Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 345 del 10 maggio 1983 - Resoconto

OGGETTO N. 345/VII - REIEZIONE DELLA PROPOSTA DI LEGGE CONCERNENTE: "COSTITUZIONE PRESSO LA FINANZIARIA REGIONALE DEI FONDI SPECIALI DI ANTICIPAZIONI ED INTEGRAZIONI SALARIALI".

PRESIDENTE: Illustra la proposta di legge il Consigliere Mafrica; ne ha facoltà.

MAFRICA - (P.C.I.): E' questa una delle iniziative più importanti che il nostro Gruppo ha preso nel corso di questi anni, ed è perchè volevamo fosse discussa che siamo addivenuti ad un accordo sull'ordine dei lavori. E' importante per noi perchè fa riferimento ad una parte della popolazione valdostana che spesso viene dimenticata in questo Consiglio. E' una legge che ha ricevuto da parte dei lavoratori un assenso e viene incontro ad alcune loro richieste. Sono state raccolte anche firme che chiedevano un intervento di questo tipo e crediamo che sia giusto sottoporlo all'esame del Consiglio anche se in un modo un po' affrettato. Sulla Legge sono state sentite le organizzazioni, la C.G.I.L., era favorevole e nell'ultimo incontro anche la C.I.S.L. ha affermato che non si doveva ostacolare una legge di questo tipo; le altre due organizzazioni sindacali, la U.I.L. e il S.A.V.T. hanno detto invece che sarebbe stato più opportuno inserire questo tipo di provvedimento in una logica più generale che prevedesse anche accordi per la mobilità, corsi di formazione professionale. Credo si possa comunque dire che nel complesso l'opinione del movimento sindacale, anche se articolato, non è contraria a un intervento di questo genere. Perchè abbiamo proposto un fondo di anticipazione per la Cassa integrazione? Perchè in numerose assemblee, se ne sono svolte anche nel Palazzo regionale, era emerso il problema di lavoratori o lavoratrici che avevano dovuto attendere sei-otto mesi prima di avere quanto loro spettava da parte dell'I.N.P.S. Non si tratta di una iniziativa particolarmente strana perchè in una Regione sicuramente non governata dalle sinistre, in una provincia in cui il nostro Partito non è particolarmente forte, come Trento, una legge analoga è in vigore dal 1974. La legge del Trentino prevede meccanismi più complessi, in quanto le anticipazioni vengono fatte dalle banche dopo un intervento della Confidi tra gli industriali, e il tutto viene garantito con un fondo in cui interviene la Provincia. La nostra legge è più semplice, in pratica viene stanziato un fondo presso la Finaosta, le imprese possono fare domanda non appena presentano la richiesta di cassa integrazione straordinaria e la Finaosta, una volta verificata l'ammissibilità della domanda, anticipa i fondi ai lavoratori. Le imprese restituiranno questi fondi quando riceveranno da parte dell'I.N.P.S. il pagamento degli stessi, oppure quando verrà stabilito da parte dell'I.N.P.S. il conguaglio con eventuali crediti rispetto alle imprese. Il meccanismo è sostanzialmente questo. Ci sono altri due punti importanti: è previsto un accordo tra la Regione, le organizzazioni sindacali dei lavoratori, le imprese e l'ufficio del lavoro perchè attraverso un protocollo d'intesa si possa poi stabilire come comportarsi rispetto a casi di mobilità o casi di corsi di formazione professionale. Il secondo punto che questa proposta cerca di risolvere è di prevedere problemi che possono eventualmente presentarsi, come quello relativo alle industrie che si trovino in liquidazione coatta o anche in situazione fallimentare. Questi casi sono previsti dalla proposta di legge, che ammette un intervento che garantisce questi lavoratori quando il datore di lavoro fallisce, attraverso la Finaosta. E' una legge questa che in una regione come la nostra riteniamo doverosa. Interveniamo infatti a favore delle imprese del settore agricolo, dei commercianti, degli industriali, degli artigiani ma forse la categoria verso la quale interveniamo direttamente di meno è quella dei lavoratori dell'industria. Pensiamo che un fondo di 2 miliardi, dovrebbe essere sufficiente per garantire per 6-8 mesi a un numero abbastanza elevato di lavoratori, la possibilità di avere mensilmente la loro quota spettante e sia una cosa che, proporzionata al bilancio regionale e agli interventi complessivi nel settore industriale, debba essere approvata da tutto il Consiglio.

