Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 4539 del 27 marzo 2025 - Resoconto

OGGETTO N. 4539/XVI - Reiezione della P.L. n. 64: "Disposizioni contro le discriminazioni e le violenze determinate dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere".

Bertin (Presidente) - Con 29 Consiglieri presenti possiamo riprendere i lavori con l'ordine del giorno.

Ricordo che eravamo al punto 6 dell'ordine del giorno, era stata presentata la relazione, possiamo dunque aprire la discussione generale. La discussione generale è aperta. Ha chiesto la parola il consigliere Manfrin, ne ha facoltà.

Manfrin (LEGA VDA) - Signori colleghi, Signore e Signori, Signoru e Signoru, Signor e Signor, gentili agender, gentili androgina, gentili androgino, gentili bigender, gentili CIS, gentili CIS femmina, gentili CIS maschio, gentili CIS uomo, gentili CIS donna, gentili CIS gender, gentili CIS gender femmina, gentili CIS gender maschio, gentili CIS gender uomo, gentili CIS gender donna, gentili da femmina a maschio, female to male, gentili genderfluid, gentili gender non conformati, gentili gender questioning, gentili gender variant, gentili genderqueer, gentili intersex, gentili da maschio a femmina, male to female, gentili nessun genere, gentili non binari, gentili neutri, gentili altro genere, gentili pangeder, gentili trans, gentili transfemmina, gentili transmaschio, gentili transuomo, gentili transpersona, gentili transdonna, gentili transfemminino, gentili transgender, gentili transgender maschio, gentili transgender femmina, gentili transgender uomo, gentili transgender donna, gentili transgender persona, gentili transmascolino, gentili transessuali, gentili transessuali femmina, gentili transessuali maschio, gentili transessuali uomo, gentili transessuali donna, gentili transessuali persona, gentili due spiriti e naturalmente gentili generi non ricompresi nell'elenco testé citato.

La proposta di legge che discutiamo oggi porta l'ambizioso titolo di "Disposizioni contro le discriminazioni e le violenze determinate dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere". Non è un caso che io abbia cominciato questo lungo elenco di saluti, che, come detto, non è esaustivo, ma di certo più completo di quello riportato in legge. All'articolo 6, comma 3, infatti, vi è un elenco di generi quali gay, lesbica, bisessuale, transgender, intersessuale e asessuale e il sottoscritto, in sede di Commissione, ha chiesto direttamente al rappresentante dell'Associazione Arcigay, se fosse esaustivo di tutto il mondo che lui rappresentava, ma la risposta, con grande dolore, per chi ha scritto il testo ovviamente, è stata no. Ecco quindi che discutere e approvare un testo che non è inclusivo nemmeno di tutti i generi riuniti in associazione sarebbe già di per sé una grande discriminazione e un'onta che chi ha scritto il testo porterà a imperitura memoria. Ovviamente, oltre alle colleghe, come non citare la collega che è stata citata questa mattina che ci ha preceduto nella scorsa legislatura?

Veniamo poi al testo, cominciando dalla relazione di questa legge, dove si evidenzia che il punto di partenza della proposta è il rapporto Arcigay, che indica come "fra maggio 2019 e maggio 2020 vi siano state 138 aggressioni omobitransfobiche, quasi una violenza ogni due giorni", cito ovviamente, e viene usata specificamente la parola "violenza". La relazione prosegue con un altro assunto, ovvero che la nostra Regione non prevede nessuna forma di condanna, né di tutela rispetto a una casistica di tale portata, quindi si sente la necessità di provvedere con uno strumento istituzionale dal momento che neanche a livello nazionale esiste una legge in tal senso.

Leggendo una dichiarazione del genere netta, secca, che evidentemente non teme smentite, una domanda sorge spontanea: ma se non vi sono gli strumenti istituzionali che condannano e tutelano le persone in casi similari, come mai viene specificato che le 138 presunte violenze siano quelle note perché denunciate? Delle due l'una. In secondo luogo, cosa si intende per aggressione? Quante di queste aggressioni sono state condotte in Valle d'Aosta? Queste sono tutte domande a cui a breve cercherò di dare una risposta, anche perché sulle presunte aggressioni c'è molto da dire. In effetti il rapporto citato non è semplice da trovare ed è un tratto distintivo che ho registrato su ogni statistica che è stata citata all'interno di questa legge. Sono cose difficilissime da trovare, eppure, se fossero così lampanti, sarebbe molto semplice sul sito dell'Associazione o in altri luoghi che queste comparissero in maniera analitica ed evidente, ma, per fortuna, dopo lunghe ricerche, siamo venuti in possesso di questo rapporto e il contenuto è decisamente diverso rispetto a quanto prospettato.

Nella relazione, infatti, si fa esplicito riferimento alla violenza, ma non dobbiamo dimenticare - questo lo dico giustamente anche visto che siamo in un'Assemblea che ha potestà legislativa - che la violenza in senso proprio è l'impiego di energia fisica sulla persona o sulle cose, anche per vincere un ostacolo reale o supposto. È quindi decisamente opinabile che si ricomprendano nella categoria della violenza - leggo perché è quello che ho trovato, è quello del rapporto che abbiamo trovato che è inserito all'interno della citata relazione di Arcigay - ad esempio, tredici adescamenti che vengono proprio citati nel rapporto, posto il fatto che questa specifica fattispecie possa essere messa in atto anche ai danni, immaginiamo, di una persona eterosessuale oppure i trentuno insulti in luoghi pubblici, come bar e ristoranti, catalogati come violenza, ma che, per quanto fastidiosi e sbagliati possano essere, paragonare alla violenza riteniamo sia un po' eccessivo, ma, se così fosse, perché tutto è possibile, allora a questo punto dovremmo ipotizzare anche una norma che tuteli giocatori e arbitri di calcio che vengono insultati allo stadio.

E ancora: diciassette episodi di scritte sui muri, auto e abitazioni, sono certo che la collega Minelli sarebbe d'accordo nello sbattere in galera chi produce le scritte sulle automobili, ne abbiamo parlato diffusamente all'interno di quest'aula, ma penso che sarà altrettanto d'accordo nel dire che una scritta sull'automobile non può essere annoverata fra le violenze, oppure anche qui dovrebbe essere ipotizzabile una norma che protegga chi la subisce e condanni, per esempio, chi scrive: "Abbasso il Sindaco" o anche "Diamo lavoro ai compagni Bianchini", una volta si utilizzava, i Comunisti che facevano questo bel lavoro.

Infine non poteva mancare all'elenco, fra le presunte violenze, troviamo anche qui non specificati "venticinque casi di hate speech e incitazione all'odio, online e offline -anche qui c'è da dire che i dati sono particolarmente aleatori, non viene citato il singolo caso, quindi non ci è dato sapere se fra questo hate speech o su quelle scritte sui muri c'è scritto "stupidino" oppure ci sono offese di tipo diverso, qui vengono citati generalmente e genericamente questi hate speech e incitazioni all'odio - scatenati - scrive Arcigay - da esponenti politici, gruppi e movimenti". E qui ci interesserebbe capire chi sono, per esempio, quelli annoverati, perché ricordo nuovamente in questo frangente che lo stesso Centro donne vittime di violenza aveva appeso al suo interno un bel cartellone, frutto di un corso pagato con i soldi dei contribuenti, dove si annoverava e si scriveva il nome di un Senatore della Lega fra gli autori di violenza istituzionale in base a quello che dichiaravano in aula o scrivevano sui social. Se il principio quindi è lo stesso, forse di violenza è un po' eccessivo parlare.

Se facciamo una rapida tara fra gli atti annoverati fra le violenze, ma che violenze non sono, che sono quelli che vi ho elencato, numeri alla mano, rispetto al computo totale, che è sempre tutto da dimostrare, perché sono ovviamente titoli di giornale, ma diamolo per buono, ne consegue che questa legge basa la sua necessità e il suo punto di partenza su cinquantadue presunte violenze avvenute su base nazionale, come giustificazione di un'emergenza e, conseguentemente, un intervento normativo. Se quindi riteniamo che sono sufficienti 52 presunte violenze a livello nazionale per parlare di emergenza e di necessità di intervento, richiamerei l'attenzione di quest'Aula su alcuni reati che sono reperibili sul sito del Ministero degli interni. A fronte di questi 52 casi, infatti, si può apprendere che, ad esempio, nei primi soli sei mesi del 2024 sono stati censiti 46 episodi intimidatori perpetrati in danno di professionisti dell'informazione, 6 dei quali riconducibili a contesti di criminalità organizzata, 26 a contesti politico sociali e 14 ad altri contesti, eppure non si sente parlare di emergenza e aggressione agli organi di informazione o ancora, ad esempio, nel primo semestre 2024, rispetto allo stesso periodo 2023, è stato registrato un andamento in aumento del fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali. Si rileva, in particolare, a livello nazionale, un aumento del 26,7% degli eventi, essendo stati registrati 327 episodi di intimidazione a fronte dei 258 censiti nel primo semestre 2023, eppure nessuno ha chiesto di correre ai ripari con leggi ad hoc su questo fenomeno.

E ancora, e infine, sempre secondo i dati del Ministero degli interni, si registra come nei reati a sfondo sessuale con vittime minorenni nel confronto dei periodi parziali si rileva un incremento del 10% e si passa dai 18.721 delitti commessi nel semestre 2023 ai 20.502 di quelli dell'analogo periodo 2024, eppure, di fronte a questi numeri spaventosi, nessuno ha pensato di dotare la nostra Regione o altre di strumenti che possano contrastare culturalmente questo tipo di violenza.

Anche prendendo ad esempio la nostra Regione, abbiamo fatto esempi nazionali, in una valutazione dei reati commessi nel 2024 scopriamo che le emergenze sono altre, a fronte infatti dei citati 52, ripeto: a livello nazionale 52 casi di presunta violenza, la sola nostra Regione fa registrare più di 70 denunce per furti in esercizi commerciali, più di 80 delitti informatici, più di 140 denunce per minacce, più di 140 furti in abitazione, più di 600 truffe e frodi informatiche, ma, di fronte a questi dati, nessuno ha sentito l'esigenza di intervenire con leggi ad hoc, bensì con questa legge si lancia l'emergenza omofobia e a fronte di cosa? I dati sono univoci e sono chiarissimi e condivisi anche dal rappresentante dell'Associazione Arcigay che è venuto in audizione in Commissione. In Valle d'Aosta, rullo di tamburi, si registrano infatti ben zero e ripeto zero episodi di questo tipo, zero violenze, zero aggressioni, zero eventi che possono giustificare una norma del genere, zero. L'ha detto di sua sponte il Presidente Arcigay, neanche stimolato dalle domande, lo ha detto già nel suo intervento iniziale, lo dicono le cronache, lo dice in particolar modo l'UNAR, l'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni, che è soggetto istituzionale e che ha come mission quella di monitorare il fenomeno e contrastarlo nella sua relazione al Parlamento 2023, l'ultima reperibile sul sito dell'UNAR.

A questo punto, giustamente, la collega relatrice ha presentato nella sua relazione, che ho potuto apprezzare soltanto ieri, i dati di uno studio condotto in Valle d'Aosta, è corretto, è normale, la relazione d'Aula si deposita ieri, non era una critica assolutamente. I dati che ci ha fornito dove si dice: "Rispetto ai dati qualcosa è stato fatto dall'Associazione Arcigay nazionale, il rapporto si riferiva al 2019-2020 in cui erano state registrate 138 aggressioni omobitransfobiche, ma pare che nell'ultimo rapporto - questo viene scritto nella relazione - siano 149", sempre a livello nazionale, quindi un'esplosione del fenomeno. La cosa più interessante che ho trovato è lo studio che si cita del 2021, perché giustamente le colleghe hanno detto: "Nel 2021 è stato diffuso un sondaggio che in pochi mesi aveva raccolto molte segnalazioni, che confermano l'esistenza di episodi di carattere omobitransfobico, che andavano dagli insulti, 62,5, dalle minacce, 12,5, dal bullismo in ambito scolastico, 12,5, alla violenza fisica e percosse 12,5..." e poi seguono tutta una serie di altri dati. Colleghe, visto che avete condiviso questa relazione, ma questo studio e queste molte segnalazioni esattamente ci potete dire quante sono? Perché io, per curiosità, ieri mi sono messo a cercare con la collega Foudraz e siamo arrivati a capo del tutto, anche qui i dati non sono facili da trovare ma chi vuole li può trovare.

Sapete questa statistica spaventosa sui dati di quante persone è stata fatta? Ricordo, voi dite che sono state raccolte in pochi mesi molte segnalazioni... 25 segnalazioni, il che significa che, per esempio, potremmo dire che, se noi facessimo un sondaggio interno a questo Consiglio, su 35 persone, che sono più delle 25 citate, e chiedessimo loro se seguono la politica in maniera quotidiana, emergerebbe che il 100% dei Valdostani tutti i giorni segue la politica in maniera assidua. Allora credo che il valore statistico del sondaggio presentato sia nullo: uno per le modalità, perché poi si scrive: "C'è un forum su Google" raccolto chissà da chi, chissà come, e il sondaggio è di 25 persone e si fa una statistica sulle possibili violenze su 25 persone e la si cita come "Molte persone hanno risposto a questo sondaggio". Io sono rimasto basito.

A fronte di questi dati sesquipedali, che evidentemente mettono con le spalle al muro i maledetti omofobi, questa legge ci chiede di prendere una serie di misure e, se approvata, nell'ordine che cosa obbliga a fare? Innanzitutto aderire alla rete politicizzata RE.A.DY, ma questa forse è la cosa meno importante, forse è l'impegno minore; ci sono interventi in materia di politiche del lavoro, formazione e aggiornamento professionale e integrazione sociale per modificare i codici di comportamento come se davvero si dovesse spiegare alle persone, imponendolo con codici di comportamento, che discriminare è sbagliato. Bisogna promuovere iniziative, se questa legge viene approvata, nel mondo sportivo, contrastando anche qui i famosi stereotipi e spiegando che discriminare è sbagliato", tranne poi non sapere, perché il collega Perron ha fatto la domanda precisa in Commissione e non gli è stata data risposta, nemmeno a fronte di domande precise, se questo significhi accettare, ad esempio, che gli uomini che si sentono donne possano competere con le atlete donne, magari surclassandole. Su questo non ci è stata data risposta e il collega Perron ha insistito molto su questo tema. Risposte zero. Poi si devono promuovere eventi culturali all'insegna di unicorni e arcobaleni, ovviamente a spese dei contribuenti, coinvolgendo le solite associazioni politicizzate, poi bisogna promuovere iniziative in campo socio-sanitario per "fornire - cito testualmente - il sostegno necessario per la rimozione degli ostacoli che impediscono alle persone di accettare sé stessi e gli altri". Mi sono chiesto: ma "gli altri" in che senso? Cioè è una rieducazione politica rispetto a chi viene individuato come omofobo? Devo imporre alla gente di essere rieducata in maniera siberiana se non accetta gli altri secondo i canoni che vengono definiti da questa legge?

Inoltre si parla anche di "rimozione di ostacoli che impediscono di esprimersi liberamente a prescindere dall'orientamento sessuale, identità di genere o caratteristiche sessuali". Io ero convinto che la libertà di espressione, garantita dall'articolo 21 della Costituzione, fosse sufficiente, ma evidentemente mi sbagliavo. Bisogna garantire di più, naturalmente sempre a beneficio di una parte politica e naturalmente sempre a spese dei contribuenti.

Poi "formare il personale socio-sanitario della Regione spiegando - pensate - che è vietato discriminare in ragione dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere". Pensate un po' che concezione viene fatta del nostro personale sanitario che lavora in Regione, al quale bisogna spiegare che non devono discriminare le persone, perché loro non lo sanno, loro discriminano quotidianamente e noi invece dobbiamo andare a spiegare, li obblighiamo, perché loro non lo sanno, poveri ingenui.

