Oggetto del Consiglio n. 659 del 27 giugno 1984 - Resoconto
OGGETTO N. 659/VIII - REALIZZAZIONE, A TITOLO PROMOZIONALE, DI UN DOCUMENTARIO TURISTICO SULLA VALLE D'AOSTA - (Interrogazione).
PRESIDENTE: Do lettura dell'interrogazione, iscritta al punto 12 dell'ordine del giorno, presentata dal Consigliere Torrione:
INTERROGAZIONE
E' stato recentemente presentato alla Stampa un documentario turistico realizzato, a titolo promozionale, dall'Assessorato al Turismo.
A parte il contenuto di tale documentario, che tende a presentare un'immagine della Valle d'Aosta "idilliaca e bucolica" dove l'assoluto rispetto della natura e dell'ambiente costituisce il presupposto essenziale di ogni iniziativa di ordine turistico, il sottoscritto Consigliere regionale Gianni Torrione
INTERROGA
l'Assessore competente per conoscere:
il costo complessivo del documentario;
se corrisponde a verità il fatto che il commento del documentario stesso è stato redatto dal giornalista televisivo Bruno VESPA;
se non giudica contraddittorio il comportamento della Regione che da un lato pubblicizza la sua immagine impostando il discorso sulla tutela ambientale e dall'altro non propone alcuna iniziativa per difendere il suo patrimonio paesaggistico e ambientale.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola l'Assessore al Turismo, Urbanistica e Beni Culturali Borbey; ne ha facoltà.
BORBEY (D.C.): Il documentario è stato commissionato con una delibera della Giunta regionale. E' costato 48 milioni, più 40 milioni per la traduzione in quattro lingue, per un totale di circa 90 milioni di spesa. Il commento è stato effettivamente curato dal giornalista televisivo Bruno Vespa, il quale è socio minoritario della Società alla quale è stata commissionata la realizzazione di questo documentario televisivo.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Torrione; ne ha facoltà.
TORRIONE (P.S.I.): Le risposte dell'Assessore mi lasciano ulteriormente perplesso. Quando si parla di ambiente, a mio avviso, bisogna dire le cose come stanno e non presentare, anche dal punto di vista pubblicitario, un'immagine della Valle d'Aosta che non sempre corrisponde alla realtà. La pubblicità per essere credibile deve essere vera.
Quello che non mi convince, e non faccio un'accusa specifica a questa Giunta, è la tradizione che certi giornalisti televisivi trovino in Valle le condizioni che consentono loro di fare dei documentari sulla Valle d'Aosta. Potrei citare altri illustri esempi e la cosa non mi sembra assolutamente giusta. Io credo che Bruno Vespa, con tutta la professionalità che può avere nel fare il lettore del telegiornale, non abbia la sensibilità per dire certe cose sulla Valle e chi ha visto il documentario ne ha tratto la mia stessa impressione. Credo che ci siano persone "in loco" che possano benissimo fare il commento ad un documentario, che ne abbiano la capacità professionale e soprattutto la sensibilità.
Che poi questi grandi giornalisti televisivi siano "immanicati" a tal punto da far parte anche di società, mentre invece per fare una consulenza quelli locali debbono chiedere autorizzazioni a Roma, sono i misteri della Radiotelevisione italiana! Ciò che io contesto è questo affidamento a scatola chiusa a certe società che poi nascondono dietro dei personaggi come Bruno Vespa. Io non discuto la sua professionalità di giornalista televisivo ma la sua sensibilità nel rendere un documentario il più vicino possibile alla realtà valdostana. Infatti Bruno Vespa che sta a Roma 365 giorni all'anno è arrivato qui, ha preso come socio una parte dei 190 milioni spesi...(interruzione)...
Per me, anche se fosse stato un giornalista filo socialista della RAI 2, il discorso sarebbe stato lo stesso.
.....INTERRUZIONE.....
Mi dichiaro insoddisfatto della risposta.