PRESIDENTE: E' aperta la discussione sulla proposta di legge. Informo anche che in data 3 maggio la Commissione ha espresso il proprio parere: Mafrica parere favorevole; gli altri componenti parere favorevole alla discussione in aula.

La parola al Consigliere Carlassare; ne ha facoltà.

CARLASSARE - (Dem. Prol. Nuova Sin.): Anche questo provvedimento forse meritava di essere discusso in un'assemblea meno stanca e più attenta, ritengo comunque che la discussione su questa proposta di legge non giunga inaspettata perchè già varie altre volte si è discusso di questo problema all'interno di questo Consiglio e si sono delineate delle posizioni, purtroppo anche molto rigide e schematiche da parte della Giunta e del suo Presidente, che è auspicabile vengano modificate in questa occasione. In parole molto povere e molto semplici si tratta di una proposta che verrà a gravare in modo abbastanza limitato sulle finanze regionali, e consiste in un prestito a tasso zero a dei lavoratori che sono momentaneamente senza lavoro a causa della messa in cassa integrazione. Si tratta di quattrini che rientrano nelle casse regionali, salvo la quota interessi che dovrà essere coperta dall'amministrazione regionale; si tratta non di contributi a fondo perduto come molte volte siamo abituati a dare a svariate e innumerevoli categorie di lavoratori e non lavoratori della nostra regione; si tratta di andare incontro a delle esigenze, in molti casi inderogabili e più che sacrosante, di persone che si vedono private del loro stipendio, per dei periodi anche molto lunghi, per inefficienza e incapacità da parte di strutture dello Stato. Questo è necessario chiarirlo perchè voglio fino da ora controbattere a una possibile argomentazione che più volte il Presidente della Giunta ha adoperato, dicendo che la maggioranza non vuole sopperire alle deficienze dello Stato. In molti casi, come amministrazione regionale, si è intervenuti per sopperire a delle funzioni tipicamente statali, e non trovo giusto perciò fare delle obiezioni quando intervenire in questo modo significa andare incontro a delle giuste e corrette esigenze da parte della popolazione che subisce le conseguenze di tali insufficienze. In questo caso, lo ripeto, si tratterebbe di una elargizione di fondi da parte della Regione, abbastanza limitata come quantità e sarebbe un intervento particolarmente significativo sul piano politico, in quanto si tratta di garantire il giusto e sollecito pagamento a delle persone che rischiamo di essere espulse dall'occupazione industriale, e tengo a precisare che il più delle volte si tratta di manodopera femminile; molte volte i ritardi da parte dell'istituto della Cassa integrazione obbligano delle persone, dei nuclei familiari, che non possono stare mesi senza ricevere il becco di un quattrino, a trovare sistemazioni alternative, soluzioni in molti casi negative, nel senso che sono peggiorative rispetto alla loro occupazione precedente. Si deve tenere presente inoltre che uno dei problemi che stiamo dibattendo in assoluto di più, e in questo senso mi pare si sia espresso più volte questo Consiglio, è che sia necessario cercare di mantenere nella nostra Regione certi livelli di occupazione industriale, onde evitare di andare incontro ad un pericolo che è stato, più o meno, ventilato da tutti, ed è quello di una monocoltura turistica. Questa infatti può anche essere momentaneamente qualcosa di estremamente positivo, ma se però il settore produttivo, il settore occupazionale della nostra regione viene a coincidere quasi essenzialmente con il terziario turistico, si determinano delle condizioni di debolezza dell'economia in senso generale per cui la nostra Regione rimarrebbe indebolita non solo sul piano strutturale, ma anche su quello politico e culturale. Per tutte queste motivazioni, ricordando appunto che innumerevoli volte siamo intervenuti, come amministrazione regionale, con fidejussioni in favore di imprenditori di ogni specie e misura, con contributi in favore di ogni tipo di associazione o categoria o di individui, vorrei far notare che in questo caso si tratta semplicemente di stanziare dei fondi per anticipare delle giuste spettanze a lavoratori che, non per causa loro, sono senza posto di lavoro.

