Oggetto del Consiglio n. 47 del 29 gennaio 1981 - Resoconto
OGGETTO N. 47/81 - CREAZIONE, PRESSO L'OSPEDALE DI AOSTA DI UN REPARTO PER L'UNITÀ DI CURA INTENSIVA CARDIOLOGICA. (Approvazione di mozione)
Presidente - Do lettura del testo della mozione presentata dai Consiglieri Nebbia e Tripodi.
MOZIONE
Tra le principali cause di malattia e di morte si annoverano le malattie cardiache che in Valle d'Aosta colpiscono circa 4-500 persone ogni anno, di cui la metà con esito letale.
Per affrontare e migliorare tale situazione quattro anni or sono era stato deciso, dal Consiglio di Amministrazione dell'Ospedale, di creare un apposito reparto ospedaliero per ospitare l'Unità di cura intensiva cardiologica con una capacità di 10 letti. A tale fine è stato riservato un apposito spazio ed acquistate le necessarie sofisticate attrezzature del costo, in allora, di 180 milioni.
Ben due successivi concorsi sono stati banditi per designare il personale medico e paramedico necessario, ma il primo di questi non fu espletato ed il secondo, nel 1979, non giunse a termine.
Oggi pertanto l'Ospedale regionale ha gli spazi e le attrezzature (mai utilizzate ed ormai fuori garanzia) ma manca il personale e non si ha notizia che la situazione possa venire sbloccata.
Eppure le malattie cardiovascolari e l'infarto cardiaco sono un grave problema sociale in quanto colpiscono prevalentemente le persone in piena età lavorativa con gravi conseguenze familiari, economiche e sociali.
L'attività di un'efficiente Unità di cura intensiva potrebbe ridurre la mortalità di infartuati ospedalizzati dal 25-30% attuale a circa il 10%, che corrisponde in Valle d'Aosta ad alcune decine di persone all'anno.
Dalla documentata efficacia dell'Unità di cura intensiva oramai ci si è resi conto ovunque ed in particolar modo in aree prossime alla Valle d'Aosta, se ad Ivrea un'attrezzatura analoga esiste da circa 10 anni e nella città di Torino ne operano una decina.
La Valle d'Aosta è invece l'unica regione italiana priva di un'Unità di cura intensiva cardiologica.
L'immediata decisione di bandire nuovi concorsi comporterebbe comunque un tempo superiore ai sei mesi per vedere in funzione l'Unità di cura.
Il Consiglio regionale pertanto
DELIBERA
di impegnare la Giunta regionale ad operare ed a sorvegliare perché venga immediatamente bandito ed espletato apposito concorso per la nomina del personale medico e paramedico necessario al funzionamento dell'Unità di cura intensiva cardiologica.
Presidente - Illustra la mozione il Consigliere Nebbia. Ne ha facoltà.
Nebbia (PSI) - Il testo della mozione mi pare già abbastanza completo per illustrare la situazione. Quello che noi vorremmo fosse il risultato di una delibera del Consiglio è che finalmente una vicenda, che ormai si trascina da parecchi anni, arrivi a conclusione, perché riteniamo che la situazione sia molto grave e l'assistenza in questo settore da parte delle nostre attrezzature sanitarie in questo momento sia carente.
Noi pensiamo sia opportuno fare in modo che siano effettuate le opportune pressioni e che siano assunte le debite decisioni perché almeno entro il corrente anno un reparto di questo tipo possa funzionare completamente.
Eventualmente ulteriori motivazioni ed illustrazioni, se sarà necessario, potrò esprimerle successivamente al Consiglio.
Presidente - È aperta la discussione generale. Nessuno chiede la parola?
Ha la parola l'Assessore alla Sanità e Assistenza Sociale, Rollandin.
Rollandin (UV) - È una mozione che per eccesso di zelo o per una coincidenza fortuita è andata a finire al Comune di Aosta.