E ancora: "a predisporre misure di accoglienza, soccorso o protezione alle vittime di discriminazione e violenza in ragione di orientamento sessuale o identità di genere". Sono curioso, a fronte dei dati, di come sarebbe valutato, visto che lo stesso Assessore alla sanità interrogato, impegnato più volte con atti ispettivi o propositivi per la necessità di un Centro antiviolenza degli uomini, ci ha risposto a ottobre che, nonostante due tentati omicidi e uno stupro ai danni di uomini, il fenomeno non solleva allarme sociale. Di fronte quindi ad azioni di questo tipo, il fenomeno non solleva allarme sociale, invece con zero denunce e zero segnalazioni chissà che l'allarme si renda necessario ed evidente.

E ancora: "uno sportello di ascolto, un Osservatorio, la promozione di accesso ai servizi psicologici, il monitoraggio del Co.re.com. sulla comunicazione, la costituzione di parte civile nei processi", tutto ovviamente e naturalmente a carico dei contribuenti.

E ancora si impone l'ingresso di attivisti arcobaleno nelle scuole per introdurre la famigerata teoria gender, che sì, esiste, e lo dimostrano, se mai vi fosse stato un dubbio, addirittura il corso dell'Università di Sassari intitolato proprio "Teoria gender e queer" - spiace vedere... ah no, almeno una collega è rimasta in aula -, un vero e proprio corso di laurea che fa il pari con l'interessantissimo quinto ciclo di seminari sugli studi di genere, gender studies, organizzato dall'Università di Cagliari, su cui si possono apprezzare - io purtroppo ho dovuto fare un'attività di ricerca - interventi assolutamente irrinunciabili e spero che ognuno di voi possa assistere a questi corsi interessantissimi: Barbara Barbieri, Isabella Suris, "Buyer di genere nei percorsi di istruzione e nella mobilità studentesca", poi un bellissimo corso di Simona Campus che si chiede: "Perché non ci sono state grandi artiste? Questioni di genere nel sistema dell'arte", anch'io il cognome l'ho trovato stranissimo, si chiama Simona Campus ed è una coincidenza curiosa; per concludere con il corso di Marco Giuman e Fabrizia Sitzia: "Ti chiamo in nome della dea Mylitta. Prostituzione sacra e condizione femminile nel mondo antico", insomma, corsi irrinunciabili a cui tutti dovrebbero partecipare. Tutto questo rischiamo di vedercelo portato nelle scuole se questa legge venisse approvata, in virtù dell'articolo 10 dove con la scusa del contrasto alle discriminazioni rischiamo di far entrare dalla finestra esattamente quello che stiamo cercando di tenere fuori dalla porta, ovvero le solite associazioni politicizzate a tinta arcobaleno, che portano in dote ai nostri ragazzi una sessualizzazione precoce e una propaganda, spacciata per percorsi di sensibilizzazione, formazione e aggiornamento.

Tutto questo, peraltro, senza tener conto della circolare del Ministero dell'istruzione n. 1972 del 15 settembre 2015, con la quale addirittura, pensate, il Governo di allora, che era il Governo Renzi, che allora era segretario del PD, si sentì obbligato a chiarire, come recita l'oggetto della circolare: "Chiarimenti e riferimenti normativi a supporto dell'articolo 1, comma 16, legge 107/2015", dove si legge che si ribadisce quindi che tra i diritti e i doveri, tra le conoscenze da trasmettere, non rientrano in nessun modo né l'ideologia gender, né l'insegnamento di pratiche estranee al mondo educativo. Questa la possiamo annoverare tra pratiche estranee del mondo educativo, oltre che, ovviamente, fra l'ideologia gender. Nonostante questo, secondo l'articolo 10, oltre a quanto già descritto, si dovrebbe promuovere una formazione professionale specifica sul campo dell'istruzione, assieme ad aggiornamenti professionali e ancora inserire appositi moduli di formazione finalizzati alla rieducazione siberiana in salsa arcobaleno fino a istituire spazi di ascolto nelle scuole, non per intercettare o prevenire l'abbandono scolastico per supportare i ragazzi nei loro possibili problemi quotidiani, bensì "al fine di fornire supporto e sostegno agli studenti e alle studentesse che, in ragione del loro orientamento sessuale, dell'identità di genere o delle caratteristiche sessuali, siano vittime di discriminazione o violenza o vivono condizioni personali che possono ostacolare il raggiungimento degli obiettivi personali accademici del proprio percorso formativo o che sperimentano difficoltà nei rapporti interpersonali o sociali", cioè c'è una nicchia di una nicchia di una nicchia di una nicchia di un problema.

E ancora: si estendono gli obblighi anche per la comunicazione istituzionale, non si capisce peraltro in quale modo nel testo, magari con l'inserimento di asterischi e schwa che fortunatamente il ministro Valditara ha bandito dalle comunicazioni ufficiali nelle scuole, magari per chiamare il Difensore civico Difensora e guai a dire il contrario, sennò sei uno schifoso omofobo, poi anche qui corsi con petalosi arcobaleni per dipendenti pubblici e formazioni interne al gusto di unicorni.

Infine la chicca, all'articolo 12 si predispongono interventi in materia di politiche del lavoro in favore delle persone discriminate, con inserimenti o reinserimenti lavorativi per chi è vittima, una sorta di corsia preferenziale, che però nemmeno chi ha depositato il testo ha saputo indicare come individuare. Se in effetti gli stessi estensori dicono che non esistono fattispecie specifiche, come si individuano le persone che subiscono questo tipo di discriminazione? Sulla base di autodichiarazione sono stato discriminato? Sarà sufficiente dichiararsi vittima di discriminazione per vedersi assegnare un lavoro? "Guardate che sono indiscriminato io eh? Datemi un lavoro", o c'è bisogno di una denuncia, un processo e poi una lettura dopo i tre gradi di giudizio, magari a distanza di anni, di una specifica parola contenuta nella sentenza per individuare la discriminazione in agguato e poter così beneficiare degli aiuti? A noi non è dato saperlo, lo abbiamo chiesto ai relatori, lo abbiamo chiesto agli intervenuti come individuare le persone, nessuno è stato in grado di risponderci.

E infine, gran finale, all'articolo 12 troviamo l'inserimento di una certificazione per le aziende che operano sul territorio regionale, forse per certificare che siano gay friendly? Non lo so e, grazie a questo, ottenere incentivi e premialità trasportando tutto questo anche sulle gare pubbliche, inserendo inoltre la certificazione gay friendly nei bandi di gara e favorendo chi consegue queste ultime come se le imprese avessero bisogno di ulteriore spesa, di questo ulteriore aggravio di burocrazia per poter lavorare nella nostra regione.

In definitiva, colleghi, questa legge, di tutta evidenza, non mira a combattere discriminazioni, ma ha un obiettivo ben preciso, ovvero introdurre su scala regionale quello che il DDL Zan voleva fare su scala nazionale, con obblighi, divieti, imposizioni di neolingua, corsi nelle scuole e nelle imprese, denari per associazioni compiacenti e scorciatoie per chi si finge vittima, paletti per chi lavora nella Pubblica Amministrazione, complicazioni burocratiche e pastoie utili solo a coltivare un'ideologia e non a risolvere i problemi. Se queste davvero sono le emergenze, io non so cosa fare.

Presidente - Consigliere Perron, a lei la parola.

Perron (LEGA VDA) - Procediamo con la nostra disamina e cioè con le motivazioni per cui la Lega si è fortemente espressa anche a livello nazionale contro alcune derive che pensiamo ormai siano sotto gli occhi di tutti. Innanzitutto il primo punto è che noi consideriamo questa legge come frutto di una visione ideologica ben precisa, siccome a me interessano più che i fenomeni le cause, cercherò di dare alcune spiegazioni, anche a beneficio dei colleghi che appartengono ad altri schieramenti politici: c'è giustamente chi si rifà al mondo liberale, chi si rifà al mondo autonomista, ma anche alla Sinistra, quella magari più ancorata alla vecchia Sinistra, che aveva altri ideali.

Innanzitutto già dal nome questa legge ha degli elementi che si rifanno a un qualcosa di ideologico, quindi orientamento sessuale, che spiego, spiegherò, cercherò di spiegare anche tutti i termini: l'orientamento sessuale riguarda l'attrazione di qualcuno per qualcun altro, quindi non è invece l'identità di genere, che riguarda come ci si percepisce, qui stiamo parlando di omosessualità maschile e femminile quando si parla di orientamento sessuale, e quello è uno. Identità di genere invece è un tema decisamente più problematico, perché, se si mette in una legge, ci dovrà essere una definizione, ma in realtà su identità di genere non c'è una definizione scientifica, quindi a catena a livello legislativo - e ci è già stato detto anche in audizione - uno dei motivi per cui il DL Zan è stato affossato era proprio perché prevedeva un qualcosa che non è definibile per legge, quindi vediamo quello che dall'altra parte a Sinistra ci dicono: "Voi Leghisti vi inventate che esiste un'ideologia gender. Assolutamente non esiste, abbiamo ragione noi, voi siete tutti degli ignoranti brutti complottisti, sporchi cattivi..." eccetera eccetera. Allora diamo noi una definizione di ideologia gender, giustamente la diamo noi: l'ideologia gender, dal nostro punto di vista, è l'utilizzo politico ideologico di un concetto che è nato nelle scienze sociali già dagli anni Sessanta-Settanta, cioè la divisione tra sesso, cioè il lato biologico cromosomico degli esseri umani, scientifico, dimostrabile, binario e il genere, che è il costrutto culturale, cioè come ogni società interpreta essere maschi oppure femmine. Questo appartiene alle scienze sociali.

Il problema è che questa ideologia, quando diventa ideologia, cioè in questo caso, si spinge all'estremo e si passa il concetto che il genere sia totalmente indipendente dal proprio aspetto biologico. Questa è l'ideologia gender che in qualche modo leggi di questo tipo ci infilano sotto il tappeto e tentano di infiltrare l'ambiente culturale della società, anzi, tutti gli ambienti della società, come vedremo dopo, quindi questo è il punto. Questo tema, che fa parte delle scienze sociali, è diventato un tema politico strumentalizzato ed è diventato una vera e propria ideologia, se a qualcuno piace, giustamente la prenda, se la vota e la proponga, se qualcuno invece non la considera un'ideologia valida, chiaramente dice di no e sbarra le porte a questi dettami.

Ovviamente tutto ciò non ha nulla a che vedere in realtà con la difesa di persone, come dice la collega Guichardaz "qui si parla di persone", la questione delle persone è strumentale, questa è una legge e noi discutiamo di idee, qui si discute di idee, perché è molto chiaro che è quello il punto.

L'obiettivo qual è? È quello di rendere gli esseri umani occidentali, ovviamente, perché sulle altre culture funziona molto poco, andate a chiedere ai miei colleghi che hanno i ragazzi 40%-50% delle classi ai professionali che sono Islamici, andate un po' a chiedere che cosa ne pensano, altroché il patriarcato delle femministe qua, andateglielo a raccontare e ci divertiamo un po' tutti! È quindi un concetto che viene applicato al nostro mondo, al mondo occidentale, e che ha anche un grande vantaggio, un grande atout, nel senso che rende gli individui e soprattutto i giovani, che sono quelli che rischiano di più con queste idee, confusi, renderli completamente senza radici, senza identità e facendoli diventare degli esseri fluidi che nemmeno sanno più che cosa sono.

I concetti che ha espresso il collega Manfrin all'inizio con i saluti piuttosto lunghi, sono stati presi... ad esempio c'è un titolo, il giornale online, il "Post", nel 2014 titolava: "Facebook e l'identità di genere. Il social network ha aggiunto oltre 50 nuove opzioni alle tradizionali uomo donna, ricevendo molti apprezzamenti dalla comunità LGBTQ", ecco da dove il collega Manfrin ha preso tutto l'elenco iniziale. Va da sé che se non è confusione quella, noi non sapremmo più dire qual è la confusione, perché sono 50 termini, alcuni me li ero segnati anch'io: agender significherebbe qualcuno che non si riconosce in nessun genere, androgino o androginus - la differenza non la so -, bigender che si riconosce in entrambi, CIS e CIS gender spiego cosa sono: CIS gender è chi si riconosce nel suo, quindi penso che qua dentro siamo tutti CIS gender ad esempio... vedi, qualcuno non lo sapeva, adesso vi ho aggiornato su questo perché me le sono guardate, gender fluid... tra l'altro, prima guardavo ...c'è addirittura gender season, ho visto prima, cioè a seconda della stagione qualcuno sente di cambiare, questo l'ho appena visto su una pagina americana di Instagram, gender variant. L'unico che può avere un senso anche biologico è intersex in realtà, anche se qui poi c'era la questione dei cromosomi, e lì XX e XY non ci piove, XX donna, se c'è l'Y è maschio, non c'è ombra di dubbio biologicamente, ma gli intersex sono casi che all'epoca, anni fa, erano chiamati ermafroditi o alcuni casi in cui non è facile stabilire il sesso, quelli sono casi reali, sicuramente, che ci sono, ma che hanno ben poco... sono pochissimi, in percentuale statistica bassissima. Poi ci sono i neader che credo voglia dire nessuno dei due, non binary, pangender, two spirit è il più interessante perché riguarda i nativi americani, che è una cultura che a me piace molto, ma su questo tornerò dopo.

Se non è confusione questa, noi non sappiamo come definire il termine "confusione", quindi tutto ciò non ha nulla a che vedere con la tutela legittima, giusta, sacrosanta di coloro che si sentono appartenere a un genere diverso o a un orientamento sessuale diverso. Lo dico chiaramente a scanso di ogni equivoco, chiunque discrimini insulti o faccia degli atti contro delle persone che sono omosessuali o transessuali o qualsiasi altra categoria è un idiota, non ha alcun tipo di scusante, non ha alcun tipo di simpatia da parte nostra, ma per questi casi ci sono già gli apparati giudiziari che tutelano le offese, le violenze e ogni tipo di atto contro la legge, per loro come per qualsiasi altro individuo della società.

Andando avanti, dicevamo, oggi, ad esempio, possiamo parlare dei transessuali, c'è già una legge in Italia: la famosa 164/1982, ampiamente in anticipo sui tempi, che regola le questioni relative al cambio di sesso, giustissima, anche lì è l'apparato sanitario pubblico che se ne occupa, secondo me, è giusto, non c'è nessun problema su questo. In altre culture, dicevo già prima, sono sempre esistiti individui che hanno percepito il loro genere, termine che prendo dalle categorie della scienza sociale, non dell'ideologia, ma ci sono sempre stati, presso gli Indiani americani li chiamavano two spirit, doppio spirito, presso gli Indiani, in India, mi pare che lì abbiano una legge apposta e venivano chiamati hijra, per fare un po' di antropologia, che è una "scienza" sociale molto bella, quindi esistono queste categorie, esistono da sempre, come esiste l'omosessualità nel mondo classico era ampiamente accettata, non abbiamo nessun problema ad accettare ogni forma di sessualità, ma è ben diverso da farne un'ideologia strumentalizzata politicamente e adesso vedremo da chi.

Andando avanti quindi questa strumentalizzazione della scienza sociale si è unita, a partire dagli anni Sessanta-Settanta e poi avanti con altre correnti culturali, una è il marxismo culturale, c'è la scuola di Francoforte per chi è interessato, un altro è lo strutturalismo francese, Foucault, Derrida e altri pensatori, queste ideologie si sono unite, ad esempio, al capitale finanziario. Oggi il grande capitale è molto interessato a queste categorie perché persone che rientrano nella transessualità va da sé che sono medicalizzate a vita con l'utilizzo di ormoni o nel caso di operazioni. Queste quindi sono diventate le nuove battaglie di quelli che possiamo definire i Comunisti del nuovo millennio, Comunisti 2.0, che ormai non hanno più un grande interesse, la classe operaia, assolutamente, spesso non sanno nemmeno più chi sono gli operai, ma ovviamente hanno trovato delle nuove categorie da considerare oppresse e da mettere contro il sistema e insieme a queste c'è anche il femminismo radicale, perché è un altro lato di questa medaglia, che fa sì che appunto oggi coloro che professano queste idee siano i Comunisti del nuovo millennio. Oggi lottano contro il patriarcato, quindi non più per la rivoluzione dei proletari e chiaramente oggi poi vediamo sul tavolo questo tipo di norme che da lì hanno origine. Tra parentesi proprio su questo in questi ultimi giorni ci sono state tre morti sul lavoro, ad esempio, tutti uomini, tutti uomini morti sul lavoro e chiaramente fa poca notizia il fatto che siano uomini...

