Oggetto del Consiglio n. 4446 del 26 febbraio 2025 - Resoconto
OGGETTO N. 4446/XVI - D.L. n. 180: "Disposizioni urgenti per lo svolgimento contestuale, nell'anno 2025, delle elezioni regionali e generali comunali. Modificazioni di leggi regionali in materia di Enti locali".
Bertin (Presidente) - Con 34 Consiglieri presenti possiamo riprendere i lavori del Consiglio regionale. Siamo al punto n. 4.01, DL n. 180, sempre in discussione generale. Se qualcuno vuole intervenire, si prenoti. Ha chiesto la parola il consigliere Marquis, ne ha facoltà.
Marquis (FI) - Anche da parte del nostro gruppo di Forza Italia alcune considerazioni dovute in merito al DL n. 180/2025, che è stato già discusso nel corso dell'ultima parte della mattinata.
Entriamo subito nel merito, crediamo sia una riforma complessa, su un tema importante perché tratta le elezioni comunali di tutti i 65 Comuni che devono andare nel 2025 all'appuntamento elettorale e considera anche chiaramente poi le norme per coloro che andranno in via separata.
Per quanto riguarda i temi trattati, il discorso dell'election day è già stato dibattuto questa mattina, è del tutto evidente che, per una serie di concomitanze, nel corso del 2025 ricorrono le elezioni regionali e quelle comunali. Essendo prossime le date di svolgimento, crediamo che alla fine non possa che essere una soluzione ragionevole quella di accorparle in un'unica giornata perché diversamente sarebbe stato difficile. Nel percorso di audizioni abbiamo avuto modo anche noi di ascoltare le posizioni dei Sindaci, quello che è stato espresso da tutti gli intervenuti; è del tutto evidente che le dinamiche temporali dell'anno, quando si arriva a elezioni nell'ultima parte dell'annualità, pongono la nuova Amministrazione di fronte all'esigenza di affrontare il bilancio. È altrettanto vero, come è stato detto dal rappresentante dei Sindaci, che, quando le elezioni sono in primavera, ci si trova poi a esprimersi sul rendiconto che è stato predisposto dalla gestione del bilancio dell'Amministrazione che è precedente, quindi purtroppo bisogna sempre tenere conto delle situazioni e utilizzare le finestre temporali che mette a disposizione la legge.
Per quanto invece riguarda l'altro discorso del comma 3, articolo 1, dove viene ridotto il quorum dal 50% attuale al 40% qualora si presentino delle liste uniche nei Comuni, questo è stato introdotto attraverso il mutuare di una situazione che deriva dal livello nazionale, però la nostra realtà presenta delle dinamiche che sono un po' differenti, perché abbiamo dei Comuni che sono molto piccoli, di qualche centinaia di persone, quindi il momento della campagna elettorale, anche quando ci sono delle liste uniche, è anche un momento per favorire il confronto e il rapporto tra chi presenta una lista e una comunità. Non vorremmo che l'abbassare il quorum al 40% renda tutti più tranquilli e alla fine diminuisce l'impatto del dibattito, perché nei fatti che ci sia un po' di campagna elettorale, che ci siano un po' di rapporti tra chi si presenta per proporre una candidatura e la cittadinanza è una cosa che riteniamo essere molto positiva. Capiamo che questo intervento da parte di chi l'ha proposto viene avanzato per cercare di trovare una soluzione alla disaffezione da parte dei cittadini verso la politica, però noi riteniamo che questo sia un tema molto complesso, che probabilmente andava trattato in modo diverso. Qualcuno direbbe che non si possono attuare delle risposte semplicistiche a dei problemi complessi, l'abbiamo sentito dire qualche volta in quest'aula e crediamo che in questo caso quest'affermazione si presti molto bene. Un'affermazione che trae anche spunto dal fatto che su una tematica così complessa intervenire a pochi mesi dalle elezioni è anche una cosa che forse sarebbe stato meglio evitare, perché un maggior tempo a disposizione - avevamo cinque anni di fronte per poter disciplinare la materia - forse sarebbe stato molto più produttivo rispetto che affrontarlo così in urgenza e in prossimità delle elezioni.
Tra gli altri temi che sono stati toccati vi è quello dell'incremento dei componenti delle Giunte comunali. Anche su quest'argomento crediamo che ci siano delle ragioni da parte dei Sindaci nel proporre questa richiesta che è stata assecondata, quindi di adeguare il numero dei componenti della Giunta alle situazioni e alle dinamiche che vivono i Comuni, in particolare quelli turistici, pertanto di adeguare il numero dei componenti non solo attraverso la popolazione, ma anche attraverso il parametro della legge 48 di ripartizione dei fondi. Verranno quindi aumentati di uno e in più, a invarianza di spesa, ci sarà ancora la possibilità di incrementare, come adesso, il numero di un'unità.
Per quanto invece riguarda il limite dei mandati, abbiamo visto e appreso quella che è stata la volontà da parte della maggioranza di eliminare il limite dei mandati, anche qui mutuando la situazione nazionale per i Comuni con meno di 5.000 abitanti, ovvero sono tutti i Comuni della Valle d'Aosta, al netto del Comune di Aosta.
Abbiamo visto poi un ripensamento che, attraverso un emendamento che è stato proposto dalla maggioranza, con il primo firmatario il PD, e credo che questo faccia seguito a quello che abbiamo potuto leggere anche sui giornali, che c'è stato un po' di dibattito su quest'argomento da parte della forza politica che ha avanzato quest'iniziativa... abbiamo ascoltato prima il collega Sammaritani, che ha ben spiegato i limiti di questa proposta, che parrebbe essere viziata sotto il profilo della legittimità costituzionale. La proposta praticamente è il paradosso rispetto alla presentazione del testo, perché il testo diceva di annullare il limite dei mandati, la proposta diceva: ne aggiungiamo uno al posto di annullarli, passiamo da tre a quattro e, qualora uno di questi fosse stato inferiore ai due anni, sei mesi e un giorno, si potrebbe aggiungerne ancora uno. Questa è una cosa che parrebbe non possibile, quindi vorremmo anche capire qual è la volontà della maggioranza su quest'argomento, se portarlo avanti o, anche alla luce delle considerazioni che sono state fatte, eventualmente fare una riflessione di ritirare l'iniziativa.
Noi crediamo che anche questo tipo di approccio sia un approccio che dimostra che delle volte la fretta fa i gattini ciechi, quindi sarebbe bene affrontare questi argomenti con più tempo a disposizione, con un approfondimento superiore di modo che si possano fare tutte le riflessioni, anche frutto del confronto politico tra le parti; capiamo che in quest'occasione è del tutto evidente che trattasi di una mediazione politica rispetto agli intendimenti della maggioranza regionale e ci troviamo di fronte a una situazione che, nel suo complesso, non possiamo condividere a livello di impostazione di modifica di legge, il disegno di legge 180, e pertanto non posso che dichiarare la nostra astensione sull'iniziativa che è stata presentata.
Dalle ore 15:10 assume la Presidenza il vicepresidente Sammaritani.
Sammaritani (Presidente) - Ha chiesto la parola il vicepresidente Marguerettaz, ne ha facoltà.
Marguerettaz (UV) - Una considerazione: prima di tutto vedo che il dibattito, a mio modesto modo di vedere, è arricchente e probabilmente anche più meditato e ponderato, perché a volte magari qualche collega da solo davanti alla tastiera scrive delle cose un po' sopra le righe, oppure, quando trova i giornalisti, qua mi pare che il tono sia molto più istituzionale e mi compiaccio, non ho sentito dichiarazioni eclatanti, "vergogna" e tutta una serie di epiteti.
Dopodiché l'altra considerazione che faccio è che in linea di principio quest'Aula è, dal punto di vista tecnico, il legislatore. Allora, da un certo punto di vista, quando qualcuno dice: "Troppo tardi, come mai? Siamo arrivati in zona Cesarini?", ma, scusate, voi non potevate fare delle proposte? Mi pare che abbiate tutti gli strumenti per fare delle proposte e vedo che ogni tanto le proposte le fate ma quando dovete piantare le bandierine. Quando dovete piantare le bandierine, sì che siete prolifici! Quando fate dei ragionamenti invece che interessano un po' tutta la comunità, vi piace giocare di rimbalzo: "Vediamo cosa fanno" e poi una serie di critiche: "Troppo rigorosi, troppo libertari" e avanti di questo passo. Signori, se vedevate queste urgenze, era sufficiente fare una proposta di legge, ma mi pare che non abbiate fatto nulla. Il fatto quindi che le elezioni dei Comuni e le elezioni regionali, senza questo tipo di intervento, si facessero a distanza di un mese mi pare che fosse un'evidenza di tutti.
Dal punto di vista giuridico, anche lì qualcuno dice: "Ma avete visto i Sindaci? ", l'abbiamo anche valutato ma, da un certo punto di vista, io credo che allungare di sei mesi una legislatura... non so dal punto di vista giuridico quali fondamenti abbia, al di là del fatto che possa essere più o meno interessante. Quando ho sentito delle dichiarazioni, non mi ricordo di chi, dove il nuovo Consiglio comunale avrebbe dovuto occuparsi e approvare un bilancio sostanzialmente costruito da altri... noi abbiamo avuto modo di chiedere al Presidente del CELVA se questo era un impedimento, ha detto: "No, non è un impedimento, non vedo un grande problema". L'ha detto ed è a verbale, ha detto: "È abbastanza evidente che, nel momento in cui con la 48 ci sarà la ripartizione dei fondi, nel mese di febbraio si potrà fare il...", quindi cosa vuol dire? Vuol dire che non è un problema...
(intervento di un Consigliere fuori microfono)
...sentivo alla mia destra...
(intervento della consigliera Minelli, fuori microfono)
...no, ma la mia destra è ampia...
(intervento della consigliera Minelli, fuori microfono)
...no, non siete nei miei pensieri, siete nelle mie orecchie, che è una cosa diversa, però devo dire che allietate, avete delle voci da usignolo quindi sono molto contento.
Detto questo, ci sono alcune considerazioni che io credo sia opportuno fare, su due o tre temi che sono dei temi che mi pare siano molto importanti. Al di là del riferimento alle leggi nazionali, che a volte vengono prese e a volte non vengono prese, nel senso che le norme nazionali sono norme nazionali, dopodiché non è che possono essere l'unico faro, però, siccome qualcuno le considera come un faro, dovrebbe prenderle sia per certe cose, sia per altre.
Io sicuramente non ho la solidità giuridica del mio collega vicepresidente Sammaritani, piuttosto che della collega Guichardaz, quindi non voglio confrontarmi, ma proviamo a mettere sull'asse del tempo i provvedimenti e le sentenze. Abbiamo una sentenza del 2023 della Corte costituzionale, abbiamo un provvedimento legislativo a inizio 2024 e abbiamo una sentenza a fine 2024, perché metto l'asse del tempo? Perché non è indifferente. La sentenza della Regione Sardegna è una sentenza che riguarda una Regione che, a fronte di una norma nazionale, era più permissiva, cioè la norma nazionale diceva due o tre mandati, la norma regionale sarda diceva tre o quattro. Attenzione, perché le sentenze vanno lette e nella sentenza guardate cosa viene richiamato: "Il diritto di voto dei cittadini, che viene in questo modo garantito nella sua libertà e imparzialità dell'Amministrazione, impedendo la permanenza per periodi troppo lunghi nell'esercizio del potere di gestione degli Enti locali che possono dar luogo ad anomale espressioni di clientelismo", Cassazione 2015. Poi altra sentenza: "Favorire il ricambio ai vertici dell'Amministrazione locale ed evitare la soggettivazione dell'uso del potere dell'Amministrazione locale", Corte di Cassazione 2008. Ancora: "evitare fenomeni di sclerotizzazione della situazione politica amministrativa locale", Corte di Cassazione 2007. Signori, qual era la ratio? Se a livello statale ci sono dei limiti, la Sardegna non ha titolo per allungare questi limiti. Sono stato chiaro? Bene. Dopodiché interviene il decreto-legge 7/2024, poi convertito in legge, dove si dice che per i Comuni al di sotto non esistono più o meno... ovvero dice: "Non si applicano i limiti". Sostanzialmente quindi per quei piccoli Comuni non c'è nessun limite. Dopodiché interviene di nuovo la Corte costituzionale e dice - non si arrabbi Vicepresidente perché mi ha detto che è inconferente, io lo prendo per buono ma, secondo me, è conferente perché fissa un principio -: "...tra i contrapposti interessi costituzionali in gioco, bilanciandoli diversamente a seconda della dimensione demografica dell'Ente locale, sul presupposto che tra le classi di Comuni nei quali si articola l'attuale disciplina vi siano rilevanti differenze in ordine agli interessi economici e sociali che fanno capo agli stessi", cioè a fronte di quello che dice la Liguria, laddove trova da dire sul fatto che non può essere più generosa, nell'allungamento dice: "No, guarda, che non è così", però le norme del Testo unico degli Enti locali vanno in questa direzione.
Allora io torno a dire: non ho la solidità giuridica vostra e non ho neanche dei rapporti così stretti con il Governo che mi portano a delle certezze rispetto al fatto che questa norma verrà o non verrà impugnata, e poi ritorno, ma la ratio della sentenza della Sardegna dice una cosa diversa, blocca coloro che vogliono essere più generosi. Qua noi siamo in una situazione diversa, esattamente al contrario, quindi con l'emendamento a fronte di un'estensione, quindi Sindaci senza limiti, poniamo un limite a quattro. Guardiamo anche oltre, proviamo a fare un film: qualora venga impugnata questa norma, cosa accade? Non è che viene applicata d'emblée la norma statale, si torna ai 3 mandati, però attenzione: intanto, se voglio essere autonomista, e lo sono stato in altri momenti... quando anche gli amici della Lega quando c'erano i limiti della mobilità hanno detto: "No, qua è incostituzionale", ho detto: "Ma noi esercitiamo la nostra autonomia". L'abbiamo esercitata e purtroppo non è andata come volevamo.
Da un punto di vista teorico, io dico: è una cosa possibile, non probabile, che venga impugnata la norma, ma, se dovesse essere impugnata, abbiamo la possibilità perché prima che la norma venga impugnata c'è un'interlocuzione con il Governo, quindi potremmo, per evitare degli imbarazzi, ritornare sui nostri passi, ma io voglio vedere però le motivazioni dell'impugnazione, perché la ratio della Sardegna è esattamente contraria e le sentenze che sono state citate sono in direzione opposta, cioè limitiamo il fatto che i Sindaci stiano per troppo tempo, poi il legislatore statale è tornato sui suoi passi, ma la Corte costituzionale deve rifarsi a dei principi e il principio porta a una conclusione diversa. È possibile, torno a dire, che vi sia, è possibile... non lo so, ma se ci fosse avremmo due possibilità: abrogare questo passaggio, quindi avere a questo punto un allineamento con la norma statale, e mettere il mandato eliminato, oppure lasciare i tre mandati. Questo è quello che succede. Non vedo un problema enorme nel rimanere sull'emendamento. Dopodiché anche lì qualcuno ha fatto riferimento allo statale... ma, perdonatemi, il 40% è stato stabilito nello stesso decreto-legge per tutta l'Italia, quindi anche lì il 40% è una norma statale e quest'abbassamento io credo abbia una ratio, anche perché, oggi come oggi, sappiamo che non è una passeggiata far votare le persone.
Collega Sammaritani, se il suo obiettivo è quello di combattere l'astensionismo, la coincidenza delle elezioni regionali con quelle comunali va proprio in questa direzione, cioè combattere l'astensionismo, creare più interesse. Io quindi condivido con lei che questo è uno dei problemi, ma nel momento in cui facciamo queste cose... e anche lì tutta una serie di emendamenti e di alzate di barricate per due Comuni che io amo particolarmente: Saint-Oyen e Valsavarenche, per motivi diversi, ricordi di gioventù piuttosto che prossimità, ma perché per loro andava bene e oggi è un problema così insuperabile? Vedete, torno a dire se avevate delle idee buone - sicuramente le avete -, potevate esprimerle, potevate presentarle. Anche questa norma dei segretari che io capisco... attenzione, i Sindaci hanno detto: "Guardate, c'è un problema dei segretari", ma io vado sempre sulle cose teoriche, se non si presentasse nessuno al concorso dei segretari, cosa facciamo? Non facciamo più le elezioni?
