Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1696 del 18 dicembre 1985 - Resoconto

OGGETTO N. 1696/VIII - PRESA DI POSIZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE SULLA SITUAZIONE DI CRISI DEGLI STABILIMENTI SIDERURGICI DELL'ILSSA-VIOLA DI PONT-SAINTMARTIN E DELLA DELTASIDER DI AOSTA. - APPROVAZIONE DI ORDINE DEL GIORNO.

PRESIDENTE: E' stato presentato un ordine del giorno da parte dell'Assessore all'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti Lanivi, di cui do lettura:

IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA VALLE D'AOSTA

CONSAPEVOLE che l'intero paese sta attraversando una difficile e drammatica fase di trasformazione economica sociale e culturale che impone il solidale impegno di tutte le energie disponibili per garantire nuovi positivi equilibri;

RIBADITO che in tale situazione le Regioni, in particolare le Regioni a Statuto speciale, sono chiamate a svolgere un ruolo insostituibile, come affermato solennemente dal Presidente della Presidente della Repubblica nel suo primo incontro con i Presidenti dei Governi regionali;

RICORDATO che la possibilità di sfruttamento di risorse naturali (minerarie e idrauliche) ha determinato la localizzazione in Valle d'Aosta di grandi insediamenti industriali di base a conduzione pubblica e privata e che tale fenomeno ha inciso profondamente sullo sviluppo della Regione nell'ultimo cinquantennio ed ha assegnato alla presenza delle aziende pubbliche un posto di grande rilevanza per l'economie e l'equilibrio occupazionale regionale;

PREOCCUPATO dell'allarmante ridimensionamento del tessuto produttivo e occupazionale regionale derivante dalla crisi del settore siderurgico e dal progressivo accelerato disimpegno delle aziende pubbliche operanti in Valle;

ULTERIORMENTE PREOCCUPATO dall'aggravamento delle prospettive concernenti gli stabilimenti siderurgici ILSSA-VIOLA di Pont-Saint-Martin e DELTASIDER di Aosta a seguito di decisioni assunte a livello nazionale che hanno prodotto e producono effetti devastanti su una realtà come quella valdostana caratterizzata da ridottissime dimensioni, con il risultato di mettere in discussione l'equilibrio socio-economico della Valle d'Aosta e con il rischio di rendere più difficili i rapporti fra Stato e Regione;

TENUTO CONTO che l'Amministrazione regionale è attivamente e direttamente intervenuta a sostegno del settore siderurgico sia con finanziamenti agevolati che attraverso la realizzazione del metanodotto ad uso civile ed industriale;

TENUTO ALTRESI' CONTO che nel recente passato non sono stati mantenuti gli impegni che Ministri competenti avevano garantito alla Regione in occasione di cessazione di attività di aziende pubbliche;

IL CONSIGLIO REGIONALE

RINNOVA

la ferma disapprovazione di fronte al metodo adottato dalle Autorità governative per il perseguimento di accordi fra gruppi siderurgici pubblici e privati, metodo che ha ignorato completamente il ruolo delle Regioni e non ha tenuto in alcun conto delle ripetute istanze ad essere interpellate, prima di assumere decisioni che interessano lo sviluppo economico e industriale regionale, avanzate dalla rappresentanze politiche, amministrative e sociali della Valle d'Aosta;

CONFERMA

il giudizio negativo su trattative tendenti ad assicurare massicce sovvenzioni pubbliche per lo smantellamento di attività produttive senza un progetto complessivo di risanamento del settore siderurgico e di sfruttamento delle possibili sinergie negli ambiti regionali;

DICHIARA

che la Regione Valle d'Aosta, per quanto è di sua competenza e nei limiti delle sue possibilità, è disponibile ad impegnare ogni energia per partecipare alla realizzazione di programmi concordati con Aziende pubbliche a concorrere al superamento dell'attuale difficile situazione;

SOTTOLINEA

che l'intervento degli enti economici pubblici nazionali è indispensabile in quanto, di fronte alla gravità e dimensioni dei problemi attuali, le forze del la Regione, da sole, non sono sufficienti;

AUSPICA

che, al più presto, vengano ristabilite le condizioni per il ripristino di corretti rapporti tra Governo e Regione e consentano alla Valle d'Aosta di partecipare al comune disegno di crescita del Paese;

RICHIEDE

in tal senso, la modificazione del metodo seguito dalle Autorità centrali di governo e di gestione delle aziende pubbliche, metodo che, oltre a non tenere conto del ruolo, delle competenze e delle esigenze della Regione, non ha contribuito a definire un quadro finale positivo mentre ha creato gravi situazioni di crisi senza alcuna ipotesi di alternative;

RICHIEDE INOLTRE

che sia sospesa qualsiasi decisione concernente l'applicazione dell'art. 4 del decreto legge 10.12.1985 n. 706 recante misure urgenti per la siderurgia senza un preventivo incontro con la Regione Valle d'Aosta al fine di definire azioni comuni Regione e FINSIDER per garantire una presenza qualificata del settore siderurgico in Valle con particolare riferimento alla ILSSA-VIOLA di Pont-Saint-Martin;

CHIEDE CON URGENZA

al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro delle Partecipazioni Statali, al Ministro dell'Industria e ai Presidenti degli Enti economici pubblici interessati (FINSIDER, IRI, ENEL) un incontro con la Regione per concordare un programma di interventi delle aziende pubbliche in Valle d'Aosta al fine di superare gli effetti negativi prodotti dalle recenti decisioni assunte a livello centrale nel settore siderurgico e, nel contempo, di consentire la migliore definizione delle azioni integrative regionali.

PRESIDENTE: Apro la discussione sull'ordine del giorno. Ha chiesto di parlare il Consigliere Baldassarre, ne ha facoltà.

BALDASSARRE (P.S.D.I.): Innanzitutto, come socialdemocratici, vogliamo esprimere la solidarietà ai lavoratori dell'ILSSA-VIOLA che ancora stanno effettuando il blocco stradale; non è la nostra una solidarietà si sole parole o di convenienza, cercheremo invece di esprimerla come forza nazionale con i nostri rappresentanti in seno al Governo.

E' necessario fare alcune considerazioni, seppure brevemente, come l'opportunità richiede. Diciamo subito che ci riconosciamo in alcune parti di questo documento, mentre non lo condividiamo in altre, anche se per solidarietà lo voteremo.

Da quello che si può notare fra le righe di questo documento, si intravede innanzitutto come questa maggioranza voglia scaricare sul Governo nazionale responsabilità che sono in gran parte di questo Governo regionale, e lo diciamo senza mezzi termini e non in difesa della posizione del nostro partito a livello nazionale.

IL Consiglio regionale era all'oscuro, se non per le notizie apparse su alcuni giornali della Regione, del fatto che l'Ilssa Viola stava per chiudere; questa maggioranza non ha ritenuto opportuno informare le forze politiche presenti in Consiglio regionale, in tempi precedenti a questi, e di ciò non do la colpa all'Assessore Lanivi, cui va la mia stima personale, perchè si è mosso in difficoltà enormi. Comunque l'Assessore ed il Presidente della Giunta sono arrivati a comunicare ai Capigruppo, e quindi a tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale, che l'Ilssa Viola stava per chiudere, solo nel mese di novembre, e per questo si chiedeva la solidarietà di tutte le forze politiche. Allora, se ha un senso chiedere l'impegno e la solidarietà di tutte le forze politiche, non si doveva arrivare ad un mese dalla chiusura

per impegnare tutte le forze politiche affinchè si eviti la chiusura dell'Ilssa Viola.

Oggi si vedono i risultati di una mancanza di programmazione industriale di questa maggioranza che, non dimentichiamolo, è la stessa che governa da dieci anni; devo confessare che mi ha colpito e commosso una frase di un operaio dell'Ilssa-Viola, il quale ieri ha detto: "la metà dell'Ilssa Viola era stata chiusa sotto la Presidenza Andrione, l'altra metà sarà chiusa sotto la Presidenza Rollandin". Da queste parole emerge un dato certo: questa maggioranza, che governa da dieci anni, manca di programmazione e di alternative industriali di fronte ad una crisi che era evidente. Ciò dimostra che non c'è stato un impegno serio da parte di una maggioranza che era a conoscenza del grave episodio costituito dalla chiusura dell'Ilssa-Viola.

Qualcuno ci ha detto che la Regione si era impegnata anche ad intervenire finanziariamente nei confronti degli Orlando, ma questo non è l'atteggiamento che una Regione può assumere di fronte ad una crisi del genere. Era necessario prevedere, lo ripeto, delle alternative a questa chiusura, di cui la Giunta era a conoscenza forse già all'inizio del 1985. C'è stato allora un intervento tardivo da parte di questa maggioranza nei confronti del Governo nazionale, non c'è stato l'intervento politico che era necessario, in quanto si trattava di una decisione politica, e non tecnica, del Governo nazionale. E' mancata la presenza dei nostri deputati nazionali, è mancata la presenza di una forza determinante in seno alla maggioranza regionale, e forse è mancato anche un impegno politico delle altre forze, che però non erano a conoscenza di una crisi così grave.

Non siamo d'accordo sul punto dell'or dine del giorno in cui si dice: "a seguito di decisioni assunte a livello nazionale che hanno prodotto e producono effetti devastanti", perchè, se è vero che queste decisioni producono effetti devastanti, cosa è stato fatto per evitare che tali effetti si producessero? Non siamo d'accordo sul vittimismo di questa maggioranza che non sa tirarsi su i pantaloni da sola e allora dice che nel recente passato non sono stati mantenuti impegni assunti da Ministri. Non conosciamo, se non per sentito dire, quali sono questi impegni che alcuni Ministri avrebbero assunto nei confronti dell'industria in valle, ma in quel caso gli impegni dovevano essere rispettati e doveva esserci, di conseguenza, un coinvolgimento di tutto il Consiglio regionale e non solo del singolo Assessore.

Mi soffermo un po' sui vari punti del documento per poi trarre una conclusione brevissima. Si parla di ferma disapprovazione di fronte al metodo adottato dalle autorità, ed anche in questo caso continuo a chiedere: qual'è stato l'impegno politico? E' logico che sono d'accordo nel chiedere oggi di bloccare l'applicazione dell'art. 4 del D.L. 10.12.1985, n. 706, e questo deve essere un impegno politico; ma dovevamo essere più decisi prima, dovevano cioè intervenire con tutte le forze politiche prima che questo decreto fosse emanato. Non ci è stata data questa possibilità, perchè non si era a conoscenza del fatto che la situazione fosse così grave.

Oggi la situazione è drammatica: ai cinquecento operai dell'Ilssa-Viola si sommano licenziamenti di altre imprese, per cui ci impegneremo per far sì che una soluzione si possa trovare, una soluzione che, come ho già detto, doveva essere alternativa e doveva venire da questa maggioranza.

Questo, per concludere, dimostra ancora una volta che l'attuale Governo regionale non è in grado di gestire il dopo Ilssa-Viola, l'industrializzazione in Valle d'Aosta, ed ecco perchè chiediamo un radicale cambiamento di questa impostazione politica, perchè da dieci anni questa maggioranza si è assuefatta, non ha più idee, pur di fronte ad un enorme afflusso finanziario. Noi ci impegnano perchè si modifichi un certo atteggiamento, ma chiediamo anche che qualcosa cambi, che si volti pagina, che si dia all'esterno una immagine diversa e non più ammuffita della nostra Regione.

Ripeto che, pur non condividendo in parte, pur non ritrovandoci completamente in questo documento, lo votiamo solo per un senso di solidarietà nei confronti dei lavoratori dell'Ilssa-Viola, sperando che questa Giunta si muova, altrimenti dovremo essere preoccupati per il futuro nero che sarà riservato ai nostri figli.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Aloisi, ne ha facoltà.

ALOISI (M.S.I.): Innanzitutto voglio esprimere anche a nome del M.S.I. la più incondizionata solidarietà ai lavoratori in lotta per il loro posto di lavoro, ai lavoratori dell'Ilssa Viola, ai lavoratori della Deltasider ed a tutti coloro che vivono in questo momento una situazione così difficile.

Purtroppo dobbiamo constatare ancora una volta che ci troviamo di fronte ai soliti problemi, ai problemi di sempre. Ricordo che già tre anni fa avevamo fatto un'altra azione, un altro atto di solidarietà nei confronti dei lavoratori, sempre per l'eterno problema occupazionale, ed oggi ci ritroviamo a riproporre e ripresentare la nostra solidarietà sugli stessi temi. Indubbiamente la situazione attuale è delicata e difficile, e non sto a ripetere quanto è già stato detto da altri colleghi.

La situazione di oggi è identica a quella di ieri: questo è un dato di fatto inconfutabile, però una cosa ci dobbiamo chiedere, e su di essa dobbiamo riflettere. Ci sono, o no, delle responsabilità di questa situazione? E' vero che si tratta di una crisi enorme, a livello mondiale, di una crisi che investe tutto il mondo occidentale, ma è altrettanto vero che, se da una parte ci sono delle responsabilità che possiamo addebitare al Governo centrale, altrettante responsabilità a mio avviso vanno indirizzate nei confronti dell'Amministrazione regionale, la quale per anni è rimasta assente su questi problemi. Oggi prendiamo atto con soddisfazione che questa Amministrazione cerca di porre rimedio, di interessarsi, di sanare quello che è possibile sanare, ma nel passato purtroppo ha lasciato che la situazione degenerasse. Ed allora è giusto che in una situazione come questa, in un momento così delicato, ognuno si assuma le proprie responsabilità.