(intervento del consigliere Cretier fuori microfono)

...non fa quasi nessuna notizia, collega Cretier. Caso strano, i conduttori di macchine di sollevamenti pericolosi sono al 98% in Italia uomini, dato del 2021. Le quote rosa lì non interessano a nessuno...

(intervento della consigliera Minelli fuori microfono)

...guardi, collega Minelli, se vuole, parli al microfono. Chiaramente i lavori più pericolosi li fanno gli uomini, ma lei è una femminista e fa finta di non vederlo: questa è la realtà, sennò poi me lo spiegherà al microfono. Questa è la Sinistra di oggi, che vuole le quote rosa, ma su questi settori delle quote rosa non sono assolutamente interessati e quei lavori pericolosi li fanno gli uomini e i risultati, purtroppo, si vedono. Questo quindi è il quadro delle idee di riferimento che portano... e le colleghe lo sappiano o meno, se sono ignoranti dei loro stessi presupposti, sono affari loro, cerchiamo di studiare noi anche per loro e le portiamo a fattore di tutti.

Come si fa allora a passare questi dettami ideologici politicamente? Ci sono vari meccanismi: il primo - e il collega Manfrin ha già ampiamente delineato la questione -, è, ad esempio, creare a tavolino un'emergenza - e questo è quello che viene fatto qua -, ma guardate che la stessa cosa che si fa con la questione global warming, ad esempio, e su altre questioni, una volta che c'è un'emergenza, chiaramente nell'opinione pubblica questa è una cosa che si può anche imputare alla Destra, sono totalmente onesto, a volte su delle emergenze si fanno delle leggi ad hoc che a me non piacciono per nulla, si può imputare anche la Destra in un certo modo, ma su questi temi sicuramente è una questione di Sinistra, quindi si crea a tavolino un'emergenza, si fanno delle leggi che possono infiltrare tutta la società da questi dettami ideologici, quindi abbiamo politici attivi su questi temi, giustamente li abbiamo anche qua dentro, abbiamo delle vere e proprie lobby che si occupano di questo, ci sono le entità sovranazionali che ci mettono questi concetti, ce li inficcano da sopra, e poi abbiamo le associazioni politiche sotto false spoglie, che chiaramente ci vanno a nozze e si muovono in queste direzioni. È illegale tutto ciò? No, ovviamente no, fa parte del gioco democratico, però fa parte del nostro gioco anche dirvi le cose come stanno, poi scegliete voi se siete contenti. Anche nel locale chiaramente questo quadro si vede, ad esempio, la legge è stata ispirata da ADU e in audizione abbiamo avuto uno dei principali, per usare il termine anglofono, stakeholder, portatore di interessi della legge che beneficerebbe in generale di interventi in vari campi che era candidato a Vicesindaco di Aosta nel 2020 per lo stesso partito che ha fatto la legge. Questi mi sembrano i segreti di Pulcinella a volte e poi nessuno lo dice e fanno tutti finta di niente, quindi ci sono le associazioni con gente che si era candidata, poi le cose andarono in un altro modo, non fatemi rivangare queste cose, non sto a sparare sulla Croce Rossa, ma certamente gli stessi che sono dentro un partito politico sono nelle associazioni che poi diventano beneficiari di certe norme e sono gli stessi che si erano candidati qualche anno prima... e sono tutti all'estrema Sinistra. Vogliamo dircele queste cose? Sì, lo sapete?

(intervento di un Consigliere fuori microfono)

...no? I Valdostani devono sapere questo, poi, se sono contenti così, li voteranno tutti in massa, se non sono contenti, non li voteranno, però l'operazione verità chiaramente noi la facciamo e sono le stesse associazioni di Comunisti che io chiamo 2.0, Comunisti con maquillage, Bergonzi mi ero segnato... ma maquillage in generale, che fanno parte, ad esempio, del Comitato Aosta Pride, ricordiamolo, 10 mila euro dal Comune per varie edizioni successive, che è un Comitato che ha al suo interno otto associazioni e anche sindacati, vedo Arcigay, CGIL, Aiace, l'ANPI, Associazione AQC... mi sono perso il pezzo... Comitato Arci, DORA Donne, Non Una di Meno, che, tra l'altro, spendono volentieri dei soldi per gli avvocati per tentare di querelare qualcuno e cercare di farlo stare zitto... mi fanno soltanto un piacere, quindi dico anche alle colleghe Guichardaz e Minelli, che sicuramente hanno rapporti con queste Signore e Signori, di ringraziarli. Sono ben contento di analizzare i rapporti tra il pensiero della Sinistra e lo sdoganamento della pedofilia in ogni sede, quindi grazie per la querela, tra l'altro, non ho più saputo niente, penso che non si possa muovere nulla, ma, anche se fosse, sarò ben contento di portare in ogni sede queste cose di cui voi non sapete assolutamente nulla. Ringraziate quindi queste associazioni da parte mia, un ottimo assist, una medaglia al merito per quanto mi riguarda, salutateli per me.

Dicevo, sono le stesse associazioni che non fanno politica, come il Comitato Aosta Pride, ma fanno solo dei manifesti politici, perché sono due cose diverse. Il manifesto politico non è far politica ovviamente, se andate a prendere un manifesto politico dell'Aosta Pride - io forse ho mischiato qualche anno, ma comunque il tema è sempre lo stesso - loro promuovono una cultura di transfemminismo intersezionale, non sto a spiegarvi cos'è, perché i tempi stringono, la lotta contro il sistema del patriarcato anche dal punto di vista normativo, cioè fare le leggi, l'antirazzismo - e fino qua ci siamo - l'antifascismo, ma che strano, non l'avremmo mai detto, l'anticomunismo non c'è, stranissimo, l'anticomunismo non c'è, eppure non mi sembra che i Comunisti abbiano trattato bene gli omosessuali nella storia, ci sono stati centinaia di migliaia di morti nei regimi comunisti, questo non so se lo sapete, andatevelo a cercare, compresa l'Unione Sovietica di Stalin, infatti però l'anticomunismo, caso strano, visto che sono tutti di estrema Sinistra...

(intervento di un Consigliere fuori microfono)

... ci sono i microfoni, se vuole, può intervenire, vi vedo nervosi su questi temi, vi innervosite, mi dispiace, mi dispiace moltissimo che siate così nervosi, voi Comunisti 2.0, siete nervosi...

(interventi delle consigliere Erika Guichardaz e Minelli fuori microfono)

...Presidente, vogliamo fare un salotto qui con le due colleghe? Se vuole, porto un caffè, lo faccio anche, non c'è problema, ma vi vedo nervose su questo...

Presidente - Consigliere... proceda con l'intervento.

Perron (LEGA VDA) - Posso andare avanti?

Presidente - Prego.

Perron (LEGA VDA) - ...l'anticomunismo non c'è, caso strano, c'è però l'accoglienza dignitosa ai migranti e ai LGBTQIA+, ci sono le battaglie ambientali, ci sono le battaglie contro il gas serra e c'è anche la battaglia contro il disarmo mondiale, qui adesso la Sinistra va un po' in corto circuito perché chiaramente sul disarmo mondiale adesso qua hanno qualche problema, ma tanto per farvi capire che tutto il mondo è paese sappiamo che la grande manifestazione della Sinistra di qualche giorno fa è stata pagata dal Comune di Roma 270 mila euro, la grande manifestazione per il riarmo europeo, anche lì sono altri di Sinistra che oggi sono diventati tutti guerrafondai, ma chiaramente, quando fanno un qualcosa di parte, il Comune sgancia i soldi per un qualcosa di politico. Vedete quindi che tutto il mondo è paese, come l'hanno fatto qua ad Aosta con la questione Gay Pride l'hanno fatto anche a Roma e sono sempre gli stessi e hanno quindi sempre tutti gli stessi atteggiamenti. Se li conosci, li prevedi e soprattutto, direi io, cerchi di evitarli.

Veniamo alla legge nello specifico, dopo questo quadro, veniamo alla legge nello specifico, quindi, visti i presupposti, direi che uno dovrebbe aver capito dove la legge va a parare. C'è una radice certamente totalitaria in questa legge ed è chiarissima, perché non vi è un solo ambito nella quale questa legge non intervenga a fare pressione in qualche modo. a indottrinare a questi nuovi dogmi. Gli esempi sono qua, sono già stati letti: progetti sul lavoro, specifici progetti, formazione, riqualifica professionale, centri per l'impiego, previo ovviamente confronto con la Consigliera di parità e i sindacati, chiaramente, ci mancherebbe, formazione dei docenti, cioè dei colleghi che mi scrivono: "Non vorrete mica che ancora... abbiamo già migliaia di rotture burocratiche e adesso anche i corsi di questo tipo dobbiamo fare?", ci sono anche dei docenti della nostra parte, è bene così, dico: "Allora rifiutatevi di fare questi corsi, ce li segnalate e poi vedremo", poi c'è l'associazionismo sportivo inclusivo, tra l'altro, sul tema degli sport, è la notizia di ieri, che adesso pare che alle Olimpiadi di Tokio faranno i test genetici, così sappiamo biologicamente da che parte uno sta e non andiamo nei problemi che abbiamo avuto con il pugile Imane Khelif, tra l'altro. C'è la formazione nel mondo sanitario, e figurarsi, c'è l'UNI VDA in collaborazione con le associazioni, e figurarsi, ci sono gli psicologi specializzati, tra l'altro, ci hanno detto gli psicologi che sarebbe meglio non mettere etichette, l'avete sentito in audizione? Non mettere etichette, tra l'altro, sulle audizioni, una volta tanto, non ci faccia l'abitudine, ma faccio i complimenti al presidente Padovani della Commissione, abbiamo attaccato parecchio e devo dire che lei ha gestito in maniera piuttosto equa, questo glielo riconosco. Ovviamente non si faccia il callo ai complimenti perché non ne arriveranno probabilmente più per quest'anno, però glielo devo dire, abbiamo attaccato parecchio, con onestà intellettuale glielo riconosco che ha lasciato ancora gli spazi giusti. Andiamo avanti, oltre agli psicologi specializzati, perché se uno ha un problema a scuola, non è che è un problema... va dallo psicologo per i suoi problemi e poi sono affari suoi, lo diamo a tutti e poi sono affari suoi, no, ci va una categoria particolare per chi ha questi problemi chiaramente... tutte le corsie preferenziali, bellissimo... costituzione di un forum permanente, chissà poi chi ci verrà messo nel forum permanente, immaginiamo qualcuno che gravita nell'ambito della Sinistra, così abbiamo gente all'interno delle Istituzioni, che poi fanno un comunicato stampa contro l'uno, contro l'altro... questi sono i meccanismi, sportelli di ascolto, addirittura controllo della pubblicità, cioè che il Co.re.com. sia attento che non ci sia qualcosa che va contro qualche dettame, formazione del personale scolastico e studenti, in collaborazione con soggetti pubblici e privati, chissà chi saranno questi soggetti privati, ma che strano... aggiornamento profili professionali, appositi moduli nella formazione professionale regionale, buona fortuna, andate all'IPR, guardate e ci saranno tanti ragazzi di origini islamiche che saranno molto contenti di ascoltare queste cose qui, vedrete che preferirete il patriarcato occidentale che quello invece degli altri, ma state tranquilli che avanti così ci arriveremo. Sono appena stato a Londra, ho appena visto la situazione e posso dire che sarà molto interessante vedere le femministe attuali sotto la Sharia, sarà una meraviglia.

Per non dimenticare nulla, veniamo a comunicazioni istituzionali, qui ci sarà probabilmente l'uso della schwa di cui la Minelli potrebbe dirci qualcosa, professoressa, e spiegarci a livello grammaticale come si può integrare la schwa specie verso chi magari ha la dislessia, che ha già dei problemi, gli mettiamo anche la schwa, la modifica del linguaggio, che è tipica dei regimi totalitari, mettiamo anche quello.

La formazione del Comparto unico regionale non poteva mancare, addirittura la certificazione apposita SA800 per gli appalti, quindi oberare le imprese a catena lavoratori di qualcos'altro, quindi qualcuno decide chi potrà avere degli appalti oppure no. Signori, siamo in delle cose che ovviamente, nelle migliori delle ipotesi, tanto anche dove ci sono queste leggi non sono attuate, perché è ovvio che sono leggi di facciata, di bandiera, che vengono piazzate lì, perché, se fossero attuate veramente, siamo in un regime chiaramente comunista 2.0 dove viene tutto deciso da qualcuno.

Ho ancora sei minuti, allora concludo l'intervento sulla questione...

(intervento dell'assessore Carrel fuori microfono)

...assessore Carrel, cosa ha? Ha problemi? Ogni tanto parlo anch'io, ha parlato tutta la mattina, porti pazienza, ogni tanto mi faccia parlare anche a me. Io parlo poco su alcune cose però quelle le dico...

(intervento dell'assessore Carrel fuori microfono)

...ha parlato tutta la mattina, collega Carrel, su... lasci spazio anche agli altri, lasci spazio anche agli altri.

Veniamo all'ultima questione, così sto dentro e non farò più altri interventi, così le colleghe a sinistra si rilasseranno un po' di più... veniamo all'ultimo tema, il rapporto Arcigay, ne ha già parlato il collega Manfrin, dimostrando che gran parte dei dati sono cose piuttosto irrilevanti, probabilmente non sarebbero nemmeno reati, vediamo i dati: da maggio 2019 a maggio 2020 vengono segnalate 138 aggressioni e qual è il metodo? Articoli di giornali e segnalazioni, quindi un metodo che abbiamo stabilito, molto bene. Ora, se noi prendiamo gli articoli di giornale, quindi utilizziamo lo stesso metodo, per valutare le violenze delle donne, ammesso che riusciate ancora a definirle, mi sembra che non ci riuscite più, ma questo è un altro discorso... le violenze sulle donne in relazione ad anziani e minori, prendiamo questo dato, c'è un sito che si chiama "lafionda.com" che fa questo lavoro. Vi dimostrerò che se prendiamo lo stesso metodo, viene fuori che le violenze femminili su anziani e minori sono più alte dei dati che dà l'Arcigay, quindi con lo stesso metodo, dovremmo fare delle leggi apposta contro le donne violente, che sono tante. Sapete quante sono? Nel 2024 181 casi, nel 2023 179, nel 2022 121, nel 2021 156, nel 2020 137, nel 2019 288, donne violente su anziani e minori e vi do alcuni titoli: 1) 17 dicembre 2014: "Rimini, minacce di morte alla madre, quarantenne a processo per stalking"; 2) "Ha ucciso un'anziana e ne ha intossicati altri quattro, arrestata donna che si spacciava per badante"; 3) "La badante scopre i lividi sull'anziana e inguaia la figlia che finisce a processo (Piemonte)"; 4) "Varese, prosciugò il conto di un anziano mandandolo sul lastrico, condannato a 300 euro di multa"; 5) "L'incubo di Maria, rapita dalla badante e portata in Romania (Piemonte)"; 6) Minori, ce n'è anche uno di Aosta, facciamo finta che lo saltiamo perché è brutto già di per sé e andiamo avanti; 7) "Donna uccide la figlia di 10 mesi e tenta suicidio"; 8) "Grosseto, bullizzato a calcio a 9 anni, offeso dal compagno di squadra e dalla madre"; questo è un caso particolare perché appunto al ragazzino lo insultavano e lo insultava la madre; 9) "Campania, shock fuori scuola, bambino portato via da due donne, salvato da un papà". Potrei andare avanti così, negli ultimi giorni ce ne sono alcuni, se andate sul sito: "Martina Franca, uomo ferito con una coltellata dall'ex compagna", "Castel Volturno perseguita ed estorce denaro all'ex, donna indagata per stalking", "Voglio rivedere il mio papà, bambino picchiato, insultato dalla mamma e dal nuovo compagno", quindi andiamo avanti per questi numeri che sono ben superiori a quelli che già il collega Manfrin vi ha smontato, ben superiori soltanto dai giornali, e per questo non mi pare che nessuno dica che c'è un'emergenza.

