Oggetto del Consiglio n. 1320 del 2 maggio 1985 - Resoconto
OGGETTO N. 1320/VIII - POSIZIONE DELLA REGIONE NEI CONFRONTI DEI PROBLEMI RELA TIVI AL PARCO NAZIONALE DEL GRAN PARADISO - (Interpellanza)
PRESIDENTE: Do lettura dell'interpellanza presentata dal Consigliere Torrione:
INTERPELLANZA
Le recenti prese di posizione assunte dagli abitanti di Valsavarenche concretizzatesi di fatto nella clamorosa decisione di non presentare liste di candidati alle prossime consultazioni elettorali per il rinnovo dei Consigli comunali, hanno riproposto in termini drammatici il problema del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Senza scendere nel dettaglio di una vicenda che ha risvolti ormai decennali, si ritiene che la mancanza di una linea politica coerente e di mediazione dell'Amministrazione regionale abbia indubbiamente influito sull'esasperazione di certe posizioni sia da parte dell'Ente Parco che da parte di certi esponenti locali.
La cosiddetta guerra dei confini sembra ancora oggi condizionare qualsiasi possibilità di ulteriore soluzione anche se il Piano del Parco, predisposto dalla Commissione Interenti (Ente Parco - Regione Autonoma Valle d'Aosta - Regione Piemonte), prospetta un giusto equilibrio fra le aspettative dei protezionisti e le altrettanto legittime e più giustificate esigenze delle popolazioni interessate, prospettando tra l'altro, una definizione della "palinatura" del Parco in termini sostanzialmente innovativi.
Si tratte n sostanza di un modo nuovo, originale e propositivo di affrontare le tematiche del Parco senza mortificazione per nessuna delle parti in causa anzi considerando come primario l'obiettivo di migliorare sostanzialmente le condizioni e le prospettive di vita delle Comunità che "vivono nel Parco" ma che devono essere nella condizione di "vivere del Parco".
L'aspetto del Piano del Parco non è stato però minimamente sfiorato dal Presidente della Giunta il quale, stando ad alcune notizie di stampa, ha dichiarato, al termine di un incontro con i rappresentanti del Comune di Valsavaren che sul tema delle prossime elezioni, che la Regione agirà esclusivamente lungo due direttrici e cioè l'impugnativa davanti al TAR delle delibere dell'Ente Parco riguardanti i confini e la predisposizione di un disegno di legge statale di iniziativa regionale per una diversa regolamentazione dei parchi nazionali italiani.
Tutto ciò premesso il sottoscritto Consigliere regionale Gianni Torrione
INTERPELLA
il Presidente della Giunta regionale per conoscere:
a) se è stata chiarita da parte dei consulenti legali della Giunta la delicata questione della competenza legislativa regionale in materia di parchi in relazione alla preannunciata decisione di predisporre una proposta di legge statale di iniziativa però della Regione;
b) se è stata abbandonata da parte della Giunta l'ipotesi di considerare lo schema di Piano del Parco, predisposto dalla Commissione Interenti, un elemento di confronto e una base di partenza per addivenire ad una soluzione equilibrata del problema;
c) qual è comunque il giudizio della Giunta sul predetto schema di Piano del Parco;
d) se la Giunta regionale condivide le affermazioni e le considerazioni con tenute nella deliberazione del Consiglio della Comunità Montana del Gran Paradiso (n. 144 del 12.11.1984) con la quale si respinge in blocco lo schema di Piano del Parco del Gran Paradiso.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Torrione; ne ha facoltà.
TORRIONE (P.S.I.): Questa interpellanza si inserisce in un momento particolarmente drammatico della vita del Parco del Gran Paradiso e dei suoi rapporti con le popolazioni i cui territori sono inglobati o contigui al Parco stesso. Già stamattina ci siamo occupati di que sto argomento per un fatto estremamente grave successo proprio a Valsavarenche, ma la mia interpellanza prescinde da questo argomento, che sarà oggetto anche di un ordine del giorno che io mi riservo di presentare, per focalizzare l'attenzione del Consiglio su alcuni problemi che non sono assolutamente marginali e che riguardano i rapporti tra l'Ente Parco, i Comuni e la Comunità Montana interessata, l'Ente Parco e la Regione.
Al di là di alcune mie considerazioni di stamattina su di un generale atteggiamento della Regione, senza voler accusare nessuno, nei confronti dell'Ente Parco, c'è da dire che tutta l'ampia e complessa tematica della tute la ambientale trova nell'opinione pubblica di oggi un riscontro sostanzialmente diverso rispetto al passato, prova ne sia che tutti i partiti politici hanno posto come tema centrale delle elezioni amministrative quello dell'ambiente. Questo significa che, anche se con ritardo, i partiti si sono accorti che non si poteva più prescindere dal conciliare lo sviluppo di una società con la tutela del bene essenziale costituito dall'ambiente. Anche noi, come Consiglio Regionale, dobbiamo fare uno sforzo per porci in una diversa ottica nei confronti di questa tematica. E' bene quindi che ci esprimiamo sul problema del Parco, che abbiamo sulle spalle da oltre trent'anni, dicendo una parola chiarificatrice.
