Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1573 del 23 ottobre 1985 - Resoconto

OGGETTO N. 1573/VIII - NECESSITA' DI SALVAGUARDARE IL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO ESISTENTE IN FREGIO ALLA COSTRUZIONE DI UN PARCHEGGIO PLURIPIANO IN AOSTA. (Interpellanza).

PRESIDENTE: Do lettura del testo dell'interpellanza in oggetto:

INTERPELLANZA

I lavori di costruzione del parcheggio pluripiano da realizzarsi nell'ambito territoriale del Comune di Aosta e più precisamente nell'ex area Rizzardi, in fregio a Via Carrel, hanno subito ritardi che non possono essere ulteriormente tollerati anche perchè per tutto il periodo estivo il cantiere è rimasto pressoché inattivo con gravi conseguenze non solo sui tempi di realizzazione ma anche sotto il profilo dell'inevitabile lievitazione dei costi..

A prescindere da questo aspetto peraltro preoccupante esiste un altro elemento che non può destare perplessità e sconcerto, trattandosi di lavori che vengono effettuati praticamente a ridosso di un tratto consistente dell'antica cinta delle mura romane.

Ora lo scavo ed alcuni interventi di contenimento sfiorano addirittura se non intaccano le fondazioni delle mura in questione in quanto realizzati a pochissima distanza (1-2 metri) ed in contrasto con quelle che sono le disposizioni vigenti in materia che, benchè risalenti al lontano 1939, hanno tuttora la loro validità.

Infatti l'art. 21 della legge 1° giugno 1939 n. 1089 (Tutela delle cose di interesse storico ed artistico) precisa che vengono messe in atto delle competenti autorità tutte le misure atte "ad evitare che sia messa in pericolo l'integrità delle cose immobili soggette alle disposizioni della presente legge, ne sia danneggiata la prospettiva o la luce e ne siano alterate le condizioni di ambiente e di decoro".

Ora parte di queste prescrizioni sono state apertamente violate per cui anche ad un occhio disattento ed inesperto non può sfuggire come non siano stati perlomeno turbati gli equilibri ambientali e di tutela delle vestigia romane di cui trattasi.

A prescindere da queste considerazioni, che possono avere implicazioni di altra natura, si vocifera altresì di una possibile variante tendente a modificare in maniera sostanziale l'impostazione del progetto iniziale con la costruzione di un edificio destinato a stazione dei pullman in contrasto con la previsione di realizzare non solo il parcheggio ma anche i relativi servizi nei piani sotterranei.

E' evidente che una simile eventualità potrebbe compromettere in maniera definitiva l'assetto dell'intero comparto archeologico con danni di incalcolabile gravità sul piano della conservazione e della valorizzazione del patrimonio archeologico cittadino.

Tutto ciò premesso i sottoscritti Consiglieri regionali

INTERPELLANO

l'Assessore competente per conoscere:

a) i motivi del grave ritardo determinatosi nei lavori di costruzione del parcheggio pluripiano sito in Aosta in fregio alla Via Carrel;

b) se esiste una specifica autorizzazione del Sovraintendente regionale ai Beni Culturali ed Ambientali per la costruzione del predetto parcheggio ad una distanza che non può essere considerata di rispetto delle mura romane (in armonia con quanto tassativamente prescritto dall'art. 21 della legge 1° giugno 1939 n. 1089) ed in caso affermativo quale sia il tenore dell'autorizzazione stessa;

c) se sia stato comunque sentito, all'atto dell'approvazione del progetto o all'inizio dei lavori, il parere del funzionario regionale responsabile del servizio archeologia ed in caso affermativo quale sia il contenuto del parere stesso;

d) se i lavori siano stati controllati durante la loro esecuzione da addetti al servizio archeologico regionale, come avviene, in analoghe circostanze ed in presenza o in prossimità di reperti archeologici, per i cantieri interessati alla realizzazione di opere e strutture ad uso privato;

e) se corrisponde a verità l'ipotesi di una eventuale modifica al progetto iniziale con la costruzione fuori terra di un edificio destinato a palazzina per i servizi della stazione dei pullman;

f) quali provvedimenti intende adottare in merito la Giunta regionale per effettuare un controllo statico sulla stabilità delle mura romane e sugli eventuali danni subiti onde porre in atto tutte le misure atte a salvaguardare l'integrità dei reperti archeologici in questione;

g) se la Giunta regionale, su conforme parere del Sovrintendente regionale ai Beni Culturali ed Ambientali, non intenda, in attesa degli eventuali esiti peritali, adottare un provvedimento di temporanea sospensione dei lavori.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Torrione, ne ha facoltà.

