Oggetto del Consiglio n. 4467 del 12 marzo 2025 - Resoconto
OGGETTO N. 4467/XVI - Discussione generale e inizio della votazione del D.L. n. 175: "Disposizioni per la tutela, la valorizzazione e la promozione dell'artigianato valdostano e nuova disciplina dell'Institut Valdôtain de l'Artisanat de Tradition (IVAT), ora denominato l'Artisanà".
Bertin (Presidente) - Punto n. 4.01. Si esamina il nuovo testo predisposto dalla IV Commissione consiliare, sono stati presentati 13 emendamenti da parte del gruppo Rassemblement Valdôtain e due emendamenti dal consigliere Lavy. Inoltre sono stati presentati due altri emendamenti, uno da parte di PCP, uno dalla maggioranza e un altro dal gruppo di Forza Italia, che sono stati depositati questa mattina.
Il relatore del disegno di legge è il consigliere Jordan, che si è prenotato e a cui passo la parola.
Jordan (UV) - L'artisanat traditionnel de la Vallée d'Aoste représente bien plus qu'un simple savoir-faire: il incarne l'identité culturelle, les traditions et l'histoire d'une communauté, représente un patrimoine culturel et historique d'une valeur inestimable. Chaque objet artisanal raconte une histoire unique, transmise de génération en génération, témoignage d'un lien profond entre l'homme et son environnement. Valoriser l'artisanat local signifie non seulement préserver ce patrimoine inestimable, mais aussi soutenir l'économie locale et encourager une production respectueuse des ressources naturelles. Dans un monde de plus en plus globalisé, où la production industrielle vise à standardiser les produits, l'artisanat offre une alternative authentique et durable, favorisant des pratiques éthiques et équitables. En soutenant l'artisanat typique valdôtain, nous contribuons à préserver notre particularisme et notre diversité culturelle en assurant ainsi la transmission d'un savoir-faire qui fait partie intégrante de notre histoire tout comme de notre avenir. Et c'est dans ce sens que j'ai, nous avons présenté en Commission des amendements au projet de loi. La sauvegarde et la valorisation des métiers traditionnels est essentielle, les artisans doivent faire face à de nombreux défis, parmi lesquels, le fait de savoir toujours s'adapter au temps présent.
De même un artisanat moderne s'est développé en identifiant de nouvelles fonctions pour l'utilisation des objets qui sont devenus des accessoires d'ameublement, des accessoires vestimentaires, en utilisant de nouveaux matériaux, en réalisant des nouvelles formes avec l'introduction du design et de nouvelles techniques de production. En 1987 le thème de la modernité était à la une et je cite : "Aujourd'hui on assiste à un regain d'intérêt pour toutes les formes d'artisanat et surtout on ne le fait plus dans une optique de conservation des choses, irrémédiablement perdue, mais selon une vision qui tient compte des goûts d'aujourd'hui, c'est alors redonner la vie à des modèles classiques à travers l'imagination d'aujourd'hui". Vous voyez, collègues, les objets en bois appartiennent à la tradition ; tradition qui semblerait hostile, par définition, à la modernité, mais chaque année, lors de la Saint'Ours, les inventions des artisans savent nous surprendre, nous émerveiller. En ce sens elles sont modernes, elles appartiennent au présent et ainsi la Foire devient non plus seulement le témoin des contradictions entre périodes historiques, mais aussi le symbole d'un nouvel élan de modernité, presque un paradoxe, un fil rouge qui plonge ses racines dans le passé, mais qui a la force de se rattacher au futur, C'est pour cela que l'artisanat valdôtain ne craint ni le progrès, ni la modernité. Cela représente une évolution de l'artisanat qui témoigne encore une fois de plus sa vitalité et de sa capacité à se renouveler et à saisir des nouvelles opportunités.
Le défi futur de l'artisanat va se jouer entre la culture, l'économie et l'éthique. La protection du patrimoine devient une identité qui peut être valorisée en termes de marketing et de commercialisation de leurs produits. D'autre part, le développement des entreprises artisanales et la commercialisation de leurs produits sont nécessaires afin de préserver et transmettre un savoir-faire. Pour cette raison il faut mettre en place des politiques de sauvegarde, notamment à travers des labels de qualité, des aides financières et des nouveaux modèles de formations adaptées aux nouvelles générations.
La finalità del presente disegno di legge è pertanto quella di disciplinare la produzione artigianale valdostana in quanto portatrice di valenze storiche, tradizionali, territoriali e artistiche, riconducendo i capisaldi dell'azione pubblica in un testo normativo unitario, delineando così un quadro completo di misure e di strumenti per la tutela e la valorizzazione.
Uno degli obiettivi più ambiziosi del presente disegno di legge, assieme alla classificazione dell'artigianato valdostano, è quello di creare sul territorio un sistema formativo integrato, che investa sul futuro, che favorisca la crescita anche con il coinvolgimento di soggetti privati. Il testo riconosce inoltre il valore di produzioni artigianali storico-tradizionali nate e sviluppatesi nel contesto della civiltà agro-pastorale antecedente alla modernizzazione, frutto dell'ingegno, della creatività e della manualità di generazioni di artigiani. Esse rappresentano un patrimonio culturale, materiale e immateriale di inestimabile valore. Nel futuro assetto delle politiche pubbliche di promozione dell'artigianato valdostano è confermato il ruolo dell'Institut Valdôtain de l'Artisanat de Tradition (IVAT) la cui nuova denominazione sarà l'Artisanà, ovvero di un ente pubblico strumentale della Regione che persegua l'obiettivo di sviluppare, valorizzare e promuovere - anche all'esterno del territorio regionale e in ambito internazionale - il nostro artigianato, con una particolare attenzione a quello storico-tradizionale.
È prevista l'istituzione di un nuovo assetto dell'organismo, più coerente e più rispetto ai recenti sviluppi della normativa in materia di enti pubblici e caratterizzato da una struttura organizzativa più moderna, più snella, un ente che continui a presidiare sia la matrice culturale dell'artigianato, attraverso l'attività del Museo dell'artigianato valdostano di tradizione (il MAV), sia la matrice economica dello stesso, tramite azioni a favore dello sviluppo delle imprese artigiane.
Nello specifico, il disegno di legge si compone di trenta articoli.
Il primo articolo detta l'oggetto e le finalità del disegno di legge e per questo valgono le considerazioni che ho fatto in premessa, con particolare riferimento alla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e identitario rappresentato dal nostro artigianato, ma soprattutto relativamente a quello storico e a quello tradizionale, che sono testimoni fedeli del nostro patrimonio culturale, che dimostrano quanto fosse importante il legame, come dicevo prima, tra la persona e il territorio.
L'articolo 2 tratta la classificazione dell'artigianato valdostano. Nello specifico, il comma 1 indica che l'artigianato valdostano deve essere classificato nelle sue espressioni storiche, tradizionali, territoriali e artistiche, al fine di differenziare gli interventi di tutela, valorizzazione e promozione anche nei suoi aspetti innovativi. Nella norma è proposta una nuova classificazione dell'artigianato, tale definizione parte da un punto fermo, che è rappresentato dall'artigianato di tradizione e storico, che è bene ricordare, è un patrimonio di materiali, di conoscenze e di valori identitari, di processi creativi, straordinari, unici. L'artigianato valdostano, con la sua vitalità, espressività e capacità di ricollocarsi, deve cogliere positivamente l'evoluzione e la contemporaneità nelle forme, nei materiali, nelle funzioni d'uso, valorizzando l'eccellenza dell'espressione artistica e diventando attrattivo rispetto e nei confronti della modernità. In tal senso le classificazioni, assicurando inclusività, permetteranno di dare il giusto valore e far cogliere nuove opportunità a tutte le forme dell'artigianato valdostano. La proposta di revisione delle leggi regionali, tramite questo nuovo testo, parte dalla constatazione del nuovo contesto sopra descritto, nel quale è comparso un artigianato moderno accanto a un artigianato legato alla tradizione. Di fronte a questa situazione, in una prospettiva storico-evolutiva, la revisione opera in due direzioni: la prima di inclusione, la seconda di differenziazione, accentuando in entrambi casi l'identità di un patrimonio culturale valdostano, quindi la volontà della revisione innanzitutto è quella di distinguere gli oggetti dell'artigianato valdostano, che agli occhi di un pubblico poco attento e poco informato rischiano di essere confusi e omologati con quelli di altra provenienza e addirittura con prodotti più industriali. In più questa nuova impostazione impreziosisce maggiormente i manufatti nelle loro articolazioni più ricercate di valore. Sarebbe antistorico e inefficace, ed è stato così anche nel passato, qualsiasi tentativo di limitarsi a conservare staticamente un artigianato, ancora legato a dei beni strettamente destinati alle attività rurali, in un contesto di cui ho già parlato prima, che è completamente mutato, mentre invece si sta affermando un artigianato di eccellenza, con una veste artistica. La classificazione dunque è inclusiva, non stabilisce una gerarchia di valori tra artigianati diversi, ogni tipo di artigianato ha le sue peculiarità, ogni tipo di artigianato ha la sua dignità e, per intenderci, non troveremo più la definizione residuale di equiparato. La nuova classificazione può anche rappresentare uno strumento di marketing, con l'adozione di contrassegni, questo per sottolineare, per differenziare l'identità dell'oggetto.
Nel corso della definizione del disegno di legge è stato dibattuto molto su quale fosse lo strumento amministrativo più adatto a disciplinare i metodi di classificazione. Lo strumento normativo, a nostro avviso, deve definire i principi e, date le difficoltà a categorizzare il così variegato e mutevole contesto dell'artigianato, crediamo che sia preferibile l'utilizzo di strumenti deliberativi, più flessibili, più facilmente adattabili. In tale ottica, a maggior tutela del nucleo storico e tradizionale del nostro artigianato, è stata inserita come emendamento nel testo che avete oggi in aula una formulazione di salvaguardia, che parte dal presupposto che i contorni di tale artigianato - e mi riferisco a quello storico, tradizionale - sono così ben definiti culturalmente e così ben delimitati che non possono essere qualificati diversamente. Per le altre forme di artigianato invece una classificazione tra artigianato tout-court, artigianato tradizionale, artigianato valdostano non permette di stabilire dei limiti e dei confini netti, ma, data la possibilità di sovrapposizione tra le diverse aree, è preferibile, come dicevo, utilizzare strumenti più flessibili. Su questo tema il confronto del gruppo di lavoro è stato importante, questo ha significato delle difficoltà nel riuscire a categorizzare tutto l'artigianato, ma non c'è nulla di nuovo, non è una questione recente.
Il consigliere Fiou, relatore della legge dell'artigianato del 2003, indicava: "Questo schema di identificazione di categorie non pretende di essere esauriente riguardo al dibattito più generale sul rapporto opera artigianale-opera artistica, sul significato di evoluzione dell'uso degli oggetti". Ancora diceva: "Non pretende di dare una definizione teoricamente puntuale di quali sono i limiti in cui comprendere opere di un tipo piuttosto di un altro, ma piuttosto proporre riferimenti certi per regolare operativamente un'attività". È interessante questo passaggio ed è proprio quello che abbiamo fatto in questo periodo con questa legge.
È anche attuale quello che ha detto la consigliera Charles - et je cite - : "Dans l'artisanat il y a un défi continuel, mais aussi il y a la nécessité d'être tout le temps performants, fantaisistes, sensibles, capables de dominer les situations et le marché, toujours traditionnels et jamais répétitifs". Ma ancora è utile per la discussione odierna quanto è stato detto da parte delle opposizioni di allora e riprendo: "Siamo perplessi - dicevano nel 2003 - sul filone che si è voluto perseguire nell'impostare questa legge e il fatto che si arrivi a ipotizzare tutta una serie di definizioni, tutta una serie di categorie; siamo perplessi che si faccia con un'elencazione che ha la pretesa di essere puntuale - e continuo - è sempre difficile e pericoloso fare le elencazioni che vogliono essere esaustive. Avremmo auspicato che ci si attenesse a principi ai quali fa riferimento, con la possibilità di avere un'elasticità nell'includere i singoli oggetti e le singole produzioni". Vedete, tutte considerazioni che dopo 20 anni continuano a essere riproposte, ma anche elementi utili da cui abbiamo tratto elementi e di cui abbiamo tenuto conto.
L'articolo 3 disciplina l'istituzione di un Comitato tecnico per la tutela e la valorizzazione dell'artigianato, con l'obiettivo di fornire pareri in merito alla classificazione, con l'obiettivo di fornire indirizzi alla modalità di realizzazione delle attività svolte. L'emendamento che abbiamo proposto in Commissione ha permesso l'introduzione di un ulteriore punto: la definizione di un codice etico, un codice finalizzato alla diffusione di un artigianato unico di qualità, contenente impegni, valori morali che rappresentano in un tale ambito un sistema valoriale.
L'articolo 4 disciplina le attività svolte dalla Regione, poi riprese negli altri articoli.
L'articolo 5 istituisce il registro dei produttori.
L'articolo 6 disciplina la Fiera ed evidenzia che il logo "La Saint'Ours" costituisce il marchio della Fiera.
L'articolo 7 è destinato ai premi-acquisto ed è con questo articolo che vorrei fare due considerazioni sull'eccellenza artigiana, sull'alto valore artistico. Nella produzione artigianale di eccellenza troviamo la creazione di manufatti e non la loro semplice produzione o riproduzione, sono concetti simili ma che partono da punti di vista molto differenti. Nei mestieri d'arte la creatività è una forza assolutamente dinamica, una mescolanza di visione, di passione e di competenze. Nella creazione c'è il concetto di autenticità, ciò che è autentico è vero e genuino solo se può essere fatto risalire a una determinata passione, in un determinato tempo, in un determinato luogo e soprattutto se riflette i valori storici, artistici e sociali. Nella creazione c'è il concetto di unicità creare un'opera d'arte unica e dobbiamo cercare di dare una base quanto più chiara e documentata e condivisibile alle caratteristiche di un prodotto artigianale che è eccellente e che dovrebbe possedere; questo significa facilitare la trasmissione della sua unicità e bellezza, contribuendo a quella forma di quel riconoscimento, di quel l'è dzen, l'è fran bièn fé [traduzione letterale dal patois: è bello, è proprio ben fatto], che dell'artigianato valdostano è l'ingrediente principale.
L'articolo 8 disciplina il sistema di formazione e di trasmissione dei saperi.
L'articolo 9 istituisce l'elenco dei formateurs e dei maîtres artisans e qui si rende necessaria - e lo si farà con gli atti deliberativi - una ridefinizione maggiore dei requisiti in modo che si possa assicurare una migliore formazione.
L'articolo 10 disciplina i corsi per l'apprendimento di tecniche artigianali, così l'articolo 11 in merito all'orientamento e avvicinamento.
Ancora l'articolo 12, la formazione professionale. À ce propos, pour préserver et valoriser ces savoir-faire ancestraux, plusieurs formations professionnelles sont proposées pour acquérir, pour perfectionner les compétences artisanales. La maîtrise de l'artisanat et de l'artisan est le fruit d'une application pratique et constante et passionnée des connaissances acquises à travers un long processus qui aboutit des compétences solides, mais la transmission des connaissances est un processus dynamique qui dépasse les limites de la formation. La maîtrise n'implique pas seulement la connaissance d'un métier spécifique, les parcours de formation doivent toucher différents domaines permettant aux participants de maîtriser les techniques traditionnelles tout en développant une approche moderne de la création artisanale, une formation multidisciplinaire, une formation multisectorielle qui puisse donner aux artisans tous les outils pour transformer leur passion dans une activité économique durable.
Nell'artigianato valdostano spesso riscontriamo una buona sintesi tra tradizione e innovazione; l'innovazione è universalmente definita come la capacità di modificare ciò che esiste ed è generalmente associata alle nuove tecnologie, è per questo che spesso si contrappone alla tradizione, eppure nel nostro caso è proprio attraverso l'innovazione che si mantiene viva la tradizione, traghettandola, portandola nel futuro.
Un altro concetto, il design, gioca un ruolo fondamentale nel mantenere viva quest'eredità culturale, reinterpretandola in chiave contemporanea, senza però perdere il legame con le radici storiche della nostra Regione. Negli ultimi decenni il design ha assunto un ruolo rilevante, riscontriamo ogni anno un numero crescente di artigiani che diventano in qualche modo designer, che creano oggetti d'arte. Queste contaminazioni positive, generate dal dialogo tra innovazione e maestria artigiana, permettono di mantenere le caratteristiche tradizionali degli oggetti ma con nuovi modi, attrezzi, forme, stile, funzionalità, di pari passo con l'evoluzione dei gusti, quindi il connubio tra design e artigianato rappresenta una grande opportunità per il futuro. Eventi come la Fiera di Sant'Orso dimostrano come l'artigianato valdostano possa evolversi senza perdere la propria identità.
L'articolo 13 descrive le finalità degli incentivi, volti a tutelare, conservare e sostenere il patrimonio culturale. La norma in tal senso rappresenta anche un rilancio delle manifestazioni fieristiche territoriali, che anche grazie al sostegno economico e di coordinamento, possono diventare integrative, possono diventare sinergiche rispetto ai grandi eventi regionali.
