Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 4517 del 13 marzo 2025 - Resoconto

OGGETTO N. 4517/XVI - Interpellanza: "Estensione del bonus per l'incremento volumetrico, previsto nella "Legge Casa", agli interventi del patrimonio edilizio esistente".

Sammaritani (Presidente) - Riprendiamo i lavori con l'iniziativa n. 52. Espone l'interpellanza il consigliere Distort, prego.

Distort (LEGA VDA) - Persevero nel mio dialogo normativo sulle politiche della casa, occorre tener conto che circa l'80% dei Valdostani è proprietario di un edificio, o anche più di un edificio, oppure almeno di una porzione, quindi il tema della casa, e quindi della disciplina edilizia, riguarda in media l'80% della popolazione del nostro territorio. Questo è un primo dato che inquadra l'importanza di quest'iniziativa. L'altro dato è la tutela ambientale attraverso il contenimento di consumi energetici. Lo scorso anno noi abbiamo approvato un piano energetico ambientale regionale condividendo alcuni presupposti di base. Per inquadrare quindi il quadro normativo, PEAR, andiamo un po' più indietro, nel 2015, la legge regionale 13, che contiene argomentazioni fondamentali sulla valorizzazione delle prestazioni energetiche degli edifici e ancora indietro andiamo nel 2009 con la legge regionale 24, nota come legge Casa. Perché cito queste leggi? Perché è proprio il rapporto tra queste leggi l'oggetto alla base di quest'iniziativa. È del tutto evidente che ci sono schieramenti politici che vedono nell'attività edilizia una minaccia per il territorio, mentre ce ne sono altri, come in tutta sincerità la Lega, che vede l'attività edilizia come una risorsa da gestire in modo intelligente e coraggioso, giusto per inquadrare anche un quadro politico oltre che normativo.

Il busillis di quest'interpellanza è una quota di 5% di premio volumetrico previsto dalla legge 13/2015 sugli interventi di ristrutturazione e di nuova costruzione, laddove le prestazioni energetiche dell'intervento superano di una determinata percentuale i minimi requisiti posti dalla normativa. Mi spiego: se prevedo di costruire una casa o di ristrutturarne una esistente e adotto delle soluzioni progettuali che mi permettono di avere prestazioni energetiche molto superiori ai minimi di legge - questo molto è dato da percentuali -, posso beneficiare di un 5% di volume in più rispetto alle previsioni del piano regolatore. Ottima opportunità che incentiva a costo zero per la Pubblica Amministrazione l'orientamento dei privati verso edifici a basso impatto energetico, con i benefici ambientali che ne derivano. La legge regionale 13/2015 aveva poi cercato di interagire con la legge richiamata 24/2009, cioè con la legge Casa, consentendo di permettere che questo extra bonus volumetrico del 5% potesse sommarsi agli incrementi volumetrici della legge Casa, ma per una sola categoria di interventi, infatti compare una limitazione che, in tutta sincerità, io ritengo priva di senso e cioè che l'extra bonus del 5% si può applicare agli interventi di ampliamento del 20%, quelli previsti di cui all'articolo 2 della legge Casa, ma non agli interventi di incremento del 35%, articolo 3, cioè interventi di demolizione e ricostruzione. Allora questo è il nodo cruciale di quest'interpellanza. L'extra bonus volumetrico del 5% deriva da una finalità ambientale di incentivazione degli interventi virtuosi di efficientamento energetico. L'obiettivo di questo 5% quindi è favorire e spingere, incentivare l'alta prestazione energetica degli edifici sul nostro territorio, non è un premio generico per soddisfare gli appetiti di ampliamento. Allora, se l'obiettivo è incentivare il maggior numero di interventi di nuova costruzione o di ristrutturazione di edifici in modo che abbiano le migliori prestazioni energetiche possibili, riducendo quindi i consumi energetici a vantaggio quindi dell'ambiente, io mi chiedo per quale motivo si consente l'applicazione di questo extra bonus del 5%, nell'ambito degli interventi di piano casa si consente nel caso di cui all'articolo 2, quindi incremento del 20% e non nel caso dell'articolo 3, incremento 35%, dove nella demolizione e ricostruzione è anche molto più facile da gestire un efficientamento energetico particolare dell'immobile, quindi questo bonus del 5%, se venisse applicato anche ai casi di demolizione e ricostruzione negli interventi di piano casa, con un incremento del 35% che arriverebbe poi a un 40%, questo favorirebbe immediatamente l'innesco di meccanismi virtuosi di qualità energetica degli edifici. Il fatto che non mi risulta sia sommabile questo 5% ai casi di cui all'articolo 3, allora mi chiedo - motivo appunto dei quesiti dell'interpellanza - perché si fa questo distinguo? Perché c'è questa limitazione nell'estensione di volume, che, appunto, nasce da una ratio di prestazione energetica. Come dicevo prima, non certo per avere del volume in più sic et simpliciter.