PRESIDENTE: La parola al Presidente della Giunta Andrione; ne ha facoltà.

ANDRIONE - (U.V.): E' già stato ricordato che l'argomento sollevato in questo Consiglio è stato già discusso ed ha già ricevuto una risposta. A noi sembra opportuno che si ribadiscano oggi le posizioni di ognuno perchè, opportunamente illustrato, questo potrà essere un argomento sul quale gli elettori prossimamente chiamati a votare potranno esprimersi e fare delle scelte consapevoli, sapendo quali sono le posizioni. Ho già detto, e lo ripeto, che non rientra nei compiti della Finaosta stornare dei fondi destinati all'investimento per anticipare dei fondi che devono essere pagati dall'I.N.P.S. e che possono essere pagati tanto più tempestivamente, quanto più tempestivamente sono istruite le pratiche relative. I fondi stornati dagli investimenti sono fondi che in realtà sono stornati dalla ricerca di occupazioni valide, che è quella che ci preoccupa. Perchè se è vero che neanche noi vogliamo una monocultura, lo abbiamo detto, lo ripetiamo, non vogliamo neppure situazioni di assistenzialismo mentre ci sforziamo affinchè le fabbriche valdostane siano in una situazione economicamente valida e alla altezza dei tempi. Questo era quanto avevamo detto, in breve, al momento di certe discussioni, ma ci sembra opportuno ora allargare leggermente il discorso e sollevare il problema della Cassa integrazione come istituzione e affermare che per quanto ci riguarda essa non va a favore dei lavoratori. La Cassa integrazione costituisce un sistema di assistenza e di difesa di chi ha un posto di lavoro, ma crea una forte disoccupazione giovanile e favorisce l'obsolescenza di tutti gli impianti industriali in modo tale che si continui a non investire, perchè quel dato tipo di fabbrica deve andare avanti, con quel dato numero di addetti, quale che sia la sua validità economica. Con un sistema di questo genere non si salva nè l'industria, nè l'occupazione, nè la produttività. Si possono, evidentemente, salvare alcune posizioni acquisite e, di conseguenza, una situazione di fatto che può essere anche vantaggiosa, che può essere anche remunerativa per alcuni, ma, in definitiva, si dà una spinta formidabile verso la terziarizzazione, cioè verso quel tipo di impiego che noi responsabilmente cerchiamo di evitare diversificando l'industrializzazione, diversificando le fondi di lavoro e di produzione in Valle d'Aosta. E' per questi motivi di fondo che io ho descritto in senso inverso a quello che è la logica che li ha motivati; è per il fatto che noi non ci prepariamo ad affrontare l'enorme rivoluzione tecnologica che sta avvenendo in questo momento nelle fabbriche, e continuiamo a parlare soltanto di uno degli aspetti e non di tutto quello che concerne questo processo tecnologico, rischiamo di creare un'industria che è fuori dei tempi, rischiamo semplicemente di avere illuso, per qualche mese, fossero anche otto mesi, dei lavoratori che invece hanno diritto, e noi lo dobbiamo garantire, a una visione completa di questi problemi. Per questi motivi noi voteremo contro.

