Oggetto del Consiglio n. 633 del 7 giugno 1984 - Resoconto
OGGETTO N. 633/VIII - INIZIATIVE PER LA LOTTA CONTRO I TUMORI. (Interpellanza).
PRESIDENTE: Do lettura dell'interpellanza presentata dai Consiglieri Mafrica e Millet:
INTERPELLANZA
Anche in Valle d'Aosta è molto elevata la percentuale di persone a cui ogni anno viene diagnosticata una forma tumorale.
Per tutti i tipi di tumore rivestono grande importanza la possibilità di una diagnosi precoce e l'uso di idonei interventi terapeutici: grande valore ha, dal punto di vista della qualità della vita, anche l'assistenza dei cosiddetti "malati terminali".
Poiché negli ultimi anni, all'interno della U.S.L. della Valle d'Aosta, grazie all'impegno di alcuni tecnici e medici sull'attività della sezione regionale della Lega italiana per la lotta contro i tumori, è iniziato un proficuo lavoro nel campo oncologico;
i sottoscritti Consiglieri regionali del Gruppo comunista
INTERPELLANO
l'Assessore alla Sanità ed Assistenza Sociale per sapere:
1) se è intenzione della Giunta regionale prendere provvedimenti che portino all'istituzione di un Osservatorio Epidemiologico che registri l'incidenza in Valle dei diversi tipi di malattie;
quali motivi impediscono la compilazione di un registro regionale dei diversi casi di tumore, visto che dal 1971 la nostra Regione non viene più considerata nell'esistente registro Piemonte-Valle d'Aosta;
quali possibilità concrete vi sono di istituire all'interno dell'U.S.L. valdostana un servizio di terapia radiante, richiesto esplicitamente dalla sezione regionale della Lega contro i tumori;
i motivi per cui l'U.S.L. ha istituito una unità dipartimentale di oncologia composta soltanto da 1 aiuto ed 1 assistente, fatto che per l'esiguità dell'organico crea problemi già per i normali avvicendamenti dovuti a ferie o malattie;
quale sarà il grado di autonomia funzionale dell'unità dipartimentale di oncologia rispetto all'unità operativa di medicina;
quali successivi provvedimenti verranno presi per giungere all'istituzione di un vero e proprio dipartimento di oncologia, in cui collaborino gli specialisti delle diverse unità operative;
quali ragioni impediscono un allargamento delle fasce orarie destinate all'ambulatorio oncologico, che già oggi è costretto a fissare prenotazioni ad una scadenza di oltre due mesi (ed è comprensibile l'importanza del fattore tempo in malattie di questo tipo).
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Mafrica, ne ha facoltà.
MAFRICA - (P.C.I.): Il problema della prevenzione e della cura dei tumori, è un argomento molto serio e delicato che il Consiglio deve tenere presente nel complesso della sua attività.
Il fatto che poniamo in rilievo con questa interpellanza è il funzionamento dell'unità dipartimentale di oncologia. Grazie alla buona volontà ed all'impegno di alcuni tecnici, di alcuni medici, da qualche tempo nella nostra Regione è iniziato un servizio di cura dei tumori. Per quanto mi risulta, sono tre i medici che seguono questo settore: la deliberazione che istituisce l'unità dipartimentale prevede soltanto un aiuto ed un assistente. Quindi un primo problema che poniamo è quello del funzionamento di questa unità: se uno dei due è malato o in ferie o comunque assente per qualche motivo, diventa difficile per l'altro garantire il normale servizio. Vorremmo sapere come mai si è fatto questa scelta dell'unità dipartimentale di oncologia.
Vorremmo poi sapere questa unità come è inserita rispetto all'unità operativa di medicina, cioè quale grado di autonomia hanno questi medici nel loro servizio.
Vorremmo ancora sapere se il numero di ore di ambulatorio oncologico - risulta che siano circa 6 ore alla settimana - può essere aumentato, perchè già adesso ci sono visite rinviate di un mese, di 45 giorni, di 2 mesi e per malati che hanno questi problemi il tempo è molto importante.
Abbiamo poi altre domande che non sono riferite soltanto a questo servizio, ma all'intero complesso. Vorremmo sapere se è possibile effettuare anche in Valle d'Aosta la compilazione del registro tumori, che per quanto riguarda la Valle d'Aosta era, fino al 1971, una parte del registro Piemonte - Valle d'Aosta. Da allora invece, almeno per quanto ci è stato detto, non esiste più una statistica fatta in modo puntuale; riteniamo che un registro di questo tipo potrebbe avere una sua utilità.
Forse per allargare anche il campo sarebbe ora di pensare ad un osservatorio epidemiologico che in pratica registri l'incidenza in Valle d'Aosta di tutte le malattie per vedere quali sono quelle più diffuse, in quali campi è necessario prendere dei provvedimenti.
Ancora due richieste: vorremmo sapere se è possibile istituire ad Aosta il servizio di terapia radiante (questa proposta è stata fatta dalla Lega italiana per la lotta contro i tumori in diverse occasioni) perchè ora i malati che hanno bisogno di questo tipo di cura devono recarsi almeno fino ad Ivrea. Se non ci sono grossi problemi dal punto di vista finanziario, l'avere il servizio di terapia radiante in Aosta sarebbe per i valdostani un fatto positivo.