L'articolo 14 disciplina la concessione dei contributi finalizzati a incentivare le produzioni artigianali a rischio di un progressivo abbandono. Uno degli effetti della globalizzazione è stata la spersonalizzazione dei luoghi, la spersonalizzazione dei caratteri, perfino delle abitudini. È sempre più raro trovare delle attività economiche che trasmettono l'autentica cultura locale e soprattutto artigiani locali che hanno il compito di trasmettere le tradizioni locali e offrire i loro prodotti altrove non riproducibili. I saperi artigiani rappresentano quindi un patrimonio unico e abbiamo il dovere di conservarlo e tramandarlo. In questo senso saranno avviate azioni specifiche riguardo alle produzioni che rischiano di scomparire, da un lato attraverso il sostegno alla produzione, ma soprattutto, ed è la cosa più importante, attraverso la diffusione della conoscenza dei saperi, così che non vadano persi.
L'articolo 15 sostituisce l'articolo 1 della legge 10/2007, che disciplina l'IVAT, cambiandone il nome, cambiandone la denominazione in Artisanà e l'ho già indicato precedentemente. L'IVAT, ora Artisanà, è e rimarrà difatti un ente di tutela e di valorizzazione, ma nel contempo diventa sempre di più uno strumento di promozione marketing.
L'articolo 16 descrive le attività culturali svolte dal Museo dell'artigianato valdostano di tradizione, la sua struttura museale rappresenta un'eccellenza in tale ambito, in particolare la norma ne individua gli obiettivi, la tutela, la conservazione, la valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale.
L'articolo 17 descrive le attività di impresa svolte dall'Artisanà.
L'articolo 18, nel dettaglio, indica le attività di carattere promozionale, tra le quali è importante che ci sia una promozione tematica ma anche territoriale, in sinergia con gli altri enti e istituzioni, ma ancora l'applicazione di contrassegni sulle opere per garantire la loro autenticità.
L'articolo 19 assegna all'Artisanà l'attuazione di attività formative, da inserire nel sistema regionale di formazione.
L'articolo 20 stabilisce quali sono gli organi dell'Artisanà, mentre gli articoli 21 e 22 ne definiscono le caratteristiche, le composizioni e i compiti. Su questo tema numerosi sono stati gli interventi sia da parte dei Commissari che dei soggetti auditi. Crediamo che il modello proposto dall'Assessore e dalle sue strutture sia quello corretto, che tenga conto del quadro normativo e possa garantire la giusta rappresentatività nell'ente. Proprio in questo senso abbiamo voluto in Commissione emendare il testo proposto per inserire un indirizzo nei confronti dell'organo dell'IVAT, un indirizzo che impegni l'ente a definire forme di partecipazione - e potrebbe essere la consulta degli artigiani - in modo da assicurare la più ampia rappresentanza del mondo dell'artigianato nei processi decisionali.
L'articolo 23 attribuisce funzioni al controllo di revisore legale dell'IVAT, ora Artisanà.
Gli articoli 24 e 25 entrano nel merito dei ruoli e delle funzioni del direttore, così come l'articolo 26, che ne individua le fonti di finanziamento.
Infine - e vado verso la conclusione - gli articoli 27, 28, 29 e 30 recano le disposizioni transitorie, le necessarie abrogazioni e le disposizioni finanziarie. Queste ultime sono importanti, sono significative, pari a 1,6 milioni di euro per l'anno 2025, 2,6 milioni di euro per l'anno 2026 e quasi 3 milioni di euro per l'anno 2027.
Concludo la presentazione ribadendo che le tematiche affrontate per la revisione del testo normativo sono state lungamente condivise con il partenariato, consultando gli attori ritenuti più significativi a vario titolo, operanti nel settore dell'artigianato.
Il disegno di legge arriva all'esame oggi in aula dopo un lungo confronto, che è stato inclusivo, un confronto che è stato partecipativo, in questo senso è doveroso ed è giusto ringraziare tutti coloro che, a vario titolo e funzioni, hanno dato il loro prezioso contribuito, in particolare le strutture dell'Assessorato delle attività produttive e dell'IVAT, nonché le strutture del Consiglio regionale, così come in Commissione consiliare il confronto è stato significativo e costruttivo.
Come relatore, ho avuto l'opportunità - e di questo ringrazio sentitamente l'assessore Bertschy - di approfondire bene il tema e l'ho fatto anche grazie alla disponibilità e all'indubbia professionalità delle diverse persone con le quali ho interloquito, le diverse persone che ho incontrato in queste settimane. Li ringrazio in questa sede per la loro collaborazione, ma soprattutto per la grande passione che ho riscontrato in loro e la presenza e la difesa dei valori che l'artigianato valdostano porta con sé.
Presidente - La relazione è stata illustrata. La discussione generale è aperta. Ha chiesto la parola il consigliere Lavy, ne ha facoltà.
Lavy (LEGA VDA) - Pensavo, Assessore, che nei mesi scorsi avesse un pochino messo nel cassetto questa legge sulla tutela della valorizzazione e promozione dell'artigianato valdostano, un po' per scaramanzia, per poi portarla dopo la Fiera di Sant'Orso, per evitare quello che era successo nel 2008 o nel 2009, adesso mi sfugge proprio l'anno, in cui c'era in discussione una legge che aveva alcuni aspetti simili e altri no e gli artigiani durante la Fiera di Sant'Orso per protesta avevano abbassato dei teli sui loro banchi al passaggio delle autorità, quindi mi sono detto, magari per scaramanzia, per evitare che succedesse di nuovo una cosa del genere: la discussione della legge è iniziata dopo la Fiera, poi no, la legge era già stata scaricata prima, per carità.
Ho notato, sentendo un pochino questi artigiani, in questo tempo, durante appunto l'approfondimento della legge, che non ho visto sentito questo testo di legge in maniera esagerata dagli artigiani, sarà per i diversi motivi che appunto una legge del genere non va a toccare sicuramente il lavoro degli artigiani, non era di certo questa la volontà di una legge del genere, ma forse è una legge che da un lato è passata anche un pochino sottotraccia, questo è positivo, questo è negativo... non lo so, però sono sensazioni che ho. È passata sottotraccia ma non per noi, perché per una volta bisogna dire e bisogna ammettere che c'è stata una condivisione, già a partire dal 2023 abbiamo avuto una riunione in cui sono state presentate delle idee che erano sul tavolo e ci è stato detto da parte dell'assessore Bertschy che comunque qualsiasi contributo che noi avremmo potuto portare poteva essere portato, quindi questo è un atteggiamento che è assolutamente da premiare in qualche maniera, da sottolineare e dispiace che questa legge sia in discussione a fine legislatura, quest'atteggiamento sia arrivato in qualche maniera a fine legislatura su un tema del genere, che, ovviamente, deve essere in qualche maniera condiviso e condivisivo, e che invece non sia successo su altre leggi in cui appunto abbiamo visto scaricate delle leggi della Giunta, essere portate in Commissione, poi subito in Consiglio, senza neanche quasi il tempo di approfondirle. Questo è un gran peccato perché da un lato anche in questa maniera qua condividendo gli attacchi delle opposizioni probabilmente sono meno feroci, dall'altro però c'è un contributo da parte di tutti per migliorare un testo su di un tema che è appunto importante.
Arriviamo ovviamente a noi, al tema di questa legge: la tutela, la valorizzazione e la promozione dell'artigianato valdostano. C'è un aspetto importante in questa legge che è stato toccato anche dal relatore Jordan, che è stato oggetto di emendamenti, sia da parte della maggioranza, sia da parte della minoranza, su cosa sia l'artigianato tipico valdostano. Non sta di certo a noi Consiglieri dirlo perché siamo esperti in materia, sta a dei tecnici, sta a degli esperti che hanno studiato nel corso degli anni quali sono le forme artigianali valdostane, quindi noi in qualche maniera dobbiamo prenderne atto, perché di certo non siamo noi a dire se una cosa fatta in una certa maniera, con un certo materiale o altro, deve essere considerata artigianato valdostano tipico o meno, però forse sì. Da un lato si poteva inserire in questa legge una classificazione più precisa, perché appunto in quel gruppo di lavoro, in quell'evento che si era svolto qua sotto nella sala Maria Ida Viglino, diciamo anche di brainstorming, c'era in quei documenti una classificazione proprio precisa dell'artigianato valdostano e di questa classificazione ne abbiamo sentito parlare tanto, anche nei lavori preparatori alla legge, ma nel testo questo non si evidenzia in maniera chiara e netta, anche perché comunque nell'articolo 18 si nota come questa classificazione sarà poi evidenziata con l'uso di contrassegni promossi dall'Artisanà, quindi fosse stato inserito in legge di certo non sarebbe stato qualcosa di negativo, però credo che possa non essere una questione così essenziale di divisione.
Se provassimo però oggi a fare un esperimento, se provassimo a teletrasportare qua nel mondo attuale, nel settore dell'artigianato attuale, un artigiano che esponeva alla fiera 80 anni fa e lo portassimo alla Fiera di Sant'Orso, probabilmente a quest'artigiano verrebbe un colpo, perché sicuramente si stupirebbe già del fatto che la Fiera è di due giorni, perché fino al 1969 la Fiera veniva solamente svolta il 3. La Véillà [traduzione letterale dal patois: veglia] una volta serviva in qualche maniera per accogliere gli artigiani che venivano dalle valli, dai piccoli comuni, dando loro un luogo al riparo e un pasto caldo, oggi si è in realtà trasformata molto spesso in goliardia estrema anche esagerata. Quest'artigiano si sarebbe anche stupito di trovare degli artigiani della Bassa Valle perché una volta la Fiera di Sant'Orso di Aosta e Donnas erano svolte lo stesso giorno, quindi gli artigiani della Bassa Valle andavano appunto a Donnas e si sarebbe magari anche stupito che oggi, al posto del luogo in cui venivano riposti, legati i muli in via Hotel des Monnaies, vi sono macchine o piste ciclabili e che oggi appunto non si vedono più praticamente, rastrelli, sétón, bâ [traduzione letterale dal patois: gerle, basti] per i muli, potse pe écramé, baró [traduzione letterale dal patois: mestoli per la scrematura, barili] e che la Fiera si estende al di là di via Sant'Anselmo o delle Porte Pretorie di Sant'Orso. Questi luoghi erano stati definiti proprio per lo svolgimento della Fiera addirittura nel regolamento scritto su una pergamena promossa da Amedeo IV di Savoia nel 1243, quindi tanto per far capire quanto è la tradizione di questa Fiera e mi sembra che nel 1327 fu addirittura vietato il fatto che in questa Fiera venissero portati degli animali.
Ovvio quest'artigiano penserebbe oggi che siamo tutti matti a vedere questa Fiera attuale, che non è più la Fiera che ha conosciuto lui, e da un lato avrebbe anche ragione, ma sappiamo che la Fiera, come appunto l'artigianato, evolve nel tempo. I prodotti che c'erano allora, in grandissima parte non ci sono più, gli oggetti agricoli oggi in Fiera sono praticamente quasi spariti e una volta erano necessari, perché la gente veniva ad Aosta ad acquistare rastrelli e altro perché servivano per lavoro. Adesso la Fiera si è più commercializzata e, volenti o nolenti, è così, fa parte anche del mercato.
Qui per fare un esempio di questa commercializzazione della Fiera, che è un trend comune a tutti gli enti artigianali, a tutte le tradizioni, e tutte le culture, a tutti i popoli, Jules Brocherel, che è uno dei più grandi esperti dell'artigianato valdostano, andò in Cina con un viaggio finanziato dal principe Scipione Borghese a inizio Novecento e dubito che in Cina arrivò e trovò già i gattini che vediamo adesso oggi nei ristoranti cinesi che salutano con la manina, perché è ovvio che l'artigianato si sviluppa, l'artigianato si modifica, l'artigianato ovviamente diventa capitalista quindi si vende ciò che il pubblico richiede. Oggi nell'artigianato valdostano troviamo oggetti anche lavorati in parte a macchina, per intagli su dei semilavorati, il colore sulle opere. Io mi ricordo, ero ragazzino, qualcuno mi diceva: "Eh no, ma le opere colorate non sono tradizionali"; anche lì un grande dibattito, adesso comunque credo che, bene o male, in tanti consideriamo le opere anche colorate come assolutamente tradizionali, quindi porre una classificazione oggi è tutt'altro che semplice, ma appunto forse si poteva inserire nella legge qualcosina di più.
L'aspetto però essenziale per noi è un altro, ho fatto una chiacchierata informale con il Presidente dell'IVAT e gli ho chiesto alcune informazioni riguardo ai conferitori all'IVAT, professionisti conferitori, di coppe dell'amicizia e di piatti. Ora, qual è il simbolo della Valle d'Aosta se non la coppa dell'amicizia? Quanti sono i conferitori all'IVAT di coppa dell'amicizia e di piatti? Si contano sulle dita di una mano e la cosa ancora più grave è che praticamente tutti sono dei pensionati che domani, per un loro qualsiasi tipo di motivo, potrebbero smettere, quindi noi nei prossimi anni potremmo avere in discussione la produzione dell'oggetto più importante e simbolo della Valle d'Aosta come la coppa dell'amicizia, poi i piatti, le grolle e quant'altro. Questo ci deve far riflettere perché comunque in questi anni significa che è mancato qualcosina, è mancata la trasmissione, poi sicuramente sono importanti, per esempio, i contributi che fornisce l'articolo 14 per le opere a rischio di abbandono, ma forse non basta, è un pochino un arrivare in ritardo su di un tema. Credo sia, bene o male, colpa nostra, è forse un discorso generazionale per cui i nostri nonni hanno trasmesso ai nostri genitori, i nostri genitori non hanno trasmesso alla mia generazione e a quelle che vengono dopo, perché oggi la mia generazione e quelle che vengono dopo hanno veramente un gravissimo problema di mancanza di manualità, ora non si sa più fare niente con le mani e questo è dovuto in grande parte ovviamente al ruolo delle famiglie che questa trasmissione non hanno potuto farla, non l'hanno fatta forse perché mancavano i luoghi per farla, una volta ci si vedeva nella stalla, si faceva la Véillà durante l'inverno e tutti in qualche maniera briccolavano con le mani, chi tagliava, chi scolpiva, chi aggiustava. Oggi quella trasmissione non c'è più, i bambini andavano al pascolo e intagliavano la cornaille [traduzione letterale dal patois: mucca stilizzata], giocavano con la cornaille, oggi pensare a dei ragazzini che vanno al pascolo è già una mostruosità perché viene visto quasi come sfruttamento minorile, però una volta succedeva e, per fortuna, è lì che è nato l'artigianato valdostano e si è costruito nel tempo.
Ho partecipato anche l'anno scorso a "Mo'delaine", questo festival promosso dalla Cooperativa Les Tisserands a Valgrisenche, una cooperativa, tra l'altro, tutta al femminile ed è veramente un esempio da seguire e questo festival appunto raccoglie a Valgrisenche all'inizio di settembre tutta una serie di produttori, di lavoratori della lana, nel settore della lana e qui lo vediamo anche con le pecore di razza Rosset, è in grande crisi, anche perché la lana poi viene considerato rifiuto speciale. Sono quindi tutte questioni che devono essere ovviamente affrontate non su questa legge, ma che pesano anche nella filiera de Les Tisserands e appunto si diceva che Les Tisserands cercavano "disperatamente" personale e non riuscivano a trovarlo. Les Tisserands che possono essere un esempio di come mantenere sul territorio una produzione, di come mantenere sul territorio degli abitanti e si diceva allora che sarebbe arrivata una ragazza dalla Sicilia a lavorare alla Cooperativa Les Tisserands. Questo ci deve far riflettere su come non siamo riusciti a tramandare ai nostri giovani nelle nostre comunità, il fatto che questi lavori possano anche essere redditizi e quanto sia importante portare avanti queste lavorazioni secolari. Se deve arrivare una ragazza dalla Sicilia - ma meno male che c'è - per lavorare a Valgrisenche, dobbiamo farci anche qualche domanda. In ottica di carenza di chi porta avanti queste produzioni, tra non molto sicuramente - ed è un tema che bisognerà affrontare - ci troveremo qualcuno che arriverà magari con un programmino di intelligenza artificiale, andrà da chi ci sarà, un esempio a caso, e proporrà: "Io vi installo sul telaio un programma con l'intelligenza artificiale che fa tutto da solo". Allora un esempio del genere, una persona che arriva e propone una cosa del genere verrà considerato come un eretico, perché si osa minare, da un lato, una produzione secolare, come quella del drap [traduzione dal patois: tessuto in pura lana vergine prodotto artigianalmente], la sua tessitura, o dall'altro verrà visto come quasi un eroe che, grazie a degli strumenti moderni, salva magari una produzione che rischierebbe di scomparire perché non ci sono più persone che portano avanti quella tradizione. Questo vale anche per i pizzi di Cogne, i sabot [traduzione letterale dal patois: zoccoli in legno] e quant'altro. È ovvio che l'inserimento di un Comitato etico, di un codice etico può essere assolutamente interessante, nessuno può andare a controllare tutte le opere che gli artigiani fanno, gran parte del legno che usano i falegnami viene da fuori Valle, quindi non possiamo fare neanche i cattivi ispettori e andare lì dicendo: "No, tu devi usare solo il legno valdostano", ma, se non c'è una filiera del legno in Valle d'Aosta, cosa si fa? Per carità, un codice etico può in qualche maniera dare una mano, che deve essere però trasmesso soprattutto anche alle giovani generazioni, ma la chiave di questo qual è? La chiave di una trasmissione dei saperi qual è? È in parte presente in legge. Abbiamo avuto anche modo di parlarne in Commissione e c'è grande speranza di questo SpaziØrso che è stato aperto appunto lì a Sant'Orso. Sicuramente può essere qualcosa di attrattivo, al di là poi dell'attività del MAV, pare in qualche maniera coinvolgere i giovani nel settore dell'artigianato. Forse però non basta per diversi motivi, perché approcciarsi al settore dell'artigianato è un approccio che si coltiva nel tempo, non basta una visita per dire: "Ah, okay, allora è una passione che mi piace, voglio fare quello nella vita", serve qualcosa di più strutturato, poi negli emendamenti lo proporremo. Poi quello SpaziØrso comunque è ad Aosta. Aosta già non ha una tradizione artigianale così ampia come altri territori e poi anche chi vorrebbe venire da altri territori deve prendersi la giornata con le scuole e quant'altro da portare a fare dei laboratori lì, perché Aosta è centrale e chi viene da Brusson o da Saint-Rhémy-en-Bosses sicuramente è più lontano e chi vuol coltivare una passione lì avrebbe gli strumenti per farlo ma, se viene da lontano, non può di certo farlo quanto potrebbe e quanto vorrebbe.
