Oggetto del Consiglio n. 4416 del 12 febbraio 2025 - Resoconto
OGGETTO N. 4416/XVI - Interpellanza: "Adozione di misure specifiche per la gestione del lupo sul territorio regionale supportate da solide basi scientifiche".
Bertin (Presidente) - Punto n. 34. Consigliera Minelli a lei la parola.
Minelli (PCP) - Nel Consiglio di due settimane fa, varie iniziative hanno avuto per oggetto il monitoraggio, le azioni e le strategie per la gestione del lupo messi in campo in Valle d'Aosta. Abbiamo ascoltato con attenzione le illustrazioni dei colleghi, le risposte degli Assessori e le repliche.
Il lunedì precedente a quella seduta, era il 27 gennaio, avevamo anche letto gli articoli su Gazzetta Matin con l'intervista alla professoressa Marucco, considerata tra i principali esperti del lupo, docente al Dipartimento di scienze della vita e biologia dei sistemi dell'Università di Torino e coordinatrice scientifica del progetto Life Wolfalps EU, terminato il 30 settembre 2024.
Abbiamo quindi preso visione del rapporto di fine progetto, che presenta molti dati interessanti e sottolinea l'efficacia quasi assoluta delle misure di prevenzione, laddove adottate.
Andando a cercare i dati relativi alla nostra regione, abbiamo appreso che dal 2021 al 2024 sono stati compiuti dalle squadre d'intervento 103 interventi di assistenza a 77 allevatori, con una riduzione del 96,5% degli attacchi negli allevamenti coinvolti dal lavoro delle squadre.
Si può affermare che l'utilizzo corretto e regolare di sistemi di prevenzione - anche combinati, quali recensioni elettrificate, dissuasori acustici, luminosi e cani da guardiania - si è dimostrato efficace sia in alpeggio sia in aziende di fondovalle.
Quest'affermazione che ho appena fatto non è contenuta, come si potrebbe pensare, nel rapporto che ho citato, ma sono parole dell'assessore Carrel in risposta a un'interpellanza del mese di aprile del 2024, poi il progetto Life Wolfalps ha quantificato con precisione, con i dati, questa efficacia.
Nel rapporto sono presenti anche le linee guida per l'attuazione a lungo termine delle squadre d'intervento, essenziali per la prevenzione, come è ampiamente documentato.
Ci siamo quindi stupiti che la Regione non abbia dato una pubblica comunicazione di quest'importante rapporto che conferma con i dati esattamente quanto aveva dichiarato 10 mesi fa l'assessore Carrel in merito alle misure della prevenzione, nonostante la Regione sia un partner beneficiario del progetto dal gennaio del 2019, anno in cui ha aderito appunto al progetto, con l'impiego di almeno due dipendenti regionali del Dipartimento risorse naturali e Corpo forestale, di cui uno responsabile del progetto Life Wolfalps e l'altro coordinatore del gruppo tecnico di comunicazione, che sono incarichi non certo di secondo piano, oltre poi a sei agenti del Corpo forestale suddivisi in tre unità d'intervento per la prevenzione e il supporto agli allevatori, con il coordinamento della Regione stessa.
In ciascuna di queste unità sono poi presenti anche un veterinario del servizio USL e tecnici appositamente incaricati nell'ambito del progetto citato.
Un coinvolgimento, come si può ben comprendere, decisamente importante della Regione autonoma e del suo apparato amministrativo, che è durato 5 anni, che ha richiesto un lavoro e un impegno notevoli, che ha coinvolto varie professionalità e che ha potuto contare su degli sforzi organizzativi, progettuali, finanziari da parte della Regione, che ha deciso, come dicevo, autonomamente di essere parte di questo progetto 5 anni fa.
La conclusione dell'iniziativa - con dei risultati, come dicevo, molto interessanti, soprattutto per le misure di prevenzione - avrebbe meritato, a nostro avviso, un'attenzione particolare e una comunicazione ufficiale da parte dell'Assessorato a fine settembre, nel momento in cui quel progetto è terminato.