Io ho ascoltato con estremo interesse un'intervista radiofonica dell'ex sindaco e attuale commissario di Valsavarenche, Chabod, il quale, commentando questo fatto ed esprimendo il suo sdegno per quanto avvenuto due notti fa, diceva: "...a parte ogni altra considerazione, quest'ultimo atto serve perché finalmente la Regione si muova e prenda in mano questo problema e lo risolva una volta per tutte". Queste parole, dette da uno che vive tutti i giorni sulla propria pelle il problema della palinatura del Parco e delle sue varie vicissitudini, acquistano grande significato e sono per tutti noi motivo di stimolo.
E' chiaro che questo argomento ci potrebbe portare molto lontano, ma io ritengo doverosa una nostra opera di mediazione perché ho l'impressione che, per le pressioni di alcuni gruppi di opinione sempre più largamente diffusi nel nostro Paese, anziché pilotare la vicenda del Parco, noi saremo un giorno o l'altro costretti a subirla. Non vorrei che su questo problema calasse un provvedimento di legge statale, visto che la competenza legislativa è un argo mento ancora tutto da risolvere, dal quale potremmo anche essere per qualche verso espropriati di alcune competenze nostre o che noi riteniamo tali, giungendo così alla soluzione del problema non con l'ottica dei valdostani, ma di coloro che siedono a 800 chilometri di distanza. Questa sarebbe una grave iattura, perché potrebbe anche trattarsi di una legge capestro ed è pertanto opportuno che ci ricordiamo di ciò mentre dibattiamo questo problema.
Ho già detto stamattina che a mio avviso c'è un altro argomento che abbia mo il dovere di stemperare, ed è il problema dei confini. Al di là di una riaffermazione di principio, resta il fatto che il Parco è un grosso contenitore e dipende da quello che noi ci mettiamo dentro, da qual'è la volontà politica che spinge e motiva i nostri atti, evitare che il problema dei confini costituisca un "motivo di scontro perenne". Questa affermazione vale per quello che è e non per quello che qualcuno mi vuol far dire.
Riallacciandomi all'ultimo aspetto, prima di sentire la risposta del Presidente della Giunta, ricordo che ritenevo e ritengo oggi a maggior ragione, anche alla luce di quanto è successo, che l'iniziativa assunta tre anni fa dalla Regione, di incaricare una Commissione interenti, e cioè Valle d'Aosta, Piemonte ed Ente Parco, di elaborare uno schema di piano, era un atto che andava nel senso giusto e che aveva il preciso obiettivo non di espellere le popolazioni dal Parco, ma di valorizzare tutte le potenzialità del Parco stesso in funzione del miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni che per troppi anni hanno subito un sistema vessatorio e becero da parte dello stesso Parco. Questo non è stato possibile perché, a mio avviso, la Regione non ha avuto il coraggio di esprimere un suo primo giudizio sul piano, lasciando che sullo stesso prendessero posizione le comunità interessate. Forse una prima indicazione della Regione avrebbe evitato le prese di posizione esacerbate ed esasperate che poi si sono verificate.
Dico questo perché credo che sia difficile, da parte di tutti noi, accettare un documento nel quale la Comunità Montana respinge in blocco tutto il pia no del Parco, che pure invitava gli enti interessati ad assumere un atteggiamento uniforme. Lo schema proposto non voleva essere impositivo, ma diceva: "Sotto questo profilo, le ipotesi avanzate dallo schema devono essere considerate delle semplici ipotesi di lavoro che le varie ricerche consentiranno via via di modificare e correggere..."; ed ancora: "...fornire criteri e linee di orientamento per le attività svolte e promosse dall'Ente per costituire una base di partenza per la concertazione dei processi di pianificazione tra l'En te, i Comuni e la Regione".
Questo è lo spirito con cui era stato redatto il piano ed in quel clima si era fatto, a mio avviso, un grosso passo avanti. Io sono stato critico con la Regione questa mattina, perché allora si era colto un certo stato d'animo e si era intravista una disponibilità che, se portata a termine, avrebbe potuto collocare la nostra politica in
un'ottica diversa. Si trattava infatti della disponibilità della Regione Valle d'Aosta ad offrire all'Ente Parco il Castello di Aymavilles, per una serie di servizi, non solo per gli studiosi ma anche come punto di riferimento della nostra collettività verso questa istituzione che, tutto sommato, ha una sua validità. Questo non è stato fatto e purtroppo siamo scesi dal terrorismo parolaio al terrorismo di altro stampo; ora è saltato un traliccio e non è più tempo di attese ma di decisioni. Io ho presentato l'interpellanza perché mi sono reso conto che il Parco e le popolazioni della Comunità Montana del Gran Paradiso non possono aspettare oltre.