Noi stiamo facendo tutta una serie...e tant'è che il presidente della Conferenza dei segretari, ovvero Pepellin, è venuto e ha fatto una serie di previsioni sui tempi, ma nella previsione dei tempi io ho avuto modo di dire: "Ma lei è sicuro su questi tempi o è stato generoso?", ha detto: "Certo che sono stato generoso, perché, se tutto va bene, finisce così e con le elezioni spostate di un mese o due ci sarebbero i segretari", ma non è mica scontato, anzi, ci sono troppe incognite, perché io vi ho fatto l'esempio dove non ci sono dei segretari, e quindi va bene, ma anche se ce n'è tanti... perché, se ce n'è tanti, sono tanti compiti da correggere, sono tanti i colloqui e gli esami. Capite quindi che non possiamo condizionare la data delle elezioni con un concorso che non dipende da noi.
Abbiamo fatto tutta una dissertazione sulla Svizzera, ma la mia era ovviamente una quasi provocazione per dire che... perché, se non fosse una provocazione, avrei cercato di indurre la maggioranza a proporre questo... ma era per dire che il fatto di diminuire il quorum non è una violazione del diritto e della democrazia, anzi, bisogna in qualche modo spingere, indurre coloro che non la vedono come il candidato proposto dalla lista unica di portare l'alternativa. È il sale della democrazia e anche in quest'aula, se il dibattito avviene come è avvenuto fino adesso, è un dibattito assolutamente costruttivo, perché, come ha detto qualcuno molto bravo... ha detto: "Tu discuti con coloro che non la pensano come te, perché se la pensassero come te, sarebbero nella tua lista". Allora è ovvio che abbiamo delle visioni e delle interpretazioni diverse, non abbiamo la presunzione di salire in cattedra e dire: "Questa è la cosa giusta e vera", ed è per questo che, da un certo punto di vista, anche nel dibattito di maggioranza... perché non accettare un emendamento che viene proposto che in qualche modo modifica quello che è stato approvato? Mi pare che sia una cosa assolutamente nella logica, non è uno scandalo. Dopodiché, se si vuol giocare sulla Destra, sulla Sinistra, sul PD... tutte cose che fuori di quest'aula interessano poco. Io dico che, in assenza di altre proposte, che non sono venute dai banchi della minoranza, la proposta che è stata fatta dalla maggioranza, dal Governo, è una proposta che dà delle risposte e il presidente Micheletto ha detto: "Il 95% delle cose che sono state approvate sono richieste dai Sindaci", quindi sono abbastanza sereno nel discutere un provvedimento di legge, che, a nostro modo di vedere, dà delle risposte, possono esserci delle vedute diverse ma, secondo noi, è un buon provvedimento.
Presidente - Ha chiesto la parola il presidente Bertin, ne ha facoltà.
Bertin (FP-PD) - Interverrò in merito al limite dei mandati e a questo dedicherò un breve intervento.
Trovo sempre singolare e un po' spiacevole quando a determinare l'agenda politica regionale sono le questioni statali, quando la politica statale determina l'agenda regionale, ma tant'è, a volte è inevitabile, a volte meno, a volte un po' come quando si dice: "ce l'ha chiesto l'Europa", in realtà poi non è l'Europa che ce lo chiede, bensì degli interessi molto più vicini. Poi è ovvio che è facile fare un po' del populismo sulla lunghezza dei cetrioli e la regolamentazione a essa collegata, ma sono ossessioni da parte di qualcuno, poi credo che in realtà le questioni europee sono ben altre, ma ritorniamo a questa questione che nasce da un'iniziativa statale. Bisogna ricordarci che gli organi monocratici, tanto più quelli a elezione diretta, prevedono in tutte le democrazie liberali dei limiti, a volte sono normati, a volte addirittura no. Emblematico il caso degli Stati Uniti, la più vecchia democrazia che abbiamo, che per oltre 100 anni non ha previsto nella Costituzione un limite ai mandati, poiché era talmente presente nella cultura politica degli Americani dell'Ottocento-Settecento-inizio Novecento che neanche c'era bisogno di mettere un limite ai mandati. Era un limite ormai consolidato e accettato da tutti poiché la concentrazione prolungata di potere in una sola persona pone dei rischi e dei pericoli e gli Americani, quelli della Convenzione di Philadelphia, ben avevano presente l'idea di non essere dei sudditi di un re, un re oltre l'oceano, ma anche quello di non diventare un suddito di qualcun altro, magari non oltre l'oceano, era una priorità ed essere uomini liberi doveva essere innanzitutto l'obiettivo finale; proprio per questo avevano, nella cultura politica, ormai accettato questo limite. Soltanto dall'inizio di questo secolo con Roosevelt, che, in ragione della crisi del 1929 e della seconda guerra mondiale, si ricandidò diverse volte... ma, appena la situazione fu superata, il Congresso degli Stati Uniti introdusse con un emendamento, in modo esplicito, alla Costituzione, un limite dei mandati nella Costituzione statunitense, appunto. Questo è un principio generale che dovrebbe valere per tutti, al di là delle dovute proporzioni, evidentemente ce ne rendiamo conto, però è un principio generale.
Detto questo, non mi stupisce che il Governo Meloni promuova la cancellazione dei limiti ai mandati, salvo quello per Zaia sul quale ha qualche dubbio, ma non mi stupisce anche perché è un po' in linea con la cancellazione di tutti quei limiti previsti dalle democrazie liberali che i patrioti alla Orban trovano irritante e pertanto vorrebbero superare. Non mi stupisce, mi stupiscono di più altre adesioni trasversali su questo principio di togliere un limite ai mandati, seppur ovviamente facciamo le dovute proporzioni, Pontboset non è Washington, ma, detto questo, rimane un principio generale sul quale, a mio avviso, bisogna riflettere ed è giusto a prescindere.
Nel merito dell'emendamento presentato, non sto a ricostruire - l'ha ben fatto chi mi ha preceduto - l'aspetto temporale che cambia la questione; c'è anche più in generale una competenza primaria della nostra Regione sugli Enti locali e poi sappiamo che il diritto non è una scienza esatta e varia molto anche a seconda dei momenti. Pertanto, se il Governo in un momento di impeto omologatore vorrà impugnare la legge regionale per omologare tutti allo stesso livello, cioè cancellando il limite ai mandati, lo potrà fare ma non sono così certo che la Corte costituzionale esprima un parere così allineato a quest'idea della cancellazione dei limiti ai mandati, tanto più che, paradossalmente, la nostra norma passa da tre a quattro, per cui si avvicina addirittura di più a quell'aspetto rispetto a quella attualmente in vigore. Pertanto non è così certa la pronuncia della Corte costituzionale e poi, come detto, c'è un principio generale e anche un'autonomia delle Regioni, che, nei limiti, ovviamente, generali devono comunque poter esprimere una loro volontà. Pertanto credo che l'emendamento previsto non sia così facilmente derubricabile a incostituzionale, tutto da vedere e si vedrà eventualmente se il Governo vorrà impugnarlo, affermando quest'idea omologatrice, che, purtroppo, certe volte si vede sempre più all'orizzonte.
Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Non so se al termine di questo intervento la mia voce verrà ancora paragonata a quella di un usignolo, ma non ho alcun problema a correre il rischio, perché non è di certo questo giudizio che potrà in qualche modo turbarmi...
(intervento di un Consigliere fuori microfono)
...vedremo se ci saranno anche quelle...
Il disegno di legge 180 di riforma del sistema di elezione nei Comuni, da un punto di vista politico, viaggia in modo del tutto parallelo alla proposta di legge elettorale regionale della maggioranza, così come è stata poi anche emendata con l'appoggio del PD, pur essendo nata come una proposta della sola Union Valdôtaine. Checché se ne dica fuori di qui, e anche dentro a quest'aula credo, abbiamo chiara la cosa, le due leggi sono strettamente connesse e non a caso abbiamo chiesto più volte nelle recenti sedute di I Commissione di avere contezza del disegno di legge, quello che stiamo discutendo, che era stato annunciato e che poi è stato scaricato il 17 febbraio, come è già stato ricordato.
Le proposte che vengono fatte nel disegno di legge 180, come dicevo depositato solo nove giorni fa, si prestano a molte critiche. Vorrei però innanzitutto evidenziare, proprio perché ho fatto questo riferimento iniziale, che cosa c'è in comune fra i due testi di legge che oggi siamo chiamati a votare, cosa c'è in comune come impostazione di fondo: in comune c'è un modo di operare che, dal mio punto di vista, è inaccettabile e preoccupante. Primo, si fanno le cose all'ultimo momento, in una situazione di grande confusione e con atteggiamenti incerti e contraddittori. Lo dimostra anche soltanto la questione che si sta dibattendo in questi minuti: la questione dell'emendamento sul limite dei mandati. Nei giorni scorsi vi siete arrampicati sui vetri per giustificare l'urgenza di questa legge che riguarda i Comuni, con delle motivazioni che io personalmente ho trovato per nulla convincenti quando - ed è già stato detto anche questo - tutti sapevamo ormai da oltre quattro anni che nella stragrande maggioranza dei Comuni valdostani si sarebbe andati al voto nel 2025. Poi si è detto: "Dovevate solo presentare delle proposte di legge"; l'urgenza noi non la vedevamo, quindi delle proposte di legge non ne sono state presentate, ricordo però che tutte le proposte di legge che vengono presentate - direi, se non tutte, almeno l'80% - anche quando riguardano questioni che hanno un interesse e una validità nella contingenza, restano al palo, sono ferme e questa è una realtà. Quindi è un po' demagogico poi anche venire a dire: "Ma fate, ma portate, ma fate gli emendamenti, non fate gli ordini del giorno, perché sono gli emendamenti che contano!", poi gli emendamenti rimangono lì, non vengono nemmeno presi in considerazione e nemmeno discussi. Se si fanno gli ordini del giorno... ma qualche ordine del giorno non si nega a nessuno, tutti gli altri sono delle piccolezze e anche quelli rimangono lì, quindi su questo mi sembra che già è stato detto molto. Dicevo comunque che le cose si fanno in fretta e lo stesso affanno e la stessa corsa finale che vediamo su questo disegno di legge, li ritroviamo nell'epilogo della vicenda della legge elettorale regionale: pressoché il silenzio per anni, poi per alcuni mesi un tira e molla, poi degli autoemendamenti che vanno a cancellare quel poco di innovativo che c'era nella proposta di legge 115, fino a mantenere in buona sostanza un solo elemento: quello del ritorno alle tre preferenze senza l'alternanza, e chissà che cos'altro vedremo ancora nelle prossime ore, questo soltanto chi vivrà vedrà.
Secondo elemento: c'è una compressione della partecipazione dei cittadini e anche di organi intermedi. Per i Comuni si propone un disegno di legge all'ultimo momento senza che ci sia la possibilità di esaminarlo realmente e in modo ampio nei Consigli comunali. Perché poi chi è interessato? Sono gli amministratori comunali quelli che sono interessati direttamente, non c'è la possibilità, non c'è stata la possibilità di fare un confronto serio tra amministratori; perché non esistono, per favore, soltanto i Sindaci e il CPEL, non esistono solo loro, ci sono centinaia di amministratori sul nostro territorio, centinaia, sono oltre 600, e sfido chiunque a dimostrare che ci siano state in questi giorni, in questi nove giorni, delle discussioni, delle condivisioni, dei confronti, delle possibilità di avanzare osservazioni. Niente di tutto questo ma perché in nove giorni era matematicamente impossibile, non si poteva fare e a poco serve dire, come abbiamo sentito dire, che i Sindaci che siedono nell'Assemblea del CPEL si sono fatti portatori delle istanze dei loro Consigli comunali, ma perché non c'è stato il tempo di condividerle con i Consigli comunali, non potevano nemmeno se avessero voluto, a meno che non si fossero attaccati al telefono e avessero contattato tutti per sentire le varie opinioni! Il fatto poi che nella riunione del CELVA, nella riunione che ha approvato il disegno di legge 180, ci siano state 17 astensioni è un dato insolito e sicuramente significativo, che si tende a minimizzare e a normalizzare, ma sappiamo tutti - perché sappiamo come funzionano normalmente le cose - che questa invece è stata un'anomalia. Se poi aggiungiamo che ci sono state diverse assenze, possiamo tranquillamente affermare che il disegno di legge 180 fra gli amministratori comunali è sconosciuto ai più. Anche le dichiarazioni che sono state ricordate poco fa, del Presidente del CPEL, cioè che il 95% delle richieste che erano state avanzate sono state rispettate, quindi in buona sostanza quello che si chiedeva è stato fatto, a me non sembra proprio fotografare in maniera esatta la realtà della situazione visto l'esito di quel voto, viste anche le dichiarazioni, che, certo, apprendiamo dai giornali perché non abbiamo parlato direttamente con tutti quelli che erano presenti, però mi sembra che tante dichiarazioni di chi si è astenuto sono state riportate ed erano delle osservazioni puntuali, precise e critiche su aspetti ben definiti.
Non posso poi non rilevare qui, facendo i parallelismi tra questa vicenda e quella che a breve dovremmo poi andare a discutere..., non posso non ricordare il parallelismo con la legge regionale, vale a dire su come si sia voluto comprimere anche lì la partecipazione dei cittadini alla discussione su tale legge, per cui anche in quella situazione avete fatto gli equilibristi nel tentativo non riuscito di giustificare il veto posto a suo tempo sul referendum consultivo.
Terzo parallelismo: prevalgono delle logiche settoriali e dei calcoli su interessi di partito invece che sugli interessi generali e questo purtroppo è riscontrabile non soltanto in quest'occasione ma in decine di altre ancora.
Quarto, che è la cosa che mi colpisce di più: c'è un'assenza totale di buon senso. Non è sensato per la legge comunale prevedere la cancellazione del termine massimo dei tre mandati per la carica di Sindaco, tra l'altro, appellandosi al fatto che c'è stata una modifica nella normativa nazionale, poi dicendo allo stesso tempo: "Noi però abbiamo le prerogative a livello locale". Delle due l'una: o sosteniamo che bisogna adeguarsi o sosteniamo il contrario, che dobbiamo esercitare queste prerogative, perché ormai è un po' sconcertante che ogni qualvolta ci sia la necessità di giustificare una cosa si dica: "Eh, ma lo impone la norma nazionale", salvo poi aborrire le norme nazionali quando non sono come si vorrebbe. Perché dico che non va bene questa questione dell'abolizione del limite dei mandati? La carica di Sindaco non è una professione, è un servizio alla comunità, giustamente retribuito, perché richiede tempo, competenze, responsabilità, che deve però avere un carattere determinato, al massimo 15 anni, che sono già tanti, per evitare la deresponsabilizzazione dei cittadini. Adesso, dopo aver abolito solo pochi giorni fa con la legge che ci avete presentato il limite dei tre mandati, dopo aver giustificato questa scelta, come lo dicevo prima, con degli equilibrismi che sono degni dei trapezisti del "Cirque du Soleil", in cui si è prodotto lunedì anche il Presidente del CPEL, arrivate in aula con un emendamento con il quale portate questo limite a 20 anni! C'è da rimanere un po' sconcertati, mi sembra che ci sia sicuramente della confusione, e lo dimostrano anche le parole che abbiamo sentito, che ci sia una mancanza, come dicevo, di buon senso.
Ci avete parlato della necessità di mettere a disposizione della comunità l'esperienza dei Sindaci di lungo e di lunghissimo corso, dell'importanza di non mandare allo sbaraglio i giovani amministratori ma di accompagnarli in un percorso e di non fargli quindi far ricoprire le cariche apicali... del valore inestimabile del patrimonio umano rappresentato dall'esperienza e penso che sia anche corretto sottolineare l'esperienza, però poi adesso sostanzialmente si rimangiano quelle giustificazioni e decidete con questo emendamento, parafrasando Lucio Battisti, che "vent'anni per me posson bastare". Beh, non lo so, non so che cosa sia tutto questo, non so se è un rinsavimento improvviso, se è frutto di un approfondimento della questione oppure se è un contentino, una mini ricompensa per la massima acquiescenza di qualcuno che dura da oltre quattro anni. In ogni caso è un termine, quello dei quattro mandati, proposto adesso in extremis, a conferma del livello di condivisione che ha caratterizzato tutta quest'operazione maldestra, un termine che noi riteniamo comunque eccessivo e che non cambia nulla della negatività di quell'articolo di legge. Per continuare il parallelismo con la legge elettorale, non è sensato, con la scusa di introdurre un'eventuale preferenza di genere, tornare alle tre preferenze quando c'è un sistema che è applicato in tutte le regioni e che offre una ben diversa possibilità di riequilibrare la presenza delle donne in Consiglio. Oltre a questo, c'è anche altro, ed è una cosa che, a mio avviso, è molto grave. C'è un problema di democrazia in tutta questa vicenda. Se mettiamo in ordine gli elementi che ho citato e anche altri, quest'aspetto del problema di democrazia emerge nitidamente.