Certamente io immagino che questi risultati figureranno nel Rapporto Lupo 2024, dove però rischiano di perdersi in mezzo a molte altre informazioni, e, proprio perché la Regione è parte attiva di questo progetto, ci è parso anche sorprendente che nella risposta di 15 giorni fa, analizzando le criticità della presenza del lupo, l'Assessore Caveri, annunciando un apposito emendamento alla legge sulla montagna redatto con una collega trentina, avesse affermato: "Questo è anche dovuto a questo progetto Life Wolfalps di cui abbiamo visto le gesta ancora lunedì sul Matin in un'intervista in cui per l'ennesima volta la questione viene ingarbugliata. Questi campano su questi soldi comunitari; è un'organizzazione molto efficiente, legata in parte a parchi regionali piemontesi. Questa è una vicenda che va sollevata a livello politico, per quel che mi riguarda l'ho sempre fatto in tutte le sedi possibili, perché ritengo che ci sia attorno al lupo un vero e proprio business, sicché non è accettabile".
Una risposta che a me è sembrata fatta con un tono direi quasi sprezzante o in ogni caso abbastanza negativo e critico, ma abbastanza curioso, considerata la presenza e il ruolo che la nostra Regione, la Regione autonoma Valle d'Aosta, ha avuto nel progetto.
Venendo al tema del declassamento del lupo, che è un tema in qualche modo à la une in questo periodo, abbiamo provato ad approfondire e a leggere i vari documenti e abbiamo appreso che, secondo il Large Carnivore Initiative for Europe - gruppo che opera all'interno dell'International Union for Conservation of Nature, il più autorevole organismo internazionale che si occupa di conservazione - non è stato supportato da solide basi scientifiche, non ha un fondamento rigoroso, ma è frutto di ragionamenti di altra natura, che prescindono da prove scientifiche.
Gli scienziati, gli etologi, sostengono tra le altre cose un elemento importante a mio avviso, cioè che la presenza del lupo negli ecosistemi alpini contribuisce al controllo naturale delle popolazioni degli ungulati, compresi i cinghiali, e favorisce l'eliminazione di individui malati o deboli, promuovendo l'equilibrio ecologico e la salute delle specie predate. Il lupo, essendo un predatore, contribuisce a contenere le popolazioni di cinghiali, in quanto spesso il suino rientra nella sua dieta, anche queste non sono cose che dico io ma sono parole dell'allora assessore Sapinet in risposta a un'interpellanza del febbraio 2022.
Con la predazione dei cinghiali, il lupo contribuisce a ridurre i danni a coltivazioni e campi. Non solo, ci sono anche degli studi che dimostrano il ruolo dei lupi nel contenimento della temuta peste suina africana attraverso la predazione dei cinghiali, e, a titolo di esempio, cito la rivista online dell'Università di Padova, che ha pubblicato tutta una serie di studi in questo senso.
Sulla base di queste considerazioni e dell'analisi della documentazione scientifica disponibile, quello che chiediamo al Governo è: "Quali sono i motivi alla base della scelta di non diffondere ufficialmente e pubblicamente i risultati del rapporto di Life Wolfalps" relativi alla nostra regione, beninteso; "Se ritiene che la predisposizione di azioni e progetti per il miglioramento della convivenza tra uomo e lupo in ambito alpino debba basarsi su dati scientifici e sull'esperienza acquisita, anche con il progetto citato, di cui la Regione è stata partner per 5 anni"; "Se ha intenzione di procedere nella direzione di misure specifiche per la gestione del lupo sul territorio regionale a prescindere da solide basi scientifiche".
Presidente - Assessore Carrel, per la risposta.
Carrel (PA) - Collega Minelli, sicuramente partiamo da due punti di partenza diversi sul tema, e su questo credo che ne siamo consapevoli entrambi, perché, dal suo punto di vista, il lupo sicuramente va tutelato, dal mio punto di vista sta creando anche dei problemi e dobbiamo anche tutelare le aziende e le realtà che hanno dei problemi legati all'inserimento del lupo, quindi la questione è - ovviamente attraverso i dati scientifici, attraverso i rapporti tecnici che non scrive l'Assessore - andare a dare delle risposte a queste persone che si aspettano dalla politica delle risposte che, spesso e volentieri, non possiamo neanche dare liberamente come vorremmo, perché c'è tutta una serie di norme che ce lo impedisce.
Rispondendo al primo quesito, voglio segnalare che, secondo quanto riportatomi dagli uffici competenti, le azioni svolte dall'Amministrazione regionale nell'ambito del progetto Life Wolfalps UE sono state regolarmente rese note all'interno dell'annuale Rapporto lupo, reperibile sul sito ufficiale della Regione.