La questione che viene posta alla nostra attenzione riguarda essenzialmente un reparto che deve tener conto dell'esigenza di intervento in un settore che senza dubbio è estremamente importante. Però bisogna tener conto di un'osservazione generale di partenza: dopo che era stata decisa e finanziata l'opera, predisposte le attrezzature - quindi erano già evidenti l'urgenza e la necessità di intervento - e bandito il concorso, al momento dell'espletamento la questione aveva subito un arresto. Era stata infatti invalidata la Commissione di concorso in quanto era il momento in cui la vertenza con il Mauriziano aveva avuto un'impennata, le delibere non venivano più esaminate dalla Commissione di controllo e il concorso non era stato espletato.
Il Commissario ha già provveduto a rinominare i componenti della Commissione ed in breve tempo dovrebbe essere espletato il concorso che prevede l'assunzione della parte medica.
Va sottolineato che una delle carenze più grosse non riguarda tanto il personale medico, quanto il personale paramedico. Infatti, nella funzionalità dei servizi l'inghippo più grosso è proprio il fatto che, malgrado il personale risulti in numero elevato sulla carta, per malattie, gravidanze e assenze varie, il numero delle persone che lavorano è sempre piuttosto basso, con la conseguenza che lo spostamento di unità, soprattutto di infermieri professionali, è estremamente ridotto, per non mettere in crisi i nuovi reparti. Tanto che con la fine del terzo ciclo del corso infermieri professionali, che dovrebbe licenziare altre 14 o 15 infermieri professionali, sarà possibile coprire i posti previsti in organico per l'Unità di Cardiologia e quindi rendere funzionante il servizio. A parte che la funzione del medico sarebbe importantissimo, anche se all'interno ci sono da risolvere problemi legati al personale che attualmente opera, per rendere funzionante un'Unità di questo genere non è sufficiente avere i medici, ma è indispensabile avere un adeguato numero di paramedici, che, ripeto, al momento attuale non abbiamo.
Si sta facendo inoltre un grosso sforzo per la riqualificazione del personale generico, come previsto dalla legge 243, proprio per dare respiro alle nuove Divisioni, cosa che è già stata fatta per il personale infermieristico dell'Unità di Dialisi, servizio atteso da anni e che andrà in funzione prossimamente avendo, oltre i tecnici, infermieri che siano in grado di occuparsi dei macchinari.
Il numero di infermieri professionali, infatti, malgrado la disoccupazione femminile, è sempre insufficiente. In campo sanitario ci sono molte funzioni che non possono essere esercitate correttamente proprio per la carenza di personale parasanitario, quindi sarebbe opportuna una incisiva azione a livello di scuole secondarie per indirizzare verso queste professioni, che riteniamo nobilissime e che potrebbero dare uno sbocco occupazionale sicuro, in quanto la carenza è reale.
Con l'apertura di determinati servizi sul territorio succederà che, siccome le unità lavorative sono poche e ci sarà probabilmente una tendenza ad andare a lavorare sul territorio piuttosto che a rimanere a turnare all'interno dell'ospedale, il personale si ridurrà ulteriormente, con effetti negativi facilmente immaginabili.
Questo per dire qual è il quadro generale in cui viene a inserirsi questo problema. Il servizio va attuato e quello che si dice è veritiero, perché soprattutto le malattie cardiovascolari sono di un'importanza estrema, ed a questo proposito vorrei ricordare l'importanza della prevenzione a questo livello, perché guardiamo l'ospedale come unità di cura. Quello a cui noi abbiamo voluto dare la massima attenzione, attivando tutti i servizi di prevenzione, è il momento a monte: per prevenire l'infarto, uno dei mezzi principali è quello di fare dei controlli onde evitare di arrivare ad uno stato tale per cui è necessario intervenire a livello di cura.
Per esempio mi riferisco alla legge sugli interventi per le attività fisico-ricreative nella quale abbiamo previsto che chi vuole esercitare una determinata attività venga sottoposto a visita preventiva. Non parlo delle visite obbligatorie per occupare un determinato posto di lavoro, ma di quelle dirette a garantire chi vuole dedicarsi ad attività che sovente sono all'origine di stati che portano all'utilizzo dell'unità cardiologica, più le capacità. Vediamo gente che va a sciare, gente che intraprende determinate attività sportive senza aver fatto un adeguato controllo delle sue reali possibilità: queste persone a volte, le ritroviamo in rianimazione.
