Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1555 del 2 ottobre 1985 - Resoconto

OGGETTO N. 1555/VIII - INDAGINE SULL'IMPATTO AMBIENTALE DEGLI IMPIANTI REALIZZATI NEL COMPRENSORIO VAL VENY PLAN CHE CROUIT IN COURMAYEUR. - APPROVAZIONE DI MOZIONE.

PRESIDENTE: Do lettura della mozione presentata dai Consiglieri Viberti, Millet e Breuvé:

MOZIONE

RILEVATO che la realizzazione degli impianti di risalita e delle piste da sci ha provocato gravi danni ambientali nel comprensorio Val Veny - Plan Chécrouit in Comune di Courmayeur;

APPRESO CHE che la Società Val Veny intende realizzare nuovi impianti che comporterebbero un ulteriore pesante impatto ambientale;

EVIDENZIATO che sono frequenti le segnalazioni e le proteste per il modo con cui sono stati condotti finora i lavori;

Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta

DELIBERA

di incaricare la II Commissione consiliare ("Assetto del Territorio e Tutela dell'Ambiente") allargata ai Capigruppo:

1) di svolgere un'indagine conoscitiva sull'impatto ambientale degli impianti realizzati nel comprensorio Val Veny - Plan Chécrouit in Comune di Courmayeur;

2) di verificare se le opere sono state eseguite con regolarità e se sono stati rispettati gli adempimenti imposti da Comune, Regione, Corpo Forestale, Genio Civile, ecc...;

3) di riferire al Consiglio entro tre mesi.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Viberti; ne ha facoltà.

VIBERTI (N.S.): Questa mozione porta la firma di tre Consiglieri, appartenenti a Gruppi diversi dell'opposizione che, di fronte ad un problema specifico, una volta tanto sono riusciti a lavorare insieme e spero che questo sia di buon auspicio. Credo che molti dei Consiglieri presenti, in particolare il Presidente della Giunta e l'Assessore Perrin, siano al corrente della situazione che si è venuta a creare al Col Chécrouit. Forse, però, non tutti gli altri componenti del Consiglio conoscono bene il problema ed è per questo che ritengo indispensabile illustrare brevemente la situazione attuale.

I primi interventi in Consiglio su questo problema sono stati fatti dal Consigliere Breuvé e dal Gruppo Socialista, ma si limitavano a prendere in considerazione un solo aspetto particolare, per cui, almeno da parte nostra, non si era ben compresa la gravità della situazione. Tempo fa, nel mese di luglio, dopo aver ricevuto molte segnalazioni da alcuni abitanti della zona di Courmayeur, abbiamo fatto un sopralluogo al Col Chécrouit. Ai nostri occhi si è presentata una specie di disastro ecologico o, quanto meno, sembrava gravemente compromessa la realtà territoriale a chi arrivava con la funivia.

Tra le opere fatte dalla Società Val Veny in questa zona della nostra regione, è particolarmente grave la costruzione di un lago artificiale, realizzata con un terrapieno che sfrutta una particolare conformazione della montagna. Credo che il Consigliere Breuvé l'abbia ricordato più volte, ma anche i proprietari dei terreni, riuniti nel Consorzio di miglioramento fondiario del Col Chécrouit, hanno fatto conoscere, con lettere e con una petizione, le loro preoccupazioni per il lago in questione. Anche una persona poco competente di questioni di ingegneria o di geologia, come il sottoscritto, recandosi sul posto e osservando quella struttura, non può che ritenerla avventata, perchè il terrapieno non è in grado di contenere l'acqua del lago che, infatti, è uscita diverse volte; del resto lo stesso sistema usato per l'impermeabilizzazione del laghetto lascia a desiderare. Si direbbe che quattro manovali, che hanno sempre posato moquettes o pavimenti di plastica, siano stati incaricati di impermeabilizzare un manufatto che può contenere 10.000 mc. d'acqua. Solo per caso non è ancora capitato niente di grave, ma è certamente incredibile il grado di incoscienza di chi ha voluto questa struttura.

E' ridicolo inoltre che alcuni ingegneri dichiarino di attendere che li andremo a pregare in ginocchio perchè facciano nuove piste di sci. Se questi sono i tecnici che abbiamo, guai a noi! Credo che quei quattro manovali avrebbero potuto decidere autonomamente con maggiore cognizione di causa.