TORRIONE (P.S.I.): Voglio far precedere l'illustrazione di questa mia interpellanza da due considerazioni, anche perchè non venga poi frainteso il senso delle mie parole. La prima è che la vicenda di questo parcheggio denota un atteggiamento contraddittorio, estremamente difficile da interpretare, della Pubblica Amministrazione, e con questo non rivolgo a responsabilità di ordine politico, quanto più in generale a responsabilità di ordine amministrativo che ricadono pur sempre sugli Assessori in quanto presiedono le rispettive branche dell'Amministrazione regionale. L'altra considerazione che vorrei fare è che, tutto sommato, da questa vicenda purtroppo non risulta un'immagine dell'Amministrazione regionale quale ente rispettoso del suo passato o perlomeno del la storia e del patrimonio artistico ed archeologico della nostra città.

Stamani il Consigliere Mafrica, facendo un riferimento al Presidente della Giunta, ha detto che si era spogliato delle sue vesti ed aveva fatto un po' il topo di archivio. In questa mia ricerca ho fatto anch'io il lavoro dell'archivista, per venire in Consiglio documentato nel miglior modo possibile, e devo dire che da un primo esame della documentazione che ho acquisito, ho riscontrato che c'era un atteggiamento sostanzialmente diverso nel passato rispetto al patrimonio archeologico della nostra città, nei confronti di un atteggiamento attuale che invece ha nella contraddittorietà un elemento di caratterizzazione.

Dico questo perchè la tutela del patrimonio archeologico della nostra città dai documenti balza evidente addirittura risalendo al 1910, quando il Sotto Prefetto di allora invitava l'Amministrazione competente a tutelare la cinta romana con porte e torri sulla base della legislazione dell'epoca. Se facciamo un salto di un paio di anni ed andiamo al 1914, ci troviamo di fronte ad un documento dell'allora Ministro della Pubblica Istruzione, che nel considerare l'assetto archeologico della nostra città diceva che "sulle aree adiacenti ai ruderi delle mura romane segnate in catasto con numeri parcellari - e sono i numeri parcellari che riguardano le mura antistanti la costruzione di quel parcheggio - è interdetta ogni nuova costruzione ed ampliamento dell'esistente", si diceva allora, "ed è vietato di piantare alberi di qualsiasi fusto, viti, rampicanti ad una distanza minore di 3 m.". L'ho citato perchè qui si parla di alberi.

L'altro documento che ho trovato è anche questo un decreto del Ministro della Pubblica Istruzione. Questo è molto più recente e risale al 24 ottobre 1964, quando nel definire di particolare interesse storico un edificio di proprietà del Conte Passerin d'Entrèves, ubicato fra la via Vevey e la via Sant'Anselmo, dice (cito questo documento perchè riguarda le distanze): nei confronti dell'immobile in questione per la parte afferente ai resti archeologici, vengono dettare le seguenti prescrizioni: ai lati delle mura romane deve essere lasciata una zona di rispetto di 15 o più metri; inoltre a tale distanza le costruzioni non potranno superare la altezza in gronda di mt. 14; superiormente a tale altezza eventuali altri volumi dovranno essere contenuti al di sotto di una linea inclinata di mt. 30".

Dico questo perchè per effetto di questa circolare del Ministro, si sviluppò una polemica feroce per una costruzione che è tuttora visibile in via Vevey ed era una costruzione di un certo tipo che ha mantenuto queste distanze prescritte dal Ministro - non voglio fare dei riferimenti personali, lo stavo per fare, mi sembra però poco opportuno - a tal punto che, non essendo state rispettate queste distanze, il Presidente della Giunta regionale di allora firmò un decreto di sospensione dei lavori perchè in effetti le prescrizioni del Ministro non erano state rispettate dall'impresa.

