Oggetto del Consiglio n. 4436 del 13 febbraio 2025 - Resoconto
OGGETTO N. 4436/XVI - Reiezione di mozione: "Comunicazione pubblica periodica degli esiti del monitoraggio della contaminazione da sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate in Valle d'Aosta".
Bertin (Presidente) - Punto n. 54. Ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Come è noto, nei mesi scorsi, e più precisamente tra settembre e ottobre dello scorso autunno, l'Associazione Greenpeace ha condotto in tutte le regioni italiane la campagna "Acque senza veleni" volta ad analizzare la situazione delle acque dei nostri acquedotti.
In Consiglio abbiamo avuto modo di iniziare a occuparci dell'argomento con un question time che ha presentato il collega Lucianaz quindici giorni fa.
I risultati della campagna sono stati pubblicati a fine ottobre, ci dicono che nell'acqua potabile di tutte le regioni c'è una contaminazione da PFAS, composti poli e perfluoroalchilici, cioè prodotti chimici nati nella prima metà del secolo scorso e utilizzati nell'industria a partire dagli anni Cinquanta. La loro principale funzione è quella di conferire alle superfici repellenza all'acqua e ai grassi, come fa, ad esempio, il Teflon, che è uno dei materiali molto impiegati nell'industria e che tutti conosciamo perché costituisce il rivestimento di varie pentole e padelle. Attualmente i PFAS sono presenti in vari detergenti lucidanti, negli emulsionanti, in prodotti come il tessuto non tessuto, nelle tappezzerie, nella produzione di tappeti, di pelli, di componenti usati nel settore aeronautico, automobilistico, meccanico e in molto altro ancora. A differenza di altri prodotti chimici visibili e tangibili, i PFAS non si vedono, non si toccano, ma sono molto diffusi, se ne contano più di 4.700 e alcuni sono stati riconosciuti come cancerogeni. Recentemente, per esempio, è emerso che vari tipi di carta da forno, di cui tutti coloro che utilizzano parecchio...
Presidente - Scusi, Consigliera. Invito i Consiglieri a non fare rumore.
Minelli (PCP) - ...il forno di casa apprezzano la praticità e la versatilità, contengono PFAS e sono potenzialmente cancerogeni. La rivista "Altroconsumo" ha pubblicato da poco l'elenco delle marche che ne sono prive e che ho consultato perché mi interessava abbastanza.
Greenpeace, con la sua campagna, ha cercato di supplire alla scarsità o addirittura in alcuni casi all'assenza di controlli da parte delle istituzioni preposte, raccogliendo in tutta Italia 260 campioni di acqua potabile in 235 città da nord a sud, il 79% è risultato positivo, in particolare nelle regioni settentrionali. L'indagine ha monitorato per la prima volta anche i livelli di contaminazione da composti ultracorti, come il PFA, una sostanza persistente e indistruttibile, che, per le sue stesse caratteristiche, non può essere rimossa con i più comuni trattamenti di potabilizzazione.
Nel nostro Paese si cominciò a parlare in maniera un po' più precisa di PFAS in particolare nel 2013, quando se ne scoprì la presenza nel terreno e nelle acque anche sotterranee in Veneto, nella zona compresa tra Vicenza, Padova e Verona, dove circa 150 mila persone presentavano alte percentuali di PFAS nel sangue, con rischio di malattie degenerative cardiovascolari, problemi alla tiroide, basso peso alla nascita, interruzioni di gravidanza. Si scoprì che c'era stato uno sversamento di queste sostanze a opera di un'industria, la Miteni, una società chimica che per oltre 50 anni ha prodotto PFAS in quella zona. È in corso proprio in questi giorni il processo nei confronti dei rappresentanti della società presso il Tribunale di Vicenza, è iniziato il 6 febbraio. Il 7 febbraio, quindi il giorno dopo, c'è stata una grande manifestazione in città e in questo processo Greenpeace si è costituita parte civile. Contaminazioni particolarmente gravi si sono verificate anche in altre zone, ad esempio, nell'alessandrino, dove l'inquinamento è stato prodotto dalla multinazionale Solvay, che produce PFAS sulle rive del fiume Bormida e che proprio l'estate scorsa, dopo un periodo di sospensione a causa di dati di inquinamento altissimi, ha ripreso la produzione nella preoccupazione generale perché l'azienda di Spinetta Marengo è considerata tra i siti più inquinati di PFAS di tutta Europa.