L'importante sono ovviamente i corsi di apprendimento delle tecniche di lavorazione, sappiamo però che i maîtres artisans e i formateurs, oltre che a essere ottimi artigiani, perché possono esserlo, non sempre sono dei comunicatori, sono dei formatori e anche qua in qualche maniera va benissimo avere questi corsi, ma bisogna fare un corso anche a loro di cosa comunicare durante queste loro lezioni, perché altrimenti si rischia poi che certamente facciano imparare ai loro allievi le loro tecniche e gli allievi facciano le "copie" delle opere molto simili a quelle del maestro, che, per carità, da un lato, va bene perché viene loro insegnato come usare gli strumenti; dall'altro, però, se poi soprattutto quelli bravi riescono a specializzarsi con un loro stile, sicuramente è positivo.
L'articolo 11 per noi è quello più importante fra tutti, perché infatti tratta di attività di orientamento e avvicinamento dell'artigianato valdostano nell'apprendimento delle tecniche di lavorazioni. Scritto però come è scritto è un po' debole e un po' troppo vago; oggi servono nuovi artigiani hobbisti, ma soprattutto professionisti che possano vivere di questo settore. Le scuole bottega che sono state organizzate finora - ho parlato con alcuni artigiani che appunto fanno da maestri - vedono la partecipazione soprattutto di pensionati, poco di giovani: ecco perché con i due emendamenti che proponiamo ci concentriamo sui giovani, sulla trasmissione di questi saperi, perché con il primo proponiamo l'istituzione di corsi per scuole di ogni ordine e grado, in cui vengano svolte lezioni da un lato teoriche, sulla cultura, sulle lingue, sull'identità e sull'artigianato valdostano, ma soprattutto anche lezioni di pratica, lezioni di pratica che per forza già i nostri bambini alle elementari, alle medie e alle superiori devono in qualche maniera approcciare, poi si possono fare anche fra diverse istituzioni, gli emendamenti poi li spiegherò meglio nel dettaglio successivamente, poi, per carità, c'è il tema delle responsabilità dell'uso di attrezzi che possono anche essere pericolosi, sappiamo benissimo le normative come sono difficili, ma, se non partiamo ora che siamo già in ritardo con dei corsi a livello di scuole, è ovvio che rischiamo fra qualche anno di non avere più tutti gli artigiani che abbiamo oggi alla Fiera di Sant'Orso, che oramai questa è la fase migliore perché vediamo proprio il boom di artigiani e la sensazione che ho è che probabilmente potrebbe da adesso in poi esserci una leggera flessione e poi anche un altro emendamento.
Noi siamo sempre abituati a essere un po' autoreferenziali, considerare l'artigianato valdostano come il migliore che ci sia; per carità, da un lato, può anche essere vero, però la contaminazione, lo studio, l'approccio verso anche altri tipi di artigianato in Italia, ma non solo, non può fare altro che portare dei valori in più agli artigiani che vanno a studiare fuori e poi tornano qua. Ho fatto anche delle discussioni e dei confronti con qualcuno che è andato a studiare fuori e ha detto: "Sarebbe interessante proporre delle borse di studio per studenti che vogliono andare a fare dei corsi, delle scuole fuori Valle", perché qua, a parte magari un po' il Don Bosco, l'Agricole fanno qualche corso anche pomeridiano per magari imparare a fare i collari, i campanacci o altro, non c'è tutta la possibilità di specializzarsi sul settore dell'artigianato, quindi dare la possibilità a chi vuole un aiuto per andare fuori Valle e studiare in qualche istituto specializzato sul cuoio, sulla scultura e quant'altro sarebbe assolutamente importante e necessario. Anche perché noi dobbiamo creare professionisti e il mercato valdostano non è così ampio per avere tanti professionisti, soprattutto che si occupano di scultura, perché, come ho detto, il mercato per la coppa dell'amicizia ci può essere ed è anche abbastanza redditizio, chi fa scultura deve avere un mercato molto più ampio, quindi deve avere anche una sorta di rete di vendita oltre la Valle d'Aosta. Parlando appunto di rete di vendita, l'altro punto centrale della legge è l'IVAT o, meglio, l'Artisanà. In passato forse si era un pochino persa la fiducia verso questo ente per tanti motivi e non sto di certo qua a dirli; ora finalmente invece, sentendo anche lì diversi artigiani, c'è una maggiore fiducia in questo ente, che dà loro una mano sotto diversi aspetti: lo sviluppo di impresa con la commercializzazione, il mettere a disposizione una piattaforma dei negozi e permette agli artigiani, anche i più piccoli, di vedere le loro opere... mettere le loro opere in visibilità e permettere loro di vendere in maniera molto più agevole rispetto a come potrebbero fare privatamente.
L'Assessore in Commissione ci ha anche riferito che adesso in Piazza Chanoux verrà aperto un nuovo punto vendita dell'IVAT in una posizione molto bella e questo sicuramente sarà importante, insieme agli altri negozi sul territorio e insieme ai corner, per aumentare addirittura la visibilità dell'IVAT, delle opere artigiane sul territorio e in questo caso, sempre parlando con qualcuno che è andato a studiare fuori dalla Valle, questa persona mi ha proposto delle idee, una in particolare: che soprattutto in Trentino esistono degli spazi, una sorta di salone, di show room, in cui tutti gli artigiani hanno una loro teca con delle loro opere esposte, ovviamente questo spazio è aperto al pubblico... e poi con i loro contatti, perché il problema qual è? È difficile mettere nello stesso negozio e nello stesso spazio chi fa una scultura di una certa dimensione, che può anche costare diverse centinaia di euro, e chi fa delle coppe dell'amicizia, che possono anche essere fatte parzialmente in macchina e che costano molto meno. È ovvio che il turista arriva e dice: "Eh, ma questa viene troppo", invece creare proprio un apposito spazio dedicato allo scultore ma a chi fa proprio delle opere anche su commissione sarebbe credo assolutamente importante, dando appunto a chi va lì, a chi vede e potrebbero anche essere delle interessanti dimostrazioni degli artigiani a turno... la possibilità al turista che va a visitare queste eccellenze direttamente di mettersi in contatto con l'artigiano e in qualche maniera di farsi anche commissionare delle opere di un certo tipo e di un certo livello. Questo garantirebbe la sopravvivenza anche economica maggiore di chi fa questo tipo di opere più grandi e anche più impegnative dal punto di vista economico, non so dove, non so come, non so in che spazi, per carità, però questo mi sembra comunque il luogo giusto per lanciare quest'idea, poi ci penserà l'IVAT e l'Artisanà nel caso a poter attuare quest'idea.
Per quello che riguarda l'organizzazione interna dell'IVAT e dell'Artisanà, anche in Commissione si è parlato del CdA attuale, della riduzione a tre, dell'amministratore unico; è ovvio che ognuna delle ipotesi ha i pro e i contro. Il fatto che dal Cda possano in qualche maniera essere estromessi degli artigiani può evitare il dubbio, la possibilità proprio remotissima di avere qualche pressione e qualche conflitto di interesse. Sappiamo che non è mai successo, però estromettere degli artigiani da lì potrebbe avere quel senso, è ovvio che però gli artigiani devono essere rappresentati in un'altra maniera, perché giustamente, se si parla delle opere degli artigiani, gli artigiani in qualche maniera una voce in capitolo devono farla, quindi avere questa sorta di consulta di questo organo in cui tutte le categorie degli artigiani vengono in qualche maniera rappresentate sarebbe importante, anche perché se ne era parlato di coloro che sono nel CdA attuale e rappresentano fino a un certo punto gli artigiani perché sono stati eletti veramente con pochissimi voti. Chi non partecipa ha sempre torto, però bisogna comunque farsi delle domande su come anche riuscire a coinvolgere maggiormente gli artigiani.
Siamo di fronte veramente a un mondo che cambia alla velocità della luce, anche l'artigianato si sta modificando veramente in maniera veloce, è ovvio che, da un lato, bisogna conservare la nostra identità, i nostri saperi, le nostre conoscenze più tradizionali; dall'altro, non si può impedire una contaminazione, che, purtroppo, volenti o nolenti, avviene, perché vediamo oggi arrivare culture da tutto il mondo e tanti saperi da cui prendere anche spunto, tanti settori tradizionali artigianali da cui anche i nostri artigiani prendono spunto e questo è inevitabile. Ricorderò sempre di aver visto su di un banco alla Fiera di Sant'Orso qualche anno fa la scultura di uno squalo o forse era un bassorilievo di uno squalo, bella, per carità, però cosa c'entra con la Valle d'Aosta? È ovvio che, da un lato, sarà essenziale il ruolo delle giurie per quanto riguarda i premi; dall'altro, anche però i vari formatori, i vari maîtres artisans, le varie scuole presenti nei nostri comuni devono in qualche maniera riuscire a trasmettere agli allievi cosa significhi tradizione, cosa significhi artigianato tipico, cosa significhi artigianato tipico valdostano, perché uno squalo può essere bello quanto lo si vuole ma con la Valle d'Aosta non c'entra niente, quindi c'è il rischio che da qui ai prossimi anni, soprattutto per le giovani generazioni che non hanno un background forte della tradizione, del mondo rurale che ormai sta scomparendo, possano in qualche maniera spostarsi e fare opere che con la Valle d'Aosta non c'entrano niente. Lì perderemmo l'essenza dell'artigianato valdostano, quindi è ovvio che qui chi fa i corsi, se passerà l'emendamento nelle scuole, nelle cosiddette "botteghe scuola", dei corsi dei maîtres artisans e dei formateurs... ci deve essere in qualche maniera una trasmissione su cosa è tipico, su cosa è no, su cosa portare alla fiera e cosa no, poi uno a casa fa quello che vuole, per carità, però soprattutto alla fiera, che è l'emblema dell'artigianato valdostano, certe opere non dovrebbero essere portate, perché appunto questi saperi sono figli di generazioni di generazioni trasmesse nel tempo. Anche questa riflessione serve per evitare che quell'ipotetico artigiano di cui parlavo prima, che esponeva alla fiera 80 anni fa, tornasse magari nella fiera, nella Valle d'Aosta del 2050 e in quel caso potesse non prendersi un colpo, ma probabilmente solamente piangere di fronte a una contaminazione estrema eccessiva, da un lato, delle opere o, dall'altro, addirittura di una perdita di tutto un sapere, di tutta una tradizione, di tutta un'artigianalità e di un'arte che il nostro popolo, il popolo valdostano, ha portato avanti da mille e più anni.
Presidente - Consigliere Di Marco, a lei la parola.
Di Marco (PA) - Con il nuovo disegno di legge 175, così come predisposto dalla IV Commissione attraverso l'accoglimento di diversi emendamenti, si va a riformare la materia certamente vasta e complessa dell'artigianato valdostano, che, per le sue valenze storiche, tradizionali, territoriali e artistiche, è da considerarsi patrimonio identitario, sociale, culturale ed economico della nostra Regione. Prima di esprimere il nostro pensiero in merito a detta proposta normativa, voglio premettere che Pour l'Autonomie, Movimento da sempre attivo nel sostenere e salvaguardare tutte le attività tradizionali valdostane, condivide pienamente le finalità di quest'iniziativa, con cui si va a disciplinare e revisionare mediante un testo unico, snello, trasparente e coerente, l'ambito artigianale regionale sensibilmente mutato in questi ultimi 20 anni.
Entrando nel dettaglio del disegno di legge, crediamo di grande importanza che con esso ci si proponga di delineare un quadro esauriente e completo delle iniziative, misure e strumenti da adottare per raggiungere l'obiettivo di tutelare, valorizzare e promuovere le espressioni artigianali valdostane tradizionali e storiche, così da conservarne l'indiscusso valore culturale, materiale e immateriale, che affonda le sue radici nella tipicità territoriale. Dal nostro punto di vista, i capisaldi di questo testo sono primariamente quattro: la creazione del Comitato tecnico per la tutela e la valorizzazione dell'artigianato, lo stanziamento di sussidi al settore artigianale, la strutturazione del sistema di formazione, e la ridefinizione dell'Institut Valdotain de l'Artisanat de Tradition (IVAT) ora denominato L'Artisanà.
Per quanto attiene al predetto Comitato tecnico, riteniamo come opportuna la sua istituzione e come coerenti le disposizioni relative alla sua composizione e durata in carica, in ragione del ruolo che verrà ad assumere cioè quello di fornire alla Giunta regionale pareri non vincolanti sulle diverse questioni relative all'artigianato, per dargli modo di assumere con proprie deliberazioni quelle decisioni che rappresentano i contenuti attuativi da inserire nel contenitore dei macro principi di questa norma. Tra le predette questioni vogliamo ricordare: la classificazione delle opere dell'artigianato valdostano, che, secondo noi, da un lato, costituisce senza dubbio un'utile semplificazione, ma, dall'altro, potrebbe creare non poche confusioni qualora si decidesse di determinare un numero troppo alto di tipologie produttive; e le attività svolte dalla Regione in favore dell'artigianato valdostano, tra cui l'istituzione del Registro produttori, la formazione di percorsi professionalizzanti, l'organizzazione e il sostegno di manifestazioni fieristiche - in primis la millenaria Fiera di Sant'Orso, così come definita dall'articolo 6 -, e ogni altra iniziativa atta a porre l'accento e l'attenzione sul nostro artigianato sia a livello locale, che nazionale e internazionale.
Per quanto attiene alle misure di sostegno e riconoscimento, valutiamo in maniera più che positiva l'impegno assunto con questo disegno di legge nell'incentivare economicamente le produzioni artigianali, storico-culturali, e in particolare quelle ad oggi soggette a rischio di progressivo abbandono, tra cui le espressioni della civiltà agro-silvo-pastorale regionale antecedente alla modernizzazione e allo sviluppo tecnologico e industriale, l'organizzazione delle manifestazioni fieristiche di cui ho già accennato, il sistema della formazione di cui parlerò in dettaglio di seguito; e nell'assegnare i premi acquisto denominati "Grand Prix de l'Artisanat" alle opere artigianali con valore artistico di eccellenza. Tutte iniziative che, a nostro parere, sono fondamentali per il ruolo che svolgono nel potenziare e promuovere l'artigianato valdostano.
Per quanto attiene al sistema di formazione e di trasmissione dei saperi, siamo del tutto concordi con le disposizioni introdotte da questo testo, che hanno come scopo quello di investire sulle prospettive dell'artigianato valdostano attraverso l'istituzione dell'elenco dei Formateurs e dei Maîtres artisans strutturato in due sessioni distinte; lo stanziamento di contributi mirati all'organizzazione di corsi per l'apprendimento delle tecniche artigianali di lavorazione; la realizzazione di attività di orientamento e avvicinamento all'artigianato, svolte in raccordo con la Sovrintendenza agli studi e le istituzioni scolastiche primarie e secondarie e di percorsi di formazione rivolti agli studenti; lo sviluppo in un sistema di formazione permanente e la promozione di una formazione professionalizzante in materia di artigianato valdostano. È nostra opinione infatti che questi provvedimenti ci consentiranno di tramandare alle giovani generazioni la tradizione artigianale valdostana, ricca di storia e di grande rilevanza culturale, sociale, ambientale, turistica ed economica; e di promuovere la nascita di nuove imprese artigiane e il potenziamento di quelle già esistenti. Entrambi elementi che siamo convinti essere cruciali per garantire e proteggere il futuro del nostro artigianato.
Per quanto attiene infine al nuovo L'Artisanà, denominazione assunta dal precedente IVAT, stimiamo come opportuno che con le modificazioni a diversi articoli della legge regionale 10/2007 ne vengano riprecisati i compiti, li sintetizzo brevemente:
- le attività di sviluppo di impresa, tra cui l'organizzazione e la gestione di una rete di punti di vendita sul territorio valdostano, particolarmente importanti perché solo grazie a una commercializzazione attenta e lungimirante è possibile far crescere l'artigianato valdostano,
- le attività promozionali, mirate alla valorizzazione del nostro artigianato ma anche del nostro territorio,
- le attività formative di cui ho già trattato in quest'intervento,
- e la gestione del Museo dell'artigianato valdostano di tradizione, inaugurato nel 2009 e interamente rinnovato in spazi e contenuti nel 2022, il cui percorso espositivo - leggo testualmente dal sito -: "accompagna i visitatori in un viaggio ideale, che parte dalla memoria e prosegue poi con la materia, la forma, il gesto e la bellezza";
e ne vengano ridefiniti gli organi, tra cui il Consiglio di amministrazione, sulla cui composizione non possiamo però fare a meno di esprimere delle perplessità.