PRESIDENTE: Si passa all'esame dell'articolato. Do lettura dell'art. 1:

ART. 1

Allo scopo di attuare quanto previsto dall'art. 5 della L.R. 28.6.1982, n. 16, in ordine a interventi resi necessari da particolari esigenze di carattere economico-sociale e al fine di rendere più tempestivo il godimento, da parte dei dipendenti aventi diritto, degli interventi in materia di integrazione salariale straordinaria, nonchè di integrazione salariale ordinaria non di competenze della sede regionale dell'I.N.P.S. previsti dalle leggi 5.11.1968, n. 1115, 8.8.1974, n. 464, 20.5.1975, n. 164, 12.8.1977, n. 675 e successive modificazioni, presso la FINAOSTA S.p.A. è costituito un "Fondo speciale di anticipazione di integrazioni salariali" a favore delle piccole e medie imprese industriali operanti in Valle d'Aosta.

PRESIDENTE: Chiede la parola il Consigliere Mafrica; ne ha facoltà.

MAFRICA - (P.C.I.): Il Presidente della Giunta ha detto che era bene fossero chiare le posizioni soprattutto in vista delle votazioni. Le argomentazioni del Presidente della Giunta a cui io cerco di contrapporre il punto di vista del nostro Gruppo, sono sostanzialmente quattro. La prima è che si stornerebbero i fondi dagli investimenti della FINAOSTA. Ora noi prevediamo di utilizzare i fondi dell'art. 5 della legge finanziaria, in cui si parla di interventi resi necessari da particolari esigenze di carattere economico e sociale. I fondi speciali quindi hanno questa caratteristica di poter essere utilizzati proprio in presenza di situazione anche di carattere economico sociale difficile, e non devono a nostro giudizio essere considerati solo in vista di investimenti.

La seconda argomentazione portata dal Presidente, è che facciamo dell'assistenza. Si fa dell'assistenza quando, a nostro giudizio, si interviene in modo continuativo verso determinate fasce economiche per tempi lunghi o eterni, e non quando si interviene in modo particolare per un breve periodo, come in questo caso. Io credo che qui non si possa parlare di assistenza ma, di un rimedio da parte della Regione rispetto a situazioni gravi che la cassa integrazione viene a creare. Non credo poi, questo riguarda il terzo argomento portato dal Presidente della Giunta, che la Cassa integrazione sia la causa dei mali dell'industria. Qui mi dispiace, ma da un punto di vista logico quando c'è la Cassa integrazione è perchè l'industria ha già chiuso o è già in difficoltà. Non è la Cassa integrazione che provoca i danni dell'industria, ma è l'industria in difficoltà che fa sì che i datori di lavoro vi ricorrano, e a volte in modo indebito. Noi crediamo che si tratterebbe, per la cassa integrazione, di rispettare le finalità istitutive. Essa dovrebbe essere concessa per periodi determinati a lavoratori le cui aziende devono affrontare dei processi di ristrutturazione o di risanamento. Se questa è la finalità della cassa integrazione non credo che si possa fare una critica considerandola, come a volte si fa con il costo del lavoro, uno dei mali dell'industria italiana. Anche noi siamo d'accordo che l'occupazione deve essere il primo obiettivo ed in questo senso abbiamo cercato di dare il nostro contributo, non riteniamo però che si possa vedere soltanto un aspetto dell'intervento a favore degli industriali, senza tenere conto dei problemi umani e familiari di lavoratori che oltre ad essere in situazione di insicurezza e costretti a dover spesso cambiare occupazione si vedono senza entrate nelle proprie famiglie per periodi di 3-6-8 mesi. Credo che a chiunque stare alcuni giorni, e credo sia capitato a tutti, senza ricevere lo stipendio crei già delle difficoltà. Se trasferiamo questo per un numero enorme di famiglie, per periodi determinati, vediamo che abbiamo un problema sociale di dimensioni enormi. Quindi noi non crediamo che le giustificazioni addotte dal Presidente della Giunta, a nome della maggioranza, siamo dal nostro punto di vista accettabili. Invitiamo ancora la maggioranza a ripensarci, noi con questo provvedimento abbiamo fatto un tentativo per intervenire in una situazione grave. Crediamo di aver semplicemente sollecitato un'opera di giustizia e di equità tenendo presenti precedenti interventi della Regione verso altre categorie e verso altri settori.