Da quanto la società Funivie Val Veny opera in questo comprensorio, sono stati abbattuti più di 10.000 alberi. Non so se vi rendete conto del patrimonio ecologico distrutto per favorire un comprensorio sciistico posto ad un'altezza inferiore a quella necessaria, quindi creato dal niente in un posto sbagliato, e l'abbattimento delle piante ha provocato un dissesto idrogeologico in una parte della Val Veny.

Al Col Chécrouit sono state costruite molte strade, ma sappiamo con quale autorizzazione. Uno degli scopi della mozione è appunto quello di vedere se tutto è stato fatto rispettando le norme che prevedono l'approvazione e l'autorizzazione per ogni tipo di lavoro svolto nella Regione; chiediamo che la II Commissione consiliare svolga un'indagine conoscitiva in merito e riferisca poi al Consiglio.

Del resto credo che gli interventi della Giunta testimonino sulla veridicità di quanto dico. Il terreno carsico presenta in vari punti veri e propri crepacci che non vengono coperti neppure da abbondanti nevicate e rappresentano un pericolo per gli stessi sciatori. I lavori hanno distrutto le canalizzazioni che esistevano da centinaia di anni e che impedivano al deflusso delle acque di rovinare il manto erboso.

Il cosiddetto impianto di scarico del laghetto è stato costruito in modo incosciente, perchè ha aperto vere e proprie voragini che convogliano più acqua di quella che il manto erboso può sopportare. La demolizione dell'ovovia ha reso necessaria una nuova strada costruita senza alcun criterio, sulla quale sono passati mezzi pesanti. Materiali di risulta sono finiti su terreni di privati non attraversati dalla strada, senza che sia stata chiesta, a detta dei privati, alcuna autorizzazione.

Non vorrei che si interpretasse male quello che dico, ma poiché ci sono persone che non sono al corrente della situazione, continuo ad illustrare quanto hanno visto i rappresentanti della Giunta regionale che, recatisi sul posto, hanno preso un provvedimento giusto e tempestivo. Dopo che il Presidente Rollandin e l'Assessore Perrin si sono recati sul posto, in brevissimo tempo hanno predisposto una deliberazione di Giunta alla quale noi diamo il nostro plauso. E' un peccato, però, che l'Amministrazione regionale spenda dei miliardi per entrare in società e finanziare la Società Val Veny e dopo si trovi costretta ad intervenire in questo modo, dimostrando così che il suo controllo, all'interno della Società Funivie Val Veny e Val Veny Impianti, è un pò carente.

Se chi ci rappresenta in queste due società avesse controllato e denunciato per tempo i dissesti provocati, si sarebbe potuto prevenire il danno. Noi invece ne siamo venuti a conoscenza da qualche privato cittadino che ha dovuto insistere per anni prima di riuscire ad arrivare ai politici che hanno le leve del potere. Noi critichiamo appunto queste contraddizioni della Regione anche se, per fortuna, ora ha preso un provvedimento chiaro che ci auguriamo sarà rispettato.

Sarebbe anche interessante sapere che cosa è stato fatto in precedenza, da parte di chi, all'interno dell'Amministrazione regionale, deve controllare l'assetto del territorio e anche da parte del Comune di Courmayeur: quali sono state le indagini svolte e le deliberazioni adottate? Come è stato possibile che per anni le Funivie Val Veny facessero il bello ed il brutto tempo senza che si muovesse una foglia? Anzi, di foglie se ne sono mosse tantissime, ma sono quelle degli alberi che sono stati abbattuti. Nonostante il tempestivo intervento della Giunta regionale, io credo che si debba comunque permettere al Consiglio di svolgere quest'indagine motivata anche dal fatto che, fino a quando non c'è stato un severo controllo e una decisa presa di posizione da parte di alcune forze politiche, non si è mai fatto niente.

