Oggetto del Consiglio n. 160 del 24 novembre 1983 - Resoconto
OGGETTO N. 160/VIII - ESAME DELLA SITUAZIONE VENUTASI A CREARE PRESSO LA CASA DA GIOCO DI SAINT-VINCENT - (Prosecuzione e chiusura dibattito).
PRESIDENTE: La parola al Consigliere Torrione, ne ha facoltà.
TORRIONE - (P.S.I.): Signor Presidente,
Signori Consiglieri, è forse il caso di ripetere un detto latino: "mala tempora currunt" in tutti i sensi. Una piccola reminiscenza classica! In effetti, l'attenzione con cui è stato seguito il dibattito stamattina, le novità che sono emerse, alcune coraggiose denunce, le sfide lanciate contro un certo tipo di amministrazione, contro l'omertà a favore della verità e della chiarezza, contro un ritorno a sistemi più rigorosi, tutto questo, a mio avviso, non può non lasciare un segno, ma costituisce un fatto politico di notevole importanza, anche perchè stamani questa invincibile armata rappresentata dall'attuale maggioranza, questa che sembrava una poderosa macchina da guerra, una corazzata simile alla "Viribus Unitis", ha subito qualche cedimento, si è aperta qualche falla e c'è stato un primo tentativo di ammutinamento.
Vedremo poi di che tipo di ammutinamento si tratta, se la rotta sarà recuperata oppure se si tratta veramente di un principio di affondamento. Lasceremo trarre alle forze di maggioranza le conseguenze, noi siamo qui per recitare un nostro ruolo, non troppo modesto, Consigliere Pedrini.
Fino a stamani questo Consiglio, per lo meno alcuni Consiglieri, hanno recitato la parte dei "peones". Io credo che si sia, se non altro, invertita una tendenza. Stamani c'è stata una maggiore attenzione verso coloro che stanno da questa parte ed è giusto che sia così, perchè - lo sottolineerò dopo nel mio intervento - questo Consiglio deve riappropriarsi appieno di tutte le sue competenze. I tempi delle mortificazioni sono finiti. Mi sembra che da stamani, anche coloro che stanno nella maggioranza, abbiano avvertito che non si può andare oltre.
Il guanto della sfida è stato lanciato, vedremo se sarà raccolto!
Detto questo (su questo argomento più specificatamente politico torneremo anche dopo) voglio precisare, per tornare all'argomento che ci vede qui riuniti in seduta straordinaria e cioè le vicende del Casinò di Saint-Vincent, che chi è venuto ad assistere a questo Consiglio con la segreta speranza di conoscere, attraverso le mie parole e quelle dei miei compagni di Gruppo, ulteriori particolari sulla vicenda del Casinò, oppure con la speranza di potere assistere ad uno scontro all'ultimo sangue tra maggioranza e minoranza, credo che uscirà da quest'aula piuttosto deluso.
Noi non abbiamo infatti rivelazioni sensazionali da fare e non abbiamo la volontà e la vocazione di processare nessuno. Noi vogliamo molto più semplicemente, fare chiarezza nella più rigorosa obiettività possibile, senza peraltro instaurare un clima da crociate, senza fare dello scandalismo gratuito (non è nel nostro costume), senza fare dello sciacallaggio politico (lo diciamo ad alta voce perchè, avendolo subito in altri tempi sulla nostra pelle, sappiamo bene quanto sia doloroso ed allo stesso tempo improduttivo) ed infine senza fare delle catastrofiche previsioni.
Non abbiamo mai avuto, Signor Presidente, la vocazione dei folli predicatori di sventure, anche perchè non abbiamo la successiva e conseguente aspirazione di essere martirizzati e bruciati sulla pubblica piazza, nè tanto meno vogliamo che si instaurino nei nostri confronti dei processi di beatificazione. Lasciamo ad altri questo ruolo. Però non possiamo evitare di dire che questo è indubbiamente un momento drammatico nella storia della nostra Regione.
Proprio per questo fatto, perchè ne avvertiamo tutta la drammaticità, occorre che questo argomento sia affrontato con estremo senso di responsabilità e con il massimo rigore. Usiamo una frase cara agli amici repubblicani: "esiste una emergenza di carattere morale tanto più delicata e difficile, in quanto il fenomeno mafioso sembra avere germinato anche nella nostra terra e nell'ambito della nostra Comunità. Una Comunità che fino ad ieri era fortunatamente e felicemente estranea a contaminazioni di questo tipo".
Proprio per questa luminosa tradizione che ha questa nostra terra noi riteniamo sia necessario, in questo momento, scuotere le coscienze di tutti gli onesti, non per fare del facile moralismo, ma per creare un argine insormontabile di fronte a tanto tragico pericolo. Il pericolo esiste e lo si può toccare con mano.
La collettività regionale, il popolo valdostano, per storia, per tradizione, per cultura, - e qui condivido l'analisi fatta stamani dall'amico Consigliere Maquignaz - per modo di essere e di vivere è provvista di sufficienti anticorpi, tali da renderla immune dall'eventualità che il cancro mafioso intacchi i suoi gangli vitali.
Pertanto, la nostra funzione, come Consiglieri regionali, come espressione massima della collettività valdostana, come simbolo del nostro sistema di autogoverno, è quella di contribuire a rinsaldare, a rendere invalicabile questa barriera protettiva con comportamenti e azioni improntate al desiderio di non lasciare alcuna zona d'ombra, di riportare tutto alla luce del sole al fine di evitare equivoci tra intendimenti e possibilità di dubbie interpretazioni.
Dobbiamo cioè, con un rigore morale assoluto, affrontare e definire quello che è "l'affaire Casino", non per fare del facile scandalismo, ma per cercare la verità, impresa improba e difficile. E attraverso la ricerca della verità ridare tranquillità, serenità ai cittadini valdostani che sono stati profondamente turbati da questa vicenda. E' con questo stato d'animo che noi tutti - credo di interpretare i desideri dell'intero Consiglio, qualcuno lo ha già espresso stamani - attendiamo fiduciosi i risultati dell'inchiesta in corso. Ci attendiamo da questa inchiesta una giusta e sollecita conclusione allo scopo di accertare precise responsabilità, che consentano di inchiodare i colpevoli, ma consentano anche di evitare, qualora le accuse dovessero risultare infondate, penose carcerazioni preventive.
Diciamo con senso di profonda responsabilità, come Partito che ha sempre tenuto alta in ogni occasione la battaglia dei diritti civili, che ci sembrava opportuno ricordarlo anche in questa occasione.
La giustizia, quindi, faccia il suo corso. Io ho apprezzato lo sforzo compiuto stamani, per la ricostruzione dei fatti di questa brutta storia, di questo brutto pasticciaccio, ma noi non ci soffermeremo oltre, diciamo che è un problema che riguarda una autorità che è diversa dalla nostra.
Noi non vogliamo esprimere valutazioni o formulare giudizi o ipotesi che, giuste o errate che siano possano, non dico influenzare, ma costituire una indebita intromissione nella sfera di competenza del potere giudiziario. La suddivisione rigorosa dei poteri è uno dei presupposti della democrazia: Montesqieu insegna.
Ci occuperemo pertanto di questa vicenda, e lo vogliamo dire a voce alta, esclusivamente per gli aspetti che sono di nostra stretta competenza, per ciò che noi tutti - qui coinvolgo tutti con gradualità e con priorità diverse, ma tutti noi abbiamo qualche responsabilità - per ciò che si poteva fare e non è stato fatto, per la leggerezza e la superficialità con cui si sono affrontate certe situazioni, per una certa atmosfera di permissivismo e di accondiscendenza e di disinvoltura che, a volte, abbiamo notato nell'amministrare e nel non controllare.
Abbiamo parlato di leggerezza; ebbene, la Giunta e la maggioranza mi consentiranno di ricordare quanto è successo nella seduta del 7 di questo mese, quando in quest'aula non si sono levate le voci che si sono levate questa mattina e che noi abbiamo apprezzato, ma con una certa nonchalance, con l'idea di essere trattati come degli scolaretti un pochino indisciplinati, abbiamo sentito da alcuni banchi della Giunta, soprattutto, che sull'affare Casinò non c'era niente di losco da riscontrare, che il Ministro Scalfaro era un personaggio rigoroso sì, ma che voleva demonizzare un po' il gioco. Noi in quell'occasione ci siamo resi conto che, tutto sommato, sulla Valle d'Aosta stava calando una nube tossica che poteva ammorbare tutta la nostra atmosfera; ebbene, in sostanza si è detto che tutto andava bene, i controlli, quei pochi che erano stati fatti, non avevano dato esito, c'era sì qualche banconota che era sfuggita al controllo, ma era tale la massa di denaro, e la maggioranza - lo devo ridire con rincrescimento, perchè con altrettanto compiacimento dirò poi alcune cose - in quell'occasione si è chiusa a riccio, è stata impenetrabile. La proposta di nominare una Commissione senza dubbio non avrebbe evitato quello che poi è successo, ma avrebbe dimostrato una diversa attenzione del Consiglio regionale nei confronti di quello che ci stava per piombare sulla testa. Tutto andava bene; poi, tre giorni dopo, un battaglione della Guardia di Finanza, 349 uomini con le mitragliette, hanno bloccato Saint-Vincent ed è successo quello che è successo.
Se è vero, e questo lo dobbiamo dire con tono ironico ma anche con amarezza, che "il ridicolo uccide più della spada" allora questa maggioranza avrebbe dovuto celebrare il suo funerale politico da almeno 15 giorni, a meno che non abbia improntato le proprie regole di vita imitando un motto che è del Partito Socialista: "l'ottimismo della volontà nell'ottimismo della superficialità". Se questo è avvenuto le responsabilità non sono assolutamente nostre.
C'è da chiedersi: perchè questo atteggiamento? Perchè quasi questo senso di fastidio? Ciò meriterebbe una introspezione di tipo psicologico diverso, perchè in effetti, c'è questo atteggiamento dell'autonomia valdostana di rinchiudersi in sè stessa, non appena la si guarda, o si tenti di guardarla, attraverso gli occhi dei suoi cespiti economici. Lo abbiamo visto in occasione della discussione dei 2/10 famosi. C'è la sensazione che le fonti che procurano ricchezza non debbano, per qualche verso, essere controllate. C'è un atteggiamento da l'avaro di Molière che si ripiega su sè stesso, che nasconde perchè..... Perchè deve nasconderlo? Non ho capito! Quasi fosse valido quel detto che ogni tanto si legge sui tram: "procura dei soldi, quindi non disturbate il manovratore". Perchè questo atteggiamento?
Questo atteggiamento del non disturbo al manovratore c'è ed esiste anche per problemi molto più piccoli di questo, come ad esempio per il tiro al piccione. Quando si è parlato in quest'aula del tiro al piccione, (io sono dalla parte degli ecologisti) che è espressione vergognosa di una attività sportiva che non esiste, lo si è monetizzato, si è tentato di giustificarlo perchè il Consiglio non poteva riprendere la sua deliberazione dicendo "lo abroghiamo". Siamo l'unico paese in Europa ove si attui il tiro al piccione, eppure nessuno lo ha contrastato seriamente.
Forse in tutti noi, piano piano, è venuta meno la volontà di controllare, di fare, di dire. Bisogna uscire da questo sistema, questi sono atteggiamenti che non sono tipici della nostra gente di montagna,. è un atteggiamento di tolleranza che non dovrebbe esistere tra la nostra gente.
E con questo noi veniamo qui, riprendendo una frase del Presidente della Giunta, a "demonizzare l'esistenza del Casinò". Tra l'altro saremmo ingiusti nei confronti della nostra storia se usassimo un atteggiamento del genere, perchè la storia del Casinò è parallela a quella della nostra autonomia.
Quando lo Stato usava veramente la mano pesante, quando non c'era la certezza delle entrate, il Presidente illuminato trovò che il Casinò era un cespite molto importante per le finanze della Regione, ma qui ha ragione Riccarand nel dire che se era importante allora, lo è un po' meno ora, visto che il riparto ha portato alla Valle d'Aosta una quota finanziaria che non è più quella che ci era assegnata.
Il Casinò c'è, è una entità economica e finanziaria importante, non solo perchè si gioca, ma per l'attrazione turistica che esercita. Certamente il Casinò non è un posto per educande o per dame di San Vincenzo, bisogna capire che attorno al Casinò, visto che si gioca d'azzardo, può crescere e prosperare un certo tipo di sottobosco sul quale vorremmo tornare più tardi. Ma è altrettanto vero che in un momento così drammatico per l'economia regionale, sarebbe una follia ed una sciagura volerne la chiusura, visto che nel bene o nel male, esso assicura circa mille posti di lavoro, mancando i quali non so quale soluzione potrebbe trovare la nostra Regione.
Forse sull'argomento Casinò vale la spesa di fare un'ulteriore riflessione, peraltro già emersa stamani, e che ho ascoltato con estremo piacere. Fino agli anni '70, prima del rinnovo dell'ultima convenzione, eravamo abituati ad avere un Casinò che aveva una sua caratteristica ottocentesca, se vogliamo. Il Casinò aveva una sua struttura, aveva una sua dimensione che è stata totalmente stravolta nel momento in cui sono entrate in funzione altre due convenzioni: quella rinnovata del '78 e quella dei giochi americani con la SAISET.
Noi abbiamo continuato a trattare il Casinò come se fosse quello del Conte Cotta, mentre invece, sotto i nostri occhi, esso è diventato il più grande Casinò d'Europa. E visto che il Casinò non è un convitto per educande, occorreva che fossimo molto più solleciti e più avveduti nei controlli.
Forse nessuno di noi si è reso conto appieno di quale macchina infernale avessimo a 26 Km. dal capoluogo. Invece il Casinò ha continuato ad essere controllato con un corpo dei controllori che era quello del 1967, visto che l'organico risale ad allora; intanto questa specie di monumento si ingigantiva, diventata addirittura risplendente al sole della Valle d'Aosta, diventava il centro Congressi della nuova Europa fino a che un bel giorno, di colpo, abbiamo scoperto che forse, a quel che si dice, il centro congressi è della Nuova Famiglia.
Si è cercato e si è fatto uno sforzo - e lo abbiamo apprezzato - per dare all'esistenza del Casinò una nuova filosofia, quella di illudere, non di ledere; poteva essere un tentativo, da incoraggiare sotto certi aspetti, per cambiare un pochino il suo aspetto negativo, di macchina di vizio. Ma è stato un tentativo che è rimasto incompiuto, non abbiamo ancora visto i risultati di questa operazione di tipo culturale e di fronte a questo mostro dai mille tentacoli il nostro controllo è rimasto molto modesto.
Il Casinò è cresciuto a dismisura anche nel suo aspetto fisico e noi dovremmo occuparci prossimamente anche di questo suo gonfiamento, di questa sua opera di ristrutturazione con due delibere che sono all'esame del Consiglio di questa tornata, due delibere che devono essere profondamente meditate e discusse, come vanno rimeditate e discusse le convenzioni con la SITAV e con la SAISET. C'è un intreccio di interessi tale che non ci si capisce più nulla. Dobbiamo cogliere il grido di dolore del Consigliere Maquignaz che stamattina con angoscia ha chiesto: "chi c'è dietro la SAISET?" Questo suo interrogativo non può rimanere tale visto che non è la prima volta che lo pone. Una volta per tutte bisognerà dare una risposta. Io credo che una prima risposta sia già stata data stamani, da tutta quella serie di dubbi, da quel modo pubblico di interrogarsi dei singoli Consiglieri, dal fatto che il Consiglio ha voluto ritornare ad essere l'elemento centrale della vicenda politica valdostana, in un equilibrio dei poteri che vede da una parte la Giunta e il suo Presidente e dall'altra il Consiglio.
Non stiamo ora ad addentrarci in particolari di carattere tecnico, anche perchè diventeremmo ripetitivi, ma vogliamo citare, proprio perchè il Consiglio deve ricordarsi di essere l'espressione più alta della collettività valdostana, una frase di un filosofo francese, Prandhon, cara a noi e agli amici dell'Union. Scrisse nel giugno del 1848 a lato di una sua poco felice esperienza parlamentare: "Io ho mancato per idiozia parlamentare al mio dovere di rappresentante. Io ero là per vedere e non ho visto, per gettare l'allarme e non ho gridato, io ho agito come un cane che non abbaia alla presenza del nemico". Noi dobbiamo assumere questa frase lapidaria come codice di comportamento, che pare abbia cominciato a funzionare stamattina, e mi compiaccio con tutti quei Consiglieri che, uscendo dal loro guscio, hanno saputo dire cose che in altre occasioni non avevamo sentito.