PRESIDENTE: La parola al Consigliere Nebbia; ne ha facoltà.

NEBBIA - (P.S.I.): Vorrei fare la dichiarazione di voto all'art. 1 temendo di non poterlo più fare prima della votazione sul testo complessivo della legge. Noi condividiamo le opinioni espresse dal Presidente della Giunta, però vorremmo fare anche altre considerazioni. La prima riguarda, formalmente, il testo della legge, nel senso che tecnicamente non ci sembra adeguato alla bisogna. Difatti il confronto con la legge del Trentino evidenzia che, effettivamente, la legge presentata dal Gruppo Comunista semplicemente rende più agevoli le procedure. E' vero, provoca una carenza di garanzie per la FINAOSTA e tramite la FINAOSTA per la Regione. Più precisamente, se ricordo bene, non ho sotto mano il testo, la legge per il Trentino prevedeva che nel caso di aziende che non ottenessero poi il trattamento di cassa integrazione, c'era un determinato consorzio tra aziende che rispondeva globalmente e collettivamente nei confronti della Regione. Un articolo di questo tipo non lo vedo nella proposta di legge, perchè, anzi, a questo proposti, dice semplicemente che nel caso l'azienda non ottenga la Cassa integrazione questa deve rimborsare alla Regione quanto ha avuto. Ora sappiamo tutti cosa vuol dire questo. Quindi la struttura tecnica della legge non risponde ai requisiti cui dovrebbe rispondere ogni legge elaborata da un ente pubblico. Probabilmente forse formulazioni diverse potevano ottenere gli stessi risultati, ma in modo più valido. Per quanto riguarda l'aspetto generale, non solamente quello tecnico, effettivamente bisogna riconoscere che la cassa integrazione spesso e volentieri non è utilizzata come la legge istitutiva l'aveva prevista. Cioè non è utilizzata per poter sopperire a temporanee carenze di aziende che si devono ristrutturare e quindi è giusto che i dipendenti che si trovano senza lavoro vengano sostenuti economicamente, ma quasi sempre, in questi ultimi anni, è l'anticamera della disoccupazione. Questo lo vediamo in una infinità di esempi e cito i famosi 20 mila della FIAT, o un numero più ridotto, ma proporzionalmente analogo, dell'Alfa Romeo. Quindi un discorso generale sul funzionamento della Cassa integrazione dovrebbe essere fatto, non siamo noi che dobbiamo farlo, ma credo che sia a livello sindacale, sia a livello governativo, e a livello di forze politiche lo si stia già esaminando. Penso che questi siano i motivi per cui non tutti i sindacati si sono trovati d'accordo su questa proposta di legge, e di fatti alcuni di essi hanno collegato il grave problema di un certo numero di persone che si trova senza lavoro e quindi senza entrate, ad aspetti non solamente esistenziali, ma a un rilancio dell'attività produttiva; hanno parlato infatti di mobilità, di rotazione e di nuovi tipi di insediamento.

Interpretando positivamente l'intento umanitario, anche se dobbiamo rilevare che un disegno di legge di questo tipo, presentato a poco tempo dalle elezioni, ha un indubbio carattere sperimentale ed elettorale, riteniamo che in effetti si tratti di un provvedimento assistenziale che in realtà non risolve i problemi e che storna da investimenti di tipo produttivo che possono risolvere più radicalmente i problemi; ritengo che forse, e lo ripeto, se tecnicamente la proposta di legge fosse stata strutturata in modo diverso, senza fare intervenire la FINAOSTA, ma con interventi diretti della Regione magari anche semplicemente con una fidejussione nei confronti delle banche che fanno prestiti direttamente ai dipendenti, che siano direttamente responsabili nei confronti della banca, oppure con un finanziamento della quota di interessi che il dipendente dovrebbe pagare alla banca, penso che il vantaggio per i lavoratori sarebbe stato lo stesso, però con esposizione di capitale molto minore da parte della Regione. Quindi la critica fondamentale che facciamo è che a fronte di una determinata volontà e di una determinata intenzione c'è una proposta di legge che non è stata strutturata in modo adeguato.