Arrivando all'approvazione della legge sui Comuni all'ultimo momento, adesso, non si potrà chiedere una cosa che la nostra normativa prevede, cioè il referendum abrogativo, perché la legge sospende le procedure del referendum abrogativo di una legge regionale nei sei mesi che precedono le elezioni regionali. Lo stesso problema di democrazia si è verificato e si verifica nei confronti della legge elettorale regionale, visto che a suo tempo non è stato possibile, è stato vietato di fare un referendum consultivo e, visto che si cerca ancora oggi di impedire il referendum confermativo con quella che vedremo... e abbiamo testimonianza in queste ore... quella che è un'affannosa rincorsa a intese per arrivare a 24 voti. È evidente che non si vuole sentire la voce della popolazione valdostana su delle questioni di assetto istituzionale che sono basilari, altro che ispirarsi alla Svizzera, come è emerso qualche giorno fa in Commissione, ma, come è stato detto anche oggi, quando si è tirata in ballo la possibilità di non andare neppure più a votare nei Comuni dove si presenta una sola lista, come succede appunto in Svizzera, accennando poi semplicemente al fatto che in Svizzera esiste la possibilità di fare dei referendum. Si dimentica che in Svizzera gli elettori sono chiamati continuamente a esprimersi su delle questioni importanti attraverso lo strumento del referendum, solo nel 2024 gli Svizzeri hanno votato per dieci referendum, solo per dire, e la partecipazione al voto c'è stata. Si dice - e l'ho sentito dal Capogruppo dell'Union Valdôtaine - che lo strumento del referendum in Svizzera è totalmente diverso e che da noi qualcuno, i cosiddetti "campioni del referendum", vuole utilizzare quest'arma proponendo questioni che interessano una minoranza per mettere in discussione i Governi, per mettere in discussione le azioni delle maggioranze, quindi quello che chiedono le minoranze sostanzialmente che senso ha se già c'è una maggioranza che decide? Un discorso che è di totale incoerenza da parte di chi dovrebbe rappresentare un movimento che si è fatto paladino della difesa delle minoranze a tutti i livelli, ma abbiamo capito sicuramente che questo viene dalla bocca di chi è sicuramente nemico giurato degli strumenti dell'iniziativa popolare, degli strumenti della partecipazione popolari. Direi quindi che ci sono i campioni dei referendum da una parte e ci sono i campioni dell'antireferendum, coloro che tendono anche un po' a denigrare norme che sono presenti nel corpus delle leggi di questa Regione e che ci vengono riconosciute al di fuori dei nostri confini come esempi da cui prendere appunti. Ancora recentemente, nel convegno annuale del gruppo di Pisa, che è l'associazione di studiosi sul diritto e la giustizia costituzionale, parlo del giugno del 2024, si è fatto riferimento alle nostre normative in materia referendaria sottolineandone il valore.
Entrando più nel dettaglio delle modifiche proposte dal disegno di legge 180, personalmente trovo del tutto negativo il comma 3 dell'articolo 1 che introduce il quorum del 40% nei Comuni dove sia stata ammessa e votata una sola lista, ammessa al voto una sola lista. È un chiaro disincentivo alla partecipazione, un modo per "legittimare la disaffezione al voto". Le motivazioni che sono state adottate e gli esempi che sono stati portati ancora oggi nella relazione e alla proposta di legge negli interventi, e mi riferisco al riferimento di Valsavarenche, non sono accettabili, anche perché credo che siano note abbastanza a tutti alcune dinamiche che ci sono state in quella elezione, non so se è un esempio calzante.
Altrettanto negativa, e io direi contraddittoria, la proposta contenuta nell'articolo 2 di possibile aumento del numero di Assessori, perché, da una parte, si dice che non è facile trovare delle persone disponibili a impegnarsi nei ruoli apicali, dall'altra si aumentano i posti in Giunta, quasi che - e io questo lo ritengo molto negativo - il ruolo dei semplici Consiglieri sia da ritenersi marginale, del tutto secondario, mentre è vero il contrario. In un Comune che funziona bene e che ha a cuore la partecipazione degli amministratori si possono e si devono trovare delle modalità che valorizzino i singoli e il lavoro collegiale, la programmazione che deve essere condivisa e con i piccoli numeri che abbiamo, questa è una cosa che, se si vuole, si può fare, certo, ci vuole la volontà. Chi lo ha detto che bisogna per forza essere membri di Giunta per incidere sul lavoro di un'Amministrazione comunale? Io la ritengo proprio una cosa che non si può comprendere.
Per tornare al limite dei mandati, anche lì 15 anni sono un periodo, un tempo più che congruo per crescere nuovi e futuri amministratori, per costruire il ricambio, per portare anche semplicemente a una continuità di quell'azione amministrativa, non sto pensando a cambi di forze, di liste, di impostazioni, anche solo per la continuità, ma è una cosa che deve essere fatta. Bisogna costruirlo questo ricambio, bisogna affidare una progressiva responsabilità ai Consiglieri che partecipano attivamente alla gestione del proprio Comune. È vero che le difficoltà nei Comuni sono tante, è innegabile, lo sappiamo, viviamo praticamente quasi tutti in piccoli Comuni. La voglia di mettersi al servizio delle comunità diminuisce, sappiamo anche questo. Ci sono tanti fattori che incidono negativamente, ma di certo andare ad aumentare ancora i tempi del mandato dei Sindaci e dei Vicesindaci non va nella direzione di un contrasto a tale situazione, è l'esatto contrario e mi pare che lo abbia rilevato anche qualche Sindaco che non ha votato questo disegno di legge. Io sono stata amministratrice nel mio Comune dal 1985 al 2010, ho fatto 5 anni da Assessora e gli altri da Consigliera e in quel periodo ho lavorato a stretto contatto con la Giunta con incarichi di supporto che mi hanno permesso di dare un contributo e di condividere l'operato del Sindaco, del Vicesindaco e degli Assessori. Credo di aver avuto la possibilità di imparare tanto, non mi sono mai sentita sminuita e ho portato avanti, assieme ad altri, la realizzazione di vari progetti. Mi si dirà che i tempi sono cambiati e che la situazione oggi è diversa. È possibile che ci sia una diversità, ma io credo che non sia cambiato il senso dell'impegno che tanti nostri amministratori possiedono e a cui va il ringraziamento per continuare a essere presenti con le loro azioni sul territorio.
Fuori dalla nostra Regione ci sono delle realtà di Comuni che arrivano a 2.000-2.500 abitanti dove ci sono Giunte formate da tre persone, compreso il Sindaco, e con grande difficoltà ma lavorano. Ora, senza arrivare a tanto, perché sarebbe un tornare indietro, ma è veramente necessario l'aumento del numero degli Assessori? Io ho dei seri dubbi, così come nutro anche grandi perplessità su tutto il resto.
È ovvio che il giudizio complessivo sul disegno di legge è negativo e così sarà anche il voto alla legge.
Dalle ore 15:47 riassume la Presidenza il presidente Bertin.
Bertin (Presidente) - Ha chiesto la parola il consigliere Jordan, ne ha facoltà.
Jordan (UV) - Nel disegno di legge presentato che porteremo in approvazione sono presenti tanti elementi utili e necessari. Nella proposta di legge troviamo l'election day, una scelta che, considerate le scadenze elettorali, è quasi obbligata. Su questo tema abbiamo sentito tante teorie, alcune fantasiose, altre completamente basate sul nulla, alcune proprio qui nell'aula. Il quadro normativo ci impone un determinato periodo nel quale svolgere le elezioni, è già stato detto sufficientemente questa mattina. Qualsiasi altro ragionamento, legato ad altri periodi, non sta in piedi. L'abbassamento del quorum - un altro tema su cui abbiamo discusso parecchio oggi - credo sia una scelta corretta, una scelta che si adegua al periodo che stiamo vivendo. Chi potrebbe andare a votare e non ci va sta facendo una scelta di non voto, il non andare a votare è un'espressione di una volontà. Non so se questa sia un'espressione della sfiducia nella politica o nell'Amministrazione, può darsi, non so se è disinteresse verso la propria comunità, può darsi. Non so se è perché spesso non ci sono proposte alternative nella sola lista su cui confrontarci e quindi non si va, può darsi, ma è altrettanto evidente che non andando a votare si esprime una volontà ben precisa e si delega la scelta a chi invece va a votare, quindi chi non vota è come se lo avesse fatto; di conseguenza, coloro non possono condizionare negativamente l'esito del voto.
Ancora, scorrendo l'articolato, sulla determinazione del numero di Assessori, si deve prendere atto delle diverse caratteristiche dei Comuni, si deve prendere atto che le esigenze sono diverse e che le problematiche sono diverse e quindi è bene che ci siano dei riferimenti precisi per definire il numero massimo di Assessori, lasciando ai singoli Comuni la possibilità di scegliere. Nel disegno di legge, che, come è ricordato, parte dalle proposte che i Sindaci hanno presentato, si fa riferimento alle modifiche della composizione dell'Esecutivo per rendere più efficace l'azione. A mio avviso, è necessario avviare un ragionamento, dandosi dei tempi sufficientemente ampi per affrontare bene il tema, dandosi modalità che siano partecipative, inclusive delle diverse sensibilità per ragionare sul tema sia della composizione degli organi degli Enti locali, che sull'architettura del sistema degli Enti locali, anche in ottica di una gestione dei servizi e delle funzioni comunali. Il tempo credo che sia maturo per fare dei ragionamenti che superino i confini comunali, che superino gli steccati e i campanili. Si apra un confronto per capire quale può essere il modello o i modelli di gestione migliori. Si prediliga l'associazionismo tra i Comuni, si riempiano nuovamente di contenuti le Unités, le Comunità montane o gli altri strumenti per associare i servizi. Si prediliga l'associazionismo, ma si inizi a valutare, si inizi il confronto, si inizi ad analizzare i pro e i contro di un percorso, forse più coraggioso e magari rivoluzionario nella nostra Regione, che è quello della fusione dei Comuni, un tema che è sempre meno tabù tra la popolazione, soprattutto in certi territori e in certe zone della nostra regione.
Sul tema delle indennità sono convinto che siano corrette e adeguate e aggiungo - e lo dico a ragion veduta e purtroppo un po' utopisticamente - che più a delle indennità bisognerebbe - ma in questo caso non dipende da noi - fare in modo che i Sindaci siano coperti dalle responsabilità e fare in modo che non tutto ciò che accade nel territorio debba vedere il Sindaco sempre indicato come capro espiatorio.
Sempre nell'ambito dell'autonomia dei Comuni di cui ho accennato precedentemente, evidenzio, ma mi adeguo, che avrei preferito che le indennità fossero fissate come elemento massimo da non superare, lasciando anche in questo caso la necessaria discrezionalità ai singoli Enti locali, così da poter adattare alle diverse situazioni e alle diverse sensibilità di ogni Ente. Infine, riguardo ai limiti dei mandati, credo che lo Stato, togliendo il limite, abbia fatto un errore, le cui conseguenze in qualche modo sono già state esplicitate. Vediamo nelle Istituzioni troppo spesso la professionalizzazione della politica, la politica come lavoro, la politica come mestiere. Lungi da me sostenere che la politica debba essere affidata al dilettantismo politico e all' impreparazione, questo rappresenta la degenerazione della politica. Abbiamo visto cosa e dove ci ha portato, però credo fermamente - e mi riferisco a tutti i livelli istituzionali, al di là dei riferimenti normativi - che sia di grande responsabilità garantire e favorire il ricambio, ma soprattutto che sia motivo di maggiore soddisfazione riuscire ad assicurarlo.
Presidente - Ha chiesto la parola il vicepresidente Sammaritani, ne ha facoltà.
Sammaritani (LEGA VDA) - Lascerò poi al collega Manfrin una replica che mi veniva spontanea proprio adesso sulle parole del collega Jordan, ma va beh, lascerò a lui questa soddisfazione.
In realtà dico e ribadisco quello che ho detto nel mio primo intervento e replico al collega Marguerettaz, che conosco ormai bene e ho dubbi sul fatto che lui non si sia consultato con qualche esperto in materie giuridiche, ma devo dire che probabilmente, se lo ha fatto, ammesso che l'abbia fatto, probabilmente chi gli ha detto alcune cose ha sbagliato, nel senso che non ha letto un pezzo della sentenza sulla Sardegna, perché è vero che la Sardegna aveva impugnato per aumentare, è anche vero che, tanto per fare un piccolo ripasso a tutti quanti, è evidente che ci sono delle leggi vigenti in tutta Italia, ce ne sono anche di leggi elettorali: Lombardia cito a caso, Sardegna, eccetera, in questo momento regionali che sono incostituzionali, ma non sono state impugnate a quel tempo per vari motivi: svista del Governo, forse cambiamento di giurisprudenza e di orientamento della Corte costituzionale, per tanti motivi, quindi questo fatto può esistere, cioè può esistere una legge vigente, e ne esistono tante, che hanno dei principi in contrasto con l'orientamento della Corte costituzionale in questo momento, cioè attualmente. Questo è vero anche per la Sardegna per questa sentenza, lei l'ha fatta prima che intervenisse la legge di gennaio, il decreto-legge di cui stiamo parlando, che ha tolto il limite di mandato sotto i 5.000 abitanti. Questo è vero, però è anche vero che quella sentenza dice delle cose, dei principi fondamentali che sono universali, chiamiamoli così, perché, a proposito della limitazione dei mandati, qual è il problema? L'abbiamo già detto prima: è contemperare interessi e principi diversi.
Un principio è quello fondamentale dell'articolo 51 della Costituzione, cioè libertà di potersi candidare, quindi mandati illimitati sempre e ovunque e, dall'altra parte, invece contemperare questo principio per garantire la democraticità, lo dice proprio anche la sentenza, lo richiama ma viene detto in quasi tutte le sentenze di questo genere, che la previsione del numero massimo di mandati consecutivi riflette una scelta normativa idonea a inverare e garantire ulteriori fondamentali diritti e principi costituzionali, cioè diversi da quello del 51, quindi libertà assoluta, e cioè l'effettiva condicio fra i candidati, la libertà di voto dei singoli elettori, la genuinità complessiva della competizione elettorale, il fisiologico ricambio della rappresentanza politica, in definitiva la stessa democraticità degli Enti locali che sarebbe pregiudicata nel momento in cui un Sindaco può fare il Sindaco per 30-40 anni, però nel passaggio successivo - e qui leggo proprio la sentenza integrale, quindi non c'è una parola in più o una parola in meno - è scritto: "Tali ulteriori interessi costituzionali sono destinati ad operare in armonia con il principio presidiato dall'articolo 51 - che è quello che sta lassù in generale libertà, quindi ti candidi quante volte vuoi, tant'è che in Parlamento ne vediamo - in base a uno specifico punto di equilibrio, la cui individuazione deve essere lasciata nelle mani del legislatore statale", punto. Questa è una pietra tombale.
Questo emendamento quindi è incostituzionale, votare adesso un emendamento così significa votare una cosa che adesso, oggi, è incostituzionale, non tredici mesi fa magari, ma adesso sì, quindi è incostituzionale.
