Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 4524 del 13 marzo 2025 - Resoconto

OGGETTO N. 4524/XVI - Interpellanza: "Azioni per tutelare l'immagine dell'Azienda USL".

Bertin (Presidente) - Punto n. 58. Ha chiesto la parola la consigliera Erika Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz E. (PCP) - Purtroppo la nostra Azienda sanitaria è spesso sotto l'occhio del ciclone, l'Assessore ci dice che non bisogna parlarne, ma forse non è non parlando delle cose che le situazioni si risolvono, ma molto probabilmente è mettendo in atto delle strategie, quindi siamo finiti sugli organi di stampa per la questione della TAC al gatto, ci siamo finiti per il doppio incarico illegale e turbativa d'asta del Direttore tecnico dell'Azienda, ci siamo finiti anche rispetto a un medico che ha perso le staffe in Pronto Soccorso. Tutte vicende che in qualche modo non fanno sicuramente del bene all'immagine della sanità valdostana e di cui abbiamo parlato anche in altre occasioni, lo abbiamo fatto anche con l'assessore Barmasse quando era capitato sotto il periodo del suo Assessorato e in qualche modo, proprio durante quel periodo, l'Assessore aveva dato informazioni che si sarebbe pensato a un audit interno all'Azienda proprio per tutelare l'immagine dell'Azienda stessa e degli operatori che in servizio giustamente vogliono essere tutelati.

Con quest'interpellanza noi vogliamo comprendere dall'Assessore quali siano le azioni poste in essere proprio per fronteggiare anche la reputazione dell'Azienda e se è stata attivata quell'audit interno di cui si era parlato ai tempi che dicevo poc'anzi o se comunque è intenzione dell'Assessorato e dell'Azienda pensare di richiedere un audit interno proprio per tutelare, come dicevo, l'immagine dell'Azienda e degli operatori in servizio.

Presidente - Risponde l'assessore Marzi.

Marzi (SA) - Confermiamo quanto abbiamo già risposto a una sua interrogazione del medesimo tenore in occasione dello scorso Consiglio di fine gennaio, sul fatto che non sia compito né dell'Assessore, né del Consiglio regionale entrare nel merito di eventuali provvedimenti che possano o meno conseguire alle condotte dei dipendenti dell'Azienda USL in quanto la materia è di esclusiva competenza del datore di lavoro. Risulta poi, di tutta evidenza, come non vi sia alcuna interconnessione, tranne la volontà di fare l'esatto contrario di quanto richiamato nella sua iniziativa, che leghi le circostanze delle tre diverse notizie di stampa citate nelle premesse della sua interpellanza, in quanto in merito alla prima notizia, come è noto, è in corso una specifica indagine, la seconda notizia invece riguarda accadimenti relativi a un soggetto che al tempo neppure lavorava come dipendente dell'Azienda USL valdostana, la terza riguarda una vicenda che, come già riferito, è avvenuta al di fuori del contesto lavorativo aziendale. È quindi evidente come l'audit interno non possa essere opportunamente svolto e che in ogni caso non produrrebbe alcuna efficacia. Provo a spiegare il perché, anche se so che resterò assolutamente inascoltato. L'audit, infatti, è un processo che viene svolto tra pari e attivato quando è necessario un confronto volto a migliorare procedure, comportamenti e conoscenze in merito ad aspetti professionali. L'audit sarebbe comunque fuori luogo a fronte di vicende sulle quali l'Azienda USL, in taluni casi, ha addirittura ritenuto di dover depositare, come è noto, segnalazioni alle autorità competenti. Per completezza precisiamo che l'audit interno è infatti un'attività indipendente, obiettiva e professionale di consulenza e revisione fra pari in un'organizzazione per la verifica delle sue procedure; è svolto dal personale interno che opera in posizione di indipendenza funzionale ed è finalizzato principalmente alla valutazione e al miglioramento dell'efficienza o dell'efficacia professionale di un'organizzazione. L'Azienda USL, proprio per seguire quelle finalità che lei, collega Guichardaz, cita nel quesito n. 1, ha invece fatto ricorso a quegli istituti ordinari e disciplinari della legge e che riguardano i procedimenti afferenti alle misure disciplinari. L'Azienda USL ha ritenuto di dover attivare l'Ufficio procedimenti disciplinari che si sta muovendo secondo tempi di attività dettati dalla procedura prevista e dalla normativa vigente. Nel dettaglio, tali tempi e attività si articolano nelle seguenti quattro fasi: 1) l'istruttoria; 2) la contestazione degli addebiti; 3) l'acquisizione delle controdeduzioni; 4) eventuali applicazioni della sanzione disciplinare. Vale la pena precisare, anche alla luce dei più disparati interventi mediatici, di varie opinioni e giudizi contrastanti rilasciati sulle vicende delle dichiarazioni espressi da chi non ha alcuna conoscenza della regola, che le procedure disciplinari sono regolamentate in maniera puntuale e precisa dal decreto legislativo 165/2001. Tale decreto detta infatti le norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle Amministrazioni pubbliche e dei vigenti contratti collettivi nazionali di lavoro, ai quali conseguono forme e termini del procedimento disciplinare, aggiungo, per fortuna. Dobbiamo quindi essere rispettosi di tali norme, evitando eventuali deroghe o il mancato rispetto delle stesse, tenendo responsabilmente conto che mere spinte emotive e la non conoscenza dei dispositivi normativi avrebbero quale unico effetto di invalidare e di inficiare qualsiasi procedimento disciplinare che venisse instaurato. Rigore ed equilibrio sono quindi indispensabili e pertanto, alla luce di quanto sopra rappresentato, ribadiamo che la competenza del procedimento disciplinare è esclusivamente di pertinenza dell'Ufficio procedimenti disciplinari dell'Azienda USL. Tale ufficio agisce in modo autonomo rispetto alla catena gerarchica aziendale e agli organi politici in nome di una terzietà il cui razionale, per ovvie ragioni, non necessita neppure di essere spiegato in questa sede. Tempi, procedure, tipologia della sanzione sono definiti esclusivamente dalla legge, per fortuna, alla quale ci si deve necessariamente e completamente attenere per non inficiare il procedimento disciplinare.