Altro elemento che è emerso negli approfondimenti che stanno facendo in varie regioni è che molte discariche sparse sul territorio contengono appunto tracce - e alle volte non soltanto tracce - di PFAS.
All'inizio del 2026 entrerà in vigore in Italia la direttiva europea 2020/2184 che impone dei limiti normativi, tuttavia i parametri di legge che sono fissati a livello comunitario sono stati superati dalle più recenti evidenze scientifiche, ad esempio, quelle diffuse dall'EFSA, l'Agenzia che se ne occupa, tanto che recentemente l'Agenzia europea per l'ambiente ha dichiarato che i limiti in via di adozione proprio in questo periodo rischiano di essere inadeguati a proteggere la salute, cioè non si sono ancora applicate le nuove regole che già si afferma - e da enti che ne hanno comunque la competenza - che sono troppo blande e che occorre rivederle. Per questo numerose Nazioni, come la Danimarca, i Paesi Bassi, la Germania, la Spagna, la Svezia e la Regione belga delle Fiandre, hanno già adottato limiti più bassi a tutela della salute dei cittadini.
Dalla raccolta dei dati di Greenpeace è emerso, ad esempio, che il 41% dei campioni analizzati nel nostro Paese supera quei parametri danesi.
Rispondendo in aula il 28 gennaio scorso, l'assessore Sapinet ha confermato i risultati dei prelievi effettuati da Greenpeace ad Aosta e a Châtillon, anche noi rientriamo quindi nell'elenco dei territori che presentano una contaminazione, sia pure meno importante di altre.
In molti Paesi si stanno levando delle voci per chiedere di vietare i PFAS e da tempo anche in Italia Greenpeace, ma non soltanto quell'associazione, ha lanciato una petizione, che ad oggi è stata sottoscritta da 136 mila persone, che chiede al Governo italiano di mettere al bando l'uso e la produzione di tutti i PFAS sostituendoli con alternative più sicure e già disponibili sul mercato nella quasi totalità dei settori industriali. Uno studio dell'Istituto di ricerca farmacologica Mario Negri ha definito un elenco preliminare di sostanze che possono sostituire i PFAS. In particolare sono state individuate venti sostanze alternative; l'uso di metodi predittivi ha permesso, attraverso un'attività di screening, di individuare quelle che presentano un miglior profilo ambientale e tossicologico. Al momento in Italia non c'è stato alcun riscontro legislativo alle richieste di limitazioni, tanto meno di messa al bando e nemmeno alle proposte di uso di prodotti alternativi ai PFAS, però ci sono diverse Regioni che si stanno muovendo per chiedere allo Stato di legiferare. È notizia recentissima di due giorni fa, l'11 di febbraio la Regione Umbria ha votato una mozione per chiedere allo Stato italiano di vietare i PFAS.
