Oggetto del Consiglio n. 4424 del 13 febbraio 2025 - Resoconto
OGGETTO N. 4424/XVI - Interpellanza: "Riduzione dei tempi e delle liste di attesa attraverso il blocco dell'attività privata in ospedale".
Bertin (Presidente) - Con 33 Consiglieri presenti, possiamo ricominciare l'analisi dell'ordine del giorno. Punto n. 42.
Si è prenotato il consigliere Restano: ha facoltà di intervenire.
Restano (RV) - Iniziamo questa giornata parlando, come avevamo terminato ieri, di sanità.
Il 3 di febbraio di quest'anno "La Stampa" ha pubblicato un articolo-intervista all'Assessore regionale del Piemonte alla sanità, il cui titolo è questo: "Con tempi d'attesa intollerabili, stop all'attività privata in ospedale". La proposta, si legge poi nell'articolo, è stata avanzata dal Commissario della Città della salute, che vuole bloccare l'attività privata negli ospedali aziendali. Il giornalista chiede all'Assessore se si tratta di un caso isolato o di un modello da estendere. Nella sua risposta, l'Assessore fa una analisi sulle criticità della sanità piemontese, una breve analisi, e dice che vi sono dei soggetti fragili (mamme sole, anziani con pensione minima, abitanti dei quartieri a minore inclusività sociale), che devono rinunciare alle cure perché non hanno la disponibilità finanziaria. Bisogna riportare il tutto nell'alveo della sanità pubblica, che è l'unico modello possibile, e questa è una priorità del Piemonte. Quindi, dove c'è un distacco tra le esigenze e l'operatività che raggiunga limiti non tollerabili, è giusto intervenire con misure innovative, compreso il blocco transitorio dell'attività privata negli ospedali.
Considerato che alla fine dello scorso anno l'Assessore alla sanità piemontese ha avuto un confronto pubblico con il nostro Assessore e, da questo confronto, erano uscite delle considerazioni circa le liste d'attesa, riportate anche dai giornali locali - penso dichiarazioni condivise tra i due Assessori -, chiediamo all'Assessore della nostra Regione se ritiene la proposta del Commissario della Città della Salute di Torino, confermata dall'Assessore regionale del Piemonte, una soluzione percorribile in Valle d'Aosta; e se vi sono allo studio altre soluzioni alternative e proposte, quale la valorizzazione del personale.
Devo aggiungere che l'interpellanza è stata da noi presentata il 3 febbraio. Il 5 di febbraio la risposta è arrivata da un articolo di stampa: "Diagnostica anche di sera e nei weekend. A marzo un piano che stiamo già predisponendo". Questa è una dichiarazione del direttore generale della nostra azienda Unità sanitaria locale della Valle d'Aosta, che annuncia che a marzo metteranno in piedi un piano che "stiamo già predisponendo". "Metteremo in atto quanto previsto dal decreto-legge n. 73, che indica di usare le macchine diagnostiche nei fine settimana e anche negli orali serali. Per fare questo, ovviamente ci si dovrà confrontare con i primari, stabilire un calendario o gli orari di disponibilità, con la previsione di incentivi a seconda delle prestazioni".
Viene richiamato l'articolo 4 del decreto-legge n. 73, che è lo stesso che viene utilizzato dalla Regione Piemonte. Questo articolo prevede in effetti, come ha detto l'Assessore della Regione Piemonte, la possibilità di sospendere l'attività libero-professionale all'interno dell'azienda, qualora ve ne siano i presupposti. Questo non è riportato nell'articolo del 5 febbraio, che riguarda l'intervista al nostro direttore generale dell'azienda USL della Valle d'Aosta, però l'articolo 4 del decreto-legge prevede anche questa opportunità.
Terminando questa mia breve introduzione, ritengo che la risposta sia già arrivata da parte dell'azienda. L'Assessore, se lo ritiene, può evitare di leggere quanto ha predisposto.
Rimane il punto 2: se vi sono allo studio altre soluzioni alternative e proposte, quali la valorizzazione del personale. Perché indubbiamente, come già accennato nell'incontro di presentazione dello studio di fattibilità, di cui abbiamo parlato ieri, e come già riportato in altre interviste, il tutto passa attraverso la valorizzazione del personale e, probabilmente, anche attraverso altri incentivi.
Presidente - Risponde l'assessore Marzi.
Marzi (SA) - La ringrazio, collega Restano: in questa maniera cerchiamo anche di andare direttamente sul punto rispetto a questa interpellanza. Però, prima di passare al punto 2 e fare una piccola chiosa, è importante ricordare che la soluzione proposta dal Commissario della Città della Salute di Torino è già prevista dal Piano nazionale per il governo delle liste di attesa (il PNGLA) del 2019-2021 e la nostra Regione lo aveva già recepito con la delibera di Giunta regionale n. 513 del 2019.
Con questa delibera sono stati assegnati gli indirizzi all'azienda USL in materia di lista di attesa e, tra l'altro, sono state date indicazioni relativamente all'utilizzo della LPI.