Ho voluto fare questo cenno storico perchè si collochi il problema della tutela delle vestigia romane in questo caso, ma in generale del patrimonio artistico ed archeologico, in una linea che non è stata poi applicata, a mio avviso, nella costruzione e nella realizzazione del parcheggio pluripiano in fregio a via Carrel. Qui devo dire che gli atteggiamenti diventano assolutamente incomprensibili e vanno addirittura interpretati, perchè dalla documentazione che sono riuscito a reperire non si capisce più se si autorizzano i lavori o non si autorizzano, e quello che si evince poi è un comportamento estremamente difforme dell'amministrazione regionale sia nei confronti dei privati - e citerò perchè - sia di sè stessa.

Faccio questo tipo di ragionamento perché trattandosi della realizzazione di un parcheggio a spese ed a cura di questa Amministrazione regionale, l'atteggiamento della Sovrintendenza Antichità e Belle Arti avrebbe dovuto essere molto più fermo, perchè questo costituiva un esempio che avrebbe dovuto poi essere seguito dai privati. Ma così non è stato, perchè mentre in un primo tempo la Sovrintendenza si è dichiarata addirittura contraria - con una lettera del 2.3.1983 - a questo tipo di realizzazione, essa afferma per quanto riguarda la zona di rispetto: "Questa Sovrintendenza aveva richiesto che venisse costituita una fascia di rispetto di almeno otto metri", ed aggiunge che "non poteva che riconfermare con questa lettera quanto aveva già in precedenza stabilito".

Siamo al mese di marzo 1983;. il 20 maggio 1983 un privato inoltra una richiesta alla Sovrintendenza per realizzare una autorimessa privata, interrata, con sovrastante parcheggio pubblico in via Antica Zecca. Dice l'Ufficio: "Per quanto di competenza, questa Sovrintendenza esprime parere contrario alla realizzazione di una autorimessa interessata sull'area antistante le mura e la torre dei Balivi", e questa è un'affermazione categorica perchè dice che in quella zona prospiciente le mura romane non si deve costruire niente. E poi aggiunge: "Non si ritiene di poter accettare la realizzazione di massicci scavi - cosa che invece nell'altro parcheggio è poi avvenuta - nella suddetta zona che non è ancora stata esplorata e che riveste grande importanza archeologica". Questo sta a testimoniare un certo approccio in questo caso corretto nei con fronti degli scavi archeologici.

"Eventuali scavi - si aggiunge - devono essere eseguiti direttamente dalla sezione archeologica, con criteri scientifici, evitando scavi con mezzi meccanici che comprometterebbero la possibilità di ritrovamenti e di studio". Questo sta a testimoniare che dall'altra parte, pur avendo fatto in via preliminare delle introspezioni e dei sondaggi, si doveva agire a mio avviso con lo stesso metro che la stessa Sovrintendenza prescriveva ad un altro privato.

E qui siamo di nuovo alla difformità, perchè prima si parla di otto metri nel parcheggio della Regione, adesso siamo tornati ad un altro criterio: "In ogni caso gli eventuali volumi interrati -e parliamo di sotto - dovranno rispettare un arretramento delle mura romane di una distanza di almeno mt. 15".

Ho citato i riferimenti di carattere storico che riguardano la tutela dei monumenti; l'ho fatto di proposito, perchè una linea di coerenza c'era, dove si diceva che la distanza minima doveva essere quella di 15 mt. e che a 3 mt. di distanza delle mura romane non si potevano neanche piantare gli alberi. Nel caso in esame si capovolge tutta la logica, la si capovolge a tal punto che si sono realizzati dei lavori - e qui entro nel vivo dell'interpellanza - il cui scavo è stato effettuato ad un metro di distanza dalla mura romane, quando sappiamo che se è vero che le fondazioni delle mura sono a sbalzo e sono della larghezza di 4 metri, probabilmente in certi punti si sono tranciati dei pezzi di fondazione! Ma non è un problema che riguarda me, riguarda invece coloro che dovranno poi accertare se queste cose sono vere o no.

Tutto questo con una responsabilità che non mi sarei assunto, perchè la legge tuttora vigente è la 1089/1939, che dice che quando ci si approccia a monumenti di questo tipo, bisogna "mettere in atto tutte le misure per evitare che sia messa in pericolo l'integrità degli immobili soggetti alle disposizioni della presente legge - e qui eravamo in presenza di mura romane -, ne sia danneggiata la prospettiva o la luce o ne siano alterate le condizioni di ambiente o di decoro". In tutti questi casi non si può scavare.