Noi riteniamo che l'accesso all'acqua pubblica e non contaminata sia un diritto minimo essenziale da garantire a tutte e tutti. Sappiamo bene che a livello regionale non si possono prendere specifici provvedimenti, sappiamo anche che i dati della Regione Valle d'Aosta sono diversi rispetto a dati di altre Regioni, crediamo però che un'azione di monitoraggio puntuale, che già in parte avviene, e di comunicazione in qualche modo continuativa alla cittadinanza sia importante, così come riteniamo anche che sia importante un'azione di sollecito nei confronti dello Stato, quindi del Parlamento italiano. Per questo proponiamo due cose: che il Consiglio regionale impegni il Governo a prevedere, in accordo con ARPA, una comunicazione pubblica periodica, ad esempio, semestrale, degli esiti del monitoraggio della contaminazione da PFAS nella nostra regione a partire da giugno 2025, già ci sono stati adesso dei dati, aspettiamo sei mesi per avere i prossimi e poi alla fine dell'anno quelli successivi. In secondo luogo chiediamo che il Consiglio inviti i Parlamentari valdostani ad adoperarsi affinché il Parlamento chieda alle Istituzioni europee la definizione di limiti più severi alla presenza di PFAS nelle acque potabili, allineando tali soglie a quelle vigenti in altre Nazioni - ho scritto, ad esempio, la Danimarca - al fine di garantire il più possibile l'accesso a tutta la popolazione ad acqua potabile priva di PFAS, anche attraverso un piano di riconversione industriale progressivo che punti su soluzioni alternative che sono già disponibili.
Non abbiamo voluto proporre nella mozione, come hanno fatto in altre Regioni, e come appunto dicevo è passato in Umbria, la proposta di una messa al bando totale, perché sappiamo che ci sono posizioni in qualche modo anche diverse, occorre tenere conto di una gradualità, e ce ne rendiamo conto anche noi, però che ci sia una richiesta di definizione di limiti più stringenti, proprio adeguandosi a quello che alcuni Paesi hanno già fatto, ci sembra una cosa importante e ci sembra anche che possa trovare un appoggio trasversale.
Presidente - La discussione generale è aperta, chi vuole intervenire si prenoti. Ha chiesto la parola il consigliere Restano, ne ha facoltà.
Restano (RV) - Come Rassemblement Valdôtain, apprezziamo i contenuti della mozione, mi pare corretto e doveroso sottolineare alcuni aspetti. La Valle d'Aosta, come abbiamo già avuto modo di dire la volta scorsa, rispetto alla problematica evidenziata, gode forse geograficamente di una posizione diversa rispetto ad altre località europee, però abbiamo concentrato, almeno per questo primo intervento, la nostra attenzione sull'impegnativa.
Si richiede di prevedere, in accordo con l'ARPA, una comunicazione pubblica periodica degli esiti del monitoraggio delle contaminazioni nella nostra regione. Successivamente si invita i Parlamentari e si parla di acque potabili. Allora se i dati richiesti all'ARPA riguardano le acque potabili, mi preme sottolineare che la competenza è dell'Azienda sanitaria locale, che è la detentrice dei dati ed è quella che esegue i controlli sul territorio, se si parla di acque superficiali o sotterranee, ci si può rivolgere direttamente all'ARPA, quindi, per quanto ci riguarda, se è come l'abbiamo letta noi, invitiamo le proponenti a emendare il testo e a citare l'Azienda sanitaria locale, nella fattispecie il Servizio di igiene degli alimenti e della nutrizione del Dipartimento di prevenzione, che esegue questo genere di controlli.
Noi siamo disponibili ovviamente a votare questa mozione, ribadiamo, se ne fosse necessario, il nostro impegno fin da quando si è parlato di emergenza idrica - e guardo un po' l'Assessore all'ambiente o l'Assessore alla sanità, che oggi ha già ricevuto le nostre attenzioni e cure... -, ricordiamo che fin dal primo momento ci siamo impegnati affinché fosse interessato il Servizio di igiene degli alimenti e della nutrizione, quindi anche in questo caso, coerentemente, come abbiamo sempre fatto, ci permettiamo di sottolineare questo fatto e di chiedere un emendamento.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Lucianaz, ne ha facoltà.