Abbiamo apprezzato la difesa, chiamiamola d'ufficio, fatta dal Consigliere Stévenin, che ha contestato la legittimità della richiesta delle dimissioni di Andrione; dal suo punto di vista è più che logico-che fosse così. Noi non ci soffermiamo su questa argomentazione; non intendiamo fare strumentalizzazioni di sorta e quindi questo discorso non ci tocca. Stévenin dice che vi è l'esigenza di fare chiarezza su tutti gli aspetti del Casinò. Noi concordiamo, come concordiamo sull'accorato appello del Consigliere Maquignaz. I suoi toni non erano per niente apocalittici, ma erano il sintomo preciso di uno stato d'animo. Il Consigliere Maquignaz dice: "... Un fiume di fango che infanga l'intera Valle d'Aosta...""Noi rischiamo di non essere più protagonisti del nostro destino".
Direi che sono frasi sulle quali, al di là del fatto che noi siamo Consiglieri regionali, dobbiamo meditare come valdostani. Un discorso a parte merita l'intervento dell'amico Pedrini. Anche noi siamo per la nomina di una Commissione di inchiesta e la chiederemo a chiusura di questo intervento, ma se dobbiamo essere conseguenti, il Consigliere Pedrini, con tutte le cose che ha detto stamani, credo che di Commissioni di inchiesta ne dovrà chiedere più di una.
Vorrei solo spendere una parola su una affermazione che forse gli è scappata. E' una affermazione che riguarda il personale della Regione: non mi sembra giusto, Consigliere Pedrini - forse io ho interpretato male il senso ed il significato del suo dire - fare una accusa generica. Credo che il discorso vada approfondito perchè se ci sono sacche di inefficienza, è meglio rimuoverle, ma bisogna anche apprezzare l'operato, in gran parte lodevole, dei dipendenti regionali.
Anche sul problema dei controlli le precisazioni fatte da Pedrini vanno rimediate; in particolare sarebbe il caso di ritornare sopra al problema del personale ed al fatto che prima il Segretario Generale era anche il capo del personale.
Non voglio strumentalizzare questo fatto, in primo luogo perchè non lo voglio fare, ed in secondo luogo perchè il Consigliere Fosson stamani più chiaro di così non poteva essere. Il collega Fosson, con tutto il rispetto per la Giunta, ha lanciato un sasso in piccionaia, ma ha detto alcune cose che non possono essere sottaciute da chi sta in questa parte dei banchi, se non altro per rendergli atto e merito per averle sapute dire.
Egli ha lanciato una sfida all'interno della maggioranza. Questo è il fatto nuovo! Qui non sono più le voci dei Consiglieri "peones" che erano clamanti nel deserto, qui siamo ad un Consigliere Capogruppo della D.C. che ha chiesto cose precise, specifiche. Ha detto che non bisogna avere più tanti riguardi, per questo mi auguro che qualcosa, se non nella maggioranza perchè questo non è compito nostro, almeno negli atteggiamenti, cambi sostanzialmente. In questo senso va interpretata la voce unanime del Consiglio. Certi modi di essere, eccessivamente tolleranti, non possono più essere patrimonio di chi amministra la Regione autonoma Valle d'Aosta.
Diciamo questo perchè in questo sforzo non dobbiamo lasciare nulla di intentato, per ridare certezze ad una comunità che, tutto sommato, è frastornata da eventi che l'hanno profondamente turbata e anche mortificata.
Dobbiamo fare uno sforzo comune, e qui voglio accomunare la maggioranza e la minoranza, per ridare un prestigio assoluto alle nostre istituzioni regionali. Per far ciò dobbiamo eliminare ogni ombra di sospetto e soprattutto questo clima pesante che grava sulle nostre teste.
Dobbiamo ridare credibilità al nostro modo di gestire l'autonomia, intervenendo con rapidità e con estrema decisione per rimuovere gli ostacoli che possono impedire che sia fatta piena luce su questa vicenda.
Prima di leggere l'ordine del giorno che presenterò alla Presidenza credo sia opportuno, in questo che non è un momento dei più felici della nostra storia, fare riecheggiare in quest'aula le parole di un uomo col quale, quando era in vita, io sono sceso in polemica sovente; nei miei ardori giovanili l'ho contestato violentemente e mi accorgo ora di avere commesso in giovinezza anche alcuni errori: parlo dell'Avv. Severino Caveri. Nel lontano '48 scrisse alcune frasi che io voglio qui ripetere perché ci servano per regolarci nel futuro di questa vicenda e soprattutto per essere degni rappresentanti del popolo valdostano: "Une seule chose: servir le pays. Vous ne devez pas être le serviteur du parti jaune ni du parti bleu, de la société X ni du groupe financier Y, mais vous devez être le serviteur de la Vallée d'Aoste".
Con questo spirito noi presentiamo questo ordine del giorno:
ORDINE DEL GIORNO
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta
Valutata la gravità della situazione determinatasi in seguito ai provvedimenti della Magistratura e degli organi di polizia nell'ambito della Casa da Gioco di Saint-Vincent;
Ribadita la piena fiducia nell'autorità giudiziaria e la convinzione che il suo operato sarà improntato, pur nella complessità delle indagini, a spirito di sollecitudine nell'interesse non solo della giustizia ma delle stesse istituzioni;
Considerato che la vicenda in atto non deve comunque intaccare il prestigio del nostro regime di autogoverno per cui vanno posti in essere tutti i meccanismi ed i controlli necessari a salvaguardare l'integrità di un'immagine complessiva della nostra Regione conquistata nel tempo;
Ritenuto doveroso ed opportuno, alla Luce degli ultimi avvenimenti, approfondire e riconsiderare l'intera problematica dei rapporti intercorrenti tra la
Casa da Gioco di Saint-Vincent e l'Ente Regione;
DELIBERA
1) di nominare, ai sensi dell'art. 18 del vigente regolamento consiliare una Commissione speciale, rappresentativa di tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale, con il compito di effettuare un'indagine conoscitiva sui problemi relativi alla Casa da Gioco di Saint-Vincent con particolare riferimento ai seguenti punti:
a) accertamento dell'assetto societario della SITAV, della SAISET e di eventuali altre società collegate alla gestione della Casa da Gioco di Saint-Vincent, allo scopo di conseguire un'assoluta e cristallina trasparenza della proprietà;
b) verifica della congruità dei controlli esercitati dal Commissario regionale e dall'intero corpo dei controllori regionali sia in ordine alla regolarità dei giochi sia per ciò che attiene agli aspetti contabili, amministrativi e morali connessi;
c) controllo sull'applicazione delle clausole contrattuali previste dalle convenzioni SITAV e SAISET, con particolare riferimento ai lavori di ampliamento e di ristrutturazione della Casa da Gioco;
d) esame delle conseguenze sul piano giuridico della validità delle convenzioni in seguito ai provvedimenti assunti dalla Magistratura a carico dei massimi dirigenti delle due società;
2) di dare mandato alla predetta Commissione di relazionare per iscritto al Consiglio regionale entro 60 giorni dalla data di nomina;
3) di delegare il Presidente del Consiglio ad attuare la nomina di tale Commissione, con apposito decreto, su designazione di tutti i Gruppi consiliari.
PRESIDENTE: Prego il Consigliere Torrione di far pervenire alla Presidenza l'ordine del giorno.
Prima di dare la parola al Consigliere Baldassarre, devo informare il Consiglio che sono pervenuti altri due ordini del giorno, uno dei Gruppi della maggioranza e uno del Gruppo del Partito Comunista. Vedrò di farli distribuire in modo che tutti i Consiglieri ne siano a conoscenza.
La parola al Consigliere Baldassarre, ne ha facoltà.
BALDASSARRE - (P.S.D.I.): Tutti conosciamo lo scandalo del Casinò. La stampa ne ha parlato diffusamente, ma questa maggioranza, che io continuo a definire una maggioranza di arroganza, non ha creduto di riunire il Consiglio regionale per un problema così grave come quello dello scandalo del Casinò.
Noi Consiglieri della minoranza abbiamo costretto, e questa è una vittoria da sottolineare, la maggioranza a convocare il Consiglio regionale straordinario. Mi complimento con il Consigliere Fosson per il suo duro intervento di questa mattina nei confronti di questa maggioranza e nei confronti della persona del Presidente della Giunta. L'intervento del Consigliere Fosson ha diminuito in parte, lo confesso, il ruolo della minoranza in questo dibattito, perchè le gravi accuse che ha mosso... INTERRUZIONE... accuse alla cui gravità non c'è limite poichè vengono dal Capogruppo della D.C., la quale è in maggioranza ed è rappresentata da due Assessori in questa Giunta.
Condivido comunque la solidarietà del Consigliere Fosson al Ministro Scalfaro.
Ricordiamo l'ultimo Consiglio: noi, assieme agli altri gruppi di minoranza, avevamo presentato una mozione affinchè venisse nominata una Commissione di inchiesta nei riguardi del Presidente della Giunta, il quale, - l'ho affermato in una intervista della "Gazzetta del Popolo" - è poco credibile nelle sue risposte. La conferma di ciò è avvenuta dopo tre giorni dall'affermazione del Presidente, il quale asseriva che al Casinò tutto procedeva bene, che i controlli erano efficienti e che non circolava denaro sporco.
A una mia domanda con la quale chiedevo cosa ci fosse dietro l'angolo, giustamente egli mi ha invitato ad andare a vedere cosa ci fosse dietro l'angolo. Signor Presidente, io ci sono anche andato a vedere dietro a quell'angolo ed ho trovato 306 finanzieri, con 7 arresti e, da alcune notizie in mio possesso, in questo primo pomeriggio ci saranno altre clamorose rivelazioni.
Le responsabilità del Commissario regionale rappresentano un problema di notevole importanza. Nella delibera del Consiglio regionale del 24 novembre 1967 n. 335, all'art. 1 cita testualmente: "Il Commissario regionale è responsabile sia dal lato finanziario che da quello morale". Se in questa faccenda non esiste responsabilità morale da parte del Commissario regionale, allora è da rivedere cosa voglia significare questo articolo quando parla di responsabilità morale.
Dico ancora di più: si mormora che questo Signor Commissario continuamente si sieda ai banchi come un giocatore qualsiasi e si dice che prenda sottobanco dei soldi per chiudere gli occhi e tapparsi le orecchie. Per questo ritenevamo già allora necessaria la nomina di una Commissione d'inchiesta. Naturalmente sono cose da verificare ed è una cosa mortificante perchè questa notizia, forse, arriva dagli stessi addetti ai lavori.
I Consiglieri che mi hanno preceduto hanno detto quasi tutto riguardo al fatto del Casinò, ma voglio chiedere una spiegazione in merito ad una cosa che mi è rimasta impressa circa le società che gestiscono i giochi americani, questi oggetti misteriosi. Che cosa si nasconde dietro a questi giochi misteriosi degni di una trasmissione televisiva presentata da Enzo Tortora molti anni fa? Noi lo vogliamo conoscere con certezza perchè si dice, Signor Presidente e Signori Consiglieri, che dietro questa società ci siano degli uomini politici che siedono in questo Consiglio. Noi vogliamo chiarezza e vi assicuro che sarei il primo ad essere soddisfatto se queste notizie venissero smentite.
Un'altra questione, sfuggita forse a molti Consiglieri e da guardare con molta attenzione, è la proroga del rinnovo della società che gestisce i giochi americani: proroga concessa qualche mese prima delle elezioni. Anche per questo si dice che vi sia una enormità di tangenti date a uomini politici.
Noi vogliamo controllare il perchè è stato prorogato il contratto uno o due mesi prima delle elezioni regionali.
Inoltre non riusciamo a capire in che modo amministratori della SITAV, come Chamonal e Giovannini, siano comproprietari o proprietari del Casinò di Chamonix, quando a Saint-Vincent erano semplici dirigenti. L"'Espresso" chiaramente ha indicato che questi due signori pilotavano i clienti verso Chamonix, quindi non facevano gli interessi della Regione.
L'arresto di questi due esponenti di primo piano della società che gestisce il Casinò, secondo me, porta ad una inadempienza contrattuale, per cui è necessario rivedere la convenzione con la SITAV, anche per chiarire numerosi punti oscuri.
Ma, come ho già detto prima, io non posso e non voglio dilungarmi perchè diventerei noioso e perchè è già stato detto tutto quanto c'era da dire dagli altri Consiglieri che mi hanno preceduto. Desidero tuttavia fare una precisazione: io non sono d'accordo con il Consigliere Riccarand quando afferma la necessità della chiusura del Casinò di Saint-Vincent. Sono nettamente contrario a ciò; per riciclare una affermazione del Presidente del Consiglio, sono favorevole alla riapertura di altri Casinò in altre Regioni d'Italia. La chiusura del Casinò di Saint-Vincent sarebbe veramente un guaio sia dal punto di vista lavorativo, sia da quello dell'indotto.
Prima di finire presenterò un ordine del giorno del quale desidero dare lettura:
ORDINE DEL GIORNO
In seguito ai recenti arresti al vertice della SITAV e a quello della FINAOSTA ed alla risposta del Presidente della Giunta Mario Andrione nell'ultimo Consiglio regionale in cui affermava che tutto procedeva normalmente all'interno della Casa da Gioco di Saint-Vincent e alle sue successive dichiarazioni agli organi di stampa;
INVITA
il Presidente della Giunta regionale a rassegnare le proprie dimissioni, e chiede altresì le dimissioni del Commissario regionale presso la Casa da Gioco di Saint-Vincent;
DELIBERA
di istituire una Commissione regionale d'inchiesta, composta dai rappresentanti di tutti i gruppi consiliari per appurare eventuali illeciti avvenuti nella Casa da Gioco di Saint-Vincent.
PRESIDENTE: Prego il Consigliere Baldassarre di fare pervenire alla Presidenza l'ordine del giorno da lui presentato.
Prima di dare la parola al Consigliere Fosson per fatto personale, mi corre l'obbligo, come Presidente di questa assemblea, di avvertire il Consigliere Baldassarre che, in base all'art. 3 del codice di procedura penale che dice testualmente: "Gli alti pubblici ufficiali incaricati di un pubblico ufficio che nell'esercizio o a causa delle loro funzioni e dei loro servizi, hanno notizia di un reato, sono obbligati a fare rapporto salvo che si tratti di reato punibile a querela dell'offeso". Avverto il Consigliere Baldassarre di questo fatto, in quanto questa Presidenza non potrà inoltrare nessun rapporto alla Magistratura poichè non è a conoscenza di alcun tipo di reato.
La parola al Consigliere Fosson, ne ha facoltà.
FOSSON - (D.C.): Chiedo scusa al Consiglio. Ho chiesto la parola per fatto personale perchè pare che negli interventi o nell'intervento testè terminato sia stata data un'interpretazione all'ultima parte dell'intervento da me fatto questa mattina non corrispondente a quello che è il mio pensiero. E' stato definito intervento duro nei confronti della maggioranza; non è esatto, è un discorso che io ho fatto all'interno della maggioranza, non per stravolgerla, non per dare motivo di sfiducia.
L'invito finale che ho rivolto al Governo ed al suo Presidente, aveva il significato di solidarietà con essi, perchè potessero rendere sempre più cristallina ed incisiva la loro azione nella soluzione globale del problema del Casinò.
Nella certezza che questo avvenga, riaffermo quindi la convinzione della validità della collaborazione di governo tra l'Union Valdôtaine, la D.C. e le altre forze che lo compongono, riaffermazione che ho già fatto in altra parte del mio intervento rispondendo al collega Mafrica.
PRESIDENTE: La parola al collega Baldassarre per fatto personale, ne ha facoltà.
BALDASSARRE - (P.S.D.I.): Io ho ascoltato con attenzione la sua precisazione, Signor Presidente, ed io sono disponibile per la Magistratura in qualsiasi momento.
PRESIDENTE: La parola al Consigliere Voyat, ne ha facoltà.
VOYAT - (U.V.): Credo siano doverose alcune precisazioni, o meglio ritengo giusto precisare alcune inesattezze espresse questa mattina da parte di alcuni Consiglieri, sulla questione della richiesta fatta dall'opposizione per la convocazione del Consiglio straordinario di oggi.
Vogliamo precisare che la Presidenza del Consiglio aveva 20 giorni di tempo, per cui questa convocazione avrebbe potuto farla ancora più tardi. Ritengo che se la riunione del Consiglio si fosse svolta lunedì o martedì, come era stato richiesto, non sarebbe cambiato niente, anzi vorrei precisare che, a mio avviso, se avessimo aspettato ancora qualche giorno avremmo avuto forse dei motivi validi in più su cui discutere.
Non mi voglio dilungare sulla questione della convenzione SAISET, caro Consigliere Mafrica, perchè sapevamo già fin dall'inizio che la convenzione che abbiamo votato era limitata ad un periodo di prova affinchè, alla sua scadenza, potessimo avere elementi concreti per ridiscutere la successiva convenzione. A quelli che chiedono la composizione della società SAISET io rispondo quello che è stato risposto a me: con una semplice domanda in carta da bollo alla Cancelleria Civile del Tribunale di Aosta, si ha la possibilità di sapere chi sono gli azionisti della SAISET.
Sulla questione del blitz del 10 novembre, caro Consigliere Riccarand, ti spiegherò perchè ho scritto "Drôle de nuit".