Noi temiamo inoltre che la Giunta incontri qualche difficoltà a controllare, quasi fisicamente per mezzo di politici, queste vicende. Non possiamo credere che le guardie forestali non si siano mai accorte di quello che succedeva e siamo certi che avranno anche fatto le debite segnalazioni che però non sono arrivate al posto giusto. L'iniziativa proposta dalla mozione servirà anche ad evitare che una forza economica considerevole, con la quale tra l'altro siamo sempre in contatto (il caso di Tsukuba è esemplificativo al riguardo), faccia orecchio da mercante e, passato il clamore del controllo esercitato direttamente dalla Giunta, dimentichi di mettere in essere le disposizioni sancite nella deliberazione.

Se il Consiglio lo riterrà opportuno si potrà anche prevedere che la Commissione consiliare collabori nell'esercitare il controllo previsto dalla deliberazione della Giunta che è successiva a questa mozione e che quindi quest'ultima non poteva prendere in considerazione. Credo di aver parlato già a sufficienza e gli altri firmatari della mozione potranno integrare e migliorare quanto da me esposto.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Lilliana Breuvé; ne ha facoltà.

BREUVE' Lilliana (P.S.I.): Ringrazio coloro che hanno emesso la delibera, che ha fermato tutti quei lavori che avrebbero aumentato il disastro ecologico. Lancio, però, un "j'accuse" a chi ha permesso quel disastro ecologico e ricordo a tutti noi, come presa di coscienza, che oltre ad amministrare i vari miliardi che passano in questo Consiglio, dobbiamo anche tutelare il nostro territorio che è tipicamente montano.

Noi possiamo offrire ai turisti il nostro verde e un semplice paese di montanari e agricoltori. Non vorrei che i giapponesi o altri turisti in genere, vedendo la bandiera valdostana fuggano perché avremo deturpato in modo irreparabile il nostro territorio. Grazie.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola l'Assessore all'Agricoltura, Foreste ed Ambiente Naturale Perrin; ne ha facoltà.

PERRIN (U.V.): Que le problème de l'ensemble du domaine skiable de la Val Veny soit complexe, nous nous en rendons compte. Complexe aussi parce qu'il est né à travers toute une série de concessions, faites par la Commune de Courmayeur pour la création de pistes, à petits bouts qui ont créé ensuite l'ensemble, le grand complexe du domaine skiable de la Val Vény lui-même.

Il y a eu toute une série de remaniements de ces pistes qui ont porté souvent à une quasi impossibilité de contrôle. Il faut dire que depuis quelques années il n'y a plus eu de gros bouleversements. Cette année il n'y a pas eu d'interventions sur le domaine skiable de la Val Veny, pour ce qui concerne l'aménagement des pistes. Toute l'attention de la Val Veny cette année a été centrée sur la construction de "l'ovovia" qui remonte au Col Chécrouit et par contre il n'y a pas eu d'interventions sur le terrain.

A la fin du printemps dernier et au mois de juin, suite aux fortes pluies la maison forestière de Pré-SaintDidier nous avait signalé des phénomènes préoccupants dans la Val Veny, qui s'étaient déjà montrés l'année dernière, mais qui se sont accrus au cours du printemps dernier. Ces phénomènes concernaient surtout trois localités au sommet de l'installation du remonte-pente de la retour, c'est-à-dire au Col Chécrouit, où l'intervention pour la création des pistes de ski avait enlevé le manteau qui recouvrait cet amas de gypse et de calcaire sur le versant du Col Chécrouit même, dans les trois petits vallons qui descendent vers le Plan Chécrouit, de l'autre côté dans le vallon de la Goletta, et sur la droite orographique de la Val Veny là où avait été construite la piste internationale d'une façon qui dérangeait l'écoulement normal des eaux, créant des phénomènes d'érogation.

Suite à cette communication, les services compétents de l'Assessorat avaient chargé la maison forestière de mener une enquête soit par une descente sur les lieux pour mieux spécifier les phénomènes en cours, soit par une recherche d'archives à travers, d'un côté, les délibérations communales pour savoir quelles avaient été les concessions pour la création de ces pistes, et d'un autre côté à travers les archives de l'Administration régionale pour voir quelles avaient été les indications données au moment des permis accordés par le service de la protection de l'environnement, qui n'auraient pas été respectées. Face à une première relation, les responsables du service de la protection de l'environnement et de la protection du sol, accompagné, ce dernier, aussi par le géologue que le service lui-même a maintenant, s'étaient rendus sur les lieux et avaient fait une relation détaillée de ce qui était en cours avec les premières indications sur la façon de laquelle il aurait fallu intervenir pour remédier à ces phénomènes d'érosion qui sont en cours.