Siccome un'interpellanza non va soltanto a chiedere e a porre dei quesiti su qualcosa, su qualche dettaglio, chiedendo semplicemente perché, ma presuppone anche di capire quali sono gli orientamenti del Governo, vorremmo capire se questo Governo ritiene o non ritiene che incentivare un'attività edilizia virtuosa dal punto di vista delle prestazioni energetiche sia una corretta politica sulla casa. La limitazione poi non riguarda, tra l'altro, solo i casi di demolizione e ricostruzione con ampliamento del 35%, ma anche tutti gli interventi nei centri storici, infatti la limitazione - l'applicazione di questo bonus del 5% - si attua anche nelle zone A. Verrebbe da dire: certo, nelle zone A ci sono fabbricati storici... Non è poi così vero, perché già la legge Casa ha introdotto la possibilità di applicazione sia dell'articolo 2 che dell'articolo 3 anche nei centri storici, previa ovviamente classificazione degli edifici, perché esistono centri storici con edifici che non sono né monumento, né documento, né di pregio, ma possono essere quindi oggetto anche di demolizione e ricostruzione, ovviamente con tutta una serie di caratteristiche che poi verranno verificate dalle commissioni edilizie competenti. Mi pare quindi di aver chiarito. Non voglio aggiungere altro perché il tema è molto tecnico, ma l'esposizione vuole rimanere anche sintetica di per sé. Andiamo ai quesiti: "per quali motivi si è scelto di escludere dagli interventi di cui all'articolo 3 della legge 24/2009 (legge Casa) dall'applicazione dell'ulteriore bonus del 5% contenuto nella legge richiamata in premessa con l'ulteriore esclusione dell'applicazione nelle zone A, quindi perché la ratio di questa limitazione; se sia intenzione del Governo regionale estendere il bonus del 5% anche agli interventi di cui all'articolo 3 della legge regionale 24/2009 e quindi anche nelle zone A".

Presidente - Per il Governo, risponde l'assessore Bertschy.

Bertschy (UV) - Rispondo ovviamente in collaborazione con l'assessore Sapinet. Si tratta di due leggi: la legge 13/2015 dell'Assessorato che riguarda la delega sull'energia, mentre le altre leggi sono di competenza dell'assessore Sapinet. Il tema che introduce ha dei risvolti di tipo tecnico, ma anche una visione di tipo politico e anche un approccio che è importante. Lei ha considerato il tema come anche rappresentante della Lega, in generale io credo che, rispetto alla casa, rispetto ai temi del recupero del territorio e dell'efficienza energetica, possiamo tranquillamente dire che, come Union Valdôtaine e come movimenti che hanno a cura questi temi, siamo a lavorare per cercare di creare le migliori condizioni affinché i nostri cittadini possano utilizzare al meglio le leggi, soprattutto nei casi che lei tratta rispetto all'applicazione della legge 15 e a tutto quello che va considerato per migliorare la situazione degli investimenti e la semplificazione di tutti quei procedimenti che possono portare a un migliore efficientamento dei nostri edifici, attraverso l'ampliamento, come dato dall'articolo 2 della legge 4, la demolizione e ricostruzione dell'articolo 3 e attraverso anche un atteggiamento politico rispetto ai centri storici che, seppur confinato da una non competenza diretta, sia quello di avvicinarci sempre più ai bisogni di chi i centri storici li abita, soprattutto quei centri storici che non sono ricco patrimonio di alcune località, ma sono quei centri storici di vecchio utilizzo da parte di tutte quelle persone che stavano nei centri storici, ma semplicemente perché svolgevano attività agricola rurale e di quelle case oggi se n'è fatto un uso come prime abitazioni, ma con tutti i limiti di case che sono nate con tutto un altro tipo di bisogno. Lo dico perché ci abito in centro storico e ho ristrutturato la casa della mia bisnonna nel centro storico, quindi a volte si generalizza un po' a parlare semplicemente dei centri storici. I centri storici hanno bisogno di una visione nuova se li vogliamo recuperare, se non li vogliamo vedere continuamente più abbandonati. Ci sono stati i tempi degli anni Ottanta e Novanta dove i piani regolatori sono scappati dai centri storici andando a occupare dei nuovi terreni, oggi abbiamo un'occupazione dei terreni, abbiamo i centri storici in alcune località sempre più abbandonati, perché comunque ci sono difficoltà a vivere nei centri storici e le difficoltà sono ancora più importanti quando si debbono poi recuperare queste abitazioni.

