Oggetto del Consiglio n. 1692 del 6 dicembre 1985 - Resoconto
OGGETTO N. 1692/VIII - DIBATTITO SU PRO GETTI DI LEGGE CONCERNENTI INTERVENTI A FAVORE DELL'OCCUPAZIONE E DEI LAVORATORI IN CASSA INTEGRAZIONE. (Rinvio e ritiro di proposte di legge).
PRESIDENTE: Con l'assenso dei presentatori, dichiaro aperta la discussione congiunta sui progetti di legge n. 246, n. 197 e n. 44, concernenti l'oggetto e allegati rispettivamente ai punti 24, 35 e 36 dell'ordine del giorno dell'adunanza del 27, 28 e 29 novembre 1985.
Ha chiesto la parola l'Assessore all'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti Lanivi; ne ha facoltà.
LANIVI (A.D.P.): La mia relazione introduttiva sarà piuttosto sintetica e breve, perché l'argomento in discussione è già stato ripetutamente approfondito in varie sedi e pertanto credo che sia la logica a sostegno dell'intervento che i contenuti del disegno di legge siano già ampiamente conosciuti dalla totalità dei Consiglieri regionali.
Mi preme però fare alcune considerazioni. Siamo in una fase particolarmente delicata e difficile, nella quale il principale problema che dobbiamo affrontare, che è al centro dell'attenzione del mondo politico e di tutte le forze che agiscono nella nostra comunità, è quello dell'occupazione. Ciò è dovuto, da un lato, alla ristrutturazione del mondo economico-industriale e, dall'altro, alle innovazioni tecnologiche che ampiamente e progressivamente si inseriscono non solo nella nostra comunità ma, a livelli ancora superiori, in tutto il Paese considerato nel suo insieme.
Il problema dell'occupazione presenta due dati critici o, meglio, due sono gli aspetti di questo problema che ci interesseranno maggiormente nei prossimi anni e che devono pertanto essere analizzati con particolare attenzione: l'occupazione giovanile e l'occupazione di coloro che hanno superato una certa soglia di età e che quindi si trovano in condizioni di disagio per rientrare nel mondo del lavoro, con particolare riferimento a coloro che hanno già superato i 35 anni di età.
Di fronte ad un problema così vasto, che è già al centro della politica regionale ma che dovrà esserlo ancora di più nel prossimo futuro, io credo che bisogna porsi in una condizione diversa rispetto al passato, per considerarlo non solo come una preoccupazione che deve interessare gli enti pubblici, la Regione o le Organizzazioni Sindacali, ma come un problema che deve interessare l'intera comunità e tutte le forze che agiscono al suo interno.
Credo che oggi, come mai nel passato, sia indispensabile creare una forte solidarietà regionale per poter affrontare questo problema di vitale importanza. Credo infatti che l'opinione pubblica avverta ormai diffusamente che l'impegno in questo settore non possa essere riservato solo alle rappresentanze delle categorie dei lavoratori dipendenti, ma debba essere esteso a tutte le altre categorie, comprese quelle degli imprenditori, sia piccoli che grandi, alle forze sociali e alle forze politiche, per intervenire insieme in un'azione solidale; solo in questo modo il problema potrà essere affrontato in modo efficace.
Questa è la logica che ha sostenuto i rapporti tra la Regione e le Organizzazioni sindacali e che ha consentito la sottoscrizione di quel protocollo d'intesa dal quale è derivato questo provvedimento legislativo che rappresenta l'attuazione di alcuni strumenti riconosciuti come essenziali e prioritari in questo momento. Analogamente si sta procedendo con le altre categorie economiche, per giungere ad una forma di collaborazione con industriali, artigiani, commercianti e con il mondo della cooperazione. Se è vero che il protocollo d'intesa stabilisce un quadro di rapporti con le Organizzazioni sindacali, è altrettanto vero che quel documento è stato esaminato ed ha ricevuto il consenso anche delle altre categorie e perciò non si è trattato di un rapporto mirato e quasi esclusivo tra la Regione e le sole Organizzazioni sindacali.
La logica di questo protocollo d'intesa è centrata su tre aspetti particolari: 1) nelle premesse viene puntualizzata la valorizzazione di un metodo di collaborazione tra le Organizzazioni del mondo del lavoro e l'Amministrazione regionale; 2) nella seconda parte si delineano, anche se in modo piuttosto generale, i punti essenziali di un quadro di riferimento per garantire lo sviluppo socio-economico regionale; 3) nell'ultima parte vengono individuate 5 azioni, indicate come prioritarie, e vengono fissati anche i termini di presentazione dei relativi provvedimenti legislativi che rappresentano gli impegni assunti dall'Amministrazione regionale all'atto della firma del protocollo d'intesa.
Di questi cinque progetti, i tre tendenti a stimolare la domanda di lavoro dipendente, a sviluppare il lavoro autonomo e la cooperazione, nonché le azioni finalizzate al sostegno della domanda di servizi socialmente utili, avevano una scadenza fissata a 4 mesi dalla data di sottoscrizione del protocollo firmato il 21 giugno. Il disegno di legge che oggi è sottoposo all'esame del Consiglio regionale tende proprio all'attuazione di questi tre progetti indicati come prioritari.
Voglio premettere che trattasi di un disegno di legge predisposto per la realizzazione di un primo programma di interventi "straordinari", quindi limitati nel tempo e con una certa caratteristica di "sperimentalità". Il periodo temporale previsto è il biennio, che diventa triennio perché alcuni interventi sono ripartiti per bienni.
Il provvedimento legislativo è divi so in tre titoli. Il primo titolo prevede un intervento della Regione verso quelle imprese che assumono disoccupati o cassintegrati da almeno 24 mesi, privilegiando le fasce di età più elevate. Esiste una fascia dell'apprendistato, dai 15 ai 20 anni. Esite una fascia più ampia, dai 15 ai 29 anni, nella quale sono compresi i contratti di formazione e lavoro, con i quali, per una legge dello Stato, oltre alla possibilità della chiamata nominativa e oltre alla temporaneità del periodo di lavoro (che dura al massimo 24 mesi) le imprese beneficiano anche del non pagamento degli oneri sociali. Vi è poi una terza fascia che arriva sino al 35° anno di età, limite che rappresenta un'ulteriore difficoltà perché quella è l'età massima che consente la partecipazione ai concorsi pubblici.
La logica di questo provvedimento vuole elevare i vantaggi che le leggi dello Stato danno ai lavoratori o a coloro che richiedono un posto di lavoro entro il 29° anno di età, anche alle fasce di età superiore, considerando nella situazione più difficile la donna che ha superato il 36° anno di età e che si trova nella condizione di cassintegrata o di disoccupata. Questo spiega i valori crescenti dell'intervento dell'Amministrazione regionale a favore delle imprese che assumono cassintegrati da 24 mesi o disoccupati da 1 anno.
Il secondo titolo del disegno di legge offre ai lavoratori, cassintegrati o disoccupati, la possibilità di avviarsi al lavoro autonomo, singolo o cooperativo, uscendo dalla cassa integrazione e diventando piccoli imprenditori. In questo caso, l'intervento regionale a favore del lavoratore, singolo o associato, è di tipo economico e dà la garanzia di un reddito che ammonta fino al massimo del valore della cassa integrazione per 1 anno. L'obiettivo è quello di favorire l'espressione della potenziale capacità imprenditoriale che esiste e che rimarebbe altrimenti repressa in assenza di un minimo capitale iniziale su cui contare per avviare qualsiasi attività.
L'aiuto dell'Amministrazione regionale a favore del singolo o di una cooperativa viene dato, in questo secondo intervento, per qualsiasi attività imprenditoriale scelta dal lavoratore. L'ottenimento di questi aiuti presuppone però l'uscita dalla cassa integrazione e la regolarizzazione della posizione attraverso la normale iscrizione ai vari Albi: degli artigiani, dei commercianti, delle ditte, della cooperazione, ecc....
Il terzo titolo del disegno di legge si occupa dei "lavori socialmente utili", a favore degli enti locali. Spetta agli enti locali predisporre dei progetti per realizzare lavori straordinari e limitati nel tempo, nei quali utilizzare disoccupati e cassintegrati. Per questi lavori l'aiuto regionale vie ne concesso al Comune, che ha compiti progettuali ed organizzativi. Il lavoratore deve dichiarare la sua disponibilità a partecipare all'attuazione di questi progetti, mantiene la sua posizione di cassintegrato e ottiene dal Comune un'indennità o un rimborso per le spese di vitto e di trasporto, mentre il Comune riceve dalla Regione anche un rimborso per le spese di organizzazione.