Il 10 novembre avevo un appuntamento alle 23.30 con Giovannini ed il Commissario Manganone. Motivo della mia richiesta di incontro era l'articolo apparso sull'"Espresso" e il gran vociferare che si faceva, in questo Consiglio e fuori, sulla persona del Commissario e sul riciclaggio del denaro proveniente dai sequestri. Caso vuole che a mezzanotte e quindici, mentre stavamo parlando con Giovannini, e Manganone si era appena allontanato perchè voleva andare a controllare quel gioco (Punto e Banco) che era stato messo in discussione, è avvenuta l'irruzione della Guardia di Finanza e l'interruzione dei giochi.
Le guardie di finanza, dopo aver fermato tutti i giochi, spintonato tutti i presenti, personale compreso, hanno richiesto i documenti di riconoscimento a tutti rilasciando un "passi". Per uscire si dovevano attraversare 4 sbarramenti ed all'ultimo blocco, fatto sulla statale, si riconsegnava il "passi" e si era finalmente liberi di uscire.
Ora vi sono alcune considerazioni da fare su questo fatto: in primo luogo, ai presenti: quest'operazione è sembrata molto più simile ad un "golpe" come si verifica in un qualunque paese nord-africano o sud-americano che non ad un normale sopralluogo della Guardia di Finanza di un paese europeo. Essere spintonati e vedersi dei mitra puntati addosso, per quella che è stata definita una normale operazione della Guardia di Finanza, è, a mio avviso, molto grave. E dirò che lo svolgimento di queste operazioni è stato veramente anormale e ci lascia perplessi: a nostro avviso, è stato esagerato lo spiegamento delle forze e inopportuno il modo in cui sono intervenute. Se le operazioni fossero state svolte alle 8 del mattino avrebbero avuto lo stesso risultato, poichè i soldi sarebbero stati ancora nelle casseforti, le persone che erano presenti la sera prima le avrebbero rintracciate nella registrazione degli archivi, il personale lo avrebbero trovato certamente a casa, perchè chi smette di lavorare alle 3 o alle 4 del mattino, alle 8 dorme e quelli che sono stati arrestati, forse, li avrebbero trovati tutti.
Un altro fatto strano è che, immediatamente, alla chiusura dei giochi, è stato detto a tutti i presenti di cambiare le fiches.
Altro fatto strano, nessuno dei presenti è stato perquisito, pertanto se qualcuno avesse avuto delle mazzette da riciclare, avrebbe senz'altro potuto uscire tranquillamente senza essere preso.
Le operazioni nei 4 Casinò si sono svolte in un modo molto diverso tra di loro. Infatti, lo leggiamo sui giornali, a Venezia non c'è stata, praticamente, interruzione dei giochi e l'identificazione dei presenti è stata fatta in un modo molto più civile di quanto non sia stata fatta a Saint-Vincent.
In ultimo dirò che nessuna operazione della Guardia di Finanza è stata fatta in quel periodo contro le bische clandestine e non mi si dica che le bische clandestine non esistono o che non si sa dove sono perchè lo si scrive persino sui giornali! Nella zona di Torino o provincia di Torino, ce ne dovrebbero essere circa 200 e senz'altro in queste bische si sarebbero trovate forse delle connivenze tra Mafia e malavita!
Ritengo che gli scopi di questo blitz fossero altri, ad esempio ci potrebbe essere un fatto abbastanza ricorrente in Italia, cioè distrarre l'attenzione pubblica da quei provvedimenti antipopolari che il Parlamento sta adottando in questi giorni sotto la richiesta del Governo. Potrebbe essere il fatto di trasferire la lotta alla Mafia dal sud al nord, per lasciarla agire liberamente dove essa esiste.
Ma forse, come valdostano, voi direte che io ragiono in un modo troppo campanilistico. Dirò però che, per quanto riguarda Saint-Vincent, si potrebbe anche pensare ad una azione ben coordinata per attentare alle nostre risorse finanziarie. Dopo l'attentato del 2 ottobre questo blitz potrebbe essere anche una manovra per metterci in ginocchio, finanziariamente, nei confronti di Roma. Altri ad esempio, e questo lo si sente e non siamo i soli noi a dirlo, insinuano che, in vista di una possibile apertura di un Casinò in ogni Regione (è un progetto portato avanti da alcune forze politiche) chi fosse contrario avrebbe tutto l'interesse a gettare il discredito sulle carte da gioco per meglio contrastare questo progetto.
Sarebbe interessante sapere quale sia la posizione del Ministro Scalfaro rispetto alla domanda di riapertura del Casinò di Taormina. Se è vero, come si dice, che il Ministro Scalfaro è contro le Case da Gioco, vorremmo sapere quale sarà la sua posizione nei confronti dell'apertura delle altre Case da Gioco, soprattutto quella di Taormina.
L'unica cosa certa, per ora, da parte della Magistratura su questo blitz è che si tratta di"una operazione contro il riciclaggio del denaro sporco proveniente dai sequestri". Noi non crediamo ad una connessione tra Casinò e Mafia; è molto difficile credere che quelle persone, quei dirigenti che ora sono accusati dai magistrati di essere conniventi con la mafia, siano implicati nel riciclaggio di soldi provenienti dai sequestri.
Sottolineo che i controlli svolti finora dalla Banca d'Italia - come già detto nel Consiglio precedente - non hanno dato risultati rilevanti. Pertanto non anticipiamo facili condanne, come fanno in questi giorni la stampa in genere nere ed alcune forze politiche. Aspettiamo con fiducia la conclusione di questo episodio, che si spera giunga al più presto, non protraendosi per mesi o per anni, come ormai è abitudine della Magistratura italiana.
Un'unica cosa ci permettiamo di anticipare: se risulterà che nell'ambiente del Casinò qualcuno agiva in collegamento con la malavita, ci sentiremo soddisfatti per questa megaoperazione. Noi, caro Consigliere Mafrica, vogliamo che la Valle d'Aosta rimanga pulita e che la mafia o qualunque tipo di malavita organizzata ne rimanga fuori.
Dicevo che vogliamo aspettare la fine delle indagini. Noi eravamo, e siamo tuttora, contrari alla creazione di una Commissione speciale di inchiesta; siamo del parere che sarebbe meglio, per il momento, lasciare che le indagini si svolgano con celerità e tranquillità. Ho i miei dubbi che una qualunque Commissione consiliare o speciale che si voglia, possa scoprire quello che la Polizia e la Magistratura non sono riuscite a scoprire finora. Siamo piuttosto favorevoli ad affidare l'incarico ad una Commissione consiliare permanente, eventualmente allargata, che possa seguire i problemi del Casinò anche in vista del rinnovo della convenzione per la gestione dei giochi americani, che scade nel 1984.
Noi, evidentemente, vorremmo che ci fosse un comportamento più corretto da parte di tutti, perchè da questo episodio il nome della Valle d'Aosta non esce certamente pulito, grazie soprattutto a quel tipo di giornalismo scandalistico e d'assalto italiano il quale, pur di riuscire a vendere qualche copia in più del proprio giornale, non rispetta la verità ed è pronto a raccontare storie inventate di sana pianta senza occuparsi minimamente della dignità altrui.
In questo frangente, purtroppo è vero caro Tonino, anche i giornalisti valdostani non si sano comportati troppo bene, non sono stati nè migliori nè peggiori nè tanto meno più obiettivi ed hanno più di una volta pubblicato notizie false e tendenziose che sono state senza dubbio estremamente nocive per la Valle d'Aosta e per i suoi personaggi.
Da segnalare inoltre che tutta la stampa italiana è intervenuta contro Saint-Vincent. Ciò fa pensare ad azioni pregiudiziali ed infatti soprattutto l'"Espresso", il settimanale tanto chiacchierato e molte volte denunciato, ha quasi sempre pubblicato solo foto di Saint-Vincent.
Per le forze di maggioranza noi avremmo forse voluto dire qualcosa di più, comunque il comportamento di alcune forze di maggioranza non è stato sempre limpido e cristallino.
Alcuni Consiglieri forse non hanno resistito al richiamo della pubblicità ed hanno fatto dichiarazioni non condivise da tutta la maggioranza. Sia chiaro che l'Union Valdôtaine è sempre stata contraria all'insediamento di Commissioni speciali, lo ribadiamo, possiamo però accettare una soluzione di compromesso con le altre forze politiche come è già stato fatto. A questo punto, poi, cari Signori della D.C., è bene precisare che l'Union Valdôtaine ha stretto una alleanza, con la D.C. valdostana perchè la crede diversa da quella di Torino e di Roma. come dicevo, questi possono essere dei piccoli episodi che non ritengo pregiudichino l'intesa di maggioranza ma confermano invece l'apprensione ed il nervosismo creato in tutti noi da questo blitz.
Per quanto riguarda le forze dell'opposizione, dobbiamo dire che non hanno certo perso l'occasione per strumentalizzare il fatto e per cercare di giungere al loro vero ed unico scopo: rovesciare l'attuale maggioranza. Non si sono certo chieste se le accuse che hanno fatto fossero vere o meno, e se quanto stavano facendo fosse nell'interesse della Valle d'Aosta. Hanno cercato di coinvolgere il nome del Presidente Andrione, del Commissario Manganone e di tutte le forze della maggioranza. Hanno accusato l'Union Valdôtaine di clientelismo, ma si sappia però che tutti gli unionisti che lavorano al Casinò hanno fatto i dovuti concorsi: alcune forze di opposizione forse non possono dire la stessa cosa.
Noi vogliamo la moralizzazione della vita pubblica valdostana, ci siamo sempre battuti in questa direzione e non accettiamo lezioni da nessuno, e tanto meno dal Consigliere Baldassarre. Se sono vere le accuse mossegli in più occasioni dal Consigliere Bajocco, egli è senz'altro la persona meno indicata per accusare o per ergersi a paladino della correttezza politica e amministrativa in Valle d'Aosta!
Credo sia interesse di tutti fare risaltare che gli organi in contatto e preposti al controllo del Casinò, in realtà risultano essere completamente estranei ad operazioni disoneste. Non vedo perciò la necessità e non condivido la richiesta di indagini da farsi su persone ed organismi non messi in discussione da parte della Magistratura. Abbiamo sempre avuto fiducia nelle persone che ricoprono questi incarichi e siamo convinti che hanno sempre fatto il loro dovere.
Risulta però chiaro, e lo sottolineo, che non esiste responsabilità alcuna della Regione in tutta questa vicenda. I controlli della Regione sono sempre stati severi e precisi. Eventuali responsabilità della SITAV o della SAISET o di personaggi strani che frequentavano Saint-Vincent non possono essere imputati all'amministrazione regionale. Precisiamo però che se dovesse risultare qualcosa a carico di membri dell'attuale Giunta o dell'attuale maggioranza, la nostra reazione sarà diversa.
Se le accuse mosse dalla Magistratura nei confronti dei responsabili delle due società SAISET e SITAV saranno confermate, sarà necessario, a nostro avviso, rivedere le convenzioni e addirittura risolverle e fare dei nuovi appalti.
Vorremmo chiedere, comunque, se è possibile intensificare i controlli sulle entrate, soprattutto per il gioco "punto e banco", perchè in questo settore, le voci sugli incassi sono discordanti ed è giusto che la Regione sappia quali sono effettivamente le entrate, soprattutto in vista della convenzione che scadrà nel giugno '84.
Per concludere, voglio precisare che non siamo assolutamente d'accordo sulla richiesta di dimissioni del Presidente della Giunta Andrione, avanzata dal P.C.I., N.S. e dal P.S.D.I.: niente da fare, non ci pensiamo nemmeno!
Abbiamo già precisato che non esistono responsabilità politiche amministrative e tanto meno personali da parte del Presidente Andrione o di una qualunque forza di maggioranza. Perchè questa richiesta venga presa in considerazione da noi, dovranno verificarsi altri fatti quali, ad esempio, implicazioni dirette fra membri della Giunta regionale o delle forze di maggioranza con il Casinò, oppure l'uscita di qualche forza determinante dall'attuale maggioranza. Per pretendere le dimissioni di Andrione e la conseguente crisi regionale ci vogliono 18 voti e non 13, anche se alcuni di questi 13 voti sono voti arrabbiati.
Vogliamo dare un consiglio al Consigliere Riccarand e compagni: se volete a tutti i costi amministrare la Valle d'Aosta o condizionare le forze che l'amministrano, dovete prima vincere le elezioni. E' inconcepibile e intollerabile che nel nostro sistema democratico, una forza di 2000 voti pretenda di sostituirsi e di condizionare una forza politica di 20.000. Può darsi, caro Riccarand, che questa eventualità si verifichi nei paesi in cui regna l'ideologia che tu stai propagando, ma qui no.
PRESIDENTE: La parola al Consigliere Baldassarre per fatto personale, ne ha facoltà.
BALDASSARRE - (P.S.D.I.): Al Consigliere dell'Union Valdôtaine vorrei dire che non mi fa neanche sorridere con le sue accuse.
PRESIDENTE: La parola al Consigliere De Grandis, ne ha facoltà.
DE GRANDIS - (P.R.I.): Pochi giorni fa, ad un giornalista che mi intervistava chiedendomi come mi sentivo di fronte a quanto avvenuto a Saint-Vincent nella notte di San Martino, ho risposto che avevo provato una profonda amarezza, un grande disagio ed anche un senso di rabbia.
Oggi, ascoltando attentamente tutti gli interventi di questa mattina e di questo pomeriggio, debbo dichiarare che vedo rafforzati la mia rabbia, il mio senso di disagio, la mia amarezza, anche se, molto onestamente debbo riconoscere che molti degli interventi di questa mattina, anche da parte dell'opposizione, lasciavano trasparire una notevole preoccupazione e un senso di responsabilità per quanto è successo. Questo, mi sembra dia dignità, qualunque posizione si assuma. Quando invece si vuole fare di ogni erba un fascio, quando si vuole fare confusione tra le responsabilità oggettive delle società che gestiscono il Casinò e le responsabilità che sono proprie del potere politico, viene tradita la dignità di questo Consiglio e di ciò che esso rappresenta.
Dico questo con profonda amarezza perchè o si vuole attuare la politica di questi signori "del tanto peggio, tanto meglio", o questi signori non hanno capito nulla di ciò che significa la democrazia, di che cosa significa la nostra autonomia.
Ognuno di noi ha l'obbligo preciso di essere moralmente corretto, di agire in modo civile e morale, irreprensibile e questo dovere lo abbiamo più degli altri cittadini, ma è altrettanto vero che abbiamo il dovere di difendere le istituzioni in quanto tali, non le eventuali, sparute mele marce che si possono infiltrare nelle istituzioni. Dobbiamo difendere le istituzioni!
Quindi, no ai processi sommari, no alle denunce sbrigative, e assolutamente no a raccogliere pettegolezzi da strada o da trivio e formularli qui dentro come se fossero precise denunce di fatti reali.
Giustamente il Presidente del Consiglio ha ricordato che quando un Consigliere regionale, quale pubblico ufficiale, è a conoscenza di reati, ha l'obbligo di denunciarli alla Magistratura. Il che significa che deve prendere un pezzo di carta, una penna, scriverlo, firmarlo e portarlo al procuratore della Repubblica; non mettersi a disposizione della Magistratura, è un pleonasmo. Siamo tutti a disposizione della Magistratura quando ci chiamano, ci piaccia o no. Riversare sulle istituzioni responsabilità presunte significa negare la nostra autonomia.
Io sono un difensore dell'autonomia; il concetto di autonomia, come io la intendo, non è sinonimo di separatismo o di privilegio, ma è sinonimo di democrazia e di responsabilità, e per essere responsabili bisogna sapere cosa si dice, bisogna avere le prove di ciò che si dice. E' troppo facile servirsi anche dell'immunità che abbiamo come Consiglieri regionali per ciò che diciamo in quest'aula per poter dire quello che ci pare e piace.
Sono d'accordo con quanto è stato detto da più parti, in merito alla necessità di rivedere i nostri comportamenti, i nostri rapporti con le società che gestiscono la Casa da Gioco ed il sistema di controllo. Ciò non parte dal presupposto che vi siano responsabilità di carattere penale o di carattere fiscale, le quali fuoriescono dalla nostra competenza. Non dobbiamo fare confusione, dobbiamo dire ai cittadini con estrema chiarezza fino a dove arrivano le nostre competenze, in quali limiti possiamo e dobbiamo agire e quali sono invece le competenze dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Magistratura. Bisogna rivedere questi nostri rapporti per andare a verificare se le cause della convenzione sono ancora sufficienti a garantire una corretta gestione del gioco, se le attribuzioni del Commissario del Casinò e del corpo dei controllori sono sufficienti a fare in modo che possano esercitare un controllo reale ed efficace.
Stamattina qualcuno ricordava, leggendo il regolamento che riguarda i controllori, che il Commissario, per primo, ha la responsabilità finanziaria e morale, e si calcava la mano sulla parola "morale". Io vorrei che chi ha richiamato questi concetti mi spiegasse il concetto di morale, perchè fino a prova contraria, a livello giurisprudenziale e a livello dottrinario questa discussione si trascina da anni e continuerà a trascinarsi perchè, tra l'altro, il concetto di morale, salvo i concetti di morale di alcune religioni che sono altra cosa, è un fatto estremamente labile e soprattutto estremamente mutevole.