Une première lettre a été adressée à la Val Veny pour faire le constat de ce que l'on avait vu, en disant que l'Administration régionale et l'Assessorat auraient présenté immédiatement des propositions pour remédier aux différents phénomènes. Au début du mois de septembre, le Président et moi-même nous rendions sur les lieux pour constater ce qui nous avait été relaté, présent le géologue avec lequel nous avons discuté les types d'interventions possibles. Grâce à cette inspection, le 13 septembre, le Gouvernement régional adoptait cette délibération que vous connaissez et qui soumettait toute future intervention dans le complexe du domaine skiable de la Val Veny, à une remise en état de la situation actuelle. On ordonnait à la Société de la Val Veny de commencer immédiatement les travaux pour la démolition du lac artificiel du Lavechon, en remettant en état l'endroit pour ce qui concerne soit le terrain, soit le tapis herbeux. Le Gouvernement régional ordonnait aussi à la Société de commencer les travaux pour la mise en état de la zone du Col Chécrouit, là où le terrain calcaire et gypseux, sous l'effet de l'érosion des eaux, cède en créant des puits préoccupants. La délibération ordonnait ensuite à la Val Veny de présenter, avec extrême urgence, une étude globale des projets opératifs pour récupérer tout le milieu, pour fréner les éboulements en cours sur les trois vallons dont je parlais avant, ainsi que tout l'ensemble du système hydrographique du domaine skiable. Evidemment on portait formelle défense à la Société de la Val Veny de faire et de demander même, de nouveaux projets avant que ces travaux aient été réalisés, demandant aussi que le projet global d'intervention soit soumis aux organes compétents de l'Assessorat, afin d'en avoir l'approbation.

Suite à cette délibération, j'ai convoqué les responsables de la Val Veny pour illustrer, présent le responsable du service de la protection du sol et du géologue du service ce qu'il y avait à faire. Dans une dernière lettre on a donc ordonné à la Société de la Val Veny, suite à la délibération de commencer immédiatement les travaux d'effacement du lac de Lavechon et l'intervention sur la partie haute du Col Chécrouit, suivant les indications données par le géologue. Il y aura donc immédiatement deux interventions dans les zones où il faut immédiatement intervenir et où on peut aussi le faire.

L'effacement du lac n'est pas un gros problème, quelques journées de pelle mécanique, d'aménagement et ensemencement du terrain, sont suffisantes. Plus complexe évidemment est le problème des dolomniées qui se forment au Col Chécrouit, où il y aura maintenant un premier type d'intervention. Cependant il faudra faire aussi une étude sérieuse pour intervenir, parce que le fait de remplir maintenant ces trous n'est pas une solution parce que ces trous s'ouvriront de nouveau au même endroit, ou ailleurs. Il y a donc tout un problème pour ce qui est des eaux soit de la fonte des neiges, soit des pluies, et de la remise en état du terrain par l'apport d'humus, afin que l'ensemencement, qui d'ailleurs n'avait pas donné de bons résultats, puisse cette fois en avoir de positifs. Il faudra renvoyer, puisque la chose n'est pas possible avant l'arrivée de la neige, le drainage des eaux soit sur le versant droit de la Val Veny, sur le versant du Chécrouit, sur le versant de Dolonne, le vallon de la Golette, etc., à une étude globale, pour une solution définitive même si cette intervention évidemment demandera une attention toute particulière et donc le longue haleine. L'Assessorat, l'Administration régionale et le Gouvernement sont donc directement concernés.

Ce que la motion demande est donc pratiquement déjà fait. Nous possédons en effet, pour ce qui concerne chaque piste, le cadre complet des délibérations communales qui avaient été données pour la création de ces pistes, les demandes présentées de la Société de la Val Veny à l'Assessorat, les autorisations forestières qui on été données avec l'indication de prescriptions qui ont été faites, de celles qui ne l'ont pas été, ou des travaux qui ont été faits par la Val Veny selon la prescription mais qui n'ont pas donné de bons résultats et sur lesquels donc il faut nouvellement intervenir.