La Sardegna cosa ha fatto quando ha motivato per dire: "Voglio ampliare i mandati", eccetera, lo spiega e dice perché ci sono dei problemi, noi siamo peculiari: "necessità di consentire all'elettorato di poter confermare alla guida figure esperte, che possono garantire continuità, con particolare riferimento al PNRR - eccetera eccetera - difficoltà a reperire candidati alla carica di Sindaco in ragione di fattori quali lo spopolamento, densità demografica tra le più basse d'Italia, livello di perifericità dei territori", eccetera. Praticamente esattamente il contrario di quello che state facendo adesso, cioè, visto che siamo peculiari, bisognerebbe dare esecuzione alla norma statale, cioè mandati illimitati, non più limitazione.
Oltretutto - e spesso è importante a livello di impugnativa costituzionale -, quando si fa una norma così che va contro i principi che già si sanno sono stati fermati dalla Corte costituzionale, bisognerebbe motivare. Questo emendamento non ha motivazione, quindi voi prima depositate una legge in cui vi allineate alla norma statale, come in effetti dice la Corte costituzionale, e poi lo disattendete rimettendo un limite; è vero che non è più tre, diventa quattro, ma qual è il problema? Che è vero che per svista, non capiterà sicuramente, il Governo potrebbe non impegnarvelo, ma la prima volta che ci sarà un Sindaco che vi dirà che lui vuole fare il mandato in più rispetto a quello che c'è nella vostra legge impugnerà in via incidentale in questo caso e non in via principale e vincerà lui, perché la norma è incostituzionale. Se voi approverete quest'emendamento, inevitabilmente sarà incostituzionale alla luce di principi sanciti dalla Corte costituzionale nella sentenza sulla legge sulla Sardegna. Mi dispiace doverlo ribadire, ma è proprio così, peraltro non ci stupisce che il PD abbia depositato un emendamento di questo genere perché anche già la sua legge elettorale regionale era infarcita di criteri incostituzionali, 24 seggi a chi prendeva più del 50%, 24 seggi anche dopo il ballottaggio, quindi una sovrarappresentazione che va contro i principi costituzionali sanciti da decenni ormai, quindi uno più o uno meno...
Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Erika Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz E. (PCP) - Tutti i dubbi posti questa mattina li ripropongo nel pomeriggio, perché, a parte il fatto di dirci: "potevate presentare una proposta di legge" e ribadisco il fatto che delle leggi elettorali non andrebbero presentate a maggioranza ma andrebbero discusse da tutto il Consiglio regionale e anche da chi non è in Consiglio regionale, questo per una sorta di democrazia, tant'è che ne parleremo poi sulla legge elettorale regionale... anche forze che erano al di fuori del Consiglio regionale hanno chiesto di essere audite, ma non sono mai state audite, quindi, come ho evidenziato questa mattina, rimango della mia idea intanto che quest'urgenza...
La collega Minelli diceva : "In nove giorni devono aver visto i Consigli comunali", no, in tre giorni devono averla vista, perché il 17 è stata scaricata, il 19 i Sindaci hanno già dato il parere, quindi in due giorni hanno attivato i 600 Consiglieri comunali per capire quali erano le posizioni, ma, a parte questo, tant'è che gli stessi Sindaci rilevano il fatto che, vista l'urgenza, non hanno potuto affrontare con attenzione quel testo, ma non mi è stata data nessuna risposta sulla possibilità di spostare le elezioni a maggio. Qualcuno ha chiesto se si potevano spostare le elezioni per non fare l'election day per permettere il reclutamento dei segretari, che, per colpa di questa maggioranza, non ci saranno nel mese di settembre e via dicendo? È stato chiesto questo? Io di questo non ho avuto una risposta, magari ce l'avrò dal Governo regionale, ma, sotto questo punto di vista, che è il primo punto del parere dei Sindaci, nessuna risposta è stata data in quest'aula.
Poi certo mi si dice: lei quando parla all'esterno di quest'aula, parla in maniera diversa; l'ho già detto un'altra volta, io, quando sono in quest'aula, non sono nel bar di Bosses ma sono in un'aula di un Consiglio regionale, quindi in qualche modo, quando sono all'interno di quest'aula, ho comunque un atteggiamento istituzionale che è e deve essere tenuto all'interno di quest'aula. Anche sotto questo punto di vista basta ascoltare e leggere con attenzione alcune delle cose che ho posto oggi e che abbiamo posto all'interno della Commissione, perché è vero, è il Consiglio regionale che ha il compito legislativo, ma le Commissioni servono proprio per migliorare quei testi e le osservazioni poste oggi dal collega Sammaritani molto probabilmente potevano essere poste in Commissione avendo più tempo per analizzare il testo.
Sammaritani, secondo me, ha centrato quello che in qualche modo ho cercato di dire io non con gli strumenti che ha lui; la sentenza 60/2023 è vero che è antecedente al decreto-legge, ma fissa dei principi che vengono ribaditi, cioè quello che è stato letto, ossia l'evidenziazione come la permanenza per periodi troppo lunghi a ricoprire una carica può dar luogo ad anomale espressioni di clientelismo, il ricambio serve a evitare soggettivismo dell'uso del potere e via dicendo, tutte le cose che ci sono all'interno di quella sentenza vengono ribadite e viene ribadito quell'articolo della Costituzione, che, in qualche modo, quando ci presentiamo a una competizione elettorale, dovremmo avere le stesse possibilità.
Ribadisco ancora una volta che tutto questo mi sembra oltretutto veramente molto strano, perché - e anche questa è una domanda che ho posto a cui non mi è stata data risposta - se dobbiamo recepire una norma nazionale poi presentiamo invece un emendamento che va in contrasto con quella norma nazionale? Abbiamo fatto una riflessione e abbiamo detto evidentemente quei principi che sono nella sentenza 60 sono giusti, corretti, oppure abbiamo semplicemente detto: "beh, mettendo da tre a quattro è come dire nessuno sarà in questa situazione", perché sappiamo benissimo, nessuno può essere al quarto mandato in questo momento, quindi è un po' come dire lanciamo più avanti il sasso, perché sinceramente io ad oggi quell'emendamento continuo a non capirlo. Sicuramente poi ci sarà chi ce lo spiegherà meglio e forse riusciremo a capirlo, però tutti i punti posti questa mattina perché non si potevano spostare a maggio? Per una questione di risparmi? Perché non c'è la volontà? Perché non era possibile? A questa domanda nessuno ha risposto. Alla questione del perché prima si va sulla norma nazionale, poi si decide invece di mettere delle limitazioni che sappiamo non essere assolutamente attinenti a questa tornata elettorale, ma al massimo a quella prossima... quindi anche su questo non capiamo le motivazioni.
Sulla questione dei segretari comunali è semplicissimo, lo dicevamo ai tempi della discussione della legge 15/2020: si fa l'albo unico della dirigenza e abbiamo risolto il problema. Anche sotto questo punto di vista direi che abbiamo anche la possibilità, da qui a fine legislatura, di occuparci di questo e quindi più contenti di quelli... visto che abbiamo già dei segretari comunali che fanno i dirigenti in Regione, diamo la possibilità a tutti gli altri di farlo.
Dopodiché io condivido abbastanza quanto ha detto il consigliere Sammaritani perché o avevamo il coraggio veramente di definirci autonomisti, e quindi provare una strada diversa e dire: noi manteniamo il limite, facciamo una strada diversa, sapendo che quella può essere impugnata... e, come dicevo, bastava guardare il dibattito che c'è stato nel Consiglio regionale del Trentino, dove in automatico la Corte che disconosce quindi la possibilità per le Regioni anche a Statuto speciale di tener conto delle loro peculiarità, come è stato detto... cosa fa la Giunta regionale del Trentino? Si è subito attivata per una norma di attuazione, perché sinceramente io credo che stiamo parlando di un decreto-legge mentre invece la competenza primaria sull'ordinamento degli Enti locali è all'interno del nostro Statuto, quindi molto probabilmente credo che quella posizione seria presa dal Trentino, per quello che ne posso capire io, potrebbe in qualche modo essere anche d'aiuto per noi, però, rispetto a questo, dobbiamo avere le idee molto chiare, dobbiamo sapere veramente cosa vogliamo fare, perché - ripeto - da lunedì che è stato votato in Commissione a quello che si propone oggi c'è una grande diversità. Se quindi eravamo obbligati a recepire la norma nazionale, allora non ha senso questo emendamento, se invece ha un senso questo emendamento, mi chiedo come mai abbiamo recepito la norma nazionale anche su altre cose, perché nel testo di legge è stata recepita anche per altre cose.
Spero che qualcuno possa dare delle risposte alle domande che ho posto sennò rimarranno i dubbi e naturalmente vi voterete sia la legge che l'emendamento.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Manfrin, ne ha facoltà.
Manfrin (LEGA VDA) - Vorrei intervenire partendo dal fondo rispetto all'oggetto della conclusione dell'intervento del collega Jordan, che ha chiuso il suo intervento dicendo che togliere i limiti è stato un grave errore da parte del Governo nazionale, quindi finalmente il Governo regionale e questa maggioranza finalmente, con un intervento sovranista, di quelli che piacciono anche al collega Cretier, riesce, proprio con questo afflato di forza, a bloccare questa ingerenza da parte del Governo nazionale, che aveva profondamente sbagliato a togliere i limiti del mandati, quindi dovremmo essere tutti grati.
Io chiedo al collega Jordan: ma lei ha letto che cosa ha approvato la Giunta? Perché la Giunta ha approvato esattamente questo. Lei adesso ci dice che è orgoglioso di un emendamento che va contro quello che la sua Giunta ha approvato e lo dice senza provare vergogna. L'emendamento che avete depositato e che verrà votato non ha nemmeno uno straccio di motivazione, non c'è nemmeno uno straccio di relazione che dica: "Scusate, ci siamo sbagliati, ci cospargiamo il capo di cenere, rivendichiamo che siamo sovranisti e responsabili". Non c'è, avete depositato un emendamento, cari colleghi del PD e tutta la maggioranza, che va contro quello che dice lo stesso vostro Governo e lei, collega Jordan, ci dice che ha fatto bene, che ha sbagliato il Governo a dire che bisognava togliere tutti i limiti, ma l'avete votato voi, ma l'ha votato il suo Governo, collega Jordan, ma almeno si legga gli atti, ma almeno faccia attenzione a quello che viene scritto! Non ci venga a raccontare le "cucche" qua, che immagino saranno le stesse "cucche" che racconterà probabilmente la rappresentanza del PD ai propri elettori durante la campagna elettorale nei prossimi mesi, quando, con orgoglio, rivendicherà che l'appartenenza a questo Governo regionale ha prodotto una serie di forti risultati di Sinistra, si sono bloccati i fascisti, che questo è un po' il leitmotiv che sta bene con tutto, con il nero, con il gelato, con qualsiasi cosa, si è introdotto il quarto mandato e ci sarà un ordine del giorno per le donne in Giunta, così dicono i più informati, quindi ci sarà questa forte rivendicazione dicendo: "Ragazzi, abbiamo passato 5 anni a votare tutto quello che ci diceva l'Union Valdôtaine, però abbiamo ottenuto delle grosse conquiste progressiste, quindi abbiamo legittimato la nostra presenza al Governo". Io vi faccio un grande in bocca al lupo.
Sul resto, andiamo così a ritroso, ho apprezzato per una volta, presidente Bertin, il suo intervento, per una volta ha fatto un intervento politico e io ero convinto che su questa proposta lei entrasse nel merito e lei, Presidente, ci ha parlato di elezioni d'oltreoceano. A un certo punto ero convinto che ci spiegasse il funzionamento del caucus americani, che è un funzionamento peraltro anche affascinante, ereditato da un modello olandese, una cosa decisamente carina... ha parlato di tutto fuorché quello di cui stiamo discutendo, tranne, come il suo solito, fare un accenno ai populismi, perché è facile fare i populismi sui cetrioli, lei ha perfettamente ragione, presidente Bertin, fare del populismo è molto facile con i problemi dei cetrioli che ci impone l'Unione europea. Credo che il populismo su questo sia quasi pari a quella famosa proposta di legge che prende i nomi di Bertin-Mossa, se lo ricorda Mossa, Movimento 5 Stelle, i primi populisti? Questa proposta di legge che introduceva una battaglia fondamentale, cioè la preferenza unica. Si ricorda che lei era firmatario di questa proposta, come primo firmatario, perché era una proposta forte, che combatteva la mafia, perché bisognava mettere la preferenza unica perché c'era la mafia e quindi bisognava toglierla, bisognava togliere le tre preferenze, togliere lo spoglio nei Comuni, fare lo spoglio centralizzato, mettere la preferenza unica e lì si diceva: "Con questa la mafia, ragazzi, questa volta la mandiamo a casa". Adesso probabilmente lei ci dirà che, grazie proprio alla preferenza unica la mafia non c'è più, l'abbiamo andata via e quindi a questo punto si può ricambiare e lei si appresta, nella giornata di oggi o domani, non lo so, a votare le tre preferenze. Bene, vorrà dire che tutto quello che ha detto prima ovviamente è cancellato, oppure ci darà le sue motivazioni, oppure ci dirà: "Sapete, oh, sono Presidente del Consiglio, devo pur mantenere la mia posizione fino a quando sto qui", è un patto di maggioranza.
Vede, ogni volta che lei parla di populismo qui, probabilmente si fa un autogol da solo, io mi sono permesso di sottolinearlo solo questa volta perché ritengo che lei abbia veramente su questa cosa e nel prosieguo di questi giorni di Consiglio abdicato a tante cose che lei ha affermato quando io stesso ero all'opposizione assieme a lei e lei da quei banchi urlava. Me lo ricordo, ma avremo modo di misurarla, magari mancheranno dei voti, chi lo sa, lo sapremo soltanto guardando i risultati delle votazioni delle leggi che seguono.
Vengo invece a quello che è stato affermato dal relatore della legge che diciamo in maniera tecnica, ineccepibile, il collega Sammaritani ha già puntualizzato. Io voglio trattare un fatto più politico, un lato più politico, perché lei giustamente, collega, ce lo riconoscerà, ci ha detto: "Ma se avevate tutta una serie di belle idee, perché non le avete messe su carta?", lei fa un giusto intervento, è giusto dire: "Avete sempre le soluzioni per tutto, perché non le mettete giù e ce le proponete?". Vede, collega Marguerettaz, noi ci abbiamo provato, la legge elettorale che abbiamo depositato ristagna da un po' di tempo, altre leggi che abbiamo depositato, io penso alle povere colleghe dirimpettaie che hanno depositato una legge, la 64, che ristagna da tre anni forse in Commissione... la 58 anche, insomma, ci sono tutta una serie di leggi che, inspiegabilmente, ristagnano all'interno delle Commissioni. Credo che l'unica motivazione sia perché sono di opposizione e non sono di maggioranza.
Anche in occasione dell'ultimo bilancio lei ci ha detto, quando abbiamo fatto l'assestamento... al DEFR chiedo scusa..."Vi sfido, presentate qualche emendamento, presentate qualche proposta, mettete su carta, non bastano gli ordini del giorno, bisogna fare gli emendamenti, ma gli emendamenti li abbiamo presentati, collega Marguerettaz, ma voi ce li avete bocciati tutti, quindi gli ordini del giorno non vanno bene, le proposte di legge non vanno bene, gli emendamenti non vanno bene, ci dica lei come possiamo migliorare questa nostra Regione. Noi ci abbiamo provato, ci abbiamo messo tutti noi stessi, il problema è che spesso noi proponiamo, facciamo una proposta di legge, la depositiamo e passano degli anni, poi vediamo che, per esempio, questa proposta di legge qui viene scaricata la settimana prima e la settimana dopo ce la troviamo in Consiglio, quindi il problema è questo. C'è un'evidente differenza di binari fra chi è di maggioranza e chi di opposizione, che, per carità, è tutto legittimo, governate voi, è tutto legittimo, è una scelta politica, dite: "Noi preferiamo dare priorità a quello che facciamo noi", però poi non si dica che l'opposizione fa soltanto critiche e non fa proposte; noi le proposte le abbiamo fatte, se non sono arrivate a discussione, non è purtroppo colpa nostra. Se non si votano e non vengono messe in votazione e non arrivano in aula, purtroppo non possiamo farci niente.