Questa è, a grandi linee, la traccia del disegno di legge presentato. Una Commissione regionale coordinerà nel loro insieme questi primi 3 gruppi di progetti, dei 5 che dobbiamo realizzare, e di essa, oltre alle Organizzazioni sindacali, faranno parte anche le varie categorie che in qualche modo saranno interessate alla loro realizzazione. Va da sé che l'erogazione dei contributi alle imprese, ai singoli, alle cooperative e agli enti locali, sarà concessa solo previa presentazione dei relativi progetti e dopo che sarà dimostrata la validità economica delle operazioni proposte. Questi progetti saranno esaminati dall'apposita Commissione per l'occupazione, ma l'Amministrazione regionale potrà utilizzare anche consulenti o comitati tecnici per affiancare i lavoratori o le aziende nella predisposizione dei progetti stessi.
Illustro ora brevemente qualche emendamento che credo vi sia già stato distribuito. Alcuni, prevalentemente di carattere tecnico, sono il risultato dell'incontro con la Consulta della cooperazione e si riferiscono agli articoli 15 e 18. Per quanto concerne gli interventi a favore dei cassintegrati che vogliono avviare un'attività in modo autonomo, l'emendamento all'articolo 9 esclude che costoro possano beneficia re anche dei contributi a fondo perduto previsti dalla legge regionale n. 41 e successive modificazioni.
L'articolo 22 ribadisce l'assoluta eccezionalità dell'intervento legislativo, che, d'altra parte, è una caratteristica di tutti i progetti di lavoro socialmente utili, che non sostituisce e neppure entra in concorrenza con le attività o con i programmi già esistenti. Pertanto, i progetti che devono essere predisposti dagli enti locali per offrire qualche possibilità di lavoro ai disoccupati o ai cassintegrati, devono avere il carattere della straordinarietà e della temporaneità.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Mafrica; ne ha facoltà.
MAFRICA (P.C.I.): Noi concordiamo sul fatto che il problema principale della nostra Regione, in questo momento, è quello dell'occupazione. Per la sua risoluzione ci siamo già impegnati ed infatti a fine aprile avevamo presentato la nostra proposta di legge che riguardava provvedimenti straordinari ed urgenti per l'occupazione, mentre già in passato avevamo presentato una proposta di legge sull'anticipazione della cassa integrazione ai lavoratori.
Credo che debba essere intrapresa un'iniziativa di confronto per analizza re i problemi dell'occupazione e studiare le eventuali iniziative per una loro soluzione ed il nostro Partito è disponibile a collaborare anche al di là degli eventuali schieramenti politici, perché riteniamo che sia necessaria una collaborazione tra tutte le forze attive e produttive presenti nella società.
Per la verità non ci pare che la nostra Regione abbia una strategia incisi va per l'occupazione. A volte si ha qua si l'impressione che la nostra Regione si trovi come chi, su di un isola deserta, ha delle casse piene di dobloni ma non sa che cosa farsene. Noi ci troviamo appunto in una situazione nella quale c'è disponibilità finanziaria, c'è anche una certa volontà di impiegare queste risorse economiche, mentre manca no i soggetti ai quali affidare con fiducia le varie iniziative.
In questo senso quindi va considerato positivamente, anche se con i limiti che presto dirò, il protocollo d'intesa stipulato tra la Giunta regionale e le Organizzazioni sindacali. Il nostro giudizio positivo è determinato dal fatto che la Giunta è almeno impegnata a rispettare alcune iniziative ben precise con scadenze predeterminate. Crediamo anche che il Sindacato si comporterà nei confronti della Giunta con la necessaria capacità atta a sollecitare l'esecutivo nel mantenimento dei propri impegni e non ad avviluppare le Organizzazioni sindacali in una rete defatigante di incontri e colloqui che magari non approdano a nulla. Noi abbiamo fiducia nella capacità di lotta e di critica delle Organizzazioni sindacali.
Alla Giunta muoviamo un appunto di un certo rilievo sul protocollo d'intesa. Esso è stato stipulato tra la Giunta e le Organizzazioni sindacali e viene portato ora in Consiglio soltanto per ciò che ne consegue, ma il Consiglio non lo ha mai discusso. Noi crediamo invece che sarebbe stato più opportuno avere un protocollo d'intesa discusso e ratificato dall'intero Consiglio regionale, perché così si sarebbe trattato di un impegno preso tra le Organizzazioni sindacali e l'intero Consiglio e non solo con la Giunta. A volte anche lo stesso Governo nazionale, quando assume per decreto determinate iniziative nei confronti delle Organizzazioni sindacali, ha poi un confronto con il Parlamento; qui da noi invece il protocollo è già stato discusso e siglato, ed oggi ne discendono alcune conseguenze, però, non è avvenuta alcuna discussione complessiva su di esso, soprattutto per quanto concerne la prima parte dove vengono analizzate le con dizioni dell'economia valdostana e dove si ipotizzano alcuni strumenti d'intervento per il medio periodo.
Diciamo comunque che, pur manifestando il protocollo d'intesa questi limiti, noi diamo su di esso un giudizio positivo e, assieme alle Organizzazioni sindacali, vigileremo affinché l'esecutivo rispetti le scadenze per le quali si è impegnato (le più prossime sono quelle inerenti all'osservatorio sul mercato del lavoro e quelle relative agli interventi per l'apprendistato).
Passiamo ora ad alcune osservazioni sul disegno di legge presentato dalla Giunta. Diciamo che le osservazioni sono limitate e che il nostro giudizio è in larga massima favorevole in quanto questo disegno di legge è un'applicazione quasi letterale, per alcuni versi, dei contenuti del protocollo d'intesa, ma si possono fare ulteriori osservazioni migliorative.
Già nel protocollo d'intesa, ma anche nel disegno di legge, esistono dei limiti stabiliti per le categorie disagiate che devono poter usufruire di benefici: si parla di lavoratori in cassa integrazione da 24 mesi, si parla di disoccupati da un anno, si escludono, in questa prima legge, interventi per i giovani sotto i vent'anni. Vista la disponibilità economica della Regione e vista la gravità della situazione, a noi sembrerebbe più opportuna una legge che intervenisse a fascia larga su tutti i richiedenti.
Ovviamente all'interno delle categorie che hanno dei problemi la legge stessa stabilisce, con interventi finanziari graduati in modo differente, una certa selezione, però questi limiti possono rendere più difficoltosa l'applicazione della legge, per cui può accadere che il disoccupato da 11 mesi non venga agevolato, ed il cassintegrato da 23 mesi non possa essere aiutato se non con regolamenti od espedienti particolari accettati dalla Commissione, mentre, se fossero tolte queste limitazioni, probabilmente si favorirebbe un più agile funzionamento della legge.
Per quanto riguarda il limite d'età di vent'anni per beneficiare delle provvidenze che riguardano l'assunzione di giovani, noi sappiamo che l'Assessorato è intenzionato a presentare una legge per l'apprendistato, se non andiamo errati, entro il 21 di questo mese. Sappiamo anche che esiste la possibilità, anche per questi giovani, di essere coinvolti nei contratti di formazione e lavoro; però alcuni giovani che non sono interessati ad una qualche forma di apprendistato che, di fatto, non viene chiamata attraverso i contratti di formazione e lavoro in quanto l'imprenditore preferisce assumere persone che, dal punto di vista della personalità e della forza fisica, abbiano un'età superiore. Quindi si può verificare che il contratto di formazione e lavoro, operi soltanto per giovani aldisopra dei 19 anni. Esistono poi dei giovani che non continuano gli studi perchè non sono sufficientemente motivati ad ottenere una formazione professionale particolarmente qualificata e che fin d'ora potrebbero entrare nel mercato del lavoro, ma vengono in qualche modo emarginati da un simile provvedimento. Si tratta probabilmente di giovani che incontrano difficoltà a terminare gli studi e che appartengono in genere a famiglie economicamente più disagiate. Il rischio è che circa 150 giovani, per ciascuna delle tre classi di età, restino disimpegnati fino a quando non raggiungano i 19 anni, con pericoli per la loro partecipazione e per il loro impegno, con una notevole perdita di tempo e con il rischio di un loro coinvolgimento in attività non del tutto lecite.
Il secondo problema che abbiamo sollevato, e al quale mi sembra che l'Assessore non abbia dato risposta, è quel lo delle cooperative di produzione e lavoro, nonché quelle di servizio. Quando si parla di lavoro autonomo ci si riferisce alle iniziative che possono essere intraprese in tutti i settori tranne che nel commercio ambulante; e quando si parla di cooperative ci si riferisce alle cooperative di produzione, lavoro e servizio. Ora noi vorremmo sapere se in questo combinato sono comprese anche le cooperative che operano nell'agricoltura e le cooperative che vogliono operare nel settore turistico.