Pregherei di andare a vedere - l'Assessore credo che l'abbia fatto - cosa è successo in questo parcheggio in fregio a via Carrel; si è scavato ad un metro dalle mura - lo scavo parte da un metro; che poi i lavori siano stati effettuati alla distanza di cinque metri, questo è un altro discorso... Li ho misurati io e non credo di aver misurato il "metro" diverso dal vostro: la larghezza massima delle mura allo scavo è di due metri ed è vero che va in pendenza. Mi felicito con i romani, che erano degli ottimi costruttori, perchè usando quei mezzi pesanti che si sono usati per scavare a due metri dalla mura romane, bisogna fare un piccolo monumento a coloro che hanno realizzato quelle mura: dopo duemila anni, nonostante le vibrazioni, nonostante tutto quello che può verosimilmente provocare l'uso di una pala meccanica, sono state miracolosamente in piedi! Concludo perchè si parla di pietre vecchie e questo discorso non interessa nessuno; so di essere fastidioso e poco simpatico, anche perchè l'Assessore Borbey è sicuramente più sensibile a questioni molto più concrete di queste, quindi vengo al dunque.

Io aspetto la risposta, non dico altro per adesso, ho già detto anche troppo, aggiungo solo che l'atteggiamento della Pubblica Amministrazione secondo i principi del diritto amministrativo deve essere univoco, cioè l'Amministrazione deve avere un uguale atteggiamento nei confronti di tutti e nei confronti anche di sè stessa, tanto più di sè stessa. Non si può negare certe autorizzazioni al privato, andando poi a suscitare delle legittime rimostranze quando si trova un reperto romano, perchè si fermano i lavori per decine di giorni, per non dire decine di mesi, e quando poi si tratta della Pubblica Amministrazione usare questo tipo di tolleranza! Ma questa non è una critica - e qui vorrei che non si fraintendesse, una volta per tutte - qui ci sono precisi compiti e precise responsabilità, nel senso che chi doveva dare queste autorizzazioni, per conto mio, ha interpretato male la legge.

Concludo, per adesso, aspettando una risposta dell'Assessore. Se questa risposta mi convincerà, benissimo, se invece non mi soddisferà, lo dico in anticipo, continuerò su questa strada perchè se è vero che dopo tutto quello che è successo le mura romane hanno ancora l'avventura di stare in piedi, allora noi per completare, per mettere una ciliegina sulla torta, cosa facciamo? Non facciamo più il parcheggio sotterraneo dei pullman, lo facciamo emergente. Ed è così che la Regione ha presentato una variante al Comune di Aosta dove si è abbattuta la casa Rizzardi - e tra l'altro questa era una vecchia costruzione che aveva ancora un suo significato ma si è abbattuta per liberare la vista e la prospettiva delle mura; adesso si costruisce un parcheggio emergente e non solo a 5 metri dalle mura romane, dovendo parcheggiare i pullman, il parcheggio è a pettine, addossato alle mura romane.

Concludo con questa osservazione: chi arriverà alla stazione di Aosta, guardando le mura romane, vedrà al loro posto la stazione dei pullman e dodici pullman parcheggiati, perchè tanti sono i mezzi previsti in sosta nel parcheggio a piano di campagna. E mi fermo qui per adesso.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare l'Assessore al Turismo, Urbanistica e Beni Culturali Borbey, ne ha facoltà.

BORBEY (D.C.): Senz'altro l'amico Torrione è più sensibile di me su determinati problemi perchè sono problemi che ha trattato per diverso tempo; ma devo anche dire che in questi due anni, per forza di cose, l'Assessore Borbey ha dovuto diventare sensibilissimo, perchè funzionari come Sovrintendenti ai Beni Culturali e responsabili del settore archeologia, sono veramente pignoli sia verso il privato sia verso l'ente pubblico e normalmente l'indirizzo è uguale per il senso di serietà "....diverso", scientifico. Ebbene, ho fatto un piccolo giro di parole per dire che io stesso ho dovuto diventare sensibile, perchè giornalmente devo trattare di queste cose con i funzionari, che fanno il loro lavoro. non solo durante l'orario, 7 ore e mezzo, (secondo il mio punto di vista persino troppe) ma vanno a controllare sistematicamente tutto. Logicamente mettono in grosse difficoltà i privati perchè alcune volte guardano il lato esclusivamente scientifico ed anche l'ente pubblico, e cito, per esempio, la Piastra dell'ospedale generale, dove mi ricordo di aver fatto, in qualità di Assessore ai Lavori Pubblici con l'allora Assessore alla Sanità (che è l'attuale Presidente della Giunta) sopralluoghi su sopralluoghi con il Sovrintendente ai Beni Culturali Prola e la dott.sa Mollo, perchè ritardavano i lavori per mesi e mesi.