Presidente - Per la replica, la parola alla consigliera Erika Guichardaz.

Guichardaz E. (PCP) - La stupirò, Assessore, ma, rispetto all'audit, credo che mi abbia dato una risposta che prendo per buona, dopodiché andrò a riascoltarmi bene che cosa ha detto, perché sinceramente, rispetto agli audit, io avevo delle informazioni diverse, quindi andrò a riascoltarmi quanto da lei affermato.

Come avrà notato, nella mia interpellanza non si parlava assolutamente di punizioni, di interventi o di altre cose di questo tipo, perché, come ha giustamente detto, vi sono tutti gli strumenti sotto questo punto di vista che può utilizzare l'Azienda. Quello che io ho chiesto è una cosa molto diversa, ossia la tutela dell'immagine di quell'azienda e degli altri operatori. Ha poi ampiamente parlato rispetto a uno dei tre casi, io rilevo che negli altri due casi in uno stiamo parlando comunque di una persona che anche se non svolgeva in quel momento... se comunque la sua condanna non è legata all' incarico di quel momento, ha una condanna, quindi capiremo anche quali sono stati i provvedimenti presi perché dalla mia interrogazione scritta risultava semplicemente lo spostamento da un posto all'altro, mentre sull'altra idem, chiederemo, perché, come le avevo già fatto notare durante un'interpellanza, tutto l'Ospedale è tappezzato di locandine che ci dicono che cosa avviene se uno di noi prova in qualche modo anche solo a rivolgersi in maniera poco educata a un operatore sanitario. Sotto questo punto di vista, ognuno è libero di fare quello che vuole nella sua vita privata, però, quando si entra a contatto di una struttura pubblica e quando si ha a che fare con degli operatori sanitari, ce lo ricorda anche, come dicevo, la locandina di cui è tappezzato l'Ospedale, che in qualche modo dobbiamo comportarci, quindi anche su questo faremo ulteriori approfondimenti.