Oggetto del Consiglio n. 1599 del 6 novembre 1985 - Resoconto
OGGETTO N. 1599/VIII - PETIZIONE PER IL LAVORO - PRESA D'ATTO.
PRESIDENTE: Signori Consiglieri, avete già avuto la petizione avanzata nel maggio del 1985 da alcuni abitanti della Valle d'Aosta e le risposte che in tempi successivi sono pervenute dall'Assessore all'Industria e Commercio e dall'Assessore all'Agricoltura e Foreste. Oggi ho fatto distribuire anche la risposta inviata dall'Assessore ai Lavori Pubblici. Se vi sono delle proposte do la parola a chi intende replicare.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cout; ne ha facoltà.
COUT (P.C.I.): Vorrei sottolineare alcuni aspetti particolari di questa petizione che è stata presentata intorno alla metà di maggio. Si tratta non a caso di una petizione molto semplice proprio perché, da quanto mi risulta e stando alle intenzioni di questi giovani, voleva essere molto seria e soprattutto non strumentalizzabile, tant'è che è stata presentata dopo le ultime elezioni per non essere ritenuta una "piazzata".
L'urgenza è dipesa dal fatto che alcuni problemi di lavoro, anche se temporanei, potevano essere risolti solo nel periodo estivo. Le firme raccolte ammontano a 350 e mi si diceva che avrebbero potuto essere anche molte di più, 500 o 600, perché le persone interessate sono molto numerose.
Anch'io ho avuto la risposta con i dati forniti dagli Assessorati all'Industria, all'Agricoltura e Foreste e ai Lavori Pubblici. Dico subito però che questi ultimi dati mi hanno lasciato abbastanza perplesso, perché elencano una serie di situazioni senza risolvere, se non in minima parte, il problema. Ad esempio i dati forniti dall'Assessorato all'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti, ci ricordano degli interventi per il recupero dei posti di lavoro in alcune aziende, però dimenticano alcune cifre molto importanti, su quelle e su altre aziende, inerenti la situazione precedente e la situazione attuale. Mancano ad esempio i dati di tutte le industrie sulle quali gravitavano diverse persone che ora sono in cassa integrazione, oppure hanno perso il posto di lavoro. Alcune persone di Montjovet gravitavano ad esempio sulla Châtillon; altre persone, sempre di questa zona che interessa una parte della VI Comunità Montana, gravitavano sull'ILLSA VIOLA che dal 1979 al 1984 ha subito un calo occupazionale dalle 1112 unità alle 588. Anche la DELTASIDER di Verrès ha avuto un calo dalle 216 alle 125 unità. La Panto di Verrès è scesa dalle 38 alle 31, sempre dal 1979 al 1984. La TECNOMEC ha visto un calo dalle 48 alle 37 unità. Anche l'Alluver, della quale si parla nella relazione dell'Assessorato e della quale si mettono in evidenza i nuovi posti che verranno creati dalla Balzano e dalla Veralco, non raggiungeranno mai i 100 e più dipendenti che la stessa azienda aveva negli anni precedenti. Così pure nella stessa relazione non vengono riportati i dati della SIV di Arnad che è passata dalle 177 unità del 1979 a nessun dipendente nel 1984 e quelli della Fortuna West che è passata da 161 dipendenti a zero. Anche altre aziende in crisi a Hône occupavano alcune persone di questa zona....
Direi quindi che il bilancio complessivo non è così positivo come può apparire dai dati che ci sono stati forniti, essa è anzi molto grave e richiede un intervento appropriato.
Occorre fare alcune considerazioni anche sulla forestazione partendo proprio dai dati che ci sono stati forniti. Si dice ad esempio che negli anni '70, quando i livelli occupazionali nelle aree industriali della zona diminuirono paurosamente, furono prodotti sforzi notevoli per creare nuovi posti di lavoro nel campo della forestazione e si passò dai 40 ai 200 addetti, mentre, sempre nella relazione, si dice che le persone occupate ora nel campo della selvicoltura e residenti nella Comunità Montana in argomento risultano essere 120, alle quali dovrebbero essere aggiunte i 30 residenti che però lavorano da altre parti. Si dice inoltre che il settore ha risposto in modo più che soddisfacente all'istanza di lavoro e si avanza l'ipotesi dell'impossibilità di dilatare ulteriormente i livelli occupazionali esistenti.