La prevenzione è il perno attorno a cui ruota una nuova e diversa impostazione ospedaliera, perché voglio ricordare che se è giusto attivare tutti i servizi che sono previsti, è altrettanto importante fare in modo che non vengano ulteriormente dilatati. Noi abbiamo parlato prima di servizi che devono avere la giusta dimensione, ma non vogliamo una dilatazione indiscriminata che porti all'uso della degenza ospedaliera, il cui costo oggi si aggira sulle centomila lire al giorno, mentre la prevenzione, solo in termini economici, costa molto meno. Ripeto quindi che questa impostazione è valida e ritengo, accogliendo anche una sollecitazione giusta, che entro l'anno questo possa essere fatto; ma tengo ancora a precisare che si faranno i bandi di concorso in modo che vi possano partecipare come personale paramedico quelle persone che usciranno quest'anno dalla scuola, in quanto al momento attuale non abbiamo nessuno che potrebbe svolgere queste funzioni.
Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Viberti. Ne ha facoltà.
Viberti (DPROL) - Ho ascoltato con piacere quanto detto dall'Assessore alla Sanità perché ha parlato di prevenzione, che è il perno della riforma sanitaria, e, almeno con le parole colpisce, il centro di quella che è la questione sanitaria attualmente, cioè la prevenzione.
Mi permetterei di fare un appunto all'Assessore. Non confondiamo i controlli con la prevenzione! È vero che il check-up oppure delle analisi singole possono permettere di individuare, appena lo abbiamo, un disturbo, ma quello che una corretta interpretazione della riforma sanitaria ci deve far fare è la prevenzione. Il controllo, benissimo! C'è chi ormai, a 50 o 60 anni, ha un'educazione alimentare sbagliata, non pratica discipline sportive, non tiene in efficienza il proprio corpo per cui quello che noi dobbiamo fare è ricordare, ad esempio, quanto è importante l'educazione alimentare, quanto è importante che l'Assessorato alla Sanità faccia una propaganda di tipo sociale rispetto a questi problemi. Ad esempio, abbiamo la Centrale del latte che produce oggi anche il latte parzialmente scremato e, secondo me, dovrebbe, in collaborazione con l'Assessore alla Sanità, pubblicizzare adeguatamente questo prodotto che, essendo meno ricco di grassi, è particolarmente adatto per l'alimentazione di determinate persone.
Ripeto, va benissimo tutto quello che ha detto l'Assessore, però non bisogna confondere il controllo con la prevenzione e, quindi, soprattutto nei confronti delle persone più giovani, bisognerebbe fare opera di convinzione, mentre per le persone che sono ormai formate non ci rimane che il controllo preventivo. Il mio stomaco prominente non fa altro che confermare quello che sto dicendo!
Quindi, una raccomandazione all'Assessore perché la prevenzione non venga confusa con il controllo.
Mi auguro che presto si possano vedere delle iniziative in questo senso, oltre a dotare di tutti i servizi di cui c'è necessità l'Ospedale, proprio perché è fuori che si cura la persona.
Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Lustrissy. Ne ha facoltà.
Lustrissy (DP) - Il nostro Gruppo è favorevole all'accoglimento di questa mozione, anche perché alcuni anni fa avevamo presentato un'analoga mozione in questo Consiglio, che era stata approvata all'unanimità.
Mi rendo conto delle difficoltà incontrate per la messa in funzione di questo servizio, però credo che con gli impegni assunti sia ragionevole pensare che nel volgere di qualche mese sarà possibile attivare questo servizio, estremamente importante per la cura della salute.
Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere De Grandis. Ne ha facoltà.