E' vero, siamo d'accordo anche noi di mettere una pietra sul passato, dobbiamo guardare avanti, cercare di risolvere i problemi di oggi, che sono drammatici, però vogliamo anche che le cose che oggi vengono dette non vengano ripetute di nuovo domani, per ritrovarci ancora una volta ad affrontare i problemi di sempre.

Ed allora cosa chiediamo? Chiediamo che, da parte del Governo regionale, ci sia un maggiore impegno, non solo a parole, ma nei fatti; chiediamo che, anche da parte dei nostri parlamentari romani, ci sia un impegno ed un interessamento sui problemi locali e sui problemi occupazionali. Certamente non condividiamo la loro posizione nel momento in cui decidono di dare il loro voto di fiducia ad una determinata maggioranza governativa che si disinteressa completamente dei nostri problemi locali. Quindi è necessaria una tiratina di orecchi nei loro confronti affinchè si facciano sentire, affinchè, anche se sono soltanto in due, contribuiscono a far sì che a Roma conoscano quale è la nostra situazione industriale ed occupazionale.

Un altro aspetto che ritengo importante in questo momento, direi quasi essenziale, è l'impegno che deve esserci da parte di quelle forze politiche che costituiscono questa maggioranza e che contemporaneamente fanno parte della maggioranza governativa, perchè è assurdo impegnarci oggi in questa sede, di fronte ai lavoratori ed all'opinione pubblica, per far sì che vengano risolti questi nostri problemi, quando poi gli stessi partiti, le stesse forze politiche fanno parte del governo nazionale,detengono le leve del potere e sono coloro che dovrebbero e potrebbero sanare una certa situazione.

Va detto a chiare lettere alle forze politiche che fanno parte della compagine governativa che un loro interessamento deve essere completo, non fatto solo a parole; esse debbono fare pressioni presso le loro segreterie politiche, presso i loro parlamentari per poter sanare la situazione, altrimenti domani saremo di nuovo a dover riproporre le stesse discussioni.

Penso che le responsabilità maggiori siano proprio di queste forze politiche che hanno la possibilità di incidere di più; chiaramente anche noi, come forze di opposizione, non ci tiriamo indietro e, almeno per quanto mi riguarda, farò pressioni presso il nostro partito per fare in modo che anche l'M.S.I., a livello parlamentare, dia il suo contributo costruttivo, come mi auguro facciano anche le altre forze politiche di opposizione, però ritengo soprattutto essenziale l'impegno da parte delle forze politiche di maggioranza in questo Consiglio regionale.

Per quanto riguarda il documento politico sottoscritto da tutte le forze qui presenti, lo condividiamo nel suo insieme, quindi siamo favorevoli, anche perchè, in questo momento, ci vuole l'unanimità delle forze politiche regionali. Ci rispecchiamo in quel documento, anche se ci sono certi aspetti che andrebbero analizzati e certe critiche che dovrebbero essere fatte, però penso che no sia questo il momento di criticare, bensì di rimboccarci le maniche tutti insieme per cercare di risolvere la situazione drammatica che si sta creando nella nostra Regione.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Beneforti, ne ha facoltà.

BENEFORTI (D.C.): Signor Presidente, cari Colleghi, non è certamente la prima volta chè si discute del problema della siderurgia in questo Consiglio regionale, come non è la prima volta che si discutono e si approvano ordini del giorno; non è nemmeno la prima volta one, per questo settore che riveste una grande importanza per la nostra Regione, assumiamo posizioni precise ed indichiamo anche altrettante linee ben precise.

Anche da parte nostra esprimiamo la solidarietà ai lavoratori dell'Ilssa Viola, ai lavoratori della Cogne e di tutte le altre industrie che sono colpite oggi da questa grave crisi occupazionale.

Nella siderurgia, anche se c'è un problema Deltasider, in quanto questa azienda va verso la diminuzione dell'occupazione, se non ad un dimezzamento, oggi tuttavia il problema più urgente è certamente quello dell'Ilssa-Viola, in quanto riguarda cinquecento lavoratori ed altrettante famiglie che restano senza occupazione e senza futuro.

Ieri il Presidente della Giunta, in occasione della riunione che è avvenuta all'interno dell'Ilssa-Viola, ci ha informato dell'incontro che ha avuto luogo a Roma con la Finsider, al quale ha partecipato insieme al nostro Assessore Lanivi. Credo che questo incontro si rendesse indispensabile e, per quanto ci riguarda, abbiamo cercato, anche se in ritardo, di sollecitarlo, perchè ritenevamo fondamentale conoscere quale era il pensiero della Finsider in modo particolare sull'Ilssa-Viola, ma anche sulla Deltasider.

Malgrado la produzione effettuata dal l'Ilssa-Viola abbia una certa importanza e comprenda un quarto del fabbisogno che oggi esiste nel nostro paese in un settore che vede una forte importazione dall'estero, malgrado l'impegno della Regione che ha stanziato trenta miliardi per la costruzione del metanodotto, in modo da ridurre i costi di produzione di questa azienda, come della Deltasider o di altre aziende, malgrado l'offerta della Regione di interventi finanziari, oltre a quelli già effettuati, nei confronti dell'Ilssa-Viola per la ristrutturazione dell'azienda e quindi per il mantenimento dell'occupazione, malgrado tutto ciò si viene a conoscenza, durante l'incontro con la FINSIDER di cui parlano poco fa, che l'Ilssa-Viola ha ceduto le sue quote di produzione alla Terni, che intende cessare l'attività produttiva per dedicarsi alla commercializzazione che, in base al decreto legge governativo n. 706, viene indennizzata con 20 miliardi da parte dello Stato; si viene inoltre a conoscenza, malgrado gli interventi che la Regione intendeva fare, che gli Orlando intendono smobilitare, chiudere l'azienda senza porsi il problema sociale e senza alcun riguardo nei confronti dei 515 dipendenti che oggi sono ancora in forza all'interno di questa azienda.

E' chiaro che questa ulteriore chiusura aziendale da parte dell'Ilssa-Viola aggrava la situazione all'interno della nostra Regione dopo la chiusura della Montefibre, dopo la crisi che ha attraversato il settore tessile e a conseguente chiusura delle aziende, ed anche dopo la diminuzione del personale dipendente dalla Cogne.

E' chiaro che, di fronte alle decisioni dell'Ilssa Viola, di fronte alla direttiva della CEE che prevede la liberalizzazione del mercato nel prossimo futuro, di fronte all'atteggiamento della Finsider che decide senza consultare le Regioni interessate per un problema come questo, di fronte alle iniziative di una industria pubblica come la Deltasider, di fronte alle situazioni che si sono create fra la siderurgia pubblica e privata, è necessario che il Governo centrale apra un confronto anche con le Regioni. Di fronte a tutti questi avvenimenti, le Regioni come la nostra non possono restare fuori da un confronto e da un dialogo, non possono non conoscere su quale presenza di capitale pubblico potranno ancora contare all'interno della nostra Regione, per valutare le garanzie occupazionali che possono ancora sussistere all'interno dell'intervento pubblico.

Certo, c'è il problema dell'economicità dell'azienda, che non può certamente essere trascurato; su questo credo che siamo e saremo sempre tutti d'accordo, ma riteniamo sbagliato pensare che l'economicità delle aziende si raggiunga solo con i tagli ai posti di lavoro o con la chiusura delle aziende stesse.

Di fronte alla crisi del settore della siderurgia, che non è di oggi, occorrevano certamente scelte diverse e più precise, occorreva a nostro avviso rendere alle partecipazioni statali il ruolo che avevano assunto e svolto fino agli anni '60, quando avevano contribuito in modo determinante alla ricostruzione dell'industria e del paese dopo l'ultima guerra. Occorreva dare alle aziende pubbliche le risorse necessarie per far fronte agli impegni che vengono loro assegnati e che devono rispettare con il controllo del Governo, del Parlamento e delle Regioni in cui queste aziende risiedono. Occorreva che il Governo guidasse le ristrutturazioni senza lasciarsi coinvolgere in strani connubi con i privati, come di fatto è avvenuto. Occorreva, come occorre oggi, che i rapporti fra capitale pubblico e privato fossero chiari, precisi e trasparenti, ed improntati soprattutto ad una seria politica industriale e di razionalizzazione del settore. Occorreva che i miliardi dati dalla Comunità Europea allo Stato italiano non fossero concessi, quasi come un premio, ai privati che cessassero la produzione dell'acciaio e che chiudessero le aziende, ma dovevano essere vincolati ed impiegati per le ristrutturazioni, per mantenere i livelli occupazionali e per rendere la produzione più competitiva sul mercato. In sostanza, occorreva che i problemi della siderurgia nel nostro paese venissero affrontati con senso di responsabilità e con la volontà seria di programmare, alla luce della situazione che il settore stesso attraversava a livello nazionale, europeo ed internazionale. Ciò avrebbe evitato la guerra fra i poveri che oggi avviene, e nello stesso tempo si sarebbe evitato di risolvere il problema con un forte ricorso, come è avvenuto, al prepensionamento ed alla cassa integrazione, che è certamente l'alternativa alla disoccupazione.

La politica di settore può anche portare alla necessità dei prepensionamenti, ai quali non si può essere per principio contrari, ma non deve divenire l'unica misura di intervento per l'occupazione, come è accaduto fino ad oggi.

Certamente la nostra azione, cari colleghi, non è terminata, ed è oggi più dura di ieri, ma ritengo che la Valle d'Aosta non debba arrendersi. Devo dire subito, perchè ho sentito anche delle polemiche, che queste non servono, e tanto meno serve lo scambio di accuse o di attacchi fra le forze politiche. Dobbiamo essere tutti consapevoli che si esce dalla crisi nella misura in cui riusciamo ad imporre una nuova e diversa politica industriale, dentro la quale deve trovare soluzione il problema del settore siderurgico come degli altri settori. Inoltre, usciremo dalla crisi nella misura in cui sapremo far assumere alla Regione un ruolo determinante nelle decisioni che vengono assunte dal centro ed a tutti gli altri livelli, e nel controllo degli eventuali finanziamenti che vengono negati alle aziende pubbliche e private.

Certamente la crisi che oggi risentiamo nel settore siderurgico l'hanno vissuta anche altri paesi europei; in altri paesi della CEE si è però provveduto ad effettuare le ristrutturazioni ed in Germania, in Francia ed in altri paesi europei oggi vediamo che le aziende siderurgiche continuano la loro produzione e garantiscono l'occupazione. In altri paesi, dove non è stato possibile mantenere l'occupazione nel settore siderurgico, si sono trovate anche delle alternative; si è fatto in modo, in tanti altri paesi, di mantenere nel settore siderurgico quelle lavorazioni che hanno certamente un maggior valore aggiunto rispetto alle produzioni siderurgiche che avvengono nel nostro paese. In Italia, purtroppo (ed anche se appartengo ad un partito di maggioranza l'autocritica non fa mai male) non ci siamo posti i problemi che si sono posti dalla altre parti; è vero, ma è altrettanto vero che abbiamo difeso quello che era difendibile fino in fondo, perchè non abbiamo avuto certamente alternative.

E' mancato un piano Italia, è mancato un rapporto fra Regione e Finsider, si è venuta a creare una situazione siderurgica per la quale manca anche una linea sindacale unitaria, perchè i lavoratori dell'Umbria la vedono in un modo, i lavoratori della Campania la vedono nell'altro, i deputati dell'Umbria si riuniscono perchè le quote dell'Ilssa-Viola vadano alla Terni, i deputati di tutti i partiti della Campania si riuniscono e marciano su Roma perchè Bagnoli deve essere aperto, perchè si deve difendere il centro sud. Questa è la realtà che oggi viviamo nel settore siderurgico, per la mancanza di interventi programmati e di quanto altro occorreva che fosse stato fatto.

Non siamo contrari al fatto che si risolvano i problemi occupazionali nel centro-sud ma, senza egoismo, non possiamo non pensare che perlomeno si mantengano i posti che già esistevano al nord, e quindi condividiamo l'ordine del giorno che è stato elaborato, perchè siamo convinti che con esso si riapre anche per noi un discorso nuovo ed un modo diverso di affrontare questo problema della siderurgia.

Siamo d'accordo in modo particolare che non venga data applicazione al decreto-legge nella parte relativa ai benefici che andrebbero all'Ilssa-Viola; siamo favorevoli, perchè ne siamo convinti, alla realizzazione di un incontro triangolare tra Governo, Regione e Finsider, nel quale non andremo a sostenere che i nostri problemi vengano risolti nell'ambito di stretti interessi regionali e tantomeno alla luce di prerogative socio-economico-statutarie della nostra Regione, ma dovremo sostenere, caro Assessore Lanivi, che i problemi devono trovare soluzione nell'ambito di una politica di settore e di una diversa politica industriale, che vuol dire ricerca di attività sostitutive e salvaguardia dell'occupazione.

