Oggetto del Consiglio n. 1598 del 6 novembre 1985 - Resoconto
OGGETTO N. 1598/VIII - RITARDI NELL'EFFETTUAZIONE DI ANALISI CLINICHE PRESSO I SERVIZI DELL'ENTE OSPEDALIERO REGIONALE. (Interpellanza)
PRESIDENTE: Do lettura dell'interpellanza presentata dai Consiglieri Torrione e Breuvé:
INTERPELLANZA
Se è pur vero che il Servizio sanitario regionale presenta manchevolezze e disfunzioni piuttosto accentuate, non si era ancora verificato che per essere sottoposti ad un semplice esame dovessero intercorrere oltre cinque mesi fra il momento della prenotazione e quello della sua effettuazione.
Il caso, d'altronde piuttosto clamoroso anche per le conseguenze facilmente intuibili, si riferisce ad un tipo di esame vascolare chiamato "doppler" eseguito presso uno specifico reparto dell'Ente Ospedaliero regionale.
E' chiaro a quali rischi può andare incontro un paziente prima di essere in possesso dei risultati di un esame del genere, visto e considerato che in cinque mesi tutto può succedere...
Tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali del P.S.I.
INTERPELLANO
l'Assessore competente per conoscere:
a) quali sono i motivi che determinano questo assurdo ed inconcepibile ritardo nell'effettuazione dell'esame vascolare "doppler" presso i Servizi dell'Ente Ospedaliero regionale;
b) entro quali tempi si prevede di porre rimedio ad un inconveniente del genere;
c) quali provvedimenti può o deve adottare la Giunta regionale per eliminare questa paradossale situazione che grava su un'utenza sempre più sconcertata e mal disposta a sopportare specie le disfunzioni di strutture a carattere sanitario.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Torrione; ne ha facoltà.
TORRIONE (P.S.I.): Per un puro caso le due interpellanze sono discusse una dopo l'altra e quindi parliamo ancora di sanità. Abbiamo ascoltato con piacere le notizie tranquillizzanti dell'Assessore, ma io purtroppo devo far conoscere al Consiglio un caso piuttosto clamoroso e questa mia illustrazione potrebbe anche essere intitolata: "Di analisi si può anche morire". Tuttavia non voglio fare della sciocca ironia su un problema così importante e perciò dico semplicemente di essermene occupato, perché un cittadino qualsiasi si è rivolto ad un Consigliere regionale per esporgli una situazione che presenta degli aspetti piuttosto preoccupanti.
Nel reparto di chirurgia vascolare dell'Ospedale regionale di Aosta occorrono oltre sei mesi per ottenere gli esiti di un'analisi. Per essere più esatti, dal momento della prenotazione all'U.S.L. fino all'effettuazione dell'analisi, passano cinque mesi e dieci giorni. Io ho manifestato la mia incredulità, ma l'interessato mi ha portato la copia della prenotazione effettuata presso l'U.S.L. Certamente in cinque mesi e dieci giorni possono succedere tante cose e, per combinazione, il paziente era già stato operato presso lo stesso reparto e necessitava di un ulteriore esame che in termine strettamente tecnico è definito "doppler".
Ho voluto perciò approfondire il caso e sono andato alla ricerca del perché di questa disfunzione all'interno dell'Ospedale regionale ed ho scoperto che essa è dovuta alla situazione in cui si trova l'intero reparto di chirurgia vascolare. Il reparto in oggetto esiste sulla carta ma ha una sua operatività molto limitata perché è temporaneamente accorpato al reparto di chirurgia donne, dove è anche ospitato. Non solo quindi ha una limitata disponibilità di letti, ma ha anche una limitata possibilità di utilizzare la sala operatoria, che è a disposizione dei sanitari preposti alla direzione del reparto, una sola volta alla settimana.
Il ritardo nella effettuazione delle analisi è di circa sei mesi, ma, con gli attuali ritmi operatori e dando giustamente priorità ai casi più urgenti, ho scoperto che occorrono esattamente tre anni per l'asportazione della vena safena, che in termini tecnici è chiamata "safenectomia". Questo problema merita una certa attenzione ed un certo approfondimento, anche se io mi rendo conto che è difficile offrire maggiori opportunità ai reparti più costretti in spazi ristretti, fino a quando non si aggiungerà un'altra ala all'edificio ospedaliero. Tuttavia io credo che l'Assessore possa comunque intervenire per evitare che, come nel caso in esame, lo spazio riservato al laboratorio di analisi sia solo quello ricavato da una specie di sottoscala.
Questo intervento potrebbe consiste re nel dotare il reparto di qualche locale in più e ripartendo in modo più equilibrato e proporzionato al numero degli infermieri all'interno dell'Ospedale, i letti destinati alle degenze tenendo conto delle effettive necessità. Suggerisco una ripartizione più equa in attesa della costruzione dell'altra ala che dovrebbe risolvere tutti i problemi.
Ho voluto portare a conoscenza del Consiglio questa situazione e spero che l'Assessore mi dia delle risposte pertinenti, anche perché il problema non è certamente di secondaria importanza per ché riguarda la qualità della vita dei cittadini e la salute di noi tutti.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola l'Assessore alla Sanità ed Assistenza Sociale Voyat; ne ha facoltà.
VOYAT (U.V.): Partecipando a vari convegni che si svolgono periodicamente in Italia e che hanno per oggetto questioni sanitarie si viene a sapere che per certi ricoveri, anche in alcune città vicine, come Torino, ci vogliono due anni; che per certi esami, come quelli che richiedono l'uso del TAC e che noi facciamo normalmente in quindici o venti giorni, sempre riferendoci a Torino, vi vuole un anno o un anno e mezzo. Non voglio certamente dire che "mal comune è mezzo gaudio", però si tratta di fatti che purtroppo succedono.