De Grandis (PRI) - Io ho preso atto delle difficoltà oggettive che ci ha rappresentato l'Assessore alla Sanità per la realizzazione di questo reparto ospedaliero, e non dubito che con il consueto impegno l'Assessore si batterà per superare queste difficoltà, perchè l'esigenza di intervenire in questo campo è particolarmente sentita nella nostra Regione.
È vero che la prevenzione è senz'altro il punto primo, ma è altrettanto vero che l'educazione sanitaria non può essere disgiunta dalla prevenzione in quanto altrimenti non sarebbe una prevenzione compiuta.
Vorrei mettere l'accento su un punto per quello che riguarda la terapia di questo tipo di malattie: le malattie cardiovascolari, pur essendo gravissime, hanno un carattere di reversibilità notevole, per cui la terapia assume una notevole importanza, che non ha per altre malattie altrettanto gravi. Ed è proprio perché c'è la possibilità di prevenire questo tipo di affezioni che il costituire presso l'ospedale un settore specializzato di questo tipo può portare senz'altro a dei risultati importanti.
Vorrei anche che non si dimenticasse che la prevenzione non può essere attuata soltanto verso i giovani, ma deve esserlo anche verso i cinquantenni, perché le malattie cardiovascolari colpiscono la mia classe più di quanto non colpiscano i giovani. Evidentemente anche a livello dei cinquantenni l'educazione di carattere sanitario è estremamente carente.
Volevo esprimere non solo il mio parere favorevole a questa mozione, ma rinnovare la raccomandazione all'Assessore perché mantenga il suo spirito combattivo e battagliero per risolvere anche questo problema.
Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Tamone. Ne ha facoltà.
Tamone (UV) - Je voudrais poser une question à Monsieur l'Assesseur Rollandin, qui n'a rien à avoir avec ce problème, mais je profite de cette discussion sur les problèmes de la santé parce que je crois qu'il s'agit d'une chose qui intéresse la population. Je demande à Monsieur Rollandin, sur la question de la grève des médecins de famille, à quel point nous en sommes, et sa prévision sur le terme de cette grève.
Merci.
Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Péaquin. Ne ha facoltà.
Péaquin (PCI) - Per dire che anche noi siamo favorevoli alla approvazione di questa mozione e che condividiamo le preoccupazioni dell'Assessore. Questa mozione va in senso preciso, che riguarda l'Unità coronarica, però il problema delle infermiere è un problema che investe un po' tutto l'ospedale, e credo che occorrerebbero 70-80 infermieri in ospedale per poter fare fronte a tutte le funzioni che si debbono svolgere.
Io vorrei ricordare che, strettamente legato a questo problema, c'è il problema dei trasporti. Non dimentichiamo che molte persone muoiono durante il trasporto all'ospedale o ancora prima dell'inizio. È vero che noi abbiamo approvato tempo fa una legge di regolamentazione di tutti i trasporti, però mi pare di vedere che ci sono ancora delle carenze abbastanza gravi in alcune località della Valle. Il problema è gravissimo, per esempio, nel caso di infermieri che si trovano da soli con l'autoambulanza con un malato colpito da infarto, ed è perciò un problema da tenere in evidenza per cercare di risolverlo al più presto.
Presidente - Ci sono altri che intendono prendere la parola? Hanno ancora ovviamente la possibilità di parlare dopo la chiusura della discussione generale il Consigliere Nebbia e l'Assessore Rollandin.
Possiamo considerare chiusa la discussione generale.
Darei la parola all'Assessore alla Sanità e Assistenza Sociale Rollandin.