(.... INTERRUZIONE ....)
L'Assessore dice che sarebbero comprese quelle operanti nel turismo, ma non quelle che operano nell'agricoltura. Ci sembra però che questo sia un limite da superare, perché possono benissimo esserci dei giovani che si uniscono in cooperativa per gestire una struttura agricola. Ben vengano questi giovani specie nell'agricoltura, dove esiste anche il problema dell'invecchiamento degli addetti al settore.
Sulla proposta di legge osserviamo poi che sarebbe auspicabile che ci fosse un rappresentante della minoranza in seno alla Commissione di gestione di questa legge, perché la maggioranza è già rappresentata al più alto livello, dall'Assessore; del resto il problema dell'occupazione riguarda l'intero Consiglio e non soltanto la Giunta o la maggioranza.
Presento ora alcuni elementi di identificazione e conseguenti proposte procedurali che si riferiscono alle nostre due proposte di legge. Quella che ha per oggetto "Interventi straordinari ed urgenti a favore dell'occupazione", visto il disegno di legge presentato dalla Giunta, è a nostro giudizio una proposta abbastanza completa ed utile, perché permette un confronto tra quella della Giunta e la nostra e può favorire la ricerca di soluzioni concrete. Le differenze più evidenti sono grosso modo le seguenti: l'articolo 2 della nostra proposta prevede che tutti gli interventi che riguardano i provvedimenti per l'occupazione siano articolati secondo un certo programma. Anche l'esecutivo può trovare conveniente presentare al Consiglio un programma annuale. Inoltre sottoponiamo alla Giunta, perché ne tenga eventualmente conto, l'elenco dei comuni più disagiati per quanto concerne l'occupazione. Nel disegno di legge della Giunta tutti i provvedimenti prendono in considerazione le diverse fasce di età, ma non le cause collaterali che possono moltiplicare queste situazioni di disagio, come ad esempio il fatto che in certi comuni è molto più sentito il problema dell'occupazione.
Nella nostra proposta di legge trovano poi uno spazio particolare le cooperative agricole, che rimangono invece escluse dalla proposta di legge della Giunta, a meno che l'Assessore non proponga un emendamento in tal senso. Nelia nostra proposta si promuove anche il lavoro a tempo parziale, mentre il disegno di legge della Giunta prevede interventi commisurati alla durata del lavoro, ma non prevede esplicitamente di intervenire nel lavoro a tempo parziale. La nostra proposta prevede anche degli interventi per le imprese artigiane e per l'apprendistato, nonché borse di studio per corsi di perfezionamento ad alto contenuto tecnologico. Invitiamo la Giunta a prendere in considerazione questi due aspetti, perché riteniamo utile seguire la formazione dei giovani anche dopo la aurea, affinché nella Regione ci siano dei tecnici o dei "manager" altamente qualificati.
Sottoponiamo ancora all'attenzione della Giunta il piccolo articolo della nostra proposta di legge relativo alle garanzie fidejussorie per e cooperative. Nel disegno di legge della Giunta si prevede che singoli lavoratori o cooperative con il 40% di cassintegrati o disoccupati possano avviare delle attività e si prevede un rimborso delle spese iniziali di avviamento; questo ci sta bene. A volte però, oltre all'investimento necessario per avviare l'attività, occorre anche una certa quantità di denaro per la prima gestione, in attesa della vendita dei prodotti o dei servizi; le banche tuttavia sono molto restie a concedere finanziamenti a singoli o a cooperative che non dispongano di solide garanzie. Noi prevediamo per le cooperative una garanzia fino a 100 milioni da parte della Regione, anche se riconosciamo che per altre attività industriali le garanzie fidejussorie si stanno rivelando meno formali degli anni passati. Poiché la nostra proposta di legge è complessiva e riguarda anche particolari aspetti che non sono stati presi in considerazione dal disegno di legge della Giunta, noi proponiamo che la proposta di legge venga rinviata fino a quando la Giunta potrà portare in discussione il suo disegno di legge sull'apprendistato e sulla formazione professionale.
L'altra proposta di legge del Gruppo Comunista riguarda l'anticipo della cassa integrazione e guadagni per i lavoratori in cassa integrazione speciale. Il meccanismo è abbastanza semplice: si dovrebbe costituire un fondo consistente presso la FINAOSTA, che così avrebbe ulteriori miliardi depositati in banca, la quale dovrebbe anticipare le spettanze salariali dei lavoratori alle imprese che hanno lavoratori in cassa integrazione. Le imprese restituiranno poi alla FINAOSTA questi fondi quando li avranno ricevuti dall'INPS. Ora sono invece i lavoratori a dover aspettare queste somme e, dalle ricerche effettuate in passato, è risultato che c'era un periodo medio d'attesa superiore ai sei mesi, prima che i lavoratori entrassero in possesso delle somme loro spettanti.
In più occasioni ci è stato detto che la Regione non vuole sostituirsi all'INPS o allo Stato in questa materia. Facciamo osservare la contraddizione presente nell'atteggiamento della Giunta che molte volte, compreso il caso di questo disegno di legge, si sostituisce tranquillamente a tutti, allo Stato, all'INPS, all'Ufficio del Lavoro..., però, quando si tratta di intervenire nel senso da noi proposto, oppone una resistenza inspiegabile. Osservo ancora che il disegno di legge della Giunta prende le mosse da quanto è già stato fatto nella provincia autonoma di Trento e sono venuti ad Aosta anche i responsabili della locale agenzia del lavoro per illustrarci come funzionano in quella provincia i meccanismi che, in forma più o meno simile, si vogliono mettere in atto anche nella nostra Regione. Nella provincia di Trento il problema dell'anticipo della cassa integrazione ai lavoratori è stato risolto facendo anticipare le somme dal Consorzio Fidi tra gli industriali.
Noi non pretendiamo che venga approvata la nostra proposta, ma crediamo che l'esecutivo possa prendere in considerazione forme d'intervento analoghe. Qui da noi il Consorzio Fidi tra gli industriali usufruisce di consistenti interventi regionali che, per il 1986, superano il miliardo. Se questa proposta non verrà accolta dalla Giunta, noi la ritireremo e studieremo ancora il problema per ritornarci con altri argomenti; in ogni caso vogliamo conoscere l'opinione della Giunta in proposito.
Ora presento quegli emendamenti che ho illustrato molto rapidamente e che riguardano sostanzialmente la composizione della Commissione e l'annullamento di alcune limitazioni ai beneficiari degli interventi del disegno di legge presentato dalla Giunta.
Si dà atto che alle ore 10,21 assume la Presidenza il Vice Presidente DE GRANDIS.
PRESIDENTE: Il Consigliere Mafrica ha chiesto il rinvio della proposta di legge n. 197 e mi pare di avere capito che è opportuno rinviarla alle Commissioni, perché sia discussa unitamente al disegno di legge sull'apprendistato che verrà presentato dalla Giunta. Il disegno n. 197 è rinviato alle Commissioni.
Ha chiesto la parola per una mozione d'ordine il Consigliere TORRIONE; ne ha facoltà.
TORRIONE (P.S.I.): Poiché anche noi abbiamo una proposta di legge sull'apprendistato, io chiedo che in sede di Commissione, sempre se è possibile, i provvedimenti vengano esaminati tutti e tre insieme, così potremo fare un'unica discussione. Noi l'avevamo già rinviata in attesa del provvedimento della Giunta che è appena arrivato e pertanto può essere discusso insieme al nostro e a quello del Partito Comunista.
PRESIDENTE: E' senz'altro possibile.
TORRIONE: La ringrazio, signor Presidente.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Pollicini; ne ha facoltà.
POLLICINI (A.D.P.): Questo è il primo atto concreto di attuazione del protocollo d'intesa. Noi siamo consci che non si tratta certamente di un intervento risolutore della crisi occupazionale nella nostra Regione. Si tratta però di un disegno di legge di solidarietà sociale che rispetta la dignità delle persone interessate a questo provvedimento straordinario e temporaneo, perché definito nel tempo. Non siamo quindi di fronte ad una legge assistenziale, ma siamo di fronte ad una proposta che mira alla creazione di posti di lavoro sani.
La legge prevede un contributo perché ci sia finalmente qualcosa che si muova nell'ambito del lavoro, al contrario di altri provvedimenti di carattere puramente assistenziale. La novità principale sta nel fatto che il riassorbimento dei cassintegrati e dei disoccupati non è previsto soltanto nell'industria dalla quale essi provengono, ma, attraverso il lavoro autonomo e la cooperazione, anche in quei settori nei quali si prevede nei prossimi anni un notevole sviluppo perché più idonei alle nuove condizioni determinate dal progresso tecnologico. Interessante è anche il ruolo che viene assegnato agli enti locali, anche se personalmente nutro non poche perplessità.