Quindi sono d'accordo sulla seconda parte di questa definizione che viene data. Tuttavia come in passato sono sta ti creati 200 posti di lavoro, forse altrettanto si potrebbe fare oggi. Dalle iscrizioni all'Ufficio di Collocamento risulta che non sono stati assunti in prevalenza giovani o donne, e forse era anche logico, ma risulta che sono state assunte persone qualificate che avevano già lavorato presso la forestazione per almeno 51 giornate. Questa soluzione quindi non ha assolutamente contribuito a risolvere i problemi delle persone maggiormente colpite dal fenomeno e cioè i giovani e le donne.
Dalle cifre fornite dall'Assessorato ai Lavori Pubblici risulta che i cantieri di lavoro non sono aumentati in modo consistente, anche se è vero che, proprio in questo momento in cui si sen te più impellente l'esigenza di una prospettiva di lavoro, i cantieri scuola dei Lavori Pubblici, e ciò non è mai accaduto fino a quest'anno, hanno assunto un numero abbastanza consistente di don ne. Esse, ad esempio ad Issogne, si sono messe a lavorare in cantieri di lavoro spesso non richiesti neanche dai maschi, per integrare uno stipendio che spesso risulta piuttosto modesto. Malgrado tutto ciò alcune donne hanno chiesto di lavorare nei cantieri di lavoro della forestale ed anzi sarebbero state ben contente di poter continuare a lavo rare anche nei cantieri in economia della Regione, dove la paga è molto più appetibile. Pertanto anche in questo settore non abbiamo dato un grande contributo alla soluzione del problema occupazionale che rimane quasi inalterato e grave.
Sempre dal 1979 al 1984 in Valle d'Aosta abbiamo perso ben 2909 posti di lavoro: quasi 2000 nella siderurgia, 500 e più nella chimica, 500 e più nel tessile e 11 presso altre industrie. Una relazione del direttore dell'Ufficio del lavoro di Aosta, tenuta a Stresa nel maggio di quest'anno, ricorda che, poiché si va incontro ad una deindustrializzazione, la situazione dell'occupazione è precipitata ed è resa ancora più grave dalla presenza dei cassintegrati che sono passati dai 200 del 1979 ai 1200 del maggio di quest'anno.
A suo tempo analizzando questa situazione avevamo indicato che i cassintegrati che in Valle d'Aosta non avrebbero avuto la possibilità di rientrare nel loro posto di lavoro erano oltre 700. Se poi osserviamo la situazione della Comunità Montana in questione, scopriamo che, mentre gli iscritti all'Ufficio di Collocamento sono aumentati di 730 unità in tutta la Valle, in quella sola Comunità sono passati da 72 uomini e 186 donne nel 1980 a 129 uomini e 229 donne nello scorso anno. Sono cifre che incidono in percentuale in misura molto maggiore rispetto alle altre Comunità Montane.
Questa petizione pone quindi all'attenzione del Consiglio regionale un problema veramente serio e per il quale va trovata una soluzione urgente. Fino a questo momento, infatti, diciamocelo chiaramente, sono stati trovati posti di lavoro in quantità piuttosto consistente rispetto al totale, solo con contratti di formazione e lavoro. Con questa particolare forma di contratto alcune industrie e alcuni artigiani della zona hanno assunto un buon numero di giovani e di donne, il loro numero però è ancora piuttosto modesto rispetto al totale dei disoccupati.
Questa petizione è più che logica, anche se è stilata in modo piuttosto semplice, perché non spetta ai giovani indicare le soluzioni, ma spetta ai giovani chiedere alla Giunta ed al Consiglio una soluzione per i loro problemi. L'Assessorato fa cenno ad un protocollo d'intesa che dovrà avere un seguito e soprattutto dovrà rendere possibili quegli interventi che più premono in questo momento. A suo tempo anche noi avevamo presentato in Consiglio una legge per interventi più o meno simili a quelli che sono anche contemplati nel protocollo d'intesa, però, mentre il proto collo d'intesa ha bisogno di una legge che gli consenta di diventare operativo, la nostra legge indica già alcuni interventi. Essa è ancora in attesa di discussione fin dal mese di aprile, proprio mentre il problema più grosso è che questi interventi vengano effettuati nel più breve tempo possibile.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola l'Assessore all'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti, Lanivi; ne ha facoltà.