Je peux évidemment fournir au Président de la deuxième commission du Conseil toute cette documentation, qui pourrà être fournie par le Président aux membres de la Commission. Etant donné que l'enquêté demandée par cette motion, bien qu'à son début, a déjà obtenu deux résultats positifs soit au point de vue de la connaissance, soit au point de vue opératif pour ce qui est à faire immédiatement et dans le futur, les forces de la majorité retiennent que ce n'est pas la peine de voter cette motion. Nous nous abstiendrons donc sur la délibération, proposée par la motion même.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Tonino; ne ha facoltà.

TONINO (P.C.I.): Dalla vicenda di cui discutiamo oggi noi dovremmo poter ricavare delle indicazioni di carattere generale. L'Assessore ha giustamente detto che la stazione sciistica è nata a spezzoni: ogni intervento è stato fatto finora sotto la pressione e l'urgenza dei lavori ed è mancato un quadro di riferimento complessivo tra la stazione ed il suo particolare ambiente naturale. In quella zona si possono portare circa 10.000 sciatori, che hanno bisogno di un considerevole numero di piste, le quali in alcuni casi sono state realizzate senza criterio, asportando incautamente molti ettari di humus e di cotica erbosa. Ne consegue che, durante il disgelo primaverile, tutta la zona è percorsa da numerosi rivoli che trascinano a valle tonnellate di terriccio. Come ricostruire quell'humus e come riuscire a canalizzare le acque prima che il danno, ripetendosi ogni primavera, diventi un fenomeno ormai irreversibile? Anche in alcune zone calcaree e gessose si sono fatti degli interventi frutto di estrema improvvisazione ed imperizia, come ad esempio il tentativo di spianare delle doline che ora si stanno riformando.

Non aggiungo altro, ma ritengo che non sia più concepibile che interventi così consistenti vengano realizzati senza una preventiva conoscenza tecnico-geologica del territorio e delle possibili conseguenze. Un certo controllo in tal senso dovrebbe essere esercitato dalla Regione e non lo dico in senso polemico, anche se si tratta di un problema che abbiamo troppo trascurato nel passato e oggi deve essere affrontato con estrema urgenza.

Noi crediamo che l'indagine conoscitiva debba anche accertare gli errori compiuti nel passato. Anche se la Giunta regionale, oltre ad individuare i criteri per il ripristino delle zone alterate, interviene autonomamente sulle carenze pregresse, non per questo sarebbe in contraddizione l'indagine che la Commissione consiliare potrebbe svolgere per conto proprio e che mantiene la sua validità. Se la maggioranza non è d'accordo, accogliamo la disponibilità dell'Assessore a farci conoscere tutto quello che sarà fatto dalla Giunta, affinché tutti conoscano bene come si deve intervenire a quelle quote per la tutela di paesaggi così caratteristici.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Viberti; ne ha facoltà.

VIBERTI (N.S.): Durante l'intervento del Consigliere Tonino mi sono ricordato di alcune considerazioni che avevo dimenticato di illustrare prima ed inoltre vorrei suggerire una possibilità di accordo tra la delibera e la mozione.

Nel mio intervento precedente avevo detto che su molti terreni di proprietà della Val Veny e di alcuni privati, sono disseminati moltissimi rottami che non derivano solo dalla demolizione dell'ovovia, perchè ci sono anche pezzi della baracca dei cronometristi delle discese di Coppa del Mondo. La gente non lavora in modo cosciente e credo che di questo ve ne siate resi conto, ma devono rendersene conto anche quelli che vogliono continuare a lavorare insieme a noi.

Nessuno dice che la Società Val Veny non debba più lavorare in Valle d'Aosta o che la Regione non debba più collaborare con essa. Quest'ultima però deve sapere che la Regione Valle d'Aosta non è più disposta a lasciare distruggere il proprio territorio e a vedere calpestati i diritti dei cittadini valdostani proprietari dei territori in questione. Inoltre gradiremmo avere dalla Giunta dei chiarimenti in merito all'astensione di un suo componente, anche se parzialmente motivata, su questa delibera e ci auguriamo che essa presenti alla Società Val Veny delle richieste unitarie.