E' un progetto completo, pur nei suoi evidenti limiti, perché democratico, in quanto persegue la filosofia dell'equità, contrariamente ai contratti di formazione e lavoro, la cui efficacia è limitata alle età comprese tra i 15 ed i 29 anni. E' un progetto completo perché sociale, in quanto si riferisce alle categorie in maggior difficoltà, come i cassintegrati da oltre due anni ed i disoccupati da almeno un anno. E' un progetto completo perché ha una finalità politica, nel senso che tende ad ordinare la vita sociale nella nostra Regione, turbata da alcune situazioni anomale. E' un progetto completo perché economico, in quanto tende a mettere in moto risorse, energie ed attività che producono ricchezza, e tende a sviluppare una imprenditorialità latente, anche in mancanza di capitali di rischio.
E' un provvedimento che certamente segna una svolta fondamentale nei rapporti con la Regione, anche nel tipo di intervento a sostegno dell'occupazione. Le Organizzazioni sindacali, con il protocollo d'intesa, non sono state ingabbiate, come ha affermato nell'ultima riunione di Consiglio il Consigliere Pascale, ma il loro ruolo è stato esaltato e riconosciuto indispensabile; non esiste alcun rischio di "avviluppare" le Organizzazioni sindacali, come ha detto il Consigliere Mafrica, "in una rete defatigante di contatti e di discussioni". Occorre avere fiducia in questa proposta di legge che l'esecutivo ha elaborato in accordo con le Organizzazioni sindacali.
Visto che parliamo anche del protocollo d'intesa, ricordiamoci che il ruolo dell'esecutivo non va confuso con quello del legislatore: il protocollo d'intesa è competenza dell'esecutivo. D'altra parte l'Assessore ha illustrato presso la Commissione competente questo protocollo, per cui il dibattito è avvenuto anche a livello di rappresentanza consiliare.
Il disegno di legge che stiamo esaminando sarà certamente la cartina di tornasole della nostra attitudine ad adattarci alle esigenze di cambiamento; della crescita dell'imprenditoria e del lavoro autonomo; della capacità di mobilitare ulteriori risorse, della nostra fantasia, della nostra intelligenza progettuale. Questo riscontro va fatto in presenza delle difficoltà del momento e di quelle ancora più gravi che si delineano ancora nel prossimo futuro per gli andamenti occupazionali. Dipenderà in gran parte dall'esito di questa scommessa la lenta uscita dal tunnel della crisi industriale e la trasformazione del nostro tessuto economico.
Le prospettive non sono certamente rosee, specialmente se leggiamo quello che ha detto il relatore ufficiale al recente convegno della Confindustria, tenutosi a Torino venerdì e sabato scorsi, sul tema: "Risorse per lo sviluppo". Il relatore Mandelli prevede che nei prossimi due o tre anni l'economia italiana, se tutto andrà bene, registrerà un miglioramento del 2% o del 2,5% e: "Con queste percentuali, non si avrà nessuno sviluppo e soprattutto non si riuscirà a dare una risposta al problema della disoccupazione". Lo stesso Don Matteo Lepori, in un convegno tenutosi in questo palazzo circa un mese fa, ha ammonito che è finita l'epoca delle certezze, perché siamo in piena cultura del precario.
In questa situazione ed in questo quadro generale davvero preoccupante, la Regione, ancora una volta, precede lo Stato e vuol tentare una propria sperimentazione, collocandosi al centro tra le parti sociali: i lavoratori e l'impresa. Si colloca al centro nel tentativo di dare uno scossone alla crisi. La proposta è interessante anche come metodologia, perché prevede la partecipazione alla formazione delle decisioni, l'istituzionalizzazione dei rapporti con le Organizzazioni sindacali, l'adozione di una programmazione articolata per progetti, aperta e scorrevole.
Noi non intendiamo certo enfatizzare la proposta di legge, anzi vorremmo verificarne la sua applicazione e quindi i suoi effetti. Tra un anno infatti sarà opportuno fare il punto sulla situazione e, se necessario, apportare delle modifiche dettate dall'esperienza applicativa: non si può certamente vivere di slogan. Siamo consci che non si tratta di un intervento risolutore, lo riaffermiamo ancora una volta, ma occorre essere realistici, guardandoci intorno sia in Italia che all'estero, per vedere che cosa succede. E' onestamente un provvedimento qualificante, nel quale la Regione assume un ruolo propulsivo e di coordinamento e si pone come protagonista al centro dei problemi della nostra comunità.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Pascale; ne ha facoltà.
PASCALE (P.S.I.): Questo protocollo d'intesa è stato firmato a giugno, ma, come diceva il Consigliere Mafrica, non abbiamo avuto modo di dibatterlo in Consiglio regionale, per cui è opportuno dare un giudizio anche politico su questo atto che ci vede senz'altro consenzienti, per quanto riguarda la metodologia seguita e cioè quella della programmazione concertata, in cui c'è l'aspetto positivo della programmazione, che dovrebbe essere alla base di tutte le azioni dell'esecutivo e probabilmente lo sarà se, alle dichiarazioni positive del Presidente della Giunta in sede di approvazione del bilancio, seguiranno poi dei fatti concreti. E' anche positivo non aver fatto "piovere" questa programmazione dall'alto, ma di averla con cordata con i rappresentanti più qualificati del mondo del lavoro e cioè le Organizzazioni sindacali.
Questo metodo indubbiamente qualifica sia la Giunta, sia il Sindacato che, forse per la prima volta, svolge un ruolo propositivo e di rappresentanza di tutto il mondo del lavoro: non solo degli occupati, ma anche dei disoccupati. E' vero che io in altre occasioni ho detto che questo protocollo ha imbrigliato un pò anche il Sindacato, però allora mi riferivo ai criteri di attuazione previsti dal protocollo e che spiegherò dopo.
Direi che siamo anche d'accordo sull'analisi della situazione economica e sulla necessità di uscire dal circolo vizioso che tende a mantenere la nostra Regione in una situazione di emarginazione rispetto ad altre zone più avanza te ed in particolare al triangolo Ivrea-Torino-Novara. Siamo anche d'accordo sugli interventi da attuare per uscire da questo circolo vizioso, che sono elencati alla pagina 7 del protocollo, dalla lettera A alla lettera Q. Questo elenco si può ridurre essenzialmente a due punti: 1°) ridare competitività alle imprese esistenti, favorendo l'innovazione tecnologica e garantendo ad esse del personale qualificato ed una rete di servizi; 2°) valorizzare le risorse regionali, che al momento attuale sono sottoutilizzate, attraverso investimenti produttivi dell'Ente pubblico e degli operatori privati. Cito solo i due settori più importanti nei quali oggi queste risorse sono oggi sottoutilizzate: il turismo e l'energia. Queste strategie non si possono attuare in breve tempo, perciò nel frattempo, seguendo l'esempio di altre Regioni, è opportuno intervenire con provvedimenti straordinari che agiscano prevalentemente sulla componente fondamentale del costo del lavoro, per smuovere tutto il settore dell'occupazione.
Non vorrei però che ci facessimo troppe illusioni sull'efficacia di questi provvedimenti, anche perché, se verifichiamo quello che è successo in altre Regioni, che si sono mosse già un anno fa in questo senso, scopriamo che i risultati non sono stati molto convincenti o efficaci, specie per le azioni volte a favorire lo sviluppo del lavoro autonomo e a trasformare un operaio cassintegrato in un piccolo imprenditore. Mi pare che in questo settore si sia quasi registrato il fallimento delle azioni tentate nelle altre Regioni, anche perché è molto difficile trasformare da un giorno all'altro un operaio in un imprenditore. Non è sufficiente, a mio avviso, dargli un incentivo economico, perché la carenza più grave, sottolineata dai piccoli imprenditori, non è tanto la mancanza di capitali, perché sappiamo che in Valle ci sono varie possibilità di accedere ai presti ti tramite la FINAOSTA o i fondi di rotazione, ma è soprattutto la carenza di una rete di servizi che assista il piccolo imprenditore o chi vuole diventare piccolo imprenditore. E' in questo senso che i Sindacati si sono lasciati un pochino imbrigliare, allorché hanno accettato delle scadenze che prevedono subito, già oggi, i provvedimenti più facili e cioè quelli del contributo, rinviando invece nel tempo quelli più qualificanti, relativi all'Osservatorio e alla creazione di una rete di servizi che diano un certo sostegno a questa nascente imprenditoria.