Ma, e questa è una realtà, quando spetta all'Ente Pubblico operare, siamo giornalmente, minuto per minuto, a contatto ed è chiaro che abbiamo più possibilità di spronare i nostri esperti e di sensibilizzarli proprio perchè c'è di mezzo il denaro pubblico e l'opera non è un'opera privata, ma è diretta ai cittadini. Invece giustamente, come dice il Consigliere Torrione, il cittadino deve aspettare mesi e mesi perchè il funzionario alcune volte scientificamente, possa stabilire di quale reperto si tratti.

Quindi non respingo in toto quanto ha detto il Consigliere Torrione, ma la sua affermazione che non c'è responsabilità e sensibilità da parte dei funzionari verso determinate strutture pubbliche. Questo lo respingo perchè, per prima cosa, ero Assessore ai Lavori Pubblici quando il Sovraintendente e la dott.sa Mollo hanno preteso che, prima che ci pervenisse un progetto e prima di eseguirlo, noi facessimo degli scavi quindi in profondità e scientificamente dettagliati, su un loro tracciato, per vedere, prima di eseguire qualunque progetto di massima ed esecutivo, se c'erano dei reperti archeologici: reperti non ne abbiamo trovati! Ripeto, la zona non è importante a livello di reperti perchè non ne abbiamo trovati prima di iniziare gli scavi a livello di costruzione, però prima abbiamo fatto tutti i sondaggi.

In secondo luogo, è vero che la Sovrintendenza aveva chiesto, quale limite di sicurezza estrema, otto metri e che poi, andando scientificamente alla ricerca delle strutture con le quali sarebbero stati fatti i muri perimetrali di questo garage, avendo stabilito che queste nuove strutture erano a livello non di muratura di tipo tradizionale, si è concordato per una distanza di cinque metri, con precauzioni ben definite.

Da notare che sono sempre stati presenti i responsabili della Sovrintendenza a controllare gli scavi, quindi se per caso ci si fosse accorti che, non dico una pietra, ma un sassolino durante il movimento dei mezzi fosse caduto, ebbene i lavori sarebbero stati senz'altro interrotti, caro Consigliere Torrione.

Pertanto non accettiamo queste critiche del Consigliere Torrione, dopo due anni di trattative e dopo tutto il lavoro e l'assistenza che è stata fatta dai responsabili dell'Assessorato e della Sovrintendenza per vedere se non veniva intaccato minimamente il muro o alcuni tratti del muro. Non accettiamo queste critiche pesanti nel dire andate a vedere, lo scavo è a due metri. E' vero....

TORRIONE (P.S.I.): Lo scavo infatti è a due metri.

BORBEY (D.C.): Questo lo sappiamo, ma l'hai scoperto tu adesso? Noi lo sappiamo da due anni che è a due metri, però è uno scavo fatto con una pendenza che ci ha dato la garanzia che non vi è stato apportato nessun danno. Ed è qui il discorso di fondo; non si può arrivare in Consiglio e dire: lo scavo è stato fatto a due metri e quindi si sono provocati dei danni, perchè il Ministero alla Pubblica Istruzione è più sensibile, ha previsto le piante a distanza di 3 metri. Ma le radici di una pianta, se è più vicina di tre metri, possono portare del danno; lo scavo, anche ad un metro, se è fatto scientificamente e controllato giornalmente (come è stato fatto) non ha portato minimamente danno. E siamo qui per dirtelo chiaramente, dopo un incontro che ho avuto con la Sovrintendenza e con gli assistenti che hanno controllato gli scavi dell'impresa perchè non ci fidiamo di come operano le imprese, ben sapendo come si comportano, per cui siamo stati presenti per tutte le ore che hanno lavorato i mezzi meccanici. Possiamo allora rassicurare il Consiglio e l'intera popolazione che non un sassolino è caduto dalle mura romane, e nulla è stato incrinato, altrimenti l'architetto Prola non dormirebbe più... quindi tu puoi dormire sonni tranquilli.

