Oggetto del Consiglio n. 591 del 30 maggio 1984 - Resoconto
OGGETTO N. 591/VIII - PROBLEMI CONCERNENTI LA GESTIONE ED IL FUNZIONAMENTO DELL'ENTE VALDOSTANO PER L'ARTIGIANATO TIPICO - (Interpellanza).
PRESIDENTE: Do lettura dell'interpellanza presentata dai Consiglieri Torrione e Breuvé.
INTERPELLANZA
Nel corso di una riunione consiliare dello scorso autunno, l'Assessore all'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti concordava sull'opportunità di conferire all'Ente per l'Artigianato Tipico Valdostano un assetto completamente diverso e più adeguato alle esigenze di un settore in evoluzione e destinato pertanto a costituire, se debitamente supportato, una valida ed efficace alternativa di tipo occupazionale, specie in una situazione difficile e drammatica come l'attuale.
Ora, a distanza di diversi mesi, tale problema è stato accantonato completamente, visto e considerato che l'unico provvedimento in merito riguarda un rifinanziamento di L. 70.000.000 per l'applicazione della legge 9.5.1963, n. 12 concernente appunto l'istituzione dell'EVART.
Sottoposta all'esame della III^ Commissione consiliare permanente, tale proposta di legge è stata ritirata dall'Assessore Pollicini in seguito alle perplessità manifestate da alcuni Consiglieri circa le affermazioni formulate dallo stesso Assessore in merito ad alcuni aspetti piuttosto preoccupanti concernenti la gestione dell'Ente dal 1971 in poi.
Stando a quanto riferito, parrebbe infatti che da oltre 13 anni, l'Ente non abbia più provveduto alla stesura del conto consuntivo, utilizzando tra l'altro per il pagamento degli stipendi e di emolumenti al personale dipendente somme dovute invece agli artigiani per la commercializzazione di oggetti e di materiale vario.
Quest'ultima operazione avrebbe addirittura determinato un credito da parte degli artigiani di circa 200 milioni nei confronti dell'EVART.
Si è venuti inoltre a conoscenza che l'unico negozio in attivo gestito dall'EVART a Courmayeur è stato inspiegabilmente chiuso senza peraltro informare della circostanza l'Amministrazione regionale a cui spetta tra l'altro la vigilanza sugli atti dell'Ente stesso.
Tutto ciò premesso i sottoscritti Consiglieri regionali Gianni Torrione e Lilliana Breuvé
INTERPELLANO
l'Assessore competente per conoscere:
1) gli intendimenti della Giunta regionale in merito al problema dell'EVART alla luce degli ultimi avvenimenti che paiono addirittura aver coinvolto la responsabilità degli amministratori che si sono susseguiti nel tempo alla guida dell'Ente stesso;
se a giudizio della Giunta regionale l'EVART ha assolto, nel corso degli anni, ai compiti previsti dagli artt. 2 e 3 del suo Statuto, conseguendo gli obiettivi e le finalità per cui è stato costituito;
se il Collegio dei Sindaci, nominato ai sensi dell'art. 11 del citato Statuto abbia mai segnalato o rilevato carenze o irregolarità nei bilanci dell'EVART o nella gestione e nell'attività dello stesso.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Torrione; ne ha facoltà.
TORRIONE (P.S.I.): Questa interpellanza nasce da alcune perplessità, che ci sono state manifestate dallo stesso Assessore, sull'attività di questo Ente che era stato costituito per tutelare l'artigianato tipico valdostano e per incrementarlo e che invece, nel corso degli anni, si è trasformato in uno dei classici enti inutili.
E' un discorso che ci preoccupa perchè la legge istitutiva dell'EVART risale al 1963, è molto succinta e dà mandato alla Giunta di predisporre lo Statuto dell'Ente stesso. Rileggendo lo Statuto si nota come gli obiettivi dell'EVART non sono stati raggiunti perchè questo Ente, che doveva servire da volano e da elemento propulsore di un settore che avrebbe potuto avere ben altra espansione, ha fallito, facendo diventare gli obiettivi degli elementi del tutto marginali, in quanto l'Ente si è burocratizzato, limitandosi a interventi poco produttivi per l'artigianato. Se poi a questo aggiungiamo il fatto che questo Ente non ha gestito il proprio patrimonio e i propri finanziamenti in termini di assoluta correttezza (ci è stato detto, per esempio, che il conto consuntivo non è più stato presentato) il dubbio diventa maggiore, perchè sembra quasi che questo Ente sia sfuggito di mano alla Regione, che aveva pur delle responsabilità nella gestione dell'Ente stesso.
Con molta onestà l'Assessore ci ha detto che uno dei punti commerciali tra i più produttivi, cioè quello di Courmayeur (tra i compiti dell'EVART c'era soprattutto quello della commercializzazione degli oggetti tipici dell'artigianato) è stato chiuso senza che la Regione ne fosse messa a conoscenza. Con rammarico constatiamo che anche in Valle d'Aosta si è verificata la stessa situazione di altri Enti statali che servivano solo a pagare gli stipendi.