Rollandin (UV) - Non sto a sottolineare quanto già detto da altri sulla questione dell'educazione alimentare. Ritengo che una delle motivazioni per cui l'Istituto di nutrizione qui era stato difeso fosse non la difesa dell'Istituto in quanto tale, ma il fatto che potrebbe avere una sua funzione se inserito in questo discorso. L'Istituto non ha una funzione in quanto organismo a sé, ma ha una funzione valida se inserito in un'organizzazione di educazione alimentare a tutti i livelli. Adesso stiamo preparando una parte di quella campagna educativa che va rivolta all'educazione alimentare. Sono già stati fatti degli studi per appurare le abitudini alimentari. È chiaro che al momento attuale questi studi sono molto più difficili perché sono estremamente variabili e non danno delle indicazioni precise, mentre una volta era più facile incidere in quanto si sapeva in che direzione si doveva intervenire; a parte l'attendibilità delle risposte che vengono date quando si fanno delle indagini conoscitive. Le indicazioni a livello di libretto vanno bene, ma l'ideale sarebbe incidere volta per volta. L'indagine che una volta era già stata fatta era mirata, cioè si voleva sapere come intervenire espressamente, in quanto si vedeva la correlazione tra una deficienza alimentare legata a un tipo di alimentazione con un determinato deficit e una determinata morbosità che poteva comparire in quel determinato gruppo di popolazione.
Concordo con coloro che dicono che la prevenzione si deve fare a tutte le età e non finisce nell'età scolare; anzi, proprio perché determinate malattie, visto che non si è intervenuti prima, sono più facili ad una certa età, la prevenzione andrà fatta in modo più incisivo proprio in quel momento che è il più pericoloso.
Per quanto riguarda la questione della terapia è vero che una terapia adeguata, soprattutto se effettuata in condizioni ideali e in modo tempestivo, dà degli ottimi risultati, però è anche vero che quando arriviamo a lesioni delle fibre che raggiungono un certo limite è piuttosto una terapia conservativa, il che non vuol dire risparmiare anni di vita ai soggetti che si trovano in quelle particolari condizioni.
Per quanto riguarda i trasporti, la legge che è stata approvata sul Pronto soccorso e quindi sugli interventi che più che altro riguardavano il collegamento e la funzionalità del servizio, teneva conto di un altro aspetto fondamentale, cioè della disponibilità dei mezzi e del personale che dovrebbe essere dato da parte della Croce Rossa. A tutt'oggi, ed abbiamo già fatto tre solleciti, malgrado il decreto, noi non sappiamo ancora che disponibilità abbiamo dei mezzi della Croce Rossa. Invece verrà fatto il bando di concorso per l'assunzione dei barellieri, cioè del personale che avevamo previsto in quella legge, che accompagni l'autista.
Un altro problema grave che riguardava quella legge era il problema dei collegamenti tra le varie autoambulanze. Per fare questo collegamento è stato approvato in Consiglio il piano dettagliato di protezione civile e pronto soccorso, che sta andando avanti per quanto riguarda i permessi delle bande riservate U.H.F., in modo che ci siano i ponti radio tra le singole valli e quindi tra i singoli collegamenti in modo corretto; attualmente il problema è rappresentato dalle zone ombra che non saranno superabili se non avremo la possibilità di mettere in opera quel piano dettagliato che è stato approvato in Consiglio e che prevede tutta una serie di collegamenti lungo l'asse della Valle e le valli laterali.
Sono questi i punti che ancora ritardano l'applicazione del Servizio di Pronto Soccorso.
Per i medici di famiglia la questione è questa. Una delle scusanti, se così possono essere chiamate, per la rottura delle trattative a livello nazionale riguardava il punto della medicina sportiva e della medicina scolastica. A livello regionale, tre sere prima, quindi venerdì 23, era stato fatto un incontro specifico tra le Organizzazioni Sindacali della Federazione regionale ed il sottoscritto per definire il problema, e si era raggiunto l'accordo a livello locale per avere la possibilità della compilazione delle schede, come previsto dalla nostra legge n. 28 sulla medicina sportiva, che prevede anche queste certificazioni. Quindi noi, a livello locale non avremmo il problema che sembra sia all'origine della rottura delle trattative, il che ha determinato da parte di molti medici l'astensione dallo sciopero.
Per il resto, la trattativa a livello nazionale, a quanto sembra, andrà ancora molto per le lunghe, perché su questo sciopero che riguardava essenzialmente una difficoltà legata ai medici generici si sono inseriti anche gli specialisti; a livello ministeriale si sono fatte difficoltà soprattutto per la quota capitaria, quindi temo che questo tipo di agitazione durerà ancora per alcuni giorni, se non ci saranno novità particolari.