Si dà atto che alle ore 17,50 assume la Presidenza il Vice Presidente DE GRANDIS.
PRESIDENTE: Signori Consiglieri, vi ricordo che questa mattina da parte di più forze politiche era stata preannunciata l'intenzione di presentare degli ordini del giorno ai sensi del 2° comma dell'art. 50 del Regolamento interno del Consiglio, trattandosi di argomento rilevante ed urgente. Poiché siamo in tema vorrei invitare coloro che intendono presentare ordini del giorno a farlo, così si può procedere all'eventuale discussione.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta Rollandin; ne ha facoltà.
ROLLANDIN (U.V.): Je crois qu'on donnera les réponses directement à l'interpellation et ensuite on pourra discuter es ordres du jour car je ne voudrais pas qu'il y ait un mélange à ce sujet.
Je crois que l'interpellation avait une raison assez claire pour vouloir connaître les différents avis à propos du projet "Interenti" prédisposé il y a quelques temps. Je n'entre pas dans les détails car d'ici quelques temps on aura la possibilité de discuter davantage à ce sujet avec les ordres du jour et donc d'éclaircir les points de vue sur le Parc. Je donnerai donc simplement les réponses en me réservant d'intervenir par la suite toujours sur le même sujet.
Pour ce qui est la première requête: "se è stata chiarita da parte dei consulenti legali della Giunta la delicata questione di competenza legislativa regionale in materia di Parchi in relazione alla preannunciata decisione di predisporre una proposta di legge, statale di iniziativa però della Regione", je crois que la réponse est déjà assez claire avec l'étude qui a été remise aux différents Conseillers et, comme disait ce matin le Conseiller Tonino, je crois que là on a finalement une possibilité législative primaire qui donne des compétences statutaires qu'on a toujours soutenues et que les experts confirment être à la base de l'action de l'Administration régionale. A présent il s'agira d'intervenir pour la rédaction officielle du projet de loi, selon la base qui est annexe à l'étude même.
Deuxième requête: "se è stata abbandonata da parte della Giunta l'ipotesi di considerare lo schema di piano di Parco predisposto alla Commissione Interenti un elemento di confronto, una base di partenza per divenire ad una soluzione equilibrata del problema". On n'a jamais oublié de prendre en considération ce projet; bien loin de là, on avait prévu une procédure différente, c'est-à-dire on avait annoncé qu'on croyait indispensable d'avoir préalable ment un avis des Communes et de la Communauté de montagne. Je sais, et le Conseiller Torrione l'a dit, qu'il y a eu une réponse assez tranchante de la part de la Communauté qui a dit: "On n'accepte pas ce projet: point, c'est tout". Il y a des suggestions qui pourront être reprises dans un deuxième temps, mais je crois que le projet n'a pas eu la possibilité d'être discuté suffisamment à cause du fait que les Communes, qui à présent n'on pas encore vu résolu un problème qui est peut-être value comme la première des choses à faire, n'ont pas donné la possibilité suffisante les autres problèmes.
Je donne un exemple. J'ai lu personnellement, comme je crois la plupart des Conseillers, ce projet qui comprend toute une série de propositions sur la gestion du territoire. Ce qui fait dire aux Communes: mais nous n'avons pas la possibilité de gérer notre plan régulateur et d'examiner les zones qu'on a déjà délibérées, tandis que là on nous soumet une autre prédisposition du territoire; il faudrait au moins pouvoir avoir une étude fait ensemble. Donc je crois que le projet devra dans un deuxième temps être pris en considération, car il y a là sans doute une étude valable sous un point de vue scientifique avec des bases à reprendre.
"Qual è il giudizio della Giunta?". Comme je disais on ne s'est pas exprimé à fond à cause du problème des compétences au niveau des autonomies locales des Communes.
"Se la Giunta regionale condivide le affermazioni e le considerazioni con tenute nella deliberazione del Consiglio della Comunità Montana del Gran Paradiso con la quale si respinge in blocco lo schema del piano del Parco". Je viens de dire que le problème ce n'est pas de voir si la Junte approuve ou non un examen que la Communauté de montagne a fait dans son autonomie, il s'agit plutôt de voir de quelle façon reprendre le discours et l'examiner ensemble. Je crois qu'il ne s'agit pas de porter des jugements sur les uns ou les autres, de décider s'ils ont bien fait de dire qu'ils n'appréciaient pas le projet dans son ensemble, ou si c'était mieux de résoudre d'abord le problème et ensuite d'étudier les détails. Je crois que, comme quelqu'un l'a déjà dit ce matin, il s'agit de reprendre le discours et de le résoudre dans son ensemble, soit du point de vue juridique, soit du point de vue social.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Torrione; ne ha facoltà.