Io credo che nessuno di noi possa dire che 50 anni fa il senso comune della morale fosse identico al senso comune della morale di oggi: ci sono delle grosse differenze. Quindi non è un concetto facile; e poi bisognerebbe capire, come giustamente mi suggeriva il Consigliere Tonino, se si parlava di morale sotto l'aspetto giuridico e sotto l'aspetto politico: vi sono tante morali. Certamente quando abbiamo scritto sulla convenzione "responsabilità morale" non ci riferivamo certo alla morale cattolica, ci riferivamo ad un concetto politico della morale, che è quello della correttezza, è quello della fedeltà ai propri doveri, è quello dell'adempimento quotidiano, costante delle proprie attribuzioni, della fedeltà alla Regione che mi ha dato questo incarico. Però, anche così grossolanamente definito, rimane un fatto interpretativo, rimane un fatto tale che pone nelle mani del controllore e del commissario un potere discrezionale estremamente vasto e, in quanto potere discrezionale, estremamente difficile da esercitare. Io vi prego di parlare con qualunque Magistrato e sentirete che cosa vi dirà, laddove può giudicare con una certa discrezionalità: diventa il momento più difficile nell'applicazione della giustizia, perchè entrano in campo tutta una serie di valutazioni di carattere personale che sono difficilmente scrostabili ed eliminabili.
Ecco perchè vi dico: rivediamo il sistema dei controlli; non in quanto io sia disposto a pensare pregiudizialmente che i controllori abbiano gli strumenti per controllare, che essi siano nelle condizioni di controllare.
Dovremmo anche ricordarci che il rapporto tra il controllore e il controllato è un rapporto estremamente difficile ed estremamente delicato sotto tutti gli aspetti, per le diversità delle posizioni in cui si trovano queste due persone: uno è un dipendente pubblico che ha vinto un concorso di categoria B, l'altro è dipendente di una azienda privata. Sotto il profilo retributivo è meglio non fare confronti, però sono problemi che, a mio avviso, dobbiamo affrontare con estremo realismo perchè è impensabile che enormi differenze non creino difficoltà di rapporti.
Così come non dobbiamo dimenticare che controllare il gioco non è un compito così semplice come può sembrare, anche perchè la Casa da Gioco, come ricordava il Consigliere Torrione, non è un convitto per educande e non è frequentata da Dame di San Vincenzo: è frequentata da giocatori che sono onesti e tranquilli cittadini come tutti noi, ma è frequentata anche da persone che certamente non hanno la coscienza così limpida e cristallina come noi vorremmo.
Certamente queste persone sono anche portate ai piccoli imbroglietti, ai piccoli intrallazzi - non voglio parlare qui delle grandi implicazioni della Mafia, che è una cosa tremenda, ma il normale "giro" del gioco comporta tutta una serie di piccoli intrallazzatori i quali tentano, per una vincita non dovuta, di infilare il gettone all'ultimo momento, quando la pallina si sta già arrestando e si capisce in quale casella andrà ad finire.
Quindi quello dei controllori è un lavoro estremamente delicato e non mi risulta che dopo il concorso e la nomina essi abbiano frequentato una scuola idonea ad insegnare loro come devono comportarsi nelle disparate occasioni in cui si trovano ad agire.
Ricordava il Consigliere Mafrica che io avevo riconosciuto che era meglio controllare prima; non ho alcuna difficoltà ad ammetterlo nell'ambito del Consiglio, sono pienamente convinto che è meglio prevenire che reprimere, però vorrei anche ricordare che il non riuscire a prevenire non rappresenta di per sè una responsabilità estremamente grave, come si vuole fare apparire. Voi sapete tutti che io ho fatto il carabiniere, sono stato responsabile di stazioni rurali, del cui ordine pubblico ero responsabile, ove succedevano furti, risse, ecc.: non avendo saputo prevenire, avrei dovuto finire in galera, ma non è mai successo.
Certamente questo non vuole assolvere nulla e nessuno, vuole solo richiamare al senso di responsabilità e di prudenza, prima di buttare in campo affermazioni che non sono suffragate da fatti concreti.
Qualcuno ha detto che il danaro non è nè buono nè cattivo, ma è buono o cattivo l'uso che se ne fa. Parafrasando, potremmo dire che il gioco non è nè buono nè cattivo, ma che è cattivo o buono l'uso che se ne fa. Questo lo dico perchè, nonostante siamo tutti disponibili a riconoscere che il denaro è sempre stato, dalla sua creazione, il miglior veicolo della corruzione, non ho mai sentito nessuno chiedere di abolire il denaro. Il gioco poi, è autorizzato nelle sue varie forme, anche quelle azzardate; non esiste solo il gioco del Casinò, esistono anche il lotto, le lotterie, il totocalcio, che sono tutti giochi d'azzardo autorizzati. Quanti di noi giocano al lotto o al totocalcio? Eppure non ci siamo mai detti "aboliamo il totocalcio, aboliamo il lotto, aboliamo la lotteria" nè ci siamo mai sognati di mettere sotto accusa nostra madre o nostra nonna perchè in casa, in alcune occasioni invernali, giocavano alla tombola, altro gioco d'azzardo.
Pertanto, io credo che se il gioco d'azzardo in sè e per sè è condannabile, tuttavia il giocatore è uno che ha il vizietto del gioco e questo vizio noi non lo possiamo sradicare abolendo il gioco d'azzardo o abolendo i Casinò, così come non abbiamo abolito la prostituzione chiudendo le case di malaffare, così come non è stato abolito l'alcolismo negli Stati Uniti con il proibizionismo, perchè l'uomo si migliora solo se è educato meglio, se migliora la propria cultura, se diventa personalmente e singolarmente più responsabile e più educato alla vita civile e alla pacifica convivenza.
A favore del gioco organizzato e controllato nei Casinò potremmo dire che denaro speso male viene devoluto a fin di bene attraverso l'ente pubblico. Io ritengo che periodicamente torneremo a discutere se è opportuno che vi sia o non vi sia la Casa da Gioco. Se mai arriveremo a decidere di chiudere la Casa da Gioco, credo, Consigliere Riccarand, che non potrà essere fatto, come tu chiedevi in tempi lunghi, in 10 anni. Io non riesco a concepire come si possa chiudere una Casa da Gioco in 10 anni: o la si tiene aperta o la si chiude, non ci sono vie di mezzo. In quel momento valuteremo allora quali rimedi mettere in atto per sopperire alla disoccupazione che si creerebbe e al contraccolpo economico su tutto l'indotto che, oggi come oggi, chiudere la Casa da Gioco di Saint Vincent inevitabilmente comporta. Significherebbe mettere a terra l'economia dell'intero paese di Saint-Vincent e quasi la totalità del paese di Châtillon, al di là di quelle che sono le finanze regionali le quali potrebbero anche sopportare, sotto certi aspetti tale flessione. In un frangente economico come quello attuale non so come potremmo far fronte ad una situazione di questo tipo.
Dal momento che abbiamo accettato il gioco e la Casa da Gioco di Saint-Vincent, credo che la nostra preoccupazione quotidiana e costante debba essere quella di tenere sotto controllo la Casa da Gioco. Non possiamo negare e nascondere la testa sotto la sabbia: piccoli intrallazzatori, piccoli faccendieri gireranno sempre intorno alla Casa da Gioco, però è indispensabile che questi fenomeni vengano tenuti strettamente sotto controllo e non sfuggano mai, altrimenti il rischio di una infiltrazione mafiosa diventa reale e in quel momento noi avremmo sferrato il più terribile attacco alla nostra autonomia, alla nostra cultura, alla nostra stessa democrazia.
Ho sentito anche auspicare una gestione pubblica della Casa da Gioco; a me non sembra che questa possa essere una soluzione che possa offrire garanzie maggiori, anzi, perchè al di là dell'esempio di Sanremo, estremamente clamoroso, che ha coinvolto tutte o quasi le componenti politiche della città, al di là anche delle difficoltà del Casinò di Venezia, che non sono da poco, c'è da dire che con la gestione diretta della Casa da Gioco la nostra capacità e possibilità di controllo, a mio avviso, diminuirebbe. E' molto più facile per noi esercitare un controllo severo e puntuale su un gestore esterno all'amministrazione pubblica. Certamente ci vuole la volontà di controllarlo, questo gestore, e ci vogliono gli strumenti per controllare. Quindi, è attraverso l'esame delle convenzioni che noi dobbiamo inserire le clausole necessarie ed utili affinchè esistano strumenti idonei ed efficaci per esercitare questo controllo.
Non vorrei dilungarmi al di là di certi limiti, perchè molte delle cose che mi piacerebbe ripetere qui sono già state dette. Ritengo che, dalle valutazioni che ho fatto, sia abbastanza facile intuire quali sono le cose che condivido, dette sia dalla maggioranza sia dall'opposizione, e quali sono invece quelle che non condivido.
Vorrei solo, senza alcuna polemica, Consigliere Voyat, evitare il rischio di cercare di scaricare al di fuori responsabilità che sono invece interne. Non cerchiamo di lavorare di fantasia su eventuali blitz messi in atto per distrarre l'attenzione dell'opinione pubblica da altri fatti non gradevoli che avvengono nel nostro paese. Questo è molto pericoloso, noi dobbiamo avere la correttezza, la coscienza, la responsabilità di affrontare i casi gravi che avvengono nella nostra Regione senza timore alcuno. Se abbiamo la coscienza tranquilla non dobbiamo avere timori di nessun genere, tutt'al più possiamo avere peccato per omissioni, peccato in buona fede; l'importante è riconoscere questi peccati di omissione e porvi rimedio rapidamente e con grande impegno. Sviare l'attenzione credo che non convenga, così come credo non convenga prendersela con i giornalisti.
Io mi sono preoccupato di raccogliere gli articoli di tutti i giornali e ne ho fatto un dossier, del quale consiglierei a tutti la lettura perchè è istruttiva, anche se vi sono articoli che contengono fatti fantastici, illazioni, ecc. Però quegli articoli di giornale sono anche un indice del costume del nostro Paese. La gente legge i giornali a seconda dei titoli che vede; il giornalista si sforza di servire il lettore e se il lettore gli chiede un giornale come "Grand Hôtel", il giornalista gli dà un giornale come "Grand Hôtel"; se il lettore gli chiede un altro tipo di giornalismo, il giornalista gli dà un altro tipo di giornalismo.
Comunque è bene fare anche delle distinzioni perchè, per carità, non mettiamo sotto accusa tutta la categoria dei giornalisti, a causa di alcuni che fanno dello sciacallaggio.
Il giornalista, informando l'opinione pubblica, svolge una funzione che è essenziale ed indispensabile alla democrazia. Guai a noi il giorno in cui noi applicassimo delle censure! Noi limiteremmo la libertà dei cittadini! Noi invece abbiamo bisogno che i giornalisti parlino. Io credo che dobbiamo dire anche un'altra cosa, e cioè che chi ha paura dei giornalisti può darsi che abbia la codina di paglia.
Quando io ho fatto il carabiniere (scusate se ricordo sempre questo mio trascorso, del quale tra l'altro sono fiero) avevo piacere che i miei superiori venissero a sorprendermi di notte perchè verificassero che facevo il mio servizio. Chi temeva queste visite di sorpresa erano coloro che non erano fedeli al servizio e quindi non compivano fino in fondo il loro dovere. Io avevo piacere di essere inquisito... Venite pure a vedere che cosa ho fatto! Io sarei decisamente felice che mi chiamasse anche la Magistratura perchè non ho niente da nascondere: la Magistratura non potrebbe che mettere in luce la mia perfetta correttezza.
Così fanno i giornalisti. Lasciamoli liberi di parlare fino in fondo, non preoccupiamoci del rischio che venga detto qualcosa in più, non preoccupiamoci del rischio che venga costruito con un po' di fantasia qualche corollario ad effetto per potere vendere qualche copia in più del giornale. Anche perchè, alle volte, questi titoli così clamorosi che possono infastidirci in quanto conosciamo una realtà diversa perchè la tocchiamo con mano, sono quelli che, in genere, sono capaci di scuotere l'opinione pubblica, come ricordava il Consigliere Torrione.
Ricordiamoci anche che se tanti scandali avvengono in questo nostro Paese, dentro e fuori della Valle d'Aosta, dobbiamo chiederci se tutta la responsabilità sta in coloro che commettono i misfatti o se non sta anche, in parte, in quel cedimento del senso di responsabilità e del senso del dovere che sta travagliando il nostro paese.
Quell'emergenza morale che ricordava il Consigliere Torrione, accreditandola ai repubblicani, non è un richiamo lanciato soltanto per agitare le acque, ma è la coscienza che nei cittadini e in noi c'è questo allentamento del senso del dovere, c'è questo prevalere dei furbi rispetto agli onesti, e noi contro questa piaga dobbiamo combattere, perchè solo combattendo questo tipo di cedimento e cercando di riattivare la tensione morale noi serviremmo veramente il nostro paese e avremmo veramente lottato contro tutti i rischi di corruzione e di degenerazione della vita pubblica.
PRESIDENTE: La parola al Consigliere Mafrica, ne ha facoltà.
MAFRICA - (P.C.I.): Ho chiesto la parola perchè sono rimasto sorpreso dall'intervento del capogruppo dell'Union Valdôtaine. Non so se le sue affermazioni rappresentano le posizioni del movimento o se sono un effetto della sua involontaria presenza, la sera del 10 novembre, all'interno della Casa da Gioco.
Ha già detto il Consigliere De Grandis prima che in questo caso parlare di "golpe", parlare di tentativo di attaccare l'autonomia finanziaria della Valle d'Aosta è una interpretazione senza fondamento. In questo caso c'è stata una azione, ordinata dalla Magistratura, che ha portato all'arresto di persone. Io non penso - non lo pensa neppure la maggioranza se ha scritto certe cose nel suo ordine del giorno - che la Magistratura possa, in una serata, arrestare persone che hanno un determinato ruolo nella società, senza avere alcun indizio. Non penso neanche che la Magistratura sia al servizio del potere politico fino a questo punto. Credo che questa interpretazione sia molto, molto fantasiosa.
La cosa che più mi ha preoccupato è stata la dichiarazione sicura, dogmatica di Voyat secondo la quale, in Valle d'Aosta, rapporti tra Casinò e Mafia non ce ne sono. Non riesco a capire da dove egli tragga questa sicurezza proprio quando la Magistratura sta indagando ed emergono fatti ed elementi precisi, da verificare, alcuni dei quali posti in evidenza da diversi Consiglieri in questo Consiglio. Non vorrei che Voyat facesse come Don Ferrante nel 27° capitolo dei Promessi Sposi, il quale aveva dimostrato teoricamente che la peste non esisteva e poi morì di peste. Ricordiamoci che questo può anche capitare. Negare l'esistenza di certi fenomeni quando accadono fatti così clamorosi, significa non riuscire a vedere. Non arrivano tutti i giorni 300 finanzieri per fare dei semplici controlli! Quindi credo che su questo punto ciascun Consigliere abbia il dovere di prendere coscienza dei fatti accaduti e della loro gravità. Questo è un invito che io rivolgo a tutti, anche alle forze di maggioranza. Se voi pensate veramente che noi, speculando come ha detto qualcuno sui giornali, riusciamo a rompere dei rapporti politici, date poco credito alla nostra intelligenza politica.
Noi siamo veramente preoccupati perchè l'infiltrazione mafiosa in Valle d'Aosta è una novità di una gravità tale da condizionare la vita dei cittadini. L'imprenditore che vuole avviare una iniziativa, se viene costretto a pagare delle tangenti, se viene condizionato, non ha più la sua libertà personale. Questo può essere esteso a tutte le categorie e a tutte le classi: ecco perchè noi seguiamo con attenzione l'indagine della Magistratura non diciamo che non è avvenuto nulla e non giuriamo che tutto non è altro che un attentato alla libertà e all'autonomia finanziaria della Valle d'Aosta.
Anche l'accenno fatto sui giornali è preoccupante; i giornali, è vero, a volte esagerano, ma non mi pare credibile che tutti i giornali, di tutte le tendenze, figuriamoci, riportino notizie che riguardano il Casinò e la Mafia poichè è in atto un complotto contro la Valle d'Aosta.
Credo pertanto si debba affrontare questa situazione con la saldezza dei nervi, necessaria per vedere che cosa fare, come si conviene a dei Consiglieri regionali che hanno la responsabilità della vita amministrativa di questa Regione e sono responsabili della conduzione della Casa da Gioco.
Noi non vogliamo mettere in atto alcuna strumentalizzazione, gli interventi sono documentati, abbiamo posto quattro problemi.