L'incontro inoltre si rende necessario per conoscere in modo preciso quali sono gli intendimenti della Finsider nei confronti della Deltasider, anche in riferimento al programma che ci è stato presentato dalla Deltasider il mese scorso. In sostanza, si tratta oggi di aprire un discorso nuovo con il Governo, di aprire un dialogo ed un confronto perchè la Regione possa svolgere il proprio ruolo, così come i deputati e le forze politiche nazionali e regionali.

Qui si è detto che ci sono responsabilità della maggioranza per il fatto che siamo venuti a conoscenza tardi del problema dell'Ilssa-Viola. La Valle d'Aosta non è l'Europa e neppure l'Italia intera, credo quindi che tutte le forze politiche al loro interno seguano i problemi che oggi esistono nella nostra Regione e mi sembra strano che si venga in Consiglio a dire che non si era a conoscenza di quello che accade in Valle d'Aosta. La notizia della chiusura dell'Ilssa-Viola è stata conosciuta da tutti ieri, nell'assemblea che è stata fatta a Pont-Saint-Martin.

Qui si parla di radicale cambiamento, di responsabilità della maggioranza, direi che ci possono essere delle responsabilità, solo chi non fa mai niente non sbaglia mai; molte volte è più facile fare l'opposizione che governare, però quello che mi ha amareggiato è stato che, dopo tanta critica nei confronti di questa maggioranza, non ho sentito neppure una parola di critica nei confronti degli Orlando. La controparte non è la Regione, lo dicevo stamattina ai lavoratori quando ci siamo trovati laggiù, la controparte sono i padroni, forse noi siamo i più vicini ed è più facile dire che il Sindacato ha fatto questo, il Consigliere ha fatto questo, l'Assessore ha fatto quest'altro, però la realtà è che oggi nel nostro paese abbiamo un patronato di un certo tipo, come abbiamo potuto verificare durante questa vertenza di lavoro, abbiamo un patronato come gli Orlando che certamente non si pone il problema sociale.

Pertanto oggi occorre non una rituale solidarietà nei confronti dei lavoratori, ma occorre che la maggioranza si assuma impegni precisi per cercare di far uscire a Valle d'Aosta dalla crisi economica e sociale in cui è venuta a trovarsi.

Si dà atto che dalle ore 16,32 alle ore 17,26 assume la Presidenza il Vice Presidente DE GRANDIS.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Pedrini, ne ha facoltà.

PEDRINI (P.L.I.): Signor Presidente, ami ci miei, due parole soltanto perchè mi pare che non si debbano ripetere sempre le stesse cose che purtroppo conosciamo fin troppo bene.

Vorrei esprimere tre soli concetti: il primo è che abitando, come anche il Consigliere Tonino, nella zona calda dell'Ilssa-Viola, vivo infatti a Lillianes ed a Pont-Saint-Martin, forse più di altri posso, essendo a contatto quotidianamente con la gente che vive in loco, capire certi gesti, certe parole che devono immediatamente essere dimenticate perchè, in un momento caldo come questo, qualcuno può anche essere esasperato, e lo dobbiamo anche capire. Questo è il primo concetto.

Il secondo è che, in effetti, l'amico Beneforti, con la sua esperienza di sindacalista, ha centrato il problema che era il principale, quello degli Orlando e, giunti a questo punto, non posso accettare le critiche di alcuni Consiglieri, fra cui quelle del Consigliere Baldassarre, che pure stimo, quando parla di questa maggioranza e del suo Presidente. Ma io direi che quando un Presidente della Giunta, e voglio precisare che non intendo fare l'avvocato difensore di alcuno in quanto penso che ciascuno debba sapersi difendere o attaccare da solo, però, ripeto, che quando un Presidente della Giunta insieme alla Giunta ed a tutti i Capigruppo sono decisi a tirare fuori quindici, venti, trenta miliardi per arrivare a bloccare la chiusura dell'Ilssa-Viola, mi pare che non si possano dare le colpe a nessuno, se non per voler fare polemica da parte della minoranza.

Do tutte le attenuanti a quello che ha detto bene il mio amico socialdemocratico Baldassarre, però bisogna anche capire che non è la Regione che vuole chiudere ma, come ha detto il Consigliere Beneforti, sono gli Orlando in prima persona, cioè degli imprenditori che hanno sempre, e non da oggi soltanto, speculato sulla pelle degli operai; e questo lo sostengo io che sono un liberale.

Il terzo ed ultimo concetto è il seguente; è inutile che facciamo grandi lai, è inutile che creiamo barricate. Vogliamo fare la rivoluzione? Allora diciamo che noi valdostani siamo disposti a fare la rivoluzione. Nella mia vita sono sempre andato "alla baionetta" e quindi sono a disposizione anche per que sto, se è il caso, però dobbiamo essere tutti d'accordo e non gridare "partiam, partiam" come molti dicono per demagogia, e poi chi parte è il solito Pedrini, con qualcun altro, mentre tutti gli altri restano indietro. Questo non lo accetto assolutamente: se dobbiamo prendere posizione o dire ai nostri deputati e senatori di votare contro il decreto-legge mi sta tutto bene, l'ordine del giorno lo approvo incondizionatamente, però è inutile che siamo qua a piangere lacrimoni e ad asciugarci con il fazzoletto.

Bisogna studiare una soluzione diversa perchè i problemi che ci stanno davanti, come ha ben detto il Consigliere Beneforti, come Bagnoli, come la Falk e via dicendo, sono enormemente più gran di rispetto a quelli dell'Ilssa-Viola, per cui sarebbe bene che, con l'iniziativa dell'Assessore Lanivi, con firme di garanzia e con il sostegno delle banche, venisse qualcuno a dirci di essere disposto ad occupare un capannone dell'Ilssa Viola. Se ognuno di noi si interessasse in questo senso (anch'io, non in prima persona, sia ben chiaro, mi sono preoccupato ed ho trovato qualcuno) e portasse un industriale a Pont-Saint-Martin per utilizzare i capannoni che già ci sono, probabilmente avremmo risolto il problema della bassa Valle e del lavoro dei nostri operai, perchè se l'imprenditore che viene ad operare qui è già più o meno impegnato in quel settore produttivo così come lo è chi no portato io) e trova in loco della manodopera che è all'altezza della situazione, non deve fare venire degli operai dall'esterno, perchè sarebbe inutile.

Quindi il concetto di chiusura del mio intervento è proprio quello di fare tutto ciò che è possibile per mantenere in piedi le strutture che già esistono, ma siccome tutti quanti, dentro di noi, pensiamo che sarà una battaglia molto difficile e, se si riuscirà a fare qualcosa, sarà proprio grazie alla volontà di Dio, oltre che della nostra, vediamo di correre ai ripari e tutti insieme cerchiamo di dare una mano alla bassa Valle trovando degli industriali e degli imprenditori che siano all'altezza della situazione, non quelli che come sempre ci hanno fregato nel passato, e questo l'ho già detto la prima volta che si creò una cooperativa ad Arnad, ma non voglio adesso fare polemiche, anche se in quella occasione fui l'unico a votare contro.

Si è fatto sempre e solo della demagogia, questa è la realtà, non si è mai entrati nel vivo della questione, nè si è mai detto che si buttavano dei miliardi dalla finestra, perchè quella era la linea politica che si doveva seguire.

Oggi è venuto il momento di mettere un punto fermo e di trovare della gente all'altezza della situazione, se vogliamo che il nostro paese continui a progredire.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Viberti, ne ha facoltà.

VIBERTI (N.S.): Chiedo scusa al Presidente, ma non sapevo che stessimo proseguendo con le richieste di intervento di questa mattina, per cui mi ero assentato per una richiesta degli Uffici, quindi chiedo scusa anche ai colleghi Consiglieri.

La giornata di oggi è particolarmente triste per la nostra Regione, perchè purtroppo abbiamo dato dimostrazione di quanta debolezza, anzichè forza, c'è da parte nostra nel chiedere quello che spetta di diritto ad ogni cittadino ed è previsto anche dalla Costituzione, e cioè il diritto al lavoro od a potersi guadagnare onestamente la propria vita.

Questa debolezza è dimostrata dal fatto che, nonostante ci sia una unità di intenti, sembra che le prospettive per l'Ilssa-Viola siano quelle che noi da tempo andavamo denunciando già dal momento in cui nell'Ilssa si è effettuata la chiusura della produzione cosiddetta a caldo; ma altri hanno fatto questo tipo di analisi ed abbiamo sentito lo stesso Presidente della Giunta, di fronte ai lavoratori dell'Ilssa, denunciare l'impotenza o comunque l'atteggiamento che c'è stato a livello tecnico rispetto alle soluzioni da noi prospettate nei confronti del problema dell'Ilssa.

Simo di fronte ad un secco no, ad una volontà di chiusura, ad un gravissimo arretramento di tutta una cultura che potremo definire sindacale, che si ritrova oggi a gestire la guerra fra i poveri, dopo che per anni si è battuta per lo sviluppo del Mezzogiorno del nostro paese, per il miglioramento delle condizioni di vita di tutti i lavoratori sui posti di lavoro ed al di fuori di essi.

Oggi ci ritroviamo, in queste condizioni, a farci la guerra, a strapparci quote di mercato, mentre manca, o quanto meno non ci è dato di conoscere, un disegno complessivo con il quale il nostro paese affronti da pari a pari i suoi partners all'interno della CEE e faccia valere i suoi diritti all'interno di questo mercato.

Purtroppo la nostra impressione è che le forze politiche che gestiscono la cosa pubblica nel nostro paese, troppo impegnate a mantenere gli equilibri di potere e le proprie clientele, a mantenere ciascuno per la propria corrente il proprio scranno, non siano state in grado di strappare, a livello CEE, prospettive migliori. Questo cosiddetto pro getto Italia si dimostra per la Regione Valle d'Aosta, più che un progetto un disastro.

Mi auguro che il Presidente della Giunta possa portarci delle notizie migliori al suo rientro da Roma, anche sedevo dire di non essere ottimista in questo senso. Come sempre, quando ci viene richiesto, diamo la nostra disponibilità e non mandiamo segnali di chiusura, anzi per quello che sono le nostre modeste disponibilità, siamo pronti a dare un contributo in favore dell'occupazione della nostra Regione, ma non per questo ci dimentichiamo quali sono i nomi con cui bisogna avere a che fare in questo momento, e cioè i nomi di Darida, di Prodi, cioè i nomi dei democristiani che da sempre governano il nostro paese, che fanno parte anche della maggioranza regionale e che, nonostante la presa di posizione che sembra dovrà essere unanime su questo ordine del giorno, non riescono ad ottenere quello che dovrebbero, quello che la loro presenza all'interno di questa maggioranza dovrebbe garantire, e cioè il fatto che la nostra Regione venga ascoltata dal Governo centrale.

E' troppo comodo, lo ripeto, sbandierare le amicizie, mentre sarebbe molto più corretto fare in modo che i problemi possano venire affrontati, che si possa discutere, che la Valle d'Aosta dia il suo contributo in questo grave momento di crisi industriale, sia all'interno del sistema economico del nostro paese che del mercato comune; capiamo che ci sono dei cambiamenti da fare, su questo non ci sono dubbi, ma non accettiamo che non si dia la possibilità alla nostra Regione di far sentire la propria voce per cercare di salvaguardare tanta parte di posti di lavoro che, anche se in apparenza possono sembrare superflui, in realtà rappresentano, se vengono a scomparire, un grave turbamento non solo del sistema economico regionale, ma anche dello stesso sistema sociale, con ripercussioni sullo stesso ordine pubblico, quali oggi abbiamo potuto verificare perchè, quando alla gente si toglie la terra da sotto i piedi, essa perde evidentemente la capacità di giudicare.

Oggi abbiamo sentito dei lavoratori che hanno detto chiaramente quello che pensano, ed io personalmente mi prendo quella piccola parte di responsabilità che può avere il gruppo politico cui appartengo, ma vorrei che chi ha le responsabilità più grosse avesse il coraggio di assumersele fino in fondo. E da qui emerge una critica rispetto all'enorme disponibilità finanziaria che da alcuni anni ha la nostra Regione e che si rispecchia in una incapacità di muovere questa massa di denaro per creare un futuro per la nostra Valle. I presupposti della chiusura dell'Ilssa e, prima ancora, della Montefibre, ed i presupposti - scongiuriamo che non sia così - per la chiusura della Cogne ci sono tutti; l'Amministrazione regionale non ha un piano organico, non ha mai posto in essere niente di serio o di concreto per muovere questa massa di denaro affinchè si tamponi questo stato di cose e si vada verso un futuro positivo. Continuiamo invece con degli interventi estemporaranei, investiamo soldi per acquistare caselli autostradali, per acquistare delle aziende che forse non hanno bisogno dei nostri soldi, mentre non riusciamo ad avere una politica intelligente a livello industriale. Tutte le aziende in cui interveniamo disgraziatamente chiudono, non so se per incapacità o per quale altro motivo: è di questi giorni la chiusura della Maxel, mentre si mormora la stessa cosa rispetto alla Coros. E' mai possibile che delle aziende come la Quinzio e Rossi diventino Imva, e poi cambino ancora nome, per ritrovarsi alla fine sempre nelle stesse condizioni?