In ultimo, sempre con questi metodi, chiaramente c'è un campo di false accuse che può essere amplissimo, come accade appunto per gli uomini, sempre lo stesso sito riporta: "Violenza sessuale, stalking, maltrattamento, lesioni", i dati delle false accuse, nel 2019 145, nel 2020 264, nel 2021 338, nel 2022 395, nel 2023 420, nel 2024 547, quindi "Falsa accusa di violenza sessuale", "Manda all'Ospedale un agente, arrestata", "Ferito il marito per gelosia", eccetera.

Con questo direi che il quadro è piuttosto chiaro, una legge che non ha nulla a che vedere con la tutela delle persone. Quando le persone sono discriminate o insultate ci sono gli apparati giudiziari, che devono intervenire anche con forza, ma tutti questi dettami ideologici dei Comunisti del nuovo millennio li lasciamo tranquillamente a qualcun altro.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Padovani, ne ha facoltà.

Padovani (FP-PD) - Proverò a riportare un po' di serietà in questo dibattito, perché penso che il tema trattato dalla proposta di legge in esame sia un tema di grande rilevanza sociale e politica.

Secondo recenti dati raccolti dalle associazioni di categoria in Italia, nel nostro Paese si registrano numerosi episodi di discriminazione e violenza contro le persone della comunità queer. Il report del 2024 sui dati raccolti nel 2023 di Gay Help Line, il Contact center nazionale antiomofobia e antitransfobia per persone gay, lesbiche, bisex e trans, gestito dal Gay Center, ci dice che gli episodi di discriminazione e odio salgono del 34% e impattano in maniera sistemica in fasce di popolazione esposte a molteplici fattori di esclusione e marginalità, perché giovani, straniero migranti, con minori risorse economiche, educative e sociali. La violenza verso le persone lesbiche, gay, trans e non binarie è intercorsa nel 53% dei casi trattati, con il 36% di casi all'interno delle famiglie, specialmente tra giovani e adolescenti; più del 32% delle persone che ha fatto coming out in famiglia ha subito reazioni violente, con il 27% delle vittime tra gli 11 e i 18 anni. Il 6% degli adolescenti subisce bullismo, spesso anche online. Gli attacchi a coppie dello stesso sesso in luoghi pubblici sono aumentati al 27%. Più del 32% delle vittime ha subito discriminazioni, soprattutto sul lavoro e nel settore sanitario. Più del 40% delle richieste di aiuto riguarda persone in fuga da violenze familiari, con più del 70% di richieste provenienti dai giovani tra i 15 e i 26 anni. Solo il 10% dei giovani cacciati di casa trova ospitalità in strutture protette, numeri davvero enormi e preoccupanti se ci pensate. Sono proprio questi dati a dimostrare quanto sia necessario un intervento normativo in grado di garantire maggiore tutela e sicurezza alle persone della comunità queer. Su questo intendo continuare a garantire il mio impegno concreto, un impegno per una norma che sia applicabile ed efficace al di là delle strumentalizzazioni e delle inesattezze dell'ultimo periodo.

Qui va fatta una piccola ricostruzione di ciò che è realmente avvenuto, soprattutto a beneficio di chi realmente si interessa alla questione e non ne vuole fare solo un uso strumentale per fare campagna elettorale o per attaccare qualcuno. Sin dal momento in cui ho assunto l'incarico di Presidente della Commissione mi sono impegnato concretamente su questo tema, ho organizzato un incontro tra il proponente e gli uffici delle politiche sociali competenti, i quali ci hanno illustrato le problematiche legate all'applicabilità della proposta di legge nella nostra regione. Ci hanno altresì informato che è in programma una revisione della legge regionale n. 4/2013, revisione che è attualmente in corso, legge che riguarda gli interventi di prevenzione e di contrasto alla violenza di genere. Questa legge, infatti, dopo 12 anni dalla sua approvazione, necessita di un aggiornamento sostanziale, ed è proprio nel contesto di questa revisione, già iniziata, che verrà naturale inserire disposizioni specifiche contro le discriminazioni e le violenze determinate dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere, in modo da costruire una nuova normativa quadro che possa garantire un intervento più efficace.

Tale normativa definirà le politiche di contrasto alle violenze e alle discriminazioni in maniera più ampia, prevedendo azioni e interventi che potranno coinvolgere diversi Assessorati e Dipartimenti. Questo approccio riconosce che i servizi e le misure di prevenzione e sostegno non ricadono unicamente nell'ambito delle politiche sociali, ma interessano anche le istruzioni, le politiche del lavoro, la sanità e altri settori della nostra Amministrazione. L'attuazione di queste disposizioni passerà attraverso successivi atti deliberativi che definiranno specificamente le competenze e le risorse economiche necessarie per rendere operative le misure previste dalla nuova legge quadro.

Un ulteriore aspetto fondamentale è la necessità di comprendere a fondo la realtà del fenomeno delle discriminazioni e delle violenze in Valle d'Aosta, per questo motivo si è deciso di avviare un'attività di mappatura, partita lo scorso agosto, che coinvolge associazioni, compresa Arcigay Valle d'Aosta, ed Enti regionali. Quest'iniziativa consentirà di raccogliere dati fondamentali per individuare le aree di intervento più critiche e per garantire che le misure adottate siano realmente efficaci e adatte al nostro territorio, inoltre ci permetterà di allocare in modo corretto ed efficiente le risorse economiche disponibili. Vorrei poi ribadire ancora una volta il mio impegno affinché questa legge quadro arrivi in Consiglio prima della fine della legislatura. Ritengo fondamentale lavorare per una normativa che sia realmente applicabile, efficace e strutturata per rispondere alle esigenze del nostro territorio.

Infine, desidero chiarire un punto, quello sul voto in Commissione, perché ho letto davvero troppe falsità nell'ultimo periodo. Il voto contrario espresso in quella sede non è dovuto né a un'opposizione ai principi della proposta di legge, che, anzi, condivido pienamente, né a una mancanza di sensibilità verso la comunità queer e nemmeno a una fantomatica quanto inesistente teoria gender. Si è trattato di una scelta procedurale, se la maggioranza dei componenti infatti si fosse astenuta, la proposta di legge non avrebbe potuto essere iscritta in Consiglio prima di 90 giorni. Con il voto contrario, invece, la proposta è diventata immediatamente iscrivibile per la discussione in Consiglio, dunque il voto non ha voluto bloccare la proposta di legge, ma al contrario fare in modo che questa arrivasse in Consiglio nel più breve tempo possibile.

Credo sia nostro dovere affrontare questa tematica con serietà, evitando strumentalizzazioni e lavorando insieme per una normativa efficace e attuabile. Resto aperto al confronto costruttivo e mi auguro che il Consiglio possa procedere nella direzione di un intervento normativo che garantisca tutele e diritti anche alle persone della comunità queer.

Infine, vorrei fare un invito al collega del gruppo dimezzato qua di fronte: collega, io sinceramente dei complimenti di una persona che qui dentro strumentalizza i morti sul lavoro non me ne faccio di niente, quindi non me ne faccia più.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Baccega, ne ha facoltà.

Baccega (FI) - Non so se da moderato riuscirò a mettere un po' di quiete in questo dibattito, mi auguro proprio di sì. Questa proposta di legge ha avuto sicuramente un valido confronto in Commissione, abbiamo avuto importanti audizioni che ci hanno chiarito tutta una serie di aspetti che sono stati per noi fondamentali, tant'è che io in Commissione dissi: "Vorrei risentire in particolare l'audizione dell'avvocato Amato", che mi pareva avesse sottolineato gli aspetti di un delirio ideologico, che in qualche modo... si vive per indottrinare, che questo nostro Stato in qualche modo ha in evidenza. Lui l'ha chiamata ipertrofia normativa italiana e mi pare che, detto questo, abbia ragione.

Noi, come gruppo consiliare, come forza politica, siamo contro ogni forma di violenza o di discriminazione, contro chiunque, contro ogni persona, contro ogni bambino, noi parliamo sempre e soprattutto di persone e quindi ci chiediamo: ma è davvero necessario legiferare in questo modo? Ci chiediamo ancora se non ci sono già tutte quelle norme che tutelano le persone nel nostro ordinamento giuridico.

Crediamo che questa differenziazione di genere sia un po' appunto fortemente ideologica e in tal senso la vediamo, ma voglio entrare nel merito ancora di due articoli che mi hanno in qualche modo perplesso... l'articolo 3, educazione e sport: "La Regione, in collaborazione alla Sovrintendenza agli studi e alle associazioni con finalità educative, sostiene la promozione di attività di formazione e aggiornamento del personale diretta a favorire l'inclusione sociale, il superamento degli stereotipi discriminatori...", eccetera eccetera. Io sono anche dirigente di una società di calcio che ha al suo interno il calcio femminile, il calcio A5, il calcio A11, Aosta 511 in particolare, e abbiamo quasi 400 ragazzi che si muovono settimanalmente sui campi di calcio e nei campi anche piemontesi. Io di queste robe non ne ho proprio viste, non esistono, c'è una comunanza e un'attenzione negli uni e negli altri e c'è una collaborazione che non mi fa intravedere queste problematiche, che, in realtà, sono state anche sottolineate dal rappresentante di Arcigay in Commissione, che ci ha detto: "In Valle d'Aosta il fenomeno, il problema pare non esista".

C'è un altro articolo che ancora di più mi ha in qualche modo fatto riflettere: "Il ruolo del servizio socio-sanitario regionale e la tutela della salute". Credo che l'assessore Marzi su questo qualcosa dirà. "La Regione promuove iniziative di formazione e aggiornamento del personale del servizio socio-sanitario regionale sul divieto di discriminazione", ma è implicito, questo ce l'hanno già. Quelli che si occupano di sanità in tutti gli ambiti, in tutti i settori, ce l'hanno già nel DNA, nella loro mission, non è che si va a fare la OSS o l'infermiere perché dice: "Così trovo un lavoro", c'è una mission, c'è dentro qualcosa che alimenta la volontà di andare in quella direzione. Dico quindi senza mezzi termini, siamo così, abbastanza perplessi rispetto a questa proposta di legge per la quale avevamo sì votato contro perché ovviamente c'era la necessità di poterla discutere ed è giusto che oggi sia venuta in discussione, ma siamo fortemente lontani da questa proposta di legge come gruppo consiliare.

Presidente - Consigliera Minelli, a lei la parola.

Minelli (PCP) - Gli elementi essenziali della proposta di legge oggi in discussione sono già stati evidenziati questa mattina dalla collega Guichardaz e credo non sia necessario tornarci su in maniera specifica.

Una proposta, dicevo oggi in discussione, ma dovrei dire finalmente in discussione considerato che - e lo voglio ripetere - è stata depositata quasi tre anni fa: il 17 maggio del 2022, una data scelta allora non a caso, perché è quella della Giornata internazionale contro l'omofobia, la disfobia e la transfobia. Ricordo anche che quella Giornata, riconosciuta dall'ONU, dall'Organizzazione delle Nazioni Unite e dall'Unione europea, si celebra dal 2004 ed è stata scelta per commemorare una decisione assunta dall'Organizzazione mondiale della sanità nel 1990, esattamente il 17 maggio, quale decisione? Quella di rimuovere l'omosessualità dalle malattie mentali, perché questa era la considerazione delle persone omosessuali fino al 1990 e non parlo di secoli fa, malati di mente, quindi sono solo 35 anni che si è abbandonata, almeno ufficialmente, questa aberrante classificazione. D'altronde non c'è da stupirsi troppo, nel nostro Paese, l'Italia, lo stupro è diventato un crimine contro la persona soltanto nel 1996, con la legge 66 del 15 febbraio, cioè quasi nemmeno trent'anni fa. Prima, lo sapete tutti, era un delitto contro la morale, che è una cosa per noi oggi, credo, inconcepibile.

La collega, nella sua relazione, ha evidenziato la lontana genesi e gli elementi essenziali della proposta che non sto a riprendere. Ha inoltre ricordato anche quello che ne è stato di questa proposta di legge nei tre anni circa che sono decorsi dal suo deposito. Su questo voglio soffermarmi invece un momento e non credo di poter essere smentita se dico che verso questo testo, per un lungo lasso di tempo, c'è stata una scarsissima considerazione, tanto che abbiamo dovuto a più riprese sollecitare che gli si garantisse il normale iter di Commissione ed è interessante ripercorrere questi 34 mesi.

Come dicevo, era il 17 maggio del 2022, subito dopo, il 31 maggio, il CPEL ha espresso parere favorevole all'unanimità, due sole settimane dal deposito della proposta di legge. Il parere conteneva alcune osservazioni: l'Assemblea del CPEL, condividendo l'intento della proposta di legge in esame, manifestava la piena disponibilità degli Enti locali a un coinvolgimento attivo, anche attraverso l'istituzione di un apposito gruppo di lavoro volto a definire le modalità di attuazione delle azioni previste, con particolare riferimento a quanto indicato negli articoli 2, 4 e 11. Io direi che il CPEL è l'unico ad aver dimostrato subito una reale attenzione al testo, dicendosi addirittura disponibile a far parte di un apposito gruppo di lavoro per definire come attuare praticamente quello che era previsto nella proposta, un esempio di concretezza e di collaborazione che abbiamo sicuramente apprezzato, ma che ovviamente è rimasto lettera morta perché da quel 31 di maggio del 2022 non se ne è più saputo niente.

Proseguendo nella ricostruzione, queste sono le tappe, che sono poche se consideriamo che sono tre anni dal deposito della proposta: 6 giugno 2022 audizione della prima firmataria e del Presidente della Regione in II Commissione, 7 giugno 2022 nomina della relatrice, 7 luglio 2022 la prima proroga dei termini perché non si era andati avanti, 23 novembre 2022 audizione dell'allora assessore Barmasse e dei Coordinatori responsabili, 7 dicembre 2022 audizione dell'assessore Bertschy, 21 dicembre 2022 audizione degli assessori Caveri e Guichardaz, Caveri era allora assessore all'istruzione, Guichardaz allo sport, l'assessore Caveri avrebbe poi dovuto tornare in audizione perché non era stata completata per ragioni di tempo e poi non lo abbiamo più visto e nel frattempo ha pure cambiato Assessorato, dopodiché...

(intervento di un Consigliere fuori microfono)

...no, no, noi abbiamo chiesto alla Presidenza di Commissione però non c'è stata la possibilità, in ogni caso non è colpa, credo, dell'Assessore, poi tre mesi dopo le cose erano cambiate. Poi ci sono stati però due anni di stallo totale, interrotto solo da una riunione informale presso l'Assessorato delle politiche sociali con il Presidente di Commissione, il Coordinatore e i funzionari dell'Assessorato in cui ci era stata prospettata l'intenzione di predisporre una norma quadro che comprendesse sia la revisione della legge 4/2013 sulla violenza contro le donne, sia le discriminazioni per orientamento sessuale. In quella sede avevamo sollevato delle obiezioni, numerose obiezioni, però ci eravamo dette disponibili a esaminare delle eventuali proposte, proposte che non sono mai arrivate, sto parlando del 2023. Poi solo pochi mesi fa abbiamo appreso che quest'annunciata legge quadro omnicomprensiva non sarà pronta fino all'estate del 2025, una legge di cui noi attualmente non sappiamo nulla, tranne che è stato esternalizzato il compito di scriverla con un incarico dato nell'estate del 2024, cioè ben oltre un anno dopo quell'incontro in Assessorato in cui ci era stato detto: "Stiamo rivedendo la legge del 2013, mettiamo tutto lì dentro". Ricapitolando, quindi nulla per due interi anni, il 2023 e il 2024, fino al 16 dicembre, quando la Commissione non vota la compatibilità finanziaria della proposta di legge 64, fa seguito il 27 dicembre e il parere negativo del Coordinatore delle finanze. Arriviamo poi al 6 marzo 2025 alle audizioni a lungo richieste, cioè all'audizione di Arcigay Queer VdA, l'Ordine degli psicologi, la Consigliera di parità e l'Associazione Giuristi per la vita e, alla fine della riunione, la votazione del parere negativo all'unanimità.