Lucianaz (RV) - Proprio perché siamo in discussione generale, diamo un po' di colore ancora a quest'interessante iniziativa. Ringrazio la collega Minelli perché penso che in Consiglio si sia mai discusso di questo problema e mi complimento con il collega Restano per le sue precisazioni. Il fatto è che questi abbiamo detto sono contenuti in prodotti delle industrie chimiche e saremmo curiosi di capire per quale ragione i prodotti chimici sono presenti nelle falde acquifere della Valle d'Aosta. È vero che uno dei due punti di prelievo è la piana di Aosta, si immagina che assieme al cromo 6 sia un altro dei prodotti che ci lascia lo stabilimento siderurgico, credo che comunque oggi la fabbrica abbia tutte le capacità per controllare certi residui.
Sarebbe interessante dare una garanzia a chi viene in Valle d'Aosta, anche il turista, non solo il residente, che in Valle d'Aosta si beve acqua che non ha al suo interno i veleni del PFAS.
Il PFOA, una delle tante sostanze raggruppate nel gruppo PFAS, è stato prelevato con una percentuale tra le più alte in Italia in quel punto di prelievo, quindi sicuramente un'attenzione è da porre su quest'argomento e bene ha fatto la collega a sostenere, con più enfasi e con più dati, la nostra iniziativa del Consiglio scorso.
Il PFAS è presente anche nelle acque minerali, in Italia pare che non sia ancora stato reso obbligatorio questo esame dell'acqua messa in commercio dalle industrie della produzione alimentare, però in altri Paesi europei questo esame viene svolto e si è notata anche questa presenza, quindi il fatto di garantire o di certificare che si sta bevendo dell'acqua che non ha dei veleni può essere una cosa utile e sana per tutti noi.
Presidente - Altri? Ha chiesto la parola la consigliera Minelli, sempre in discussione generale, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Ringrazio sia il collega Restano che il collega Lucianaz per i loro interventi e correttamente il collega Restano ha fatto notare che è stato saltato in qualche modo anche il compito dell'USL per quanto riguarda il monitoraggio delle acque potabili, quindi, dal nostro punto di vista, è assolutamente corretto anche recepire questa richiesta di emendamento, credo che possiamo farlo perché siamo ancora in discussione generale, quindi la mozione non è conclusa, non è chiusa. Credo quindi che in maniera molto semplice nel primo impegno, laddove abbiamo scritto: "Il Consiglio regionale impegni il Governo a prevedere, in accordo con ARPA, una comunicazione pubblica periodica degli esiti di monitoraggio", basta aggiungere: "con ARPA e con l'USL" e la contaminazione riguarda la possibile contaminazione delle acque sotterranee, delle acque che non siano solo quelle potabili.
Proporrei quindi di aggiungere nella mozione: "a prevedere, in accordo con ARPA e con l'USL, una comunicazione pubblica periodica..." e il resto rimarrebbe nello stesso identico modo, per il resto non credo sia necessario fare delle ulteriori variazioni. Non so se devo stampare una nuova versione.
Presidente - Formalizziamo soltanto quanto detto. Altri? La discussione generale chiusa. Ha chiesto la parola l'assessore Sapinet, ne ha facoltà.
Sapinet (UV) - Prima di entrare nel merito della mozione, tornerei un attimo - parliamo sempre di acqua - o riavvolgiamo un attimo il nastro alla giornata di ieri dove c'è stato un interessante e costruttivo confronto con lei su quello che riguarda il subentro nella gestione del Servizio idrico integrato da parte della società Services des Eaux Valdôtaines, dove segnalava, all'interno della fatturazione, un avviso scritto piccolo e che magari non era sufficiente a spiegare tutto quello che è stato, un passaggio comunque importante e rilevante per questo servizio a livello regionale. Nella mattinata di oggi SEV mi ha segnalato che la fatturazione che lei ha mostrato all'Aula trattasi dell'ultima fatturazione inviata dal gestore precedente, quindi dall'Unité des Communes, adesso non so se era la Walser, quindi dove le Unités semplicemente danno un breve avviso di quello che succederà. Nelle prime fatturazioni, nella prima e nella seconda, di SEV, ecco che SEV ha allegato alla fatturazione un volantino dove di fatto spiega il tutto nelle prime due fatturazioni e poi ci sarà un ulteriore volantino che accompagnerà la terza fatturazione. Questo glielo dico in spirito costruttivo, come costruttiva è stata la discussione di ieri.