LANIVI (D.P.): Credo di poter rispondere al Consigliere Cout dicendo che non sono stati citati dei dati perché non erano stati richiesti e quindi la risposta, necessariamente sintetica, può non averlo soddisfatto specie per quanto concerne alcune precisazioni inerenti alla petizione. Tuttavia le cifre testimoniano senz'altro lo sforzo che la Regione sta facendo per fronteggiare un fenomeno che non ha dimensioni regionali e non ha origine nella nostra Regione. Si tratta infatti di un grande processo, che in questo momento interessa tutte le società industriali, definito "deindustrializzazione", con il quale le industrie di grandi dimensioni, a causa della rivoluzione tecnologica in atto, tendono a mantenere o addirittura ad aumentare i livelli produttivi, diminuendo però fortemente il numero degli occupati.
La relazione segnala una serie di interventi che l'Amministrazione regionale ha fatto e sta facendo non solo per sostituire quasi meccanicamente le varie attività produttive, ma per poter ristrutturare il settore economico-industriale della nostra Regione, passando da una struttura industriale fondata su pochi insediamenti di grandi dimensioni e con produzioni di base (Mi riferisco prevalentemente alla siderurgia, alla chimica e all'industria tessile, settori definiti "maturi" e che si stanno addirittura spostando dalle grandi aree tradizionali europee verso altri Paesi), a nuovi insediamenti industriali di dimensione più ridotta e con una produzione e processi produttivi più vicini alla realtà del tempo presente e del futuro più prossimo.
Queste considerazioni servono solo ad indicare il limite stesso della petizione che chiedeva in modo particolare quali provvedimenti concreti erano stati adottati. Mi preme poi sottolineare che quando si parla di "urgenza" è opportuno ricordarsi che i tempi di attuazione non sono determinati dalla Regione, perché, come ho già dichiarato altre volte e non voglio dilungarmi oltre su questo aspetto, la Regione può contare solo su una dimensione molto ridotta di imprenditorialità locale.
L'esigenza di "iniezioni di imprenditorialità", che vuol dire ricercare e selezionare imprenditori affinché venga no in Valle d'Aosta e sostenere la piccola imprenditorialità locale, è perseguita dall'Amministrazione regionale non senza incontrare difficoltà o problemi, come del resto è facilmente immaginabile. Ho già fatto notare che la presenza di industrie di grandi dimensioni in Valle d'Aosta non ha propiziato il fiorire ed il crescere di una imprenditorialità locale e questo per la natura stessa delle grandi imprese presenti. Non si tratta infatti di operazioni che possono venir determinate con provvedimenti legislativi della Giunta o del Consiglio regionale, ma si tratta di fenomeni che la responsabilità politica può solo sostenere, affiancare e rafforzare ed è questo appunto che tentiamo di fare.
Per quanto riguarda invece il protocollo d'intesa con le organizzazioni sindacali, ricordo che la legge di attuazione è già stata approvata dalla Giunta regionale e, come abbiamo deciso ieri, verrà presentata all'esame della I e III Commissione in seduta congiunta e quindi dovrebbe arrivare all'esame del Consiglio per la fine di questo mese. Ricordo a questo proposito che la Giunta ha rispettato pienamente i tempi stabiliti: il protocollo per i progetti 3, 4 e 5, è stato firmato il 21 giugno e proprio il 21 ottobre s'è svolto l'in contro finale con le organizzazioni sindacali.
Vorrei anche sottolineare che il metodo di lavoro seguito ha mirato a coinvolgere i rappresentanti delle categorie dei lavoratori. Questa procedura così democratica qualche volta è pagata in termini di tempo, però può garantire il consenso più ampio anche alle soluzioni preverificate o comunque confrontate.
Voglio infine segnalare il convegno di sabato prossimo che ritengo importante anche per acquisire dati, esperienze e confronti con le altre realtà regionali. In effetti di fronte a questo grosso problema, che non è solo economico, ma anche sociale e politico, si stanno misurando tutte le realtà regionali. In questo momento pare addirittura che le dimensioni regionali siano, nel medio termine, le più idonee, per la conoscenza dei dati reali dei problemi e per la maggiore rapidità negli interventi ad affrontare tali problemi che, se trascurati, rischiano di diventare esplosivi. Il convegno di sabato prossimo, che non sarà né il primo e né l'ultimo, è uno spiraglio per la soluzione di questo problema e può darci un'idea di ciò che si sta facendo in questo settore nelle altre Regioni, a livello nazionale ed internazionale.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta Rollandin; ne ha facoltà.