Noi non riteniamo che vadano adottati provvedimenti legislativi di salvezza per Enti del genere. La Giunta ha assunto, giustamente o ingiustamente, una determinazione ben specifica per un altro ente che era sull'orlo del tracollo, l'Agraria Valdostana. Non mi sembra però che la situazione di questo Ente sia molto diversa rispetto a quella dell'Agraria.
Attendiamo parole di chiarezza da parte dell'Assessore, riservandoci di proseguire questo discorso in quanto riteniamo che il settore dell'artigianato non abbia bisogno di questi episodi ma abbia invece bisogno di impulsi e sollecitazioni per raggiungere gli scopi che tutti noi auspichiamo.
Si dà atto che alle ore 11.00 assume la Presidenza il Vice Presidente De Grandis.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola l'Assessore all'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti Pollicini; ne ha facoltà.
POLLICINI (Féd. D.P.-U.V.P.): Innanzitutto va detto che ci stiamo occupando attentamente della gestione dell'EVART e del rispetto dei compiti istituzionali. Non ho difficoltà a nascondere che, personalmente, non ho condiviso certi atteggiamenti e ritardi, come non ho gradito che l'Ente abbia assunto la decisione di chiudere il negozio di Courmayeur, che dava buoni risultati economici, senza informarne la Regione se non a fatto avvenuto.
Un fatto è certo: stiamo operando per ricostruire sia l'immagine che la funzionalità dell'EVART. Stiamo operando in questa direzione e mi auguro che, visto che il Consiglio di amministrazione scade nel mese di luglio, arriveremo a quella data con delle proposte operative. Stiamo ricostruendo anche quelle situazioni che in un certo periodo non sono state attentamente seguite e valutate. Proporremo certamente al Consiglio una soluzione per riequilibrare la situazione finanziaria dell'Ente, che purtroppo non aveva operato con le verifiche tempestive che, se fossero state fatte, non avrebbero portato l'Ente all'attuale situazione. L'intenzione di ridare funzionalità è di estremo rigore.
Esistono indubbiamente in vari enti, specialmente enti collaterali, situazioni che hanno bisogno di un intervento "chirurgico". In questo caso, più che un intervento chirurgico, occorre un intervento razionale che salvi l'istituzione e le sue finalità. Penso che abbiamo elementi per dire che questo Ente può essere recuperato alle scopo iniziale.
Dando una risposta ai tre punti dell'interpellanza va detto che il primo è quello degli intendimenti e mi pare di averlo già chiarito, così come il secondo. Per il terzo punto, che riguarda il Collegio dei Sindaci, va detto che lo stesso Collegio non ha mai segnalato situazioni preoccupanti che avrebbero reso possibile un intervento correttivo prima di oggi.
Quello che è certo è che noi a luglio presenteremo una proposta operativa per rilanciare l'Istituto per l'Artigianato Tipico Valdostano.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Torrione; ne ha facoltà.
TORRIONE (P.S.I.): Diamo atto delle buone intenzioni dell'Assessore, però non siamo soddisfatti della risposta perchè è vero che si sta operando per ricreare l'immagine e l'operatività, ma io avrei voluto anche veder chiaro su quello che è successo nel passato. Se il Collegio dei Sindaci non ha mai segnalato niente, ha sempre detto che tutto andava bene e poi abbiamo visto invece l'Assessore ritirare il provvedimento di legge relativo al finanziamento, mi sembra che, tutto sommato, il rigore vada applicato anche nei confronti della gestione. Senza voler fare una caccia alle streghe io vorrei che l'Assessore, oltre ad un provvedimento di energica chirurgia nei confronti dell'EVART, si impegnasse anche a portare qui una dettagliata situazione patrimoniale e contabile dell'Ente. Su questa base anche il Consiglio potrà dare un suo giudizio più compiuto.
Siamo tutti preoccupati perchè riteniamo che l'artigianato sia uno dei settori chiave dell'economia valdostana che però non è gratificato dalla presenza di un Ente che aveva il compito principale di aprire i confini di questo artigianato a ben altri orizzonti. Qui invece siamo rimasti ad una gestione minuta che, oltre ad essere senza prospettive, ha anche degli inghippi di carattere amministrativo e contabile.
Se l'Assessore ci garantisce che in sede di Consiglio, nel mese di luglio, questa fotografia dell'Ente, oltre alla sua proiezione futura, verrà fatta, noi aspetteremo con pazienza questa scadenza. Se l'Assessore ritiene di rimettere in atto l'EVART con un semplice colpo di spugna, così come è stato concepito, allora noi non saremo d'accordo e lo solleciteremo a cambiare rotta.