In tale documento vengono evidenziate le attività svolte dalle squadre di pronto intervento, le cosiddette "Squadre operative" e al contempo vengono indicati i corsi di formazione organizzati e svolti sia per il personale interno che per un pubblico di volontari.
Sulla pagina del sito istituzionale della Regione dedicata al lupo, è presente il link al sito ufficiale del progetto Life Wolfalps, attraverso il quale è possibile reperire tutte le informazioni a disposizione degli utenti.
Rispondendo al secondo quesito, voglio sottolineare che il progetto ha consentito di creare una solida rete di monitoraggio che vede coinvolto il Corpo forestale della Valle d'Aosta, il laboratorio Museo di scienze naturali Efisio Noussan di La Salle, il Parco naturale del Mont Avic e un certo numero di volontari formati.
L'esperienza acquisita e il monitoraggio sistematico svolto con metodo scientifico sul territorio regionale hanno permesso di raccogliere dati relativi alla presenza della specie.
Da detti dati emerge che la popolazione del lupo in Valle d'Aosta, così come nel resto d'Italia, si sta rapidamente espandendo e che si registra un aumento di casi di lupi ripetutamente avvistati in ambienti urbani, circostanza questa che desta non poca preoccupazione, anche al sottoscritto.
Per quanto riguarda il miglioramento della convivenza tra uomo e lupo in ambito alpino, gli uffici competenti mi riferiscono che le squadre di pronto intervento, composte da agenti del Corpo forestale della Valle d'Aosta, continuano a effettuare sopralluoghi nelle aziende agricole e in alpeggio, al fine di fornire assistenza tecnica e definire le migliori strategie di protezione del bestiame, fornendo kit in comodato d'uso per evitare il ripetersi delle predazioni.
Voglio inoltre precisare che, oltre alle azioni previste dal progetto Life, l'Amministrazione regionale provvede con risorse proprie a indennizzare i danni provocati agli allevamenti dai predatori e a incentivare l'utilizzo delle misure di prevenzione.
A tal proposito, si evidenzia che negli ultimi cinque anni sono stati erogati circa 660 mila euro di fondi regionali, circa 132 mila euro annui per l'acquisto di recinzioni, cani da guardiania, dissuasori, eccetera.
Rispondendo infine al terzo quesito, voglio ribadire che l'Ufficio fauna sta lavorando attivamente alla realizzazione di un protocollo di gestione della specie che indichi quali siano le azioni necessarie da adottare in caso di potenziali situazioni di pericolo o di danno sulla base di rigorose basi scientifiche e sulle indicazioni condivise insieme a ISPRA.
Presidente - Per la replica, la consigliera Minelli ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Sì, Assessore, ho ascoltato con interesse la sua risposta e vorrei innanzitutto precisare una cosa: è vero che partiamo da punti di vista che probabilmente sono diversi, ma sicuramente non è mai stato detto da parte nostra che non vadano tutelate le aziende.
Crediamo invece che le aziende debbano essere sostenute, soprattutto attraverso misure quali quelle lei ha appena elencato, che hanno richiesto anche un esborso significativo di risorse da parte della Regione, e lo troviamo assolutamente corretto.
Lei mi ha risposto - in particolare alla prima domanda - dicendomi che sono state rese note sul sito della Regione tutte le informazioni relative al Rapporto lupo.
Io mi riferivo a una scelta di non diffondere pubblicamente, e intendevo non sul sito, perché, come immagino tutti sappiano, non è che la gente passi il tempo a consultare il sito della Regione. Quando ci sono esiti di rapporti, di studi importanti - l'abbiamo visto anche recentemente per altre questioni - si organizzano delle riunioni, degli eventi per presentarli, si dà una comunicazione pubblica attraverso i media. Si fa, insomma, un'operazione che è molto diversa rispetto a quella di una semplice pubblicazione di un link sul sito che ho utilizzato ovviamente per poter costruire l'interpellanza e per poter citare dei dati, perché sono andata proprio su quel sito.
Quello che però è da dire e da rilevare è che sono state spese delle risorse umane ed economiche per cinque anni, c'è stato un importantissimo lavoro del Dipartimento risorse naturali del Corpo forestale che ha visto lavorare funzionari e dipendenti - io sono sicura - con impegno, costanza e dedizione, e per questo ritengo che il rapporto meritasse un'altra attenzione, anche soltanto per dire pubblicamente, per dare contezza, di quanto è stato fatto con grandi sforzi.