Ma dico di più: l'Arch. Prola il quale vede anche lui, e giustamente, soltanto il suo lavoro ed è alcune volte incoraggiato da parte degli Amministratori, a vedere le cose in una prospettiva più ampia, quando si è trattato esclusivamente della parte paesaggistica ed egli ha messo per iscritto che non si poteva eseguire un certo edificio, o era troppo grande, noi abbiamo trattato a livello amministrativo, mettendo persino sul terreno delle stecche in legno per simulare l'ingombro.

Fatto questo, l'Arch. Prola nel caso specifico ha dato il proprio parere che si poteva costruire un fabbricato delle dimensioni di sette metri per una lunghezza non mi ricordo se di dieci o di quindici, che dovrebbe ospitare la biglietteria e la sala attesa, e si è pensato che questo era indispensabile farlo a piano terra in modo particolare per gli handicappati. Si è ritenuto che questo piccolo edificio, che sarà fatto tutto in vetro ad una distanza di dieci metri dalle mura con un ingombro che è minimo, non deturpasse la vista delle mura, così come dieci pullman che vengono parcheggiati, non come parcheggio fisso ma come terminal (arrivano, scaricano i passeggeri e se ne tornano via) con l'area verde attorno e con delle piante.

E' una scelta ed è una indicazione che a livello paesaggistico può esser confutata e giustamente il Consigliere Torrione può non essere d'accordo, altri potrebbero essere d'accordo: questo la si accetta come critica; però la si rifiuta, come se ad un certo punto venga dato l'assenso e poi ritirato o negato, e poi invece approvato in seguito.

Tutto è stato discusso a fondo facendo dei sopralluoghi, per cui ripeto, ed ho finito, non accettiamo queste critiche, come se il futuro fosse stato preso da parte del Sovrintendente ai Beni Culturali come una questione semplice e che verso l'ente pubblico la cosa poteva essere superata, invece verso il privato no, perchè, e lo voglio sottolineare, per il discorso verso il privato nella zona vicino all'ex Bocciofila dell'Aostana, ebbene lì si è detto no perchè in effetti si dovevano fare dei sondaggi come abbiamo fatto in via Carrel, per vedere se la zona è archeologica. In secondo luogo l'intenzione dell'Amministrazione regionale è di acquistare quell'area (siamo infatti in fase di definizione) e quindi si riteneva che, con un garage sotterraneo, quel terreno non sarebbe stato utilizzato come area verde, cosa che invece è nell'intenzione dell'ente pubblico. Infatti si pensa, ed il Consigliere Torrione concorda, di fare un'area verde attrezzata o comunque un'area verde a disposizione del pubblico.

Ed ecco perchè l'Arch. Prola, in queste indicazioni, aveva esplicitato la sua preoccupazione dicendo che è meglio che il privato non possa eseguire questo garage, perchè precluderemmo la possibilità all'ente pubblico di dare alla popolazione ed al turista una zona verde lungo le mura romane in una zona prestigiosa a livello archeologico ed a livello di sito paesaggistico.

E' una cosa che ho voluto sottolineare, e cioè che è una diversità anche di zona di interesse quella dell'area Rizzardi rispetto a quella che il Consigliere Torrione ha citato, che è vicina alla Torre dei Balivi, dove lì ci sarà senz'altro un interesse archeologico molto importante, cosa che non lo era perchè abbiamo fatto i sondaggi prima, in via Carrel.

Vogliamo dire, completerà poi il mio collega, che a livello di via Carrel abbiamo messo in opera delle tecnologie nuove proprio per salvare le mura romane, per cui non accettiamo questa critica, perchè tutto è stato fatto per salvarle.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare l'Assessore ai Lavori Pubblici Fosson, ne ha facoltà.

FOSSON (D.C.): Penso che dopo quanto ha detto l'Assessore Borbey per quello che riguarda le mura romane, tocchi dal mio punto di vista di Assessore ai Lavori Pubblici precisare solo che i lavori sono stati eseguiti in maniera tale che le mura romane non hanno subito danno alcuno, anzi sono nella condizione statica precedente.