Per quanto riguarda la Regione, noi abbiamo dato disposizioni su come i singoli utenti possono comportarsi, cioè facendo ricorso all'assistenza indiretta. Per quanto riguarda la parte farmaceutica, questa è completamente gratuita, perché con i farmacisti siamo rimasti d'accordo che la prescrizione verrà accettata, anche se fatta sul modulario privato. Quindi a livello locale le difficoltà sono minime, tenuto conto, ripeto, che gran parte dei medici non sciopera proprio perché manca uno dei motivi di sciopero.
Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Nebbia quale proponente, col collega Tripodi, della mozione. Ne ha facoltà.
Nebbia (PSI) - Solo per chiarire il primo aspetto che aveva richiamato l'Assessore, cioè il fatto della presentazione della mozione al Comune di Aosta.
Il problema, come molti Consiglieri hanno sottolineato, è particolare, riguarda la realizzazione e il funzionamento di questo reparto, ma anche un problema generale, collegato alla prevenzione e agli aspetti a questa connessi.
Lo scopo che noi ci siamo prefisso, presentando questa mozione alla Regione e anche al Comune, è di muovere tutte le forze politiche e tutti gli organismi interessati perché vengano risolti sia il problema del Reparto che quello più generale della prevenzione.
La prevenzione infatti è fondamentale in quanto i dati, relativi alla Valle d'Aosta, che purtroppo non sono specifici ma sono aggregati con il Piemonte, danno per le malattie cardiovascolari un'incidenza tra le cause di morte del 40-45%, mentre un po' inferiore al 20% sono quelle tanto temute delle neoplasie, cioè delle malattie causate da diverse forme di cancro.
Quindi il problema è importantissimo. Oltretutto questo tipo di malattia colpisce in genere, almeno per quanto riguarda gli infarti, persone, per circa la metà, che non hanno mai avuto o mai dimostrato in precedenza dei sintomi, sintomi che, anche con le analisi tipo check-up o con i diversi esami, non possono essere evidenziati nella loro totalità perché solamente il controllo continuo monitorizzato, eseguito da infermieri specializzati, può dimostrare l'insorgenza di fenomeni d'infarto.
Il problema si risolve in buona parte con la prevenzione e con la rimozione di molte delle cause che sono legate all'insorgere di questa malattia, tra cui il fumo, l'ipertensione, le errate forme di alimentazione, che sono tra le prime.
Queste forme di prevenzione possono essere adottate dalle strutture sanitarie, e dalla scuola, perché molte informazioni per una adeguata educazione possono essere già date a livello scolastico. Mi risulta che praticamente questa educazione oggi non si faccia, se non in casi sporadici, mentre dovrebbero essere realizzate delle iniziative e rafforzate quelle che vengono già attuate.
Ci riteniamo soddisfatti delle informazioni date dall'Assessore circa il fatto che il concorso per il personale medico verrà espletato nel giro di un mese mentre per il personale paramedico sarà fatto al termine del corso; quindi è ipotizzabile che nell'arco dell'anno il reparto entri in funzione, perché risulta che i locali e le attrezzature già ci siano.
Ci riteniamo soddisfatti, pur volendo con la mozione impegnare la Giunta a seguire la questione. Però l'aspetto più importante, dal quale la mozione ha preso uno spunto indiretto, è quello della prevenzione, e in questo senso vorremmo sollecitare gli Assessorati alla Sanità ed alla Pubblica Istruzione per un accordo affinchè delle iniziative adeguate vengano assunte.
Presidente - Colleghi Consiglieri, molti di voi hanno già fatto anche le dichiarazioni di voto. C'è ancora qualcuno che deve fare dichiarazioni di voto?
Metto in approvazione la mozione iscritta all'oggetto n. 21.
Esito della votazione:
Presenti, votanti e favorevoli: 25.
Il Consiglio approva all'unanimità.
Presidente - Passiamo alla trattazione dell'oggetto n. 22.