Sulla seconda domanda, lei mi ha assicurato un monitoraggio scientifico serio, che ha già dato dei risultati, perché sta rivelando anche tutta una serie di questioni, mi ha detto che le squadre d'intervento continuano a fare sopralluoghi e anche che ci sono stati indennizzi regionali molto importanti. Credo che siano tutte cose assolutamente positive.
Anche sulla terza domanda lei mi dice: "Si sta lavorando a un protocollo della specie sulla base di rigorose basi scientifiche". Questo, in qualche maniera, mi conforta, perché credo che si possa fare un ragionamento solo sulla base d'informazioni scientifiche e non sull'onda di sentimenti che possono essere più o meno a sostegno o contro il lupo.
Nell'ambito però di una valutazione più generale rispetto alla questione lupo, io mi sono resa conto che nessuno ha mai fatto riferimento in quest'aula all'importanza che questo predatore ha per l'ecosistema, in modo particolare riguardo alla questione della specie cinghiale, l'ho detto prima, però, che improvvisamente da problema per i cacciatori, problema anche sanitario, è diventato una vittima del lupo e una preda in meno per i cacciatori.
Riguardo ai caprioli - sono i dati del 2023 - la popolazione è sei volte quella del 1993 di trent'anni prima, che è il primo anno in cui io ho trovato dei dati disponibili quando il lupo non c'era, sappiamo che il primo avvistamento dovrebbe essere del 2005.
Rispondendo il 3 aprile a un'interrogazione, lei, Assessore, aveva riferito che i caprioli in costante aumento dal 2007 al 2018, arrivando a essere oltre 6.700, sono poi diminuiti per varie cause, compreso il lupo, e si sono stabilizzati intorno ai 4 mila, come mostrano poi i dati ufficiali. Questo è l'equilibrio preda-predatore.
Dire, come ho letto o ho sentito anche, che i caprioli e la fauna selvatica in generale vengono decimati o sterminati dai lupi, mi sembra un'affermazione abbastanza priva di fondamento.
Per quanto riguarda gli abbattimenti selettivi, che è l'obiettivo a cui si vuole tendere, mi sembra di capire - forse per qualcuno neanche tanto selettivi - che, secondo vari studi scientifici, essi non hanno una reale influenza sulla riduzione degli attacchi al bestiame.
Ho visto uno studio della Slovacchia, paese in cui si era fatto un abbattimento selettivo e poi i risultati hanno riscontrato, e sono pubblicati, che non c'è relazione tra numero di lupi uccisi e le perdite di bestiame.
In Francia ci sono stati risultati assolutamente contrastanti, si parla di riduzione degli attacchi, di nessuna efficacia o addirittura, nel 25% dei casi, di un aumento degli attacchi di bestiame.
Io credo che bisogna fare attenzione, perché il declassamento e la conseguente possibilità di abbattere qualche esemplare potrebbero creare delle aspettative immotivate presso gli allevatori e non avere alcuna efficacia, mentre ne hanno invece - ed è documentato - le misure di prevenzione.
A me sembra che, oltretutto con un progetto che è andato avanti per così tanto tempo, dire che le persone campano su soldi comunitari e compiono gesta discutibili non è rispettoso del lavoro di chi in Regione ha dato tanto.
Presidente - Assessore Caveri, specifichi, un minuto.
Caveri (UV) - Guardi, consigliera Minelli, io sul lupo non ho mai cambiato idea. Ho sempre ritenuto che, essendo un predatore che non ha concorrenza in natura, la scelta che è stata fatta da molti Paesi (la Norvegia, la Francia, la Svizzera) non sia una scelta folle. Più che altro si chiarisce che quelli che fanno e hanno fatto questo progetto Life appartengono alla sua area politica.
Presidente - Consigliera Minelli, un minuto.
Minelli (PCP) - Non ho contezza di nessuno che appartenga effettivamente alla mia area politica che abbia partecipato al progetto Life Wolf...
(Intervento dell'assessore Caveri fuori microfono)
...Bene, ma quello che dico è che la Regione Autonoma Valle d'Aosta ha aderito a questo progetto. Era Assessore il collega Chatrian, ha fatto una scelta che io ritengo corretta, però l'ha fatta la Regione.
Criticare quindi la Regione, per una cosa che dura da cinque anni, fa un po' specie.