Riconosciamo che la Giunta ha lavorato meglio di quello che ci si poteva attendere dalla lettura della deliberazione e che sono state adottate tutte le misure necessarie per svolgere l'indagine conoscitiva e per controllare le procedure seguite. Visto che la Giunta non intende votare la mozione e che questo lavoro lo sta già facendo lei, io credo che la mozione possa essere modificata nel senso che il Consiglio da mandato alla Giunta di portare a termine gli impegni assunti con la delibera, per poi riferire in merito entro una certa data, non certo per mancanza di fiducia, ma per evitare che un problema così importante possa, nel tempo, essere un po' trascurato. Chiedo anche agli altri firmatari se sono d'accordo nel voler apportare una modifica di questo genere:

"Di dare mandato alla Giunta regionale:

1) di proseguire l'indagine conoscitiva sull'impatto ambientale degli impianti realizzati nel comprensorio Val Veny - Plan Chécrouit in Comune di Courmayeur;

2) di verificare se le opere sono state eseguite con regolarità e se sono stati rispettati gli adempimenti imposti da Comune, Regione, Corpo Forestale, Genio Civile, ecc.;

3) di riferire al Consiglio nel..."

Alla Commissione erano sufficienti tre mesi di lavoro. La Giunta probabilmente non ha gli stessi tempi di lavoro della Commissione, però si sarà posta anche delle scadenze in merito a questo problema; sentiamo quali sono e poi concorderemo il termine da inserire nella deliberazione. Mi sembra che tutte le forze politiche possano accettare la mozione così modificata.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Torrione; ne ha facoltà.

TORRIONE (P.S.I.): Vorrei fare solo due considerazioni. Noi siamo d'accordo sulla modifica proposta dal Consigliere Viberti proprio perchè la Giunta è intervenuta con grande tempestività. Questa volta dobbiamo dare atto all'Assessore competente ed al Presidente della Giunta di aver adottato un atteggiamento diverso e più sensibile alle esigenze della tutela ambientale.

In questi giorni noi ripresenteremo un disegno di legge sull'impatto ambientale che qualche tempo fa sembrava quasi futuribile e che poteva dare l'impressione di sconvolgere i consueti interventi dell'apparato burocratico in difesa del territorio. Mi ricordo che qualcuno in Commissione aveva avanzato qualche riserva in merito, specie per la costruzione degli impianti di risalita, che in Valle d'Aosta viene considerata quasi un dovere. Questa volta invece abbiamo toccato con mano le gravi e deleterie conseguenze dovute alla costruzione di un impianto di risalita.

A questo punto mi permetto di ricordare che non sempre i nostri comuni sono sensibili e solleciti nel tutelare l'ambiente, anzi ogni tanto qualche Sindaco ritiene opportuno riaffermare la validità delle strade anche intorno ai 4000 mt. di altitudine e gli esempi della valle di Champorcher sono sintomatici al riguardo; mi è stato detto, inoltre, che la teoria delle strade ad elevate altitudini è stata ribadita anche quest'anno. Fortunatamente una legge proibirà certi sconci realizzati in passato nella nostra Regione ed indicherà con chiarezza le responsabilità dei Comuni in materia. Certamente i servizi forestali fanno il loro dovere, ma io credo che non sia opportuno gravarli di molteplici incombenze, anche non congeniali alla loro funzione istituzionale e, come l'Assessore ben sa, preferirei che fosse istituito un servizio più specifico in tema di tutela dell'ambiente naturale. In certi casi va anche fatto un richiamo ai Comuni sul modo corretto di gestire il loro territorio, come è già successo durante i lavori per la costruzione del SUPER-PHOENIX, quando alcuni comuni diedero delle autorizzazioni che non avrebbero dovuto dare.

Sollecito quindi l'Assessore a voler presentare quel disegno di legge che da circa un anno giace nei cassetti della Giunta, perché se si vogliono evitare in futuro altri drammi ecologici, è opportuno che la Regione si munisca di un suo codice di comportamento sancito da una legge regionale. Lasciare infatti all'estemporaneità dei privati o alla scarsa sensibilità dei Comuni la tutela dell'ambiente, non da buoni risultati, come abbiamo visto appunto per la Val Veny.