Quasi tre anni in cui il dibattito - e parlo di tutto il percorso, perché poi il dibattito c'è stato soltanto alla fine - è stato molto limitato, in cui non sono mai emerse delle proposte costruttive di modifica del testo, di mediazione su eventuali punti che pure potevano essere valutate. Tre anni in cui più volte ci è stato detto che si sarebbe prodotto un testo di legge più ampio sulla lotta alla violenza e alle discriminazioni, un testo che non è pervenuto nemmeno in bozza, in forma ancora grezza lungo tutto questo tempo, per poi arrivare appunto a una bocciatura, che, se era ampiamente prevedibile da parte di qualcuno - e mi riferisco in particolare da parte della Lega, della Lega di Salvini e di Vannacci, sia pure una Lega in salsa valdostana, ma molto ben rappresentata dai due colleghi che sono intervenuti, una Lega che è notoriamente omotransfobica -, però non era una bocciatura così scontata invece per Forza Italia, che a livello nazionale, attraverso vari suoi esponenti, ha un approccio diverso alla questione, un approccio sicuramente più aperto e, a mio avviso, più sensato. Un recente sondaggio di "Repubblica", che è stato pubblicato a ottobre 2024, lo conferma: "La maggioranza degli elettori di Forza Italia sarebbe favorevole ad esempio - si legge in questo sondaggio - ai matrimoni gay, a una maggiore tutela dei diritti delle persone non eterosessuali e, in particolare, alla prevenzione degli attacchi e quindi delle discriminazioni". Ciononostante in V Commissione consiliare anche Forza Italia ha bocciato la proposta di legge 64 e poi mi pare che or ora il collega Baccega si sia espresso dicendo che si è molto lontani da questo testo, tacciando anche questa proposta di legge di ideologismo esasperato, cosa che peraltro hanno fatto anche altri colleghi. Mah, mi viene proprio da dire: mah, perché qualcuno mi deve dire se la proposta di legge l'ha letta con attenzione e dove sia tutto questo ideologismo esasperato, perché io, quando parlo di esasperazione, di posizioni estremiste, mi aspetto di leggere delle cose un po' diverse da quelle che ci sono invece all'interno di questo testo di legge, ma così è e forse non è neanche poi così strano che si sentano certe cose.

Ciò che invece stupisce di più e sconcerta l'opinione pubblica attenta a queste tematiche - non stupisce noi, che ormai ci siamo piuttosto amaramente abituate - è il voto negativo alla legge, almeno negativo espresso in Commissione, ma temo che più o meno qui sarà la stessa cosa, di chi rappresenta il PD e si professa progressista, anzi, di più: si professa e credo che anche in qualche maniera lo sia o lo sia stato paladino dei diritti civili, anche quelli della comunità queer. Devo venire per forza alla dichiarazione che ho letto del Presidente della V Commissione che è stata riportata da vari organi di informazione - e poi in qualche modo il collega lo ha detto anche poco fa in termini un po' diversi, ma io resto a quello che avevo letto -: "Sono favorevole a una legge che contrasti le discriminazioni e le violenze dettate dall'orientamento sessuale e dall'identità di genere, sul tema mi sono attivato subito dopo essere diventato Presidente della Commissione", io faccio notare che sono passati esattamente due anni da quella nomina e io grandi risultati su quest'argomento non ne ho visti, e poi continua: "Posso assicurare che farò tutto il possibile per fare in modo che questa legge arrivi in Commissione prima della fine della legislatura". Io credo che le parole siano importanti e che vadano lette con attenzione. Il presidente Padovani ha infatti detto: "Farò il possibile perché la legge arrivi in Commissione", il che, per quello che capisco io, non significa assicurare che la stessa sarà portata all'approvazione del Consiglio entro fine luglio, perché c'è una differenza, ma on verra, io però in questo, e non solo in questo, sono un po' come San Tommaso.

Poi aggiunge ancora il presidente Padovani: "Gli uffici ci hanno spiegato che la proposta è sostanzialmente inapplicabile in Valle d'Aosta"; poco fa ha detto qualcosa di simile, io vorrei però sapere quando e chi, in che termini ha detto questa cosa, cioè quando è stato detto che la legge sarebbe sostanzialmente inapplicabile in Valle d'Aosta. Io non sono mai mancata alle riunioni, ero presente anche in quella che abbiamo fatto in Assessorato e io ho riletto, perché ho voluto proprio prendermi la briga di rileggere i verbali e io questa cosa della sostanziale inapplicabilità della legge non l'ho trovata, ma, se anche qualcuno avesse dichiarato inapplicabile la legge in Valle d'Aosta, ci sono due cose da dire:

1) probabilmente ci sono degli elementi che sono inapplicabili e allora si sarebbero potuti discutere e magari modificare;

2) mi si deve dire perché è sostanzialmente inapplicabile quando leggi praticamente uguali, con piccole modifiche legate alla situazione territoriale, sono state applicate in tutte quelle Regioni che sono state elencate questa mattina: la Toscana, la Liguria, le Marche, la Sicilia, l'Umbria, il Piemonte, l'Emilia Romagna, la Campania, in ultimo la Puglia. C'è poi anche la situazione recentissima del Molise in cui un provvedimento che è stato portato all'attenzione del Consiglio del Molise da parte del Movimento 5 Stelle, se non sbaglio, ed è stato approvato all'unanimità, un provvedimento che è stato approvato in una Regione che è una Regione di Centro-Destra sicuramente... e che cosa dice quel provvedimento approvato in Molise? Prevede che la Giunta sviluppi un piano articolato ed eterogeneo di interventi culturali, educativi e sociali per il contrasto alla discriminazione verso orientamenti e identità non conformi. Un'attenzione particolare è riservata al mondo scolastico con l'introduzione di percorsi formativi destinati a docenti, personale ATA, studenti e genitori per contrastare efficacemente fenomeni di bullismo, in particolare quello di matrice omobitransfobica. L'unico compromesso che hanno dovuto adottare là per arrivare all'unanimità nell'approvazione di questo provvedimento è stato legato all'adesione alla rete RE.A.DY, il network nazionale che riunisce le Amministrazioni pubbliche impegnate nella lotta alle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere. La mozione quindi è stata emendata in aula dal Consigliere della lista popolare per l'Italia perché non ci sia un'iscrizione immediata alla rete ma una fase preliminare di valutazione.

Ci sono quindi Regioni che stanno facendo dei passi, che stanno facendo delle valutazioni, che sono incentrate più che sulla presa d'atto di una situazione reale e preoccupante di un fenomeno in espansione, sono più incentrate, dicevo, sulla prevenzione, perché credo che tutti mi insegnerete che, laddove è possibile, in tutti i contesti in cui è possibile, forse prima di curare è meglio prevenire.

Aggiungo poi che anche in Lombardia si sta discutendo nelle Commissioni di provvedimenti simili, qui invece si boccia all'unanimità la proposta in Commissione, sì, è stato spiegato che c'era anche la questione del poter discutere la proposta in aula, ma io parlo di una bocciatura all'unanimità, immagino quale sarà anche l'esito in aula. Ora, noi sappiamo che c'è qualcuno che è contrario a prescindere, lo abbiamo sentito, sono state portate delle argomentazioni tanto prevedibili quanto, permettetemi, anche un po' surreali e strumentalmente fuorvianti rispetto al testo di legge, lo abbiamo già visto in Commissione, perché, se è un testo di legge che dice certe cose, si costruisce un discorso che è molto più ampio e sicuramente non legato al testo di legge.

Su queste osservazioni che sono state fatte anche oggi pomeriggio io non ci torno neppure su, ma perché non ci torno su? Perché ritengo di aver sentito delle cose talmente assurde e direi anche, per certi versi, irricevibili da non meritarla una replica, ma è una cosa che sapevo già, perché non è certo la prima volta che noi assistiamo a una serie di performance dal sapore anche un po' teatrale a fuochi linguistici pirotecnici, che, a mio avviso, sono di dubbio gusto, ma quello che è grave non è questo: è che ciò che viene detto e ripetuto è sulla pelle di persone che conoscono bene la necessità di mettere in campo degli strumenti di prevenzione, delle discriminazioni e anche di contrasto alle stesse.

Detto per inciso, non è nemmeno la prima volta questa che lo sottolineo, l'ho già detto altre volte, ci sono da parte dei colleghi - mi riferisco in particolare all'intervento del collega Perron - alcune definizioni che vengono rivolte da questa parte, io mi riferisco in particolare ovviamente alla mia persona, che sono al limite del ridicolo, è così, ma guardi, quando lei mi dice che qui... adesso non mi ricordo neanche più l'espressione che ha usato sui Comunisti... cos'era? i Comunisti 2.0, francamente, collega Perron, mi fa sorridere e credo che chiunque conosca quello che io penso, quello che io rappresento, la mia storia, si mette a ridere e quindi non me ne preoccupo più di tanto.

Quello che mi preme invece dire riguarda chi è contrario alla proposta di legge perché vuole una norma generale che ricomprenda tutte le forme di discriminazione di genere e di contrasto alle stesse, lo ha spiegato il collega Padovani. A proposito della revisione della legge sugli interventi di prevenzione e di contrasto alle violenze di genere, lei ha affermato, presidente Padovani: "È lì che avrebbe trovato un naturale inserimento la parte inerente alle disposizioni contro le discriminazioni e le violenze determinate dall'orientamento sessuale e dall'identità di genere", è proprio attraverso quella revisione che si arriverà a una nuova norma quadro che definirà le politiche a contrasto della violenza di genere, di quelle determinate dall'orientamento sessuale. Dello stesso tenore è la posizione che ha espresso l'assessore Marzi in risposta a una mia interpellanza il 19 giugno del 2024, che diceva: "Riteniamo importanti i contenuti della proposta di legge 64, ribadiamo però la necessità di affrontare la complessità dei fenomeni attraverso una programmazione di interventi adeguati di sistema, attraverso una legge quadro che la PL prospettata non contempla come visione complessiva", era una risposta di nove mesi fa su cui non concordavo allora e non concordo nemmeno adesso per nulla. Perché? Fare una legge quadro che tuteli al contempo i diritti delle donne e delle persone queer infilandoci poi magari anche... non lo so, l'abilismo, perché ricordo che questo era l'obiettivo del consigliere Padovani all'inizio di tutto il percorso, è per me e per noi una proposta sbagliata, perché mette insieme tutte le discriminazioni, per esempio, anche quelle magari relative ai disabili, mescolando dei problemi diversi a cui vanno date delle risposte diverse, non accorpabili in un'unica legge. Questo è quello che noi diciamo.

Io non sto a contestare se uno sia favorevole o meno, non penso di certo che il collega Padovani sia contrario per principio a una legge contro le discriminazioni, non è quello il punto: il punto è che, quando siamo qui, a mio avviso, dobbiamo cercare di fare quello che funziona meglio. Io non pretendo che questa proposta di legge sia quella che in assoluto funzioni meglio, quello che dico è che ci si poteva lavorare su, ma che è necessario che ci sia una norma specifica, non inserita all'interno di una legge diversa. Mettere tutto insieme, fare quella che per me è un'insalata russa, come avete intenzione di fare, non è la risposta adeguata alle richieste di attenzione, di prevenzione, di sostegno e di tutela che provengono dalla comunità queer.

La finalità principale della proposta di legge che abbiamo depositato è quella di prevenire e di contrastare un fenomeno che è presente a diversi livelli in tutto il Paese e che in Valle d'Aosta può avere un sommerso, e dei segnali li abbiamo, che non fa eccezione, perché non siamo un'eccezione, non è che perché non abbiamo dati che sono tutti lì in fila, inquadrati possiamo dire che il fenomeno non esista e la proposta punta a rafforzare gli strumenti contro le discriminazioni e le violenze legate all'orientamento sessuale e all'identità di genere. Il testo contiene una serie di misure che coinvolgono diversi ambiti della vita pubblica e sociale perché è lì che bisogna agire e che non volete prendere in considerazione, ed eventualmente modificare, come sarebbe stato possibile fare. Tutto è accantonato e chissà se tornerà in quella famosa legge quadro, che forse, chissà, vedrà la luce a fine luglio, io spero che non morirà invece per strada.

Comprendo bene poi - e mi avvio a concludere - l'amarezza dell'Associazione Arcigay, che poi può essere sfociata anche in rabbia, ma la comprendo perché sono loro che sono sul campo per quello che riguarda queste tematiche. Arcigay ha dichiarato: "È inaccettabile che nel 2025 ci siano ancora Istituzioni che negano l'uguale dignità e i diritti fondamentali a una parte della cittadinanza" e ha lamentato l'ostilità ideologica che alimenta odio e violenza contro le persone queer e indifferenza delle Istituzioni al clima di insicurezza in cui vivono queste persone. Io credo che le Istituzioni dovrebbero essere garanti dei diritti di tutti, non essere indifferenti, come succede in alcuni casi o, peggio ancora, come succede in altri casi - e ne abbiamo avuto degli esempi -, anche contrastare azioni che vadano nella direzione di tutelare questi diritti.

In conclusione con la bocciatura annunciata, perché così credo che sarà, della proposta di legge 64, sicuramente migliorabile come tutti i progetti di legge e su cui volendo si poteva tranquillamente presentare degli emendamenti, io credo che si è persa un'occasione: un'occasione per la nostra Regione e per questa Assemblea, un'occasione per dimostrare una precisa sensibilità arrivando a dotarsi di un utile strumento istituzionale. Sul fatto che prevedibilmente mi verrà risposto che lo strumento ci sarà e sarà quello della legge quadro credo che abbiamo detto in maniera abbastanza chiara e netta che riteniamo che non vada bene fare un accorpamento delle varie norme legate alle discriminazioni.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Perron per secondo intervento, ne ha facoltà.

Perron (LEGA VDA) - Per secondo intervento. Innanzitutto vorrei rispondere al collega Padovani, i complimenti glieli faccio lo stesso, anzi, glieli ribadisco, assolutamente, può dirmi tutto ciò che vuole, il mio parere non cambia, ha gestito bene quella Commissione. Vede, io posseggo quella che si chiama onestà intellettuale, che appunto ha due elementi: onestà e intelletto e lei, con il suo ultimo intervento, ha dimostrato di essere carente di entrambi, quindi non c'erano dubbi su questo...

(intervento del consigliere Padovani fuori microfono)

...ma io invece ce l'ho e tranquillamente le dico che ha fatto un dignitoso lavoro nonostante lei mi possa dire tutto quello che vuole... può intervenire per fatto personale, prego.

Detto ciò, rispondo invece alla collega Minelli, che invece alle nostre obiezioni che sono state fatte sui dati, sulla metodologia, sulle questioni ideologiche non dice assolutamente nulla. Mi sembra, collega Minelli, che a lei roda un po' che su questi aspetti da altre parti più a Sinistra di lei siano più preparati. Lei mi pare veramente molto poco preparata su questi temi, mi sembra come quelli che si interrogava e li interrogava anche lei, gli si fa una domanda e girano, vanno da un'altra parte, "Risponderei ma la sua domanda prof... ma che domande stupide mi fa prof? Io rispondo quello che mi pare, me le scelgo io le domande". Non risponde sui temi, sui dati, sulle impostazioni, non ci sono risposte da parte vostra.

Il collega Padovani ripete le stesse cose, noi abbiamo messo altri fattori sul tavolo, ma si fa finta di niente, non c'è una sola risposta sugli argomenti, cioè noi portiamo argomenti e dall'altra c'è il nulla.