Venendo alla mozione, e ringrazio la proponente, così come si chiede nell'impegnativa, in accordo con ARPA, ecco che in accordo con ARPA è anche la risposta che faccio io a nome del Governo, con il collega Marzi, con il quale condividiamo la tematica. Dal 2018 l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente ricerca i PFAS, compreso anche il PFOA, nelle acque sotterranee delle principali falde acquifere regionali e nelle acque superficiali. Nel 2024 ARPA ha effettuato una più ampia campagna di ricerca dei PFAS nelle acque sotterranee, indagando quattordici piezometri sul territorio regionale e rilevando, come avevamo detto già nell'ultimo Consiglio, un'unica positività nella piana di Aosta, con valori al di sotto dei limiti normativi in base al decreto del Ministro dell'ambiente del 6 luglio 2016. Tali informazioni sono già disponibili nel rendiconto annuale delle attività di monitoraggio redatto dall'ARPA regionale sulla qualità delle acque sotterranee valdostane che è pubblicato sul sito.
Come ha ben ricordato il collega Restano, che ringrazio per l'intervento, così come anche gli altri colleghi, precisiamo che il monitoraggio effettuato da ARPA non è ai fini idropotabili e differisce dal monitoraggio idropotabile per punti, per modalità di campionamento e normativa di riferimento.
L'argomento è inoltre particolarmente attenzionato dal Tavolo di lavoro dedicato alla sicurezza idrica, che è stato deliberato con deliberazione della Giunta regionale n. 719 del 23 giugno 2023, coordinato dal Dipartimento sanità e salute, con lo scopo appunto di valutare le strategie di controllo e di monitoraggio da attivare. Sarà proprio all'interno di questo Tavolo di coordinamento che eventuali future indagini e future azioni potranno essere previste, decise e condivise. Bene quindi è l'attenzione a questo tema, ma sicuramente quella è la sede tecnica che valuterà per capire i modi, i tempi, cosa comporta e le risposte anche a livello di tempistiche e quando avviare, ma soprattutto se avviare quest'azione.
Del resto poi anche l'Osservatorio relativo alla crisi idrica - e facciamo riferimento alla delibera 515/2023 - è stato appositamente integrato con una successiva delibera, la 865/2023, con la componente relativa alle competenze sanitarie tecniche e politiche anche per verificare e monitorare gli aspetti legati alla potabilità, che, in un sistema territoriale particolarmente fragile come il nostro, sono una priorità. Anche qui venne istituito con una prima delibera, adesso mi spiace che sia uscito il collega Restano... ma in seguito al confronto anche e l'esito un po' di qualche iniziativa che è stata proposta, una seconda delibera ha integrato quindi all'interno dell'Osservatorio della crisi idrica... che è nato in un momento di crisi idrica, ma il problema non era solo la carenza, quindi la quantità delle acque, ma anche la loro qualità, quindi si è deciso, insieme al collega Carrel, che, insieme al sottoscritto, coordina le attività del tavolo, di inserire anche la parte sanitaria.
Per tali motivi si ritiene, in relazione alle dinamiche evolutive del fenomeno, misurato in falda e ai valori riscontrati, che una pubblicazione semestrale dello stato delle acque sotterranee superficiali non modifichi sostanzialmente il quadro conoscitivo e, di conseguenza, quello informativo, tale da comportare una pubblicazione semestrale ma, come dicevo, tutto ciò verrà ulteriormente approfondito all'interno del Tavolo di lavoro.