Direi che le nostre perplessità riguardano solo lo stacco tra quello che noi approviamo oggi e quello che invece potrebbe essere un intervento più qualificante e che viene invece rinviato nel tempo. Noi ci auguriamo che non si tratti di un rinvio molto lungo, perché il solo modo di uscire dal circolo vizioso di cui si è parato, il solo modo di garantire alla nostra economia uno sviluppo endogeno, senza ricorrere agli incentivi, e che possa consolidarsi nel tempo, è proprio quello di ricorrere a interventi risolutori che ridiano competitività alle nostre imprese e che aiutino quella cultura imprenditoriale del rischio di cui parlava il Consigliere Pollicini e che manca nella nostra Regione. Per stimolare questa cultura, a mio avviso, non è sufficiente il solo incentivo economico.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Baldassarre; ne ha facoltà.
BALDASSARRE (P.S.D.I.): Il mio intervento sarà brevissimo, anche perché questo documento è già stato ampiamente illustrato dalla stampa e dagli organi di informazione e c'è stata una lunga discussione prima che approdasse all'attenzione del Consiglio regionale.
Noi esprimiamo un giudizio positivo su questo documento che tenta di affrontare la grave crisi industriale che attanaglia la nostra Regione, anche se, come ha detto l'Assessore Lanivi, si tratta di un provvedimento sperimentale e limitato nel tempo. Esso cerca di individuare potenziali capacità imprenditoriali "in loco" e questo dovrebbe essere un pò lo scopo essenziale del documento che oggi ci viene sottoposto; si tratta di una speranza e di una sfida. Non ci possiamo certamente illudere che questo sia il toccasana o che possa risolvere i problemi dei cassintegrati o dei giovani in cerca di prima occupazione, anche se speriamo che porti utili benefici per il futuro della Valle.
Non vorrei essere considerato uno iettatore dicendo che il provvedimento potrebbe arrecare degli svantaggi alla nostra Regione; speriamo che questo non succeda e non ce lo dobbiamo augurare, perché ciò sarebbe davvero inverosimile nella situazione in cui siamo. Nutriamo qualche piccola perplessità sul punto che prevede l'erogazione di finanziamenti per l'attuazione di opere e servizi sociali utili per i comuni. Esperienze in altre situazioni sociali hanno dato esiti negativi che speriamo siano smentiti qui da noi.
Concludo ribadendo che noi siamo favorevoli a questo provvedimento, e questa può anche essere considerata una dichiarazione di voto, e ci auguriamo che si possano raggiungere le finalità sperate per il futuro della Valle d'Aosta.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Beneforti; ne ha facoltà.
BENEFORTI (D.C.): Ho condiviso prima e condivido tuttora questo disegno di legge che mette in pratica una parte dei punti previsti nel protocollo d'intesa siglato tra la Giunta regionale e le Organizzazioni sindacali. E' chiaro che lo condivido e deve essere condiviso in quanto è un ulteriore tentativo per andare incontro ai disoccupati e soprattutto alla nostra economia regionale.
La situazione del settore industria le è nota a tutti, così come sono noti gli sforzi e gli interventi che questa Amministrazione regionale ha fatto per cercare di salvaguardarne le capacità occupazionali; anche se non tutti gli interventi hanno risolto i problemi del l'industria e quelli dell'occupazione. Le ragioni di questi insuccessi però non vanno ricercate nella Regione, ma nell'andamento del mercato, della situazione economica e sociale di tutto il Paese. In questa situazione di crisi industriale non si trova soltanto la Valle d'Aosta, ma si trovano anche altre Regioni e altre Province, perché purtroppo a livello nazionale, europeo ed internazionale, la situazione è molto difficile. Pertanto io non dico che tutto quello che ha fatto la Regione nell'industria sia stato un fallimento.
E' chiaro che gli interventi della Regione potevano anche essere fatti in un modo migliore, però hanno cercato di mantenere nella nostra Regione un supporto indispensabile alla nostra economia. Purtroppo, come ne risentono altre Regioni, così risentiamo anche noi della situazione nazionale ed europea, e ne risentiamo soprattutto a causa dell'atteggiamento tenuto dal Governo centrale nei confronti della periferia, dove si è sentita pesantemente la mancanza di un ruolo decisivo da parte del capitale pubblico. La Regione comunque ha cercato di fare ogni sforzo possibile per salvaguardare l'occupazione.
Anche nel settore dell'artigianato non si è avuto, almeno fino ad oggi, uno sviluppo tale da permettere l'assorbimento di un certo numero di disoccupati, di giovani o di persone, perché anch'esso ha subito una stasi. Negli incontri che abbiamo avuto con le associazioni artigiane esse hanno sempre sostenuto che non hanno manodopera a disposizione e non trovano più personale che vuole entrare nelle attività artigianali, perché i giovani non hanno più la volontà di imparare un mestiere. Io mi auguro che con questi interventi e con un'altra legge che riguarderà proprio in modo specifico gli interventi nel settore, si incrementi l'occupazione anche nell'artigianato.
Un altro aspetto importante dell'accordo tra le Organizzazioni sindacali e la Giunta regionale è quello che riguarda l'osservatorio del mercato del lavoro e l'osservatorio dell'economia che io considero della massima importanza perché realizzano quanto le Organizzazioni sindacali sostengono da tempo. Essi, a nostro avviso, sono un fatto di necessità perché occorre seguire con attenzione la situazione e l'andamento del mercato del lavoro a livello regionale, così come occorre seguire anche la situazione economica del momento, conoscendo periodicamente ed anzi giornalmente l'andamento dell'occupazione e quello della vita economica. Se si vogliono realizzare degli interventi e se si vuole fare una certa programmazione sul come intervenire e prevenire certe situazioni, gli osservatori sono indispensabili.
E' da considerare molto positivo anche l'aiuto accordato ai giovani e a coloro che cercano di trasformarsi in lavoratori autonomi. Questo è un aspetto di fondo, perché abbiamo tanti giovani lavoratori che vorrebbero lavorare in proprio, ma non ne hanno mai avuto la possibilità. Certi interventi dell'Amministrazione regionale possono costituire finalmente l'occasione per gli operai delle fabbriche che hanno acquisito una certa specializzazione o per coloro che sono occupati in certi settori particolari, di intraprendere una qualche forma di lavoro autonomo.
E' da ritenere importante anche l'intervento dei cassintegrati nei lavori socialmente utili, specie se sorretto da una decisa volontà politica dell'Amministrazione comunale. A volte si sente dire che il cassintegrato va a lavorare quando può, prende l'80% dello stipendio e poi va a fare un lavoro socialmente utile in un'amministrazione o in un'altra. Questo modo di ragionare è da qualunquisti e le amministrazioni lo cali devono essere educate ad utilizzare i cassintegrati per affrontare certi problemi o per eseguire importanti lavori socialmente utili; se i comuni si adagiano e non rispondono all'iniziativa del Consiglio regionale, tutta l'iniziativa rischierà di cadere.
Importante è anche l'aspetto della cooperazione. A mio avviso dobbiamo fare in modo che le federazioni o le associazioni delle cooperative a livello regionale facciano opera di promozione per la costituzione di nuove cooperative e assistano coloro che si vogliono riunire in cooperative, nelle quali non è detto che debbano esserci solo cassintegrati, ma anche altre categorie di cittadini, creando così nuovi posti di lavoro nella nostra Regione. Io credo che bisogna cercare di seguire attentamente le federazioni delle cooperative che già oggi esistono a livello regionale, perchè esse possono e devono svolge re un ruolo molto importante. E' chiaro che per affrontare tutti questi aspetti l'Amministrazione regionale si assume il grosso impegno di seguire attentamente l'andamento dell'iniziativa.
Nessuno si illude e non facciamo certamente del trionfalismo nell'approvare oggi questa legge: è una scommessa che tutti insieme facciamo per cercare di affrontare un problema che oggi esiste. Visto che la situazione nel settore industriale, in quello dell'artigianato ed in altri, non ci consente di dormire sugli allori, cerchiamo di portare avanti questa iniziativa per colma re le lacune che impediscono la ripresa produttiva, occupazionale ed economica nella nostra Regione. Nessuno si illude che questo provvedimento sia il toccasana di tutti i mali, ma è ancora un'iniziativa che dobbiamo assumere con serietà e fiducia. Io sono convinto che questa legge sarà approvata da tutti, all'unanimità, in questo Consiglio, ma dobbiamo cercare anche di assumerci tutti l'impegno affinché questa legge diventi effettivamente operante nell'interesse della nostra Regione. Grazie.
Si dà atto che alle ore 10,53 riassume la Presidenza il Presidente BONDAZ.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Viberti; ne ha facoltà.
