' necessaria una presa di posizione, ma è necessaria anche una azione politica, ferma, decisa, conseguente, affinchè il peso della protesta della nostra Regione arrivi a tutti i livelli, si manifesti finalmente per la gravità, i rischi ed il pericolo concreto che corrono settori importanti dell'economia della nostra Regione.
Ci sono due livelli di azione che da tempo noi reclamiamo: da un lato un'azione politica decisa e conseguente, dall'altro una maggiore attenzione ed un maggiore impegno nella definizione di una piattaforma regionale che riguardi la siderurgia, attraverso proposte concrete e progetti di iniziativa che scaturiscano dalla massima espressione istituzionale della nostra Regione, cioè del Consiglio e della Giunta regionale.
In entrambi questi livelli dobbiamo denunciare una debolezza che ha radici antiche nella nostra Regione e che deriva soprattutto da quella che abbiamo per troppo tempo denunciato invano come una sottovalutazione dei problemi che ha nella nostra Regione l'industria, quella siderurgica in modo particolare.
L'ho detto in un'altra occasione e lo ripeto in Consiglio regionale: non accettiamo atteggiamenti vittimistici da parte della Giunta regionale, perchè troppo debole è stata l'azione di tipo politico e debolissima è ancora oggi l'azione di tipo propositivo della Giunta stessa. Noi cerchiamo di fare la nostra azione: voglio qui ricordare che, rispetto ai problemi che oggi sono in discussione con insistenza, abbiamo chiesto piani, interessamento concreto, anche quando c'era sordità da parte della Giunta regionale; abbiamo promosso in più occasioni, anche recentemente, iniziative dei nostri parlamentari su questi temi, con visite in Valle d'Aosta, conoscenza precisa dei problemi per poterne discutere a livello parlamentare, per poter definire un'azione politica che sia basata sulla conoscenza dei fatti e delle realtà.
La questione della gravità del problema Ilssa-Viola è stata sollevata in una visita apposita del Sen. Consoli un mese e mezzo or sono, il gruppo comunista del Senato ha fatto un passo ufficiale verso il Ministro Altissimo prima dell'emanazione del decreto che regalerà nuovi miliardi per la chiusura degli impianti; indicazioni operative anche per definizione di una politica della Regione Valle d'Aosta in quel settore sono scaturite da quegli incontri e dall'azione che noi abbiamo svolto.
Ora, così come si è sostenuto, in quella occasione ed in tutti gli altri incontri che si sono avuti, la disponibilità dei gruppi parlamentari comunisti anche ad appoggiare soluzioni che vedano un impegno della Finsider accanto alla Regione e ad altri partners per soluzioni diverse nei confronti dell'Ilssa Viola, vista la volontà, ormai chiaramente manifestata e che conosciamo fin troppo bene, degli Orlando di abbandonare la produzione in quel di Pont-Saint Martin (qui non voglio riaprire la polemica), cosa fanno gli altri partiti di Governo rispetto a questi temi?
E' questa a mio avviso la debolezza politica di questa maggioranza, e qui vogliamo lamentare, perchè io giudico anche questo il segno di una chiusura pregiudiziale da parte del Presidente della Giunta e della Giunta stessa, lo scarso riconoscimento dell'azione che abbiamo svolto. Lo giudico un segno di chiusura in un momento difficile in cui a parole si richiede la più grande collaborazione, il più grande confronto di idee, e la massima unità.
Ribadisco perciò qui la richiesta che sia svolta una azione di questo tipo, conseguente, anche da parte delle altre forze politiche. Siamo d'accordo per aprire una vertenza con lo Stato e con il Governo su questi temi, ma chiediamo che ci sia un atteggiamento conseguente dei nostri parlamentari, che finisca l'appoggio incondizionato al Governo, che dovrà invece essere giudicato rispetto all'atteggiamento che il Governo stesso terrà di fronte a questa situazione, e su questo ci deve essere una ferma convinzione che non sempre si vede. Chiediamo inoltre che siano bloccate tutte le decisioni che riguardano la siderurgia valdostana, dall'IlssaViola alla Deltasider, prima di un incontro politico in cui siano prospettate garanzie precise di un impegno rinnovato delle Partecipazioni Statali in Valle d'Aosta, e che ci sia soprattutto l'impegno politico a concordare con la Regione i programmi di una linea di politica industriale che mantenga una presenza industriale nella nostra Regione.