In merito invece - e anche questa parte è condivisa con coloro che vengono citati - all'invito che i Parlamentari valdostani si adoperino affinché il Parlamento chieda alle Istituzioni europee la definizione di limiti più severi alla presenza di PFAS nelle acque potabili, allineando tali soglie a quelle vigenti in altre Nazioni, ad esempio, la Danimarca, al fine di garantire il più possibile l'accesso a tutta la popolazione di acqua potabile priva di PFAS, anche attraverso un piano di riconversione industriale progressivo che punti su soluzioni alternative ai PFAS già disponibili, si coglie l'occasione per informare che la questione è seguita dalle competenti Direzioni del Ministero dell'ambiente e Salute e attenzionata dai Parlamentari valdostani, con i quali il confronto e la collaborazione è continua, in particolare con il deputato Manes, in quanto membro della Commissione ambiente.
In merito a quanto devono essere poi questi parametri, inoltre vorrei dare delle rassicurazioni - ma non credo che ce ne sia bisogno - sullo scrupoloso, scientifico e tecnico lavoro che portano avanti le nostre strutture, che siano USL o ARPA o altre. Credo inoltre che l'Unione europea, su queste tematiche, come su tutte quelle che riguardano la salute umana e l'ambiente, si muova con altrettanto scrupolo scientifico. È giusto che articoli di giornali e organismi indipendenti sollecitino il confronto e spingano a tenere alta l'attenzione, ma dobbiamo anche fare confidenza agli organismi europei e nazionali che sono preposti a ciò.
Per quanto detto, se l'iniziativa non verrà ritirata, si annuncia l'astensione.
Presidente - Altri interventi? Ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Ho ascoltato la replica dell'Assessore e faccio anch'io una puntualizzazione riguardo all'interrogazione di ieri: l'Assessore precisa che sarà cura della SEV, nelle fatturazioni che verranno emesse, di dare un'informazione più puntuale, il problema è che quella che io le ho fatto vedere ieri è la comunicazione che compare sulle bollette che sono arrivate a ottobre del 2024 e che in quel trafiletto dicono anche che la somma che viene richiesta ai cittadini - ed è scritto molto in piccolo - è relativa ai primi sei mesi dell'anno, dopodiché ci sarà il conguaglio e l'emissione di nuove bollette dove spero ci sia una comunicazione un pochino più evidente, ma doveva essere fatto, secondo me, a monte, con una comunicazione generale, che dovevano magari adottare un po' tutte quelle Unités o, meglio, direttamente essere già SEV insieme alle Unités che mandava una comunicazione in maniera più chiara e dettagliata agli utenti.
Al di là di questo, se ci saranno delle altre modalità... come ieri lei parlava degli opuscoli, che, secondo me, sono una cosa utile, anche perché poi, da un punto di vista grafico, io immagino che sia più facile anche ricordare quello che c'è che non nelle lettere che arrivano in maniera poco evidente. Nel merito invece delle risposte relative agli impegni della mozione, lei dice: "ARPA sta facendo i suoi monitoraggi che sono sulle acque sotterranee, la questione delle acque potabili è diversa". Rilevo che i prelievi che sono stati fatti da Greenpeace anche nella nostra regione, sia pure con livelli di contaminazione più bassi rispetto agli altri, sono tutti e due positivi, in qualche modo un problema in nuce, possiamo dire così, esiste anche per la nostra Regione.
Le mi ha detto: "Le decisioni sulle modalità con cui andare avanti verranno prese nel Tavolo per la crisi idrica". Quello che si chiedeva era una comunicazione pubblica periodica, che, a mio avviso, non richiede ricerca di dati nuovi, è semplicemente una comunicazione e ovviamente però, se è semestrale, presuppone che ci siano delle verifiche che vengano fatte in tempi più codificati e anche più puntuali, da questo punto di vista, secondo me, l'impegno sta in piedi.