Io mi auguro che il discorso della tutela ambientale venga affrontato dal Consiglio regionale entro brevissimo tempo e preannuncio che nella prossima settimana noi ripresenteremo la legge sull'impatto ambientale che mi auguro possa confrontarsi con le norme di carattere generale a cui ha fatto cenno l'Assessore e che dovrebbero presiedere alla effettiva tutela delle caratteristiche paesaggistiche ed ambientali della nostra Regione. Grazie.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola l'Assessore all'Agricoltura, Foreste ed Ambiente Naturale Perrin; ne ha facoltà.

PERRIN (U.V.): Je suis d'accord avec la proposition faite par le Conseiller Viberti, qui donne acte d'un côté des travaux et de l'autre des décisions que l'Assessorat et surtout le Gouvernement ont déjà pris à cet égard; évidemment nous continuerons l'enquête commencée pour approfondir encore certains aspects.

Je demanderai de modifier très légèrement le troisième point, c'est-à-dire au lieu de donner une date précise laisser une formule un peu plus vague "nel più breve tempo possibile". En effet cela ne signifie pas que nous avons la volonté de ne pas répondre, je peux l'assurer, parce que si nous voulons qu'on réfère aussi des possibilités d'intervention, c'est clair que, surtout pour ce qui concerne la régimation des eaux, il faut un peu plus de temps que trois mois, puisqu'il faudra faire un programme complexe et approfondi. Donc, c'est dans ce sens que je demande de modifier.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Viberti; ne ha facoltà.

VIBERTI (N.S.): Credo di interpretare il pensiero degli altri firmatari della mozione e di quanti hanno seguito questo dibattito dicendo che non abbiamo nessuna difficoltà ad accettare questa modifica, in quanto riteniamo che l'Assessore Perrin si farà parte diligente nel riferire al Consiglio. Saremmo felici d'essere informati, magari attraverso le comunicazioni del Presidente del Consiglio, dell'inizio dei lavori per eliminare il lago di Lavechon. Io credo che questa soluzione vada bene, sempre che l'Assessore e la Giunta accettino di rispettarla.

PRESIDENTE: Do lettura degli emendamenti concordati tra l'Assessore Perrin e i presentatori della mozione:

"di dare mandato alla Giunta regionale:

1) di proseguire l'indagine conoscitiva sull'impatto ambientale degli impianti realizzati nel comprensorio Val Veny - Plan Chécrouit in Comune di Courmayeur;

2) di verificare se le opere sono state eseguite con regolarità e se sono stati rispettati gli adempimenti imposti da Comune, Regione, Corpo Forestale, Genio Civile, ecc.;

3) di riferire al Consiglio nel più breve tempo possibile".

PRESIDENTE: Se nessuno chiede la parola metto in approvazione l'emendamento testé letto:

ESITO DELLA VOTAZIONE

Presenti, votanti e favorevoli: 28.

Il Consiglio approva all'unanimità.

PRESIDENTE: Do lettura della mozione nel suo testo emendato:

MOZIONE

RILEVATO che la realizzazione degli impianti di risalita e delle piste da sci ha provocato gravi danni ambientali nel comprensorio Val Veny - Plan Chécrouit in Comune di Courmayeur;

APPRESO CHE la Società Val Veny intende realizzare nuovi impianti che comporterebbero un ulteriore pesante impatto ambientale;

EVIDENZIATO che sono frequenti le segnalazioni e le proteste per il modo con cui sono stati condotti finora i lavori;

Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta

DELIBERA

di dare mandato alla Giunta regionale:

1) di proseguire l'indagine conoscitiva sull'impatto ambientale degli impianti realizzati nel comprensorio Val Veny - Plan Chécrouit in Comune di Courmayeur;

2) di verificare se le opere sono state eseguite con regolarità e se sono stati rispettati gli adempimenti imposti da Comune, Regione, Corpo Forestale, Genio Civile, ecc.;

3) di riferire al Consiglio nel più breve tempo possibile.

PRESIDENTE: Se nessuno chiede la parola metto in approvazione la mozione testé letta:

ESITO DELLA VOTAZIONE

Presenti, votanti e favorevoli: 28.

Il Consiglio approva all'unanimità.