Queste sono le azioni su cui vogliamo lavorare e su cui lavoreremo; ci sembra, anche ritornando a rituali e ad esperienze del passato, che oggi l'impegno di tutto il Consiglio e delle forze politiche debba essere qualitativamente diverso, perchè qualitativamente diverso è anche il problema che abbiamo di fronte, nella sua drammaticità e nella sua pericolosità rispetto al rapporto fra i vari settori produttivi nella nostra Regione.
Questa è la nostra posizione e rinnovo qui la richiesta che, a conclusione di questo dibattito, ci sia una sospensione perché i lavoratori sentano concretamente che tutto il Consiglio regionale è accanto a loro in questa manifestazione di lotta.
Si dà atto che dalle ore 10,43 alle ore 11,05 assume la Presidenza il Vice Presidente DE GRANDIS.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Torrione, ne ha facoltà.
TORRIONE (P.S.I.): Nel discutere e nell'approvare, perché il nostro sarà un voto favorevole, il documento relativo alla drammatica crisi che ha investito in modo particolare il settore siderurgico della nostra Regione, non possiamo esimerci da alcune considerazioni.
Innanzitutto il fatto di aver colto, e l'abbiamo già manifestato in sede di riunione di Capigruppo, l'aspetto devastante della crisi che ormai grava sulla nostra Regione, devastante perchè le conseguenze che si possono avere sul tessuto sociale in seguito a questo massiccio fenomeno di disoccupazione nel settore siderurgico, non riguardano solo quei lavoratori - e questo è un richiamo che vogliamo fare - ma l'intera collettività, che pertanto si deve fare carico dei problemi di quei lavoratori proprio perchè un atteggiamento che non fosse di solidarietà nei loro confronti sarebbe un atteggiamento colpevole dell'intera comunità valdostana. Non possiamo assistere alla disgregazione di una classe lavoratrice in Valle d'Aosta in termini inermi, dobbiamo invece preoccuparci perchè la trasformazione potrebbe provocare dei contraccolpi di notevole portata all'interno della nostra Regione.
Questa notazione, che potremmo definire di carattere sociologico, è tuttavia determinante per una considerazione di carattere più propriamente politico: non possiamo pensare ad un modello di sviluppo in Valle d'Aosta che trascuri l'industria in senso lato, quindi dobbiamo preoccuparci di darci un ruolo, perchè giustamente oggi protestiamo contro lo Stato per le sue inadempienze nei confronti della Valle d'Aosta, ma bisognerà che poi, con un po' di autocritica, pensiamo a cosa non siamo stati noi in tutti questi anni, perché se è vero ed è legittimo fare riferimento all'azienda Italia, è altrettanto legittimo ed indispensabile fare riferimento ad un progetto Valle d'Aosta che tuttora non esiste.
Se vogliamo andare a contrattare con lo Stato una piattaforma che non riguarda solo il settore siderurgico, ma l'intera economia della Regione, dobbiamo almeno avere riflessa in uno specchio immaginario una immagine di una Valle d'Aosta che è delineata nei suoi contorni.
Dico questo perchè è giusta e legittima questa protesta, e noi abbiamo detto per primi che bisognava aprire con il Governo una vertenza, fra virgolette, Valle d'Aosta; però non bisogna poi chiudersi in uno sdegnoso isolazionismo di tipo elisabettiano, tanto per fare dei riferimenti storici. Il rapporto con lo Stato va poi coltivato, non può essere un rapporto episodico, dove ci si ricorda della solidarietà nazionale solo quando di questa ci pesano gli aspetti negativi: questa solidarietà nazionale va ritrovata in tutti i suoi aspetti, perchè la classe lavoratrice ha gli stessi problemi dalla Sicilia alla Valle d'Aosta.