VIBERTI (N.S.): E' con una sensazione di profondo disagio che io intervengo intorno a questo argomento e lo faccio soltanto dopo aver sentito affermare che i giovani non hanno voglia di lavorare; pertanto mi sento costretto a precisare che forse questi giovani hanno degli esempi, una educazione o model li di vita, che evidentemente creano in loro delle difficoltà nel rapporto con il lavoro. Non accetto però che si dica che i giovani non hanno voglia di lavorare. Probabilmente sono quelli assunti da certi Assessori ed il modo in cui essi si comportano verso il lavoro che forse possono far insorgere questo sospetto di scarsa volontà nei confronti del lavoro da parte dei giovani.
Comunque ripeto che è con una sensazione di profondo disagio che io ho preso la parola, perché, da quando abbiamo cominciato a lavorare come Gruppo politico e prima ancora quando eravamo disgregati in varie realtà ed intervenivamo nella società anche attraverso il Sindacato, abbiamo sempre privilegiato l'intervento nel mondo del lavoro ed in particolare in quello dell'industria e della fabbrica. Purtroppo molti dei legami che avevamo con quel mondo sono andati perduti, anche perché buona parte di noi non riesce più a lavorare all'interno delle Organizzazioni sindacali e molti addirittura le hanno abbandonate in quanto non le ritengono più strumento di rappresentanza dei lavoratori. Non sto a spiegarne i motivi, ma molti di voi sono senz'altro al corrente di come la democrazia e la possibilità di esprimersi all'interno del Sindacato siano state in molti momenti compresse ed in particolare in un periodo come questo. Recentemente alcune proposte fatte all'interno di assemblee della Cogne, perché si arrivasse a delle votazioni, sono state tranciate e bloccate dalla dirigenza sindacale. Non è con questo che io voglia lanciare delle accuse, perché capisco perfettamente la grave difficoltà in cui si trovano le persone che hanno il coraggio di assumere responsabilità a livello sindacale, però devo sottolineare che, se in tempi precedenti si avesse avuto la forza, il coraggio e la volontà di permettere ai lavoratori di esprimersi liberamente, probabilmente non si sarebbe arrivati a certi estremi.
Comunque è da tenere in considerazione il quadro più ampio, nazionale ed internazionale, in cui si svolge questa situazione di difficoltà particolarmente delicata, come l'ha definita l'Assessore Lanivi. Noi, come Regione, abbiamo difficoltà ad imporci a livello nazionale ed a fare ascoltare la nostra voce, perché siamo molto piccoli. Il nostro contributo a questa iniziativa vie ne quindi dato in considerazione del fatto che questa legge è un tentativo che può anche riuscire esemplare. Diamo quindi il nostro contributo non tanto perché condividiamo le scelte, ma perchè ammettiamo prima di tutto di non essere stati in grado di fare delle pro poste alternative e riteniamo comunque di dover aiutare una proposta che vuole risolvere un problema reale, in assenza di capacità da parte nostra di proporre qualcosa di alternativo. Riteniamo di dover aiutare questa scelta, se non altro nella logica della costituzione di un blocco compatto per affrontare questa difficile crisi che a livello industriale interessa anche la realtà più ampia del nostro Paese. In ogni caso noi ci auguriamo che gli interventi successivi e l'osservatorio del mercato dell'economia, si preoccupino di legare la realtà produttiva della nostra Regione allo sviluppo tecnologico, alle nuove tecnologie ed alle nuove professioni.
Noi ci possiamo salvare soltanto con la qualità e non con la quantità. E' soltanto con l'intelligenza, con il lavoro preciso, con il contributo e con la comprensione di tutti che si può ottenere qualche risultato. Anche se è già stato ricordato, io torno ugualmente a raccomandare la necessità di prevedere progetti e di studiare le compatibilità tra la nostra realtà tra il nostro ambiente e le nuove tecnologie; pertanto raccomando una particolare attenzione alla realtà territoriale. Nutriamo delle perplessità che però, in assenza di una nostra proposta, non riteniamo di dover manifestare. Noi sosteniamo il disegno di legge nella logica di cui dicevo prima. Voteremo anche a favore degli emendamenti proposti dal Gruppo comunista soltanto perché faccia mo parte dell'opposizione e perché non riteniamo che stravolgano l'obiettivo della legge, ma estendano anche ad altre fasce sociali la portata del provvedimento legislativo.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Stévenin; ne ha facoltà.
STEVENIN (U.V.): Il s'agit d'un projet de loi qui découle d'un accorentre Gouvernement régional et Syndicat, à l'égard duquel nous avons exprimé notre avis favorable; nous avons eu l'occasion d'ailleurs d'en discuter à l'intérieur de la troisième Commission.
S'il est vrai que le Conseiller Mafrica a dit que dans ce Conseil nous n'avons pas discuté, ici au contraire nous avons pu avoir cet accord depuis quelques mois et nous avons pu l'aborder et le discuter. Mais ceci mis à part, je voulais rappeler au Conseil régional qu'il y a quelques mois, c'est-à-dire au début du mois de janvier, quand dans le rapport je lisais: "Si possono individuare alcuni punti di riferimento per una politica dell'occupazione", parmi les suggestions, il y avait: "la revisione politica dei tassi ad interesse agevolato". Je veux rappeler que le Conseil régional, en tenant compte aussi évidemment des indications qui venaient de la Commission spéciale, a voulu rendre opératif dans notre Région le "leasing", c'est-à-dire l'utilisation des fonds de roulement sous cette forme.
Cela s'est passé il y a quelques mois, mais dans le deuxième point je parlais de "finanziamenti a fondo perso per la creazione di nuovi posti di lavoro; contributi a fondo perduto a giovani disoccupati e donne iscritti nelle liste ordinarie del collocamento e lavoratori in cassa integrazione guadagni che avviano nuove attività d'impresa". Au troisième point, je parlais de "provvidenze regionali a favore delle cooperative costituite da giovani iscritti nelle liste ordinarie del collocamento, da lavoratori che fruiscono del trattamento di cassa integrazione guadagni". Et au quatrième: "Finanziamenti regiona li agli enti locali per l'attuazione di piani di opere pubbliche e d'intervento nei settori dei servizi socialmente utili, anche attraverso la gestione deicantieri scuola-lavoro". Il y a enfin un autre point dont j'ai parlé, à propos de la loi sur l'"apprendistato" en disant: "In attesa di una riforma dell'apprendistato, si rende necessario dare dei contributi in conto occupazione per ogni giovane assunto con contrat to di apprendistato da imprese artigiane, sull'esempio di recenti iniziative adottate in materia dalle altre Regioni tra le quali la Regione Sardegna".
Dans l'analyse des activités de groupe on tenait compte aussi de l'exigence de la constitution d'un service "Osservatorio economico all'interno dell'Assessorato all'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti" et, en retenant les propositions du groupe de travail du crédit, l'exigence de la création d'un service de contrôle de la gestion pour la "valutazione degli interventi regionali e per il controllo degli investimenti". C'est bien pour cela que dans ce projet de loi et dans le protocole d'entente il y a toute une série d'indications qui venaient de la part de la Commission de Contrôle et qui, je crois, peuvent en quelque sorte aller dans une certaine direction, c'est-à-dire chercher de faire face à une crise de plus en plus importante et grave pour notre Région.
Nous ne croyons pas pouvoir résoudre tous les problèmes qui découlent de cette crise, mais cet acte est significatif vis-à-vis de la situation de crise très grave qu'il y a dans notre Région. C'est pour cela que nous exprimons notre avis favorable.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola l'Assessore all'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti Lanivi; ne ha facoltà.
LANIVI (A.D.P.): Ringrazio tutti gli intervenuti non solo per gli interventi effettuati oggi, ma anche per il lavoro propositivo svolto da molti Consiglieri e che ha permesso al provvedimento di essere discusso in Consiglio regionale.
Prima di rispondere alle varie osservazioni avanzate dai Consiglieri, vorrei fare alcune considerazioni di carattere generale, per inquadrare la natura e la portata del provvedimento. Nella relazione che il Presidente della Giunta ha svolto in apertura del dibattito sul bilancio, si era parlato di "sviluppo autopropulsivo". I termini da usare sono parecchi: sviluppo autocentrato, sviluppo autopropulsivo..; questo per indicare allo stesso tempo un dato di rischio e una opportunità che viene offerta alla nostra Regione. La situazione che stiamo attraversando è piuttosto ambigua e se è vero che essa presenta delle difficoltà, è altrettanto vero che presenta anche delle opportunità che possono costituire una sfida per la nostra intelligenza. "Autopropulsivo" o "autocentrato" significano che le caratteristiche dello sviluppo della nostra Regione per il futuro potranno essere determinate, oggi più che ieri, dalle capacità che abbiamo a nostra disposizione. Questa è anche una necessità, perchè noi sappiamo fin d'ora che alcune linee, forze o sostegni, che ci provenivano dall'esterno, stanno cessando o sono in via di ridimensionamento, per cui abbiamo bisogno di sviluppare in maniera più decisa ed intelligente le energie umane e naturali che abbiamo a disposizione.