Ultima domanda: vorremmo sapere se è possibile arrivare alla costituzione di un vero e proprio dipartimento, nel senso che ci sia effettivamente una collaborazione piena di tutti i servizi per affrontare questi problemi che sono molto delicati, che quando colpiscono una persona ne trasformano la vita e che richiedono la collaborazione di specialisti dei diversi settori.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare l'Assessore alla Sanità ed Assistenza Sociale Marcoz, ne ha facoltà.
MARCOZ - (U.V.): Le domande poste da questa interpellanza credo che trovino risposta completa nel piano socio sanitario regionale approvato con legge n. 66, in quanto tutte quelle richieste fatte dal Consigliere Mafrica hanno una soluzione. Chiaramente non posso liquidare in questi termini l'interpellanza, che è molto delicata, quindi cercherò di rispondere alle domande poste dal Consigliere Mafrica sui punti particolarmente toccati.
Per quel che riguarda il registro dei tumori, la patologia oncologica della Valle d'Aosta non viene registrata nel registro tumori del Piemonte per il semplice fatto che questo non è più in funzione. Infatti il nostro piano socio-sanitario prevede, per quel che riguarda la registrazione tumori, data la particolare situazione geografica della Valle d'Aosta, l'attivazione di una struttura diversa, in quanto dovrebbero confluire a questa registrazione tutti i dati provenienti sia dai medici di base, sia dai poliambulatori, sia dai reparti ospedalieri, sia dalla unità oncologica patologica della Regione, e sia in collegamento con il registro tumori della Regione Piemonte per i casi che vengono segnalati in quella Regione.
Non è ancora stabilito se il registro tumori serva solamente a fini di studio epidemiologico oppure ricopra anche utilizzi pratici diversi.
Per quel che riguarda la terapia radiante, mi dovrei rifare ad una vecchia relazione del marzo 1983, fatta da un oncologo operante presso il presidio ospedaliero di Aosta, dove si afferma che l'installazione di un centro di radioterapia minimale - composto da due bombe al cobalto con un costo di oltre 350 milioni ed il concorso di funzionamento annuale di oltre 45 milioni - necessita per essere occupato totalmente, di un'affluenza minima di 700 persone, cifra a cui in Regione, fortunatamente, non arriviamo. Quindi non si è ancora affrontato questo discorso, perchè dal lato economico e funzionale i costi sono proibitivi. Forse il Consigliere Mafrica considerava motivi etici: questo discorso si potrà valutare in un secondo tempo, in quanto abbiamo altre spese impellenti che purtroppo gravano sulla spesa sanitaria nazionale, in modo particolare per quel che riguarda la Regione.
Un altro passo importante l'ha fatto l'U.S.L., in quanto attraverso la costituzione del dipartimento di prevenzione - diagnosi e cura dei tumori - coinvolge non solo un aiuto, una assistenza, ma addirittura 19 unità operative. L'organico di oncologia, previsto dal Piano, è stato fatto così.
Verrà portato in Consiglio il nuovo piano sociosanitario, con le modifiche che devono essere apportate; dopo un funzionamento di tre anni, si vedranno le deficienze che ci sono state e potrà essere rivisto quello che, secondo il Consiglio, sarà l'indirizzo da dare alla riforma sanitaria.
Posso solo assicurare al Consigliere Mafrica che stiamo seguendo il problema. Ringrazio pubblicamente i medici, cui il Consigliere Mafrica prima accennava, che si sono messi di buona volontà con l'aiuto che la Regione, l'Assessorato, l'U.S.L. hanno potuto dare in questo momento.
Il piano prevede un certo tipo di struttura e stiamo verificando se sarà sufficiente, anche se anticipo già che per noi è insufficiente; quindi con la lettura dei dati che avremo raccolto entro fine mese, con l'impostazione del nuovo programma socio sanitario del nuovo piano, speriamo di apportare le modifiche che ci interessano.
Chiaramente questo è un tema che viene seguito in modo particolare in quanto di fronte a malati di questo genere non si può soprassedere.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Mafrica, ne ha facoltà.
MAFRICA - (P.C.I.): Non sono molto soddisfatto, ma non perché sono dell'opposizione quindi devo essere sempre insoddisfatto, ma perchè mi sembra che le risposte dell'Assessore rimandino tutto alla revisione del piano. Non vorrei che questo piano socio-sanitario della Regione fosse un po' come i piani dell'ANAS di cui parlavamo prima, a cui la Giunta regionale dimostra di credere poco.
Le cose previste dal piano sociosanitario sono una linea che bisogna man mano portare avanti; in particolare se si è visto che questo servizio richiede più di due medici, non aspettiamo chissà che cosa per vedere cosa dobbiamo fare.
Sono insoddisfatto per quanto riguarda la terapia radiante, perchè si dice che servirebbero 350 milioni per le apparecchiature tecniche, 45 milioni all'anno per farlo funzionare. Il minimo di persone richiesto in questo caso, perchè il servizio lavori a pieno ritmo è di 700 persone; purtroppo, dice l'Assessore, qui di ammalati ce ne sono solo 100 quindi non possiamo farlo! Non scherziamo su queste cose, abbiamo un avanzo di amministrazione di 150 miliardi, se questo servizio può essere utile per 100 valdostani e costa 500 milioni all'anno facciamolo, altrimenti con la legge dei grandi numeri qui in Valle d'Aosta, con i centomila abitanti che ci sono, non si avrà mai la possibilità di avere il numero ottimale per nessun tipo di servizio.
E' una insoddisfazione dal punto di vista umano e come cittadino, non come Consigliere.
E' chiaro che occorre seguire gli sviluppi della tecnica, però non possiamo fare delle giustificazioni economiche per non mettere in piedi dei servizi.