Su questo argomento deve essere un punto fermo, perchè - come diceva giustamente l'Assessore - il nostro non deve essere un atteggiamento egoistico, e noi condividiamo profondamente questa analisi, ma deve essere un atteggiamento che ci porta a considerare i problemi del paese in un contesto più articolato e difficile, come quello che ci ha disegnato con molta precisione lo stesso Assessore; questo anche perchè oggi siamo di fronte alla "tragedia" dell'IlssaViola, ma sappiamo benissimo che avremmo già dovuto occuparci ieri del problema della Deltasider, e qui non possiamo non sottolineare, al di là delle precise responsabilità che gravano sul destino di questa azienda, che per troppi anni il problema Deltasider all'interno della collettività valdostana e dell'Amministrazione regionale è stato sottovalutato. La Deltasider era allora una sorta di corpo estraneo i cui destini erano affidati allo Stato, senza peraltro poter incidere sui destini di questa grossa industria siderurgica, la cui paventata chiusura sarebbe un ulteriore colpo di maglio alle già fragili strutture della nostra economia.
Non possiamo dimenticarci di queste cose, perchè (e faccio un riferimento specifico, anche in tono un po' provocatorio) quando abbiamo tentato un rapporto con lo Stato anche di tipo diverso, in quanto ci rendevamo conto delle esigenze di una presenza, ad esempio, del Presidente del Consiglio dei Ministri in Valle d'Aosta, chiunque fosse stato, ed avevamo definito una piattaforma che il Consiglio regionale doveva proporre allo Stato perchè ci rendevamo conto che il rapporto era episodico e frammentario, in quel momento ci si era detto che facevamo della bassa propaganda elettorale, che eravamo delle persone poco serie, qualcuno si prese anche il gusto di ironizzare su questo atteggiamento; adesso ci accorgiamo che, a distanza di quasi un anno da quando avevamo proposto quel provvedimento, il rapporto con lo Stato diventa essenziale, perchè in effetti gravi sono le responsabilità che lo Stato ha nel settore della siderurgia per quanto riguarda la Valle d'Aosta.
Tuttavia l'appuntamento al quale ci presenteremo è diverso, perché il Consiglio in questa vertenza assume una sua centralità, ed il discorso non viene più gestito attraverso un rapporto fra l'esecutivo ed il Governo, anche se in questo caso le responsabilità dell'esecutivo le ha già sottolineate il Consigliere Tonino ed io non sto che a ribadirle. Non si può pensare infatti che il discorso della nostra Regione sia improntato a occasionali incontri in quel di Roma, mentre per altri versi si rimane in attesa che si presenti una altra drammatica occasione per ripresentarsi all'appuntamento con il Governo.
I partiti nazionali, ed io me ne faccio carico per quanto è di nostra competenza, hanno delle responsabilità di tipo diverso, quindi anche coloro che siedono nell'esecutivo regionale accanto alle attuali forze che compongono la maggioranza devono farsi carico di questo peso, anche perchè riferimenti governativi ben specifici, al di là del Presidente del Consiglio e dei Ministri socialisti, ci sono da parte della Democrazia Cristiana, alla quale rivolgiamo un caldo appello perchè ribalti questo suo ruolo di sudditanza in un rapporto diverso nei confronti del Governo.
Queste erano le cose che volevamo dire: il nostro impegno e la solidarietà nei confronti dei lavoratori non intendiamo esprimerli solo a parole ma, se ci sarà consentito, anche nei fatti.
Questo discorso presuppone anche una riflessione complessiva sul modo di condurre la politica in Valle d'Aosta, perchè il dato di una situazione che si sta disgregando è di una tale pericolosità che richiede delle riflessioni che vadano al di là del momento contingente, ed ipotizzino equilibri di tipo politico sostanzialmente diversi, con il coinvolgimento di quelle forze che oggi sono chiamate a supportare l'azione di un esecutivo. In effetti sarebbe un discorso suicida quello di coloro che non tentino perlomeno di tamponare una situazione di questo tipo, ma se si vuole andare avanti e guardare in prospettiva ed un rapporto diverso con lo Stato, bisognerà che tutti noi ci facciamo partecipi di portare qualcosa a questo progetto Valle d'Aosta che va pur definito nei suoi dettagli.