In secondo luogo bisogna dire che questi anni segnano la fine di una cultura della crisi e pongono il problema, sempre in funzione delle nostre energie e della nostra intelligenza, dell'inizio di una nuova fase culturale orientata verso la progettazione del nostro futuro. Pertanto lo sviluppo è "auto-centrato o autopropulsivo" quando ha la capacità autonoma di gestire in modo positivo, e quindi propositivo, la crescita della nostra comunità in funzione delle energie che siamo in grado di sviluppare dal nostro interno, qui in Valle. Così si giustifica l'uso sempre più frequente dei termini "autopropulsivo" o "autocentrato". Così assume un nuovo senso la funzione o il ruolo dell'ente Regione, non più considerato come ente erogatore o di sostegno, ma ente coordinatore e suscitatore delle energie che agiscono nella nostra Regione.
La necessità del metodo della collaborazione discende dalla considerazione che l'ente pubblico, in questo momento, è da solo e non è nelle condizioni di sostituire altre energie o di far fronte compiutamente ai problemi ed alle difficoltà che sussistono. Il protocollo d'intesa con le Organizzazioni sindacali, a cui seguirà quello con le categorie economiche, va visto nella prospettiva di coinvolgere intorno ad un progetto complessivo tutte le energie di cui oggi la Regione può disporre. I risultati positivi non deriveranno dalle azioni dirette che l'Amministrazione regionale potrà fare, ma discenderanno dal consolidamento di quelle posizioni che consentiranno lo sviluppo delle varie energie.
Io credo profondamente in questi convincimenti che considero un pochino le chiavi per affrontare il futuro. Il Consigliere Pollicini, citando un intervento che si è tenuto in una delle sale del Palazzo regionale, ha ricordato il tema della precarietà; in effetti l'altro dato stabile è l'instabilità. Guardando il futuro dobbiamo liberarci da due condizioni che hanno permeato l'intera cultura europea: la certezza e la stabilità. Noi affronteremo un futuro non predeterminabile, soggetto a mutamenti molto rapidi, caratterizzato dall'instabilità e dalla precarietà. Per questo non dobbiamo più intendere la programmazione (o perlomeno non dobbiamo più dare a questo termine lo stesso significato che davamo in passato) come schema rigido o quadro definito di obiettivi da raggiungere, ma la dobbiamo intendere come ricerca costante dei criteri che comunque ci consentano di affrontare l'instabilità e l'incertezza delle situazioni. L'adesione a questi concetti teorici rappresenta oggi in Europa uno dei problemi più importanti da risolvere, perché tutta la nostra cultura, che è fondata sulla certezza e sulla stabilità, è molto più in difficoltà ad affrontare situazioni in costante ed anche profondo mutamento. Que sto è uno degli ostacoli più impegnativi che dovremo affrontare.
Io credo che le linee direttrici o i grandi temi dello sviluppo regionale, anche se faticosamente, siano da ricercare nei prossimi anni (molto pochi rispetto alla durata delle evoluzioni storiche ed infatti la rivoluzione tecnologica, attraverso la quale un intero Paese cerca di adattarsi in tempi rapidi alle profonde trasformazioni che sono sopravvenute, dura da appena una decina di anni) soprattutto con l'adesione alle considerazioni che seguono. 1°) Occorrono un ripensamento, una ristrutturazione e un riadeguamento rispetto ai problemi dell'informazione. La futura società sarà una società dell'informazione ed è quasi inutile dire che rispetto a ciò noi siamo ancora poco attrezzati. I due osservatori, quello del lavoro e quello economico industriale, sono un tentativo di risposta all'esigenza, oggi vitale, di conoscere in tempi rapidi la realtà dell'evoluzione delle situazioni, in considerazione del fatto che i vecchi strumenti non ci forniscono più quadri sufficientemente chiari.
2°) La nuova formazione diventa ancor più importante di quella fornita dalla scuola intesa come processo educativo istituzionalizzato, così come lo conosciamo noi oggi. La nuova formazione dovrà offrire ai lavoratori (e mi riferisco a tutto il mondo del lavoro) la possibilità di adeguarsi ai cambiamenti ed alle nuove finalità richieste.
3°) La qualità, come è stato sottolineato anche in questa discussione, è importante per sviluppare un processo di maggiore qualificazione nella nostra crescita. Questa qualificazione, se vogliamo tradurla in termini pratici, ha due sottocapitoli che si chiamano: innovazione, cioè capacità di seguire in tempi rapidi i processi innovativi, e sviluppo della imprenditorialità locale. In proposito ricordo che non è vero che non esiste una imprenditorialità locale, è vero invece che le forme e la qualità della nostra imprenditorialità non sono a misura della imprenditorialità che oggi è richiesta.
4°) Anche il tema dei servizi è importante e mi pare che ciò sia già stato sottolineato. Indubbiamente uno dei dati che potranno garantire un certo successo al progetto di legge di oggi, agli intendimenti e agli obiettivi delle proposte contenute nel disegno, è appunto la disponibilità di servizi che possono concretizzare in maniera sana i progetti contenuti nel disegno di legge.
5°) Vi è poi il discorso del credito e cioè degli aiuti economici che devono poter rispondere alle esigenze di finanziamento delle iniziative economiche della nostra Regione. Il metodo del la collaborazione e del coinvolgimento nello sviluppo delle energie presenti nella nostra Regione mi pare che sia una scelta che si legittima soprattutto come esigenza dell'attuale fase di sviluppo. La Regione inoltre deve modifica re il suo modo di vertice di una piramide, per spostarsi invece al centro di una intensa attività propositiva e progettuale.
Essa però non deve abdicare ad un suo importante ruolo: la Regione non può motivare i suoi interventi esclusivamente in funzione di una strategia di sviluppo economico, perché deve tutelare le fasce deboli e cioè quelle aree della nostra realtà umana che potrebbero pagare in termini molto pesanti uno sviluppo lasciato per conto suo; comunque un ente pubblico deve prestare attenzione agli sfridi umani che uno sviluppo economico senza controllo potrebbe creare. In questo momento, non distinguendo tra maschi e femmine, ma per fasce di età, mi pare che le aree da proteggere e difendere siano soprattutto quelle giovanili con tutti i risvolti culturali, sociali ed umani che ne possono derivare anche come spreco di energie. L'altra fascia debole, non dobbiamo dimenticarlo, è costituita da coloro che, avendo superato una certa età collocabile oggi intorno ai 40 anni, possono essere esclusi non solo dal circuito economico, ma anche da un circuito culturale, umano e sociale, che impoverirebbe di molto la nostra società.
Con queste considerazioni ed in que sta chiave di lettura, dobbiamo esaminare il disegno di legge che ha la caratteristica della sperimentalità e pertanto non ci dobbiamo fare eccessive illusioni. E' un tentativo, e così rientriamo nella logica dell'instabilità e direi anche con scadenze temporali, proprio perché anche in questi due o tre anni di applicazione del provvedimento, dobbiamo avere il coraggio di verificare, addirittura ogni sei mesi, la compatibilità tra gli effetti dell'attuazione della legge e gli obiettivi proposti.
Rispetto ad alcune osservazioni del Gruppo Comunista devo fare delle precisazioni. Si potrebbe dire che il protocollo d'intesa è stato discusso in Commissione, e questa potrebbe essere una risposta ufficiale. Indubbiamente modificando la posizione dell'ente Regione, molto probabilmente dobbiamo individuare dei nuovi momenti, delle nuove capacità e delle nuove occasioni di confronto che evitino, direi anche che ritardino, lo scollamento tra Consiglio regionale, categorie, associazioni od organizzazioni che vengono coinvolte ed esecutivo. Mi pongo io per primo il problema se l'iter che abbiamo seguito sia perfetto ed inappuntabile; forse non lo è. Comunque abbiamo sperimentato un metodo che andrà affinato, superando le manchevolezze, sicuramente imputabili al sottoscritto, già in occasione del prossimo protocollo d'intesa con le categorie economiche.