ROLLANDIN (U.V.): Je crois que, sans doute, les réponses qui ont été données aujourd'hui et les documents présentés sur ce problème de l'emploi, ne sont pas suffisants pour éclaircir l'engagement de l'Administration régionale vis-à-vis du problème qui - ici je partage entièrement ce qu'a dit le Conseillez Cout - est grave surtout en ce moment.
Je crois que pour voir si l'Administration régionale sera à même de donner une réponse sérieuse au problème de l'emploi, on peut examiner quatre points fondamentaux. Le premier concerne l'activité de la FINAOSTA: il faut voir de quelle façon nous pourrons examiner et sans doute donner des indications précises sur l'activité de la FINAOSTA, et je crois que nous avons déjà annoncé un débat à ce sujet.
L'autre problème que je retiens indispensable pour l'Administration régionale, c'est de voir à quel niveau on peut s'insérer sur l'activité qui est décidée pour l'industrie publique, c'est-à-dire COGNE - FINSIDER. Troisième point qui sera examiné au moment de la présentation du budget pour le 1986 et les années suivantes: il faudra voir si nous pourrons transférer directement les possibilités financières de l'Administration régionale et les traduire en place de travail, c'est-à-dire voir dans les différents secteurs si par les plans, les programmes de l'Administration régionale pourront répondre aux indications que nous connaissons déjà et qui n'attendent justement qu'une réponse.
Le quatrième point fondamental c'est la formation professionnelle et l'école. Là il faudra voir si nous serons à même de mettre les bureaux de la formation professionnelle à même de traduire et surtout de prévoir une réorganisation, de travailler avec les bureaux du travail pour avoir ce que j'appellerais la photographie immédiate de la situation régionale, afin de voir comment la changer. En effet nous savons très bien qu'il ne suffit pas d'avoir les données que le Conseiller Cout a justement lues, car elles ont déjà changé: chaque mois les données changent malheureusement et toujours en pire. Alors il faut avoir la possibilité de coordonner les différentes activités pour donner une réponse soit pour la formation professionnelle, soit pour l'école. Pour ce qui est de l'école, il faudra chercher la façon et surtout les orientations pour que les jeunes puissent suivre certaines indications régionales.
Ce matin nous avons beaucoup discuté des difficultés que nous avons au niveau sanitaire. Il faut avouer clairement que, malgré les efforts, très peu d'attention a été portée aux indications régionales sur les possibilités d'emploi dans le secteur sanitaire. Les requêtes pour faire l'école d'infirmières sont très peu nombreuses par rapport aux exigences et je ne cite qu'un secteur. Ce sont déjà des années que nous sommes en train de travailler sur ce problème, malgré cela nous avons encore des difficultés: nous sommes en train de voir ce que nous pourrions faire pour améliorer les indications au niveau de l'école.
Voilà les points fondamentaux sur l'activité de l'Administration régionale, ou comment l'Administration régionale se propose de réagir.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Mafrica; ne ha facoltà.
MAFRICA (P.C.I.): Io vorrei solo sottolineare l'importanza di due esigenze che sono state appena ricordate dal Presidente della Giunta. La prima è quella relativa al problema dei dati: non è possibile infatti che una Regione come la nostra che ha solo 112.000 abitanti non sia in grado, attraverso i suoi Comuni, di conoscere mensilmente la situazione occupazionale.
Gli ultimi dati che ho visto io, forniti da servizi della Regione, indicano per l'ultimo anno un crollo spaventoso nel settore industriale, che, se non ricordo male, fa scendere a meno del 30% il numero degli occupati nell'industria, dei quali il 10% nel solo settore delle costruzioni. Ne consegue pertanto che la percentuale degli occupati nel settore industriale propriamente detto scende sotto il 20%. A quale livello si attesterà quando saranno terminate e ristrutturazioni dell'ILSSA e della Cogne? Io ritengo che sia possibile dare una risposta a questo interrogativo che pure richiede una buona conoscenza delle necessità del mercato, ma una Regione come la nostra ha certamente gli strumenti finanziari e tecnici per risolvere il problema.