Concludendo, giudichiamo che questo disegno di legge, al di là di qualche criticità facilmente affrontabile e sanabile, sia del tutto adeguato all'obiettivo che si prefigge e da tutti speriamo condiviso, che è quello di salvaguardare e al contempo sostenere la crescita e lo sviluppo del nostro settore artigianale, delle nostre imprese e dei nostri artigiani, che sono una risorsa essenziale sia per la nostra cultura che per la nostra economia; nonché l'evoluzione del nostro artigianato, che poggia sulle solide fondamenta delle sue tradizioni storiche, ma è anche capace di aprirsi a contaminazioni e a mutamenti che lo rendano sempre più attrattivo e al passo con i tempi.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.
Aggravi (RV) - Intervengo anch'io per esprimere alcune considerazioni sul disegno di legge e nel farlo ne approfitterò in parte per rappresentare il lavoro che il gruppo di Rassemblement Valdôtain ha fatto presentando, nella giornata di lunedì, tredici emendamenti e uno questa mattina, mi scuseranno i colleghi ma mi era rimasto nella stampante, diciamo così. Un lavoro che, come si può vedere, almeno spero che sia comprensibile anche agli estensori del testo, al relatore, che, tra l'altro, ringrazio e che citerò in alcuni passaggi sia grazie alla relazione che alcune considerazioni che sono state fatte e che mi permetterà meglio di rappresentare la nostra posizione e la nostra idea sul disegno di legge, un lavoro che comunque ha delle basi che vogliono cercare di dirimere e di affrontare in particolare le due principali questioni di questo disegno di legge. Se volessimo sintetizzarlo, potremmo parlare in senso generale del tema della classificazione - e lo hanno anche già fatto e lo faranno molto probabilmente anche altri colleghi - dell'artigianato, e quindi come poi declinato all'interno del testo di legge, e chiamiamolo il modello organizzativo, il nuovo modello organizzativo, dell'IVAT, ovvero dell'Artisanà.
Nello sviluppo del disegno di legge - e qui spiego il perché sono stati presentati una serie di emendamenti - abbiamo cercato di andare a fare delle proposte integrative, alternative, volte a evitare che ci possano essere dei rischi di superamento del confine della discrezionalità. Entro nel termine: quando si parla di classificazione, giustamente, si entra e si rischia di entrare o si rischia di superare determinati confini che possono dare una discrezionalità o una confusione anche nell'utilizzo di determinati termini e soprattutto nella sottoclassificazione di quello che si intende per artigianato. Mi spiego con un esempio proprio dal testo di legge: nel nuovo testo di legge promosso dalla IV Commissione al comma 2 dell'articolo 2 si parla giustamente di salvaguardia dell'artigianato storico e tradizionale valdostano, che è un'evoluzione, se vogliamo, rispetto all'eredità della legge 2/2003.
Allo stesso modo, in parte, se non erro... e colgo l'osservazione che ha fatto il collega Lavy e che mi ero appuntato, all'articolo 18 e all'articolo 20, nell'ambito delle proposte dei nuovi articoli... chiedo scusa l'articolo 18... viene citato alla lettera b) del comma 1 l'artigianato storico, tradizionale e poi ci troviamo territoriale e artistico. Ovviamente all'interno di un testo di legge si aggiungono, rispetto al comma 2, ulteriori due aggettivazioni. Perché dico questo? Perché un testo di legge, che ha comunque un'importanza basilare per quella che poi è tutta l'attività non soltanto amministrativa ma anche proprio in oggetto e soprattutto l'intensa attività deliberativa che ci dovrà essere, a nostro giudizio deve avere, o deve almeno costruire, un quadro di riferimento all'interno del quale giustamente poi le delibere devono fare il loro mestiere. Cerco di spiegarmi di più: il relatore nella sua presentazione ha giustamente detto che uno degli obiettivi più ambiziosi del presente disegno di legge, assieme alla nuova classificazione dell'artigianato valdostano, e mi consenta la battuta, forse io metterei come primo obiettivo ambizioso quello della classificazione, perché, rispetto al precedente quadro normativo, si toglie completamente la parte delle definizioni, si cita al comma 2 dell'articolo 2 l'artigianato storico e tradizionale, in questo senso - consentitemi la critica costruttiva - dando per scontato che cosa siano o, meglio, se io leggo la legge, posso capire cosa si intende per artigianato storico e tradizionale solo quando poi leggerò la delibera. Io non dico che all'interno della legge si deve specificare in modo puntuale e definitivo che cosa si intende per artigianato storico e tradizionale, ma la cornice ci deve essere e mi consenta il collega che è intervenuto prima che ha detto: "Non siamo noi che dobbiamo dire che cosa è l'artigianato, sono i tecnici", è vero, ma in tutte le leggi. Noi dobbiamo confrontarci con i tecnici, confrontarci con chi ne sa, cercare di definire, perché noi facciamo le leggi fino a prova contraria, almeno un quadro complessivo per evitare che poi la deliberazione conseguente sia totalmente discrezionale, perché, costruita così, la legge comunque ha una parte di possibile discrezionalità. Io credo nella buona fede del prossimo, di chi c'è oggi e di chi c'è domani, però, se facciamo delle leggi, le leggi devono definire almeno un quadro di riferimento e poi dopo, giustamente, ci deve essere un dettaglio necessario dal punto di vista deliberativo. Lo dico chiaramente: in una prima versione dei nostri emendamenti, del lavoro che ha fatto Rassemblement Valdôtain avevamo pensato di ricondurre queste parti a un regolamento di Consiglio, pensando poi che, in realtà, si appesantiva ulteriormente il percorso, quindi abbiamo scelto... ecco perché abbiamo presentato due emendamenti per noi importanti: gli emendamenti 2 e 3, dove abbiamo provato di recuperare l'eredità storica della legge 2/2003, inserendo una definizione di artigianato storico valdostano, di artigianato tradizionale valdostano e riprendendo poi quelle che erano alcune previsioni della legge 2. Su questo punto faccio un'ulteriore osservazione - e ho già avuto modo di parlarne direttamente con il relatore in questi giorni -: nella legge 2 la definizione di artigianato tradizionale, almeno dalla lettura di quello che era il quadro, consentiva di considerare anche quelle lavorazioni innovative, che, pur utilizzando materiali e tecniche che erano storiche, però consentivano appunto una lavorazione che non era legata necessariamente a un periodo storico definito, adesso non citerò perché è giusto che l'artigianato sia considerato nel complesso e non ad personam, ma ci sono delle produzioni a volte che ricordano dei manufatti di natura medioevale, colorati, non colorati, che non sono direttamente legati alla civiltà agropastorale, e quindi ai râtì, sétón [traduzione letterale dal patois: rastrelli, gerle] e quant'altro, ma comunque hanno un utilizzo dei materiali tipici del nostro artigianato. Il fatto quindi di aver voluto giustamente per "n" motivazioni - la logica la posso comprendere - scindere l'artigianato in storico e tradizionale, necessariamente, almeno da un punto di vista della legge, doveva avere, deve avere un quadro, perché altrimenti noi diciamo un qualcosa senza puntualizzarlo, rimandando completamente l'attività discrezionale a una deliberazione.
Bene, abbiamo inserito il previo parere della Commissione consiliare e anche sentito il Comitato tecnico, che dovrebbe essere la parte tecnica consulenziale nell'andare a declinare la classificazione, però altra cosa sarebbe avere in forza di legge un quadro, seppur non restrittivo, di riferimento sul quale poi far valere effettivamente il contenuto della delibera di Giunta. Questo lo dico anche a tutela dell'attività di chi è oggi o domani sarà Assessore con la delega e soprattutto degli uffici che poi dovranno interfacciarsi con gli artigiani. Il tema della classificazione è tutt'altro che di secondaria importanza.
Avrete visto che nell'emendamento 3 non abbiamo messo da parte il lavoro che è stato fatto in Commissione, avrei voluto presentare gli emendamenti prima, ma purtroppo ognuno fa il fuoco con la legna che ha, quindi le nostre strutture sono sicuramente meno numericamente e come forze minori rispetto a quelle che può avere la Giunta, abbiamo voluto anche qua fare uno sforzo ulteriore e definire almeno un quadro di riferimento in legge per poi rimandare giustamente alla deliberazione di Giunta e ai vari pareri una definizione più puntuale e dettagliata.
Faccio un inciso e non ci torno: tutta una serie di emendamenti che abbiamo presentato prevedono il passaggio in Commissione; noi capiamo che è un appesantimento amministrativo, sicuramente, ma vi chiedo di leggere questi emendamenti nel complesso, ovvero noi non sappiamo come voterete i singoli emendamenti, quindi abbiamo ritenuto di presentare, laddove ci sono delle delibere per noi importanti, il previo parere in maniera tale da poter coinvolgere l'organo tecnico, quindi il comitato, e la Commissione, vanno letti ognuno a sé stante, proprio per un ragionamento di pesi e contrappesi per arginare una discrezionalità, che, comunque, si può presentare e può mettere in difficoltà i vari soggetti.
C'è poi un tema che riguarda l'introduzione del cosiddetto "codice etico" ed è l'emendamento che abbiamo presentato questa mattina, che ha una logica di fondo, siamo un po' perplessi, e lo saremo anche in altre occasioni, laddove appunto la previsione sia più dispositiva che eventuale o potenziale: quella di definire in legge che c'è la necessità di avere un codice etico, almeno per quello che riguarda i valori del nostro movimento, preferiamo rappresentare l'eventualità e la possibilità di dotarsi di un codice etico. Siamo a favore dei codici etici, anzi, io poi personalmente vedo con grande favore più la definizione a volte di codici etici che di leggi a sé stanti o di regolamentazioni, però ci deve essere comunque, a nostro giudizio, una possibilità e un'eventualità, non una previsione dispositiva in legge che dice sostanzialmente che bisogna definire un codice etico da sottoscrivere per l'iscrizione nel registro di cui all'articolo 5, preferiamo che ci sia un approccio volontario e non un'ulteriore previsione di legge. Forse è una questione più filosofica ma per noi comunque dirimente e importante.
Per quello che riguarda poi invece l'ambito più legato a quello che... in sintesi ho voluto definire il modello organizzativo dell'IVAT Artisanà, ho già avuto modo in Commissione di rappresentare una considerazione complessiva, ovvero il fatto che, se di ente strumentale parliamo, non voglio fare considerazioni che possano dare adito a delle incomprensioni, perché, quando si parla poi di conflitti di interesse, chi mi ha preceduto un po' l'ha già detto: è meglio non entrare nel dettaglio, quello che sarebbe stato importante dal nostro punto di vista era dire: "bene, noi abbiamo un ente strumentale, un ente strumentale ha delle caratteristiche che non sono quelle di una società partecipata, l'organo di governo di questo ente strumentale deve dare giustamente degli indirizzi di governo". Se vogliamo semplificare ulteriormente il modello organizzativo dell'ente, perché non valutare la nomina o l'organizzazione tramite non un CdA, e magari neanche un direttore, ma un amministratore unico a tempo pieno che porta avanti le indicazioni, modello controllo analogo, da parte dell'organo di governo della delega sull'artigianato, e cercare comunque di coinvolgere i vari settori dell'artigianato, e qui apprezziamo il tentativo di modifica che è stato inserito nella nuova formulazione, noi abbiamo provato di renderla più "parlante", poi, per carità, ci si può confrontare, ci possono essere tutta una serie di considerazioni, però scindiamo la gestione da quello che è eventualmente il conferimento, eventualmente il coinvolgimento, anche l'indirizzo e magari anche la giusta interlocuzione tra quello che è e sarà l'Artisanà e gli artigiani.
Sono molto onesto: nell'emendamento abbiamo voluto cercare una via di mezzo, quindi abbiamo fatto una proposta che non è quella di costruire un modello organizzativo con l'amministratore unico e quant'altro, lo dico in maniera molto sincera, comprendendo che non ci sarebbe stata una grande volontà di accettare un modello di questo tipo, ho preferito dedicare parte delle fatiche emendamentali su altri progetti, quindi abbiamo proposto comunque di cercare in un sistema di pesi e contrappesi di prevedere anche il coinvolgimento della Chambre, con la possibilità di nominare uno dei membri del CdA, in maniera tale anche da cercare di creare quel volano, che in parte è stato anche rappresentato in Commissione e già emerso in parte nel dibattito, tra l'artigianato a sé stante e quella che può essere la produzione artigianale, perché il problema che rappresentava il collega Lavy sul tramandare e soprattutto sull'avere la possibilità di avere determinati prodotti oggi sembra essere effettivamente più che un problema davvero un rischio impellente. Avevamo già provato a parlarne, se non erro, in sede di bilancio con un emendamento proprio per cercare anche di rispondere ai passaggi generazionali delle imprese e, se non erro, l'assessore Bertschy aveva annunciato su un'altra legge un intervento che poteva andare in quel senso, perché, se non riusciamo a costruire degli strumenti e delle misure per traghettare i passaggi generazionali, noi rischiamo di perdere non soltanto fatturato complessivo nel PIL regionale, ma soprattutto, come in questo caso, cultura, storia e tradizione. Questo emendamento quindi è stato costruito in questo senso anche se, nel complesso, la valutazione che avremmo preferito fare era quella di costruire un modello organizzativo che scindesse la parte di gestione dalla parte più artigiana, senza però perdere il giusto contatto tra l'Artisanà e i conferitori, o comunque gli artigiani.
Nell'ambito poi invece della durata dei mandati metto insieme i due temi, lo so che i limiti dei mandati non vanno più di moda, non soltanto da queste parti ma anche a livello nazionale, e questa è una critica che faccio in senso lato su più punti della legge... io capisco benissimo che un CdA, un Comitato tecnico, un direttore che hanno cinque anni di mandato possono lavorare e programmare meglio, io penso che anche il Consiglio regionale, se avesse un mandato di dieci anni, direbbe che potremmo programmare e lavorare meglio, come io penso che qualsiasi Presidente di società, privata o pubblica, ti direbbe: "Se mi date cinque anni, lavoro sicuramente meglio che tre anni". A parte le battute, la proposta che facciamo è ricondurre tutti i mandati da cinque a tre anni come le migliori best practice o, meglio, come regolamento comanda sia in ambito pubblico che in ambito privato. Su questo io penso che un ragionamento sia comunque necessario farlo. Abbiamo voluto inserire un limite di due mandati consecutivi per il Presidente considerata la scelta che è stata fatta anche del CdA, proprio per valutare eventualmente se all'interno di un CdA possa anche crescere un Presidente e lo abbiamo inserito direttamente in un emendamento legato alla nomina del Presidente, che comunque ha un ruolo e una parte molto, molto importante.
Nel complesso i nostri emendamenti, ripeto, hanno voluto concentrarsi e si sono concentrati in maniera dedicata a queste due grandi famiglie tematiche di questa legge, quindi il tema classificazione che è tutt'altro che è semplice, e io non vorrei dire ma sicuramente in qualche modo ci si tornerà, magari non in questa legislatura, ma dei ragionamenti andranno fatti perché l'esempio che ho fatto è estremamente banale ma diciamo che potrebbe aprire a tutta una serie di considerazioni e davvero, se non volete accettare il nostro emendamento n. 2, quello sulle definizioni, io vi chiedo, per favore - lo chiedo al relatore e all'Assessore - di fare un ragionamento a garanzia della buona funzionalità di quest'intervento di legge, dell'attività che dovranno fare gli uffici e anche degli artigiani, che dovranno in qualche modo riconoscersi all'interno di queste classificazioni. Su questo tema sono abbastanza preoccupato perché, se avevo un quadro non magari ben fatto della vecchia legge, qui non ce l'ho neanche perché dovrò attendere la deliberazione, quindi su questo punto non sono del tutto tranquillo, lo devo dire. Poi sui modelli organizzativi aziendali possiamo parlare e oggettivamente sono anche particolarmente appassionato del tema, forse voi meno, però sui punti cardini di un intervento di questo genere che qualcuno chiama testo unico... oggettivamente un testo unico, che non ha le definizioni, un testo unico che non ha il perimetro di riferimento legislativo, un testo unico che non ha un punto di inizio rischia di avere la coda ma di non avere il capo, quindi, secondo noi, questo è il vero problema che vediamo in questo intervento legislativo.
Nel complesso annuncio già, come gruppo, che noi valuteremo di posizionarci sui singoli articoli e sui singoli emendamenti sulla base delle valutazioni che faremo e nel complesso terremo conto di come andranno e di come verranno recepiti i nostri emendamenti.
Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Erika Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz E. (PCP) - Naturalmente ripeterò dei concetti che hanno espresso i miei colleghi ma semplicemente perché - l'ho già detto anche in Commissione - ci troviamo a discutere un disegno di legge sicuramente molto atteso, anche per l'obsolescenza delle leggi di riferimento che c'erano in questo momento, ma soprattutto, vista l'importanza dell'artigianato locale, per quello che riguarda la tutela, la valorizzazione e la promozione, essendo l'artigianato un elemento fondamentale del nostro patrimonio culturale, identitario, economico e sociale, e poi spiegherò anche il perché. Una legge che, come è stato detto, ha avuto un iter, secondo me, partito bene nell'ottobre del 2023, con un gruppo di lavoro, una convocazione di tutti i Capigruppo, per cercare una condivisione fra tutti e quindi anche una condivisione con gli artigiani, con l'IVAT e con le associazioni di categoria, ma che purtroppo - e lo vediamo dagli emendamenti che sono arrivati a questo disegno di legge - poi in qualche modo sconta una mancanza di dialogo che avrebbe potuto permettere di trovare l'unanimità su un testo che tutti noi - e lo hanno detto praticamente quasi tutti i gruppi - riteniamo importante. Come dicevo, lo vediamo dai trenta emendamenti che sono arrivati da venerdì ad oggi, ma lo vediamo anche dalle dichiarazioni che ci sono state all'interno delle audizioni, dove soprattutto gli artigiani e soprattutto le associazioni di categoria e anche la Chambre hanno messo in evidenza alcuni temi importanti, in qualche modo con qualche emendamento si è cercato di dare una risposta, ma forse con un tempo congruo poteva trovare anche degli altri aggiustamenti. Poi molto probabilmente l'Assessore dirà anche il perché dell'urgenza di questa legge, che quindi non ha permesso in qualche modo questo dialogo, che, come dicevo, però molto probabilmente poteva essere pensato da dicembre ad oggi in qualche modo, se non all'interno della Commissione, magari con quel gruppo di lavoro che era stato convocato nel 2023.
Quello che da una parte si nota è un'operazione sicuramente di restyling, di marketing, quindi il fatto che la denominazione "IVAT" venga sostituita con la denominazione "Artisanà", anche per avere in qualche modo una rilevanza maggiore, forse una riconoscibilità maggiore per l'esterno, la Fiera, o Foire, che viene denominata "la Saint'Ours", quindi chissà la Petite Foire, la Petite Fèira se verrà nominata a questo punto la Petite Saint'Ours, che non una legge in qualche modo volta a coltivare quello che dicevo prima, ossia la tradizione culturale, che è profondamente legata e radicata nel mondo agricolo, che in qualche modo purtroppo sta scomparendo ed è sotto gli occhi di tutti, mentre ancora i bambini della mia generazione giocavano con la cornaille o con la bourioula [traduzione letterale dal patois: con la mucca in legno stilizzata o con la trottola], molto probabilmente, se oggi lo chiediamo a un bambino, non sa neanche di che cosa stiamo parlando. Per non parlare poi invece proprio degli strumenti che si utilizzavano in agricoltura, quindi la trouiille o clavetta [traduzione letterale dal patois: spola da fieno], come viene chiamata dai miei vicini di casa, che magari vedono in qualche modo appesa all'interno delle loro case, ma pensano semplicemente che sia un elemento di arredo e non invece uno strumento, secondo me, molto importante e innovativo per l'epoca proprio per il mondo agricolo.
L'artigianato, come dicevo, però è anche patrimonio culturale e identitario della nostra Regione, identità che ritroviamo, ad esempio, in quelle figure gigantesche con i volti schiacciati dalla fatica dei campi, nelle opere di Uvrier mi viene in mente, oppure nelle opere di Diemoz, dove ritroviamo ancora una scuola che al suo interno ha la stufa a legna e chi di noi ha ancora dei nonni sa benissimo che all'interno delle classi ci si scaldava con quelle stufa a legna e con alla lavagna una maestra con una bacchetta, piuttosto che, come dicevo, dei bassorilievi e mi viene in mente quello del mio compaesano, di Dario Berlier, dove vediamo un pastorello che con il suo coltellino crea una cornaille mentre è al pascolo.
Questo è solo per fare alcuni esempi per spiegare l'importanza di quell'elemento tradizionale culturale dell'artigianato, che in qualche modo noi non lo ritroviamo più all'interno di questo disegno di legge ed è un po' quello che diceva prima di me il consigliere Aggravi. Togliere la cornice e quindi togliere quel pezzo sulla classificazione, pur comprendendo le motivazioni, sembra quasi voler venir meno a quest'aspetto di valorizzazione e di identità che ho cercato in qualche modo di spiegare. Poi in questa legge proprio gli attori principali vengono quasi marginalizzati e non li ritroviamo più negli organi di decisione: ecco perché noi abbiamo presentato un emendamento dove facciamo tornare il Consiglio di amministrazione dell'IVAT a cinque persone, di cui tre devono essere degli artigiani, uno dell'area non professionista, degli hobbisti e gli altri due invece dell'area dei professionisti.
Facciamo poi anche delle altre considerazioni che naturalmente non potevano forse essere messe in legge, ma che vale la pena in qualche modo portare in aula e far sì che magari nelle tante delibere che si prevede di fare a corollario della legge si possa in qualche modo prendere in considerazione. Lo dico rispetto, ad esempio, ai premi acquisto, che sono sicuramente un'ottima opportunità per gli artigiani, ma che in qualche modo - e lo hanno rappresentato anche in Commissione - spesso li portano a lavorare a dei pezzi che rimangono nei loro ateliers, questo perché, quando si scelgono determinati temi specifici, molto probabilmente un busto di Chanoux non è che ognuno di noi lo vorrebbe a casa; dall'altra parte, invece, mettendo forse dei temi più ampi, oppure pensando di fare come è stato fatto, ad esempio, nei giardini Lussu credo dall'Associazione degli alpini... vedere dei bozzetti e poi a quel punto far sì che venga prodotta solo l'opera che si ritiene più meritevole.
Per noi era in qualche modo importante che si tenesse conto delle esigenze degli artigiani promuovendo comunque anche l'innovazione nel settore, perché dall'altra parte è evidente che, quando giriamo i banchi della Fiera o quando andiamo nell'atelier, ritroviamo sicuramente delle opere molto innovative che non possono riferirsi alla nostra tradizione, perché mi vengono in mente i due alpinisti che c'erano quest'anno esposti, sicuramente fanno parte della nostra vita attuale, ma dall'altra parte erano assolutamente delle opere d'arte che in qualche modo andrebbero valorizzate.
Purtroppo le esigenze rappresentate rispetto all'urgenza, nonostante riconosciamo come sempre una grande disponibilità da parte dell'assessore Bertschy e delle sue strutture rispetto alla possibilità di lavorare insieme in maniera collaborativa, non hanno permesso questo lavoro come dicevo e quindi il nostro gruppo valuterà i vari articoli, i vari emendamenti e in qualche modo ce ne rammarichiamo perché molto probabilmente, come dicevo in premessa, votarla all'unanimità avrebbe avuto una valenza diversa e soprattutto molto probabilmente avrebbe avuto anche un riscontro rispetto al settore dell'artigianato diverso rispetto a quello che dovremo vedere in aula.
Presidente - Consigliere Ganis, a lei la parola.
Ganis (FI) - Ringrazio gli intervenuti che hanno ben rappresentato lo spirito di questa legge, riportandoci anche indietro nel tempo e mettendo anche in risalto gli artisti valdostani.
A nostro avviso, la proposta di legge regionale n. 175 propone di tutelare, valorizzare e promuovere l'artigianato valdostano, riconoscendone il valore culturale, economico e sociale. Tuttavia, il nostro gruppo politico ritiene che alcuni emendamenti siano necessari per garantire un sostegno duraturo a questo settore. Ricordo che questa proposta di legge riconosce l'importanza dell'artigianato valdostano come espressione artistica, tradizionale e culturale. La legge prevede delle misure per sostenere le imprese artigiane, promuove l'occupazione e favorisce lo sviluppo locale e, cosa fondamentale, mira appunto a tutelare il patrimonio rappresentato appunto dall'artigianato valdostano. A nostro avviso, però, questa proposta di legge manca di una visione lungimirante, lo ha ben ricordato la collega, l'urgenza di portare in aula il disegno di legge ha impedito un'adeguata riflessione e un approfondimento necessario. Per questo motivo il nostro gruppo politico propone di modificare questo disegno di legge attraverso una serie di emendamenti che presenteremo in aula.
Concludo evidenziando che l'artigianato valdostano merita una legge che lo sostenga in modo duraturo, garantendo appunto la trasmissione dei saperi, la promozione delle produzioni e la tutela del patrimonio culturale. Per queste ragioni quindi bisognerebbe elaborare una normativa che risponda appieno alle esigenze del settore, al fine appunto di valorizzarlo, tenendo conto che l'artigianato valdostano riflette secoli di storia e tradizioni e cultura della nostra Regione.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Cretier, ne ha facoltà.
Cretier (FP-PD) - Da studente ho frequentato la Scuola pratica di agricoltura negli anni 1977-1978 e ho partecipato attivamente alla Fiera di Sant'Orso e ho conosciuto un mondo nuovo da un diverso punto di vista, non solo da visitatore attento ma da piccolo produttore di vannerie. Oltre a imporre un minimo di tecnica, ho raccolto anche delle sensazioni nuove e mai dimenticate, quindi questo è per sottolineare l'importanza dell'articolato nel testo di legge che è legato alla scuola. Tutti oggi abbiamo parlato o nel passato con gli artigiani, i giovani e i meno giovani, chiedendo loro di regolamentare il settore e per dargli lustro perché tutti hanno chiaramente qualcosa da vendere sotto l'aspetto dell'artigianato, ma la cosa diventa visibile a tutti e non solo nel momento delle due fiere maggiori, ma anche nei tanti eventi che sono dislocati sul territorio.
Il fascino degli oggetti prodotti, soprattutto quelli in cui si riconosce la manualità il dono artistico a tutti i livelli, perfino a leggere il colpo di scalpello, dimostra il legame con il grande patrimonio culturale e identitario, quindi diventa necessario dare continuità al settore, in particolare a quello storico e di tradizione. Poi sappiamo tutti che esiste una componente di innovazione, ed è evidente, perché l'arte è in continua evoluzione e diventa sempre difficile definire un confine, non così chiaramente per quello di tradizione. Dietro esiste anche un aspetto economico importante, un'integrazione per molti, funzionale e dominante per le grandi firme, quelle che hanno trovato una linea unica, riconoscibile e autentica: ecco perché è importante la rete commerciale, i cosiddetti "corner", che ci sono stati presentati, punti vendita che hanno un angolo destinato all'artigianato e dietro questa legge vi è una necessità di rendere organica la materia, demandandola alle delibere attuative per rendere più snello l'aggiornamento e le modifiche necessarie nell'iter. L'impatto della legge andrà letto nel suo insieme, nelle regole dell'articolato.
Il nostro gruppo sostiene il disegno di legge ritenendo fondamentale e non rinviabile la valorizzazione e la tutela del settore, disciplinando la produzione artigianale valdostana.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Di Marco, ne ha facoltà.
Di Marco (PA) - Solo per chiedere una sospensione per una riunione di maggioranza per esaminare tutta una serie di emendamenti che ci sono, se è possibile.
Presidente - I lavori del Consiglio regionale sono sospesi. Ne approfittiamo anche per arieggiare i locali.
La seduta è sospesa dalle ore 10:50 alle ore 11:28. Dalle ore 11:28 assume la Presidenza il vicepresidente Marguerettaz.
Marguerettaz (Presidente) - Bene, colleghi, possiamo riprendere i lavori, siamo ancora in discussione generale. Qualcuno intende intervenire ancora in discussione generale? Non ci sono richieste? La discussione generale è chiusa. Per la replica del Governo, ha chiesto la parola l'Assessore Bertschy, ne ha facoltà.
Bertschy (UV) - Intanto grazie a tutti per l'articolato, approfondito e anche attento dibattito che si è realizzato questa mattina e per il lavoro fatto da tutti i gruppi per cercare di portare il proprio contributo, al di là di quello che decideremo poi di fare sui vari interventi, io credo che siamo tutti animati dall'amore per il nostro artigianato, dalla passione per tutto quello che possiamo fare per rappresentare e sostenere al meglio il lavoro dei nostri artigiani e per l'indubbio valore che tutto questo determina per la nostra comunità. Non sarà quindi il provvedimento che cambierà quest'atteggiamento da parte dei gruppi e neanche la collaborazione che sia prima che dopo dovremo continuare ad avere per cercare di fare il lavoro nella maniera migliore possibile.
Lo dico in premessa, a volte poi ci si dimentica di farlo: c'è stato un lunghissimo lavoro di preparazione per arrivare al provvedimento che abbiamo portato in aula ai primi di dicembre, che ha seguito questa metodologia: da un lato, una prima visione politica, che si è espressa attraverso un documento, e dopo un mandato a un gruppo tecnico rappresentativo di più componenti che ha seguito un percorso, un lungo percorso di approfondimento degli obiettivi della legge, incontrando tutte quelle realtà che potevano dare un contributo e un valore al lavoro che abbiamo cercato poi di fare nella fase conclusiva tutti quanti, un lavoro attento che ha cercato di sviluppare quel primo documento che era stato presentato ai Capigruppo andando poi a incontrare i gruppi di interesse e le persone che direttamente si occupano di artigianato e svolgono la loro attività. Dico questo perché le critiche costruttive che sono state fatte questa mattina rispetto alle rappresentanze o alla velocità con la quale in quest'ultima fase del provvedimento è arrivato in aula, non le condivido, non le contesto, ma non le condivido perché io credo che mai come in questo provvedimento sia stato fatto tutto il possibile per ascoltare tutti. Ci sono state tre-quattro-cinque-sei riunioni da parte del gruppo tecnico, non le condivido ma le accetto, non sto facendo né una polemica e nemmeno una replica critica, dico semplicemente che è giusto anche rappresentare il nostro lavoro. Sono state fatte da parte del gruppo tecnico riunioni con il Consiglio di amministrazione dell'IVAT, con i maestri artigiani, con alcuni esperti del settore artigianato, che sono in particolare coloro che nei vari anni sono stati i componenti delle giurie, con alcuni testimoni privilegiati, con i referenti delle cooperative, con alcuni giovani artigiani. Si è cercato di allargare la discussione di questo provvedimento a tutte quelle componenti, che, pur non essendo racchiuse in associazioni rappresentative degli interessi di tutti, ma in gruppi di persone che si ritrovano rispetto alle proprie sensibilità hanno cercato proprio di spiegare il perché era necessario provare a implementare la visione politica che bene è stata rappresentata con le leggi del passato. Lo avete detto tutti: sono cambiate talmente tante cose in questi anni, e in questi ultimi anni ancor di più, che era necessario cercare di adeguare questo provvedimento al contesto sociale, al contesto economico, al contesto culturale e alla visione generale che sia chi fa l'artigiano che chi sta vicino ai nostri artigiani e soprattutto chi acquista dai nostri artigiani ha vissuto nei cambiamenti sociali in atto.
La legge quindi completa un lungo iter di preparazione ed è per questo che siamo arrivati ai primi di dicembre a portare il provvedimento in Giunta e a poi dare la possibilità alle Commissioni di confrontarsi. Qui il secondo tema, io credo che il tempo in Commissione non sia mai sufficiente, abbiamo fatto probabilmente il possibile ma non è stato ancora sufficiente, non tanto perché c'è stato poco tempo, perché io credo che quattro mesi non siano poco tempo, il problema è che ci sono tantissime attività sulle quali dovete lavorare nelle Commissioni e bisognerebbe avere ancor più tempo per esprimere su tutte queste attività il lavoro da fare. Ci sono poi però i tempi tecnici e amministrativi che ci portano a dare una tempistica per l'approvazione dei disegni di legge che devono arrivare in aula e questa legge era già stata rinviata in una prima fase, è tornata in aula proprio perché... E le tempistiche quali sono? Noi abbiamo la necessità di far partire tutta l'attività amministrativa che riguarda, per esempio, la Foire di Saint-Ours 2026 e 2027, in questa fase, per efficientare anche l'attività amministrativa negli ultimi anni, abbiamo evitato di fare le singole gare, ma facciamo gare che hanno una valenza pluriennale, queste gare diventano gare europee, hanno bisogno di tempi di esecuzione molto lunghi e di tempi di assegnazione altrettanto lunghi. Per essere pronti a fare la Foire de Saint-Ours del 2026, bisogna aver concluso tutto questo entro fine ottobre-primi di novembre e una gara di quel livello ha almeno sei mesi di maturazione.
Poi ci sono le attività estive, c'è il tema legato al contributo all'IVAT; questo perché? Perché nella nuova modalità di utilizzo del nostro bilancio i soliti temi che riportiamo, l'approvazione di una nuova legge in Giunta comporta l'assegnazione delle risorse su nuovi capitoli, che fino a che non concludono il loro iter in aula non possono essere utilizzati, quindi oggi non c'era tanto un'esigenza politica quanto un'esigenza tecnica amministrativa. Lo dico perché mi ha fatto piacere rilevare che quanto meno l'atteggiamento è sempre quello di provare a cercare una condivisione, che non vuol dire poi per forza di cose essere tutti d'accordo, perché sennò non rappresenteremmo sensibilità, elettorati differenti, anche persone che vedono le cose in maniera differente, quindi distinguerei l'essere tutti d'accordo dalla metodologia per provare ad arrivare a trovare invece una sintesi che è giusto trovare in politica.