PRESIDENTE: Per dichiarazione di voto la parola al Consigliere Carlassare, ne ha facoltà.

CARLASSARE - (Dem. Prol. Nuova Sin.): Io ritengo che il problema sia pertinentemente di carattere politico; se infatti fosse solo di tecnica legislativa sarebbe facilmente superabile. Io convengo sul fatto che probabilmente l'istituto della cassa integrazione, che è un istituto conquistato dalle lotte dei lavoratori italiani sia probabilmente da rivedere in molti punti. In quasi tutti gli altri paesi, per esempio, compresa la Svizzera, non esiste la Cassa integrazione ma esistono dei contributi di disoccupazione che consentono effettivamente a chi è temporaneamente sospeso dal lavoro per lo meno di sopravvivere. Ritengo sia possibile, anzi lo è sicuramente, che l'istituto della Cassa integrazione, nato con determinati intenti, con il profondo modificarsi della congiuntura economica abbia subito un processo di deviazione rispetto a quelli che erano i suoi principi fondamentali. Va altresì sottolineato che questo istituto però esiste ed è in molti casi l'unico modo per non far pagare ai soli lavoratori una situazione di crisi pesantissima, determinata da tutte le motivazioni di questo mondo, crisi di mercato, operatori più o meno disonesti, ristrutturazioni, sbagli sugli investimenti fatti dagli operatori pubblici e operatori privati, compresi errori commessi in molti casi dall'amministrazione regionale della Valle d'Aosta. Ricordo infatti che la nostra Regione è intervenuta con delle grosse cifre in favore di certi insediamenti industriali che si sono dimostrati non propriamente corretti sul piano occupazionale, economico e su quello dello sviluppo economico. Di questi casi me ne ricordo a decine, dalla SIRCA, alla FERA per arrivare agli ultimi, che abbiamo sott'occhio. Io ritengo che quindi si tratta non già di una formulazione tecnica più o meno da correggere, ma si tratta di fare una scelta politica di campo ben precisa.

Il Presidente della Giunta ha sposato una tesi presente nel nostro paese, sostenuta dai settori più duri della Confindustria e da tutta una serie di economisti politici, dai settori più integralisti (non mi viene un altro termine) della Democrazia Cristiana, da tutte quelle organizzazioni politiche che si rifanno, in qualche maniera, alla logica imprenditoriale in senso stretto, "mandelliano" del termine, ossia la componente più rigida dell'imprenditoria italiana, che intende far pagare la crisi economica sociale e la ristrutturazione necessaria dell'apparato industriale del nostro paese, solo ed esclusivamente ai lavoratori. La tesi sostenuta dal Presidente della Giunta la si può trovare pari pari espressa da Mandelli tutti i giorni, in televisione e sui giornali. Ed è una tesi sostenibilissima, io non ne metto in discussione la legittimità. Va però messo in chiaro che in questo modo ci si schiera dal punto di vista politico in favore degli imprenditori, tipo Mandelli, o tipo Luchini, quello del tondino di Brescia, o dalla stessa imprenditoria FIAT, per cui si sostiene che questa crisi la si supera attraverso una politica che potrà portare all'espulsione dalla struttura industriale e nei settori occupazionali, di altre centinaia di migliaia di lavoratori. Queste sono le tesi sostenute dal Presidente della Giunta. Però qui mi sorge un grosso punto interrogativo perchè si viene a definire questa legge, come legge assolutamente assistenziale, quando si tratta di una proposta che tende a concedere un prestito abbastanza limitato a dei lavoratori per dei periodi abbastanza ben definiti, quindi quattrini che ritornano. Quella osservazione suona male tanto più quanto noi abbiamo il bilancio regionale pieno di sovvenzioni e contributi, elargiti a interi settori sociali, che si proiettano per anni, per decenni e che hanno determinato, e faccio l'esempio più tipico, quello dell'agricoltura, una mancanza di una capacità di intervento in questo settore, tagliando definitivamente l'aspetto assistenziale. Ho presente quella sfilza di leggine che danno contributi dell'ordine di poche decine di migliaia di lire a migliaia di agricoltori, senza riuscire a realizzare un grosso salto di qualità in questo settore produttivo. In questo senso sì che c'è un aspetto strumentale ed elettorale, ed è utile avere sottomano l'elenco di quelle persone che hanno bisogno di questi contributi per mantenere in piedi, in qualche modo, la loro azienda. Così però non si realizza un effettivo risanamento del settore rendendolo capace di reggere l'economia del mercato, di affrontare una concorrenza strutturata in modo molto più moderno e molto più efficace. Per cui, seguendo quel che è indicato dalle dichiarazioni fatte dal Presidente della Giunta e dalla maggioranza, perchè mi pare che il Presidente abbia parlato non solo a titolo personale, è evidente che non volendo andare incontro a queste giuste esigenze dei lavoratori, si attua una precisa scelta di carattere politico, quella di essere sempre favorevoli a interventi a favore dei padroni ad essere spesso e volentieri contrari a quelle che sono le giuste esigenze dei lavoratori.