Non possiamo continuare su questo binario, non è possibile, ed in questo senso mi sento di fare una critica al Governo regionale, non tanto per lo specifico problema dell'Ilssa, quanto per questa incapacità di muovere una massa di denaro che, nel contesto della nostra Regione, potrebbe permettere di porre mano, anche se ci lasciassero da soli, al nostro futuro. E invece continuiamo con la politica del contributo, con la politica delle strade, con gli interventi slegati uno dall'altro: è su questa politica che mi sento, in pieno, di fare una critica a questa Giunta.

Ciò non toglie che la nostra disponibilità resti non solo nei confronti dei lavoratori, verso i quali è piena e totale, ma anche nei confronti di questa Giunta, se volesse e se accettasse il dibattito su certi temi, anzichè venire qui a proporceli per costringerci, in momenti gravi come questo, a votare degli ordini del giorno, ma poi, nella realtà dei fatti, a preferire di continuare con degli accordi cosiddetti di legislatura che però mostrano la corda di fronte alla mancanza di ascolto che viene data alla Regione nei momenti importanti. Questa mancanza di ascolto è determinata dalla mancanza di contatto con il centro, da parte e nei confronti di quelle forze nazionali che da sempre governano certi Ministeri: tanto per dirne uno, il Ministero dell'Interno non è mai stato abbandonato dalla Democrazia Cristiana, che ha preferito piuttosto abbandonare la Presidenza del Consiglio. Questa è una cosa che dovrebbe fare riflettere, forse il Ministero dell'Interno è persino più importante della Presidenza del Consiglio.

Comunque questa è una digressione che ben poco aveva a che fare con l'argomento in questione, che però permette forse di inquadrare quali sono le responsabilità, quali sono i nomi e quali le forze politiche sulle quali il Consiglio deve premere, perchè sono le forze che effettivamente detengono il potere a Roma, e non possono permettersi di mostrare una faccia o l'altra, a seconda degli interlocutori del momento.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Pollicini, ne ha facoltà.

POLLICINI (A.D.P.): Mi domando cosa potrebbero pensare i lavoratori che abbiamo visto stamani in sciopero, se ci sentissero polemizzare, in sostanza sulla loro pelle. Mi rifiuto di polemizzare, anzi non avrei nemmeno voluto prendere la parola perchè secondo me era sufficiente l'ordine del giorno che rappresentava, ritengo, lo spirito di questo Consiglio, e certamente avremmo fatto meglio a discutere meno e ad agire di più. Ma, visto che, ad un certo punto, tutte le forze politiche si sono esibite nella discussione sulla situazione di crisi che stiamo attraversando, voglio fare anch'io due considerazioni molto brevi.

Prima di tutto ritengo che i lavoratori abbiano bisogno di fatti concreti, però attenzione: occorre essere realisti, in quanto stiamo operando in un paese che ha circa tre milioni di disoccupati e dove i giovani non riescono ad essere collocati, stiamo operando all'interno di una comunità europea che ha diviso le quote residue di consumo e quindi di produzione dell'acciaio. Non dimentichiamo la grossa rivoluzione provocata dalle materie plastiche, che hanno sostituito per il 70% l'acciaio e questo ha trasformato, non solo sotto il profilo industriale, ma anche sotto quello socio-economico, la geografia occupazionale del nostro paese nell'Europa e nel mondo; vorrei inoltre sentire cosa ne pensano i parlamentari del partito comunista di Terni quando si dice loro che Terni ha acquisito le quote dell'Ilssa-Viola, e vorrei sapere invece cosa ne pensano i rappresentanti del partito comunista di Aosta quando si dice loro che le quote dell'Ilssa Viola sono andate a Terni.

Occorre fare uno sforzo comune di coerenza e di razionalità per poter capire in che quadro complessivo stiamo operando, perchè non posso accettare il discorso fatto stamani dal Consigliere Torrione, che è il discorso degli amici degli amici; ritengo chè la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri è una carica istituzionale e non di partito ed in quanto tale chi la ricopre ha il dovere di sentire anche la Valle d'Aosta, a prescindere dal quadro politico della sua maggioranza. Questa è serietà nei confronti di chi oggi rischia di perdere il posto di lavoro; non si può strumentalizzare una drammatica crisi occupazionale come quella particolare dell'Ilssa-Viola, e comunque anche della Cogne, per rimettere in discussione equilibri politici ed altro, oppure non abbiamo capito niente di quello che è il ruolo del Consiglio regionale. Altrimenti facciamo una copia fotostatica del Governo nazionale, la portiamo qui in Regione e stiamo tranquilli: siamo amici degli amici ed anche se non so come andrà a finire, avremo rispettato un "principio politico"; per alcuni certamente, ma non per me.

Allora, introducendo il discorso, vorrei fare due considerazioni: prima di tutto il Consigliere Tonino stamani diceva che la Giunta si è mossa troppo debolmente, e qui vorrei ricordare che, seppure sia sempre possibile fare di più per tutti, la Giunta ha fatto quello che poteva fare in questo quadro regionale, nazionale ed internazionale. La Giunta non è un industriale, non gestisce la Finsider nè il Ministero delle Partecipazioni Statali, non può ammazzare il Ministro, o gli Orlando, per dirla brutalmente.

BALDASSARRE (fuori microfono): Può incontrare il Ministro....

POLLICINI (A.D.P.): Consigliere Baldassarre, questa risposta devo dargliela, perché me l'ha provocata; lei dice: contattare un Ministro. Ho qui un manoscritto di un Ministro, l'on. Longo, che il 10 dicembre 1983 era Ministro del Bilancio. Contattato tempestivamente, il Ministro del Bilancio scrive di sua mano che (attenzione!) egli si impegna ad assicurare il rispetto degli impegni assunti già dai suoi predecessori, ed inoltre si impegna alla convocazione in tempi brevissimi di una riunione collegiale con i Ministri del Lavoro, dell'Industria e delle Partecipazioni Statali per esaminare le possibili ipotesi di intervento nell'ambito pubblico e privato. L'on. Longo afferma ancora che la questione della Valle d'Aosta è un problema che, per la sua importanza, assume rilievo nazionale e come tale sarà affrontato dal Governo. Questo l'ha scritto il Ministro in virtù non solo di lettere ma anche di incontri avuti più volte con lui.

Abbiamo contattato più volte Ministri e Sottosegretari, che ci hanno sempre fatto promesse, anche se risultati concreti non ne abbiamo mai ottenuti. Quindi non si può imputare la negligenza e la mancanza di volontà politica degli altri a questa Giunta ed a questa maggioranza; per fare un matrimonio, collega, bisogna essere in due, e nel nostro caso l'altra parte non intende sposarsi, forse intende sposare altri, magari Terni o Bagnoli che hanno più deputati. Non voglio polemizzare, ma bisogna anche avere il coraggio di dire queste cose.

Altri aspetti che mi pare vadano detti sono quelli legati al problema della programmazione industriale: come si fa a programmare in presenza di una situazione in cui non si sa quali spazi abbia l'industria in questo paese? La Regione è disponibile ad entrare finanziariamente per sostenere la Cogne, ma solo di fronte a piani precisi come è pronta ad acquisire i capannoni dell'Ilssa-Viola per metterli a disposizione di altri, a ricercare altri. Ma bisogna fare attenzione, perchè le iniziative industriali non si trovano al supermercato, non si comprano per strada, e siccome devono venire dall'esterno perchè in Valle manca una imprenditoria locale, anche per ragioni di dimensioni (siamo, in fondo, solo cento-diecimila abitanti, non occorre neanche scandalizzarsi se qui non esiste un tessuto industriale, occorre che vengano quindi dall'esterno, con tutti i rischi che comporta trattare con gente che non si conosce. Non dimentichiamo che siamo riusciti ad ottenere l'arrivo in Valle di una piccola ma significativa iniziativa della Olivetti: queste cose in Consiglio non si sentono mai dire. Questa battaglia non deve essere di retroguardia, ma è comunque una battaglia difficilissima; quando la minoranza non colloca il problema in questo quadro abbiamo dei dubbi sulla volontà concreta di contribuire tutti insieme alla soluzione.

Voglio solo far presente al Consiglio che non esiste spazio per nessuno, neanche per chi specula; la situazione è drammatica, per cui, se le cose vanno male, non ci guadagna nessuna delle forze politiche presenti in questa Regione, e se qualcuno pensa questo ha sbagliato i conti anche sul piano politico, oltre ad avere assunto, sul piano morale,un comportamento scorretto.

Dobbiamo fare il massimo sforzo tutti insieme per vedere di tamponare una situazione che è drammatica: rendiamoci conto che la Cogne aveva settemila dipendenti quando la città di Aosta aveva ventiquattromila abitanti; oggi Aosta ha trentottomila abitanti e ci avviamo ai duemila dipendenti Cogne, e le prospettive nazionali prevedono un aumento del numero di tre milioni di disoccupati. Dico allora che non ci guadagna neanche la minoranza ad aprire una polemica facendo lo scaricabarile o accusando le responsabilità altrui; occorre che tutti ci impegniamo insieme per trovare la soluzione, tenendo presente che i lavoratori non ci assolverebbero certamente se venissero a sapere che in quest'aula il discorso è affrontato in una maniera tale per cui prima c'è il partito e poi vengono gli interessi di chi sta perdendo il posto di lavoro.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Mafrica, ne ha facoltà.

MAFRICA (P.C.I.): Siamo dell'idea che questo dibattito debba tener conto della esperienza che abbiamo vissuto partecipando alla manifestazione dei lavoratori e quindi debba avere anche il senso della drammaticità della situazione che abbiamo potuto verificare essere nell'animo dei lavoratori dell'Ilssa-Viola e della Deltasider. E' tragico che i lavoratori siano costretti ad azioni clamorose solo per raggiungere l'obiettivo di far parlare un minuto la rete nazionale della RAI sulla situazione in cui si vengono a trovare; e sono lavoratori non di aziende decotte, ma di aziende che possono avere un ruolo produttivo, che vengono colpite per interessi particolari quali quelli degli Orlando, o per una serie di incapacità a livello dirigenziale, quali quelli della Deltasider.

Crediamo perciò di aver tenuto fino a questo momento, rispetto a queste vicende, un comportamento molto responsabile; ci siamo occupati costantemente della situazione della Deltasider e dell'Ilssa con atti del Consiglio, abbiamo cercato di promuovere iniziative in collegamento anche con i parlamentari del gruppo comunista, ne parlava stamattina il Consigliere Tonino ed eventualmente su questo punto riprenderà la parola, ma soprattutto in questi giorni abbiamo evitato in ogni modo di rompere il fronte unitario delle forze politiche nel confronto con i lavoratori. Ci è stato chiesto che alla Assemblea dei lavoratori parlasse solo il Presidente della Giunta e l'Assessore e noi abbiamo accettato, così come abbiamo accettato che questa mattina parlassero il Presidente del Consiglio e l'Assessore all'Industria, sempre per dare ai lavoratori il senso che tutte le forze politiche, al di là delle ragioni di schieramento, erano unite sul punto della difesa dell'occupazione.

Non si può però pretendere, questo lo diciamo ai colleghi della maggioranza, che quello che non vogliamo dire a Roma, perchè in quella sede vogliamo presentare un fronte unito, non possa neanche essere detto in questo Consiglio; ci stiamo anzi chiedendo se non abbiamo esagerato nell'essere responsabili al punto di non far più neppure comparire quali sono le responsabilità altrui.

Credo che il Governo regionale, giustamente, possa dire che le prime responsabilità sono del Governo nazionale, perchè è indubbio che il Governo nazionale non ha esercitato in questa difficile partita all'interno della CEE tutto il ruolo che poteva esercitare per difendere la produzione italiana e le quote di mercato degli impianti siderurgici italiani. E' vero che è mancata una politica industriale a livello nazionale, nei diversi settori, capace di dare sviluppo e occupazione, però esistono anche responsabilità del Governo e della maggioranza regionali. Nono sono responsabilità che vogliamo addebitare in modo particolare a questo Governo regionale o a questo Assessore: sono responsabilità che hanno una loro storia alle spalle e ci auguriamo che proprio la drammaticità della situazione possa provocare un cambiamento di rotta che permanga nel tempo, per cui si volti pagina rispetto al passato e da oggi in poi ci si comporti in modo differente.

Diceva stamattina, con un suo lapsus, il Presidente del Consiglio che il Consiglio regionale "si ravvede" nell'ordine del giorno; noi voteremo questo ordine del giorno unitario, però non abbiamo niente di cui ravvederci da questo punto di vista, mentre pensiamo che qualcun altro abbia da ravvedersi per alcuni aspetti. E' stato un lapsus freudiano perchè, lo ripetiamo, i cinque anni di Assessorato all'Industria guidati dalla Democrazia Cristiana nella passata legislatura hanno rappresentato le premesse per questa situazione. Questo è un discorso che vogliamo fare chiaro e tondo, e queste responsabilità non vengono cancellate dal fatto che oggi votiamo un ordine del giorno unitario...

BORBEY (fuori microfono): E' un discorso semplificato...