Ci dichiariamo solidali con i lavoratori, esprimiamo anche noi la necessità di sospendere il Consiglio per partecipare alla manifestazione e per testimoniare in questo modo l'impegno che vogliamo portare avanti per la soluzione dei problemi, impegno che però va inquadrato in un contesto quale è quello che ho appena delineato. Se le cose si svolgeranno n questo quadro, saremo presenti, vigili ed attenti, ed il nostro atteggiamento sarà improntato ad una collaborazione fattiva.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Pollicini per mozione d'ordine, ne ha facoltà.
POLLICINI (A.D.P.): Tutti hanno avvertito l'urgenza della sospensione del Consiglio per testimoniare con la presenza a fianco dei lavoratori la solidarietà dell'Assemblea regionale. Mi pare che continuando di questo passo si giunga alle due, si faccia una esibizione di tutte le posizioni politiche anche per rivedere la possibilità di creare da questa crisi un altro equilibrio politico regionale, però tutto sommato dimostriamo che non abbiamo a cuore quegli interessi che proclamiamo a voce.
Prego pertanto il Consiglio di sospendere i lavori e di riprendere la discussione nel pomeriggio, altrimenti qui non esiste serietà e tantomeno coerenza.
PRESIDENTE: La Presidenza riteneva fosse opportuno la votazione dell'ordine del giorno, sul quale già nella Conferenza dei Capigruppo si era ottenuta una notevole convergenza, anche per testimoniare in questo modo, con un atto concreto del Consiglio, la nostra solidarietà ai lavoratori. Se adesso gli iscritti a parlare volessero impegnarsi a fare interventi estremamente rapidi e succinti, si potrebbe anche seguire il suggerimento del Consigliere Pollicini. Discutiamo allora in via preliminare la proposta di sospensione immediata del Consiglio con aggiornamento dei lavori alle ore 16 per poter partecipare alla manifestazione dei lavoratori in lotta.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Viberti, ne ha facoltà.
VIBERTI (N.S.): Propongo l'approvazione immediata della richiesta del Consigliere Pollicini, non tanto perchè non ritenga serio il dibattito, che secondo me va svolto, sui problemi della siderurgia nella nostra Regione, sulle scelte che sono state fatte e sulle responsabilità evidenti di certe forze politiche; ma non è questo il tema.
Sono favorevole alla sospensione perchè dobbiamo portare la nostra solidarietà evidente, ed in questo concordo pienamente con il Consigliere Pollicini, ai lavoratori che sono usciti dalle fabbriche e che oggi fanno questo sciopero dell'industria, e che hanno bisogno della nostra solidarietà, non certo delle nostre parole. Questo non vuol dire che il dibattito non sia necessario, però può essere procrastinato di poche ore. Ribadisco la mia posizione favorevole alla richiesta di sospensione avanzata dal Consigliere Pollicini.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Beneforti, ne ha facoltà.
BENEFORTI (D.C.): Sono d'accordo sulla proposta dell'amico Pollicini, nel senso però che si sospende il Consiglio senza votare l'ordine del giorno, che viene invece approvato alla fine del dibattito, perchè, essendo avvenuta discussione in aula, a questo punto tutti abbiamo il diritto di esprimerci prima di approvare l'ordine del giorno. Se sospendiamo adesso e riprendiamo la disciplina nel pomeriggio, potremo approvare allora l'ordine del giorno, altrimenti non sono d'accordo di limitare la discussione a questo punto.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Baldassarre, ne ha facoltà.
BALDASSARRE (P.S.D.I.): Non sono contro la proposta di rinvio, dal punto di vista dell'ordine dei lavori del Consiglio; ribadisco però che noi vogliamo esprimere la nostra solidarietà ai lavoratori in lotta, partecipando alla manifestazione con una posizione già assunta dal Consiglio regionale. Il fatto di sospendere il dibattito per andare a fare la passeggiata insieme ai lavoratori della Cogne in segno di solidarietà senza che il Consiglio abbia espresso una posizione che, a quanto sembra, potrebbe essere unitaria su questa bozza di ordine del giorno, non ha senso.
Chiedo pertanto al Consigliere Pollicini di ritirare la proposta, impegnandoci come Gruppi politici a fare interventi brevissimi di cinque minuti, un tempo che ritengo sufficiente per esprimere la critica o non a quell'ordine del giorno presentato, in modo da poter portare la nostra solidarietà ai lavoratori in lotta con un documento del Consiglio regionale. Ritengo che sia più efficace questo metodo che non sospendere i lavori ed andare lì ad esprimere la nostra solidarietà; oltretutto i lavoratori sono ancora lontani dal Palazzo regionale e potremo raggiungerli non appena abbiamo approvato questo ordine del giorno.