PRESIDENTE: La parola al Presidente della Giunta; ne ha facoltà.

ANDRIONE - (U.V.): Volevo semplicemente fare una rettifica. Non ho detto che la cassa integrazione è la causa dei mali dell'industria italiana, ho detto che a nostro avviso la cassa integrazione non corrisponde agli scopi e non rimedia i mali dell'industria italiana. I 20 mila, a me sembravano di più, che la FIAT ha messo in cassa integrazione, hanno momentaneamente risolto il problema del padrone FIAT che è ritornato ad avere degli utili ponendo questi 20 mila a carico dei contribuenti italiani. Ritorneranno in fabbrica? Non ritorneranno? Cosa faranno? Ringrazio il Consigliere Carlassare di avere detto, prima di esporre altri argomenti che condivido meno, che la cassa integrazione probabilmente dovrà essere rivista. Noi riteniamo questa dichiarazione altrettanto importante.

PRESIDENTE: La parola al Consigliere Tonino; ne ha facoltà.

TONINO - (P.C.I.): Una brevissima dichiarazione di voto per ribadire e respingere una tesi che ho sentito in questa aula e cioè che questo sarebbe un intervento di carattere assistenziale e che non risolve il problema della Cassa integrazione. Questo lo abbiamo detto anche noi. Sull'uso o cattivo uso della cassa integrazione e su alcune delle questioni che sono state sollevate in questa sede possiamo anche essere d'accordo. Qui si tratta però di affrontare un problema che è specifico e che è quello della situazione di alcune fasce di lavoratori che si trovano in un periodo di attesa rispetto al pagamento, da parte dell'I.N.P.S., della cassa integrazione e non di risolvere il problema della cassa integrazione. Voglio fare un parallelismo con una discussione che abbiamo fatto oggi. Quando si è previsto e votato l'intervento a favore degli artigiani che si sono trovati in difficoltà per una modifica voluta dall'Artigiancassa, siamo intervenuti per risolvere il problema di una categoria che si trova momentaneamente in difficoltà. In questo caso noi crediamo che il problema sia quello; ampliare il discorso fa sempre bene però bisogna anche rispondere al quesito che ci siamo posti. Seconda questione, si tratta di un intervento che non è assistenziale perchè non è vero che costi molto alla Regione. Costa la differenza tra gli interessi che abbiamo sul deposito rispetto agli interessi correnti. Riguardo al problema di eventuali perdite da parte della FINAOSTA, e quindi della Regione, anche questo credo sia una questione discutibile. Si è fatto infatti riferimento alla legge del Trentino, ma anche in quel caso esiste la garanzia fidejussoria della Regione, per cui se, eventualmente, le imprese non pagassero chi ci rimette è la Regione; vorrei comunque far notare che in Valle d'Aosta, come del resto credo nel resto del paese, finora le richieste di cassa integrazione non sono mai state negate.