MAFRICA (P.C.I.): Non è semplicistico, allora Le ricordo, Assessore Borbey, che l'Assessore Chabod ha tenuto nascosta la lettera di chiusura della Montefibre per un mese, prima di portarla a conoscenza di questo Consiglio; sempre l'Assessore Chabod si è fatto portatore delle dichiarazioni degli imprenditori in numerose occasioni, portando qui delle veline invece che le posizioni dell'esecutivo; dovreste inoltre ricordarvi che, quando sono stati concessi i sei miliardi di prestito all'Ilssa-Viola, avevamo chiesto di condizionare questo prestito alla presentazione di un piano produttivo, ed invece sono stati concessi i sei miliardi senza la garanzia di nessun piano di questo tipo.

Quando alcuni Assessori, o lo stesso Presidente della Giunta, hanno posto, rispetto alla situazione di drammaticità dell'industria valdostana, il problema che queste industrie erano grandi, che erano industrie non valdostane, che erano industrie che presentavano problemi di estraneità rispetto al tessuto della Valle d'Aosta, tutto questo non ha influito. Crediamo che queste responsabilità del passato pesino ancora oggi nella situazione di queste aziende, anche se oggi, indubbiamente, c'è un atteggiamento di maggiore attenzione, ma non sappiamo se definirlo più efficace e se possa portare a risultati migliori.

Non possiamo dire che sia più efficace perchè, per il momento, rimane un atteggiamento limitato sul piano politico in quanto finora, mentre a livello di Consiglio regionale si prendono determinate iniziative, non c'è stato un corrispondente atteggiamento a livello di Governo; i parlamentari della Valle d'Aosta, che sono l'espressione di due movimenti autonomisti, fino ad oggi hanno dato un appoggio incondizionato al Governo, non hanno mai posto in modo alternativo il loro sostegno al Governo rispetto a gravi situazioni che si venivano a presentare in Valle d'Aosta. Ci è stato detto nell'Assemblea di ieri che da adesso in poi le cose cambieranno, ma noi questa promessa vogliamo verificarla.

Fino ad oggi sono mancati, da parte dell'esecutivo, i rapporti stabili, assidui ed efficaci con il Governo nazionale, tant'è vero che siamo riusciti ad ottenere un incontro con la Flnsider solo dopo che la stessa aveva già trattato per conto suo con gli Orlando ed aveva già in sostanza deciso cosa fare. Chiedo all'Assessore quale spiegazione potrà darmi di questo fatto: perchè non siamo riusciti ad avere un incontro con la Finsider prima che questa trattasse con gli Orlando, in modo che potessimo fare delle proposte di qualche efficacia in precedenza?

Credo che in questo si dimostri la debolezza di un esecutivo regionale che nella sua maggioranza è composto da forze autonomistiche che hanno quindi un forte riferimento in sede locale ma non a livello nazionale, e che non sono riuscite finora a stabilire un collegamento stabile, a livello istituzionale, con il Governo, mentre era in questa direzione che bisognava andare, dimostrandosi molto più decisi e molto più assidui. Esiste poi nella maggioranza un'altra forza che è la Democrazia Cristiana che a nostro giudizio non ha esercitato come avrebbe dovuto questo ruolo di collegamento con il Governo nazionale. Per cui, quando la Valle d'Aosta fa delle richieste, viene a mancare sia il collegamento istituzionale che il collegamento politico.

Pensiamo che la debolezza dell'esecutivo si dimostri anche sul piano della proposta: finora c'è stata la disponibilità a stanziare del denaro, ma non c'è stata una proposta efficace della Regione Valle d'Aosta che contempli tutti gli aspetti, per esempio quelli relativi alla forma societaria, al piano produttivo e alle produzioni possibili. Come Regione Valle d'Aosta abbiamo incaricato tecnici di fama di compiere gli studi più diversi ma, finora, rispetto alla situazione drammatica dell'Ilssa-Viola e della Deltasider, la Valle d'Aosta va a chiedere al Governo ed ai Ministri di salvare i posti di lavoro, dicendo di essere disposta a spendere del denaro, senza però formulare proposte credibili sul piano delle società, degli impianti e delle produzioni, e sul piano delle alternative rispetto ai piani fatti dal gruppo dirigente della Deltasider, mentre è proprio in questa direzione che dobbiamo andare avanti.

Abbiamo detto che non vogliamo rompere, rispetto all'esterno, il fronte unitario: i parlamentari comunisti, per quello che ci riguarda, possono essere portati a farsi carico dei problemi delle aziende valdostane, almeno noi faremo tutto il possibile ed il Consigliere Tonino, che ha mantenuto i collegamenti, potrà dirvi qualcosa di più preciso. Siamo inoltre disponibili rispetto a tutte le iniziative che si vogliono prendere all'esterno di questo Consiglio nei confronti dei Ministri, degli Enti di Stato e di Governo; non chiedeteci però di coprire tutto con una pennellata di un colore indistinto, di non poter neppure dire in questa sede quali sono le responsabilità dei passati esecutivi.

Non ci sottrarremo a nessuno sforzo unitario, voteremo questo ordine del giorno, però non possiamo fare neppure sconti su responsabilità che finora riteniamo ci siano state, anche a livello locale.

PRESIDENTE: Voglio ricordare al Consigliere Mafrica che, nel mio intervento di questa mattina, intendevo dire "si riconosce nell'ordine del giorno".

Ha chiesto di parlare il Consigliere Segretario Tamone, ne ha facoltà.

TAMONE (U.V.): C'est avec un certain malaise que je prends la parole, parce que je me rends compte que, en face d'une réalité qui devient de jour en jour plus dramatique, à l'intérieur de ce Conseil on essaye simplement de justifier nos positions réciproques, et cela me déplaît beaucoup parce que je serais peut-être obligé de justifier moi aussi notre position.

Au contraire, je crois que nous devons affronter ce problème avec une autre mentalité: si on reste sur nos positions pour dire que nous sommes les meilleurs, à mon avis il n'y a pas de possibilités d'en sortir. Ici il se joue un match qui nous dépasse de beaucoup, c'est un peu comme si au championnat du monde il y avait l'équipe qui a le titre de champion du monde qui joue avec une équipe de paralytiques. Vous me permettez, nous sommes dans ces conditions, et nous, qui sommes les paralytiques de cette situation, si nous mettons la bagarre entre nous en essayant de démontrer que quelqu'un est meilleur que les autres, nous n'aurons aucun résultat positif de cette bataille.

Je crois que c'est la première constatation que je veux faire ce soir ici, justement parce que ce matin quand je suis descendu à la manifestation, moi, qui avais participé aussi à la manifestation de 1979 ayant plus ou moins le même but, j'ai vu que le climat qui règne parmi les travailleurs est différent, parce qu'ils se rendent compte, même si inconsciemment, que nous vivons dans une situation d'extrême faiblesse.

Je dois reconnaître, d'ailleurs l'a déjà fait dans son remarquable intervention l'ami Pollicini, que ce gouvernement et les gouvernements qui l'ont précédé n'ont peut-être pas été à l'hauteur de la tâche; mais est-ce qu'il y aurait des gouvernements régionaux qui puissent être à l'hauteur de la tâche en ce moment, quand nous voyons des industries, comme celles des Etats-Unis, qui vivent de crises atroces dans le domaine qui nous concerne? C'est dans ce sens que nous devons regarder à ce problème: avec un peu d'objectivité et en nous soulevant un peu tous de nos positions. Si nous ferons ça, quelque chose pourra encore en sortir, autrement je crois que la situation difficilement aura des débouchés favorables.

Quelqu'un ce matin a voulu parler des responsabilités de la majorité et d'un modèle de développement valdôtain qui serait sans industries. Nous voulons encore inviter aujourd'hui ces Conseillers à relire le programme de législature que nous avons soumis à ce Conseil régional, et en plus nous voulons dire que vous devez essayer de jeter un coup d'oeil sur les actes concrets que ce gouvernement a réalisé de 1983 jusqu'à maintenant. Ce sont des faits qui vont dans la direction contraire à celle qui a été dite ce matin.

On parlait de faits concrets, et je me refais encore à M. Pollicini, parce qu'il a fait à mon avis la plus intéressante des interventions; ici pour concrétiser n'importe quel type d'initiative, ceux qui ont la possibilité à la fois de pouvoir parler de ce problème se rendent très bien compte que les temps ne sont pas de temps courts, mais ils sont, au contraire, très longs, et si ce matin un ouvrier nous demandait: "Diteci qualcosa subito", on aurait répondu que si c'était quelque chose qui pouvait porter tout de suite à une solution, c'était un mensonge, parce qu'il n'y a pas de solutions miraculeuses.

Je ne suis pas ici pour dire que je comprends le gouvernement de l'Etat Italien, qui évidemment prête très peu d'attention au problème, et cela a été démontré par l'ami Pollicini, mais je crois que nous aurions d'autres possibilités de prouver son désintérêt.

Une autre considération d'ordre général c'est qu'en Italie il y a 3 millions de chômeurs et en Vallée d'Aoste 3000, donc le problème valdôtain, même si pour nous est dramatique, c'est un millième des problèmes italiens. Qu'on le veuille ou non, le gouvernement italien, et ici je le comprends parce que moi aussi je suis "nomme de gouvernement" et homme d'Administration, le gouvernement italien a aussi des problèmes d'autre niveau à devoir résoudre.

L'Italie entière vit un moment de drame, et ce n'est pas seulement un problème de la vallée d'Aoste, parce que s'il s'agissait de cela, que nous fassions ou non partie d'une équipe gouvernementale avec la présence en Vallée d'Aoste du parti du Président du Conseil, le problème on l'aurait déjà résolu. C'est que le drame existe là où aussi il y a en majorité les forces qui font partie du "Pentapartito" de Rome.

La restructuration de la Fiat, qu'est-ce qu'elle a voulu dire pour le Piémont? De 40 a 50 mille places de travail en moins. Et alors, face à ce numéro, qu'est-ce qu'on pense? C'est nous qui devons ici essayer de voir ce que nous pouvons faire avec nos forces, d'avoir aussi la disponibilité, qui soit basée sur notre capacité à donner quelque chose vis-à-vis de ce auquel nous nous déclarons disponibles.

Beaucoup de choses ont déjà été faites, je voulais seulement rappeler ce qu'avait dit ce matin l'Assesseur Lanivi vis-à-vis du méthane, qui représente une infrastructure fondamentale et importante pour un discours industriel de l'avenir, mais en plus je crois qu'on devrait essayer de faire encore une proposition sur le plan sidérurgique, que une proposition qui peut partir du mot synergie. Tout dernièrement on a employé dans cette salle des mots difficiles, ce mot aussi a été employé par quelqu'un d'autre; je crois qu'il puisse exister des possibilités de synergie entre les deux industries valdôtaines de l'acier, même du point de vue technique. C'est un chemin à explorer, même si nous nous rendons compte que, cela dit, ce n'est pas que les problèmes se seront résolus par eux-mêmes, au contraire.

M. Pedrini l'a dit avant, nous sommes tous conscients que le problème de l'Ilssa Viola est peut-être sans débouché, et alors nous devons nous poser la question de comment en sortir, mais avant tout on doit surtout, en ce moment dramatique, voir de réaliser des projets qui puissent tamponner la situation, essayer de mettre des remèdes, au moins temporaires, à la situation.

Dans ce domaine quelque chose la Région l'a déjà faite, d'autres choses elle pourra faire dans le proche avenir. On pourrait rappeler les interventions du plan F.I.O., cette année, dans le budget que nous avons approuvé l'autre jour, il y a le plan régional pour les investissements et l'occupation; il y a encore les grandes oeuvres qui devraient être réalisées en Vallée d'Aoste (qu'on puisse les partager au moins), par exemple l'autoroute, qui pourrait être une soupape de sauvetage pendant une dizaine d'années et assurer un certain nombre de places de travail, si nous pouvions fournir nous la main-d'oeuvre préparée à cette tâche, et je crois qu'il faudra aller dans ce sens pour tamponner la situation.

Après, nous devrions être à même, nous, de sortir une proposition stratégique qui puisse aller dans la direction, si pas de la sauvegarde, quand même du maintien, comme d'ailleurs nous le disons dans notre programme de majorité 1983/ 1988, des places de travail dans le domaine industriel.

Ce sera un effort global qui devra être accompli par toutes les forces pour arriver à mettre sur pied ce plan, qui d'ailleurs n'existe pas ni au niveau italien ni au niveau européen en ce moment.

Pour ce qui est de nos responsabilités en tant que mouvement politique, nous avons discuté hier soir longuement de la question de l'Ilssa Viola au Comité exécutif; ce n'est pas vrai que MM. Fosson et Dujany ont donné des appuis "a scatola chiusa" aux différents gouvernements qui se sont succédés, je veux rappeler seulement que M. Craxi, au moment de son installation à la Présidence du Cabinet, s'était engagé pour donner solution dans un bref délai aux problèmes plus importants qui concernaient la communauté du Val d'Aoste. Cela n'a pas été fait, mais cet engagement avait été pris formellement par le Président du Conseil des Ministres.

S'il n'y aura pas une prise de position précise de la part du gouvernement italien vis-à-vis de ces problèmes dramatiques que nous vivons dans le secteur de la sidérurgie, l'Union Valdôtaine se prépare à enlever sa confiance et son appui à ce gouvernement, sans aucune crainte.