In merito ad alcune osservazioni dei Gruppi Comunista e Socialista, voglio fare il punto sulle iniziative intraprese, ricordando che su di esse si sta lavorando in un modo ordinato:
a) la predisposizione della legge quadro sull'artigianato, che sarà uno strumento soprattutto di tipo giuridico-legislativo-organizzativo. Direi che in questa legge quadro non ci dovrebbero essere dei sostegni di tipo economico, perché si tratta di una legge quadro di tipo prevalentemente giuridico-organizzativo;
b) la legge per l'apprendistato, legata alla formazione professionale ed enunciata come progetto nel protocollo d'intesa con le Organizzazioni sindacali;
c) il protocollo d'intesa con le categorie economiche: artigiani, commercianti, industriali e cooperative.
La Giunta è impegnata su queste tre iniziative che credo conterranno anche gran parte delle proposte presenti in vari progetti di legge presentati in questo Consiglio. Il problema è di evitare che questi tre interventi abbiano degli scoordinamenti tra di loro, ma rispondano ad una linea comune in modo che l'insieme dei provvedimenti sia a sostegno della logica di cui parlavo prima.
Per quanto riguarda gli emendamenti presentati dal Gruppo Comunista io vorrei fare un discorso molto obiettivo ed il più possibile serio, almeno nei limi ti che mi competono. Il disegno di legge contiene una scelta e l'ipotesi del Partito Comunista è di allargare una ma glia che secondo me, non dico non seleziona, ma non qualifica più politicamente il provvedimento. Se abbiamo parlato di cassintegrati e cioè se diamo un privilegio ai cassintegrati con oltre 24 mesi di permanenza nella cassa integrazione, ciò è perché noi riteniamo che quelli siano da privilegiare per primi. E' vero che abbiamo aggiunto un comma che consente e consentirà alla Commissione di fare fronte a certe situazioni particolari; è vero che la barriera dei 24 mesi è solo nel progetto n. 1, mentre non c'è per esempio nel lavoro autonomo. L'intento, concordato con le Organizzazioni sindacali, non è quello di discriminare, ma quello di stabilire una priorità e cioè, di fronte alla realtà dei cassintegrati, occorre tenere conto che ci sono dei cassintegrati che, secondo noi, sono da privilegiare perchè sono in cassa integrazione da più di 2 anni. Non si tratta quindi di un discorso di selezione o di privilegio, ma è solo un modo per stabilire delle priorità. Questo disegno di legge vuole affrontare "in primis" la situazione di massima difficoltà che è quella di coloro che hanno già più di 2 anni di cassa integrazione. Pertanto se quest'area della cassa integrazione va ridotta, costoro dovranno essere privilegiati per primi.
Per quanto riguarda le borse di studio, diciamo che questo argomento, che affronteremo in Commissione, potrebbe essere inserito nel quadro "Apprendistato e formazione professionale", così come per i giovani al di sotto dei 20 anni. Per vedere la logica dei gradi di difficoltà in modo schematico, quasi utilizzando delle griglie, diciamo che tra i 15 ed i 20 anni abbiamo una zona dell'apprendistato, che affronteremo.
Tra i 15 ed i 29 anni esistono i contratti di formazione, e abbiamo uno strumento rispetto al quale interveniamo solo con un aiuto nella trasformazione dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato. Esistono poi le fasce in difficoltà: tra i 29 ed i 35 anni, fuori dai contratti di formazione e lavoro, ma ancora dentro la possibilità di concorrere ai concorsi pubblici; massima difficoltà oltre i 35 anni, in cui non c'è contratto di formazione e lavoro, cessa la possibilità di partecipazione ai concorsi pubblici e subentra una imposizione di massima difficoltà soprattutto per le donne. Così appare ben graduato il processo di intervento previsto dal disegno di legge. Il limite dei 24 mesi stabilito per i premi alle aziende è stato motivato dall'esigenza di dover stabilire una priorità nel qualificare l'intervento.
Prima di terminare vorrei invitare la Segreteria della Presidenza del Consiglio a voler aggiungere le cooperative agricole, per le quali non opponiamo alcuna difficoltà, mentre le cooperative che agiscono nell'ambito turistico sono già comprese nelle cooperative di servizio. Per l'emendamento all'articolo n. 15 si tratterebbe soltanto di aggiungere dopo le parole: "...o di servizio", le parole "...o agricole...". Nella serie di emendamenti che abbiamo presentato, c'è solo da aggiungere questa variazione prevista per l'articolo n. 15. Sul problema della rappresentanza nella Commissione diciamo che la nostra preoccupazione non è stata quella di dosare la rappresentanza distinguendo tra maggioranza e minoranza, del resto neppure io rappresento la maggioranza, perché sono lì in quanto responsabile dell'Assessorato. Potrebbero sorgere dei problemi sui tempi di attuazione della legge, ma l'impegno che io mi posso assumere è quello, per esempio, di relazionare mensilmente sui lavori di questa Commissione, in sede di III Commissione. Se, al limite, nell'attuazione della legge verificassimo questa esigenza, potremmo anche modifiche o adattare la legge stessa. La mia preoccupazione personale in questo momento è di arrivare al più presto possibile ad avere questo strumento che è stato adottato per creare le condizioni per diminuire il disagio.
Sull'anticipo della cassa integrazione, mi pare che lo stesso intervento del Consigliere Mafrica sia stato molto riflessivo e di questo gliene devo dare atto. Nessuna Regione e nessuna Provincia ha fatto un intervento diretto in sostituzione dello Stato. Le proposte avanzate fino ad oggi sono il tentativo di correggere una disfunzione degli organi dello Stato. Sono state seguite alcune vie per superare questa situazione che indubbiamente, ma di questo ne siamo tutti convinti, pesa sui lavoratori in cassa integrazione. Stiamo attenti perché la via scelta a Trento non responsabilizza né l'organo provinciale, né altri organi pubblici, ma l'Associazione degli Industriali, che all'organo pubblico fornisce solo delle garanzie. E' una via percorribile e sulla quale è il caso di riflettere, però devo onestamente dire che l'articolo 23 del disegno di legge ci apre una porta su questa possibilità. Prima però sperimenteremo e vedremo anche in questo caso la capacità, anche quella degli enti locali, opportunamente supportati, di fare fronte o di predisporre progetti nei singoli comuni.
In conclusione, la maggioranza prenderà una posizione di astensione sugli emendamenti presentati, anche perchè una gran parte di loro è già stata presentata dal sottoscritto, sebbene si trattasse di proposte e di emendamenti suggeriti da vari settori.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta Rollandin; ne ha facoltà.
ROLLANDIN (U.V.): Je crois que le débat que nous avons suivi, a repris dans son ensemble l'idée qui avait été exposée au moment où l'assemblée régionale avait présenté une proposition à propos de la difficulté de trouver des alternatives au problème de l'emploi. Si d'un côté nous pouvons prévoir une identité nouvelle par l'engagement de l'Administration régionale vis-à-vis du problème de l'emploi dans son ensemble, d'un autre côté, nous proposons de voir aujourd'hui si, en donnant aux différentes catégories de travailleurs, soit l'assistance technique, soit l'assistance économique, il pourra y avoir un engagement individuel ou collectif, au niveau des différentes coopératives dans notre Région.
Je crois que dans cette idée il y a la synthèse du pari que nous sommes en train de tenir et que nous pourrons vérifier dans le délai de 6 mois, une année. C'est à ce moment que nous pourrons voir si, en donnant de l'argent pour l'assistance technique, les catégories intéressées pourront et sauront utiliser ces instruments. C'est là, je crois, le sens qui s'insère dans un programme plus général des activités de l'Administration régionale. Ce sera justement à ce moment que nous pourrons vérifier si les instruments que nous allons examiner et approuver aujourd'hui sont suffisants pour trouver une première solution au problème du travail dont nous avons longuement discuté pendant ces journées.
Voilà le sens et le côté important, mis à part ce qu'a déjà dit l'Assesseur sur le problème plus spécifique, de ce projet de loi. Je crois qu'il est tout-à-fait normal de soumettre à l'attention du Conseil les différents secteurs et surtout les projets déjà définis. Au cours des discussions avec les forces syndicales, la difficulté avait été d'arriver à un moment qui pouvait prévoir cette collaboration aux différents niveaux, afin de pouvoir donner à l'assemblée régionale la possibilité de s'insérer dans ce discours et de prévoir cette collaboration pour résoudre le problème plus général de l'emploi.
PRESIDENTE: Si comunica che è rinviata alle Commissioni consiliari competenti, la proposta di legge n. 197, concernente: "Provvedimenti in materia di occupazione", per la trattazione congiunta con l'analoga proposta della Giunta regionale. Inoltre, viene ritirata dai presentatori la proposta di legge n. 44, concernente: "Costituzione presso la Finanziaria regionale di un fondo speciale di anticipazione di integrazioni salariali".
Il Consiglio prende atto, concordando.