Infine, mi permetto di dire che, visto il lavoro che abbiamo fatto di preparazione di questo provvedimento, mi sarei aspettato anche dai gruppi un'attenzione rispetto all'attività del Governo, ma in particolare quella delle strutture diversa nel presentare gli emendamenti. Abbiamo avuto tempo per confrontarci su alcuni degli obiettivi, devo dire che alcuni gruppi questo lo hanno fatto e ci hanno aiutato a provare a scrivere nella maniera giusta i provvedimenti, altri - e capisco le motivazioni - hanno portato la loro attività prima all'attenzione dell'opinione pubblica e poi alla nostra attenzione rispetto ai provvedimenti da provare a migliorare e ne parlavamo poc'anzi in riunione di maggioranza in maniera molto trasparente, ci siamo detti che tante volte all'ultimo minuto andare a correggere i provvedimenti comporta dei rischi soprattutto per l'attuazione delle leggi, quindi il lavoro di preparazione va valorizzato, perché poi la scelta politica sarà sempre quella finale dell'Aula, ma arrivare con degli emendamenti non all'ultimo minuto, che ci permettono di lavorare insieme alle strutture per capire se sono sostenibili, è utile alla qualità delle leggi che facciamo tutti insieme. Da un lato quindi è giusto chiedere collaborazione, dall'altra parte anche a me, come rappresentante del Consiglio, avrebbe fatto piacere poter discutere di questi emendamenti con un minimo di anticipo per capire se potevano essere sostenuti. Tutto questo lo dico, ripeto, sapendo bene che ognuno di noi ha una marea di lavoro da fare, ci sono tantissimi impegni per tutti e ci sono mille provvedimenti e aspetti tecnici da portare avanti, però è corretto anche che da parte nostra vi diciamo come abbiamo vissuto un certo tipo di lavoro politico.
Ci sono alcuni aspetti sui quali credo sia corretto precisare le cose, perché il rischio sennò è di fare confusione. L'Assessore che rappresenta il mondo degli artigiani non può che vedere l'artigianato di tradizione storica il point de repère, il punto di partenza, guai a noi se facessimo un passo indietro rispetto a quello, vorrebbe dire aprire il mondo a un sistema di artigianato che non saremmo più in grado di definire come il nostro artigianato, l'artisanat valdôtain. Non vorrei però che venisse confuso il fatto che, se lo scriviamo in legge codificato, allora crediamo che sia così o se invece scriviamo in legge i principi rimandando a una grossa novità che questa legge si porta appresso il Comitato tecnico, demandando al Comitato tecnico la possibilità di fare un lavoro più ordinato, più dettagliato ma anche più flessibile in futuro, per andare a definire delle nuove categorie che non sono nette e distinguibili in maniera così precisa... ci sono degli elementi di sovrapposizione che saranno sempre da disciplinare in maniera flessibile in futuro, partendo dal fatto, ripeto, che l'artigianato di tradizione storico è il punto di partenza. Allora ci siamo a lungo interrogati e il gruppo che ci ha lavorato ne ha parlato a lungo se andare a questo livello di definizione o se enunciare i principi e rimandare la definizione, sentito il Comitato tecnico, a delle delibere di Giunta successive. Abbiamo scelto questa strada, che, ripeto, non ha un valore squisitamente politico, ha un valore anche in termini di azienda Amministrazione regionale. È vero che le leggi devono dire il più possibile, ma è vero anche che poi le leggi servono per fare delle cose, per realizzare degli obiettivi, per rendere concreti gli obiettivi delle leggi. Allora questa legge, come altre leggi, ci è stato più volte detto di arrivare a cercare di definire bene i principi, ma allo stesso tempo di dare la possibilità di rendere attuativi, attraverso delle delibere di Giunta, questi principi. Oggi c'è una maggioranza, l'Amministrazione regionale è governata da una maggioranza e l'Assessore di riferimento sono io, domani ci sarà un'altra componente politica, un altro Assessore che dovrà essere messo nella possibilità di operare nell'interesse di questi obiettivi e questa scelta sta in questa modalità di vedere le cose.
Avete, come Commissione, giustamente fatto sottolineare che però era necessario fare un passaggio in Commissione soprattutto su questa delibera, e lo abbiamo condiviso, anche perché chi è stato in Giunta lo sa, probabilmente, quando si arriva a un testo di legge, c'è una modalità, che è quella del Governo di vedere le cose e il confronto con le Commissioni serve proprio per trovare un punto di equilibrio tra la componente consiliare e Governo, quindi la necessità di introdurre un passaggio in Commissione su quella delibera l'abbiamo condivisa, l'ho condivisa, perché effettivamente quello diventa il cuore di questa nuova legge. Senza quel passaggio, sicuramente andremmo a togliere ai gruppi politici la possibilità di un'espressione importante e comunque di un momento di confronto importante. Allora lì ci sta... e qui introduco e apro una lunga parentesi, io sono stato molto contento di come siamo riusciti a lavorare su questo provvedimento, perché anche nella fase di discussione in Commissione c'è stato un bel confronto e abbiamo potuto entrare nel merito proprio perché, a mio avviso, i tempi sono stati dei tempi opportuni per discutere un provvedimento e ringrazio in particolare il presidente della Commissione Roberto Rosaire, ma in particolare il relatore, che a un certo punto ha condotto un'intensa ma paziente e competente attività di collaborazione con le nostre strutture e con i rappresentanti della Commissione. Se siamo arrivati a organizzare degli emendamenti e un lavoro come quello che abbiamo fatto è grazie proprio a questo lavoro. Io credo che questo, quando è possibile, per i tempi dei provvedimenti e quando è possibile per i tempi della Commissione, è il miglior esercizio che possiamo fare. Ringrazio il relatore che abbiamo anche sentito nella sua presentazione della legge quanto abbia approfondito l'argomento e quanto comunque abbia a cuore questo settore. Al consigliere Jordan quindi merito per il lavoro che è stato fatto e speriamo che sia il primo di tanti, anche perché le delibere applicative sono tante da fare e bisognerà continuare a confrontarsi con la Commissione.
Noi abbiamo cercato di introdurre quegli elementi che ci sembrava corretto introdurre per cercare di raccogliere anche alcune delle osservazioni che sono state fatte. Ho ascoltato in particolare all'inizio il consigliere Lavy, che è entrato nel merito di alcuni aspetti che sono effettivamente da prendere in carico perché sono la motivazione per la quale dobbiamo provare a migliorare la legge. La partecipazione dei giovani, la realizzazione di un artigianato che non rappresenta più un'economia che è cambiata, perché anche quella stessa economia - parliamo dell'agricoltura - usa oggi strumenti e attrezzature che sono molto diversi dal passato.
Il tema della formazione è fondamentale e infatti la legge... gli emendamenti che sono stati presentati vanno in questa direzione e sicuramente ci sarà da parte della maggioranza un'attenzione nel valutarli. Noi dobbiamo fare in modo di ringiovanire il nostro artigianato, valorizzando quelli che oggi ci sono ma perché c'è necessità di avvicinare dei nuovi artigiani giovani, ma anche un pubblico nuovo, giovane, perché c'è bisogno anche di affrontare un tema che è la riconoscibilità di questo artigianato, ma anche una riconoscibilità di questo artigianato rispetto a un mondo che è cambiato, senza perdere di vista che partiamo - ripeto per l'ennesima volta - dall'artigianato storico di tradizione. Questi aspetti sono introdotti in una legge che si è presa un compito importante: provare a rimettere a valore una normativa che è stata una normativa di grande importanza per la nostra Regione, riportandola avanti e con una visione futura, si prende anche in carico questa normativa, grazie al lavoro che avete fatto in Commissione, di provare a capire come andare a coltivare una rappresentanza e soprattutto una partecipazione dei nostri artigiani migliore di quella che oggi c'è nella presenza ai momenti deliberativi e di concertazione sull'attività che facciamo insieme a IVAT, Artisanà. L'introduzione di una Consulta o di qualche cosa che permetterà di dare all'interno dello statuto dell'IVAT la possibilità di partecipare quindi è di grande importanza, anche perché non è semplicemente dicendo che c'è una rappresentanza in CdA, come quella attuale che possiamo dire che tutti quelli che oggi lo rappresentano rappresentano tutti gli artigiani, perché lo abbiamo visto dagli atti, per esempio, delle votazioni del 2019 che su 163 professionisti in quel momento 30 erano andati a votare e la rappresentanza di chi è in CdA è limitata a quel numero di rappresentanti, una decina di voti. Bisogna coltivare di più, è stato anche detto, dobbiamo cercare di farli partecipare di più, ci sono persone che fanno dell'artigianato la loro professione e ci sono delle persone che partecipano alle attività fieristiche dell'artigianato e poi fanno altro nella vita, quindi non sono tutte persone che fanno questo di mestiere. Dobbiamo quindi trovare il modo di far partecipare sia chi è professionista che chi non lo è.
Con questa prima replica io mi fermerei qua, ringraziando, ripeto, ancora tutti, poi avrò modo alla fine di ringraziare soprattutto le strutture tecniche.
Per quanto riguarda la formazione, abbiamo lavorato molto, anche insieme al collega Guichardaz e alle sue strutture per fare in modo che questo potesse essere un aspetto, un legame nuovo da costruire insieme e da proporre insieme ai nostri giovani, perché, se non ripartiamo dai giovani e dai ragazzi, diventa difficile immaginare che poi si possano appassionare a un certo punto della loro vita a un mondo che non hanno conosciuto.
Ripeto: con questo atteggiamento continuiamo il nostro dibattito, il nostro confronto, con l'obiettivo di tenere le porte aperte su questo provvedimento e soprattutto le porte aperte in futuro su tutto quello che andrà ancora disciplinato.
Presidente - Bene, ci sono altri interventi in replica? Se non ci sono altri interventi in replica, iniziamo l'analisi dell'articolato. All'articolo 1 abbiamo l'emendamento n. 1 di Rassemblement Valdôtain. Qualcuno intende presentarlo? Ha chiesto la parola il collega Aggravi, ne ha facoltà.
Aggravi (RV) - Esporrò la maggior parte degli emendamenti, lo dico perché non intendevo farlo avendone già dato comunque contezza nell'ambito della discussione. Ho ascoltato con attenzione la replica dell'Assessore, non vorrei che ci siano appunto delle incomprensioni sul fatto che il nostro gruppo non è riuscito a presentare gli emendamenti nel corso della Commissione perché c'è un problema di base... io capisco che gli Assessorati, e lo so anche per una breve esperienza, hanno delle strutture - e non voglio finire nel gioco di antitesi tra le opposizioni e le strutture -, noi spesso e volentieri siamo in braghe di tela e lo dico proprio perché in questo caso io purtroppo mi sono trovato in braghe di tela e, come gruppo, abbiamo fatto lo sforzo maggiore che potevamo fare, con il fatto che non avevamo solo questa legge, avevamo "n" altre leggi, abbiamo avuto un periodo... e lo sapete benissimo perché le leggi le scaricate voi... quindi magari può non essere stata apprezzata la tempistica, mi spiace anche da parte mia, li avrei presentati anche direttamente oggi. Ho preferito presentarli invece prima proprio almeno per dare 24 ore o quello che è per poterli esaminare, figurarsi quando noi ci troviamo presentate dalla Giunta delle leggi come già approvate, che non sono manco arrivate in Commissione. Lo dico perché io continuo e continuerò a rispettare il lavoro della Giunta, mi auguro, e vi chiedo, per favore, di rispettare anche il nostro perché siamo soli. Lo dico anche nei confronti della Presidenza del Consiglio, che mai come in questa situazione non sta venendo incontro ai gruppi, non solo di minoranza, ma anche di maggioranza. Siamo in forte difficoltà, siamo a fine legislatura, io mi auguro che chi verrà dopo terrà conto di questo, perché il Consiglio regionale fa le leggi e deve essere messo in condizione, anche il Consigliere singolo, di poter lavorare sulle leggi, invece siamo in braghe di tela.
Detto questo, il primo emendamento non cambia granché rispetto alla previsione del comma 2 dell'articolo 1, però cerca di dare una forma, a nostro giudizio, più snella rispetto a quello che è presentato.
Presidente - La parola al collega Bertschy sull'emendamento n. 1 di RV.
Bertschy (UV) - Brevissimamente, mi sembra di averlo detto nella mia replica, io ho capito benissimo il motivo, dall'altra parte siamo tutti in grossa in difficoltà, quindi, rispetto a questo, il lavoro sicuramente è da migliorare in futuro.
Quest'emendamento vedrà l'approvazione da parte della maggioranza, lo riteniamo migliorativo, abbiamo fatto valutare anche tecnicamente l'espressione e quindi riteniamo che possa migliorare la legge per quello che esprime questo emendamento.
Presidente - Altri che intendono intervenire sull'emendamento? Non ci sono interventi. La votazione è aperta sull'emendamento n. 1 di Rassemblement Valdôtain. La votazione è chiusa.
Presenti, votanti e favorevoli: 33
L'emendamento è approvato all'unanimità.
Metto in votazione l'articolo 1 comprensivo dell'emendamento. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti, votanti e favorevoli: 33
L'articolo n. 1 è approvato all'unanimità.
Dalle ore 11:55 riassume la Presidenza il presidente Bertin.
Bertin (Presidente) - Passiamo ora all'emendamento n. 2 di Rassemblement. È già stato illustrato, lo diamo come illustrato. Metto in votazione l'emendamento... ha chiesto la parola l'assessore Bertschy, ne ha facoltà.
Bertschy (UV) - Noi ci asterremo su quest'emendamento, abbiamo capito l'esigenza di presentazione, dico su questo e su quello successivo, riteniamo però che il lavoro che abbiamo fatto, come ho spiegato nella replica, sia un lungo lavoro di preparazione che ci ha visto anche confrontarci sia a livello tecnico che politico sulla metodologia e la modalità di presentazione della legge. Rimandiamo alla discussione poi della delibera e anche al confronto dopo il lavoro del Comitato tecnico in Commissione tutti questi aspetti che sono meglio disciplinati, a nostro avviso, attraverso quest'impostazione legislativa.
Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Mi scuso, non volevo parlare dopo l'Assessore, ma non sono stata abbastanza veloce a schiacciare.
Anche per noi ci sarà sull'emendamento un voto di astensione, apprezziamo però lo sforzo che è stato fatto dal gruppo di Rassemblement Valdôtain per tentare di dare degli elementi in più per quello che riguarda la classificazione, perché l'articolo 2, così come compare attualmente nella legge, è estremamente vago dal nostro punto di vista e ricordo anche - lo dico adesso, non sono intervenuta in discussione generale perché l'ha fatto la collega e condividevo le valutazioni che sono state fatte - che quel gruppo di lavoro che aveva visto un primo embrione della legge aveva insistito molto sulla questione della classificazione. Avevo partecipato io in sostituzione della collega e proprio sulla classificazione c'era stata una discussione, erano stati anche portati dei contributi di cui però poi non si è avuto un seguito, cioè noi abbiamo avuto quell'incontro a settembre del 2023, dopodiché non abbiamo più saputo niente.
Dicevo che l'articolo del disegno di legge è vago, l'emendamento entra più nel dettaglio ma ci sono alcuni punti che mi sembrano un po' macchinosi, quindi forse, se avessimo avuto tempo di fare uno sforzo comune, non magari nell'ultimo periodo della Commissione, ma già prima dell'elaborazione e dell'approvazione in Giunta del disegno di legge, forse ci sarebbero stati elementi che ci mettevano d'accordo tutti quanti.
Sarà quindi un voto di astensione.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.
Aggravi (RV) - Quest'emendamento e quello successivo, come ho già avuto modo di presentare e dire, per noi sono importanti non tanto nel contenuto... non abbiamo certo la presunzione di considerarli perfetti, anzi, assolutamente, però abbiamo voluto correre il rischio di provare a farlo e a mettere nero su bianco un principio sicuramente perfettibile. Per noi la cornice è importante ed è anche utile, dovrebbe essere utile, poi effettivamente nella costruzione della delibera.
Non è un emendamento che appunto vuole criticare o comunque anche magari mettere in dubbio lo stesso articolo 2, su cui poi dirò, noi ci asterremo, e anche sul 2, se gli emendamenti non verranno accettati come ho compreso, però abbiamo voluto provare a mettere nero su bianco una proposta, al di là di fare una critica, costruttiva almeno, perché comunque, secondo noi, la situazione poi si presenterà, o comunque, ripeto, una legge che può essere vista come un testo unico deve anche definire qualcosa di più, ovviamente senza la presunzione e la limitazione di mettere i paletti stringenti in legge, però qualcosa in più sarebbe stato necessario.
Secondo noi, l'eredità dell'articolo 2 della legge 2/2003... poteva essere riadattato, quindi gli emendamenti li voteremo, sui due articoli ovviamente ci asterremo laddove non verranno accettati.
Presidente - Metto in votazione l'emendamento n. 2 di RV, che introduce l'articolo 1bis. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 13
Favorevoli: 13
Astenuti: 21 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'emendamento non è approvato.
All'articolo n. 2 vi è l'emendamento n. 3 di RV, che è un emendamento sostitutivo dell'articolo n. 2. Lo diamo come illustrato. Metto in votazione l'emendamento n. 3 di RV. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 15
Favorevoli: 15
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'emendamento n. 3 di RV non è approvato.
Passiamo ora alla votazione dell'articolo n. 2. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 27
Favorevoli: 27
Astenuti: 7 (Aggravi, Brunod, Guichardaz Erika, Lucianaz, Minelli, Planaz, Restano)
L'articolo n. 2 è approvato.
All'articolo n. 3 della legge vi è l'emendamento 3bis di RV. Lo diamo come illustrato? Ha chiesto la parola il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.
Aggravi (RV) - Una rapida illustrazione. L'emendamento 3bis... contiene un emendamento 3bis e un emendamento 3ter. Nel primo caso è la versione più radicale: proponiamo di non prevedere all'interno delle lettere del comma la previsione della definizione del codice etico...