Il primo problema è relativo alle mance e non è una strumentalizzazione di un partito della minoranza: anche le organizzazioni sindacali riconoscono che quel problema deve essere finalmente chiarito. Abbiamo detto che ci preoccupa il fatto che esistano mance dall'entità sconosciuta che possono dar luogo alla costituzione di fondi neri per la Casa da Gioco. Per citare degli elementi che possono anche essere ripresi, se è vero che certi calcoli fanno pensare che esistano circa 20 miliardi di mance di cui 10 vanno alla Casa da Gioco, la quale ne denuncia solo una parte, la parte che resta ovviamente può servire per operazioni di corruzione o per operazioni poco chiare.
Il secondo problema da noi posto è quello dei prestasoldi. Non si tratta solo di in singolo usuraio che, avendo suoi capitali, cerca di averne un utile danneggiando il giocatore, ci preoccupa invece il collegamento fra prestasoldi e ambienti molto più pericolosi che possono essere alle loro spalle per finanziarli. Mi è stato riferito che, dopo tutto questo sconquasso, i prestasoldi sarebbero ancora all'interno delle Case da Gioco. Prego il Presidente della Giunta ed il Commissario, finchè è nelle sue funzioni, di verificare e di porre fine a queste cose.
Il terzo problema posto è relativo alle assunzioni. Dire che c'è qualche comunista che lavora nella Casa da Gioco, rispetto ai 700-1000 dipendenti, mi pare logico, per un partito che ormai conta su 1/5 dell'elettorato. E' comprensibile che qualche suo iscritto possa finire, con le sue forze, all'interno della Casa da Gioco; credo che questo fatto rispetti le regole della statistica, anzi, se vogliamo fare dei confronti statistici, possiamo vedere che non sono rispettate le percentuali e le proporzioni statistiche relative ad altri partiti! Il discorso delle assunzioni è un discorso serio, perchè questo favore fatto dai dirigenti della Casa da Gioco al potere politico, in realtà, se dà qualche vantaggio ai politici in quanto risolve il problema della richiesta di un tale che ha bisogno di un posto di lavoro, crea un rapporto negativo tra Casinò e potere politico, perchè mette quest'ultimo in condizione di obbligo nei confronti del Casinò. Questo è l'elemento negativo del clientelismo. Non è un giudizio di carattere moralistico, è proprio perchè se vogliamo avere un controllo pieno di questa attività, bisogna vederne i risvolti e riuscire a rimediare rispetto a tutte quelle situazioni anomale, poco chiare e poco corrette che ci sono state nel passato, le quali hanno contribuito a determinare l'attuale grave situazione.
Il quarto problema rappresentato è quello della SAISET. Da più parti, forze della maggioranza incluse, sono venute diverse osservazioni e critiche. La società versa una quota irrisoria rispetto ai suoi introiti e rispetto ai suoi profitti; la società risulta intrecciata con la SITAV, con scambi di dirigenti, con fenomeni di degenerazione nepotistica, con intrecci di vario tipo tra personaggi che hanno delle responsabilità. Oltre questi elementi abbiamo visto, inoltre, che esistono questioni da verificare, nell'interesse regionale, come ad esempio il "punto e banco". Se, come sembra, la Regione ottiene un milione al giorno, sui tavoli che hanno introiti medi di 7-8 milioni giornalieri, qualche volta di più, quel punto va modificato.
Ho detto questo per ribadire che noi abbiamo posto dei problemi concreti con delle osservazioni concrete. La Regione non conosce gli azionisti, Voyat dice di andare a controllare in Tribunale, ma per quello che ne so io il Tribunale fornisce l'elenco dei primi azionisti e non di tutti i successivi cambiamenti che ci sono stati. Avere la volontà di conoscere, non gli azionisti, ma chi sta dietro, chi muove le fila della SAISET è un intento che ha per finalità quella di chiarire la situazione. Noi vogliamo verificare se le gestioni della SAISET e della SITAV corrispondono alle convenzioni che queste società hanno sottoscritto con la Regione. Riteniamo infatti che ci siano le condizioni per una revoca, per una ridiscussione, per una revisione e proponiamo anche come possibile, sia pure con tutti i suoi difetti, la gestione pubblica.
Quindi quando proponiamo una Commissione di inchiesta lo facciamo con delle indicazioni precise. Chiediamo che si verifichino gli assetti societari, chiediamo che si verifichino i bilanci delle due società, chiediamo che si possano studiare delle forme di controllo migliori di quelle che ci sono state finora, le quali si sono rivelate inadeguate.
Chiediamo altresì che si verifichi la possibilità di revocare o di porre in decadenza, naturalmente con le forme dovute, queste convenzioni e di studiare soluzioni adeguate. Mi sembra con ciò, di fare un discorso responsabile. La nostra prima ed unica preoccupazione, in questa sede, non è quella di avere dei ribaltamenti politici usando qualcosa che ci è capitato tra i piedi, ma quella di essere all'altezza, sia come forza politica e sia come Consiglieri, di controllare e combattere un fenomeno che vediamo gravissimo.
Quando abbiamo fatto delle richieste che riguardano anche i responsabili politici, non abbiamo fatto dello scandalismo, abbiamo fatto un ragionamento nostro che Fosson non condivide. Fosson dice che i comunisti sono abituati a vedere la responsabilità politica dietro le persone, invece queste hanno una responsabilità personale ed il Partito no.
In proposito, noi riteniamo che un Partito, comunque, debba essere responsabile della scelta delle persone che mette in determinate posizioni pubbliche; il Partito, secondo noi, non può non assumersi queste responsabilità.
Pensiamo, ad esempio, alle conseguenze che ne deriverebbero se in un partito vi fosse il 90% delle persone responsabili non all'altezza del proprio compito. Di chi sarebbe la prima, vera, responsabilità? Quindi il rapporto tra responsabilità dell'organizzazione e personale, esiste.
Noi abbiamo chiesto le dimissioni di Manganone perché, secondo noi, in questo caso, egli non è stato all'altezza dei propri compiti di Commissario regionale. Questa è l'accusa che gli facciamo e questo è il motivo per cui ne chiediamo le dimissioni.
Fra i compiti attribuiti al Commissario regionale al Casinò, vi è anche quello di controllare il cambio degli assegni e questo compito, visto il grandissimo giro di assegni che è avvenuto anche attraverso i prestasoldi, non è stato assolto dal Manganone. Quindi formuliamo accuse precise circa le sue responsabilità.
Per il Presidente della Giunta, come abbiamo detto, se avessimo voluto mettere in discussione la maggioranza e la Giunta per le responsabilità di conduzione politica generale, avremmo presentato una mozione di sfiducia, mentre abbiamo solo chiesto un atto chiarificatore perchè c'è una situazione di incertezza e il dibattito di questo Consiglio lo ha dimostrato.
Questa poteva essere l'occasione per dimostrare a tutti che il Presidente della Giunta non ha nulla da nascondere, che è tranquillo, che è disposto a qualunque tipo di verifica politica e che se ci sono stati controlli insufficienti o errori, egli non ha alcuna responsabilità. Se viene inteso in altro modo..... Noi abbiamo precisato qual'è il nostro pensiero, non si tratta di speculazione politica.
La maggioranza ed ogni forza politica, possono trarre le conclusioni che credono ed intraprendere le azioni ritenute più opportune, però non è possibile ritenere sempre ogni proposta, ogni analisi della minoranza, dell'opposizione di un Partito un gioco delle parti, o pura speculazione politica. Non lo facciamo mai il gioco delle parti.
Personalmente non ho scelto la professione dell'attore, faccio il Consigliere perchè sono stato eletto, faccio attività politica perchè credo in quello che faccio e ritengo di dare un contributo alla società in cui vivo, alla gente con cui opero, agli interessi che intendo difendere.
Si dà atto che dalle ore 18.20 assume la Presidenza il Vice Presidente De Grandis.
PRESIDENTE: La parola al Consigliere Berti, ne ha facoltà.
BERTI - (Art. e Commer. Valdostani): Per convocare questa assemblea che si è riunita in seduta straordinaria, anch'io ho dato la mia adesione, per fare un più approfondito esame della situazione perchè, contrariamente a quanto asserito dal Consigliere Voyat, non si poteva attendere il termine dell'iter burocratico della Magistratura per dare una spiegazione all'opinione pubblica.
Anche se non si possono ancora condannare gli inquisiti, a parere mio, occorre, sul piano politico, fare chiarezza fin da ora, soprattutto considerando che nel precedente Consiglio il Presidente della Giunta aveva affermato che tutto procedeva per il meglio e che era inutile indagare e formare una Commissione.
Invece, tre giorni dopo, è successo quello che conosciamo e che non sto a ripetere. Non so se il Presidente della Giunta mentiva per coprire qualcuno o se veramente non era a conoscenza di fatti. Troppi interrogativi permangono senza risposta, come pure rimangono ignoti i nomi ed i personaggi che si celano e che agiscono sotto la protezione di quei personaggi politici che vorrebbero fare il bello ed il cattivo tempo.
Purtroppo questa politica dittatoriale, espressa dall'attuale Giunta, tende a mantenere il controllo pressochè totale su ogni iniziativa, sminuendo i valori democratici e i compiti che competono a questa assemblea regionale.
E' per questi motivi che mi trovo d'accordo con la istituzione di una Commissione avente il compito di indagare e verificare soprattutto alcuni punti non chiari della convenzione, sia con la SITAV che con la SAISET, e fare chiarezza sul perchè quest'ultima dà un introito ridotto di quasi il 50% alla Regione rispetto alla SITAV.
Un'indagine questa che può anche aiutare la Magistratura a fare pulizia di personaggi mafiosi, al fine di ridare alla nostra Regione quell'immagine morale che le compete. Solo in questo modo potremo uscire dal clima di sospetto venutosi a creare soprattutto dopo la convenzione con la SAISET in fratellanza con la SITAV e grazie alla tolleranza nei riguardi di quei personaggi mafiosi, prestasoldi, ecc. che ancora esistono all'interno della Casa da Gioco. Queste sono cose che non si sono mai volute chiarire.
Io non sono per la chiusura della Casa da Gioco, perchè ciò porterebbe un grave danno economico sia al bilancio regionale che alla popolazione locale e regionale. Si vuole invece una più specifica e corretta convenzione attraverso il controllo di una Commissione competente, Commissione non solo politica, ma integrata anche da elementi tecnici.
Sono contrario alla gestione pubblica perchè, purtroppo, abbiamo visto l'effetto negativo prodotto in altri enti che sono passati alla gestione pubblica, con lungaggini e disavanzo negativo dei propri bilanci. Per questo motivo ho delle forti perplessità per dare la gestione di una impresa enorme, quale la Casa da gioco, ad un ente pubblico. Già all'interno della Regione, a causa della burocrazia, dell'iter e della disgregazione fra personale e potere politico, i quali tendono a svalorizzare e a rendere nulla l'opera dei Consiglieri, possiamo notare quanto sia difficile l'amministrazione pubblica. Noi Consiglieri oggi contiamo poco o nulla, conta solo chi ha il bastone del comando. Noi facciamo solo parte del teatro. La gente che sta fuori non lo sa ma la verità è questa. Quando si deve chiedere qualcosa in qualche ufficio, o ti sbattono la porta in faccia, o ti fanno fare delle anticamere per delle ore, e l'Assessore si rende latitante.
Ecco perchè non abbiamo gli strumenti necessari per fare un controllo e per gestire quello che, per chiamata elettorale, dobbiamo amministrare.
Dicevo, no alla gestione pubblica perchè sono convinto che la Regione abbia una maggiore capacità di controllo con la gestione privata, senza intralci burocratici ma semplicemente avvalendosi di una Commissione specifica formata da poche persone altamente qualificate.
Anche con la FINAOSTA, in seguito agli ultimi avvenimenti, abbiamo avuto delle esperienze negative. Nella formazione di questa Commissione, dobbiamo verificare che ci siano le premesse idonee per fare decadere quelle convenzioni che, a mio parere, dovrebbero venire recise, in quanto vengono meno quei presupposti che sono partiti al momento del la convenzione fra l'ente regione e le società. Quindi dopo tale decadenza la dovremo dare in appalto, con delle licitazioni o ad invito, a più persone, a più società con un sistema più corretto e più chiaro da parte della Regione per effettuare questo controllo.
Sono sempre più convinto della necessità di una Commissione in cui siano presenti tutte le forze politiche, integrate anche da personaggi esterni all'ambiente politico.
Anche se la battuta del Presidente della Giunta fatta in questi giorni su un giornale locale ha dato discredito e poco adito ai Consiglieri di questo Consiglio, fra cui il sottoscritto, non ne faccio una questione di polemica perchè sappiamo da quale pulpito sono arrivare queste considerazioni e perchè la "Gazzetta del Popolo" lascia il tempo che trova.
Ad ogni modo, se mi è consentito, al Consigliere dell'Union, paladino della democrazia, vorrei dire che dovrebbe imparare qualcosa di più in fatto di democrazia; a Roma la chiedono, la democrazia, per essere sentiti dal governo centrale quale forze di minoranza, linguistiche, ecc., ma poi non è che attuino in loco quello che a Roma chiedono col medesimo metro. Alludo al mio Gruppo che, insieme ad altri è stato estromesso dalla consultazione per la formazione della nuova maggioranza. Questo è un atto antidemocratico perchè il Presidente incaricato Craxi ha consultato tutte le forze politiche, quindi anche quella della Valle d'Aosta anche se non conta molto, dando così una prova di democraticità che l'Union Valdôtaine non ha saputo dare.
PRESIDENTE: La parola al Vice Presidente Dolchi, ne ha facoltà.
DOLCHI - (P.C.I.): Signor Presidente, signori Consiglieri, avevo chiesto la parola nel momento in cui svolgeva il suo intervento il collega Voyat perchè ritenevo indispensabile fare alcuni chiarimenti, trovando nel suo intervento una notevole dose di settarismo, di superficialità demagogica e un pochino di infantilismo, se me lo permette.
Venirci a dire che il Consiglio avrebbe potuto essere convocato tra 20 giorni a norma di Regolamento, nel momento in cui tutta l'opinione pubblica, valdostana e nazionale, si interessava alla notte di San Martino, voleva dire che il Consigliere Voyat, nel corso di questa giornata, non aveva recepito la preoccupazione, l'angoscia e il malessere dei Consiglieri regionali che erano intervenuti, con le affermazioni che venivano da ogni parte, da Maquignaz, da Fosson, ecc. per citare esponenti della maggioranza.
Bisognava forse, lo ha ricordato Fosson, convocarlo prima questo Consiglio straordinario e non aspettare oggi 24 novembre, quando sono da discutere tre mozioni che, comunque, avremmo discusso in seduta ordinaria già convocata per oggi, 24 novembre.
Così come venirci a dire che la Cancelleria del Tribunale, con una semplice domanda, fornisce i nomi degli azionisti, vuol dire prendere questi Consiglieri, non solo per enfants de coeur, per chierichetti, ma per gente assolutamente sprovveduta, che non sa che esistono dei prestanome, per cui quando noi chiediamo di conoscere i nomi degli amministratori, tenuto conto del clima di mafia che si è creato, sappiamo benissimo che non sono i nomi che compaiono ufficialmente.
Ma sull'intervento del Consigliere Voyat già ha precisato la posizione del nostro partito il Capogruppo Mafrica, quindi ora approfitto della parola che mi è stata concessa per fare tre brevi considerazioni, così a braccio, ma che ritengo possano essere utili al dibattito che si va concludendo e poi, alla votazione degli ordini del giorno.
Ritengo che, a questo punto del dibattito, si possa affermare che c'è una unanimità - direi che c'è stato solo il Consigliere Voyat che ha ultraminimizzato i fatti - nel riconoscere che la situazione era andata, mano a mano, degradandosi, che il Consiglio regionale si doveva interessare più a fondo dei problemi del Casinò e che il 7 novembre, quando era stata richiesta una Commissione conoscitiva di indagine o di inchiesta, eravamo già arrivati al punto in cui il Consiglio sentiva il diritto e il dovere di investirsi del problema.
L'art. 15 del nostro Statuto dice che gli organi della Regione sono il Consiglio della Valle (lo chiama ancora così), la Giunta ed il suo Presidente. Ebbene, il Consiglio regionale proprio per la sua importanza, per la sua rappresentanza pluralistica, per il fatto di essere direttamente eletto dalla popolazione valdostana è quello a cui hanno guardato i cittadini nel momento in cui la radio, la televisione, i giornali, a pieni titoli, parlavano della notte di San Martino, del blitz di Saint-Vincent.
Parafrasando quanto diceva prima Torrione che "mala tempora currunt" io mi sentirei di dire, a questo punto della discussione, dopo tanti interventi che hanno puntualizzato questo problema, che "mafia tempora currunt".