Quanto alla polemica del Consigliere Torrione sul fatto che lo scavo è vicino ai muri romani per una distanza di circa due metri, intendo precisare che il muro che delimita il parcheggio interrato è a cinque metri dal muro romano, il profilo poi della scarpa nel suo extradosso è distante in effetti due metri dal muro romano, ma è al di sopra della fondazione del muro romano. Quindi per quanto si può conoscere di nozioni di geotecnica, l'angolo di natural declivio della fondazione insiste contro la paratia e quindi non c'è danno alcuno nè pericolo alcuno per quello che riguarda il muro romano. Questo da un punto di vista strettamente tecnico e di lavori eseguiti.

Mi sono recato ancora stamane in cantiere perchè in effetti è vicino all'Assessorato ai Lavori Pubblici e per divertimento mio ci passo tutte le mattine a dare un'occhiata e non c'è al mo mento pericolo alcuno per il muro romano.

Per quello che riguarda tutta un'altra problematica sollevata dal Consigliere Torrione, che è poi affrontata al punto a) della sua interpellanza, cioè i motivi del grave ritardo determinatosi nei lavori di costruzione del parcheggio pluripiano, mi pare di avere già esposto la questione rispondendo ad una richiesta del Consigliere Mafrica al momento dell'approvazione della perizia suppletiva del Consiglio del 25 e 26 settembre, a riguardo di lavori supplementari per la costruzione della strada di servizio sul sedime della ferrovia e sulle varianti da apportare a collettori fognanti o a collettori di acquedotto della città di Aosta. Non ho difficoltà a riprendere tutto l'argomento, anche perchè ho voluto che gli uffici mi disponessero un promemoria con delle date esatte che quindi possono supplire a quanto al Consiglio di fine settembre avevo detto a memoria.

La concessione edilizia da parte del Comune di Aosta è stata rilasciata 1'8 novembre 1983, è stato fatto immediatamente un esame di fattibilità con l'impresa alla luce del divieto imposto dalla concessione edilizia di interrompere la circolazione stradale in via Carrel, questo perchè al momento la ferrovia non riteneva di dover dare la disponibilità dei suoi terreni per creare una viabilità alternativa.

Sono state fatte delle ipotesi di esecuzione di scavo con l'adozione di tecnologie speciali e sono state eseguite perizie geognostiche. Soltanto nell'aprile del 1984 le Ferrovie dello Stato hanno dato un parere di massima favorevole all'esecuzione dello scavo, non ancora all'utilizzo del loro sedime di proprietà per l'esecuzione di una viabilità alternativa. La prima ipotesi prospettata dall'impresa, e l'impresa al momento - questo era i primi mesi del 1984 - dava garanzie assolute, l'ipotesi era di eseguire uno scavo di paratie con fanghi bentonici, non sto qui a descrivere quella che è la tecnologia. Da parte di un geotecnico incaricato dalla Regione su questa tecnologia venivano espressi dei dubbi; successivamente veniva dato il benestare alla tecnologia proposta dall'impresa che non si è rivelata consona alle ampie garanzie date a suo tempo dall'impresa stessa. Quindi si sono sospesi i lavori e si è ipotizzata una nuova soluzione tecnica, che è quella che viene messa in atto attualmente senza alcun aggravio di spesa. Potrò poi dare al Consigliere Torrione copia della relazione che mi sono fatto fare dagli uffici, così potrà esaminare attentamente date e ipotesi prese in esame e messe in atto.

A questo punto gli scavi stanno procedendo, ci sono per la verità delle difficoltà abbastanza grosse dovute al fatto che ci sono diversi passaggi di impianti e di collettori. Lo stesso Comune di Aosta, che è normalmente presente con i suoi tecnici sul cantiere, dà indicazioni su passaggi di condutture, di collettori in alcuni punti, poi in realtà si rileva che queste condutture sono in altri punti, con gravi difficoltà fra l'altro nella prosecuzione dei lavori.