(brusìo in aula)
...chiedo magari solo ai colleghi se vogliono prenotarsi nella discussione, sennò... Ovvero in subordine, appunto, un emendamento 3ter, che invece rende l'eventuale introduzione del codice etico potenziale e non in ottica dispositiva e obbligatoria, come oggi prevedrebbe invece l'articolo 3.
Presidente - Vi è anche l'emendamento n. 1 di Forza Italia che può essere illustrato. Consigliere Ganis, a lei la parola.
Ganis (FI) - "Dopo il comma 2, aggiungere il seguente comma 2bis: "Al fine di garantire un'adeguata rappresentanza di tutte le categorie di artigiani, il Comitato tecnico è integrato da un rappresentante dei giovani artigiani designato dalle associazioni di categoria più rappresentative a livello regionale".
L'articolo 3 del disegno di legge regionale n. 175 quindi prevede la composizione del Comitato tecnico per la tutela e la valorizzazione dell'artigianato. Tuttavia, la composizione attuale del Comitato non garantisce un'adeguata rappresentanza di tutte le categorie di artigiani, in particolare dei giovani. L'emendamento proposto mira a integrare il Comitato di un nuovo membro in rappresentanza dei giovani artigiani designato dalle associazioni di categoria più rappresentative a livello regionale; in questo modo si intende assicurare che le istanze e le esigenze di tutte le categorie di artigiani siano adeguatamente considerate nell'ambito delle attività del Comitato.
Permettetemi una considerazione personale, quest'emendamento riprende anche le parole in parte dell'Assessore, che ringrazio, sull'importanza di far conoscere ai giovani questo incredibile mondo.
Presidente - A questo articolo c'è anche l'emendamento n. 4 di Rassemblement che diamo come illustrato. Ha chiesto la parola il consigliere Jordan, ne ha facoltà.
Jordan (UV) - Chiedo scusa per questioni logistiche intervento da qui, quindi non compare la mia prenotazione.
Rispetto all'emendamento sul codice etico presentato dal gruppo di Rassemblement Valdôtain, noi confermiamo quanto abbiamo inserito nel testo che è uscito dalla Commissione, quindi ci asterremo su questo emendamento in quanto crediamo fortemente che aver introdotto un riferimento al codice etico e fare in modo che sia impegnativo nei confronti di Artisanà sia un elemento che possa portare chiarezza all'interno di un tema che, come ha ben detto il consigliere Lavy nella sua presentazione, presenta comunque degli elementi di criticità, ma dall'altra parte non riesce a dare delle risposte così altrettanto precise e facciamo riferimento ai prodotti semilavorati, facciamo riferimento a tutta una serie di cose che nel frattempo sono cambiate. Introdurre quindi un codice etico permette di responsabilizzare, di creare un impegno di valori morali importante e quindi crediamo sia importante che sia mantenuto in legge, quindi confermo l'astensione su questo di Rassemblement Valdôtain.
Presidente - Ci sono altri interventi sugli emendamenti? Ha chiesto la parola l'assessore Bertschy ne ha facoltà.
Bertschy (UV) - Io intervengo sull'emendamento presentato e illustrato in aula dal collega Ganis. Pur condividendo l'attenzione e la sensibilità, diventa difficile sostenere l'emendamento perché non c'è una codificazione della rappresentanza dei giovani come delle altre generazioni di artigiani, quindi metteremmo in difficoltà coloro che devono arrivare a fare questa nomina. Io quindi credo che quest'attenzione vada riportata nella visione che ne è uscita anche dall'attività di Commissione e l'istituzione di un sistema di rappresentanza all'interno dello statuto di IVAT-Artisanà che permetta di far crescere una partecipazione anche dei giovani ai momenti di confronto che riguardano il mondo dell'artigianato e magari in futuro di disciplinarla meglio, facendo nascere una sezione dei giovani artigiani. Al momento quindi è un'astensione non al valore politico di quello che presentate, ma alla difficoltà tecnica di poterla esprimere poi nell'attuazione della legge.
Presidente - Ci sono altri interventi sugli emendamenti all'articolo 3? Non vedo richieste, metto in votazione gli emendamenti, iniziando dall'emendamento 3bis di RV. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 5
Favorevoli: 5
Astenuti: 30 (Baccega, Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Distort, Foudraz, Ganis, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Lavy, Malacrinò, Manfrin, Marguerettaz, Marquis, Marzi, Minelli, Padovani, Perron, Rosaire, Sammaritani, Sapinet, Testolin)
L'articolo n. 3 non è approvato.
Metto ora in votazione l'emendamento 3ter, sempre di RV. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 7
Favorevoli: 7
Astenuti: 28 (Baccega, Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Distort, Foudraz, Ganis, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Lavy, Malacrinò, Manfrin, Marguerettaz, Marquis, Marzi, Padovani, Perron, Rosaire, Sammaritani, Sapinet, Testolin)
L'emendamento 3ter non è approvato.
Metto ora in votazione l'emendamento n. 1 di Forza Italia. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 19
Favorevoli: 16
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'emendamento n. 1 non è approvato.
Metto ora in votazione l'emendamento n. 4 di RV. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 8
Favorevoli: 8
Astenuti: 27 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Distort, Foudraz, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Lavy, Malacrinò, Manfrin, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Perron, Rosaire, Sammaritani, Sapinet, Testolin)
L'emendamento n. 4 non è approvato.
Metto ora in votazione l'articolo n. 3. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 28
Favorevoli: 28
Astenuti: 7 (Aggravi, Brunod, Guichardaz Erika, Lucianaz, Minelli, Planaz, Restano)
L'articolo n. 3 è approvato.
All'articolo n. 4 vi è l'emendamento n. 5 di RV. Viene illustrato o lo diamo come illustrato? Ha chiesto la parola il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.
Aggravi (RV) - Illustro questo e in realtà faccio riferimento anche agli emendamenti successivi 6, 7 e 8. Come ho già detto, sono emendamenti gemelli, nel senso che inseriscono il tema del parere della Commissione, sentito il Comitato tecnico. Non è una volontà di appesantire il processo amministrativo ma, come ho detto, vanno letti nel complesso degli emendamenti dove appunto abbiamo voluto evidenziare, laddove c'erano delle delibere significative, la necessità di un coinvolgimento della Commissione e del Comitato. Non rappresento gli altri perché sono simili nei vari articoli di riferimento.
Presidente - L'emendamento è stato illustrato, lo metto in votazione o c'è un intervento? La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'emendamento non è approvato.
Metto ora in votazione l'articolo n. 4. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 28
Favorevoli: 28
Astenuti: 7 (Aggravi, Brunod, Guichardaz Erika, Lucianaz, Minelli, Planaz, Restano)
L'articolo n. 4 è approvato.
All'articolo n. 5 vi è l'emendamento n. 6 di RV, che è già stato illustrato, pertanto lo metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'emendamento non è approvato.
Metto in votazione l'articolo n. 5. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 28
Favorevoli: 28
Astenuti: 7 (Aggravi, Brunod, Guichardaz Erika, Lucianaz, Minelli, Planaz, Restano)
L'articolo n. 5 è approvato.
All'articolo n. 6 vi sarebbe l'emendamento n. 2 di Forza Italia, che non può essere ammesso poiché è stato depositato oltre le ore 13:00 di ieri, termine previsto per gli emendamenti che comportano oneri finanziari, previsto dal Regolamento del Consiglio, pertanto non può essere messo in votazione. Votiamo ora l'articolo n. 6. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 33
Favorevoli: 33
Astenuti: 2 (Guichardaz Erika, Minelli)
L'articolo n. 6 è approvato.
All'articolo n. 7 vi è l'emendamento n. 7 di RV. Lo do come illustrato e lo metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'emendamento non è approvato.
Metto in votazione l'articolo n. 7. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 28
Favorevoli: 28
Astenuti: 7 (Aggravi, Brunod, Guichardaz Erika, Lucianaz, Minelli, Planaz, Restano)
L'articolo n. 7 è approvato.
Passiamo ora all'articolo n. 8, lo metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti, votanti e favorevoli: 35
L'articolo n. 8 è approvato all'unanimità.
All'articolo n. 9 vi è l'emendamento n. 8 di RV, che è già stato illustrato. Lo metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'emendamento non è approvato.
Posso mettere in votazione l'articolo n. 9? La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 28
Favorevoli: 28
Astenuti: 7 (Aggravi, Brunod, Guichardaz Erika, Lucianaz, Minelli, Planaz, Restano)
L'articolo n. 9 è approvato.
Metto in votazione l'articolo n. 10. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti, votanti e favorevoli: 35
L'articolo è approvato all'unanimità.
All'articolo n. 11 vi sono gli emendamenti n. 1 e n. 2 del consigliere Lavy, che ha chiesto la parola per illustrare gli emendamenti, ne ha facoltà.
Lavy (LEGA VDA) - Si tratta di emendamenti che non sono stati semplici nella loro concezione e ringrazio il collega Jordan anche per l'aiuto e il fatto che con lui ci si è riusciti a interfacciare con le strutture, gli uffici e con la Sovrintendente anche che ringrazio sentitamente.
L'articolo n. 11 prevede l'attività di orientamento e avvicinamento all'artigianato valdostano e apprendimento delle tecniche di lavorazione. Abbiamo già visto prima che è necessario in qualche maniera riuscire a rinvigorire il fatto che nei giovani l'artigianato sia sempre più presente a livello, da un lato, teorico, per carità, delle conoscenze dell'artigianato valdostano, dall'altro, dal punto di vista pratico, perché, se si parla della manualità, nel giro di una generazione rischiamo che la Fiera, e non solo, si riduca al lumicino dal punto di vista dell'artigianato.
Abbiamo quindi proposto due tipi di emendamenti: il primo che propone l'istituzione di corsi, curricolari o extracurricolari, per scuole di ogni ordine e grado, possibilmente comprendenti anche reti di scuole, quindi anche più istituzioni, mi viene in mente magari qui ad Aosta, è ovvio che non è che ogni singola istituzione propone un corso a sé perché, se lo fa facoltativo, il numero di partecipanti può non essere così elevato e conveniente da permettere appunto la costituzione di un corso, ma, se diverse istituzioni lavorano assieme per fare un corso preciso, ecco che invece che diversi alunni da diverse istituzioni possono partecipare. Corsi che abbiano due tipi di focus: uno più di teoria, appunto sul patrimonio culturale, identitario, linguistico, basti pensare a quante parole in patois ci sono nel settore artigianale; l'altro ovviamente di pratica, l'ho già detto prima che non è semplice organizzare corsi di pratica per le normative sulla sicurezza, per far maneggiare ai minori alcuni attrezzi, però è assolutamente necessario che anche le scuole, visto che le famiglie mancano nella trasmissione, si facciano promotrici di questi corsi per appunto avvicinare gli studenti al settore dell'artigianato.
L'articolo 1ter invece prevede una sorta di lavoro sulle borse di studio, lo strumento esiste già: la legge 68/1993, però specificare il fatto che tramite l'Artisanà possono essere incentivati anche gli studenti che vogliono andare a frequentare scuole fuori Valle di artigianato (specifico cuoio, scultura) che qui in Valle non sono presenti, ecco che, se l'Artisanà, tramite l'uso della legge 68/1993 di sua disposizione propone delle borse di studio a questi studenti, sicuramente facciamo il bene di questi studenti, che possono appunto studiare in Italia o all'estero con delle scuole che poi dovranno essere individuate, per carità, convenzionate e poi riportare le loro competenze in Valle d'Aosta e in qualche maniera magari anche inquadrarle un po' nel solco dello sviluppo dell'impresa portate avanti dall'Artisanà in modo da far loro aprire la partita IVA e sviluppare la loro impresa qui in Valle d'Aosta.
Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Bertschy, ne ha facoltà.
Bertschy (UV) - Sosterremo questi due emendamenti anche perché rientrano appieno nelle finalità di uno dei principi fondanti di questa legge, dobbiamo sicuramente implementare, rafforzare e strutturare l'attività di formazione e tutti e due si inseriscono dapprima rispetto ai più giovani e poi in una fase di maturazione attraverso l'istituzione di borse di studio la possibilità di avvicinare i giovani, ma soprattutto rendere ancora più chiaro il percorso di formazione coinvolgendo le strutture dell'Assessorato del collega Guichardaz, che ringrazio, come ringrazio la Sovrintendente per aver lavorato a migliorare il testo.
Rispetto all'emendamento 2, credo che possiamo aggiungere che l'ambizione nostra deve essere sì, da un lato, di permettere una nuova possibilità formativa per i ragazzi che vada a completare quello che possono fare ad Aosta, dall'altro, l'impegno e l'indirizzo che diamo all'Artisanà sono quelli di lavorare perché altri giovani invece possano venire a formarsi in Valle d'Aosta, elevare la qualità della nostra formazione, io ero stato con le nostre strutture a Ortisei a conoscere quel modello che va preso ad esempio come organizzazione, magari come contenuti; possiamo ognuno di noi avere la propria visione delle cose ma la cosa importante è creare le condizioni perché anche in Valle d'Aosta, vista la qualità dell'artigianato che rappresentiamo, si possa ambire a portare qui giovani o meno giovani a formarsi e a caratterizzare ancora di più l'attività che facciamo.
Siamo quindi d'accordo e lo vediamo come uno stimolo appunto a fare anche questo ulteriore lavoro.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.
Aggravi (RV) - Abbiamo letto gli emendamenti che poi ha presentato il collega Lavy e sosterremo il primo emendamento, riteniamo più che condivisibile l'obiettivo, mentre sul secondo emendamento, pur comprendendo e anche condividendo, se vogliamo, la finalità, abbiamo alcuni dubbi.
Il primo dubbio è che non sappiamo bene riguardo alle finalità e all'attività che fa e che farà l'Artisanà... se anche l'inserimento dell'erogazione di provvidenze economiche, per carità, complementari a quelle già erogate dalla Regione... però su questo punto abbiamo qualche dubbio.
Leggo invece - e lo dico più come nota di commento, non so se con piacere o con stupore - che questo emendamento non dà corso a ulteriori spese. Vero è che le provvidenze saranno concesse dall'Artisanà e quindi tale disposizione non ha impatto diretto sul bilancio regionale, come dice il proponente, vero è che l'Artisanà non è un'articolazione a parte rispetto al bilancio della Regione. Dico questo perché in alcune situazioni ci siamo trovati invece su emendamenti e proposte a dover dettagliare anche l'eventuale platea di riferimento e anche l'eventuale copertura finanziaria. Può darsi che negli intrecci tra la contabilità pubblica e la lingua italiana il termine "può sostenere"... quindi il può, il potere è eventuale perché qualcosa si può fare come non si può fare, quindi molto probabilmente è lì che sta la differenza, però diciamo che questo parere lo terremo nel nostro carnet utile, da qui a fine legislatura, eventualmente quando ci troveremo dei pareri negativi su similari proposte. Certo è che il parere politico favorevole della maggioranza aiuta, quindi ben venga e buon lavoro collega Lavy.
Noi ci asterremo, non ce ne vogliate, ma qualche dubbio ce l'abbiamo.
Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - La nostra posizione sul primo emendamento invece è diversa. Abbiamo espresso in Commissione, nelle discussioni che ci sono state, più volte l'importanza che si arrivi a una situazione per cui nel sistema dell'istruzione professionale valdostana sia contemplato anche un percorso che vada in quella direzione, cioè della valorizzazione delle varie attività artigianali che possono essere, come sappiamo, molteplici.
Il dubbio che abbiamo riguardo a quest'emendamento è nella formulazione, cioè l'Artisanà promuove l'istituzione di corsi curricolari ed extracurricolari. Io credo che non sia l'Artisanà che possa promuovere dei corsi curricolari, credo che debba essere l'Assessorato dell'istruzione, in collaborazione magari con l'Artisanà, ma promuovere i corsi di tipo curricolare io credo che comporti una complessità non da poco, quindi la perplessità è proprio sulla formulazione. Vero che l'Artisanà è un ente strumentale della Regione, però qua entriamo in una materia che credo sia estremamente delicata, perché è la definizione dei percorsi curricolari delle scuole e non sono sicura che possa essere in capo a un'associazione, in capo all'Artisanà, quindi su questo, pur comprendendo lo spirito, che poi è un po' lo stesso spirito, credo, che animi l'emendamento che è stato presentato dalla maggioranza sempre sul comma 1 dell'articolo 11, voteremo l'emendamento della maggioranza, perché comunque - lo dico anche se non è ancora stato illustrato ma l'abbiamo visto - è diverso, perché promuove in accordo con la Sovrintendenza agli studi e con le istituzioni scolastiche, quindi mi sembra che sia più generale, se vogliamo. Non entra nella definizione dei curricoli ed è la cosa che mi lascia un po' perplessa.
Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Jean-Pierre Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz J. (FP-PD) - Un piccolo intervento anche per dimostrare e dare testimonianza del mio apprezzamento per l'approvazione degli emendamenti di cui all'articolo 11, che rappresentano comunque un importante risultato, anche frutto di un lavoro di confronto e di condivisione tra più soggetti istituzionali e amministrativi, come hanno evidenziato tutti i colleghi.
Il coinvolgimento della Sovraintendenza agli studi, dei suoi dirigenti e delle strutture del collega Bertschy e del relatore, che ringrazio tutti sentitamente, ha permesso di affinare e rafforzare il testo, integrando al meglio il ruolo dell'Artisanà nel sistema educativo regionale nelle politiche di sostegno ai giovani.