È importante anche però ricordare, come abbiamo già fatto, che, nel momento in cui un professionista, un medico, decide di utilizzare la LPI, quindi la libera professione intramoenia - questo lo dico soprattutto perché il tema delle liste d'attesa è un tema sul quale tutti siamo impegnati quotidianamente, ma allo stesso tempo è un tema che, indipendentemente da quello che viene detto in quest'Aula o da quello che dicono gli addetti ai lavori, o dalle interviste che vengono rilasciate dagli addetti ai lavori, ha una caratteristica particolare: è talmente intrinseco, è talmente incardinato, incarnato, direi quasi, nella rabbia che i cittadini italiani, quindi anche quelli valdostani, hanno nei confronti del servizio sanitario pubblico, che tutte le volte che il tema viene riportato di nuovo à la page, si ricomincia da capo, indipendentemente dalle scelte che sono state fatte nel passato, dalle scelte che si stanno facendo nel presente e indipendentemente anche dal fatto che, in alcuni casi, avrete notato che ho parlato di un Piano nazionale per la gestione delle liste d'attesa del 2019, quando c'era il collega Baccega a fare l'Assessore, che aveva recepito questa delibera, ma a tutti gli effetti oggi stiamo per parlare del nuovo PNGLA 2025-2027 e probabilmente, un domani, ci sarà il nuovo assessore Mario Rossi alla Sanità valdostana, che, di fatto, avrà un suo PNGLA da prendere in esame - la esercita fuori dell'orario di lavoro.
Per cui, il tema delle liste d'attesa è un tema così incarnato nella rabbia che i cittadini hanno, che di fatto si rinnovella ogni volta che viene trattato, anche in quest'Aula. Oramai non c'è un Consiglio, noi facciamo un Consiglio almeno ogni quindici giorni, nel quale non parliamo di lista d'attesa e tutte le volte sembra di trattare un tema che non sia mai stato trattato.
Venendo alla sua domanda n. 2, sul tema valorizzazione del personale, confermiamo che l'Assessorato e l'azienda continuano a lavorare per rendere maggiormente attrattivo il servizio sanitario regionale e, come abbiamo già avuto modo di rappresentare in più occasioni, sono tante e diverse le azioni che in questo tempo vengono poste in essere.
Ricordiamo, infatti, che l'azienda ha elaborato uno specifico progetto di recruitment e fidelizzazione del personale, che si pone diversi obiettivi strategici. Le azioni avviate in questo ambito, infatti, sono molteplici e stanno dando risultati positivi.
Il primo è quello, naturalmente, che ha a che fare con due temi che lei conosce molto bene, per i quali si è anche speso in una duplice valenza, in un duplice ruolo, tra l'altro in quest'Aula, arrivando all'approvazione sia della legge n. 22 che della n. 27, quindi delle leggi di attrattività. In questo caso, tra l'altro, stiamo anche lavorando per quanto riguarda tutta una serie di azioni sul sostegno logistico degli specializzandi o dei medici che decidono di scegliere la Valle d'Aosta per venire a lavorare, oltre alla qualificazione professionale, quindi, il potenziamento delle convenzioni con le università - ieri ne abbiamo citata una, quando parlavamo di comitato etico territoriale - o sviluppare reti con centri di eccellenza e potenziare la formazione di base, oltre che favorire la partecipazione a studi, ricerche e sperimentazioni.
Non ultimo, stiamo lavorando per migliorare il clima interno, anche attraverso la valutazione dei temi che sono usciti dopo l'analisi del clima, e tutta l'azione di recruitment. Credo che a nessuno sia sfuggito il fatto che se una persona entra sul sito dell'azienda USL si ritrova con una pagina dedicata a tutte le azioni di attrattività, dove non soltanto vengono rese evidenti le specificità professionali che potrebbe avere un medico nel momento in cui sceglie di venire a lavorare in Valle d'Aosta, ma anche tutti gli annessi e connessi che potrebbero far sì che, anche come scelta di vita, la Valle d'Aosta a livello familiare, viste le opportunità che rappresenta, possa essere in tal senso un luogo nel quale trasferirsi.
Nello specifico, rispetto a quanto richiamato e rispetto anche alle dichiarazioni che sono state rese, è importante chiudere con un piccolo passaggio, che tra l'altro ieri è stato logicamente rappresentato anche dalla collega Minelli, rispetto alla question time su un noto fatto di cronaca sanitaria delle ultime settimane. Quando ha detto: "Qualsiasi sia la scelta che verrà fuori, cominciate già da oggi a cercare eventuali altri specialisti nell'ambito che ha pertinenza con quel fatto di cronaca sanitaria".