Per quanto riguarda la seconda questione, lei mi dice: "Già ci si fa carico in qualche modo di quest'attenzione nei confronti dei PFAS e di quelle che saranno le scelte a livello statale, anche perché abbiamo rappresentanti, come il Deputato, che stanno all'interno della Commissione ambiente". Ora, io ritengo che anche le altre Regioni, che si stanno attrezzando, avranno dei rappresentanti a livello centrale e parteciperanno a lavori di Commissioni come questa. Ciononostante facevo l'esempio della Regione Puglia, ma anche la Regione Veneto sta lavorando, io ieri sera ho partecipato in videoconferenza proprio a un incontro in cui era presente il Responsabile di Greenpeace che si è occupato di quella campagna che citavamo, c'erano dei Consiglieri regionali del Veneto, che sente molto questo problema, perché il Veneto ha una situazione grave, è una zona, come sappiamo, molto industriale, quel triangolo che citavo prima delle tre Province di Verona, Vicenza e Padova vive una situazione particolare e anche questa società Miteni, che ha operato per così tanto tempo, ha creato non poche difficoltà in quella zona.
Volevo solo far notare un altro aspetto e cioè che la mozione ha un impegno - perché non la ritiriamo - che è più blando rispetto a quello che in realtà, dal mio punto di vista, si potrebbe addirittura chiedere. Per citare la deliberazione della Regione Umbria, che cosa si chiede in quella mozione che è stata approvata a maggioranza? "Si impegna la Giunta regionale a esprimere sostegno e adesione alle richieste per l'urgente messa al bando dei PFAS, di attivarsi presso il Governo italiano e l'Unione europea", quindi si attivano verso quei soggetti che lei dice: "Sono quelli di cui dobbiamo fidarci", "per l'adozione di normative stringenti che vietino la produzione, l'immissione sul mercato e l'utilizzo di tutti i PFAS, favorendo l'utilizzo di alternative sicure e sostenibili. Nello specifico sostenere l'iniziativa per una restrizione universale dei PFAS in tutta l'Unione europea, sollecitare l'attuazione della strategia UE sulle sostanze chimiche, chiedere che i limiti di concentrazione dei PFAS nei rifiuti siano rivisti e abbassati al più presto e non oltre i 5 anni, proseguire l'attività avviata dalla Giunta - perché anche loro hanno avviato dei monitoraggi - implementando un monitoraggio continuo, capillare e puntuale della presenza dei PFAS nelle acque potabili, nelle acque superficiali, nelle acque sotterranee, nei terreni agricoli della regione, garantendo trasparenza e accessibilità dei dati ai cittadini attraverso il sito - hanno un sito che si chiama "L'acqua che bevo" - programmare di concerto con i gestori - quindi per noi potrebbe essere SEV - interventi nella rete acquedottistica volti a trovare soluzioni strutturali, che garantiscano in prospettiva futura non solo quantitativamente, ma anche qualitativamente l'approvvigionamento idropotabile, implementare all'interno della revisione del piano dei rifiuti e della bonifica delle aree inquinate azioni volte al risanamento da siti inquinati da PFAS..." e poi altre azioni ancora, tra cui "promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione sull'impatto dei PFAS sulla salute e sull'ambiente e sostenere attivamente le imprese del territorio che si impegnano nella ricerca di alternative sicure". Si tratta quindi di impegni molto più stringenti che una Regione, che non è neppure autonoma, ha adottato e che ovviamente, con mozione, perché la legge dovrà essere nazionale, che verrà trasmessa allo Stato.
Non ritiriamo quindi la mozione e la portiamo al voto con l'emendamento che abbiamo concordato con il consigliere Restano e con il gruppo di Rassemblement.
Presidente - Metto in votazione. Ricordo che votiamo la mozione come emendata. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 10
Favorevoli: 10
Astenuti: 25 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Distort, Foudraz, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Lavy, Malacrinò, Manfrin, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Perron, Rosaire, Sammaritani, Sapinet, Testolin)
La mozione non è approvata.