Gli emendamenti proposti dal collega introducono elementi significativi per il futuro dell'artigianato valdostano, in particolare prevede l'attivazione dei percorsi didattici nelle scuole, l'attivazione dei percorsi didattici curricolari ed extracurricolari significa con l'utilizzo, nel caso dei curricolari, di esperti esterni, come avviene di norma, anche magari all'interno delle ore di educazione civica o di percorsi che comunque rientrano all'interno dei percorsi curriculari, magari in alcuni percorsi di studio anche all'interno delle materie di indirizzo. Adesso mi viene da pensare a seguito della sollecitazione della collega magari anche ai percorsi all'interno del Don Bosco relativamente a percorsi di lavorazione del legno, di falegnameria, adesso non me ne vengono in mente altri e ciò serve a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e artigianale della nostra Regione. Questo passaggio quindi non solo riconosce l'importanza della tradizione, ma la proietta verso il futuro, offrendo quindi agli studenti opportunità formative che arricchiscono il loro bagaglio di competenze e anche il loro senso di appartenenza al territorio, credo sia il valore aggiunto di questo lavoro.
Il secondo emendamento introduce un meccanismo di incentivazione più genericamente per i giovani, quindi che in questo caso intendono acquisire competenze specifiche nell'ambito dell'artigianato, anche attraverso percorsi formativi fuori Valle, credo sia importante anche quest'apertura. Questo strumento, così come è stato scritto, complementare alle borse di studio regionali, amplia la possibilità per le nuove generazioni di formarsi in settori strategici e poi di riportare in Valle d'Aosta, che è un po' l'obiettivo che ci proponiamo, oltre che di esportare il nostro savoir-faire, sapere e esperienze utili allo sviluppo del comparto artigianale.
Mi si permetta proprio di apprezzare il fatto che questi emendamenti valorizzano il metodo del dialogo e della collaborazione, dimostrando come, anche qua lasciatemelo dire, il confronto tra maggioranza e opposizione possa portare a soluzioni condivise proprio nell'interesse della comunità. È significativo inoltre che questi interventi si inseriscano anche in un quadro più ampio di politiche che riguardano non solo il sistema educativo, ma anche le relazioni intergenerazionali, ambito nel quale io sono assolutamente convinto l'Artisanà possa giocare un ruolo chiave nel favorire la trasmissione del sapere tra giovani e tra persone più âgées, quindi tra i maestri artigiani, per esempio, e i giovani apprendisti.
L'approvazione di questi emendamenti quindi arricchisce sicuramente il testo normativo, rafforza l'impegno della Regione nel promuovere un artigianato vivo, dinamico e capace di rinnovarsi attraverso la formazione e il sostegno dei giovani talenti. Credo sia un segnale concreto anche di attenzione per il futuro, oltre che dei nostri ragazzi, del nostro patrimonio culturale e produttivo, quindi grazie.
Presidente - Ci sono altri interventi? Ha chiesto la parola il consigliere Jordan a cui passo la parola.
Jordan (UV) - Solo per illustrare, ma molto brevemente il nostro emendamento, nel senso che l'attività di analisi che abbiamo fatto con l'emendamento presentato dal collega Lavy ci ha permesso di rileggere e rivedere l'intero articolato e quindi al comma 1 si modifica "raccordo" con "accordo" e "percorsi formativi" abbiamo indicato "percorsi educativi".
Presidente - Ci sono altri interventi? Non vedo richieste di intervento. Metto ora in votazione gli emendamenti, a iniziare dall'emendamento della maggioranza. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti, votanti e favorevoli: 35
L'emendamento è approvato all'unanimità.
Metto ora in votazione l'emendamento n. 1 del consigliere Lavy. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 33
Favorevoli: 33
Astenuti: 2 (Guichardaz Erika, Minelli)
L'emendamento è approvato.
Metto ora in votazione l'emendamento n. 2 del consigliere Lavy. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 30
Favorevoli: 30
Astenuti: 5 (Aggravi, Brunod, Lucianaz, Planaz, Restano)
L'emendamento è approvato.
Metto ora in votazione l'articolo n. 11 così come modificato. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 33
Favorevoli: 33
Astenuti: 2 (Guichardaz Erika, Minelli)
L'articolo n. 11 è approvato.
Passiamo ora all'articolo n. 12. Lo metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti, votanti e favorevoli: 35
L'articolo n. 12 è approvato all'unanimità.
Articolo n. 13. Lo metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti, votanti e favorevoli: 35
L'articolo è approvato all'unanimità.
Articolo n. 14. Lo metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti, votanti e favorevoli: 35
L'articolo è approvato all'unanimità.
Articolo n. 15. Stesso risultato. Articolo n. 16 vi è l'emendamento n. 9 di RV. Ha chiesto la parola il consigliere Jordan, ne ha facoltà.
Jordan (UV) - Come maggioranza, ci asterremo su questo emendamento in quanto da un confronto svolto emerge che il termine "recupero" non sia pertinente rispetto agli obiettivi del MAV (Museo Artigianato Valdostano), che non fa recupero e restauro, così come invece fanno altre strutture di Amministrazione regionale. Riteniamo che l'emendamento che ha fatto la maggioranza nell'attività della Commissione consiliare abbia già in qualche modo completato tutti gli obiettivi del MAV, quindi completano e rispettano tutte le parti, tra cui anche quella in qualche modo della conservazione, della tutela e della valorizzazione del bene, quindi l'emendamento, di fatto, non aggiunge qualcosa che c'è già negli obiettivi.
Presidente - Metto in votazione l'emendamento. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'emendamento non è approvato.
Ora va in votazione l'articolo n. 16. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 30
Favorevoli: 30
Astenuti: 5 (Aggravi, Brunod, Lucianaz, Planaz, Restano)
L'articolo n. 16 è approvato.
All'articolo n. 17 vi è l'emendamento n. 3 di Forza Italia. Per l'illustrazione, la parola al consigliere Ganis.
Ganis (FI) - Dopo la lettera b) del comma 1 aggiungere la seguente lettera c): "La promozione online dei prodotti artigianali attraverso la creazione di un portale e-commerce e la partecipazione a piattaforme di vendita online specializzate". La motivazione: l'articolo 17 del disegno di legge regionale n. 175 prevede che l'Artisanà svolga attività di sviluppo di impresa e anche la gestione di punti di vendita, come ha ricordato anche il collega Cretier, come la creazione appunto dei corner e la consulenza alle imprese artigiane. Tuttavia l'articolo non menziona la promozione online dei prodotti artigianali che rappresenta un'opportunità importante per ampliare il mercato di riferimento e raggiungere nuovi clienti. L'emendamento proposto mira appunto a integrare le attività di sviluppo di impresa con la promozione online attraverso la creazione di un portale e-commerce, la partecipazione e la piattaforma diventa online. In questo modo si intende sostenere le imprese artigiane nella transizione digitale e favorire la distribuzione dei loro prodotti sia a livello locale che nazionale e internazionale.
Presidente - L'emendamento è stato illustrato. Ha chiesto la parola il consigliere Jordan.
Jordan (UV) - Su quest'emendamento ci asterremo. Il tema del commercio online è stato sperimentato, lo sappiamo, durante il periodo della pandemia, con dei risultati non sperati. Il tema delle opere d'arte, il commercio online sono due mondi che non sono apparentemente vicini, quindi crediamo che non sia quella la soluzione, ma rileviamo anche un po' una contraddizione in termini: da un lato lei, Consigliere, fa delle iniziative per sostenere gli esercizi di vicinato, dall'altra parte si prova a sostenere il commercio online in un settore dove oggettivamente i margini sono assolutamente limitati.
Presidente - Metto in votazione l'emendamento... la parola al consigliere Ganis per dichiarazione di voto.
Ganis (FI) - Ringrazio l'assessore Giulio Grosjacques per aver dato la motivazione alla Giunta.
Presidente - Metto in votazione l'emendamento di Forza Italia. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 14
Favorevoli: 14
Astenuti: 21 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'emendamento non è approvato.
Metto in votazione l'articolo n. 17. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti, votanti e favorevoli: 35
L'articolo n. 17 è approvato all'unanimità.
Articolo n. 18. Stesso risultato. Articolo n. 19. Stesso risultato. All'articolo n. 20 vi è l'emendamento n. 10 di RV. La parola al consigliere Aggravi per illustrare l'emendamento.
Aggravi (RV) - Come già anticipato nel corso della discussione generale, noi abbiamo provato a fare un passo ulteriore rispetto al testo di Commissione che prevede la definizione di forme di partecipazione che permettono di ampliare la rappresentanza dei diversi settori dell'artigianato nei processi decisionali. Abbiamo provato invece a ipotizzare l'istituzione di una consulta degli artigiani valdostani, un po' come è emerso nel corso del confronto che c'è stato in Commissione consiliare, ci aspettavamo eventualmente un sub-emendamento da parte della maggioranza su quest'emendamento, però, si sa, i sub-emendamenti negli ultimi Consigli non hanno avuto grandi successi e quindi abbiamo capito che manterrete la linea dell'articolo 20, ne prendiamo atto e come su altri, non accettando l'emendamento, non voteremo l'articolo 20 nella sua formulazione.
Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Erika Guichardaz.
Guichardaz E. (PCP) - Per annunciare il nostro voto di astensione invece rispetto a quest'emendamento, non perché non riteniamo utile una consulta, ma perché per noi va un po' in contrasto con quello che presenteremo dopo, che invece vede gli artigiani proprio all'interno di nuovo del Consiglio di amministrazione e quindi non nel processo partecipativo ma proprio nell'ente decisionale. Se uno sapesse già come va, anche se bene o male possiamo immaginarlo, il nostro emendamento, si potrebbe votare il vostro, ma diciamo che sono un po' l'uno il contrasto dell'altro.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Jordan, ne ha facoltà.
Jordan (UV) - Sulla composizione degli organi amministrativi si è già parlato e quindi non ritornerò. Come già detto, il tema della rappresentanza si risolve o, meglio, si affronta non aumentando di uno o più il rappresentante, ma creando, secondo noi, i presupposti per creare dei meccanismi veri, dei meccanismi reali di rappresentatività reali e concreti. È per questo che durante i lavori della Commissione abbiamo aggiunto l'introduzione di quest'elemento - e condivido in parte i ragionamenti che ha fatto il collega Aggravi - creando i presupposti per realizzare una consulta agli artigiani.
Volutamente non abbiamo indicato il nome dell'emendamento perché diamo mandato all'IVAT o all'Artisanà, e la frase indica delle frasi precise che hanno il significato di dire: creare degli strumenti rappresentativi che siano significativi nei processi decisionali, quindi diamo libertà all'Artisanà di capire quale sia lo strumento migliore per fare. Chiaramente il riferimento è una consulta degli artigiani ma potrebbero essere anche altri.
Comunque l'osservazione del collega Aggravi sicuramente la riprenderemo poi nelle attività, negli atti deliberativi, quindi in qualche modo non è accolto l'emendamento o non siamo stati nelle condizioni di fare un sub-emendamento ma siamo sulla stessa lunghezza d'onda in termini di ragionamenti.
Presidente - Metto in votazione l'emendamento n. 10 di RV. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 15
Favorevoli: 15
Astenuti: 20 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Rosaire, Sapinet)
L'emendamento n. 10 non è approvato.
Metto ora in votazione l'articolo n. 20. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 30
Favorevoli: 30
Astenuti: 5 (Aggravi, Brunod, Lucianaz, Planaz, Restano)
L'articolo n. 20 è approvato.
All'articolo n. 21 vi è l'emendamento n. 11 di RV. Viene illustrato o lo diamo come illustrato? Metto in votazione l'emendamento. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 14
Favorevoli: 14
Astenuti: 21(Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'emendamento non è approvato.
Metto in votazione l'articolo n. 21. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 30
Favorevoli: 30
Astenuti: 5 (Aggravi, Brunod, Lucianaz, Planaz, Restano)
L'articolo n. 21 è approvato.
All'articolo n. 22 vi sono 2 emendamenti: il n. 1 di PCP e n. 12 di RV. Sono già stati illustrati, metto in votazione prima l'emendamento di PCP. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 2
Favorevoli: 2
Astenuti: 33 (Aggravi, Baccega, Barmasse, Bertin, Bertschy, Brunod, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Distort, Foudraz, Ganis, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Lavy, Lucianaz, Malacrinò, Manfrin, Marguerettaz, Marquis, Marzi, Padovani, Perron, Planaz, Restano, Rosaire, Sammaritani, Sapinet, Testolin)
L'emendamento non è approvato.
Metto ora in votazione l'emendamento n. 12 di RV. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 5
Favorevoli: 5
Astenuti: 30 (Baccega, Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Distort, Foudraz, Ganis, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Lavy, Malacrinò, Manfrin, Marguerettaz, Marquis, Marzi, Minelli, Padovani, Perron, Rosaire, Sammaritani, Sapinet, Testolin)
L'emendamento non è approvato.
Metto in votazione l'articolo n. 22. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 28
Favorevoli: 28
Astenuti: 7 (Aggravi, Brunod, Guichardaz Erika, Lucianaz, Minelli, Planaz, Restano)
L'articolo n. 22 è approvato.
All'articolo n. 23 vi è l'emendamento n. 13 di RV. Lo diamo come illustrato. Lo posso mettere in votazione? La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'emendamento non è approvato.
Ora si vota l'articolo n. 23. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 28
Favorevoli: 28
Astenuti: 7 (Aggravi, Brunod, Guichardaz Erika, Lucianaz, Minelli, Planaz, Restano)
L'articolo n. 23 è approvato.
All'articolo n. 24 vi sarebbe l'emendamento di RV ma è decaduto, pertanto non viene messo in votazione. Metto in votazione l'articolo n. 24. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 28
Favorevoli: 28
Astenuti: 7 (Aggravi, Brunod, Guichardaz Erika, Lucianaz, Minelli, Planaz, Restano)
L'articolo n. 24 è approvato.
Metto in votazione l'articolo n. 25. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 28
Favorevoli: 28
Astenuti: 7 (Aggravi, Brunod, Guichardaz Erika, Lucianaz, Minelli, Planaz, Restano)
L'articolo n. 25 è approvato.
Articolo n. 26. Stesso risultato. Articolo 27. Stesso risultato. Articolo 28. Stesso risultato. Articolo 29 stesso risultato. Articolo 30. Stesso risultato.
Abbiamo finito l'articolato, si vota ora la legge nel suo insieme. Ha chiesto la parola la consigliera Minelli per dichiarazione di voto.
Minelli (PCP) - Intervengo brevemente. Abbiamo votato parte di questi articoli e abbiamo già detto che questo disegno di legge per molti aspetti è un disegno di legge di cui c'era bisogno e di cui si condividono anche alcuni elementi che ne stanno alla base. Ho ascoltato la replica dell'Assessore, che ha in qualche maniera cercato di dare una spiegazione sulla necessità di approvare adesso, in questo momento, il disegno di legge ed è stato chiarito che ci sono delle tempistiche, che sono in qualche maniera obbligatorie e si è fatto riferimento a tutto ciò che deve essere preparato in maniera propedeutica per la Fiera del 2026. Ci sono alcune cose però che lasciano un pochino perplessi, l'Assessore ha detto che è stato fatto un lungo lavoro di condivisione anche con tutti i soggetti che in qualche modo sono coinvolti poi dall'applicazione di questo disegno di legge. Noi nelle audizioni che abbiamo avuto in Commissione non abbiamo ricevuto quest'impressione, ci sono state delle prese di posizione direi anche abbastanza forti e significative da parte di membri del Consiglio di amministrazione dell'IVAT che hanno messo in luce una mancanza di loro coinvolgimento a un livello un pochino più approfondito. Lo stesso Presidente della Chambre ha fatto delle osservazioni, così come qualche maestro artigiano, o comunque qualche artigiano che era presente e che ha parlato soprattutto a titolo di persona che conosce bene quel mondo.
Ho già detto, e ripeto, che c'è un po' un dispiacere per non aver avuto dopo quell'incontro di settembre 2023 la possibilità di approfondire come gruppo di lavoro. Sicuramente è una scelta quella di non coinvolgere un tavolo di lavoro prima di arrivare all'approvazione di un disegno di legge, cosa che ci si aspettava un po', considerato che il clima a settembre 2023 era stato, a mio avviso, un clima molto positivo e propositivo. Il fatto che ci sia stata una serie di emendamenti che sono stati presentati dal relatore della legge io credo che un pochino derivi anche dal fatto che in quelle audizioni ci si sia resi conto che non era proprio andato tutto così liscio nella preparazione del disegno di legge. Ci sono degli aspetti sicuramente importanti, forse si può sempre fare meglio, questo è anche stato detto, però in questa occasione, secondo me, si è un pochino persa una modalità che poteva dare dei frutti migliori.
Rilevo anche che il primo testo che ci è arrivato, quello appunto scaricato, ha anche tantissimi rinvii alle delibere di Giunta, cosa che per un testo di legge che si definisce legge quadro, secondo me, è un po' troppo. Poi sappiamo che bisogna in qualche modo dover definire a un livello più di dettaglio e le delibere attuative servono a questo, ma in una legge quadro i principi - e mi riferisco in particolare a quelli della classificazione - dovrebbero essere, a nostro avviso, più codificati, così come le composizioni del Comitato e del Consiglio di amministrazione.
Presidente - Se siete tutti d'accordo, non vedo obiezioni, proseguiamo nel pomeriggio. I lavori del Consiglio sono sospesi e riprenderanno alle ore 15:00.
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La seduta termina alle ore 13:09.