Cela dit, je veux encore répéter, en partageant l'avis de M. Beneforti, que nous sous-évaluons un peu dans cette situation le rôle des Orlando, qui a été le plus antipathique et peut-être, entre guillemets, même le plus malhonnête; ils ont profité de toutes les possibilités d'obtenir de la part du gouvernement italien et de la CEE le maximum de subventions pour installer des établissements technologiquement avancés et pour les démolir, et en même temps il ont pris l'argent de deux côtés. Aujourd'hui, pouvoir imaginer de faire asseoir une famille comme les Orlando, qui a peut-être d'autres intérêts, à une table de pourparlers, c'est plutôt un rêve qu'une réalité, face aussi aux disponibilités qu'il y avait eu de la part du gouvernement régional vis-à-vis de l'Ilssa Viola. La responsabilité des Orlando doit être mise bien en évidence dans cet te vicissitude de l'Ilssa Viola.

Nous nous approchons à la votation du document que nous partageons entière ment, parce que nous le croyons complet et valable, et nous espérons qu'il puisse former la base d'un possible débat aussi avec le gouvernement italien, mais surtout d'un possible comportement unitaire qui puisse permettre de recréer une industrie valdôtaine qui soit à même de tenir le coup.

Si dà atto che dalle ore 17,37 alle ore 17,42 assume la Presidenza il Vice Presidente DOLCHI.

PRESIDENTE: Prima di proseguire nella discussione, comunico che una parte dei lavoratori dell'Ilssa-Viola, in riunione nel salone delle manifestazioni, hanno chiesto l'intervento dell'Assessore all'Industria e del sottoscritto per essere messi a conoscenza dell'ordine del giorno che è oggetto della discussione in corso.

Chiedo pertanto a coloro che hanno chiesto di intervenire di soprassedere alla loro richiesta e di passare immediatamente alla votazione dell'ordine del giorno, in modo che sia l'Assessore che il sottoscritto possa scendere dai lavoratori dell'Ilssa-Viola ad illustrare l'ordine del giorno votato dal Consiglio regionale, aderendo così alle loro sollecitazioni.

Ha chiesto di parlare il Consigliere Tonino per mozione d'ordine, ne ha facoltà.

TONINO (P.C.I.): Sono d'accoro nel votare subito il documento per poi scendere ad illustrarlo ai lavoratori che sono riuniti in Assemblea, soprassedendo quindi alla discussione, che penso comunque debba essere conclusa in seguito.

Ho chiesto la parola perchè vorrei anche che fosse spiegato, siccome parleranno il Presidente del Consiglio e l'Assessore, quali saranno domani le azioni politiche che, conseguentemente all'approvazione di questo ordine del giorno, il Consiglio e le forze politiche della Valle d'Aosta metteranno in campo, per evitare di ricadere nella solita manifestazione di solidarietà che rischia anche di esasperare gli animi.

Ora si tratta di passare (scusate se adopero un termine anche troppo usato) ai fatti, ed è necessario che a questa manifestazione di oggi corrisponda domani una iniziativa politica, ad esempio potremo fare, martedì prossimo, alla vigilia di Natale, la conferenza stampa del Consiglio regionale della Valle d'Aosta a Roma. Altrimenti ha ragione il Consigliere Mafrica, un minuto di telegiornale non risolve il problema.

Questo è un invito che rivolgo al Presidente del Consiglio e all'Assessore all'Industria.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Torrione, ne ha facoltà.

TORRIONE (P.S.I.): Anche noi siamo favorevoli a votare l'ordine del giorno subito, anche perchè ci rendiamo conto che ci sono delle esigenze prioritarie, purchè dopo si concluda la discussione.

Pur rimanendo in questo clima unitario, quindi delegando il Presidente del Consiglio e l'Assessore competente ad illustrare questo ordine del giorno, non posso che associarmi alla richiesta di assumere degli impegni precisi, cioè che si faccia conoscere la disponibilità delle forze politiche a prendere degli atteggiamenti responsabili e conseguenti, per evitare, come dice giustamente il Consigliere Tonino, di fare una dichiarazione di intenti che non trova poi l'interlocutore disposto ad ascoltare. Bisogna riempire di contenuto questo ordine del giorno, che siamo disposti a votare subito.

PRESIDENTE: Signori Consiglieri, premetto che quanto hanno detto i Consiglieri Tonino e Torrione mi trova consenziente, però se scendo in assemblea, come Presidente del Consiglio posso andare a dire solo quello che ha deciso il Consiglio, e fino a questo momento il Consiglio ha deciso esclusivamente di votare questo ordine del giorno. Evidentemente azioni come quelle che sono state prospettate dal Consigliere Tonino possono anche essere valide, però il Consiglio regionale le deve decidere ed approvare, perchè io non posso andare a fare delle proposte che il Consiglio regionale non ha prima avallato. Per quanto riguarda l'impegno della Giunta regionale e dell'esecutivo, sarà l'Assessore competente che dovrà prendere le sue decisioni.

Se il Consiglio decide di votare su determinate proposte, non ho niente in contrario di andare a riferirle; oppure possiamo fare così, e del resto, parlando con alcuni sindacalisti, mi è sembrato che fossero interessati soprattutto a che il Consiglio votasse questo ordine del giorno all'unanimità, per poterlo poi dire ai lavoratori riuniti qua sotto, salvo poi valutare le azioni che il Consiglio e la Giunta riterranno di compiere in esecuzione di questo ordine del giorno.

Metto in approvazione l'ordine del giorno che è stato presentato dall'Assessore all'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti Lanivi:

ESITO DELLA VOTAZIONE

Presenti, votanti e favorevoli: 30

Il Consiglio approva all'unanimità

PRESIDENTE: La discussione finirà successivamente, come è stato concordato, quindi direi che l'Assessore Lanivi può andare a riferire all'Assemblea dei lavoratori quanto è stato approvato dal Consiglio.

Si dà atto che dalle ore 17,52 il Presidente BONDAZ e l'Assessore all'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti LANIVI si allontanano per incontrarsi con i lavoratori in lotta.

Assume la Presidenza il Vice Presidente DE GRANDIS.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Stévenin, ne ha facoltà.

STEVENIN (U.V.): Credo che non sia il caso di ripetere cose già dette sia rispetto alla manifestazione di oggi, sia rispetto ai problemi più generali della politica siderurgica in Europa ed in Italia.

A me preme però mettere in evidenza alcune cose rispetto alla crisi delle grosse aziende della nostra Regione, vale a dire di quelle imprese che si sono installate nella Regione Valle d'Aosta nel periodo precedente alla II^ Guerra Mondiale, in modo da chiarire anche le eventuali responsabilità della Regione di fronte ad una serie di decisioni di questi ultimi tempi che, purtroppo, hanno interessato anche e soprattutto la nostra realtà.

Per quanto riguarda l'impresa pubblica, vale a dire la Cogne (e non è qui il caso di farne la cronistoria), è evidente che mai il Governo regionale ha potuto in qualche modo incidere nelle decisioni di questa società e che tutti i tentativi che sono stati fatti da parte dei Consigli regionali che si sono succeduti sono stati vani, in quanto il Governo è sempre stato sordo a tutte le richieste della Regione di una presenza di propri rappresentanti sia all'interno del Consiglio di Amministrazione della Cogne che all'interno dei Consigli di Amministrazione delle altre società, come la Sadea.

Quando sono stati nominati dei valdostani all'interno di questi Consigli di Amministrazione, ciò non è avvenuto da parte del Consiglio regionale, ma da parte di forze politiche. Pertanto, le decisioni che si sono susseguite nel ridimensionare la presenza pubblica e delle partecipazioni statali in Valle d'Aosta (malgrado le prese di posizione dei vari parlamentari che si sono succeduti nel Parlamento italiano a rappresentare la nostra Regione) non hanno mai tenuto conto, nè a livello di Governo e delle Partecipazioni Statali nè a livello di tutta la dirigenza della Cogne, sia per quanto riguarda gli investimenti che le altre decisioni che riguardavano in via più generale le nostre società, come la Cogne e la Sades, delle nostre sollecitazioni e delle nostre opinioni.

Se da un lato abbiamo la Cogne, che è una società pubblica, dall'altro abbiamo le altre industrie private e tutti sappiamo, attraverso la legislazione vigente, qual'è la possibilità di incidere su di esse da parte di una pubblica Amministrazione.

Per quanto riguarda in modo specifico la Montefibre, tutti i tentativi da parte della Regione di intervenire nei suoi confronti, anche attraverso la propria disponibilità finanziaria, sono andati a vuoto, perchè c'era una scelta precisa di chiudere, conseguente ad una precedente scelta di non investire, perchè si era scelto di sviluppare determinate produzioni fuori dall'Italia, e più precisamente nei paesi del Terzo Mondo.

Per quanto riguarda l'Ilssa-Viola, voglio ricordare che questo Consiglio regionale, già intorno agli anni '70, quando si sono sviluppate tutta una serie di attività nel settore della lavorazione a freddo, per esempio attraverso l'installazione di alcuni reparti come il Zenzimir, già in quella epoca il Consiglio regionale è intervenuto con dei finanziamenti a fondo perduto di circa 100 milioni. Ma, di fronte a questi interventi, soprattutto dopo gli investimenti fatti intorno alla fine degli anni '70, che hanno visto l'Ilssa impegnata per circa 30 miliardi, quando si è visto, per esempio, la costruzione della mensa, che era costata un miliardo, quando l'Ilssa voleva addirittura acquistare i terreni adiacenti perchè aveva necessità di ingrandirsi e non riusciva a farlo perchè se ben ricordo, la proprietà era di tre fratelli che non andavano d'accordo, quindi di fronte ad investimenti che noi abbiamo sempre considerato essere la premessa di un qualsiasi sviluppo di una attività per poter sopravvivere, chi avrebbe creduto che poi si verificasse quello che si è verificato? Non è il caso di ricordare che il metano tra Ivrea e Pont-Saint Martin ad Aosta, è stato finalizzato dalla Regione al problema industriale, in modo particolare al problema dell'Ilssa.

Con l'investimento dei 30 miliardi si era ricreato un impianto che sembrava il non plus ultra in quel momento, che invece in seguito è stato rivenduto e che ora produce in altre località fuori della valle. Erano addirittura venuti tecnici giapponesi, questo l'no detto l'altro giorno in Assemblea, e tutti i lavoratori dell'Ilssa lo ricordano, perchè sembrava finalmente fosse arrivata nella nostra Regione la tecnologia giapponese, che è sempre stata portata come simbolo di sviluppo, di progresso, di tecnologia avanzata.

Per quanto riguarda l'Ilssa c'era quindi una disponibilità, una volontà, una scelta politica chiara, finalizzata al mantenimento dell'occupazione nella nostra Regione.

Poi ci sono state decisioni prese ad altro livello, soprattutto dalla CEE, che derivano da una situazione internazionale di sovraproduzione di acciaio, mentre altre decisioni, quelle più gravi, sono state prese a livello italiano.

E' vero, si parla di guerra dei poveri, si dice che una scelta di un certo tipo può anche far decidere che da un'altra parte si chiuda, e questa è stata la scelta fatta all'interno del progetto Italia; il dato chiaro è comunque che si chiude in Valle d'Aosta per lasciare in vita da altre parti. La scelta poteva essere quella di tenere in piedi l'Ilssa Viola e di chiudere la Rai a Torino, e questo era previsto perchè la Iai non è altro che la ex Texsid del gruppo Fiat, passata allo Stato - perchè, come si sa, quando le cose vanno male c'è sempre lo Stato che è pronto immediatamente ad acquistare -e scorporata in due parti, di cui una è confluita all'interno della Deltasider, e sta chiudendo, mentre l'altra è andata invece alla Terni.

Questa azienda, che doveva chiudere, tutt'a un tratto non solo non chiude, ma sta facendo la produzione che finora ha fatto l'Ilssa: stanno programmando a Torino e stanno producendo a Torino. Sarà la prima fase per passare ad una seconda, che porterà alla chiusura degli impianti di Torino per trasferire tutto a Terni? Questo non lo sappiamo, nè siamo in grado di conoscerlo, pur avendo parlato anche con dei responsabili di questo settore.

Fatto sta che quello che ci preoccupa di più di questa situazione non è solo il fatto che si tenti di razionalizzare - e temiamo sempre questa parola che significa sì fare un discorso di programmazione, ma che comporta anche una possibile chiusura - ma che non si vorrebbe fare la stessa fine di quando hanno chiuso alcune lavorazioni di trafileria all'interno della Cogne per poi trasferirli in settori privati fuori dalla nostra Regione.

Da parte di alcuni lavoratori che sono a conoscenza di cosa si passava all'interno dell'Ilssa, uno dei timori che si ha è che non solo le fette di mercato che attualmente sono occupate dell'Ilssa possano essere assorbite dalla Terni, ma che imprese private possano sviluppare anche una parte delle produzioni che attualmente fa l'Ilssa, da parte almeno di una società che si è costituita e che svolge la produzione del laminato a freddo nella zona intorno a Milano.