Se questo quindi è il livello del dibattito, noi che cosa possiamo fare? Però potete fare una cosa e lei l'ha fatta, collega Minelli, ci dà degli omotransfobici, chiaramente, quindi, se non appoggiamo le vostre direttive ideologiche... che poi lei ce le abbia o no, a me non frega assolutamente nulla del suo percorso politico, ma proprio lo zero assoluto, mi interessano le idee, qui si dibatte sulle idee. Se poi uno scende e va da una parte o dall'altra, cambia partito, faccia quello che vuole, qui si parla delle idee e lei, purtroppo, non ha nessun argomento da mettere sul tavolo se non quelli triti e ritriti che fa con il copia e incolla da altre Regioni o da altri, quindi io penso che ci sarà anche gente più a Sinistra che la rappresenta molto meglio su questi temi. Mi dispiace, mi sembra molto impreparata su questo, poi dice che non mi vuole rispondere, non ci risponda, è un atteggiamento molto infantile mi pare il suo. Ci sono un sacco di temi su cui potrebbe rispondere e lei ci dice: "No, voi siete omotransfobici, se non giocate con i giochi che voglio io, voi adesso ve ne andate tutti a casa, io non voglio più, ritirate i giochini e basta". Abbiamo messo dei dati sul tavolo, non c'è una risposta che sia una. Vi abbiamo dimostrato che l'emergenza non c'è da nessun punto di vista che guardiate i dati, l'emergenza non c'è. Ci dà degli omotransfobici? Bene, le ripeto, chiunque discrimini o insulti in qualche modo un omosessuale, un transessuale o chiunque è un idiota, le piace questo, collega Minelli? Che cosa dobbiamo dire ancora? È un idiota, è un cretino e, se fa un reato, va sanzionato duramente come chiunque altro però, non c'è qualcuno speciale a questo mondo, perché il mondo liberale... e qui ringrazio anche il collega Baccega che ha fatto una disamina precisa e, tra l'altro, colgo l'occasione anche per citare il collega Aggravi che ha quel mondo di riferimento e che le idee le conosce... appartiene, mi pare che anche l'Istituto liberale più volte si sia espresso su questo, non esistono diritti ad personam degli omosessuali.

Se proprio vogliamo e se vogliamo parlare di politica, le uniche rivendicazioni politiche che vengono fatte dai manifesti diciamo LGBTQ sono quelle che riguardano non le questioni regionali che voi mettete sul tavolo per tutt'altro obiettivo, ma sono quelle che riguardano la maternità, quindi l'adozione, i matrimoni egualitari, unioni civili ci sono già, personalmente favorevole, assolutamente favorevole, quindi ci sono quelle rivendicazioni, ma non sono regionali. Caso strano, mi sembra che ci sia stata la Sinistra per anni al Governo nazionale, come mai che non sono state fatte? E poi adesso dalle vostre lobby, perché sono le vostre lobby, è inutile, sono le vostre lobby e ve lo abbiamo detto, gli stessi candidati che sono lì si ripresentano con le associazioni, ma io non lo so, più di così... Ma poi è legittimo, fate la vostra battaglia politica, ma noi, se non siamo d'accordo, siamo omotransfobici? Uno quindi che non è iscritto al WWF è un cacciatore di frodo dei panda? È uguale, uno che non è iscritto al WWF odia i panda? Ma chi l'ha detto? Io non lo so, ma dobbiamo arrivare a questi livelli di argomentazione? Vorremmo degli argomenti, non ce li avete e ci tocca far altro che fare un po' di teatro e prendervi in giro, assolutamente canzonarvi, questa è la superiorità intellettuale della Sinistra in questi anni che avete avuto. Complimenti, siete a un livello molto basso.

Collega Minelli, ci sarà qualcuno che la rappresenterà meglio di lei su questi temi, questo è il mio secondo intervento.

Presidente - Qualcun altro? Siamo in discussione generale, qualcun altro? Ha chiesto la parola la consigliera Minelli per secondo intervento, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Brevemente perché le cose che dovevo dire le ho dette. Quello che voglio dire è questo: qui sovente io ho l'impressione, che mi viene confermata praticamente quasi ogni volta, che si utilizzi da parte di molte persone questo luogo, quest'aula la possibilità di essere in qualche modo ascoltati da più o meno tante persone per fare tutta una serie di considerazioni che esulano dall'oggetto della discussione. Ora, abbiamo parlato di femministe, di Comunisti 2.0, abbiamo parlato di preparazione su tematiche che non sono esattamente quelle che rientrano nella proposta di legge, perché io vi invito ad andare a rileggere la relazione e gli articoli di quella proposta di legge, quindi diventa un modo per usare strumentalmente gli spazi e i tempi che si hanno a disposizione, ma è una cosa che sappiamo funziona così, c'è qualcuno che lo fa in maniera sistematica e contento lui va bene, non è di certo una cosa che ci crea dei problemi. Quello però che mi viene da dire al collega Perron è questo: lei ha citato a un certo punto la superiorità intellettuale, ecco, vedo che di superiorità intellettuale lei si intende molto bene, perché è capace di farsi le domande e di darsi le risposte da solo. Lei si fa le domande e si dà le risposte. Ora, a tutta una serie di sollecitazioni che lei ha fatto e su cui ha cercato di portarci noi non abbiamo volutamente risposto per due motivi: il primo è che molte delle cose che sono state dette davvero poco c'entravano con il contenuto della proposta di legge; la seconda motivazione è che, se noi vogliamo fare un dibattito, un confronto, un seminario su tutte le tematiche che in qualche modo lei ha evidenziato, qui è stato utilizzato un po' di tutto: la schwa, il fatto che in grammatica si possa... lei mi ha chiesto se da un punto di vista dell'analisi grammaticale della scuola... cioè cosa c'entra tutto questo con la legge? Però se si vuole fare un dibattito esplicitamente su questo, chiediamo al Presidente di Commissione di organizzare... che ne so? un approfondimento con persone che si occupano di questo, qualcuno è d'accordo, qualcuno no, si farà, però non credo che cambierà molto la situazione. Noi quindi possiamo anche decidere di fare un dibattito che non coinvolga il Consiglio, lo possiamo fare inter nos con un dibattito pubblico fuori da quest'aula, possiamo anche farlo, non so a che cosa ci porterà, però è una modalità. Ci tengo però a dirle una cosa, collega Perron, proprio perché lei ha parlato di superiorità intellettuale e mi ha detto che non sono preparata su certi temi, che c'è qualcuno molto più preparato di me, alcune forze politiche che lo sono, non ho dubbi, non ho assolutamente dubbi che ci siano persone molto più preparate di me su questo, potranno essere forze politiche... io penso che più che forze politiche sono esattamente associazioni culturali, gruppi che si occupano di questo e che di sicuro hanno una competenza infinitamente superiore a quella che è la mia, su questo non ci piove, credo anche che siano infinitamente superiori alla sua di competenza.

Presidente - Ci sono altri interventi? Se non ci sono prenotazioni... la parola al consigliere Manfrin per secondo intervento.

Manfrin (LEGA VDA) - Ringrazio il Presidente della V Commissione che ha esordito con il suo intervento dicendo di voler riportare la serietà nel dibattito, perché diciamo che l'unico serio è lui e tutti gli altri sono dei patetici guitti quando intervengono all'interno di quest'aula. Ce ne rendiamo conto e cercheremo di essere al suo livello intellettuale, nel frattempo non scappi alla toilette se riesce. Lei è intervenuto dicendo che deve portare un po' di serietà nel dibattito e, siccome lei è persona seria, ha citato e ha fatto lo stesso errore che hanno fatto i suoi colleghi.

Io mi rendo conto che ci sia un derby combattutissimo a Sinistra oggi per il possesso del tema, una sfida sicuramente appassionante, peraltro le do un dato: le sue colleghe la stanno battendo 3 a 0 e l'unica forse sua soluzione sarebbe provare a fare qualcosa di diverso che non rimanere nella maggioranza perché sennò arrivano i Fascisti, ma questo è un consiglio spassionato e in questo derby appassionante a cui noi assistiamo con divertimento prendiamo atto però del fatto che, come detto, lei incorre negli stessi errori.

Lei ci ha citato dei dati, collega Padovani, dicendo: +10% di questo, +20% di quell'altro, +30% aggressioni, +mille mila % di non lo so, ma la platea qual è? Perché, vede, il dato è questo, è lo stesso dato su cui la sua collega Minelli evita di intervenire e di rispondere, perché loro hanno mentito scrivendolo nella relazione d'Aula, per fortuna rimarrà e per fortuna lo studio l'abbiamo trovato, perché, quando scrivete che nel 2021 è stato diffuso un sondaggio che in pochi mesi - non so quanti - aveva raccolto molte segnalazioni, omettete di dire che si parla di 25 persone in un sondaggio fatto in casa con gli ingredienti del proprio orto, a uso e consumo proprio per poter dire che i numeri dicono qualcosa. Collega Minelli, ma lei che insegna ci insegni anche un po' di statistica, davvero lei ritiene che 25 persone, se sono persone, perché poi non sappiamo se magari due o tre l'hanno fatto tre o quattro volte il modulo, non lo sappiamo, non è un qualcosa di certificato, 25 persone le sembrano un campione statistico rilevante nella nostra regione? Davvero? E su questo non vuole entrare, collega Minelli? Ci vuole insegnare questo davvero? Mentite nella relazione d'Aula dicendo che ci sono molte segnalazioni e poi non vuole entrare nel merito di quello che le diciamo? Io mi rendo conto che le bruci perché lei ha sempre ragione, però, capisce, su questo deve fornire delle risposte.

Allora, vede, il fatto che noi evidenziamo, e lo evidenzia lo stesso Presidente di Arcigay, che in Valle d'Aosta vi siano zero, zero, zero eventi del tipo che voi volete contrastare, zero, vorrà dire qualcosa? Noi dobbiamo intervenire... perché, se vuole, noi abbiamo avuto zero, per esempio, di episodi di bombe atomiche che sono venute sulla Valle d'Aosta, se però vogliamo cominciare a costruire un centinaio di rifugi antiatomici, lo possiamo fare, è potenzialmente possibile, ci mettiamo al sicuro da qualsiasi rischio. Io non credo che questo sia tra le priorità, ma, se vogliamo farlo, gli eventi sono uguali: zero bombe atomiche cadute, zero eventi di omofobia o come li avete descritti voi.

Mi ha poi particolarmente divertito il fatto che lei abbia particolarmente insistito che si debba fare una legge specifica su quella fattispecie precisa al millimetro, perché qualsiasi altra cosa non va bene. Io la invito a fare quello che ho fatto anch'io e cioè ad andare sul sito dell'UNAR e a vedere quante tipologie di discriminazione esistono. Adesso gliene darò contezza ground e sotto ground: c'è la discriminazione etnico razziale, che si suddivide in straniero, colore della pelle, rifugiato richiedente protezione internazionale, Rom, Sinti e Caminanti, caratteristiche somatiche, multiplo o altro, in "altro" non so sinceramente cosa ci sia, mi pare che l'elenco sia completo, ma come le declinazioni dei generi credo che ci siano veramente la qualsiasi... poi c'è la discriminazione per l'orientamento sessuale e identità di genere, che si suddivide a sua volta in: gay, LGBTQ+, gender variant, lesbica, bisessuale e c'è altro anche qui, ovviamente vedi sopra; poi ci sono le discriminazioni religiose, l'antisemitismo, le convinzioni personali, discutevo prima con il collega Sammaritani, non so quali siano le convinzioni personali, cioè una persona è convinta che emettere assegni a vuoto si possa fare e la banca che glielo contesta è convinta di no, probabilmente questa persona si potrà sentire discriminata; poi c'è l'antislamismo, le altre religioni, le cristianofobie e altro; poi c'è la disabilità, barriere architettoniche, malattia organica, DSA e malattie rare, disagio psicologico, disturbo psichiatrico, altro; poi c'è la discriminazione per età, anziano, giovane, altro, io su categoria "altro" sinceramente non so che cosa possa essere ricompreso, se si discrimina la persona perché è giovane o perché è anziana, non so... poi c'è il multiplo, una persona è discriminata perché sia giovane o sia anziana, non lo so sinceramente come vengano fatte queste cose, ma le fonti di discriminazione sono molteplici.

Allora se lei mi dice che noi dobbiamo andare a fare una legge per ogni singola categoria e discriminazione, poi peraltro sul sito troverà, scorrendo questa pagina, la gira, questa è la pagina - non ho riferimento - ma è la relazione al Parlamento 2023 e girando c'è una pratica cartina, nella quale c'è il numero di segnalazioni per Regione. Scoprirà che nella Valle d'Aosta, che è situata qui geograficamente, le segnalazioni sono zero, zero, zero. Diciamo quindi che queste statistiche e questa conoscenza al millimetro però non vedono la sua attenzione, lei non ritiene opportuno entrare nel merito, forse perché è perdente in partenza questa motivazione che lei dà della necessità di questa legge.

E ancora: "discussioni che esulano dal tema", collega Minelli, noi le abbiamo portato i temi, i dati, le osservazioni, cioè noi le abbiamo citato, tanto il collega Perron quanto io, dei dati che mettono a confronto quello che voi definite emergenza e anche il collega Padovani ovviamente l'ha riconosciuta come emergenza. Se emergenza è tale, è perché c'è un numero talmente alto di segnalazioni di eventi che bisogna intervenire con urgenza e porvi rimedio, ma, se l'emergenza sono quelle che voi citate, cioè 52 aggressioni su tutto il territorio nazionale, peraltro documentate sui titoli di stampa, che, come sappiamo, sono fuorvianti, perché potrebbero anche essere finiti in niente, i processi, se si parla di processi e di condanne, allora se questa è la base di partenza, collega Minelli, ma ce lo confuti, ci dica che non è così, eppure i dati sono questi. Allora perché noi entriamo nello specifico e voi no? Perché noi vi motiviamo, dati alla mano, il perché e voi no? E perché, soprattutto a fronte dei dati che vi abbiamo fornito, si dovrebbero mettere e gli obblighi per i dipendenti, per le aziende, i divieti, le imposizioni sulla comunicazione, i corsi nelle scuole, i corsi nelle imprese, i denari per le associazioni, le scorciatoie per le vittime di discriminazione, i paletti per chi lavora nella Pubblica Amministrazione, le complicazioni per chi partecipa agli appalti pubblici, le pastoie che servono per coltivare l'ideologia, tutto questo perché? A fronte di zero segnalazioni. Obiettivamente mi smonti questo, collega Minelli, la sfido, mi smonti questo, mi smonti questo se è capace, se non è capace... allora siamo qui a dire: "Ah, io non parlo perché...", perché è così, ma non va bene, collega Minelli. Se c'è una legge, c'è un'esigenza, c'è una necessità. Noi vediamo evidentemente che questa necessità non c'è, non c'è nessuna emergenza omofobia in Valle d'Aosta, non c'è, ma per fortuna, perché come ha detto giustamente il collega Perron, è stupido discriminare le persone per qualsiasi tipologia di idea o di comportamento o di azione, è stupido, lo stabilisce l'articolo 3 della Costituzione, siamo tutti uguali, è stupido discriminare, ma allora perché dovremmo immaginare e vedere emergenze dove non ci sono? Io sinceramente non lo so. Se lei riuscirà a dare una motivazione, le saremo grati.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Baccega per il secondo intervento, ne ha facoltà.

Baccega (FI) - Intanto e soprattutto per chiarire bene quello che è stato ed è il nostro pensiero. La collega Minelli ha detto che Forza Italia nazionale ha una posizione su questo tema, noi lo sapevamo, lo sappiamo, ma bisogna anche sottolineare che Forza Italia non impone a nessuna Regione di comportarsi secondo i dettami generali che vengono espletati. Forza Italia è sicuramente dalla parte delle persone. Forza Italia è contro ogni forma di violenza, contro le diverse discriminazioni che sono state messe in evidenza dai colleghi, contro chiunque, contro ogni genere, contro ogni persona, bambino, ragazza o ragazzo, senza alcuna differenziazione, questo che sia chiaro.