Lei ci chiede al primo quesito: "per quale motivo si è scelto di escludere gli interventi di cui all'articolo 3 della legge regionale 24/2009 dall'applicazione degli ulteriori bonus del 5% contenuti nella legge richiamata in premessa, con esclusione dell'applicazione delle zone A". Queste scelte non sono scelte di questi ultimi anni, quel tipo di scelta nasceva per recepire l'articolo 14 del decreto legislativo 102/2014 e dell'articolo 12 del decreto legislativo 28/2011, articoli che avevano introdotto a livello nazionale deroghe alle distanze minime e bonus volumetrici per favorire la riqualificazione energetica degli edifici. Nel recepimento regionale di tale normativa le strutture competenti in materia di energia e quelle in materia urbanistica avevano cercato di rendere coerenti tali disposizioni con quanto previsto a livello regionale dalla legge 24/2009, introducendo quindi i commi 7 e 8 dell'articolo 4 legge 13/2015. In particolare il comma 8 era stato inserito per evitare che la realizzazione di un cappotto sull'intero edificio comportasse l'utilizzo di una quota rilevante della percentuale di ampliamento, pari al 20% previsto dall'articolo 2 della legge 24, riducendo i benefici dell'ampliamento medesimo disincentivando la realizzazione del cappotto sulla parte di edificio preesistente e non oggetto di ampliamento. L'articolo 3 della legge 24/2009, nei casi di quell'articolo, comportante quindi la totale demolizione e ricostruzione di un fabbricato, al tempo la si riteneva già prevista, come nella possibilità di ampliamento maggiore pari al 35%. La percentuale era stata ritenuta sufficiente per contemperare le esigenze di risparmio energetico richieste dalla norma e quelle di corretto sviluppo urbanistico, rimanendo nell'ambito della definizione di ristrutturazione edilizia. Il ragionamento che allora era stato fatto... in quel 35 c'è anche il 5, per semplificare, che vuol dire che nel caso di ampliamento è il 20, nel caso di ricostruzione è il 35, ma, se ci togli 5, è un +10, questa è la sommatoria.

Quando si parla di percentuali, è anche, a mio avviso, sempre un po' superficiale la percentuale, perché la percentuale è riferita a un volume, un volume di 100 il 20%,è una roba, un volume di 1000 è un'altra cosa, quindi anche l'approccio percentuale personalmente io non lo condivido, perché, se uno ha un volume piccolo, una casa piccola, il 20% sarà sempre piccola roba e non gli permetterà mai di completare magari l'organizzazione di una casa, soprattutto se stiamo parlando nei casi specifici di centri storici. È chiaro che fare questi ragionamenti è sempre complicato perché c'è tutto il tema poi che preoccupa il legislatore e anche, a volte, l'atteggiamento politico, delle speculazioni che vanno evitate, ma lei giustamente diceva che è un tema, quello della casa, che riguarda l'80% delle persone, generalmente persone che hanno bisogno intanto di avere una casa e di poter abitare nelle condizioni igieniche e sanitarie migliori possibili.

La domanda n. 2 è quella un po' più politica, rivolta a noi: "se sia intenzione del Governo regionale estendere il bonus del 5% anche agli interventi di cui all'articolo 3 della legge regionale 24/2009 e nelle zone A". Intanto per la legge 13/2015 sarà necessario recepire un decreto, del quale siamo in attesa, che dovrebbe dare tutte le disposizioni per l'applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e definizione delle prescrizioni dei requisiti minimi degli edifici, a cui si dovrà far riferimento a livello regionale e che è strettamente connesso all'applicazione di bonus oggetto della presente interpellanza. Dico questo perché questo recepimento ci permetterà - e vengo alla risposta politica - di intervenire anche sul tema del 5% e di fare un ragionamento complessivo; ovviamente siamo a confine delle deleghe, credo questo un tema molto più di tipo urbanistico del quale me ne occupo per quanto riguarda la legge 13/2015 e che attiene ai lavori della III Commissione, però nel recepimento di questo decreto noi porteremo sicuramente all'attenzione per dire che un buon efficientamento deve passare per dei volumi a disposizione, ma soprattutto per i lavori che servono per efficientare le case, perché la limitazione potrebbe anche essere non corretta. L'atteggiamento quindi da parte nostra sarà sicuramente quello di andare a ragionare sulle attuali disposizioni che avevano un'altra natura, c'erano altre direttive anche a livello europeo per capire se l'applicazione può essere concretamente messa a disposizione degli obiettivi della legge e non di altre finalità che obiettivamente ci debbono preoccupare, ma allo stesso tempo non ci devono neanche fermare con il lavoro che dobbiamo fare per migliorare le nostre disposizioni.