Queste sono le preoccupazioni che abbiamo, perchè un tipo di scelta diverso, all'interno del cosiddetto progetto Italia, che tenesse conto della professionalità che era stata acquisita dalle maestranze in tanti anni all'Ilssa-Viola, avrebbe potuto decidere a favore della sopravvivenza di questa realtà all'interno della nostra Regione.

Credo che non sia il caso oggi di parlare della Cogne perchè ritengo che ben presto questo Consiglio regionale sarà chiamato a discutere delle attività e delle iniziative della Deltasider in Valle d'Aosta, vale a dire dell'ultimo progetto che è stato distribuito ai Capigruppo; quello che posso già anticipare è che si tratta di un progetto ancora una vota non attendibile. Abbiamo già visto questo in passato per la Montefibre: ogni tre o quattro mesi ci venivano prospettate delle ipotesi che poi, di volta in volta, i fatti dimostravano che erano solo fumo e niente arrosto.

La situazione della Cogne, che continua a proporre dei piani ogni quattro mesi, ci sembra che vada nella stessa direzione, pertanto mi riservo, su questo problema specifico, di intervenire quando saremo chiamati a discutere sia in Commissione che in Consiglio regionale.

Per quanto riguarda l'Ilssa, siamo disponibili a tutte le iniziative che sono ritenute valide per far sì che rimanga una presenza, una alternativa all'interno della nostra Regione per la produzione di un prodotto di cui il nostro mercato ha bisogno e che le maestranze hanno dimostrato di essere in grado di produrre. Riteniamo che le eventuali iniziative che possono essere sottoposte a questo Consiglio, o eventualmente alla Conferenza dei Capigruppo, ci vedranno disponibili, e d'altra parte confermiamo che, da parte del nostro movimento, come ha detto il Consigliere Tamone, anche per quanto riguarda i nostri parlamentari, ci sarà un atteggiamento che terrà conto della disponibilità o meno, da parte del Governo e della Finsider, di mantenere nella nostra realtà industriale una presenza pubblica, perchè in effetti di questa si tratta, visto che gli Orlando sono spariti ed è entrata con l'accordo la società Terni.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare per il secondo intervento il Consigliere Tonino, ne ha facoltà.

TONINO (P.C.I.): Ho chiesto nuovamente la parola prima di tutto perchè mi sembra di dovere alcune risposte alle questioni che sono state sollevate rispetto al nostro atteggiamento, e poi per fare alcune necessarie puntualizzazioni e, per quanto ci è possibile, anche per sottolineare alcune esigenze che sentiamo in modo particolare.

Una premessa: nessuno più di noi è convinto in questo momento che occorra il massimo di serietà, di lucidità di analisi, di conoscenza, lasciando da parte qualsiasi tentativo di strumentalizzazione della vicenda a fine di parte o di partito. Questo lo voglio ribadire con forza, perchè è una nostra profonda convinzione. Non ci si chieda però, come ha detto il Consigliere Mafrica e come vi ripeto, di confondere questa necessità di solidarietà e di serietà di impegno con un colpo di spugna di fronte a responsabilità che abbiamo il dovere di ricordare, così come abbiamo il dovere, come forza di opposizione, di individuare le carenze nell'azione della Giunta e della maggioranza regionali. Mi auguro che nessuno voglia oltre il lecito mettere il bavaglio all'opposizione.

Non ho parlato stamattina delle responsabilità degli Orlando proprio per evitare per alcuni versi la retorica; ne abbiamo discusso molto, sappiamo qual è l'atteggiamento di quella famiglia, così come siamo convinti che gli Orlando stiano mettendo in liquidazione in stabilimento di Pont-Saint-Martin, dopodichè si dedicheranno alla finanza; questo è un dato che dobbiamo avere presente e da cui, a mio avviso, occorre partire. Questo elemento ha oggi infatti una importanza fondamentale per quanto riguarda l'Ilssa Viola di Pont-Saint Martin: mentre nel passato la difficoltà di rapporto con gli Orlando bloccava ogni iniziativa, provocando l'impossibilità per la Regione Valle d'Aosta, per l'F.L.M. locale e nazionale e per il Governo stesso di agire, come ricorderà qualcuno dei Consiglieri qui presenti che era all'incontro di circa tre anni fa con il Sottosegretario Orsini, il quale ci disse che con la famiglia Orlando non c'era niente da fare, oggi ci troviamo invece di fronte (ed in questo senso il momento è particolare) alla necessità di avere un impegno diverso da parte dello Stato e della Finsider, affinchè questo dato di fatto costituito dal disimpegno degli Orlando non significhi la chiusura tout-court dello stabilimento di Pont-Saint-Martin.

In questo senso viviamo questo momento come altamente impegnativo per tutte le forze politiche e, per quanto ci riguarda, siccome crediamo, senza voler peccare di presunzione, di guardare con particolare attenzione al mondo del lavoro nel settore industriale, questa cosa ci preoccupa molto, tant'è che su questo tema noi qualcosa abbiamo fatto, come no ricordato, citando elementi, fatti ed iniziative, nel mio intervento di stamane, ci siamo mossi, la preoccupazione l'abbiamo sentita.

Il riferimento alla necessità che tutte le forze politiche di questo Consiglio sentano con uguale intensità questo problema, al di là delle polemiche, è ancora una volta un richiamo alla particolarità della situazione oltre che alla sua drammaticità. Voglio dire che, rispetto a questi elementi, rifiuto che un richiamo di questo tipo sia confuso con la strumentalizzazione di parte o con la propaganda di partito, perchè davvero, di questo passo, ogni iniziativa che fa l'opposizione diventa propaganda, mentre chi lavora sono solo la maggioranza e la Giunta, e questo è un rischio che non dobbiamo correre.

Sul piano dei contenuti, continuo ad insistere che, pur avendo profondamente coscienza del limitato peso politico che ha una Regione come la nostra, sono contrario ad ogni atteggiamento vittimistico; questo significa prima di tutto fare le azioni che dobbiamo fare, e qui ripeto la necessità di individuare le forme ed i modi affinchè il peso politico di questa Regione si eserciti, ed in secondo luogo mettere mano a tutte le energie possibili, affinchè i progetti e le proposte positive di questa Regione esistano e siano conosciute.

Devo qui citare il ragionamento che ci ha fatto ad una cena l'On. Chiusano, uomo di valore e parlamentare europeo eletto nelle liste della Democrazia Cristiana anche se non iscritto a questo partito, che, in quell'occasione, ci disse che il futuro delle Regioni è sempre di più quello di agire nel campo del software e di tralasciare l'hardware. Di ciò sono convinto anche io, ed ha ragione il Consigliere Mafrica quando dice che spendiamo barche di quattrini in consulenze di vario tipo, mentre per quanto ci riguarda non conosco ancora quali sono gli esperti che, sul problema specifico e concreto della siderurgia, supportano l'azione della Giunta e del Consiglio, se vogliamo fare un'azione di tipo unitario.

Voglio scendere nel concreto parlando dell'Ilssa-Viola, e mi spiace che non ci sia l'Assessore, perchè riferisco questioni che sono uscite dagli incontri che abbiamo promosso su questa azienda, incontri ai quali non erano presenti tutti i Consiglieri.

Dicevo in quell'occasione che è ormai scontato che il progressivo depauperamento dello stabilimento dell'Ilssa-Viola ha fatto sì che le tre o quattro qualità di acciaio prodotte oggi in quello stabilimento (ce lo ha ricordato l'Assessore Lanivi rispondendo ad una nostra interpellanza) sono effettivamente trasferibili alle produzioni di Terni o di Torino e che, da un punto di vista di logica industriale, è indubbio che il trasferimento di quelle quote di produzione a Terni e a Torino significa una totale o quasi utilizzazione di quegli impianti, quindi un miglioramento della produzione e dei costi in quegli impianti. Questo è un dato di fatto che oggi abbiamo di fronte.

Ora, dov'è che stiamo perdendo complessivamente nel paese fette di mercato? E' in quella produzione che l'Ilssa ha progressivamente lasciato perdere nel passato e rispetto alla quale - sono dati che ci danno gli esperti - l'importazione nel nostro paese è continuamente aumentata. Come diceva anche il Consigliere Pollicini, qui c'è una lotta fra i poveri. Voglio dire che anche per quanto riguarda la nostra azione - ed ho partecipato, non più tardi di venti giorni fa, ad una riunione alla Direzione del PCI con Terni, Torino, Aosta ed i Gruppi parlamentari della Camera e del Senato - noi ci rifiutiamo a discutere con quel tipo di logica. In quel la occasione è stato detto con chiarezza che, rispetto ai processi di ristrutturazione, non abbiamo nessuna chiusura ottusa, ma chiediamo che si conosca il processo di ristrutturazione della siderurgia e dell'acciaio e si individui in esso il ruolo che i vari stabilenti possono soddisfare.

Per quanto riguarda l'Ilssa-Viola di Pont-Saint-Martin, è indubbio che potrebbe continuare a mantenere uno spazio nel mercato nazionale se riprendesse una serie di lavorazioni nello speciality, e cioè occupasse una serie di nicchie del mercato che esistono e che oggi sono coperte dalla importazione da altri paesi europei di acciai speciali qualificati.

Ci ha scritto un tecnico che è competente, che questa politica di affiancare ai grossi complessi produttivi che hanno una economia di scala, una serie di piccoli impianti con una produzione minore che va dalle diecimila alle quarantamila tonnellate lavorate, è la politica che va avanti in Germania, in Svezia, in Francia e negli USA, ma procede bene in quanto quegli stabilimenti vengono potenziati ed hanno un valore aggiunto notevole: se i Consiglieri sono interessati, ho l'elenco di quali sono queste aziende, potremmo anche conoscerle meglio.

Quando chiediamo che la Regione abbia un progetto - e riprendo una serie di affermazioni che prima ha fatto il Consigliere Tamone e che condividiamo, e cioè un progetto significa, ad esempio, individuare, nell'ambito della Regione, quali sinergie sono possibili - significa che, se nell'ambito della siderurgia una collocazione di quel tipo dell'Ilssa-Viola è ancora possibile, dobbiamo, con i nostri limiti, costruire la proposta per poi difenderla; in questo senso, anche l'azione politica può diventare più forte ed incisiva. Noi sentiamo questo tipo di esigenza, come abbiamo detto in quelle riunioni che abbiamo fatto allora, e crediamo che questa sia la strada da intraprendere.

Voglio fare anche una questione di tipo un po' personale, ma che riguarda anche il nostro atteggiamento, e in questo mi riallaccio ad alcune cose dette durante la discussione sul bilancio. Siamo disposti a riconoscere i miglioramenti, i cambiamenti di atteggiamento non ci spaventano, come ho detto in una pubblica assemblea a Pont-Saint-Martin alla presenza dell'Assessore Lanivi e del Presidente della Giunta, sappiamo conoscere e distinguere le differenze che ci sono state nella gestione dell'Assessorato fra altri periodi e quello attuale, non abbiamo problemi di alcun genere rispetto a questo, ed anzi crediamo che la consapevolezza diffusa, e mi sembra anche coerente, che in questo Consiglio si è sentita in questi giorni rispetto a questi temi, sia una cosa diversa rispetto all'atteggiamento del passato. Questo lo vogliamo ripetere perchè i fatti sono questi, e la nostra convinzione è che si sia fatto un passo in avanti.

Bene, chiediamo che questo passo in avanti - ed in questo senso non ci fanno paura i cambiamenti - oggi si concretizzi con una ulteriore unità della valle d'Aosta rispetto a questo tema, ma su un piano qualitativamente diverso, perchè qualitativamente diversa è la battaglia che noi dobbiamo svolgere. Se così non è, la nostra impressione è che produciamo qui solo documenti di solidarietà: è vero, c'è un impegno della Regione a costruire il metanodotto, ma non è sufficiente, perchè le scelte effettive si faranno al di sopra di noi ed al di sopra della nostra volontà.

Con questo ho concluso: credo che l'iniziativa di tipo politico che dobbiamo svolgere debba anche essere supportata davvero da una piattaforma in cui tutte le forze di questo Consiglio si riconoscano. In questi giorni in cui abbiamo dovuto farci rappresentare dal Presidente della Giunta o dall'Assessore, ogni tanto, vi confesso che mi sono sentito un po' con le mani legate ed anche a disagio, perchè la qualità della piattaforma con cui conduciamo questa battaglia non ci soddisfa.

PRESIDENTE: E' iscritto a parlare per il secondo intervento il Consigliere Torrione, ne ha facoltà.

TORRIONE (P.S.I.): Era intenzione del nostro Gruppo non riprendere la parola, ma credo che alcune puntualizzazioni ed anche alcuni approfondimenti vadano pur fatti alla luce della discussione consiliare.

Intanto vorrei sottolineare il senso di estrema responsabilità delle forze politiche presenti in questo Consiglio, che non hanno mai tentato una operazione di scavalcamento, che non hanno cavalcato nessuna tigre, ma che si sono comportate con profondo senso di responsabilità. Ed in questo senso di responsabilità vanno accomunati i lavoratori valdostani che hanno dimostrato in termini civili il loro dissenso, evitando qualsiasi forma di provocazione anche quando siamo andati ad esprimere loro la nostra solidarietà. E' questo un dato di fatto sui cui dobbiamo riflettere, perchè se avvertiamo noi la drammaticità della situazione, è altrettanto vero che l'hanno avvertita maggiormente coloro che vivono sulla loro pelle il trauma di vedere da un giorno all'altro tagliati posti di lavoro e quindi di vedere alimentato il mercato della disoccupazione.