Ultima questione. E' una proposta di carattere strumentale elettorale. Questa è un'accusa che ci aspettavamo. Bisogna però che tutti sappiano che mesi addietro noi abbiamo proposto ai sindacati di avanzare questo tipo di richiesta e pensavamo quindi che questa fosse un'azione delle organizzazioni sindacali, noi ci siamo semplicemente sostituiti a questa mancata azione e il periodo che capita sotto le elezioni è un fatto casuale, anzi, la discussione, se si vuole guardare effettivamente come sono andate le cose, non è avvenuta in questi periodi. Credo perciò che qui si tratti di fare una scelta precisa e su questa scelta possiamo avere evidentemente opinioni diverse, credo anche che il problema si debba riproporre e noi lo riproporremo. E' un tema che farà discutere, però è bene che si discuta della questione vera e propria. Per queste ragioni noi naturalmente votiamo a favore.

PRESIDENTE: La parola al Vice Presidente Faval; ne ha facoltà.

FAVAL - (U.V.): Noi non possiamo accettare che si contrabbandi da parte dell'opposizione che la posizione assunta dalla maggioranza rispetto al problema, sia quella di essere contraria agli interessi dei lavoratori, perchè questo è un atteggiamento scorretto e assolutamente non accettabile da parte nostra. Il problema non è certamente di carattere tecnico-finanziario così come è stato esposto, per esempio, dal Consigliere Tonino. E' un problema di carattere squisitamente politico. Si tratta di cercare di portare, oppure di fare un tentativo, per portare dei correttivi ad uno strumento inventato dal solito sistema all'italiana che è il sistema di non fare delle scelte. In effetti si tratta di un intervento, insieme a quello della cassa integrazione, di carattere assistenzialistico se si tiene conto che non contribuisce affatto a risolvere i problemi dell'industria italiana. Quello che noi vogliamo emerga in modo netto e preciso da questa discussione, è che ciò che si chiede di fare oggi al Consiglio regionale non sarebbe che un intervento assolutamente inutile per risolvere ciò che altri, con maggiori responsabilità rispetto alle nostre, avrebbero dovuto fare. Ora il sistema all'italiana è quello di non scegliere mai. Perchè non si scegli? Non si sceglie per non scontentare. Noi non siamo di questo parere e ci assumiamo la responsabilità delle scelte, perchè crediamo che fare politica significa anche e soprattutto scegliere. Se questo a qualcuno non è gradito, e noi ne siamo perfettamente consci, ce ne assumiamo tutte le responsabilità. Ma questo non significa essere contro i lavoratori, perchè i lavoratori sono i primi, malauguratamente, a pagare il prezzo di questa incapacità endemica del sistema politico italiano di non fare delle scelte. L'ha ricordato prima il Presidente della Giunta; quando l'avv. Gianni Agnelli, nella recente illustrazione del suo bilancio, in modo molto soddisfatto ha fatto notare quali erano i nuovi guadagni dell'impresa FIAT, ha dimenticato, forse volutamente, di dire quanto il contribuente italiano ha pagato per consentire al "padrone" in questo caso, di presentare il bilancio in quei termini. Quindi, su questo ci deve essere assoluta chiarezza. Questa maggioranza non è contraria agli interessi dei lavoratori, è con i lavoratori e non vuole fare pagare ai lavoratori stessi le scelte, o per meglio dire le non scelte che altri al posto nostro, e per i quali non possiamo essere responsabili, non hanno fatto.

PRESIDENTE: Metto in approvazione l'art. 1 per alzata di mano.

ESITO DELLA VOTAZIONE

Presenti e votanti: 27

Favorevoli: 8

Contrari: 19

Il Consiglio non approva.

PRESIDENTE: Pertanto, la Presidenza dichiara che, in seguito alla prassi e alla procedura, il disegno di legge n. 491 deve considerarsi respinto.