C'è il tema delle zone A, dove non abbiamo competenza primaria ma dove, come dice lei, rispetto alla classificazione e al lavoro che si può fare sugli edifici, bisogna avere quella visione della quale parlavo in premessa e che è una visione che ci deve permettere e deve permettere soprattutto a coloro che queste abitazioni ce l'hanno di arrivare alla possibilità di realizzare degli investimenti che siano coerenti alle grandi somme finanziarie che oggi vanno messe a disposizione per realizzare una ristrutturazione o un restauro. Noi quindi ci proveremo, siamo in una fase di legislatura che tutti conosciamo, però questo è l'atteggiamento che porteremo.

Dico anche in conclusione che la legge 13/2015 sta dando grandi risultati, nell'ultimo triennio abbiamo messo a disposizione più di 18 milioni di euro di finanziamenti, che, come tutti sappiamo, sono all'1% e possono arrivare allo 0% per quegli interventi che vanno a eliminare le fonti fossili, quindi una legge che sta funzionando e che, con delle disposizioni ben adattate anche sotto il profilo urbanistico, potrà funzionare ancora meglio.

Presidente - Grazie Assessore. Per la replica, la parola al consigliere Distort.

Distort (LEGA VDA) - Grazie Assessore per la risposta. Confesso che ci sono persone all'interno di questo Consiglio di cui io ho particolare stima e lei è una di queste, assessore Bertschy, anche per la sua capacità di avere visione, di saper gestire e trattare i temi. In questo caso, però, mi permetta di dire che io osservo un timore, vorrei poter essere uno strumento per il superamento di questo timore, timore che, in qualche modo, è una sorta di atteggiamento che subisce le indicazioni che vengono dal lato tecnico della macchina amministrativa e con questo non voglio fare delle critiche, perché giustamente ognuno, anche come tecnico, può avere una sua visione nei confronti dell'edilizia che presuppone un'idea di base, un'ideologia di base, anche una politica. È del tutto normale, anche perché io le posso dire che da tecnico, da architetto, io ho un modo di concepire l'edilizia che non è necessariamente identico a qualunque mio collega, però bisogna superare questo timore, questa sorta di autocensura, che si mette in atto nei confronti dell'edilizia, pensando che i metri cubi, la costruzione, la realizzazione e l'ampliamento sia comunque una sorta di peccato originale. Questo deve essere superato. Non metto in dubbio che lei voglia andare in questa direzione, però mi permetto - se non altro perché ho qualche anno più di lei e quindi un po' di storia in più - di suggerirle, di consigliarle, come Consigliere giustamente, che bisogna ardire di più, bisogna osare, ma semplicemente perché dietro, nella premessa, quando io introducevo l'argomento riferendo al fatto che l' 80% dei Valdostani è proprietario di immobili, immobili intesi come case, come edifici, questo è un dato estremamente importante, così come un dato importante è il fatto che c'è tutta una serie di zone di media montagna, di parti di territorio che sono destinate e che hanno già iniziato un lento cammino inesorabile verso l'abbandono che hanno bisogno di un'inversione di rotta e questa inversione di rotta deve avvenire attraverso dei meccanismi. Quello che è stato capito da questa legge, da questo articolo della legge 2015, che recepiva questo bonus del 5%, è stato proprio andare a premiare con il 5% di volume in più, è vero, è un dato puramente numerico, però comunque il progettista sa gestire questo dato numerico e trasformarlo in dato qualitativo. Questo 5% in più quindi, così come parallelamente la legge Casa, con un incremento del 20% in un caso, 35% in un altro, sono casi che possono mettere in moto meccanismi virtuosi.

È chiaro, noi oggi ci troviamo anche di fronte a una situazione sicuramente critica che è quella del The Stone, però alla quale la legge 24 avrebbe già individuato comunque dei limiti, degli inquadramenti corretti e sani sul volume massimo di 3.000 metri cubi, oltre 3.000 metri cubi non si può applicare l'articolo 3, la demolizione e la costruzione, si fa un altro intervento che segue le norme del piano regolatore. È chiaro che poi, come in quel caso lì, i 3.000 metri cubi sono oggetto di due diverse interpretazioni di calcolo sul volume esistente, è chiaro che anche lì bisogna poi fare un'ulteriore indagine, ma la legge di per sé è buona e la legge di per sé ha individuato anche delle situazioni di limite che possono invece diventare, anziché interventi virtuosi, interventi critici.

Io auspico che questo Governo prenda in considerazione, siamo a fine legislatura, è vero, probabilmente ora che si prende una decisione non diventerà operativa, però io non mi fermo di fronte né a un dato temporale e neanche a una diversa visione, a costo di diventare molesto, tanto il mio carattere rimane sempre questo, ma credo in quest'iniziativa e continuerò a lavorare e indirizzare l'attività del Governo in questa direzione.