Ecco, questo mi ha un po' rincuorato, perché vuol dire che, anche se poi nelle repliche non viene mai ricordato da parte dei colleghi Consiglieri, è però passato il fatto che uno dei motivi per i quali non si fanno esami magari, finora, dalle 20 in poi, e via discorrendo, è legato al fatto che, nel momento in cui esistono dei numeri esigui di professionisti che dovrebbero svolgere gli esami o la diagnostica - se io ho un numero, per fare un esempio, di 12 professionisti che mettono in piedi la diagnostica, se questi dovessero diventare 11, 10 o 9 - è naturale che mi troverei in difficoltà a fare la diagnostica dopo le 20. È più facile, ahimé, che mi trovi a dover accorciare gli orari di riferimento, anche perché gli specialisti sono dei lavoratori dipendenti in ambito pubblico e voi sapete che i lavoratori dipendenti in ambito pubblico hanno degli orari prestabiliti. Questi orari possono essere allargati attraverso degli istituti contrattuali, ma questi istituti contrattuali, che tra l'altro rendono il datore di lavoro penalmente responsabile nel momento in cui diventino eccessivamente allargati, poi fanno trovare nella condizione di non poter lavorare oltre un tot di ore.
Un dirigente medico lavora quasi 40 ore la settimana in maniera ordinaria, con la LPI e la LPA può arrivare a lavorare un tot di ore in più, ma non possiamo pensare che lo si possa "obbligare" a lavorare 200 ore alla settimana. Anche perché una scelta di questo genere non soltanto non è consentita a livello legislativo, ma andrebbe anche a rendere meno efficace la sua capacità, poi, di svolgere un lavoro molto delicato, che è quello di occuparsi della salute della propria comunità.
È anche importante capire che, nel momento in cui un dirigente medico - che è quello che noi cerchiamo perché ci visiti o ci faccia un esame - ha la possibilità di utilizzare gli straordinari, quindi la libera professione aziendale o l'intramoenia, questi sono degli istituti, assieme all'utilizzo del privato accreditato, che, guarda caso, sono inseriti in tutti i piani nazionali per la gestione delle liste d'attesa.
A tutti gli effetti, dunque, la sua è una domanda molto puntuale che è stata novellata dal 73 del 2024, il decreto che è intervenuto sulle liste d'attesa, l'ultimo trasformato in legge, la n. 10 nel luglio del 2024, che a oggi aspetta un nuovo istituto legislativo, una nuova proposta legislativa nel 2025, proprio per la prossima gestione del Piano nazionale generale per quanto riguarda le liste d'attesa.
Sicuramente tutto il tema degli istituti legati all'intramoenia, alla libera professione aziendale e, naturalmente, agli aumenti che sono già stati fatti per l'utilizzo del privato accreditato sono i principali strumenti che la sanità pubblica oggi ha per cercare, in tal senso, di migliorare e allargare gli orari, compreso il mettere in piedi dei progetti per trovare dei professionisti che non soltanto operino nel quotidiano, ad esempio per quanto riguarda la diagnostica, ma arrivino anche a lavorare il fine settimana e negli orari serali.
Presidente - Consigliere Restano, a lei la parola per la replica.
Restano (RV) -Assessore, ho apprezzato soprattutto l'ultima parte della sua risposta.
Inizio con un'affermazione e con una punta anche di orgoglio. È un'affermazione che ho già fatto quando mi occupavo di sport: ma noi non siamo come tutti gli altri, noi siamo la Valle d'Aosta. Non siamo come gli altri e lo diciamo con tanto orgoglio. Siamo in 120.000, investiamo tantissime risorse sulla sanità e quello che si aspettano i valdostani sono le risposte.
Condivido quello che lei ha detto: la diagnosi? Mancano le ricette. Come facciamo a valorizzare il nostro personale pubblico? Perché l'ha detto il direttore generale dell'azienda, che i gettonisti non sono la soluzione e non ci permettono di dare qualità.
Noi dobbiamo valorizzare quelli che abbiamo e ne parleremo poi nella prossima interpellanza, quando parleremo della formazione.
È vero, ci mancano i professionisti, e il decreto n. 77, all'articolo 4, prevede che in libera professione non si possono fare più ore di quelle che si rendono nei confronti del pubblico. Se noi non diamo un valore a queste ore, difficilmente riusciremo a incentivare e a essere attrattivi verso i nostri professionisti.
Io credo nella libera prestazione aziendale e il limite della libera prestazione aziendale - ho già fatto delle iniziative, insieme ai miei colleghi, in questo senso - è la disponibilità delle finanze. Il limite che ci viene dato dallo Stato è il limite di risorse, che mi sembra che sia 3-4 milioni, che la Giunta regionale fornisce con la propria delibera. Dobbiamo verificare se esistono delle soluzioni in tal senso.
Citare la norma del 2019 è come farsi male da soli: allora, dal 2019 a oggi, non siamo stati in grado di trovare una soluzione? Questo non ci fa onore, a tutti quanti.
Deve dare atto che da parte di Rassemblement Valdôtain, pur avendo da sempre un confronto forte sulla sanità, non sono mai mancati gli stimoli dal punto di vista propositivo e non si è mai speculato sulla questione delle liste d'attesa. Però vorremmo partecipare - e già abbiamo dato atto della nostra disponibilità - al cercare delle soluzioni che fino ad oggi non sono state date.
Non ci si può nascondere dietro al numero esiguo di professionisti.
È vero, si stanno dando degli incarichi a privati, ma quello che si vuole, l'ho già detto ieri, è far funzionare la parte pubblica, oltre alla parte privata. Ci va il giusto equilibrio e questa non sembra la strada che si sta cercando di percorrere, come Regione Valle d'Aosta.