È stata detta anche un'altra cosa: che i Sindaci hanno dichiarato in Commissione che non ci sono impedimenti per quanto riguarda la questione del bilancio... è stato detto giustamente, e io sono andato a prendere le dichiarazioni di un Sindaco con il quale sento una particolare vicinanza che mi sta particolarmente simpatico, tal Nuti, che ieri dichiarava che sarà un grosso problema per la nuova maggioranza, che si troverà a dover votare e approvare il bilancio previsionale triennale predisposto dalla vecchia maggioranza. Io in questa dichiarazione leggo due cose: da una parte, il fatto che forse quello che è stato detto non è così vero, e quindi che ci saranno problemi in caso di cambio di maggioranza tra chi arriva dopo... chi arriva dopo si trova i conti predisposti da quello che c'era prima e magari il colore politico è diverso... e il fatto che lo stesso Nuti dica che ci sarà un'altra maggioranza, credo che questa sia forse l'ammissione più importante e forse si è reso conto anche lui del lavoro che ha fatto in questi cinque anni sulla città di Aosta, ma questa è una mia valutazione personale.
Infine volevo fare una piccola valutazione rispetto alla questione dei segretari, perché è vero, collega Marguerettaz, lei ci ha detto che la questione segretari è molto più importante rispetto alla questione della data delle elezioni e che il problema è molto più grosso, e lei ha perfettamente ragione, è un grosso problema quello dei segretari, e noi ci auguriamo che effettivamente le nuove Amministrazioni possano arrivare in tempo ad avere la giusta dotazione di segretari comunali. Il problema è che chi ha creato il problema non siamo noi, perché chi ha creato il problema, affastellando la normativa sui segretari comunali di modifiche, leggi, emendamenti, modifiche in corso, correzione di altri emendamenti con altre leggi, con altre modifiche, cancellando quello che è stato fatto, poi ripristinandolo e mandandolo avanti, è chi ovviamente ha governato fino adesso. È dall'inizio della legislatura che facciamo, non so, una legge, un articolo, una modifica sui segretari comunali ogni sei mesi, giustamente la collega mi ricorda che ci sono state cinque modifiche alla legge dei segretari, quindi è vero che è un problema, è altrettanto vero che chi ha creato il problema non siamo noi.
Io credo che al netto del dibattito che c'è stato e del profondo silenzio in cui è caduto il primo firmatario dell'emendamento, nonché Capogruppo del PD, che ha preferito ovviamente fuggire, credo che sia di fondo il problema su questa legge... che probabilmente avrebbe potuto magari raccogliere un po' più di tempo, qualche osservazione in più ed essere migliore magari a raccogliere un po' gli spunti di tutti, perché io credo che dal dibattito di quest'aula sia emersa in realtà una volontà comune di provare ad andare nella direzione di una modifica di quelle norme che oggi disciplinano l'elezione nei Comuni e che sicuramente hanno delle criticità.
Io sono assolutamente d'accordo rispetto alla questione - lo abbiamo detto, lo ha detto il collega Sammaritani, lo ribadiamo - alla necessità magari di andare a ridurre la composizione dei Consigli comunali nei Comuni valdostani per permettere di poter magari fare anche più liste all'interno dello stesso Comune, perché la moltiplicazione delle liste, almeno avere due liste che competono l'una con l'altra, significa che, da una parte, c'è una maggiore democrazia e una maggiore partecipazione, dall'altra, che in un secondo momento ci sarà una maggioranza e un'opposizione e le dialettiche interne fra maggioranza e opposizione sono il sale della democrazia: ecco perché ci auguriamo che, al netto delle modifiche che ci auguriamo non vengano introdotte e che ovviamente non voteremo, ci sia la volontà comune di arrivare a un testo che sia il più possibile condiviso perché le regole del gioco si scrivono insieme, ma queste regole del gioco non trovano il nostro favore.
Presidente - Consigliere Aggravi, a lei la parola.
Aggravi (RV) - Vorrei intervenire anch'io con questo secondo intervento su alcuni temi che sono stati toccati dai colleghi che trovo particolarmente interessanti e su cui vale la pena dire qualche cosa in più.
È vero, ha ragione il collega che ci invita da tempo a fare delle proposte che "le minoranze spesso beceramente criticano, non fanno nient'altro che criticare e quindi se avevate delle proposte, potevate farle", però vede, collega Marguerettaz, noi siamo stati scientifici, non abbiamo fatto delle proposte per un motivo semplice: perché se una cosa l'abbiamo capita, soprattutto chi è Commissario di II Commissione, è che i testi di legge, che hanno una copertura finanziaria, se presentati dalle opposizioni, non passano. Questa è una certezza matematica. Questo disegno di legge 180 ha una copertura finanziaria e quindi non sarebbe stato neanche preso in considerazione se rappresentato dalle minoranze, posto il fatto che costruire un disegno di legge così sappiamo e lo vediamo non è una cosa semplice e i mezzi sono impari, ma sappiamo che, dove c'è una copertura finanziaria, c'è un parere negativo in un modo o nell'altro, quello lo abbiamo capito e penso che ne abbiamo fatto tesoro.
Non entro nelle questioni delle sentenze, dei rimpalli, ognuno ha le sue certezze, sappiamo che, nel bene o nel male, la certezza delle sentenze la si sa soltanto poi quando vengono, ahimè, anche in alcuni casi emesse, quindi su quel punto lì noi ci siamo permessi di fare degli emendamenti e di fare delle proposte. Le abbiamo fatte in questa sede perché è già stato detto ed è già stato rappresentato che i tempi sono stati bruciati e poi, lo ripeto, se presentavamo delle proposte che toccavano la copertura finanziaria, sapevamo come andava a finire.
Detto questo, qualcuno ha fatto una proposta, qualcun altro ha fatto anche una proposta ed è stata ampiamente dibattuta, sono i silenti colleghi del PD che hanno presentato un emendamento che è stato poi oggetto di difesa contro difesa e vedremo come andrà a finire. Un emendamento che però... e in questo silenzio io avevo provato a lanciare un po' la suggestione, probabilmente ci sarà un secondo difensore del PD per interposta persona che si è appena prenotato, molto bene, mi spiace dirvelo però su questa proposta a me sembra un po' di vedere il comportamento dell'asino di Buridano, tra il mucchietto di fieno e di acqua che rappresenta la fedeltà alla maggioranza, l'ostinata fedeltà alla maggioranza, che non è stata neanche scalfita dalle 10 ore in cui il soldato Guichardaz Jean-Pierre ha tenuto duro e l'altro mucchietto che invece magari potremmo fare, come direbbe il collega Manfrin, qualcosa di Sinistra o qualcosa di più Sinistra rispetto agli altri. Rimane lì, voi avete fatto una proposta che, per carità, è arrivata in aula, probabilmente è stata sofferta, è stata ragionata, non ci torno, però mi sembrate un po' l'asino di Buridano che non sa tanto che cosa fare.
Detto questo, spero che prima o poi sentiremo anche la vostra posizione, poi vedremo al voto e vi auguro di portare a casa l'obiettivo, sarebbe poi molto simpatico poi vedere successivamente, al di là delle ragioni o dei torti, che poi magari questa norma non porta da nessuna parte e forse qualcuno che oggi vi sta difendendo ha detto: "Ma sì, fategliela presentare che poi magari viene impugnata" ma non ve lo ha detto. Pensateci.
Vado sul tema segretari perché, lo hanno detto anche i colleghi che mi hanno preceduto, e hanno ragione, è inutile oggi dire che non bisogna condizionare la data delle elezioni alla questione dei segretari, posto il fatto che c'è un parere del CPEL che va letto oltre il parere favorevole perché dice delle cose e di solito le osservazioni che vengono dette, anche se il parere è favorevole, hanno un'importanza, e solitamente siete particolarmente sensibili a quelle osservazioni.
Il tema dei segretari è una triste vicenda perché lo si è detto, anche lì sembra: facciamo un'ultima modifica e questa è quella definitiva, però si continua ad andare avanti; adesso ci auguriamo che le modifiche siano terminate e che finalmente si possa procedere, però, ripeto, non siamo tanto noi della minoranza o qualcuno oggi ha anche paventato la questione del rinvio delle elezioni, ma c'è scritto nel parere del CPEL che va letto oltre il parere favorevole, le osservazioni sono quanto mai più pesanti rispetto anche alle audizioni, perché c'è scritto nero su bianco.
Ho anche apprezzato l'intervento del presidente Bertin, che ha detto una cosa che condivido, ovvero che alla fine l'obiettivo della democrazia americana o, meglio, di chi l'ha costruita, era la libertà. Era un po' più libero all'opposizione lei, mi sembra un po' costretto in questa situazione, non so se è un cambiamento oppure il ruolo ha un po' smussato gli angoli. Quando era all'opposizione, certe cose non le digeriva, sul tema dei mandati, secondo me, lei si sarebbe comportato in maniera diversa. Vede, Pontboset non è Washington, però lei sa benissimo che il problema non è la grandezza dell'ente, è in proporzione come viene esercitato il potere. In un grande ente, a meno che Pontboset non abbia delle armi atomiche nascoste e noi non lo sappiamo, però la proporzionalità dell'ente è particolare, perché sicuramente gli Stati Uniti d'America è una cosa enormemente più grande, più complessa e più pericolosa del Comune di Pontboset, ma il potere si esercita in proporzione alla grandezza dell'ente, quindi, come lei mi insegna, in democrazia il sistema dei pesi e dei contrappesi non fa male, ma argina l'esercizio del potere a volte quando si va al di là di quello che si dovrebbe fare e non c'è bisogno di tirare in mezzo la criminalità organizzata. È un sistema di pesi e di contrappesi che deve essere rappresentato e costruito in maniera proporzionale e sinceramente, ripeto, io non penso e sono concorde che Pontboset sia Washington, però sicuramente il sistema di pesi e contrappesi sarebbe qualcosa di utile e importante e noi lo abbiamo già detto e lo abbiamo scritto nero su bianco con un emendamento, come anche le colleghe di PCP, preferiamo mantenere l'attuale modello perché, secondo noi, dà più garanzia, ma non particolarmente, non voglio fare dei grandi discorsi, ma oggettivamente a pochi mesi della scadenza dei vari mandati, forse era meglio tenere le cose come sono.
Sono rimasto piuttosto stupito invece dall'intervento del collega Jordan ancora una volta, lo avevo già detto in sede di bilancio, perché su alcuni passaggi mi trova particolarmente concorde e non sono stupito di questo, sono stupito di un paio di altre cose. Lei giustamente dice che il non voto è un'espressione di voto e da liberale le dico che è verissimo, come anche lasciare andare un Comune in commissariamento è un'espressione di una volontà di chi non è andato a esprimersi, perché, se quello che lei dice è vero, allora magari la proposta Jordan-Marguerettaz era quella di togliere qualsiasi quorum se si può fare, perché avrebbe creato... eh, vede qual è? Nel sistema quindi dei pesi e dei contrappesi anche la volontà di non presentare una lista e di avere un Commissario è un'espressione più o meno, poi il giudizio lo si dà, dell'elettorato che ha scelto di non andare a votare. In questo senso non possiamo neanche dire che il quorum non può condizionare negativamente il futuro dei nostri Comuni, comunque una continuità amministrativa ci sarebbe stata, perché un Commissario, per carità, non dà ovviamente quello che è una Giunta, un Governo in essere, ma è una continuità amministrativa e quindi purtroppo, nel bene o nel male, è comunque un'espressione. Qui c'è lo stupore, e davvero la concordanza, perché parliamo solo oggi di un confronto sulla fusione dei Comuni? Perché, vede, durante la presentazione dello studio sull'ente strumentale dei servizi sociali - non c'entra niente ma c'entra - c'è una slide molto interessante che rappresenta le funzioni dei vari enti e ho notato - e l'ho fatto anche notare in Commissione - che c'è un altro ente su cui bisognerebbe fare un confronto forse prima che sui Comuni: le Unités, perché i Comuni stanno perdendo o stanno trasferendo una parte di competenze, le Unités stanno trasferendo anche una bella parte di servizi; allora forse dovremmo capire come cambiare - o qualcun altro dovrà capire - quel modello organizzativo dando i giusti risparmi alla cittadinanza, non creando altri sovraenti o altre sovrastrutture, perché l'Unité sta diventando una sovrastruttura. Sicuramente permette a un voto di valerne due e questo accade al CPEL, ne abbiamo avuto la riprova in più di un'occasione, però dobbiamo capire il senso oggi di quella sovrastruttura, se ha ancora senso.
Ben venga ragionare sul tema della fusione dei Comuni però, vede, anche lì - e mi ricollego alla parte iniziale - qualcuno aveva fatto delle proposte, il collega Restano, il sottoscritto e un altro collega nella scorsa legislatura avevano proposto un testo di legge su cui ragionare in cui si parlava anche di questo. Apriti cielo, sembrava lesa maestà. E che fine ha fatto? Nella palude delle Commissioni, si è fatta una Sottocommissione, poi sappiamo che per risolvere i problemi, fai una Commissione e diciamo li mettiamo di lato, però è interessante questo passaggio, avremo sicuramente modo di parlarne, però dobbiamo andare un po' oltre i ragionamenti e dobbiamo necessariamente coinvolgere i Sindaci e le Amministrazioni, che non si devono necessariamente nascondere dietro a "Non si toccano i Comuni", per carità di Dio, ragioniamo però, perché, se l'insieme dei costi, l'insieme di determinate organizzazioni non è funzionale e pesa sui cittadini, sull'utenza, perché poi alla fine si sta spostando sempre di più il tema dai servizi alle tariffe, quindi all'utenza più che al cittadino, il peso costa e se ne rendono conto solo i cittadini, dobbiamo cercare di capire se quell'organizzazione è funzionale all'erogazione di un servizio e al mantenimento di un certo livello essenziale della prestazione, che, nel bene o nel male, ci sorbiremo e ci dobbiamo già sorbire.
È molto interessante quindi fare questo ragionamento, però oggettivamente la proposta di abbassamento del quorum, così come anche quella di prevedere un mandato ancora, non risolve, secondo noi, il problema, anzi sposta l'attenzione su altri tipi di finalità e non ci si può poi stupire se la malizia nasce, perché oggettivamente in alcune situazioni sembra di collegare quei puntini neri sulla settimana enigmistica e poi sappiamo che potremmo trovare l'ennesima riprova che dietro la malizia in realtà ci sia una grande verità.
Presidente - Consigliere Aggravi, solo una precisazione, per fatto personale, dicevo che Washington non è Pontboset ma, fatte le dovute proporzioni, il principio generale vale per entrambi, per cui un limite va posto. Ha chiesto la parola il consigliere Chatrian, ne ha facoltà... prego consigliere Aggravi.
Aggravi (RV) - Solo per ringraziarla della precisazione. Ho preso spunto, peccato, pensavo che intervenendo ci avrebbe detto che concordava con la posizione del mantenimento del limite, comunque la ringrazio.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Chatrian, ne ha facoltà.
Chatrian (UV) - Solo qualche considerazione su questo disegno di legge. Dopo un bel dibattito, dove indubbiamente ognuno di noi ha un suo ruolo, innanzitutto uno di maggioranza e l'altro di opposizione o di minoranza, e l'altro passaggio ancora forse più delicato è che ognuno di noi ha delle sue idee, ha una sua visione e, nel momento poi però in cui si mette nero su bianco una proposta, è la sintesi di una o più o più discussioni... questo per dire cosa? Per prima cosa permettetemi di dire che all'interno oggi di questo Consiglio, che deciderà comunque le prossime regole del gioco per quanto riguarda i nostri Comuni, sei di noi hanno avuto l'onore e l'onere di ricoprire quel ruolo, quindi penso che questo sia un atout in più. Seconda cosa: oltre ai sei che hanno avuto quell'onore di ricoprire quel ruolo, numerosi, tanti, hanno avuto la possibilità di ricoprire il ruolo di Vicesindaco, di Assessore o di semplici Consiglieri comunali, quindi diciamo che una bella percentuale di noi si è occupato della cosa pubblica prima di legiferare in un ruolo e in una veste diversa e all'interno di questo Consiglio ci sono movimenti dove quasi tutti hanno avuto e ricoperto quel ruolo e in altri movimenti nessuno quasi o nessuno ha ricoperto quel ruolo. Questo è un altro dato di natura politica che ci vede affrontare probabilmente con delle idee e delle visioni diverse il ruolo degli Enti locali dei Comuni all'interno del nostro territorio e questa è politica pura.