La seconda questione riguarda il modo in cui affrontiamo questo insieme di problemi. L'iniziativa dell'Assessore, tesa a convocare un convegno per l'analisi delle politiche regionali del lavoro, è certamente interessante. Tuttavia è opportuno che la Giunta regionale nel convocare alcuni convegni eviti di organizzarne due nello stesso giorno. Io mi occupo un poco del settore sanitario e quindi sono interessato a seguire il convegno sugli anziani, però nello stesso giorno si svolge anche quello sulla politica del lavoro e pertanto non so a quale dei due partecipare.
Dicevo comunque che occorre trovare il modo e il tempo per una riflessione di più lungo periodo, perché ho l'impressione che noi affrontiamo le diverse questioni sotto l'impatto dell'urgenza senza dedicare il tempo necessario ad un'impostazione di più largo respiro, e questo si verifica un pò in tutti i campi. Il Presidente della Giunta faceva poc'anzi alcune considerazioni sul problema sanitario, io però ho visto un elenco di 500 medici che chiedono di essere inseriti nelle convenzioni, di cui una cinquantina valdostani!
(...INTERRUZIONE...)
E facciamo fare ai medici gli infermieri! Non lo so... è una battuta, ma non è possibile che da una parte ci sia una così grande disponibilità di medici e che dall'altra non si riesca ad affrontare questo problema. Chiedo quindi che si svolgano dei confronti che ci permettano di avere una visione più complessiva per non dover rincorrere, come fate voi, ma come in una certa misura siamo costretti a fare anche noi, e varie situazioni che si presentano.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola l'Assessore all'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti Lanivi; ne ha facoltà.
LANIVI (D.P.): Vorrei fare due brevi considerazioni sull'intervento del Consigliere Mafrica. La prima riguarda la conoscenza dei dati. In questo momento, anche riferendomi alla stampa nazionale, risulta quasi impossibile avere una conoscenza precisa delle situazioni che interessano questo problema, perché i dati forniti sono talmente contraddittori da rendere sempre più attuale e costante l'esigenza di dover ridefinire il modo in cui poter conoscere il mercato del lavoro. Molti ad esempio avranno notato come graduatorie e classifiche diverse ci pongano al primo o all'ultimo posto, sempre intorno al problema dell'occupazione. Pochi giorni fa un giornale molto affermato a livello nazionale ci indicava come la Regione con il minor indice di disoccupazione e chissà da dove ricavava quei dati. Oggi gli stessi uffici del lavoro non sanno fornire un quadro esatto della situazione dell'occupazione. Tuttavia l'Osserva torio del mercato del lavoro e l'Osservatorio economico ed industriale sono due punti programmatici contenuti nel protocollo d'intesa, per la realizzazione dei quali abbiamo già fissato delle scadenze. Per l'Osservatorio del mercato del lavoro la scadenza è riferita a sei mesi dalla data della sottoscrizione del protocollo, il che vuol dire che si arriverà alla fine di quest'anno.
Vorrei ancora aggiungere che il discorso è venuto via via dilatandosi, mentre la petizione in definitiva poneva un problema molto preciso su ciò che si sta facendo in quella zona e di questa richiesta così precisa risentono anche le risposte che sono necessariamente sintetiche e puntuali, e non hanno il taglio generale che sta emergendo da questi discorsi.
Dicevo comunque che stiamo portando avanti un discorso analogo con le varie categorie economiche per raggiungere un'intesa anche con loro. E' giustissimo il rilievo mosso per la concomitanza dei due convegni e come spiace ai Consiglieri che hanno sottolineato l'inconveniente, così spiace anche alla Giunta. Purtroppo ci sono dei limiti che non dipendono da noi come ad esempio la disponibilità degli oratori ad essere presenti in un giorno piuttosto che in un altro. Anche nel convegno per l'occupazione avremmo voluto un oratore molto prestigioso che però ci ha dichiarato d'essere impegnato per tutto il 1985 e quindi avremmo dovuto aspettare il 1986, così come altri oratori erano disponibili per questo sabato e non per un altro. Comunque è un rilievo che dovremo tenere presente, anche perché costringe i Consiglieri regionali a farsi sostituire.
IL CONSIGLIO PRENDE ATTO