Per sfrondare il campo da qualsiasi equivoco, diciamo come premessa a questo secondo intervento che abbiamo apprezzato, e l'abbiamo sempre dichiarato, gli atteggiamenti di diversa disponibilità dell'attuale Assessore all'Industria, di diverso modo di procedere; abbiamo apprezzato il fatto che non ci sia stata più l'improvvisazione al potere, ma un minimo di ricerca di un processo di diversificazione degli insediamenti industriali in Valle d'Aosta, cercando di evitare che la nostra Valle fosse terra di conquista per una imprenditoria piratesca e che invece divenisse un polo di attrazione per una imprenditoria più illuminata e quindi in grado di garantire posti di lavoro in termini reali.

Diciamo questo perchè non vogliamo che ci si fraintenda, perchè le stesse organizzazioni sindacali hanno tenuto a sottolineare un dato che è presente; è difficile proiettare all'esterno una immagine di una Valle che non sia un'isola felice perchè in fondo il fatto di fare un blocco stradale stava a testimoniare che i lavoratori erano costretti a dimostrare qual era l'altra faccia della luna, che non è quella che si ricava da un bilancio (e poi dirò perchè) di 1.200 miliardi di una Regione dove il reddito pro capite è il più elevato, ma dove esistono fenomeni di disoccupazione tragici in una realtà tra l'altro piccola come la nostra, dove esistono elementi di disgregazione sociale che ci devono ancora più preoccupare.

Sotto questo aspetto credo vada letta la protesta dei lavoratori e vada soprattutto letto il senso di responsabilità che noi abbiamo oggi dimostrato, delegando giustamente all'Assessore competente e agli organi della Giunta il fatto di rappresentare questa volontà del Consiglio di voler uscire da questa impasse drammatica, impostando una vertenza con lo Stato; ma noi diciamo che tale vertenza arriva in ritardo, è qui il problema. Questo tipo di azione andava fatto con il supporto di tutte le forze politiche da ormai un paio di anni, perlomeno, ed invece ci si è cullati in questa immagine dell'isola felice, di questa Regione che tutto poteva fare perchè le risorse finanziarie erano illimitate. Questo contenzioso con lo Stato si è preferito non esplicitarlo, tranne poi trovarsi costretti ad affrontarlo in termini più drammatici come gli attuali. Non ci si può negare di essere andati avanti all'insegna dell'improvvisazione; dice giustamente il Consigliere Pollicini che per fare un matrimonio bisogna essere in due, riferendosi allo Stato, in una forma non di contrapposizione ma di confronto per individuare soluzioni, ma noi diciamo che questo stesso discorso deve essere calato dalla Regione nei confronti della imprenditoria che noi abbiamo ospitato finora in Valle, perchè è stata una imprenditoria che ha provocato solo i danni che conosciamo. Il matrimonio anche noi, come Regione, abbiamo cercato di farlo, purtroppo il risultato è stato che la moglie fedifraga, rappresentata da una imprenditoria poco illuminata, ha fatto sì che fossimo costretti a divorziare ed a continuare a pagare gli alimenti.

E' mancato un modello di sviluppo che servisse ad attenuare le drammatiche ma inevitabili conseguenze della situazione siderurgica nazionale ed internazionale. Se avessimo avuto oggi una situazione tampone di un altro spessore, probabilmente sarebbero meno traumatiche le conseguenze. Questo dato è emerso stamattina, quando qualcuno ci ha chiesto: cosa ci proponete in alternativa? Ciò significa che anche qui c'è la coscienza di una diversa maturità: ci siamo resi conto che, di fronte a fenomeni che passano sulla nostra testa, qualcosa di più si poteva inventare in Valle d'Aosta. Nonostante tutta la nostra buona volontà, il discorso che una settimana o dieci giorni fa abbiamo fatto nei confronti di lavoratori che non erano del settore siderurgico, ma di un settore in cui la Regione era direttamente coinvolta, quello della Maxel, ci porta a chiederci quali risposte dobbiamo ora dare: è un dato di fatto su cui dobbiamo riflettere.

Dico questo senza voler caricare di effetti polemici questa discussione, perchè aveva ragione il Consigliere Pollicini quando diceva che il discorso va affrontato attraverso un confronto che sia il più civile possibile, perchè è mancato un modello di riferimento di uno sviluppo valdostano: questa è una verità che non può essere contestata ed il fallimento di una mancanza di politica è sotto gli occhi di tutti.

Se ci si presenta allo Stato, dobbiamo sapere come vogliamo riempire di contenuto due righe che sono poi di nostra competenza per consentire la migliore definizione dell'azione integrativa regionale: è questo il punto. Qual'è la definizione di questa azione integrativa regionale? In quale contesto si colloca? Questa è una carenza che dobbiamo sottolineare, ma non perchè vogliamo polemizzare in un momento tragico, ma perché credo che il compito dell'opposizione sia quello di pungolare la maggioranza per supplire alle sue inevitabili carenze.

Abbiamo detto stamattina, non per fare un discorso degli amici degli amici al quale, non crediamo, direi anzi che è anche un discorso un po' offensivo, perchè non abbiamo la bacchetta magica per chi se dalla minoranza ci spostiamo in maggioranza cambia da domani mattina la Valle d'Aosta, non abbiamo sicuramente di queste presunzioni, abbiamo detto però che, di fronte a situazioni drammatiche, anche gli equilibri politici devono tener conto di questo dato di drammaticità, per cui, se si viene a chiedere il supporto di tutte le forze consiliari, un motivo pure ci sarà, e quindi anche gli equilibri politici devono tener conto di una situazione che ha subito una evoluzione in senso negativo.

Con questo non vogliamo dire che qui non ci siano delle responsabilità a livello governativo, fra l'altro il linguaggio di questo documento è abbastanza aspro, e noi lo abbiamo scelto deliberatamente, non condividendo certe impostazioni, però non possiamo dire che questo Governo ha stretto i cordoni nei confronti della Valle d'Aosta. Questo Governo ha mantenuto un atteggiamento di rispetto nei confronti della realtà valdostana; certi impegni che il Presidente del Consiglio ha assunto nei confronti della nostra Regione sono stati, al di là dell'aspetto siderurgico, ampiamente mantenuti. E con questo non crediamo neanche che fosse possibile improvvisare, sempre per rispondere al Consigliere Tamone, una politica alternativa in tempi brevi. Non credo infatti che si possano inventare soluzioni miracolistiche da un momento all'altro, ma è altrettanto vero che in questo settore è mancato un minimo di programmazione, intesa come modello di sviluppo.

Facciamo riferimento, lo ripeto in questo secondo intervento, ad un progetto Italia, ma è altrettanto vero che manca un progetto Valle d'Aosta. Dico solo che, così come il fatto che lo Stato manchi di un progetto lo rende colpevole, è altrettanto colpevole la Regione che manca di un suo progetto. Non è una giustificazione, altrimenti il senso dell'autonomia non serve a supplire alle carenze di uno Stato, ma serve a far sì che i difetti che rimproveriamo allo Stato siano poi calati in una realtà più circoscritta.

Se non proponiamo mai niente di alternativo, è chiaro che dobbiamo accontentarci di quello che passa il convento, che è ben poca cosa in questo momento. Ecco perchè dico che oggi questa discussione non è assolutamente stata inutile, ma sta a testimoniare che il richiamo che i lavoratori ci hanno fatto con molto senso di civismo e di responsabilità va recepito dalle forze politiche.

Ebbene, se queste non devono essere delle parole pronunciate per il gusto di accontentare momentaneamente un corteo di lavoratori, dobbiamo riempirle di contenuto, ed il fatto che il Consiglio abbia assunto questo impegno, al di là delle divaricazioni fra maggioranza e minoranza, va debitamente sottolineato, perchè a questo punto l'incontro con il Governo no è più un incontro fra maggioranza e minoranza, ma è diventato un impegno collettivo della Comunità valdostana.

Se questa vertenza Valle d'Aosta, che abbiamo aperto, avrà a possibilità di chiudersi, sarà anche grazie alla nostra capacità, ed in primo luogo alla capacità dell'esecutivo che ha in mano le leve del potere; starà poi anche alla nostra abilità, perchè oggi siamo stati investiti di una responsabilità che ieri non avevamo, considerato che di fronte a situazioni di emergenza occorrono soluzioni di emergenza e noi siamo qui per dichiarare la nostra disponibilità, non per confonderci fra i banchi del Governo, ma per dire che da domani mattina siamo pronti a lavorare ad un progetto di rinnovamento della Valle d'Aosta, se questo ci sarà consentito.

Però mi si permetta una ultima osservazione: non si vada avanti per episodi, per cui il contatto con il Governo rimanga esclusivo di un Assessore o di un Presidente: il confronto con il Governo va fatto complessivamente, avvalendosi di tutte le energie presenti in Valle.

Su questo credo che troverete la nostra disponibilità, pur rimanendo a militare sui banchi dell'opposizione, perchè la gravità della situazione è tale che solo attraverso l'impegno di tutte le forze politiche presenti in Consiglio si potrà garantire non dico un domani a quei lavoratori, che di grosse speranze per il loro futuro non ne hanno, ma almeno creare delle situazioni alternative che tamponino i traumi di questo evento straordinario che è piombato sulla Valle d'Aosta. Saremo qui pronti a dare il nostro appoggio.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare per il secondo intervento il Consigliere Baldassarre, ne ha facoltà.

BALDASSARRE (P.S.D.I.): Mi sforzo di capire se, quando in Consiglio c'è un intervento dei rappresentanti dei partiti di opposizione, significa polemizzare: o si vuole a tutti i costi tappare la bocca a quelle forze politiche che hanno il dovere non di far polemica, ma di denunciare le responsabilità, oppure in questa fase - e qui le perplessità sono tardive nell'aver accettato la rappresentanza solo del Presidente e dell'Assessore in un incontro con gli operai - si è tentato di giocare su un equivoco, quello che le forze di opposizione potessero essere d'accordo su delle responsabilità che sono solo della maggioranza.

Mi spiego meglio: quando si scarica la responsabilità sul Governo nazionale si tenta (e l'intervento del Consigliere Pollicini lo ha dimostrato) di nascondere le responsabilità dell'Amministrazione regionale perchè, come esistono responsabilità a livello nazionale, ne esistono anche a livello regionale e bisogna dichiararle di fronte alla classe operaia. Le forze di opposizione hanno questo dovere di denunciare le responsabilità all'interno del contesto politico: le responsabilità maggiori sono dell'esecutivo e non delle forze di opposizione, che anzi hanno dimostrato serietà in questo momento così grave.

Quando nel mio primo intervento ho rivolto critiche alla tardività ed alla poca efficacia dell'intervento dell'esecutivo, era per sottolineare che non ci trovavamo più di fronte ad un intervento tecnico connesso all'applicazione del decreto-legge 706/85, ma eravamo di fronte ad un impegno politico importantissimo, prima ancora dall'emanazione del decreto-legge. Non c'è stato questo intervento delle forze componenti questa maggioranza, o al limite l'intervento politico di tutte le forze del Consiglio regionale, se non per quello che è comparso dagli incontri sporadici che l'Assessore ed il Presidente della Giunta hanno avuto con la Finsider o con qualche funzionario del Ministero del Lavoro.

Vorrei dire ancora che il discorso bisognava spostarlo sulla Finsider: è qui che doveva esistere la pressione politica, perchè gli Orlando sono degli industriali privati e nessuno può loro impedire di chiudere l'industria e recuperare i soldi. Bisognava, lo ripeto, far sì che si intervenisse sulla Finsider con pressioni politiche per sostituire gli Orlandi nell'Ilssa Viola.

BORBEY (fuori microfono): Si chiamano Orlando...

BALDASSARRE (P.S.D.I.): Sì, Orlando: bravo Assessore Borbey, vedo che ti interessi anche di industria!

Invece abbiamo avuto l'intervento del Consigliere Pollicini che ha tirato fuori la lettera, addirittura scritta a mano, dell'On. Longo, allora Ministro del Bilancio, con la quale si impegnava a mantenere gli impegni assunti nei confronti della nostra Regione dai suoi predecessori; però al Consigliere Pollicini vorrei chiedere quali sono state le tappe successive per far sì che il Governo, e non il Ministro, mantenesse questo impegno nei confronti della Valle d'Aosta. Non c'è stato alcun seguito ad un impegno di questo genere, e quando noi della minoranza critichiamo una mancanza di determinazione di questo esecutivo, lo facciamo perchè riconosciamo la necessità di una svolta decisa per far sì che in Valle d'Aosta non si produca solo disoccupazione.

Erano queste delle osservazioni necessarie, fatte non per polemica, ma soltanto per voler chiamare le cose con il proprio nome.

PRESIDENTE: Non ci sono altri iscritti a parlare; se nessuno chiede la parola, possiamo considerare chiusa la discussione sull'ordine del giorno che è già stato votato, in attesa che rientri l'Assessore Lanivi per fornire le eventuali risposte ai Consiglieri che sono intervenuti.