Mi sembra che il collega Sammaritani - non lo vedo - questa mattina quando è intervenuto abbia fatto un passaggio: "Ah, qui avete fatto delle scelte tutte politiche", penso che il collega Sammaritani abbia centrato perfettamente il pilastro principale di questo disegno di legge n. 180. Mi fa un po' sorridere quando da questa parte sulla destra il refrain è quello di dire: "Ma come? Ma oggi approvate un disegno di legge dove ben 17 Sindaci si sono astenuti?". Allora, se c'è un posizionamento bulgaro è perché l'Union decide praticamente tutto, se non è bulgaro: "Ma come, avete il toupet praticamente di approvare un disegno di legge se non tutti i Sindaci sono d'accordo?", ma questo non è il bello della democrazia? Questo è il primo passaggio che vorrei mettere in evidenza.
Altra cosa... sempre sulla mia destra, legata a questa modifica, che è stata presentata da tutti i Capigruppo di maggioranza sul limite dei mandati, da tre a quattro, non entro sul lato giuridico, altri sono già intervenuti, ma rimango su un piano tutto più politico. È normale che in una maggioranza si discuta, è normale che una maggioranza si trovi delle convergenze ed è altrettanto normale che si trovi una sintesi. Io penso che sia proprio il nostro ruolo, che è l'arte del compromesso della politica, se non c'è un movimento che ha la maggioranza assoluta. Io penso che sia veramente quello, come si può dire, il ruolo più difficile, perché il resto è amministrazione, il resto è dare corso alle leggi che approviamo. La parte più delicata penso sia proprio quella e così è stato, così è stato su quell'emendamento, così è stato già all'interno di quegli articoli e così è stato sull'election day. Oggi mi fa anche un po' sorridere sentire certi interventi cercando di argomentare chi è a favore e chi contro. È stata una mediazione all'interno della maggioranza? Sì, è stato un compromesso all'interno della maggioranza? Sì. È il ruolo della politica? Sì. Io penso...
(intervento di un Consigliere fuori microfono)
...come scusi?
(intervento di un Consigliere fuori microfono)
...non ho capito, voi probabilmente siete una più una... quindi trovate subito la sintesi, perché, essendo una più una, è facile. La maggioranza è composta da quattro forze ed è un po' più difficile trovare delle sintesi, penso che sia proprio il nostro ruolo, ma lo dico con cognizione di causa e, come dicevo prima, ci sono dei movimenti che praticamente al 100% oggi rappresentano in maniera forse un po' più robusta i punti di forza o di criticità degli Enti locali perché abbiamo avuto modo di ricoprire quei ruoli. Ci sono movimenti qua dentro oggi che non hanno mai avuto questa possibilità di ricoprirlo o ben poca, sono due visioni completamente diverse. Se ci mettiamo anche una parte dove siamo noi a decidere le regole del gioco all'interno di una Regione a Statuto speciale... io penso che termino quello che è il mio breve intervento che era per dire che è il risultato di riunioni, incontri e confronti per trovare la miglior soluzione. Tanto è vero che il Presidente del CPEL, quando è stato audito, per chi era presente - perché non eravamo in tanti ad audire il Presidente del CPEL in I Commissione, dobbiamo dircelo -, ci ha detto che loro sono soddisfatti del lavoro che il legislatore ha fatto.
Presidente - Sospendiamo brevemente il Consiglio, riprendiamo dopo. Il Consiglio è sospeso.
La seduta è sospesa dalle ore 17:03 alle ore 17:21.
Bertin (Presidente) - Riprendiamo dopo la pausa. Siamo sempre in discussione generale, ha chiesto la parola il consigliere Cretier, ne ha facoltà.
Cretier (FP-PD) - Vista la grande richiesta che c'è stata, vedrò di esprimere un giudizio per confortare anche la Lega che è molto preoccupata dell'andamento del PD ma credo sia un problema generale visto che potrei paragonarlo a quel 40% che stiamo valutando per le elezioni sull'uscita di componenti del gruppo, quindi è sempre un dato percentuale, però è questa la valutazione che faccio.
Ci siamo già espressi in Commissione al sostegno di questo disegno di legge, abbiamo audito il CELVA e mi rammarico che alcuni e alcune abbiano fatto un sacco di domande per avere delle risposte, ma basta leggere i verbali delle Commissioni oppure, avendo degli auditi, fare delle domande e come ho avuto modo di riferire in una delle ultime audizioni... che ho avuto anche la "sponda" dalla Lega che nelle audizioni forse non è il caso di fare sempre dei comizi ma di utilizzare quelli che ci sono, a volte anche numerosi, soprattutto l'ultima volta erano degli agricoltori che hanno delle aziende agricole e quindi, quando vengono qua, staccano la spina dal loro lavoro e vengono qui... molte risposte quindi basta leggerle sui verbali.
Abbiamo appunto audito il CELVA e il pensiero comune dell'abbassamento del quorum... in caso di situazione di monolista, diventa necessario, secondo noi e secondo il CELVA, chiaramente è rappresentato dal suo Presidente ma portatore di interesse non solo dei Sindaci, perché ci ha spiegato - e per questo ringrazio chi ha fatto la domanda - che non sono solo i 74 Comuni, ma ci sono le Unités des Communes e anche un rappresentante del BIM... una notizia importante perché poi qualcuno si è messo a fare i conti di quanti hanno votato, quanti si sono astenuti e anche qualcuno che in quel momento era forse assente sul terrazzo a fumare e comunque questo è un dato che credo...
Il fatto del 40% è anche dovuto al fatto che molti cittadini non si presentano il giorno delle elezioni, quindi l'abbassamento credo sia sostenibile per il fatto che avere questa percentuale è piuttosto complicato e sappiamo tutti che non sempre i cittadini si presentano alle urne e anche sui candidati a volte bisogna cercare al di fuori della cerchia del Comune. Questo per dire che purtroppo c'è un momento in cui è difficile trovare candidati e portarli a dare la loro disponibilità. Questo è condizionato anche dal fatto che i Sindaci purtroppo io li definisco in trincea giornalmente e ogni evento che succede nel territorio li mette sicuramente in difficoltà, quindi vanno sostenuti e non solo i Sindaci, ma anche, come ci è stato riportato, i Presidenti delle pro loco, perché ogni manifestazione comporta momenti di messa in sicurezza, di normative pressanti e quindi anche queste persone che si rendono volontarie e disponibili devono essere sostenute.
Poi ci è stato detto che esiste un'invarianza finanziaria che stabilisce un divieto di aumenti di costo, fatta salva la volontà dell'Amministrazione di aggiungere percentuali e anche di eventuali nuovi Assessori. Ho anche pensato che ci sono delle esperienze sul territorio di Sindaci che hanno portato a casa quattro mandati, ne conosco alcuni, chiaramente questi Sindaci hanno avuto il sostegno, sono stati eletti dal popolo sovrano sempre e a volte bisogna dargli il sostegno.
Noi, come gruppo, chiaramente confidiamo sull'approvazione sia del disegno di legge ma anche sugli altri per dare un segnale... ne avete citato più di uno nel momento in cui c'è stata discussione, ma per me è un momento... avendo vissuto qua come Consigliere ormai quasi quattro anni, mi sembra la normalità qua dentro, quindi ci sono dei momenti in cui si va in discussione e alla fine l'importante è trovare una soluzione sostenuta e sostenibile anche in aula.
Le persone che sono messe a capo delle Amministrazioni locali, qualcuno le ha definite dei volontari, in realtà sono delle persone che si rendono oltremodo disponibili e sanno che hanno assolutamente da mettere in conto tutti i santi giorni, non solo durante gli eventi alluvionali, ma in qualsiasi momento della giornata e della nottata il fatto che sono i primi a essere intercettati sia dalle forze dell'ordine, sia dalla Protezione civile e per quanto riguarda il personale. Hanno tutti avuto delle difficoltà e stanno vivendo un momento difficile in quanto manca del personale e spesso e volentieri devono sopperire ad altre attività. Sono radicati nel territorio, ma, secondo me, hanno delle grandi relazioni sia a livello locale, ma anche a livello superiore, intendo les Unités des Communes ma anche per quanto riguarda l'Amministrazione regionale.
Sulla sovranità citata da qualcuno io ho riportato quello che ho letto, perché ho anche citato l'autore, quindi lascia il tempo che trova.
Nel ricambio delle Amministrazioni credo si sia parlato di bilanci, io so bene che ho fatto una piccola esperienza, ma certi cantieri, certi appalti non si chiudono mai con la chiusura del mandato politico, lo definirei, usando un temine diverso, come un trascinamento, quindi mai che si chiude un appalto, una gara con la chiusura dell'Amministrazione, quindi è prassi normale che arrivi in eredità dalla precedente Amministrazione e c'è un discorso di continuità amministrativa, portando avanti i cantieri e iniziandone altri. Sfido tutti a priori a stabilire delle tempistiche per l'esecuzione dei lavori, se non quelle del PNRR che non sono stabilite da noi.
Noi quindi, come gruppo, siamo assolutamente convinti, sostenitori e voteremo favorevolmente questo testo di legge, poi, se volete, visto che credo abbiate già letto tutti l'emendamento e il disegno di legge, praticamente, se volete, ve lo leggo, sennò l'avete letto, immagino, l'avete già discusso, per noi è sostenibile perché non riteniamo che ci sia un mandato universale ai Sindaci e quindi è opportuno mettere dei limiti temporali.
Poi non entro negli argomenti portati dall'avvocato Sammaritani perché assolutamente non ho le competenze; ho ascoltato sia le sue parole che quelle del collega Marguerettaz, il dibattito sugli aspetti giuridici, però mi rinforza il fatto che è necessario stabilire con chiarezza un limite dei mandati e, come ha detto lei, richiamando la Corte costituzionale, è giusto mettere dei limiti, o almeno qualche limite. Questo l'ha detto lei stamattina, questo mi rincuora ed è oltremodo sostenibile in questo caso. Per noi non ci sono dubbi, potremmo entrare in altre discussioni ma va bene così, siamo soddisfatti e convinti di questo risultato, chiaramente passando dall'urna.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Marguerettaz, ne ha facoltà.
Marguerettaz (UV) - Io, al contrario del collega Cretier e del collega Sammaritani, sono sempre pieno di dubbi e, per certi versi, avere dei dubbi ti aiuta ad analizzare le varie proposte e i vari argomenti. Proviamo a ragionare sul decreto-legge 7/2024: rispetto alle versioni precedenti, quel testo di legge sostanzialmente cosa fa? Indica una serie di limiti per i mandati dei Sindaci, dopodiché, con l'introduzione dell'articolo 4, l'articolo 51 del TUOEL, dice: "Queste norme non si applicano ai Comuni sotto i 5.000 abitanti". Le assicuro... ed è probabile che sia così, che, se dico delle cose non corrette... non ho consultato nessuno, è un lavoro che faccio artigianalmente, però è un lavoro che mi piace, è un bricolage che mi consente di confrontarmi con i principi del foro, un principe del foro come lei. Allora, rispetto a questo tema, torno a dire: si dice non si applica e, quando voi andate a leggere anche con una semplice ricerca, tutta la giurisprudenza e tutta la dottrina... si spingono in elucubrazioni, in dissertazioni sulla legittimità di mettere dei limiti di mandato, quindi sostanzialmente tutto quello che viene elaborato dal Consiglio di Stato alla Cassazione va a dire che è corretto introdurre i limiti di mandato.
Apro un piccolo inciso: è veramente singolare che, da un lato, la collega Guichardaz vada a sostenere che la sentenza del 2023 di fatto legittima i limiti del mandato e lei, con la stessa sentenza, vada nella direzione opposta, delle due l'una...
(intervento della consigliera Erika Guichardaz fuori microfono)
...collega Guichardaz, voglio dire, anche lei è un principe del foro, non lo so, ma mi lasci parlare, poi dirà la sua.
Sostanzialmente l'avvocato Sammaritani dice che è giusto non mettere dei limiti di mandato sotto i cinque perché i principi che sono indicati nel TUOEL... Lei prende sostanzialmente quello, il limite dei mandati sotto i 5,000 e noi andiamo a prendere delle sentenze per arrivare a delle tesi opposte, quindi vuol dire che possiamo lanciarci in elucubrazioni molto importanti. Collega Sammaritani, però lei sa che io sono qua da qualche anno e, quando non ero qua, ho cercato di leggere con attenzione i provvedimenti che venivano approvati da quest'Aula. Allora, se dovessi andare dietro le cose che sono state approvate da questo Consiglio, le ricorderei la legge 4 giugno 2019, che ha introdotto l'articolo 2, che sostanzialmente cosa fa? Introduce un limite dei mandati ai Consiglieri regionali, non all'Esecutivo, ai Consiglieri. Sammaritani, avete votato tutti e questa norma, sulla base di quello che mi dice lei, è incostituzionale, perché non mette un limite all'Esecutivo, mette un limite alla candidabilità. Allora, se la Costituzione dice che tu puoi candidarti come elettorato passivo ma ci sono dei limiti sull'Esecutivo, qua abbiamo un unicum e questo unicum lei l'ha votato ed è palesemente incostituzionale, a mio modesto modo di vedere, perché si impedisce a qualcuno di candidarsi, non di fare l'Assessore o il Presidente, ma di candidarsi. È stata votata da 34 Consiglieri, quindi questo limite, andando sui principi costituzionali, va a ledere un diritto, eppure il Consiglio dei ministri ha mica impugnato, anche perché, da un certo punto di vista, dice: "Ma se questa comunità vuole porsi dei limiti...", io da questo punto di vista io non ho delle certezze, non lo so, potrebbe sicuramente impugnarla questa norma, ma tutto quello che è stato portato, al di là della frase conclusiva che lei ha ricordato, ovvero che gli ordinamenti devono essere in armonia con i principi costituzionali... non va contro i principi, perché i principi sono esattamente - e lì torno a quello che ha riportato la collega Guichardaz - quelli: evitare che ci sia una sclerotizzazione, che ci siano delle rendite di posizione. Da un certo punto di vista, non troverei neanche strano se non venisse impugnata la norma, quindi è come dice lei: ci sono un sacco di leggi che possono essere incostituzionali, però lei l'ha votata quella.
Quando io vi dico: "Fate delle proposte", non è che vi ho detto che quelle proposte vanno votate, ma noi facciamo politica, quindi, anche se le norme e le proposte non vengono votate, uno si esprime, quindi anche lì i disegni di legge, le proposte di legge che sono state portate avanti vi legittimano di fronte alla comunità, al vostro elettorato, dicendo: "Noi abbiamo fatto la nostra parte, questa maggioranza è sorda, questa maggioranza non ha dato gambe alle nostre proposte ma noi la nostra parte l'abbiamo fatta". In questo caso, voi, la vostra parte non l'avete fatta, quindi è più onesto da un certo punto di vista chi ha detto: "A noi andava bene così, non c'era nessuna necessità". La collega Minelli ha detto chiaramente: "Non c'era nessuna necessità", quindi saremmo arrivati al paradosso di fare delle elezioni il 21 o il 28 settembre, non so quando sarà, e a distanza di poco più di un mese le elezioni comunali. Non mi sembra veramente una grande soluzione, quindi noi la necessità l'abbiamo vista. Il fatto che vi siano dei pareri negativi su degli ordini del giorno... d'altra parte, perdonatemi, lo dite anche voi, che anche a fronte di un parere negativo, avete portato alla votazione gli ordini del giorno piuttosto che gli emendamenti... dice: "perché vogliamo lasciare traccia", è corretto ed è giusto.
Direi che questa discussione è una discussione dove ognuno va a prendere... quindi siamo arrivati veramente a una situazione dove mi pizzicavo... dove il collega Manfrin prendeva ad esempio Nuti con la sua dichiarazione, ma noi ovviamente abbiamo dei rapporti istituzionali, quindi qua in Commissione non abbiamo convocato Nuti, abbiamo convocato il Presidente del CELVA, che ci ha dato questa versione. Dopodiché all'interno possono esserci delle sensibilità, ma colgo l'occasione per mettere in evidenza all'Aula le dichiarazioni che sono state fatte oggi in apertura della riunione del CELVA da parte del presidente Micheletto dove ha preso una posizione molto dura nei confronti di coloro che hanno indicato i Sindaci come un gruppo di mendicanti che chiedeva il prolungamento dei mandati e l'aumento dei compensi. Poi ovviamente ha avuto modo di dire: "Guardate che non è che c'è un aumento dei compensi, c'è stato un riequilibrio dei criteri che implicano degli aumenti", non erano cinque come ho detto... saranno una quindicina, ma questi sono tutto sommato degli aumenti modesti.