Ma penso che questi siano fatti che poi il Consigliere Torrione potrà leggere sulla relazione, a me interessa sottolineare altri due elementi, e cioè il fatto del terminal degli autobus previsto a livello del piazzale. In un primo progetto, il terminal degli autobus era previsto al primo piano interrato; su richiesta esplicita del Comune di Aosta di prevedere tutti i piani interrati, quindi compreso anche il primo, a parcheggio pubblico per automobili, si è provveduto a eliminare il terminal degli autobus al primo piano interrato. Posso dare al Consigliere Torrione copia della lettera inviata a suo tempo dal Comune di Aosta, mi pare nel 1983 (ed era una conditio sine qua non per il rilascio della concessione edilizia), firmata dal Sindaco Bich. Immediatamente da parte dell'Amministrazione regionale è stata accettata la conditio sine qua non, successivamente il fatto di eliminare gli autobus dal primo piano seminterrato ha permesso di diminuire l'altezza dei piani e l'altezza di scavo, è stato previsto quindi il terminal degli autobus al piano strada. Su questo è stata fatta una richiesta esplicita al Comune di variante di concessione edilizia, sulla quale (mi pare in data 19 maggio, ma si può verificare) è già stato dato il nulla osta della Sovrintendenza delle Belle Arti, ma non c'è ancora la concessione edilizia del Comune. I lavori che stiamo eseguendo in questo momento sono da concessione edilizia; vorrà dire che se il Comune non concederà di predisporre il terminal degli autobus, ci metteremo mezzo metro di terra e semineremo l'erba.

Con questo intendo dire ancora che la palazzina, che poi è un piccolo fabbricato, predisposto nel momento della prima concessione edilizia nella variante delle stesse dimensioni, è alla stessa distanza dalle mura romane di quella della prima concessione edilizia.

Direi che non c'è altro da aggiungere.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Torrione, ne ha facoltà.

TORRIONE (P.S.I.): Ho cercato di far precedere il mio intervento da due considerazioni che non tiravano in ballo altro che un atteggiamento dell'Amministrazione, poi in aula tutto si fraintende come polemica ed allora è difficile incanalare la discussione su un binario di reciproca correttezza.

Dico solo che l'affermazione che ha fatto l'Assessore Borbey, quella che non c'è pericolo per le mura romane, mi tranquillizza, se non altro abbiamo scongiurato questo pericolo. Che sia un ente pubblico che deve tutelare le antichità a dire che non c'è pericolo per lavori eseguiti da sè stesso, è un problema che lascio alla libera interpretazione dell'Assessore Borbey. Io avrei fatto fare gli scavi ad un'altra distanza di rispetto, ma questa è una mia opinione; l'Assessore Borbey è tranquillo e lo ha appena dichiarato, ed io apprendo con soddisfazione che le mura sono intatte, la loro integrità non è messa minimamente in forse. Ognuno si tiene le proprie opinioni.

Non ho ricevuto risposta ai punti c) e d) della mia interpellanza, cosa che ritenevamo abbastanza qualificante; su questo argomento non mi dichiaro assolutamente soddisfatto - lo dico subito - per i motivi che ho cercato di esporre. Devo riconoscere all'Assessore Fosson di avermi dato delle spiegazioni dal punto di vista tecnico che sono inoppugnabili; dico solo, al di là della distanza di rispetto delle mura, che è un problema che non riguarda l'Assessore, il quale invece ha fatto una difesa di ufficio sull'argomento che non avevo richiesto - che il comportamento dell'Amministrazione pubblica deve essere un comportamento uniforme e questo visto e considerato che ci sono precise disposizioni di legge che stabiliscono le zone di rispetto dalle antichità e dalle vestigia romane.

L'altra cosa che dico è che è un errore, dal mio punto di vista, costruire un terminal in quella zona: ci sarà facilità di collegamento, però si deturpano, a mio avviso, le mura mentre potrebbero essere debitamente valorizzate.

Questo è un problema che attiene alla sensibilità di ognuno di noi. Probabilmente in questo Consiglio ci saranno altri colleghi, ci sarà la cittadinanza che non la pensa come me, ma ho avuto l'opportunità di dire che, per conto mio e per la valorizzazione del patrimonio archeologico della città di Aosta, si poteva evitare la costruzione di questo parcheggio. Staremo a vedere cosa dirà il Comune di Aosta per quanto riguarda l'autorizzazione edilizia.

Da parte mia, seguirò con molta attenzione lo svolgersi di questa pratica e se non mi riterrò soddisfatto in questa sede vorrà dire che adotterò i provvedimenti del caso.