Per quanto riguarda il "doppler", diciamo che gli esami vengono fatti immediatamente per i ricoverati, che in genere rappresentano anche i casi più gravi, ma aggiungiamo anche che, stando alle medie delle statistiche nazionali, nessuno prevedeva una crescita così vistosa delle richieste per questo tipo di esami al momento dell'istituzione dell'unità operativa di chirurgia vascolare. In ogni caso, un certo aumento di queste richieste si verifica un po' dovunque quando ci sono nuove opportunità di analisi o di controlli.
Una delle cause dipende anche dal reparto di cardiologia: i vecchi ricoverati infatti erano sottoposti ad un certo tipo di analisi, mentre, da quando è stata istituita la chirurgia vascolare con l'attrezzatura per gli accertamenti con il doppler, tutti i cardiologi sottopongono i pazienti a questo tipo di esame. Anche i medici generici del servizio territoriale, forse perché male informati, richiedono l'esame doppler per tutti i pazienti che presentano un piccolo problema di circolazione o altri sintomi particolari: ne consegue perciò un'inflazione, quasi paurosa, di richieste per questo genere di esame che, dai colloqui avuti con i responsabili di questo reparto, non sempre sembrano pertinenti o necessarie. Tutto ciò ha contribuito a determinare una grave situazione di disagio presso l'Ospedale di Aosta.
Quali sono le difficoltà più evidenti sulle quali noi possiamo intervenire? La prima dipende dalla presenza di due soli medici che operano nel campo della chirurgia vascolare e che quindi sono abilitati ad effettuare gli esami doppler; la seconda difficoltà era legata alla carenza di personale infermieristico specializzato. Ho detto "era", perché da circa dieci giorni è stata assegnata al reparto un'altra infermiera professionale con la funzione di assistere il medico in questo genere di analisi; la terza difficoltà è costituita dall'assenza di locali idonei. Da circa un anno abbiamo chiesto al Comune di Aosta un parere sull'espansione volumetrica dell'Ospedale, ma non abbiamo ancora ottenuto risposta, eppure dobbiamo reperire gli spazi necessari. Il doppler è stato messo in un sottoscala perché era l'unico locale disponibile; in via del tutto provvisoria cercheremo di trovare altri locali vicini al reparto di radiologia. Se la risposta del Comune di Aosta ci fosse pervenuta subito dopo la richiesta, noi avremmo già potuto provvedere alla ristrutturazione di quelle parti dell'Ospedale che sono ancora vuote, come l'ex pronto soccorso e le ex sale operatorie, dove avremmo potuto fare gli ambulatori per il doppler, il centro doppler per la chirurgia vascolare e per la neurochirurgia, e avremmo potuto anche risolvere provvisoriamente la questione dei posti letto.
Ha ragione il Consigliere Torrione quando dice che bisognerebbe ridurre una unità operativa per dare posti letto alla chirurgia vascolare, però io voglio sapere anche quale dovrei ridurre. Poiché non abbiamo dei locali del tutto liberi, non mi basta sapere che un reparto ha bisogno di sedici posti letto, io vorrei che mi si consigli a quale altro reparto li dovrei togliere. Basterebbe, comunque che il Comune di Aosta desse parere favorevole al piano volumetrico che abbiamo già presentato per predisporre i progetti esecutivi di almeno una parte dei lavori per far entrare in funzione i quattordici o sedici posti letto già discussi e concordati con i responsabili del reparto, altrimenti, per il momento, non c'è nessun'altra possibilità. Ricordo che a dicembre verrà svolto un concorso per risolvere la questione del personale medico mentre è già stato risolto il problema inerente all'infermiera professionale.
Cercheremo di reperire locali liberi per dare una sistemazione più adeguata rispetto all'attuale, anche se non ancora idonea allo scopo, per gli esami doppler. E nel contempo aspetteremo di poter fare questo "benedetto" ampliamento, non appena il Comune di Aosta ci avrà dato la concessione edilizia.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Torrione; ne ha facoltà.
TORRIONE (P.S.I.): Io mi rendo perfettamente conto del fatto che il problema non è di facile soluzione e do anche atto all'Assessore che il discorso sanitario, nell'ambito del territorio valdostano, non presenta certo quegli eccessi negativi che si verificano invece in altre parti d'Italia. Però dico anche che è meglio paragonarci con chi sta meglio e non con chi sta peggio, perché in questo caso stiamo parlando di problemi sanitari.
Probabilmente il ritardo alla soluzione di questi problemi è dovuto anche alla mancata risposta del Comune di Aosta sull'ampliamento dell'Ospedale. Io non entro nel merito però consiglierei all'Assessore di fare una piccola verifica interna, perché io ho ricavato la netta sensazione che alcuni reparti siano sovradimensionati rispetto alle reali necessità, mentre altri siano addirittura sottodimensionati.
Qualunque intervento all'interno dell'Ospedale può toccare interessi e aspetti positivi e negativi, ma io non mi faccio paladino di nessuno, ho solo cercato di denunciare in termini molto obiettivi una situazione di fatto. Tuttavia non possiamo aspettare la risposta del Comune di Aosta senza assumere le decisioni più opportune che il caso merita, riducendo, come io mi auguro, almeno parzialmente il ritardo di 6 mesi nella effettuazione delle analisi, con l'assegnazione al reparto di una infermiera professionale e sistemando altrove il laboratorio, come promesso dall'Assessore e con soddisfazione di tutti. All'interno dell'Ospedale però esiste una situazione di malessere dovuta anche ad altri problemi ed io annuncio che svolgeremo, nei limiti del possibile, un'indagine approfondita e fare mo conoscere i suoi risultati al Consiglio.