Concludo nel fare un appunto di garbo istituzionale nei confronti del vicecapogruppo dell'Union: Chatrian, lei non è stato particolarmente cortese, perché a volte parlare della corda a casa dell'impiccato non è esattamente una buona cosa. Lei ha parlato di accordo riferendosi al PCP, sono in due, presenteranno due liste diverse, quindi diventa difficile parlare di accordi, quindi, da questo punto di vista, ne prendiamo atto, però la prossima volta sorvoli su questi aspetti.
Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Io devo dire che ho cercato di ascoltare bene le varie spiegazioni, i vari interventi che si sono susseguiti per in qualche modo illustrarci meglio il percorso che ha portato al disegno di legge 180, cioè ad aver scaricato in Giunta - mi risulta con il voto di tutti i componenti - questo disegno di legge, che in origine, e fino a questo momento, prevedeva e prevede l'abolizione del limite dei mandati per poi veder arrivare in aula un emendamento che invece stabilisce il limite a quattro, dicendo anche - lo ha illustrato poco fa il collega Cretier - la motivazione, cioè che si ritiene che non ci possa essere in qualche modo un incarico a vita.
Ho ascoltato, sono state dette molte cose, si è cercato di spiegare e devo dire che posso anche essere dura di comprendonio - e su questo, se ho dei limiti, va bene, li accetto -, ma io non sono riuscita effettivamente a comprendere bene qual è stato il ragionamento che vi ha portati a fare prima un percorso e poi a correggere il tiro adesso e mi riferisco in modo particolare alla lezioncina che ci è stata fatta poco fa dal collega Chatrian, è stato detto: "Ognuno di noi ha una sua idea, ha una sua visione, che può anche non collimare, poi però si arriva a una sintesi e si traduce questa cosa in un testo di legge". La domanda che pongo, che già è stata posta ma che mi faccio veramente è: qual è, secondo voi che fate parte di questo gruppo di maggioranza, il livello di condivisione adeguato, quello per cui ci si può arrivare, ci si spinge fino lì, dopodiché non si può, cioè capire bene qual è il livello che ritenete corretto. Che cosa significa partire da una visione, da più visioni differenti e fare sintesi, perché credo sia un livello che si tiene molto sulle generali visto che il 17 è stata scaricata una cosa, oggi che è il 26 ci arriva una correzione di uno dei punti essenziali di quella legge, perché il limite dei mandati a quattro, rispetto a un testo che aboliva il limite dei mandati, recependo la norma nazionale e tutto quello che ci avete detto, senza tirare in ballo la nostra autonomia per quello che riguarda la tematica, per me è di difficile comprensione.
Rilevo poi, qualora il livello di condivisione è di un certo tipo quando si ferma alla Giunta e diventa poi di altro tipo quando fa il percorso che arriva ai Consiglieri... che mi pare di capire anche da varie cose che ho orecchiato in questi giorni, è sempre un altro, il livello di condivisione con i Consiglieri, anche per quello che riguarda la maggioranza, è più soft, ha delle altre modalità, ma quello che rilevo è che il livello di sintesi, la condivisione e poi la sintesi si fanno quando si vuole, quando conviene e in altre situazioni questa è una cosa che viene tranquillamente messa à côté e va ricordato perché in situazioni che noi abbiamo conosciuto molto bene, di fronte alla richiesta reiterata decine di volte, di avere dei confronti e di fare delle sintesi, di trovare una sintesi, che cosa è successo? Si sono tirati su dei muri di silenzio, dei muri di gomma ma dei muri di silenzio e tutti sappiamo che questa del silenzio, di fronte alle richieste di interlocuzioni, alle richieste di condivisione, è la peggiore forma di aggressione che si possa avere, ritengo che sia la peggiore forma di aggressione non parlare con qualcuno, significa bellamente ignorarlo e nemmeno mettersi nell'attitudine di trovare questa sintesi.
Vorrei capire anche - ed è una cosa che probabilmente a livello di curiosità mi terrò - qual è stato il livello di condivisione, perché è quanto meno anomalo che si arrivi pochi giorni dopo un disegno di legge ad avere in aula un emendamento che è il contrario di quello che si dice.
C'è poi un altro dato che viene continuamente insabbiato, o comunque coperto, un po' come il telo che avevamo lì fuori prima che copriva il busto di Chanoux, e cioè questo dato dei 17 Sindaci. Potete dire tutto quello che volete, ma 17 Sindaci che non votano un disegno di legge che riguarda i Comuni sono in Valle d'Aosta un'anomalia, sono una rarità, quindi continuare a dire che il presidente Micheletto in audizione ci ha detto che il 95% delle richieste dei Sindaci sono state esaudite non è la fotografia di quella situazione. C'erano tanti dubbi e ci diceva prima il collega Marguerettaz che avere dei dubbi aiuta ad analizzare le varie proposte, peccato che qui la proposta non si è potuta analizzare in altro modo e parlo degli Amministratori comunali.
Sulla questione invece del secondo intervento del collega Marguerettaz, che dice: "Bene, voi se non altro siete stati onesti, avete detto che non volevate cambiare niente, in effetti non avete cambiato niente e vi andava bene che non ci fosse l'election day e che si votasse per regionali e per comunali a differenza di poche settimane", quindi non si ascolta quello che le persone dicono, ma questa non è una novità. Io non mi sono assolutamente espressa sull'election day, non ho fatto dei rilievi su quella questione, ho fatto dei rilievi sull'urgenza con cui si è andati avanti con questo disegno di legge e poi sul limite dei mandati, sul numero degli Assessori e sull'abbassamento del quorum al 40% e ribadisco che su questi elementi noi non avremmo presentato proprio nulla perché ritenevamo che andasse bene mantenere il 50%, andasse bene mantenere il numero degli Assessori e andasse bene, benissimo, mantenere il limite dei tre mandati.
È stato fatto un riferimento alla legge che è stata votata nel febbraio 2019 e che aveva all'interno questa parte, questo articolo, sul limite dei tre mandati ai Consiglieri regionali. Era stato - lo ricordo per chi non c'era o per chi non lo sapesse o se lo fosse dimenticato - un emendamento presentato allora dai tre colleghi di MOUV ed era stato votato. Personalmente rivoterei con l'assoluta convinzione che avevo in quel momento quell'articolo perché credo che tre mandati siano più che sufficienti, perché, se noi crediamo che l'essere Sindaci, Vice Sindaci, Consiglieri regionali sia in qualche modo - e io penso che sia così, non so come lo intendono gli altri ma, per quanto mi riguarda, è così - la volontà di mettersi al servizio della comunità... ovviamente sulla base delle proprie convinzioni, sulla base di quella che può essere la propria appartenenza politica, ma riguarda una volontà di mettersi al servizio della comunità, in quindici anni si possono fare poche o tante cose, ma si ha il tempo per poter intanto fare dell'esperienza, metterla a frutto e - perché no? - metterla poi a frutto anche in altri tipi di assemblee. Io non ci vedo niente di così strano se poi uno passa da una parte all'altra e continua a impegnarsi anche al di fuori delle Istituzioni avendo avuto la possibilità di fare un bagaglio di esperienze.
Io credo che il limite sia da mantenere in tutte queste assisi, deve esserci un limite, deve esserci assolutamente. Ricordo anche che esiste - e ne abbiamo chiesto anche un'interpretazione, lo ricorderete, l'abbiamo chiesta con insistenza - un'interpretazione che riguarda la permanenza in Giunta delle persone che hanno ricevuto quell'incarico, quindi non è nemmeno vero che non ci sono dei limiti. Tutto questo però non credo che possa essere travisato, come qualcuno fa in maniera assolutamente strumentale, per far passare il messaggio che ci sia una parte di Consiglieri, che ci sia qualcuno che si permette di dare dei giudizi di merito sui Sindaci, sugli Amministratori comunali... "ritiene che siano dediti al mercimonio", si è sentita dire anche quest'espressione. Se si vuole dire e denigrare quello che uno in qualche maniera esterna, si può fare benissimo, sappiamo che c'è gente che è maestra nel travisare le cose, ma non è stato detto questo. Sono state fatte delle osservazioni, sono state fatte una serie di osservazioni - e io parlo per quello che ho sentito, che ho detto, che abbiamo visto qui - su articoli di legge, su previsioni che questo disegno porta avanti, che sono negative. Credo che sia possibile... e questo non significa non comprendere il lavoro degli Amministratori comunali, perché io poi parlo sempre di Amministratori comunali, perché, come dicevo, non ci sono solo Sindaci e Vicesindaci, ci sono gli Assessori e ci sono tutti gli altri, e credo che avrebbero tutti quanti il diritto almeno di poter comprendere gli elementi di legge che li riguardano. Questo non è stato fatto. A poco vale dire ora: "Dovevate presentare proposte, dovevate muovervi", addirittura ci viene detto: "Ma fatele le cose, che così poi i vostri elettori in qualche maniera ve ne daranno merito". Ognuno si preoccupi dei propri elettori e credo che ci sia qualcuno che dei suoi elettori in questo momento si deve preoccupare particolarmente. Lo farà ognuno di noi ma credo che ci sia qualcuno che deve farlo un po' di più, soprattutto in questa situazione, perché stiamo andando avanti con un percorso che non mi pare fuori di qui essere molto apprezzato e condiviso.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Chatrian, ne ha facoltà per secondo intervento.
Chatrian (UV) - Solo due battute: la prima per scusarmi che nel conteggio che ho fatto poc'anzi ho saltato il collega amico Restano come ex Sindaco, quindi non sono sei ma sono sette, ho contato solo i sei Sindaci unionisti e non ho contato il collega Restano, me ne scuso davanti a tutti.
La seconda considerazione che vorrei fare è che prima ho messo in evidenza l'arte dell'impossibile della politica, seguite solo questo piccolo ragionamento che vorrei fare insieme a voi ed è molto surreale, ma dall'altra parte anche molto curioso: non avessimo presentato l'emendamento con il limite al quarto mandato, da questa parte avremmo sentito di tutto di più, di tutto di più, presentiamo un qualcosa che limita...
(intervento di alcuni Consiglieri fuori microfono)
...scusi, ma perché ride? No, ma scusi ma... Presidente...
Presidente - Consiglieri, cerchiamo di permettere di intervenire a tutti.
Chatrian (UV) - ...termino dicendo comunque l'arte dell'impossibile della politica è veramente interessante, aver sentito la collega... non avessimo presentato quell'emendamento che è stato frutto di mediazione, sì, come ribadisco frutto di mediazione l'election day, sì, perché probabilmente non avremmo avuto 17 Sindaci che si sono astenuti, sì, ma questa è la politica e poi a un certo punto bisogna avere anche la forza e la robustezza di portare avanti il compromesso e la mediazione, l'importante è che sia una buona mediazione, ma soprattutto che sia utile alla collettività.
Presidente - Ci sono altri interventi in discussione generale? Non vedo ulteriori richieste, chiudo la discussione generale. Consigliere Manfrin, la invito a essere tempestivo, a lei la parola.
Manfrin (LEGA VDA) - Mi rendo conto di non essermi guadagnato il suo favore con il mio intervento di prima, quindi prendo ovviamente anche le sue critiche. In realtà voglio intervenire solo per chiedere, a nome del gruppo Lega, il voto segreto su tutti gli articoli e su tutti gli emendamenti.
Presidente - Va bene, così risparmiamo tempo. Prima c'è la chiusura della discussione generale, la discussione generale è chiusa. Per il Governo vuole intervenire qualcuno? Ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.
Testolin (UV) - Un intervento doveroso, anche se rimane poco da aggiungere a quello che è stato un dibattito molto ricco, dove ognuno ha cercato di dare delle letture che sono dal giuridico al tecnico, dal personale al filosofico, fino a quelle anche un po' più fantasiose che chiaramente rallegrano anche i dibattiti più tediosi e ci danno uno spaccato di quello che è impossibile fare su questioni dove ci si schiera o da una parte o dall'altra. Sembra che questa legge sia arrivata in maniera troppo repentina, o addirittura troppo tardiva rispetto a punti di vista, perché evidentemente era una legge che si poteva fare tre anni fa, ma era una legge anche che si poteva fare fra tre mesi, quindi diciamo che capire qual è il punto di equilibrio è sempre un po' complicato.
Io credo che non ci sia un momento ideale per trovare una sintesi su un provvedimento o una norma, così come non ci sia una scrittura ideale, perché quello che noi oggi scriviamo probabilmente a seconda di come saranno gli andamenti tra un anno o fra tre anni verrà modificato e vivaddio, nel senso che nulla è scritto sulle pietre di Mosè ed è possibile sempre tornare indietro rispetto a delle decisioni che poi si dimostrano magari diverse da quelle che sembravano inizialmente oppure si confermano esattamente diverse da quelle che si pensava. Qualcuno in quest'aula ha votato a suo tempo la preferenza unica per le elezioni regionali perché faceva parte di un percorso di equilibri politici che in quel momento hanno portato a prendere quella decisione che oggi non so a chi possa ancora piacere.
Detto questo, penso che la norma sia una norma che rispecchia in larga massima delle richieste che sono state avanzate dai nostri amministratori e che hanno trovato un'attuazione il più possibile affine alle necessità di questo contesto.
Partendo dall'election day, senza ripetersi e senza rifare le disquisizioni che abbiamo già fatto, io credo che il buon senso, a differenza di quello che qualcuno ha detto, esiste e razionalizzare quello che avrebbe dovuto svolgersi a distanza di un mese, un mese e mezzo, penso che sia un qualcosa che di buon senso ne mette in pista molto e che testimoni anche la necessità, oltre che la voglia, di andare a creare i presupposti per aumentare quell'affluenza al voto che possa essere giustificante, un incarico che qualcuno dovrà andare ad assumersi sia nei Comuni, sia nell'Amministrazione regionale per i prossimi cinque anni.
Ci sono poi dei passaggi che sono tutt'altro che veritieri, sono dei punti di vista, sicuramente tutti legittimi e accettabili, ma, quando si parla di un aumento inopportuno delle figure degli Assessori all'interno di un contesto comunale, io credo che o non si abbia contezza di quello che possa essere un lavoro da svolgersi all'interno delle nostre Amministrazioni, o si deve per forza dire il contrario di quello che la norma vorrebbe andare a indicare. Io credo che in questi casi le necessità sono state espresse con forza da Comuni che con la situazione attuale si trovavano ad affrontare tematiche e situazioni molto complesse, molto complicate, che portano ad avere necessità di interlocuzioni frequenti sia sul territorio che con gli enti con i quali si condivide il percorso amministrativo e che hanno bisogno di avere anche delle figure in più che possano seguire i vari dossier.
Il fatto di essere un Assessore, piuttosto che un Consigliere, ti permette, anche nei confronti dell'attività lavorativa che svolgi, di avere una possibilità ulteriore di conciliare il tempo da dedicare all'Amministrazione pubblica, al proprio Comune, con quello che inevitabilmente devi dedicare al lavoro che svolgi per mantenere la tua famiglia. Queste sono delle situazioni quotidiane, che hanno dei risvolti oggettivi, che non sono dei presupposti ballerini sui quali pensare di portare a casa qualcosina in più alla fine del mese, ma sono delle esigenze che, da un punto di vista pratico, poi si traducono in un lavorare in maniera più adeguata, migliore e più puntuale sul proprio territorio.
Altri aspetti sui quali ci si potrebbe focalizzare ce ne sono e sono stati analizzati, uno in particolare mi ha fatto pensare: qualcuno ha definito questa una riforma, ma non è una riforma in realtà neanche nel titolo, perché parla di disposizioni urgenti per lo svolgimento contestuale nell'anno 2025 delle elezioni, quindi questa non è una riforma, è un aggiustamento che va a essere molto pragmatico e a incidere su delle situazioni che possono essere attivate e attuate in questo momento, lasciando spazio a quelle che potranno essere delle riforme molto più consistenti, molto più approfondite e anche molto più importanti di questa che potranno essere sviluppate in altri contesti.