E' contro questo pericolo che dobbiamo serrare le file, che dobbiamo ritrovare quella unità di intenti che altre volte ha caratterizzato l'azione autonomistica del Consiglio regionale. Se è valida questa considerazione, sarebbe errato - ed in questo do una valutazione politica all'intervento del collega Voyat - sottovalutare questo fatto, considerarlo una semplice manovra per ridurre le entrate della Regione valdostana o, peggio ancora, considerare sotto il punto di vista politico, che il dibattito sia stato provocato dalle opposizioni delle minoranze per realizzare quel gioco delle parti così caro all'amico Bordon (se fosse presente, ce lo ricorderebbe) nel quale l'opposizione deve fare un'azione di stimolo e di controllo e la maggioranza, soprattutto la Giunta che è espressione della maggioranza, deve governare; ma allora lasciamola governare e, come qualcuno ha detto prima, non disturbiamo il manovratore.
Questa considerazione, secondo noi, va tenuta presente, lo ha già detto Mafrica e lo hanno detto altri esponenti dei gruppi di minoranza. La posta in gioco è così alta, la presenza della Mafia è così terribile, terrificante e contraria alla natura della Valle d'Aosta che non si può concludere questo dibattito con delle posizioni precostituite o dicendo: "Voi avete svolto il vostro ruolo, avete criticato, ma noi continuiamo perchè tutto va bene e aspettiamo che la Magistratura faccia il suo dovere".
Siamo anche noi convinti che la Magistratura debba fare il proprio dovere, ma anche il Consiglio regionale, in tutte le sue componenti, deve fare il suo dovere che non è quello di inquisire penalmente, perchè non ne ha gli strumenti e credo che non senta nemmeno questo stimolo, ma quello di confrontarsi per vedere se non avrebbe potuto fare qualcosa di più (noi diciamo di sì) per stabilire cosa si possa fare ed accertare quali siano le enormi carenze che vanno superate.
Qui ci sono gli obiettivi, le critiche, le puntualizzazioni ben precise che sono state fatte dal Gruppo comunista. Sono convinto di quello che dico! Se vogliamo fare qualcosa di concreto non bisogna "tirer dans le pas", non bisogna sparare nel mucchio, non si può fare di ogni erba un fascio, occorre colpire là dove c'è da colpire, estirpare il cancro dove esso alligna. Credo che di questo sia convinto anche il collega Pedrini, il quale questa mattina ha detto molte cose, che per la loro gravità hanno colpito seriamente il Consiglio regionale e alle quali necessariamente occorrerà dare un seguito perchè non dovranno restare delle semplici annunciazioni.
Io che ho fatto parte della Commissione che nel 1977, in ben 26 riunioni, preparò la convenzione tra Regione e SITAV, mi permetto di dire che quella convenzione è stata successivamente degradata, stravolta e proprio là dobbiamo ora cercare la causa dei mali che in questo momento ci affliggono. Se mi permettete, proprio per avvalorare questa mia convinzione, vorrei rileggere un passo della dichiarazione di voto del 7 dicembre 1977 che io facevo a nome del Gruppo comunista: "Sottolineando la necessità del controllo di tutti quei fondi neri, di tutte quelle somme che sfuggendo al controllo regionale, al controllo del fisco, potevano mettere la società in condizioni di usare l'arma del ricatto, della corruzione e del sottogoverno", cioè evitare i fondi neri, le mance (avevamo proposto lo 0,01% sulle mance perchè si potesse fare un controllo) i prestasoldi (allora esistevano fuori dalla sala, ora invece sono istituzionalizzati in sala) ed altre cose come il controllo sugli assegni ecc.
Nel corso di quelle 26 riunioni, abbiamo fatto anche una conferenza stampa per informare i giornali, e non solo locali, su quello che chiedevamo alla SITAV, su quello che la SITAV non ci voleva dare. Chiedevamo l'eliminazione dell'accerchiamento delle proprietà SITAV in modo che se avessimo voluto, come Consiglio regionale, prendere altre decisioni circa il rinnovo del contratto che allora si proponeva a trattativa privata, non fossimo stati accerchiati. La parola "accerchiamento" era di uso corrente nel corso dei lavori di quella Commissione.
Anche i vari partiti erano stati informati ed il collega Pedrini ha fatto una rimostranza in proposito, perchè proprio nella sede del Partito comunista c'è stato un dibattito a cui parteciparono il Conte Cotta ed i dirigenti della SITAV. Questo per dire che se le cose vengono fatte alla luce del sole, anche certe clausole, certi articoli di una convenzione possono giustificarsi, possono essere spiegati.
Noi avevamo ottenuto, con un emendamento che era stato accettato dalla maggioranza, il controllo ai tavoli, controllo che non era inteso come una semplice presenza per fare in modo che i conti fossero giusti, ma destinato invece a controllare l'entità delle mance, in quanto nel momento in cui entrano nella cassetta, esse sono pubbliche. Un controllore regionale, appositamente designato a questo scopo, avrebbe potuto anche, per omogeneizzazione di questi tavoli che fossero stati controllati, dare una cifra sufficientemente attendibile sull'entità delle mance, le quali costituiscono la base fondamentale per la creazione di quei fondi neri di cui abbiamo conosciuto oggi l'entità.
Quindi, come dicevo, il controllo continuativo e sistematico in ogni settore e, in particolare, al tavolo da gioco, apre ampie possibilità di maggiore rigore se vi sarà, da parte della Regione, del Presidente della Giunta e di tutto il Consiglio, una conseguente volontà politica di superare le carenze passate.
Carenze criticate, perchè già allora, nel 1977, nel corso del rinnovo della convenzione, c'erano state critiche sui fondi neri e sulla possibilità della società di sfuggire a qualsiasi controllo.
Questa volontà politica non c'è stata, la società sono proliferate, si è inventata la società per i giochi americani, si sono votate a maggioranza in questo Consiglio le successive convenzioni e siamo arrivati oggi ad un punto in cui siamo passati dalla gestione familiare, aristocratica del Conte Cotta, a quella attuale, che comporta tutto quel degrado che nel corso della giornata abbiamo sentito dai diversi Consiglieri e che sentiamo se andiamo a Saint-Vincent, perchè il paese stesso ha perso la sua caratteristica.
La cittadina non ha più quella vita che aveva prima. Interessi non sempre chiari si intrecciano e ruotano attorno al Casinò. Questa massa di persone e di denaro hanno influito sulla tranquillità del vivere civile nella cittadina di Saint-Vincent, ma soprattutto credo abbia influito negativamente la proliferazione delle società. Da questo scaturisce la necessità di studiare, eventualmente, il ritorno ad una unitarietà della società in modo che si possa fare maggiore chiarezza.
Io non voglio rubarvi altro tempo. Ritengo che il problema sia grave, che dobbiamo combatterlo perchè quella della mafia non è una malattia che dobbiamo lasciare tranquillamente penetrare nel corpo sano della comunità valdostana.
Ecco perchè chiediamo questa Commissione, ecco perchè chiediamo che il Consiglio non esamini questo problema dai punti di vista precostituiti di maggioranza o di minoranza che abbiamo ascoltato; dobbiamo arrivare a dei controlli severi e precisi che tutti hanno auspicato, e che finora, a nostro avviso, non ci sono stati, se si è arrivati alla "notte di San Martino".
Si dà atto che alle ore 18.45 assume la Presidenza il Presidente Bondaz.
PRESIDENTE: La parola al Consigliere Lanivi, ne ha facoltà.
LANIVI - (Fédération D.P.-U.V.P.): Svolgo il mio intervento a nome del Gruppo della Federazione democratici popolari Union Valdôtaine progressiste; intervento che contiene la nostra posizione, il nostro modo di vedere intorno a 3 problemi fondamentali che sono emersi dal dibattito che da questa mattina ha interessato l'intero Consiglio.
Il primo punto che voglio affrontare è il giudizio, non solo sul recente intervento della Magistratura a Saint-Vincent, ma anche sulle molte domande e sulle proposte che l'opposizione ha avanzato.
Il secondo punto che affronterò sarà relativo ai rapporti fra maggioranza e minoranza, mentre il terzo punto riguarderà un discorso più vasto, che è il rapporto tra le forze politiche e l'attuale crisi che investe l'intero Paese. Va da sè che questo intervento vuole rendere esplicita la posizione del nostro Gruppo che si ritrova, sulle cose essenziali, nel documento predisposto dalla maggioranza, il quale contiene la sintesi della visione comune del problema (ordine del giorno che è già stato distribuito a tutti i Consiglieri). Il fatto che Consiglieri della maggioranza abbiano espresso in modo libero le loro opinioni non è certamente segno di debolezza, direi che può essere ascritto a merito della maggioranza, che in questa occasione non ha voluto imbavagliare alcun Consigliere. Il mio intervento, che può discostarsi da posizioni di altre forze politiche della maggioranza, ritrova il suo senso ed il suo significato politico nel documento che la maggioranza stessa sottopone all'attenzione di questo Consiglio.
Sul primo punto alcuni giudizi. Intanto la Federazione Democratici Popolari/Union Valdôtaine Progressiste valuta positivamente l'azione svolta recentemente dalla Magistratura alla Casa da Gioco di Saint-Vincent, azione che ha comportato l'arresto di numerose persone e che si è svolta nel più ampio quadro della ricerca di eventuali collegamenti tra l'attività dei Casinò e l'attività della criminalità organizzata nel nostro Paese. Apro una parentesi per dire che la criminalità organizzata nel nostro Paese ha una sua economia anche quantificata. Chi ha letto recentemente un libro notevole "Il punto sull'Italia" di Deaglio-De-Rita, ricorderà che è quantificato in 17.000 miliardi il volume di affari della economia criminale nel nostro Paese. Mi riferisco ai dati del 1982. Non spetta a noi sostituirci alla Magistratura, nè è nostra competenza anticipare giudizi o condanne che la giustizia, in piena ed autonoma libertà, emetterà a conclusione dell'iter previsto.
Per quanto ci riguarda, l'inchiesta avviata dalla Magistratura non ci spaventa, non abbiamo niente da nascondere e ci auguriamo che, se vi sono stati reati, questi vengano alla luce e ne siano puniti i responsabili. E' innegabile che ciò che è successo, al di là delle conseguenze giudiziarie che oggi non possiamo prevedere, rappresenta comunque un danno per la nostra Regione e nel contempo un salutare avvertimento per le forze politiche operanti in Valle d'Aosta.
Il fatto che da più settimane la nostra Regione sia stata presentata su tutti i mezzi di informazione nazionali e regionali (stampa quotidiana e settimanale, radio e televisione) come area di attività illegale e contro privilegiato delle forze della criminalità e della corruzione, rappresenta a livello nazionale ed internazionale un dato negativo per l'immagine della Valle d'Aosta, per i suoi legittimi interessi economici, per la tradizione di onestà e di rigore morale della sua gente.
Ripeto, al di là delle conclusioni a cui perverrà la Magistratura, è doverosa da parte della Regione una attenta riflessione su ciò che è accaduto e che invita ad una energica azione tendente a subordinare l'attività del Casinò di Saint-Vincent agli interessi generali della Valle d'Aosta. Questo, a mio ed a nostro avviso, è il punto politico fondamentale del dibattito di oggi.
La storia dei rapporti- fra Casinò e Regione ha dimostrato ampiamente quanto sia difficile e complesso mantenere corretti, distinti e precisati ruoli dell'ente pubblico da quelli di un centro di potere dalle dimensioni e caratteristiche del Casinò di Saint-Vincent. Le recenti vicende, a tale riguardo, evidenziano ancora maggiormente questa preoccupazione e impongono all'Amministrazione regionale una ancora più forte assunzione di responsabilità politica per i compiti ed i doveri di sua competenza.
In tale direzione dichiariamo la nostra piena adesione alla proposta di incaricare la Commissione Affari Generali, allargata a tutti i Capigruppo consiliari non presenti in detta Commissione, ad affrontare (voglio sottolineare questo aspetto) i problemi relativi ai rapporti Regione Casa da Gioco di Saint-Vincent ed in particolare ad esaminare quelle proposte che la Giunta si farà premura di sottoporre, entro breve termine, ai Commissari ed a proporre modifiche e innovazioni concernenti l'applicazione delle convenzioni Regione-SITAV e SITAV-SAISET.
Al di là delle possibili tentazioni di strumentalizzazione politica, ciò consentirà all'insieme delle forze politiche presenti in questo Consiglio una maggiore e più approfondita conoscenza della delicata situazione attuale e, più globalmente, dei rapporti tra Regione e Casa da Gioco.
L'obiettivo politico che la Commissione dovrà porsi è quello, già evidenziato, di indicare le condizioni affinchè l'attività del Casinò risponda agli interessi generali della Valle d'Aosta e non viceversa o, almeno, che non si corra il rischio che avvenga il contrario.
In questo vorrei fare alcuni appunti: non possiamo, in questa sede, alla luce di quanto è successo, non esprimere alcuni giudizi; possiamo esprimere intanto un giudizio negativo nei confronti della SITAV, la società che gestisce il Casinò. Il fatto che una parte rilevante degli organi direttivi espressi dalla società per la gestione dei giochi siano oggi gravemente indiziati, dimostra una superficialità della SITAV nella scelta delle persone che hanno avuto compiti di grande rilievo direttivo nella gestione dei giochi, e dato che le conseguenze negative dell'operato di tale personale ricadono direttamente o indirettamente sulla Valle d'Aosta, è giusto che la Regione consideri non accettabile questo comportamento e queste scelte.
A suo tempo, in questo Consiglio, il nostro Gruppo non ha votato il rinnovo della Convenzione Regione-SITAV. A questo proposito farò alcune considerazioni sul ruolo dell'opposizione e della maggioranza. In quella occasione, come oggi, abbiamo fatto una durissima battaglia, perchè eravamo rimasti soli. Non ci vogliamo ergere a rappresentanti unici della verità, ma quello che allora abbiamo voluto sostenere lo sosteniamo oggi. Cito ad esempio il discorso delle mance. Altro esempio è il discorso, tutt'altro che lodevole fatto da un rappresentante del partito comunista, il quale alla nostra richiesta di inserire personale di guardaroba, ha detto che ciò avrebbe dovuto essere frutto di una battaglia sindacale. Questo lo dico per sottolineare che avevamo ragione e per dire che opposizione e maggioranza devono espletare funzioni dignitose e reciproche senza la pretesa dogmatica di rappresentare la verità, attraverso preventive confluenze di accordi.
Allora noi ci siamo schierati ed abbiamo lottato contro quella convenzione, ma infine abbiamo accettato le decisioni della maggioranza del Consiglio. Ciò anche perchè pare che l'elettorato abbia dato più ragione agli altri che non a noi. Lo dico con un sorriso, ma per la verità anche con un po' di amarezza.
Forse quelle preoccupazioni hanno un senso e sarebbero da tenere in conto anche oggi, ma non mi fermo su questi dati, nè è mia intenzione tenere un discorso su questo tema. Voglio ribadire invece che è fondamentale per la Regione, essere nella condizione di effettuare un serio e costante controllo sull'attività che si svolge nel Casinò. Alzare polveroni o ritenere o far credere che la Regione sia responsabile di cose che non sono di sua competenza, non giova a nessuno, nè alla maggioranza nè all'opposizione. ribadiamo che la Regione deve, fino in fondo, rispettare e far fronte ai suoi compiti ed alle sue responsabilità.
In questa occasione alcune forze politiche hanno espresso un giudizio negativo sul Commissario regionale presso il Casinò; non è nostro intendimento esprimere apprezzamenti personali sul Commissario regionale, nè tanto meno avvalorare malevoli illazioni non suffragate da fatti concreti. Riteniamo tuttavia necessario sottolineare l'esigenza che l'operato e le attribuzioni di tale figura siano in futuro definiti con maggior precisione perchè allo stato attuale non possiamo - come Fédération - considerare soddisfacente questa attività (mi riferisco alla funzione, non alla persona).
Il Gruppo della Federazione, esprime, anche in questa occasione, la convinzione che a posti di rilevante responsabilità amministrativa vengano comunque nominate persone di adeguata e sperimentata professionalità, prescindendo da qualsiasi criterio di lottizzazione partitica. Questo è un discorso di cui ci assumiamo la nostra parte di responsabilità. Questo criterio, a nostro parere, può contribuire a meglio realizzare il comportamento e le forze politiche, ed a valorizzare quanti, ad ogni livello, lavorano con onestà e preparazione professionale.
Rispetto alla situazione determina-tasi alla Finaosta, dopo l'incriminazione del suo Presidente, il Comm. Sergio Ramera, esprimiamo un giudizio decisamente positivo sulla scelta della Giunta di garantire continuità operativa alî la Finanziaria regionale attraverso la nomina di un tecnico capace ed apprezzato. Sul problema dei rapporti tra maggioranza ed opposizione, questa maggioranza, definendo con precisione i suoi confini - e l'ho ripetuto al momento stesso in cui è sorta - non ha voluto compiere una azione autoritaria ed arrogante, ma ha inteso consentire un dibattito ed un confronto tra l'opposizione e la maggioranza.