Ora, abbiamo riscontrato e abbiamo capito che una norma di questo tipo non ha nessuna ragione di esistere in Valle d'Aosta, abbiamo sottolineato - ed è stato detto in Commissione e ribadito dai vari interventi - che non esiste nessun caso specifico nella nostra regione, abbiamo sottolineato che alcuni articoli che sono presenti in questa legge davvero sono fortemente ideologici e non ci piacciono e non vanno bene, noi siamo il partito delle libertà e come tale crediamo che abbiamo una Costituzione e abbiamo delle norme legislative che tutelano le persone e sulla base di quello noi ci muoviamo e ragioniamo. Pertanto il nostro voto, se dovremo andare al voto - quindi faccio anche la dichiarazione di voto -, sarà estremamente negativo rispetto a questa proposta di legge.

Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Erika Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz E. (PCP) - Ho ascoltato con molta attenzione il dibattito che c'è stato in aula, un dibattito che più o meno rappresenta quanto abbiamo già vissuto all'interno della Commissione e che un po' riporta anche quello che viviamo e che avevo in qualche modo cercato e avevo anche invitato i colleghi a evitare, come ho detto si tratta di persone, qualcuno dice che si tratta di ideologie, ma dietro a quelle discriminazioni invece ci sono delle persone. È stato nuovamente citato il caso in cui uno viene insultato perché è un arbitro di calcio, perché occupa un ruolo, anche noi abitualmente credo che subiamo anche degli insulti nella nostra vita per l'attività politica che facciamo, ripeto che questo è un ruolo, noi domani possiamo decidere di non fare più attività politica. Altra cosa invece è l'identità di una persona, quindi, sotto questo punto di vista, c'è una differenza che anche il Presidente di Arcigay Queer VDA ha cercato di spiegare in Commissione, ma che evidentemente non entra nella mente di qualcuno, però vorrei in qualche modo dipanare alcune delle mistificazioni che sono state fatte all'interno del dibattito.

È stato detto, ma lo stesso Presidente di Arcigay ci ha detto, che non ci sono segnalazioni. Io sono andata a riprendermi il verbale di quell'audizione dove il Presidente dice: "Sulla situazione regionale, come ho già detto prima, noi abbiamo ricevuto delle segnalazioni, ma ovviamente non sono totalmente esaustive rispetto alla situazione". Continua poi dicendo: "Non solo noi, ma anche i volontari che sono all'interno della nostra Associazione hanno riportato alcune delle istanze che hanno raccolto all'interno della comunità", ecco che evidenzia come sarebbe importante avere un quadro, che è quello che ho cercato di evidenziare nella relazione iniziale, e lo ribadisco, andate a vedervi il dibattito del 2013 sulla legge contro la violenza sulle donne e si diceva la stessa cosa: non esiste in Valle d'Aosta, eppure adesso, il 25 novembre, abbiamo dati che sono ben diversi.

Accolgo con estremo piacere che, mentre la politica dorme da sei anni, proprio l'Associazione Arcigay Queer VDA si è data lei una sveglia - permettetemi questo termine - ed è uscito un comunicato ieri, l'apertura di un centro proprio che è sperimentale, dura pochi mesi, certo, una legge sarebbe ben altra cosa, ma le stesse associazioni di volontariato si sono prese cura, grazie a un bando UNAR, visto che la politica in qualche modo dorme, di portare avanti quello che ritengono e lo hanno ribadito in quest'aula che ritengono essere un problema anche in Valle d'Aosta.

Dopodiché, rispetto alle segnalazioni, il collega Manfrin dice: "25 sono pochissime", a parte il fatto che poi il dato finale io non lo conosco, perché quello che avevo visto era solo nei primi mesi, poi non so se il sondaggio è andato avanti o se è durato solo quei pochi mesi, ma tendenzialmente io dico che dipende anche da chi ha compilato, perché, come ha detto lei, lo abbiamo evidenziato anche per altri questionari che sono stati fatti anche dalla Regione stessa, dove chiunque poteva entrare e compilare, io non ho idea di quale sia stato anche il livello rispetto alla diffusione, rispetto a chi poteva compilarlo se doveva mettere magari delle credenziali che non permettessero comunque la doppia compilazione e via dicendo, però, rispetto a un dato di 25 persone, quasi tutti ragazzi, perché quello era l'altro dato che emergeva, a me fa pensare che comunque, soprattutto nella fascia dei giovani... e io ho due figli che questo tema lo sentono in qualche modo, di conseguenza dico: molto probabilmente dovremmo prestare attenzione a quanto ci viene rappresentato e lo dico anche alla luce di quello che ci ha detto la rappresentante dell'Ordine degli psicologi che a una mia precisa domanda ha detto: "Assolutamente, ci sono delle formazioni mirate rispetto a quest'argomento perché è un tema che sta uscendo sempre di più negli ultimi anni". Il focus quindi è sicuramente il vivere bene con se stessi, ed è quello che diceva il consigliere Perron, perché poi a una sua domanda, riferita alle etichette, la stessa rappresentante dice: "Rispetto alle definizioni, non entrerei troppo nel merito di classificare con delle etichette, penso che l'identità di genere è una cosa molto personale, quindi poi ognuno può mettersi un po' l'etichetta che meglio crede - questo è quello che ha detto, lo leggo dal verbale - è fondamentale che la persona stia bene con sé stessa", quindi, rispetto a quanto diceva lei, non è che ha detto che non ci sono delle etichette, ma che ognuno può mettersi l'etichetta che meglio crede, che è una cosa ben diversa rispetto a quello che ha detto lei.

Ecco che mi sembrava utile intervenire nel dibattito e su alcune delle vostre osservazioni sperando che magari quello sportello - perché immagino già quale sarà l'esito della legge - che si sta attivando magari possa essere da sprone anche per la politica, magari per fare in fretta una legge che possa in qualche modo intervenire anche su questo tema, non mischiando però con tutti gli altri tipi di violenza... le donne violente, ho sentito parlare dei morti sul lavoro, dei pedofili, di tutto l'universo mondo della violenza, qui così non stiamo parlando di chi è più cattivo e chi è più bravo, stiamo parlando di persone che vivono una discriminazione sulla loro pelle che devono essere considerate perché facenti parte della nostra società.

Questo quindi è quello che mi sento di dire rispetto anche alle vostre osservazioni sui dati, che sono stati oltretutto la premessa della mia relazione, quello che è più importante in questo momento è proprio conoscere i dati, perché ne è dimostrazione la legge sulla violenza contro le donne e dai dati ci sono stati dei grossi passi avanti nel tempo, lo vediamo con il tavolo della Procura, lo vediamo con la rete che si è creata e via dicendo e tutto questo è nato da quella legge che sembrava inutile nel 2013 e che è stata portata avanti con assoluta ostinazione da parte della consigliera Fontana e, sotto questo punto di vista, anche il presidente Rollandin aveva in qualche modo acconsentito, perché in quel momento la Sinistra era in minoranza, ma il presidente Rollandin aveva fatto sua quella legge proprio per poter cercare di comprendere quel fenomeno che nessuno immaginava essere quello che vediamo oggi in Valle d'Aosta.

Naturalmente non posso che dire che mi dispiace come sia andato il dibattito, perché, sotto questo punto di vista, credo che fosse già abbastanza immaginabile, ma speravo non fosse così, ribadisco che noi porteremo avanti in votazione questa legge perché ci crediamo e continuiamo a crederci.

Presidente - Ci sono altri interventi in discussione generale? Non vedo richieste di intervento. La discussione generale è chiusa. Prima delle repliche, sospendiamo brevemente il Consiglio per arieggiare i locali.

La seduta è sospesa dalle ore 17:11 alle ore 17:36.

Bertin (Presidente) - Riprendiamo. La discussione generale è chiusa, siamo nella fase di replica. Ha chiesto la parola l'assessore Marzi, ne ha facoltà.

Marzi (SA) - Come più volte riferito in quest'aula, ma risulta essere sostanza e non forma, è in corso un articolato processo di revisione della legge regionale 4/2013, più volte citata oggi, che comprenderà interventi di prevenzione, contrasto e sostegno a favore delle vittime di violenza di genere e che si concluderà nel mese di giugno. Si tratta di un percorso avviato su una legge datata, che oggi ha, di fatto, 12 anni e che si sta sviluppando in modo partecipato, appunto perché questa è sostanza e non forma, con il supporto dell'Istituto di ricerca di Milano, che porta con sé 50 anni di esperienza nell'ambito sociale. Questo percorso si sta portando avanti attraverso il coinvolgimento di enti, soggetti e attori sul territorio con le utili e dovute interlocuzioni di un percorso partecipato.

Le azioni previste da sviluppare coinvolgono più Assessorati e Dipartimenti, come richiamato dal Presidente della V Commissione, che ringrazio, infatti, oltre alle Politiche sociali, anche l'Istruzione, le Politiche del lavoro, la Sanità e ciascun Dipartimento nell'ambito delle proprie competenze e risorse approverà, con propri atti deliberativi, le azioni poi da mettere in campo. In questa cornice l'Istituto di ricerca di Milano ha già svolto confronti tra il Dipartimento politiche sociali e i Coordinatori dei Dipartimenti politiche del lavoro e formazione, Sanità e salute, Sovrintendenza agli studi, al fine di elaborare un programma condiviso, raccogliere i fabbisogni utili alla revisione normativa. Sono inoltre stati organizzati già tre incontri, sempre per restare nel mondo della sostanza, con i portatori di interesse del territorio che si occupano di tematiche legate alla violenza di genere, comprese le associazioni attive in ambito LGBTQIA+, come appunto Arcigay il 13 di dicembre in presenza, il 5 e il 26 di febbraio online e un quarto incontro si terrà l'8 aprile. In questi momenti di ascolto sono state suggerite azioni non comprese nella proposta di legge 64, oggetto oggi di questo dibattito, che saranno oggetto di valutazione invece nella revisione della legge quadro. In particolare, sono stati evidenziati elementi legati al rafforzamento della governance della rete antiviolenza, alla formazione e alla promozione di una cultura del rispetto e all'adeguamento delle azioni di sensibilizzazione ai nuovi bisogni emersi. Ad esempio, l'articolo 6 della proposta di legge 64 prevede misure di accoglienza, protezione e sostegno alle vittime e introdurrebbe quindi strumenti che, al momento, non sono stati direttamente assegnati alle Regioni, oggetto questo già di risposta nelle varie iniziative che sono state portate in aula, in assenza di fatto di un piano strategico e di una programmazione strutturata che preveda la destinazione di fondi ripartiti tra le Regioni, fatto questo che, tra l'altro, spetta allo Stato.

Per le misure di accoglienza, protezione e sostegno alle vittime, il Ministero ha invece emanato specifici bandi attraverso l'UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali). Analogamente l'articolo 7, sempre della proposta di legge 64 che stiamo dibattendo, che risulta di fatto superato, propone l'istituzione di uno sportello di ascolto regionale, che comporterebbe funzionalmente una sovrapposizione alle attività già previste e finanziate a livello nazionale attraverso i CAD, rischiando quindi di duplicare strumenti e di generare confusione, CAD, tra l'altro, che abbiamo avuto occasione in questi giorni di sapere che è stato istituito.

Attualmente il Ministero competente non ha elaborato un piano nazionale specifico, né ha effettuato una ripartizione di fondi dedicati esclusivamente alla protezione e all'accoglienza delle vittime di violenza basate sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere; tuttavia, esistono iniziative più ampie che affrontano tematiche correlate: il piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne del 2021-2023. Questo piano, in linea con la Convenzione di Istanbul, si concentra sulla violenza di genere contro le donne e non include misure specifiche per le persone LGBTQIA+ piuttosto che le pari opportunità; la strategia nazionale LGBTQIA+ 2022-2025, questo documento mira a promuovere l'inclusione e a contrastare le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere; tuttavia, non risulta che questa strategia preveda stanziamenti specifici per la protezione o l'accoglienza delle vittime di violenza.

Inoltre, il Ministero per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, tramite l'UNAR che ho citato poc'anzi, mediante bandi pubblici finanzia i CAD, cioè i Centri Antidiscriminazione, da attivare sul territorio nazionale, ma non ha elaborato un piano strategico nazionale prevedendo stanziamenti specifici da ripartire alle Regioni.

Ricordiamo che il piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne non include misure specifiche per le persone LGBTQIA+.

Anche in Valle d'Aosta è attualmente avviato un CAD in seguito all'approvazione di una proposta progettuale finanziata appunto dall'UNAR. Tale progetto prevede la creazione di una rete strutturata interistituzionale che coinvolge Amministrazioni pubbliche, Forze dell'ordine e sindacati, strutture sanitarie, socio-sanitarie, Ordini professionali, terzo settore, cittadinanza, con l'obiettivo di intercettare e prevenire le discriminazioni legate all'orientamento sessuale e all'identità di genere. A questo proposito è utile sottolineare che il bando UNAR prevedeva due linee di finanziamento: la prima per l'attivazione appunto del Centro antidiscriminazione e la seconda per l'avvio - e qui veniamo alla PL 64 - di servizi di accoglienza e protezione delle vittime previste dall'articolo 6 della vostra PL. Ebbene, proprio i soggetti proponenti, tra cui, tra l'altro, anche l'Associazione Arcigay, hanno scelto consapevolmente di non attivare la seconda linea ritenendola prematura. Questa scelta è stata motivata da una valutazione oggettiva del contesto valdostano nel quale, anche sulla base della mappatura preliminare, è emersa una bassa incidenza di casi segnalati, come, tra l'altro, ribadito durante il dibattito, anche perché i numeri nel caso specifico stanno a zero. Tale decisione, condivisa tra gli attori coinvolti, conferma l'impostazione prudente e realistica che anche l'Amministrazione regionale intende seguire: prima comprendere il fenomeno, quindi strutturare una rete efficace e stabile e poi valutare l'ampliamento degli interventi.

Detto ciò, non possiamo che confermare la volontà di procedere con la revisione della legge regionale 4/2013 in un'ottica organica e sistemica, processo questo già avviato con il coinvolgimento di tutte le associazioni e di tutti i portatori di interesse, che comprenda anche la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni legate all'identità di genere e all'orientamento sessuale. Riteniamo che un tale intervento normativo strutturato, aggiornato e coerente con le competenze regionali possa rispondere in modo efficace alle esigenze di tutela, promozione e sostegno delle persone all'interno di un quadro integrato di interventi. A questo proposito è importante evidenziare che diversi contenuti della proposta di legge 64 sono già stati integrati nel lavoro di revisione della legge quadro. In particolare: gli articoli 3 e 5, quindi le attività formative per il personale scolastico e sanitario piuttosto che i progetti per contrastare il bullismo, tema su cui peraltro stiamo già lavorando con specifici progetti in ambito scolastico, sportivo e sanitario, prima Regione in Italia tra l'altro, e per favorire quindi l'inclusione sociale; l'articolo 4, che ha a che fare con la promozione di eventi socio-culturali e campagne di sensibilizzazione; l'articolo 11 sull'adozione di linguaggi inclusivi nella comunicazione istituzionale, nei corsi di formazione interna per il personale.

È dunque in questa direzione che riteniamo opportuno proseguire con un intervento normativo che valorizzi il lavoro già avviato in modo partecipato e che si ponga in continuità con le linee guida sia nazionali piuttosto che internazionali. Nel rispetto dei ruoli istituzionali e valorizzando il confronto, auspichiamo, tra l'altro, che questo percorso condiviso possa trovare naturalmente il più ampio consenso possibile al di là delle parti e delle primogeniture. In tale contesto fatichiamo quindi a comprendere le polemiche apparse rispetto alla mancata approvazione in Commissione della PL 64 in quanto, come abbiamo già avuto modo di spiegare e confermare, è in corso la revisione della legge attuale, svolta in un percorso di ampia condivisione, che, tra l'altro, è stato più volte riportato anche dagli uffici, come richiamato dal Presidente della V Commissione, finalizzata, tra l'altro, alla prevenzione, al contrasto e al sostegno a favore delle vittime della violenza di genere. Pertanto è di tutta evidenza che, rispetto alla PL, che sicuramente è riduttiva ma può aver avuto un ruolo di stimolo e che è già stato raccolto, dato che stiamo appunto rinnovando la 4/2013, il nostro voto non potrà quindi che essere assolutamente di astensione, come più volte richiamato.