TORRIONE (P.S.I.): Questa mia interpellanza non ha ottenuto il chiarimento sperato ed infatti con il Presidente della Giunta concordo solo sul fatto che quello studio parrebbe dare ragione (dico "parrebbe" perché è piuttosto difficile districarsi su argomenti di carattere giuridico) alla Valle d'Aosta,
con alcune precisazioni e distinzioni che dovranno essere comunque acclarate in seguito. Secondo questo studio c'è una competenza di carattere generale attribuita alle Regioni, e soprattutto alle Regioni a Statuto ordinario, mentre il discorso per le Regioni a Statuto speciale ha delle implicazioni diverse.
Non entro nel merito perché altrimenti staremmo qui a discutere su ogni singolo punto, ed io ne avevo già fatto argomento di discussione in sede di Commissione, comunque io chiedo che si faccia questo piccolo passo avanti, signor Presidente. Questo piano può anche essere tutto stravolto, però io credo che debba essere seguito il metodo che esso suggerisce, perché non ne individuo nessun altro. A mio avviso non se ne può uscire se non si dà una risposta e se il metodo del confronto non viene portato sino alle estreme conseguenze.
Io non prendo per oro colato quello che è scritto nello schema, che può anche essere stravolto, però il metodo di lavoro assunto è intelligente e serve, a mio avviso, a stemperare la polemica dei confini in un ambito ed in un contesto molto più generali. Se invece cercassimo di risolvere prima la questione dei confini e dopo quella delle competenze, ci troveremmo ad operare come il solito gatto che cerca di mordersi la coda e non ne usciremmo più. Io non voglio entrare nel merito, ma credo che la zonizzazione, così come ci è stata spiegata dal prof. Gambino in termini espliciti e dettagliati, è un modo diverso per ridare, tra l'altro, alcune specifiche competenze alle comunità locali ed ai Comuni, sottraendole così alla giurisdizione del Parco. La zonizzazione io l'ho interpretata così e prima dell'interpellanza ho consultato i miei appunti, per questo io ritengo che sia brutalizzante rigettare drasticamente questo schema di piano, senza un minimo approfondimento.
Dico questo non per incidere su un tessuto sociale già dilacerato, ma perché certe situazioni ne generano a catena delle altre e io credo che noi abbia mo il dovere di mettere ogni tanto un punto fermo. Questo discorso dovrà esse re ripreso anche con le popolazioni e stamattina non ho voluto fare l'eroe quando ho detto di non essere tra quelli che porgono l'altra guancia; questo naturalmente per dire che certe intimidazioni verbali, delle quali sono stato fatto oggetto in sede di Commissione, mi hanno lasciato del tutto indifferente.
Il Consiglio regionale non può che trarre una conclusione quando si usano frasi come quelle scritte in questa deliberazione: "Cronologicamente il piano è l'ultimo e più grave episodio provocato e voluto dalla strategia antiregionalista e massificatrice tendente, da 10 anni a questa parte, attraverso la figura giuridica del Parco, ad estendere l'area del potere coloniale del Governo centrale e dilatare l'effetto narcotico dell'azione livellatrice del potere culturale e tecnicistico della civiltà delle asfittiche aree metropolitane, negazione dello sviluppo a misura d'uomo e per contro nemico numero uno dell'uomo e della natura, sulle comunità autoctone delle valli del Gran Paradiso e del loro territorio". E' solamente vergognoso permettere che si scrivano delle frasi del genere e che le si inseriscano in un atto ufficiale! Ciò non corrisponde neppure alla verità.!
Siccome è opportuno ogni tanto dirsi tutto, ebbene cominciamo ad esprimere un giudizio su queste affermazioni e su queste prese di posizione, per evitare che si raggiungano estremi di esasperazione come quelli raggiunti oggi. E' facile contenere il fuoco che cova sotto la cenere, diventa invece difficile andarlo a spegnere quando divampa.
Concludo questo mio intervento dicendo che io non critico la Comunità, ma critico alcuni agitatori di vallata, come ho già detto questa mattina, che continuamente soffiano sul fuoco di giuste e legittime rivendicazioni delle Comunità. Noi, come Consiglio regionale, abbiamo il dovere di isolare questi agitatori, dopo di che il rapporto con la Comunità potrà essere ripreso in ter mini pacifici, come è caratteristica tra l'altro della gente valdostana, che non vuole lo scontro e che ha sempre privilegiato, nella sua lunga e millenaria storia, il metodo del confronto. E' da questo sentimento genuino delle nostre genti che noi dobbiamo attingere la forza per andare avanti sul discorso del Parco, per conseguire un risultato positivo sia per le collettività interessate sia per la Valle d'Aosta.