L'insieme di queste forze e l'unità di queste forze si trova nelle condizioni politiche oggettive, su obiettivi politici comuni e su finalità programmatiche precisate che sono state espresse in questo Consiglio e che troveranno prossimamente ancora migliori precisazioni. Non è quindi accettabile, secondo noi, il tentativo di demolire questa maggioranza, anche se in modo intelligente o astuto, colpevolizzando un suo componente, in questo caso il Presidente della Giunta.
Abbiamo fatto questo rilievo al Partito Comunista anche in precedenza. Secondo noi, il dibattito politico ed una modificazione dei rapporti politici e delle scelte delle forze politiche, possono portare ad una modificazione del quadro politico regionale, ma questo non può avvenire correttamente attraverso l'aggressione, o una situazione che consenta o crei le condizioni per screditare un componente della maggioranza.
Il nostro timore è che certi atteggiamenti ci riconducano ad una logica, secondo la quale la posta in gioco è sempre, soltanto ed esclusivamente il potere, per acquisire il quale è lecito utilizzare tutte le occasioni, gli spazi e le opportunità che la mutevole situazione politica può creare. Secondo noi questo modo di agire non è positivo perchè distoglie l'attenzione dal problema su cui oggi questo Consiglio, deve meditare. Mi riferisco al problema del rapporto politica-democrazia, che va tenuto disgiunto dalle manovre per la conquista di potere miope, che non guarda al domani e soprattutto non tiene conto delle situazioni politiche attuali.
E' responsabilità della maggioranza, concordo su questo con l'opposizione, farsi carico di essere attenta, di accogliere i dubbi, i problemi, gli stimoli che vengono dalla opposizione, discriminando però tra coloro che svolgono una azione costruttiva e positiva nell'intento di consolidare e rafforzare la nostra democrazia e la nostra autonomia, e fra coloro invece che operano strumentalmente, o possono operare, per limitare l'autonomia o per raggiungere meschini fini personali o di parte. Il problema fondamentale, da sottolineare, è quindi quello relativo al ruolo della politica e delle forze politiche per garantire la crescita della democrazia e dell'autonomia nel nostro paese.
Il problema è di ridare credibilità alla politica, alle forze politiche, e conseguentemente controllare e guidare la crescita del paese, della nostra Valle. Sarebbe un grave errore pensare che la democrazia possa essere difesa dagli interventi della Magistratura. Essa, in questo momento, fa il suo dovere; l'aumento degli interventi che essa opera (i giornali radio e i telegiornali sono dei bollettini della Magistratura) è un indice pesante, un segno della insufficienza politica e dirigenziale complessiva nella guida del paese. Non ci si deve stupire se la Magistratura opera in questo vuoto; dobbiamo invece stare attenti, perchè la difesa della democrazia non può essere affidata solo alla Magistratura. Al di là delle differenze fra maggioranza e opposizione, dobbiamo agire come forze politiche nel loro insieme, non come singola realtà politica.
Voglio ricordare un accenno che l'amico Maquignaz ha fatto nel suo intervento: cioè le grandi trasformazioni culturali, sociali ed economiche che hanno investito in questi 30 anni la nostra Regione e l'intera Nazione sono di tale portata che per affrontarle dobbiamo impegnare la nostra intelligenza e tutte le nostre forze. Non si risolvono i problemi chiudendo il Casinò, sarebbe come dichiarare l'incapacità del potere politico a ricondurre a mantenere l'attività della Casa da Gioco entro binari regolari, leciti, legittimi.
E' questa la sfida che ci viene lanciata, alla quale dobbiamo rispondere, senza dire semplicemente "chiudiamo il Casinò" come se chiudendolo si cancellasse il male del nostro Paese. Ciò sarebbe un'ammissione di debolezza. A mio avviso le forze valdostane debbono rispondere invece dimostrando la capacità di gestire un potere così grande, e per certi aspetti così pericoloso, senza esserne travolte.
Occorre quindi riportare le forze politiche a ciò che debbono essere e dare loro la possibilità politica di garantire la crescita del nostro Paese. Questo è il compito delle forze politiche e su questo terreno il confronto maggioranza-opposizione non solo ci interessa, ma è vitale ed importante; è essenziale però che non debba avvenire su aspetti marginali che possono essere strumentalizzati dalle parti. E' un impegno molto grande, perchè si tratta di vincere vecchie incrostazioni ideologiche, oggi superate e che possono essere strumentalizzate solo al fine di garantire isole di potere.
L'esigenza di un più qualificato ruolo delle forze politiche è essenziale per il consolidamento della democrazia nel Paese. E' nel vuoto e nelle carenze della politica che forze estranee e antagoniste al sistema democratico possono svilupparsi e trovare le condizioni migliori nel momento in cui le forze politiche stanno ancora cercando di analizzare e di comprendere le grandi trasformazioni che stiamo vivendo. E' di fronte a queste grandi trasformazioni che l'impegno dei politici e della politica deve ritrovarsi.
Teniamo presente che oggi non è tanto importante la disputa tra forze politiche miopi e rissose, quanto la capacità del mondo politico che si richiama alla democrazia e all'autonomia, di garantire sicurezza e prospettive valide alla nostra gente e ai nostri giovani, in un momento in cui le vecchie certezze, i vecchi miti legati ad uno sviluppo senza fine stanno venendo meno.
Questo è il problema reale, al di là delle strumentalizzazioni, delle speculazioni e dei falsi moralismi. La verità è che deve cambiare sia la politica sia il modo di fare politica. Il problema è che tutti noi, nel nostro insieme, dobbiamo cambiare per essere all'altezza della situazione, ed è in questo modo, su questa linea e con questa coerenza che la Federazione Democratici Popolari-Union Valdôtaine Progressiste tende ribadire l'impegno che porta all'interno di questa maggioranza, la stessa fermezza con cui ieri ha portato e sostenuto la linea all'opposi ne, con coerenza e, se ci permettete anche fedeli a quel modesto, per brevità di tempo, patrimonio ideale della nostra vicenda.
Si dà atto che alle ore 18,51 assume la Presidenza il Vice Presidente Grandis e che alle ore 19,06 riassume la Presidenza il Presidente Bondaz.
PRESIDENTE: La parola al Consigliere Aloisi, ne ha facoltà.
ALOISI - (M.S.I.): Io sarò brevissimo anche perchè l'ora è tarda e siamo molto ansiosi di ascoltare la replica del Presidente della Giunta, perchè questa mattina nell'intervento che avevo fatto ho posto delle domande precise e quindi vorrei avere delle risposte.
Alcune piccole considerazioni soltanto sugli interventi di alcuni rappresentanti della maggioranza: innanzitutto si accusa l'opposizione di voler strumentalizzare l'affare Casinò. Vorrei ricordare ai Consiglieri che sono intervenuti prima, anche della maggioranza che l'affare Casinò è un affare di dimensioni nazionali, è un affare che ha dietro le spalle alcuni omicidi (ad Aosta abbiamo avuto un attentato al Pretore Selis) e ci sono cinque arresti da non dimenticare. Non è quindi certamente un problema strumentalizzato dall'opposizione in questo Consiglio.
Un altro aspetto che vorrei puntualizzare è questo: si è parlato molto delle responsabilità del Commissario regionale; alcuni esponenti della maggioranza hanno cercato di giustificare l'operato di questi personaggi, in modo particolare del maggiore responsabile.
Io questa mattina sono stato molto chiaro, mi pare, su quali sono le mansioni del Commissario regionale, mansioni, se qualcuno non lo sapesse, puntualizzate all'oggetto n. 365.
Questa mattina sono stato molto preciso sulla responsabilità del Commissario regionale il quale, come dimostrano i fatti, non ha svolto il suo dovere: per esempio la presenza all'interno del Casinò prima ed ora degli usurai, dei prestasoldi. Infatti, il giornale di stamattina ci ha dato la notizia di un prestasoldi arrestato dalla Finanza, trovato con oltre un miliardo di assegni in tasca. Mi pare che la presenza degli usurai in quei locali avrebbe dovuto essere oggetto, per lo meno, di un intervento da parte del Commissario presso l'Assessorato al Turismo o presso la Presidenza della Giunta, intervento che, a quanto ci risulta, non c'è stato.
Un ulteriore esempio è quello dei fondi neri, ma non voglio dilungarmi troppo. Poichè in aula non abbiamo mai parlato di questi problemi, vuol dire che l'intervento del Commissario regionale non c'è mai stato o, se c'è stato, non ne siamo mai stati portati a conoscenza.
Oggi, dopo il famoso blitz della Finanza, conosciamo tutti i retroscena e mi domando se ci sono o no delle responsabilità. A mio avviso ci sono delle responsabilità ben precise, da parte del Commissario regionale e da parte di coloro, a livello politico, che dovevano essere messi a conoscenza di quello che avveniva all'interno del Casinò, perchè se non sapevano niente, la responsabilità sarebbe tutta del Commissario, ma in caso contrario ci sarebbe la complicità di questi personaggi politici. Quindi l'accusa che viene fatta all'opposizione di voler strumentalizzare questo dibattito è da respingere nel modo più assoluto.
Noi vogliamo chiarezza perchè la gente che ci ascolta, che segue questo dibattito e queste notizie sui giornali, vuole sapere come stanno le cose per cui è nostro dovere indagare fino in fondo per scoprire la verità.
E' per questo motivo che io mantengo la posizione già illustrata questa mattina, cioè quella della costituzione di una Commissione di inchiesta da affiancare alla Magistratura e quindi per cercare di portare elementi validi per la soluzione di questo gravissimo problema.
Mantengo anche la posizione nei riguardi del Presidente della Giunta: noi chiediamo le sue dimissioni, poichè per il momento nei suoi confronti non risulta nulla, solo per una chiarificazione politica. Con le sue dimissioni si potrebbe avere un vero dibattito, dal quale potrebbe aprirsi qualche spiraglio atto a far luce su questa situazione, che ritengo essere molto grave in quanto dietro questa famosa SAISET si nascondono dei nomi, e sicuramente conoscendoli porterebbero a degli sviluppi veramente clamorosi. Grazie.
PRESIDENTE: La parola al Consigliere Beneforti, ne ha facoltà.
BENEFORTI - (D.C.): Sarò abbastanza breve perchè molte cose le ha dette il collega che mi ha preceduto. Ritengo che l'argomento in discussione oggi debba essere visto alla luce dei compiti che spettano al Consiglio regionale.
Se guardiamo la vicenda da questo punto di vista sono convinto che usciremo dalla grave situazione in cui ci troviamo senza vinti nè vincitori e daremo un'immagine diversa della nostra Regione.
Oggi tutti ci preoccupiamo di questa immagine, ma non basta preoccuparsi, occorre dimostrare con i fatti che esiste veramente questa preoccupazione e lo possiamo fare se mettiamo da parte ogni strumentalizzazione politica, se mettiamo da parte la ricerca di un capro espiatorio, se mettiamo da parte la ricerca di criminalizzare una parte o l'altra o determinate persone. Certamente non chiedo a nessuno di fare finta che non sia accaduto nulla e tanto meno di nascondere la testa sotto la sabbia come gli struzzi. Chiedo di stare con i piedi per terra, e di attenersi ai fatti e alla verità che conosciamo. Chiedo di non stravolgere tutto per un tornaconto politico ed in particolare partitico.
Se questa però è la strada che si vuole seguire siamo pronti anche noi alla polemica ed a ricordare a tutti che gli scandali, le tangenti, gli affaristi non toccano solo la D.C., ma anche altre forze politiche. Dico questo solo come risposta a chi ha scritto e detto che gli usurai, i prestasoldi e gli emissari dell'anonima sequestri sono personaggi legati alla Democrazia Cristiana.
A parte le decisioni che, in risposta a queste affermazioni, prenderanno gli organi del Partito, tengo a precisare che se anche questo fosse vero, la D.C. ha dimostrato con i fatti che non protegge e non difende nessuno. Il primo a denunciare collegamenti della Mafia con il Casinò, nonchè il riciclaggio di denaro sporco da parte di questi, è stato infatti un Ministro democristiano, l'On. Scalfaro al quale, come ha detto in più occasioni il collega Fosson, va tutta la nostra stima perchè se lo ha fatto avrà avuto prove certe. Ora spetta alla Magistratura rilevare nei fatti e individuare i personaggi implicati affinchè paghino per i loro misfatti ed in particolare per tutte le vittime che si sono lasciati dietro. Questo ce lo auguriamo perchè siamo convinti che la democrazia nel nostro paese si può mantenere e potenziare nella misura in cui si sostengono e difendono le istituzioni sulle quali si regge e nella misura in cui si risolvono i problemi socioeconomici che l'affliggono e quindi estirpando alla radice il male che esiste.
La Mafia come la Camorra, la N'drangheta ed il banditismo, sono un attentato continuo alla nostra debole democrazia, per cui non ci può essere sopportazione o modesta opposizione, ma una lotta costante e continua anche se questa non è alla pari ed è difficile per l'omertà e la paura che esistono fra la gente.
La Democrazia Cristiana ha dimostrato di svolgere il proprio ruolo e non verrà mai meno ai suoi principi ideali di ispirazione cristiana; è disposta a collaborare con tutte quelle forze politiche che hanno la sua stessa volontà e anche in questo Consiglio è disposta a collaborare con tutti coloro che vogliono fare chiarezza su quanto sta accadendo al Casinò di Saint-Vincent, ma non può collaborare con chi volesse cogliere l'occasione di questa triste e grave vicenda per modificare i rapporti e la maggioranza che regge l'attuale Giunta. A questo gioco non ci stiamo nè oggi nè mai: ciò non tanto per non correre il rischio di ritrovarsi in minoranza o all'opposizione, ma perchè il nostro obiettivo, pur essendo quello di garantire un governo stabile alla nostra Regione è soprattutto quello di operare e collaborare per battere il male ovunque esso sia e quindi effettivamente fare pulizia dei mafiosi e di chi li copre.
Ritengo che riuscire a battere questo male e a fare pulizia vale molto di più che far parte di qualsiasi maggioranza di governo, sia esso regionale che nazionale.
Ho fatto questa premessa, che non vuole essere vi assicuro una replica per nessuno, per dimostrare che la Democrazia Cristiana non ha nulla da nascondere nè privilegi da difendere e per dimostrare che è aperta e disposta a collaborare con tutti coloro che su questa strada intendono camminare.
In merito della vicenda tengo innanzitutto a precisare che per quanto ci riguarda, con il comunicato emesso dalla direzione della D.C. valdostana, abbiamo agito correttamente, sia rispetto ai nostri elettori, sia nei confronti della intera collettività. Infatti la D.C., dopo la sospensione definitiva del Sig. Ramera dal partito, ha messo a disposizione della Giunta il suo mandato di Presidente della Finaosta perchè deliberasse di conseguenza come, del resto, ha già fatto. Questo atto non è stato compiuto per lavarsi la coscienza ma perchè era nostro dovere, per dimostrare che non intendiamo proteggere nessuno, come qualcuno ha inteso e intende insinuare.
Respingiamo come maggioranza e, in particolare, come D.C. la richiesta di dimissioni del Presidente della Giunta perchè non comprendiamo a quale atto chiarificatore potrebbero portare queste dimissioni e quali vantaggi potrebbero derivare alla collettività valdostana, visti anche i risultati delle ultime elezioni.
Si afferma che l'Union Valdôtaine e Andrione in particolare sono responsabili della degenerazione politica in Valle d'Aosta. Sarebbe bene che chi formula queste accuse fosse più chiaro e citasse dei fatti concreti per essere credibile, perchè, in caso contrario, dà solo l'impressione di essere un frustrato e deluso per non avere realizzato l'aspirazione di sostituire la Democrazia Cristiana nel governo regionale. Non è sostituendo Andrione e la D.C. nel governo regionale che si batte la Mafia ed il suo potere economico e finanziario; la Mafia si combatte con la partecipazione di tutti ed in particolare permettendo alla Magistratura di svolgere autonomamente il ruolo che le compete.
Noi non possiamo, come Consiglio regionale, sostituirci ai compiti istituzionali della Magistratura, del triangolo Torino-Aosta-Milano che sta indagando per individuare i responsabili del riciclaggio del denaro sporco e quindi dei collegamenti mafiosi che sussistono con i Casinò. A noi spetta il compito di svolgere il nostro ruolo di amministratori, come dicevo all'inizio e di darci lo strumento più adatto per svolgere questo ruolo in moda da far chiarezza su tutto.
La D.C. e tutta la maggioranza non intendono lasciare ombre e tanto meno giocare in difesa. Sgombriamo il campo quindi da ogni riserva e strumentalizzazione e decidiamo tutti assieme la via da seguire e quale tipo anche di Commissione sia più adeguata all'indagine che, degli amministratori come noi, devono affrontare.