Presidente - Ci sono altri interventi? Altrimenti passiamo all'articolato. Ha chiesto la parola la consigliera Erika Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz E. (PCP) - Bene che questa legge quindi sia stata da stimolo, ci ha messo all'incirca due anni e mezzo di questa legislatura e tre della scorsa per stimolare l'attuale maggioranza, ma l'importante è avere il risultato, oltretutto con tempistiche diverse rispetto all'ultima volta che era stata affrontata in Consiglio con un'interpellanza della mia collega dove si parlava dell'estate inoltrata, adesso già si dice che sarà per giugno, quindi bene se questo lavoro va avanti.

Dall'altra parte, come sempre, ha evidenziato tutto quello che già si sta facendo, nuovamente viene detto che non ci sono segnalazioni e io ribadisco che lo stesso Presidente dell'Associazione Arcigay Queer VdA dice una cosa completamente diversa, l'Ordine degli psicologi dice cose completamente diverse, ma anche gli uffici, che non sono venuti con lei, ma con l'assessore Barmasse, dicevano delle cose diverse, ma tant'è che, se vi sentite di dover fare un testo, una legge quadro, evidentemente il problema si pone, sennò perché fare una legge quadro se il problema non c'è? Non bisognerebbe farla, no? Sotto questo punto di vista, quindi partiamo dal presupposto che evidentemente il problema c'è. Dopodiché bene, come dicevo, lo stimolo, bene che anche parte di questa legge venga accolta, a nessuno interessa la primogenitura, a noi interessa che si porti a casa questa legge e che prima o poi si porti avanti, perché, come lei ha detto, effettivamente esisterà un centro e l'ho evidenziato anch'io nell'intervento precedente, ma è solo grazie all'Associazione, è solo grazie a un'associazione di volontariato, quindi ribadisco che molto probabilmente in questo caso la politica ha dormito fortemente.

Presidente - La parola al consigliere Perron per dichiarazione di voto.

Perron (LEGA VDA) - Per dichiarazione di voto, che chiaramente per gli argomenti che abbiamo esposto in precedenza sarà contrario. Riprendo soltanto uno dei punti della legge che riguarda la scuola e mi duole vedere che chi ha proposto questa legge poi non ne conosca in realtà gli articoli, perché l'articolo 11 parla espressamente nelle proprie comunicazioni che la Regione dovrebbe utilizzare modelli e linguaggi corretti a tutela dell'identità di genere e dell'orientamento sessuale. Questo non è esplicitato e chiedo anche a lei, Assessore, se la direzione di cui ha parlato è chiaramente l'uso di asterischi e schwa, fateci capire se quella è la direzione che volete prendere. Attualmente è uscita una circolare ministeriale in cui si raccomanda alle scuole il non utilizzo di asterischi e schwa per un sacco di motivi, cioè la modifica del linguaggio e i problemi che questo va a causare su persone che, ad esempio, sono dislessiche, quindi questo è un tema su cui ci piacerebbe capire qual è, assessore Marzi, anche la vostra posizione, se andrete verso la direzione di inserire questi linguaggi corretti a tutela dell'identità di genere, così abbiamo chiarezza su questo. Certamente le colleghe lo vorrebbero, anche se la collega Minelli non ha colto l'articolo 11 della sua stessa legge, ma quello è, la schwa e gli asterischi, fateci sapere.

Per il resto mi fa strano vedere come a volte le discriminazioni arrivino poi proprio da quelli che dicono di non farle, ad esempio, chiedo ai colleghi della Sinistra - così non nomino nessuno -: ma voi pensate davvero che non ci sia nessuno che vota la Lega che non sia un omosessuale o addirittura transessuale visto che siamo omotransfobici? Sono così stupidi da votare gente che va contro loro? Non c'è nessuno così? Siete voi che discriminate. Guardi, esimi colleghi mi hanno girato l'altro giorno un articolo della famosa transessuale Efe Bal, molto famosa perché è andata anche spesso in programmi radiofonici tipo "La zanzara"...

(interventi di alcuni Consiglieri fuori microfono)

...non la conoscete? Noi sì, la transessuale turca Efe Bal, che si dichiara una simpatizzante della Lega da una vita, chiaramente se ha votato in Italia, ha votato Lega, quindi fate voi stessi un torto a chi ha queste differenze di identità, orientamento, eccetera, a pensare che non voteranno mai la Lega perché siamo omotransfobici, non è affatto così e pensiamo di avervelo esposto chiarissimamente.

In ultimo, spiace anche vedere gente che appartiene al mondo della scuola, care colleghe, che ritengono le tante maestre, i pochi maestri, le tante professoresse, i tanti professori incapaci di dare un minimo di regole ai propri alunni, tanto che servono degli interventi da parte di specialisti su queste tematiche, come se gli insegnanti non fossero capaci di fare il loro lavoro. Io questo lo ritengo denigratorio della classe insegnante, riteniamo che sono ampiamente in grado di fare il loro dovere e per voi evidentemente no, vanno in qualche modo rieducati alle vostre idee, quindi bisogna intervenire.

Detto ciò, mi pare di aver detto tutto, voto ovviamente contrario e vedremo appunto quale sarà il risultato e il voto di tutti quanti, sarà curioso.

Presidente - Altre dichiarazioni di voto? La parola al consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Intervengo in dichiarazione di voto anche rispetto a quanto dichiarato dall'assessore Marzi, vedremo quello che accadrà nel momento in cui si porterà questa legge, noi ad oggi incassiamo un successo, ovvero il successo che questa legge, assurda, ingiustificata, sovradimensionata rispetto alle dimensioni del fenomeno, inattuabile obiettivamente e davvero di impossibile applicazione, verrà bocciata. Questo è quello che ci ha detto la maggioranza. Noi ovviamente voteremo contro in maniera convinta.

Vede, collega Guichardaz, io le riconosco l'onestà intellettuale, con la quale ha sostenuto la battaglia, io e lei siamo su sponde differenti e vediamo le cose a volte in maniera sintonica, a volte, come in questo caso, in maniera distonica, ma sempre nel rispetto reciproco. Lei ha fatto un'affermazione che è assolutamente interessante e che colgo immediatamente. Lei ha detto: "se effettivamente non ci sono segnalazioni, perché bisogna fare una legge?", e questa è un'ottima domanda. Lei, collega Guichardaz, prima ha dichiarato con orgoglio che verrà aperto un ufficio, grazie ai fondi dell'UNAR, questo si è dimenticato di dirlo...

(intervento della consigliera Erika Guichardaz fuori microfono)

...l'ha detto? Perfetto, quindi verrà aperto un ufficio per le segnalazioni e quant'altro; allora l'UNAR è buona, l'UNAR è brava, l'UNAR è buona e brava, però la stessa UNAR, come abbiamo detto, dice che la Valle d'Aosta ha zero segnalazioni...

(intervento di un Consigliere fuori microfono)

...no, no, non è questione di sportello perché non c'è lo sportello UNAR a cui ci si rivolge. L'UNAR, come lei dovrebbe sapere, svolge una funzione di monitoraggio, non è che c'è la differenziazione, è come dire: "Ah, ma sapete, i reati di quel tipo a Valtournenche non ci sono perché non c'è l'ufficio della Questura". No, c'è l'ufficio della Questura di Aosta, che ovviamente raccoglie le denunce anche di chi arrivava dalla Valtournenche, quindi anche le segnalazioni, le denunce o quant'altro che avvengono in Valle d'Aosta vengono raccolte dall'UNAR, che fa le statistiche per il Parlamento, non è che è un'articolazione che ovviamente non conta.

La risposta è molto semplice, collega Guichardaz, e gliela fornisco subito: il motivo per cui verrà fatta questa legge è un motivo politico, perché il collega Padovani, da quando è all'interno di quest'aula, non ha ottenuto niente, da quando sostiene questa maggioranza, non ha ottenuto niente. L'unica volta che ha chiesto qualcosa è stato sonoramente battuto con una mozione dal voto segreto che lo ha ovviamente diciamo spianato e da quella volta lì non si è più osato chiedere niente. Adesso chiede un regalo d'addio politico da poter spendere in campagna elettorale. C'è quindi questa motivazione e credo che probabilmente una parte della maggioranza sfinita gli dica: "Va beh, sai che c'è? Ti regaliamo anche quest'ultimo brivido, quest'ultima emozione come regalo da addio", però credo una cosa, credo che, da questo punto di vista - l'ho riconosciuto e l'ho detto prima -, quell'intervento arriverà troppo tardi per salvare i destini politici del collega Padovani e sicuramente lo vedrà perdente rispetto alla proposta che voi avete fatto, che oggi verrà bocciata, ma verrà evidentemente confermato a vostro beneficio che l'iniziativa è stata vostra, la battaglia è stata vostra, non l'avete vinta, l'onore è delle armi, il merito è vostro. Vedremo il collega Padovani, che si è dimostrato così pervicacemente dalla parte dei discriminati, così pervicacemente e fortemente dalla parte di chi, purtroppo, è un oppresso, cioè tutte le zero... le persone della Valle d'Aosta, vedremo cosa voterà e soprattutto se voterà in quest'aula. Se voterà questa legge quindi si confermerà quello che avrà detto, se non la voterà, raccoglierà quello che avrà seminato.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Padovani per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.

Padovani (FP-PD) - Io nel mio primo intervento ho detto che avrei voluto portare un po' di serietà nel dibattito perché dall'altra parte della barricata avevo sentito degli interventi carichi di talento per il teatro dell'assurdo e totalmente privi del senso della vergogna, purtroppo mi sembra che il mio intervento non abbia sortito effetti visti gli interventi successivi sempre dell'altra parte della barricata.

Vorrei anche ribadire il mio impegno per portare in questo Consiglio e all'approvazione in questo Consiglio una legge che contenga le disposizioni contro le discriminazioni e le violenze determinate dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere, nel solco del tracciato individuato dagli uffici, cioè quello della legge quadro in merito alla revisione della legge 4/2013, che porti a una legge che sia aderente alla realtà valdostana e quindi applicabile: ecco perché oggi qui mi asterrò.

Vorrei anche dire due cosine al Capogruppo del gruppo dimezzato qui di fronte: caro Capogruppo, lei si interessa tanto dei derby a Sinistra, io devo dirle che mi interesso molto del derby di Milano perché tifo una delle due squadre di Milano, quindi l'unico derby che mi interessa è quello lì. Forse lei però si dovrebbe interessare un po' di più al triangolare che c'è a Destra, perché vede il vostro gruppo e il vostro partito in zona retrocessione, con da una parte Fratelli d'Italia che vi ruba i voti a Destra, dall'altra Forza Italia che vi ruba i voti dei moderati e anche i Consiglieri regionali, se vogliamo proprio dirla tutta, quindi forse lei si dovrebbe interessare di più al triangolare che sta a Destra più che ai derby che stanno a Sinistra.

La ringrazio anche perché lei, per l'ennesima volta, ha citato l'iniziativa sulle tampon box, bocciata da questo Consiglio. Bene, probabilmente non le farà tanto piacere sapere che le tampon box sono in funzione in tutti gli istituti superiori di secondo grado della Valle d'Aosta e verranno anche presentati a breve, quindi risultato acquisito, collega Manfrin, nonostante lei si sia battuto in tutti i modi per fare in modo che questa cosa non venisse applicata nella nostra regione. Questa cosa è stata fatta e verrà presentata molto a breve. Grazie collega.

Presidente - Ci sono altri interventi? Ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Ovviamente voteremo questa proposta di legge che abbiamo presentato tre anni fa con convinzione e di cui ribadiamo l'importanza, così come ribadiamo la nostra contrarietà a far rientrare il contrasto all'omobitransfobia in un testo guida sulle discriminazioni, che è in pratica quello che ci differenzia e che ci tiene distanti dalla scelta che è stata fatta dalla maggioranza, perché di scelta si tratta e non è qualche cosa che deve essere fatto perché gli uffici hanno detto che è meglio così o perché le risorse devono arrivare in parte da normative statali o da altro come ci è stato ricordato. È una scelta, una scelta che noi non condividiamo, ma che è una scelta non motivata in modo sostanziale tecnicamente, ma è una scelta politica.

Devo anche dire una cosa: i finanziamenti che adesso arrivano per il CAD - che, come giustamente ha ricordato la collega Guichardaz, è un progetto che è stato messo in piedi a partire dalle associazioni ed è un merito che deve essere reso loro - però prevedono una certa somma... quello che chiedeva la nostra proposta di legge erano 10 mila euro. Ora, che non si possano trovare 10 mila euro per fare le azioni che sono state elencate francamente lo trovo un po' strano quanto meno.

Sulle altre cose che sono state dette mi corre l'obbligo di fare due precisazioni: intanto quella relativa all'UNAR. È stato specificato in audizione - e credo che abbia fatto bene il Presidente di Arcigay Queer della Valle d'Aosta a ricordarlo - che l'UNAR, in realtà, non monitora... cioè non è che l'UNAR non monitora, l'UNAR monitora, ma di certo non è il primo ente, non è il primo posto dove una persona che è vittima di una violenza va a chiedere aiuto, perché non funziona così, è come se, per quello che riguarda la violenza sulle donne, la prima cosa che fa una donna che subisce una violenza, familiare in modo particolare, è fiondarsi in Questura. No, sappiamo che, quando si arriva alla denuncia, c'è stato un percorso, nella maggioranza dei casi, molto travagliato e che ha richiesto un cammino complicato per arrivare fino lì e di sicuro più o meno la stessa cosa accade per l'UNAR.

Sull'articolo 11, che riguarda quanto detto dal collega Perron, io torno a dire che credo non si sia letto correttamente, lì si parla di comunicazione istituzionale, quindi la Regione, d'intesa con gli Enti locali, anche attraverso i propri uffici per le relazioni con il pubblico e i propri strumenti informativi, adotta nelle proprie comunicazioni istituzionali modelli e linguaggi corretti a tutela dell'identità di genere, dell'orientamento sessuale della popolazione e contro ogni forma di discriminazione...

(intervento di un Consigliere fuori microfono)

...no, ma no, è una cosa... ma, se si vuole fare della strumentalizzazione, cosa di cui lei è maestro, la si fa, se invece si vuole leggere quello che c'è scritto qui, è una cosa molto più ampia, che poi ci possa rientrare anche quella è un'altra questione, ma, quando io dico che bisogna adottare nelle comunicazioni istituzionali dei linguaggi corretti, a tutela dell'identità di genere e dell'orientamento sessuale della popolazione contro ogni forma di discriminazione, io questo dico: che bisogna fare attenzione, cosa che normalmente non si fa...

(intervento di un Consigliere fuori microfono)

...non è questione di piacere o di non piacere, è uno strumento, è un modello che può essere utilizzato. Va bene utilizzarlo, possono anche esserci altri modelli, io posso utilizzare anche altre cose, cosa che normalmente non viene fatta, ma di certo non ha nulla a che vedere con la grammatica e con i dislessici, abbia pazienza, è una questione molto diversa. Voteremo ovviamente la legge.

Presidente - Altre dichiarazioni di voto? Non vedo richieste di intervento. Metto in votazione l'articolo n. 1. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 11

Favorevoli: 2

Contrari: 9

Astenuti: 24 (Aggravi, Barmasse, Bertin, Bertschy, Brunod, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Lucianaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Planaz, Restano, Rosaire, Sapinet, Testolin)

L'articolo n. 1 non è approvato.

In ragione della non approvazione dell'articolo n. 1 della legge, l'intera legge decade e non è approvata.