Mi impegno nel mio intervento a fare delle brevi considerazioni per dare spazio agli altri che vogliono parlare più di me, in modo da concludere con una votazione su questo ordine del giorno.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare l'Assessore all'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti Lanivi, ne ha facoltà.
LANIVI (A.D.P.): Nessuno ci vieta di riprendere la discussione nel pomeriggio; chiedo però che prima della sospensione venga posto in votazione l'ordine del giorno, visto che i suoi contenuti erano già stati esaminati e concordati a livello di maggioranza, anche per portare ai lavoratori la testimonianza di un atteggiamento unanime del Consiglio su una posizione.
Questa è la proposta che faccio: se il Consiglio è d'accordo, se non ci sono modificazioni da fare al testo dell'ordine del giorno, possiamo approvarlo e riprendere poi la discussione nel pomeriggio, lasciando ancora spazio sull'intera materia. Il senso che do a questa proposta è di questo tipo: dato che abbiamo già svolto una riunione con tutti i Capigruppo affrontando questi argomenti e visto che c'è stata anche una revisione del testo originale che ha tenuto conto delle osservazioni formulate in quella sede, l'ordine del giorno dovrebbe contenere la posizione dei Capigruppo e di tutti i gruppi consiliari, per cui ritengo che non facciamo un grosso atto irriverente nei confronti del regolamento se approviamo quella che è una posizione già definita a livello di Capigruppo.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Beneforti, ne ha facoltà.
BENEFORTI (D.C.): Non ritengo di essere d'accordo in quanto alcune forze politiche sono intervenute in quest'aula facendo anche delle critiche nei confronti di altre forze politiche, per cui ritengo che, prima di approvare l'ordine del giorno, si debba dare a tutti la possibilità di parlare in questo Consiglio.
Credo si possa sospendere il Consiglio regionale adesso, però senza approvare l'ordine del giorno: o lo si approva nel pomeriggio, oppure si finisce la discussione con l'approvazione dell'ordine del giorno.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Pollicini, ne ha facoltà.
POLLICINI (A.D.P.): Intervengo per chiarire il senso della mia proposta, che aveva questo significato: rinviare i lavori al pomeriggio, però arrivare presso i lavoratori con il documento già votato, come atto di solidarietà concreta del Consiglio regionale.
Quindi la mia proposta è la seguente: votazione e sospensione immediata del Consiglio, di modo che, chi lo voglia, si possa recare a presentare la solidarietà del Consiglio ai lavoratori che sono nella zona del cavalcavia. E' gente che ha dei problemi drammatici di fronte, quindi la sensibilità di questo Consiglio mi pare che rischi di avvicinarsi a quella dell'elefante, se continuiamo a discutere.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Segretario Tamone, ne ha facoltà.
TAMONE (U.V.): Solo per tentare di metterci d'accordo. Da parte mia potrei anche votare subito questo ordine del giorno, però ho sentito che il Consigliere Tonino ha espresso durante il sui intervento alcune considerazioni alle quali
anche io vorrei rispondere, anche soltanto in un paio di minuti. Chiederei pertanto quanti ancora vogliono prendere la parola.
(INTERRUZIONE DEL CONSIGLIERE VIBERTI)
PRESIDENTE: Consigliere Viberti, se vuole parlare chieda la parola. La situazione è talmente caotica che mi sembra opportuno che il Consiglio esprima le sue opinioni in maniera unitaria, se possibile. Continua il Consigliere Segretario Tamone.
TAMONE (U.V.): Vorrei approfittare della benevolenza di questo Consiglio e soprattutto della gentilezza del Consigliere Viberti che è sempre così educato quando gli altri parlano, che li fa addirittura sedere e parla lui al posto loro.
PRESIDENTE: Arrivati a questo punto, in applicazione del Regolamento interno, so spendo i lavori del Consiglio in segno di solidarietà nei confronti dei lavoratori dell'Ilssa Viola; i lavori riprenderanno alle ore 16.
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 11,12.