Alla luce delle indagini e quindi dei risultati delle stesse, il Consiglio, per quanto di sua competenza, delibererà i provvedimenti che si renderanno necessari. Solo alla luce di una indagine che dovrà essere svolta nei tempi strettamente necessari per fare piena luce su tutto e tutti, è possibile decidere in merito all'eventuale decadenza della convenzione con la SITAV che oggi viene richiesta in merito ad una gestione unica del Casinò per eliminare diverse società attualmente esistenti, in merito ad un nuovo metodo delle assunzioni del personale al Casinò, in merito ad un diverso controllo della Regione affinchè le convenzioni vengano applicate nello spirito in cui vengono sottoscritte. Ciò tramite la revisione anche del regolamento attualmente in vigore che prevede i compiti del commissario e dei controllori regionali; in merito al nuovo rapporto fra la Regione e la Casa da Gioco e fra noi, forze politiche, e la Casa da Gioco di oggi o qualsiasi altra società che andrà a gestire il Casinò.
Ho ritenuto opportuno richiamare anche questo rapporto perchè una certa moralizzazione della Casa da Gioco che per noi dovrà continuare ad esistere per la rilevanza economica che ha a tutti i livelli, anche se non potrà mai divenire un santuario, si può realizzare anche e soprattutto rendendo questo rapporto chiaro e preciso e reso sempre più autonomo e senza condizionamenti.
Nel concludere questo mio intervento, a completamento di quanto ha detto l'amico Consigliere Fosson, tengo a riaffermare che in questa maggioranza non esistono cedimenti o ammutinamenti, ma c'è la massima solidità e volontà di giungere alla piena chiarezza sui fatti della notte di San Martino.
PRESIDENTE: La parola al Consigliere Pascale, ne ha facoltà.
PASCALE - (P.S.I.): Anche da parte nostra sono doverose alcune precisazioni dopo gli interventi della maggioranza.
Mi pare che, a parte qualche intervento isolato che ha già ricevuto le giuste risposte da parte di alcuni Consiglieri, ai quali mi associo, la stragrande maggioranza si sia resa conto di quella che è la gravità della situazione, una situazione che però, ha avuto oggi, in questo dibattito consiliare delle code preoccupanti.
Noi, a questo punto, non ci troviamo soltanto di fronte a quelle che sono le accuse mosse dalla Magistratura (adesso è l'associazione a delinquere di stampo mafioso), non ci troviamo soltanto di fronte alle ipotesi che vengono avanzate, di connessione di questi fatti illeciti, vuoi con la Finaosta, vuoi con gli atti criminosi compiuti contro il Pretore Selis e contro il Procuratore capo Caccia, ma ci troviamo di fronte a denunce che sono state fatte oggi, in questo Consiglio, o insinuazioni, come dir si voglia, interrogativi, che hanno comunque un risvolto preoccupante.
Già nell'altra seduta consiliare, il Consigliere Riccarand aveva esplicitamente detto ed accusato il Commissario regionale di giocare al Casinò: questa è un'accusa gravissima, che penso comporterebbe la sostituzione del Commissario. Quello che mi ha stupito è che nessuno, nè allora nè successivamente, abbia mai smentito questo fatto. Ma oggi c'è stato di più, ci sono state le denunce o gli interrogativi del Consigliere Pedrini, per quanto riguarda certi controllori che all'atto del controllo del denaro, sembra, detraessero del denaro dalla cassa comune e ci sono state delle insinuazioni riguardanti i lavori di ristrutturazione ed ampliamento del Casinò. Altre denunce sono state fatte dal Consigliere Baldassarre. Tutto questo vuole dire che, al di là delle responsabilità personali che la Magistratura dovrà accertare, c'è alla base tutto un sistema di controlli che forse, sotto molti aspetti, si è inceppato ed è stato carente. Tutto questo quindi individua un momento eccezionale, un momento di emergenza morale come è stato già definito.
Io credo che nei momenti di emergenza, come ha detto bene il Consigliere Dolchi, vadano poste da parte le strumentalizzazioni politiche e si debba fare fronte unito per salvare quelli che sono gli obiettivi prioritari: in questo caso l'immagine della Valle d'Aosta e direi il nostro stesso sistema di autogoverno, la nostra capacità di amministrarci in modo corretto ed efficiente.
Noi socialisti non abbiamo ricercato questa strumentalizzazione, noi non abbiamo chiesto, nè le dimissioni del Presidente della Giunta nè quelle del Commissario regionale Manganone; naturalmente, come forza di opposizione, siamo interessati a che questa Giunta cada, però preferiamo che questo avvenga sulla base di contenuti politici, sulla base di una manifesta incapacità a gestire una crisi che era e rimane una crisi soprattutto economica, anche se oggi si ammanta di risvolti morali preoccupanti.
Se nel corso dell'indagine, sia giudiziaria che amministrativa, effettuate da una Commissione, emergerà che c'è stata carenza o responsabilità da parte di chi doveva controllare, a qualsiasi livello, da quello più basso dei controllori a quello medio del Commissario regionale a quello più alto del potere esecutivo, che pure doveva esercitare dei controlli di tipo politico, se emergeranno queste responsabilità allora noi trarremo le dovute conseguenze politiche e inviteremo le altre forze politiche a fare altrettanto. Quello che chiediamo, però, è che questa indagine venga fatta sul serio e fino in fondo.
Noi abbiamo chiesto una Commissione speciale e l'Union Valdôtaine ci ha subito risposto che è contraria alle Commissioni speciali. Guarda caso, nei prossimi giorni andremo a discutere una mozione della maggioranza che prevede una Commissione speciale per l'industria, perchè sta vivendo un momento di emergenza economica; ma anche questo, come abbiamo detto prima, è un momento di emergenza che richiederebbe degli strumenti eccezionali. Ma non ci fossilizziamo sulle parole, non ci interessa come, si voglia chiamare questa Commissione, se di inchiesta, o speciale, ci interessa la sostanza.
Noi vogliamo che la Commissione abbia un mandato speciale con poteri ben precisi e compiti ben definiti.
Se la proposta della maggioranza è quella di incaricare la Commissione Affari Generali la quale poi, in sostanza, si limita soltanto a fare quattro chiacchiere con il Commissario regionale e a rivedere la convenzione con la SAISET, allora mi sembra di potere dire che, dopo questo ampio dibattito, la montagna ha partorito un topolino e noi su questa posizione non ci stiamo.
Se invece si è disponibili a chiarire i punti oscuri che sono da verificare e sui quali si è accentrato il dibattito consiliare, credo si possa arrivare, in una serie di riunioni di capigruppo, ad elaborare un documento unitario che rispecchia l'unità del Consiglio.
PRESIDENTE: La parola al Presidente della Giunta, ne ha facoltà.
ANDRIONE - (U.V.): Sono stati emessi numerosi mandati di cattura per due capi d'accusa: a) del delitto di cui all'art. 416: associazione per delinquere, 1°-3°- 5° comma del Codice Penale perchè, insieme ad altre persone, costituiva ed organizzava una associazione allo scopo di commettere più reati e in particolare sostituzione di denaro, licitazione, usura, ecc., seguono praticamente tutti i reati previsti dal Codice Penale contro il patrimonio oltre all'aggravante di essere un'associazione composta da più di 10 persone, fatto commesso in vari luoghi del territorio nazionale ed accertato in Torino, in epoca imprecisata, e infine segue una data;
b) del delitto di cui all'art. 416/bis, 1°-2°-3°-6° comma del Codice Penale poichè insieme ad altre persone promuoveva, organizzava e dirigeva una associazione di tipo mafioso formata da più di tre persone.
Poichè è chiaro che una sola persona non può commettere tutti i reati elencati, ci tengo a che il Consiglio sia informato del fatto che la Magistratura ha trasformato, in forza di una legge speciale, i reati normali - come truffa o il reato valutario - che come tali, con comportano il mandato di cattura, in reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, che invece comportano l'arresto. E' la risposta che la Magistratura cerca di dare, proprio in forza di questa recente legge speciale, ad una nuova organizzazione criminale che si avvale dei moderni mezzi di comunicazione, di trasmissione, della possibilità di conoscenza contro la quale si sarebbe praticamente indifesi, applicando le leggi normali.
In questo modo, dopo intercettazioni telefoniche, controlli di conti bancari, riscontri, ecc., la Magistratura, ritenendo esistere gli estremi dello stampo mafioso, ha emesso nei confronti dei responsabili mandato di cattura.
Non esistono in questo mandato altri reati che non siano contro il patrimonio. Quindi direi che questo primo punto chiarisce: 1°) la natura dei reati; 2°) dove sono stati accertati e il fatto che questi reati siano tali. Ne- consegue che non si tratta di una infiltrazione, di una aggressione, della Mafia, ma si tratta di considerare mafioso il reato organizzato in una certa maniera.
Sotto il profilo giuridico è doveroso applicare l'art. 27 della costituzione della Repubblica che dice che la responsabilità penale è personale e che nessuno può essere considerato colpevole se non dopo una sentenza definitiva. Di conseguenza noi non urleremo con i lupi, ma aspetteremo con calma di conoscere i fatti e di capire attraverso quali legami sia potuta nascere una accusa di organizzazione di stampo mafioso. Solo allora potremo efficacemente dire per quali cause e quali persone, attraverso quali sistemi, sono stati organizzati questi reati.
Una cosa però deve essere chiara: che reati di questo genere si svolgono fuori da quella che è la normale gestione del Casinò. Questo è stato confermato alla Presidenza della Giunta dal Colonnello della Guardia di Finanza che dirigeva le operazioni: detti tipi di organizzazioni non hanno l'abitudine di farsi prendere sul fatto con grande facilità. Se c'è qualcuno che pensa che il crimine organizzato in questa maniera venga fatto da individui che poi gridano: "vieni qui a vedere che sto commettendo il reato" evidentemente sbagliano.
Questi, qualora siano provati, sono fatti che, proprio perchè organizzati, sono, pur essendo limitati a reati contro il patrimonio, di una gravità estrema, gravità che consiste non nel reato singolo ma nel suo tipo di organizzazione. Per cui il Consiglio non deve sostituirsi a chi è competente in materia, non deve occupare il posto dell'autorità giudiziaria, della polizia giudiziaria, delle forze della polizia di finanza.
Il Consiglio invece deve occupare lo spazio che gli è proprio e deve, di conseguenza, respingere ogni sospetto ed ogni insinuazione. Tutte queste allusioni, il fatto che si lasci capire tra le righe che forse ci sono delle tangenti, non sono cose che si dicono in questa sede, ma alla Procura della Repubblica, se non basta alla Procura Generale di Torino e se non basta ancora al Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione. Altrimenti si alimenta soltanto quella rovinosa corrente di voci, di insinuazioni, di parole che finisce per disamorare completamente la gente, il popolo, del sistema democratico e che prepara la strada ai governi forti che sono capaci di impedire gli scandali perchè non se ne dà notizia. Purtroppo sono abbastanza vecchio per ricordarmi di quell'epoca.
D'altra parte, vogliamo ripetere ancora una volta che, per quanto ci riguarda - possiamo benissimo avere delle opinioni differenti come uomini, senza implicare alcuna questione politica - il gioco, anche di azzardo, è una attività umanamente lecita se fatta da un uomo adulto con cose sue. Perciò dovrebbe essere tanto più facile in un paese, e direi più facilmente ammissibile, il cui Stato organizza Totocalcio, lotto, Totip, corse di cavalli ecc. traendone profitti che sono considerai erariali. Non si vede perchè le "slot machines" dovrebbero essere più criminalizzate che non giocare un sistema al totocalcio. Noi certe cose non le capiamo e continueremo a non capirle. Non vorremmo che si facesse l'errore di volerci imporre, una scelta giustificata da posizioni valide solo sul piano personale, e da scelte individuali.
Di conseguenza, il problema per il Consiglio regionale è quello di affrontare la situazione non con spirito partigiano, confondendo volutamente politica e questione del Casinò ma esaminando la questione nel suo complesso.
Riteniamo che le dimensioni del Casinò siano troppo grandi per la Valle d'Aosta. Bisogna avere il coraggio di dirlo: crediamo che il Casinò, concepito in questa maniera americana, travolga la Regione.
Io capisco bene, anche perchè soffro un pochettino della stessa malattia, i "laudatores temporis acti" che guardano indietro, ricordando con affitto la testa pelata (chiedo scusa) del Conte Cotta, ma il problema non è quello, bensì quello di vivere in questo tempo, di vivere con delle forme nuove di criminalità, di vivere con il fatto che la gente preferisce forse giocare alle macchinette, giocare a dei giochi d'azzardo che dal punto di vista matematico sono delle truffe, piuttosto che giocare al nobile gioco del "Trente et quarante", che è onesto. Ma questo è un dritto che hanno e che credo nessuno voglia impedire di esercitare. Voglio dire un solo particolare tecnico perchè mi sembra estremamente importante: c'è una differenza di percentuali tra la SAISET e la SITAV perchè nella SAISET non dovrebbero esistere le mance. Nelle macchinette certamente non esistono.
Poichè le mance costituiscono un problema del quale abbiamo discusso numerose volte e dato che sono quasi 22 anni che sono qui, mi permetto di dire che occorre mantenere il principio che le mance devono essere controllate dalla Regione. L'ho già detto una volta e lo ripeto ora: chi controllerà i controllori? Per forza di cose bisogna renderci conto che i limiti del controllo regionale sono quelli di stabilire che la parte regionale venga correttamente distribuita, ma riesce difficile immaginare Manganone nelle vesti del Commissario Maigret.
Di conseguenza noi non vogliamo, e lo ripeterò fino alla nausea, che si facciano confusioni tra quelle che sono inchieste penali, indagini penali (questo l'ho già detto per i buoni benzina in epoche non sospette) e quelle che sono le doverose indagini amministrative che deve fare la Regione. Di conseguenza continuiamo a proporre la Commissione Affari Generali perchè quando verrà il momento di fare delle concrete proposte di modifica alle convenzioni, la Commissione Affari Generali dovrà esaminare quel testo.
Ci sembra perfettamente inutile, fare dei doppioni. Nella Commissione Affari Generali non sono integrati tutti i gruppi? Benissimo, allora troviamo una composizione per farla più aperta e più democratica possibile. Quali sono i compiti che affidiamo alla Commissione Affari Generali in questa materia? Mi sembra che abbia detto molto bene Mafrica: questa Commissione, nell'ambito delle convenzioni vigenti, deve accertare eventuali irregolarità ed inadempienze, suggerire i miglioramenti da apportare alla convenzione indicando procedure e modalità. Questo lavoro la Commissione lo può svolgere avvalendosi della consulenza di giuristi, richiedendo di essere ricevuta dalla Procura della Repubblica, chiedendo la collaborazione del Questore, della Guardia di Finanza per porre piena luce sui fatti del Casinò. Immaginare che una Commissione del Consiglio, che non ha nessun potere giurisdizionale, possa affiancarsi alla Magistratura, mi sembra semplicemente fuori realtà giuridica di questo Paese. Se qualcuno di noi viene a conoscenza di un reato ha l'obbligo, non la facoltà, di denunciarlo alle autorità giudiziarie.
Vorrei terminare con due brevissime parole sull'aspetto politico della questione, rovesciando certe affermazioni. Non solo non mi dimetto per il fatto che mi è stata riconfermata una certa fiducia, ma perchè ritengo che in questo grave momento questo sarebbe un atto irresponsabile da parte mia, un atto che non potrebbe che aumentare la confusione e lo smarrimento che abbiamo provato tutti quando si è cominciato a parlare di mafia.
Per questi motivi noi apprezzando molto certe posizioni da parte dell'opposizione, vorremmo votare un testo che sia veramente l'espressione della volontà del Consiglio a fare, per quanto di sua competenza, la maggior chiarezza possibile su questo episodio.
PRESIDENTE: Signori Consiglieri, c'è una proposta del Presidente della Giunta per un eventuale accordo sugli ordini del giorno presentati. Se il Consiglio è d'accordo io sospenderei per un quarto d'ora la seduta. La parola al Consigliere Pedrini, ne ha facoltà.
PEDRINI - (P.L.I.): Per motivi personali chiedo alla Presidenza di fare una dichiarazione di voto, perchè non sarò presente durante la votazione.
Se si trova questo accordo ben venga, perchè io sono dell'avviso che la cosa migliore sia trovare un "modus vivendi" nell'interesse della Regione e non dei Consiglieri regionali o del Presidente o degli Assessori. Pertanto, il mio voto deve essere interpretato in questo senso. In caso contrario, sia per le dimissioni del Presidente, sia per il resto, a nome del Partito Liberale mi astengo da qualsiasi voto in quanto mi pare di avere detto oggi molto chiaramente la posizione del mio Partito riguardo all'affare Casinò, riguardo a quella che presenterò come mozione sulla questione del palazzo regionale.
PRESIDENTE: Se il Consiglio è d'accordo sospendiamo per un quarto d'ora e prego i Capigruppo di incontrarsi per trovare un accordo.
Si dà atto che i lavori Sono sospesi dalle ore 20.04 alle ore 20.42.
PRESIDENTE: Riprendiamo i nostri lavori.
Dopo l'incontro dei Capigruppo, devo sottolineare che sono stati ritirati il primo ordine del giorno presentato dal Consigliere Riccarand e il secondo ordine del giorno presentato dal Partito Socialista, nonchè il terzo ordine del giorno del Consigliere Baldassarre.