Per finire, visto che di originale fino adesso non ho aggiunto molto, mi sono permesso di andare a cercare, alla faccia di quelli che qualche volta vogliono che si segua l'orientamento del proprio colore politico o che qualche volta, a seconda del posizionamento e della convenienza a farlo, preferiscono dire che quello che fa lo Stato è tutto sbagliato e quello che facciamo noi è tutto giusto, o viceversa... io mi sono permesso, anche per i relatori che sono contro questo quorum al 40%, nell'eventualità in cui ci sia una sola lista all'interno dei nostri contesti comunali, di andare a vedere a livello nazionale chi aveva votato il DL 7/2024, che conteneva anche questa percentuale, quali forze politiche lo avevano portato a casa. Fratelli d'Italia, Forza Italia e Lega hanno voluto che questo fosse un segnale importante, che fosse un segnale al passo con i tempi, che fosse un qualcosa che desse delle opportunità in più e oggi non cogliere, non leggere nella stessa maniera questo tipo di intervento su questa legge penso che non sia del tutto coerente.
Mi fermo qua nella convinzione che questa norma sia stata costruita con la dovuta attenzione, soprattutto nei confronti di quelli che dovranno essere gli Amministratori della prossima legislatura, e con l'attenzione e la tempistica dovuta per poter organizzare queste elezioni nel migliore dei modi, io sono sicuro che potremo dare una risposta alle interlocuzioni che i Sindaci ci hanno richiesto.
Presidente - Facciamo le dichiarazioni di voto o passiamo alle votazioni? Ha chiesto la parola la consigliera Minelli per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Per confermare la dichiarazione di voto, l'avevamo già detto, ma ci tengo a ribadirlo, anche perché, se non sbaglio, è stato chiesto dal collega Manfrin il voto segreto su ogni articolo e sul complesso della legge, quindi noi dichiariamo, perché lo abbiamo sempre fatto nei casi in cui è stato richiesto voto segreto, che noi non voteremo gli articoli della legge e non voteremo la legge. Il nostro quindi sarà un voto contrario, a scanso di equivoci, e credo che abbiamo dimostrato più volte che anche nel segreto dell'urna abbiamo l'abitudine di essere coerenti e quindi lo saremo.
Poi per fare un'ultima considerazione, in risposta un po' a quanto detto dal collega Chatrian che ha evidenziato: "Se non avessimo presentato quell'emendamento per fissare il limite ai quattro mandati, ci sarebbe stato il diluvio universale, in qualche maniera saremmo stati attaccati". Rassicuro il collega e tutti gli altri che voteranno quell'emendamento che il nostro giudizio non cambia, è negativo sul fatto dell'articolo di legge che aboliva il limite dei tre mandati, negativo sui quattro, non c'è differenza, anche perché ci sembra veramente una pezza, una toppa che, in qualche modo si è voluto portare all'ultimo momento e che in modo plastico quello che è stato il livello di condivisione su questo disegno di legge all'interno della maggioranza e credo che le cose parlino da sé.
L'ultima considerazione riguarda ancora i 20 anni di mandato dei Sindaci. L'aspettativa di vita in Italia è di 84 anni attualmente, calcolando che tanto prima dei 20 anni è difficile che uno diventi Sindaco, calcoliamo 20 anni, vuol dire che per un terzo della propria vita adulta, diciamo così, una persona potrà ricoprire la carica di Sindaco.
Io credo veramente che questo significhi togliere spazio ad altri, quindi, in un'ottica di partecipazione, in un'ottica di condivisione e anche di possibilità per tutti di far parte di Amministrazioni a livello apicale, io penso che andava tanto bene fermarsi a 15 anni e poteva essere un tempo più che sufficiente sia per maturare esperienza, sia per portare a termine tanti progetti. Questo vale anche per chi non è nei Comuni ma ad altri livelli e in altre assemblee.
Presidente - Consigliere Marquis, a lei la parola per dichiarazione di voto.
Marquis (FI) - Anche noi, nonostante la votazione sia segreta, intendiamo confermare il nostro voto di astensione rispetto al provvedimento che è stato discusso. Due considerazioni brevi in quanto abbiamo fatto solo un intervento. Abbiamo potuto ascoltare alcune repliche e in particolare volevo concentrare l'attenzione sul fatto che è stato appena esposto, cioè che a livello nazionale è stata approvata una norma che ha portato dal 50 al 40% il quorum per gli elettori. Noi nell'intervento introduttivo questo l'abbiamo evidenziato, questa norma è operativa per tutti i Comuni con meno di 15.000 abitanti. È del tutto evidente che la situazione valdostana è molto diversa perché sono tutti Comuni della Valle d'Aosta sotto i 15.000 e ne abbiamo tanti di qualche centinaio di abitanti. Abbiamo evidenziato il fatto che, a nostro avviso, in Valle d'Aosta ci sarebbe stata una necessità diversa che poteva essere sicuramente attuata attraverso la gestione della nostra autonomia in funzione delle peculiarità del nostro territorio e del modello insediativo.
Un altro passaggio che questa mattina non abbiamo fatto riguardo le indennità, è che non siamo stati a presentare degli ordini del giorno e emendamenti perché abbiamo capito qual è l'attitudine generale già da quando abbiamo presentato lo scorso bilancio, che è quella di condividere al più e poi di dire: "Comunque ci asteniamo se non lo ritirate", quindi a questo riguardo non abbiamo presentato delle iniziative correlate al disegno di legge, però, per quanto riguarda le indennità, una considerazione riteniamo corretto e doveroso farla: a nostro avviso, è stato sottovalutato un pochettino il tema dei Consiglieri comunali, perché è vero che è stata riconsiderata la questione relativa alle indennità degli Assessori, il gettone di presenza dei Consiglieri comunali è commisurato al valore delle indennità del Sindaco al 5%. Noi vi evidenziamo questo aspetto che, a nostro avviso, sarebbe stato da mettere sì il 5%, ma con un minimo di gettone di presenza, perché, se io prendo il 5% dell'indennizzo più basso, significa che il Consigliere comunale ha un gettone di presenza di 50 euro. Fanno sette, otto, nove Consigli all'anno? Sono 500 euro. Sappiamo benissimo che un Consigliere comunale oggi si deve fare un'assicurazione, l'assicurazione se la deve pagare, cioè diamo noi dei gettoni di presenza dove, a fronte dei rischi che devono sostenere, non mettiamo neanche in grado il Consigliere di dover fare del volontariato a costo zero. Il Consigliere comunale, se vuole farsi un'assicurazione, ci deve addirittura rimettere nei Comuni piccoli di tasca propria perché il gettone di presenza non basta, quindi avremmo comunque immaginato di mettere comunque un minimo, si poteva mettere 120-130 euro di gettone di presenza minimo che corrisponde a quello dei Comuni un pochettino più grossi. Qui sono profondamente penalizzati i Consiglieri comunali dei piccoli Comuni che non è che perché sono piccoli non possono avere delle grane da dover gestire durante il proprio percorso politico.
Detto questo, confermiamo il nostro voto anche a seguito del dibattito di astensione perché riteniamo che ci sono parecchi dubbi sul provvedimento che è stato predisposto e anche sul fatto che viene mantenuto in essere un emendamento che verrà discusso e che verrà posto al voto dove ci sono delle grosse riserve di legittimità.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Sammaritani per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.
Sammaritani (LEGA VDA) - Naturalmente parto dal fondo, nel senso che anche il nostro voto non sarà favorevole, come si sarà immaginato dalla discussione.
Per quanto riguarda le ultime osservazioni del collega Marguerettaz, volevo soltanto fare un paio di precisazioni molto rapide, nel senso che non bisogna mai confondere, e so benissimo che lui non lo fa... distinguere la funzione amministrativa da quella legislativa ed è per questo che per chi fa solo il legislatore, in genere non ci sono limiti. Noi invece li abbiamo, li abbiamo votati con quella famosa legge, che, fra le altre cose, prevedeva anche la preferenza unica che lei non ha votato perché non c'era, ma l'avrebbe votata immagino visto che i suoi l'hanno votata tutti in quel momento, era un momento storico così. Io adesso potrei essere qui a dire: "Così come non va più bene la preferenza unica", come si dice in generale, da parte di tutti, potrei dire che mettere quel limite ai mandati è stato un errore. Io personalmente non credo a questo, nel senso che il limite dei mandati io penso invece che tutto sommato e in certe circostanze sia da porre, però io non ho fatto nelle discussioni precedenti nessuna questione di questo genere, non ho mai detto nei miei interventi precedenti che il mettere i mandati illimitati sia meglio, ci sono situazioni e situazioni, abbiamo visto che è stata fatta dal legislatore nazionale una categorizzazione dei Comuni, per quelli più piccoli dice per tanti motivi andiamo oltre l'articolo 51 della Costituzione, quindi non mettiamo limiti, per gli altri li mettiamo.
Non ho fatto appunto valutazioni di questo genere, ho fatto solo delle valutazioni tecniche dicendo: questa legge o non la toccate, perché così è ed è vigente, anche se in contrasto con i principi costituzionali, secondo l'orientamento attuale della Corte costituzionale, o se la andate a toccare e non vi allineate alla disposizione statale, perché la Corte costituzionale ha detto questo, è il legislatore statale che deve stabilire come contemperare questi rispettivi interessi, articolo 51 della Costituzione con gli altri principi, se invece la andate a toccare, rischiate fortemente che venga impegnata, tutto qua, è un dato essenzialmente tecnico.
Per quanto riguarda i limiti ai mandati nostri dei Consiglieri regionali, il nostro Consiglio regionale non ha funzioni solo e puramente legislative, ha anche delle funzioni amministrative in realtà, di alta amministrazione, di amministrazione meno alta, a seconda delle interpretazioni, tant'è che la prova provata è che purtroppo qualche Consigliere si è trovato invischiato e accusato dalla Corte dei conti di aver fatto delle cose sbagliate, cosa che un legislatore non si potrebbe mai sentir dire dalla Corte dei conti perché non è amministratore il legislatore puro, quindi qui, non essendo legislatori puri, purtroppo abbiamo anche questo problema, ma è il motivo per il quale ci sta anche il limite dei mandati.
Presidente - Altri? Non ci sono altre dichiarazioni di voto, possiamo passare alla votazione dell'articolato. All'articolo n. 1 vi sono due emendamenti: uno di PCP e uno di RV, che sono identici, pertanto verranno posti in votazione una sola volta entrambi gli emendamenti.
Qualcuno vuole illustrare l'emendamento? Ha chiesto la parola il consigliere Marguerettaz, ne ha facoltà.
Marguerettaz (UV) - Solo per dichiarazione di voto, perché, essendo una votazione segreta, bisogna ovviamente dare delle indicazioni chiare. Qua stiamo parlando degli emendamenti di PCP e Rassemblement, quindi su questa posizione la maggioranza si astiene.
Presidente - Metto in votazione l'emendamento congiunto, diciamo così. La votazione è segreta, lo ricordo. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 19
Favorevoli: 13
Astenuti: 16
Contrari: 6
L'emendamento non è approvato.
Passiamo ora al voto dell'articolo n. 1. Ricordo che votiamo l'articolo. Ci sono dichiarazioni di voto? La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 25
Favorevoli: 19
Contrari: 6
Astenuti: 10
L'articolo n. 1 è approvato.
Adesso vi è un altro emendamento di Rassemblement che introduce l'articolo 1bis. Ha chiesto la parola il consigliere Aggravi per illustrare l'emendamento, ne ha facoltà.
Aggravi (RV) - Illustro l'emendamento anche perché, viste le continue e giuste sollecitazioni sulle proposte, questo emendamento è una proposta. Proponiamo appunto di rivedere l'attuale previsione o, meglio, l'attuale composizione dei Consigli comunali, prevista dall'articolo 2 della legge 4/1995, prevedendo per i cinque scaglioni di riferimento la diminuzione del numero dei componenti del Consiglio comunale, oltre del Sindaco e del Vicesindaco di due Consiglieri, quindi si andrebbe dai 7 per i Comuni sino a 1.000 abitanti ai 25 per i Comuni con una popolazione superiore ai 15.000 abitanti.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Marguerettaz, ne ha facoltà.
Marguerettaz (UV) - Su questa proposta propongo l'astensione.
Presidente - Posso mettere in votazione l'emendamento n. 2 di Rassemblement. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 20
Favorevoli: 14
Contrari: 6
Astenuti: 15
L'emendamento non è approvato.
Votiamo ora l'articolo n. 2. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 23
Favorevoli: 19
Contrari: 4
Astenuti: 12
L'articolo n. 2 è approvato.
All'articolo n. 3 vi sono ben tre emendamenti. Sull'emendamento n. 1 della I Commissione ci sono dichiarazioni di voto? La parola al consigliere Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Sull'emendamento della Commissione esprimo parere favorevole.
Presidente - La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 25
Favorevoli: 19
Contrari: 6
Astenuti: 10
Il primo emendamento è approvato.
Emendamento n. 2 di PCP e Rassemblement. Viene illustrato? Lo diamo come illustrato. Ci sono dichiarazioni di voto? La parola al consigliere Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Astensione su tutti e due.
Presidente - Sono identici. Metto in votazione l'emendamento di PCP e Rassemblement. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 22
Favorevoli: 7
Contrari: 15
Astenuti: 13
L'emendamento non è approvato.
Vi è ora il primo emendamento della maggioranza, lo si vuole illustrare o lo diamo come illustrato? La parola alla consigliera Erika Guichardaz per dichiarazione di voto.
Guichardaz E. (PCP) - Siamo profondamente contrarie a quest'articolo e ribadiamo la motivazione, la legge arriva togliendo completamente il limite dei mandati. Quest'emendamento ci sembra una presa in giro, perché si inserisce il limite dei mandati per chi ha ricoperto per quattro mandati consecutivi la carica di Sindaco, ciò vuol dire che non c'è nessuno in questo momento che ha in questo caso ricoperto la carica di Sindaco per quattro mandati, quindi lo si fa per le legislature prossime, quindi è comunque un'apertura a chi ha già fatto 15 anni a poterne fare altri 5, questo è del tutto evidente. Dopodiché, visto che ci sono degli articoli che valgono solo per il 2025, molto probabilmente la legge sarà ancora toccata ulteriormente, quindi saranno poi altri a decidere successivamente. Quello che è certo è che chi in sostanza non si sarebbe potuto candidare perché è al terzo mandato adesso lo potrà fare. Questo è l'esito di quest'emendamento.
Presidente - Possiamo mettere in votazione, ricordo che questo è l'emendamento della maggioranza. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 31
Favorevoli: 19
Contrari: 12
Astenuti: 4
L'emendamento è approvato.
Metto ora in votazione l'articolo 3 come emendato. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 31
Favorevoli: 19
Contrari: 12
Astenuti: 4
L'articolo n. 3 è approvato.
Metto ora in votazione l'articolo n. 4. Ci sono interventi? Non ne vedo, la votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 25
Favorevoli: 19
Contrari: 6
Astenuti: 10
L'articolo n. 4 è approvato.
Metto in votazione l'articolo n. 5. Non vedo richieste, la votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 25
Favorevoli: 19
Contrari: 6
Astenuti: 10
L'articolo n. 5 è approvato.
Metto in votazione l'articolo n. 6. L'emendamento n. 1 di PCP è decaduto non essendo approvato quello in precedenza, per cui è decaduto e rimane l'articolo 6. Metto in votazione l'articolo n. 6. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 29
Favorevoli: 19
Contrari: 10
Astenuti: 6
L'articolo n. 6 è approvato.
Articolo n. 7, non vedo richieste di intervento, lo metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 27
Favorevoli: 19
Contrari: 8
Astenuti: 8
L'articolo n. 7 è approvato.
Articolo n. 8. Non vedo richieste di intervento, lo metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 26
Favorevoli: 19
Contrari: 7
Astenuti: 9
L'articolo n. 8 è approvato.
Siamo ora al voto conclusivo sulla legge nel suo insieme, vi sono interventi? Non vedo richieste, metto in votazione il disegno di legge nel suo insieme.
Presenti: 35
Votanti: 24
Favorevoli: 19
Contrari: 5
Astenuti: 11
Il disegno di legge è approvato.