Oggetto del Consiglio n. 4413 del 12 febbraio 2025 - Resoconto
OGGETTO N. 4413/XVI - Interpellanza: "Eventuale predisposizione di una procedura per ricorrere in caso di errore nell'inquadramento del capo abbattuto".
Sammaritani (Presidente) - Passiamo a trattare il punto n. 31 all'ordine del giorno.
Per l'esposizione, la parola al consigliere Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Come abbiamo riassunto nell'interpellanza, abbiamo portato all'attenzione di quest'Assemblea due criticità che sono state appunto rilevate nell'applicazione della delibera 836/2024.
Nello specifico, riguardo a questa delibera con la quale si approva il calendario venatorio, abbiamo evidenziato, abbiamo posto l'accento sull'articolo 13 e su quello che viene previsto per i centri di controllo della fauna selvatica.
Nello specifico, all'articolo 13, alla fine appunto del paragrafo, si può leggere come presso i centri di controllo di Morgex, Aymavilles, Valpelline, Châtillon, Challand-Saint-Victor e Pont-Saint-Martin, oltre al personale forestale, sarà presente un tecnico faunistico che si alternerà con i cacciatori formati, secondo un calendario che sarà comunicato con nota della struttura competente in materia di fauna selvatica, mentre il centro di controllo di Gaby sarà gestito dal personale forestale dei cacciatori formati.
Diverse segnalazioni ci indicano come siano sorte, purtroppo, delle criticità rispetto a questo tipo di gestione. Chi va a caccia lo sa: una volta che c'è appunto la cattura della preda, si porta a questo centro di controllo e poi c'è questa verifica della classe, dove collocare la preda che si è portata, dove incasellare questa classe e ci sono, ovviamente, anche nel caso in cui si sia per esempio sbagliato, si sia inserita, sia stata cacciata la classe sbagliata (quindi troppo giovane, troppo anziana, nel sesso sbagliato e quant'altro), ci sono delle sanzioni in cui si può incorrere o anche delle penalizzazioni appunto per quanto riguarda la stagione di caccia.
C'è da dire che sono sorte appunto delle criticità, perché se, quando ci si trova ad avere a che fare con il personale del Corpo forestale e un tecnico faunistico, ci sono poche (anche se ci sono anche lì) contestazioni da fare, a volte magari non è proprio così con un altro cacciatore, che sarà probabilmente anche formato, ma in alcuni casi è stato purtroppo foriero di problemi.
Questo quindi è un primo problema che si è rilevato e la segnalazione che abbiamo raccolto rispetto alla classificazione del controllo della fauna selvatica.
Un'altra criticità è proprio che in quei casi - quando quindi si è catturato il capo e ci sono delle contestazioni - che, per esempio, la persona che è addetta al controllo dice che questo capo è classificato in questa classe e io voglio fare un ricorso: non c'è lo strumento per fare ricorso, magari chiamando una persona terza eventualmente a esprimersi nel merito di questo errore di classificazione.
Con quest'interpellanza abbiamo voluto portare all'attenzione di quest'Assemblea una richiesta: innanzitutto se siano state fatte delle valutazioni circa il coinvolgimento del cacciatore formato nelle valutazioni dei capi abbattuti presso i centri di controllo di fauna selvatica; se sia intenzione predisporre una procedura con relativo regolamento per accedere a un ricorso attraverso inquadramenti del capo abbattuto, considerato errato e, in caso affermativo, la risposta al punto due, quindi se c'è intenzione di poter portare questa modifica appunto al regolamento, cosa s'intende fare con le contestazioni già in essere che, in alcuni casi, sono state "Stimolate", cioè il personale che era in servizio nelle strutture e nei centri di controllo ha detto: "Fate ricorso" e una volta formulato il ricorso, la risposta è stata: "Va beh, però il ricorso in realtà non è disciplinato, per cui il ricorso non si può fare".
È quindi un po' da capire soltanto come poter gestire tutta questa questione.
Presidente - Risponde per il Governo l'assessore Carrel.
Carrel (PA) - Per rispondere al primo quesito, vorrei in primo luogo sottolineare l'importante funzione che i centri di controllo - presenziati dal personale del Corpo forestale della Valle d'Aosta e operativi durante i cinque giorni settimanali di attività venatoria - rivestono per una corretta gestione faunistica venatoria.
Il sistema di raccolta dati, reso possibile grazie al funzionamento degli otto centri di controllo presenti sul territorio regionale - collocati per lo più presso le stazioni forestali in misura di uno per circoscrizione venatoria - permette infatti di verificare tecnicamente i capi prelevati in periodo venatorio sul territorio, di controllare i piani di abbattimento faunistico e di appurare la bontà del piano di gestione venatorio in atto, vigilando sui capi abbattuti dai cacciatori, di raccogliere campioni di materiale organico, contribuendo a una corretta gestione sanitaria degli ambienti rurali e controllando lo stato di salute della fauna, e di applicare un protocollo di raccolta dei dati della fauna selvatica che permette di acquisire tutte le informazioni utili per una corretta gestione faunistico venatoria.
Nel 2023, a fronte dell'importante carenza del personale del Corpo forestale della Valle d'Aosta, sono emerse difficoltà nella gestione di questi otto centri di controllo, anche considerato che lo sforzo economico e organizzativo necessario per mantenere attivi tali centri è oneroso e impegnativo.
A seguito di incontri e interlocuzioni con il Comitato regionale per la gestione venatoria, ho personalmente chiesto la possibilità d'inserire all'interno dei centri la figura del cacciatore esperto, in affiancamento al personale forestale, e, a partire dal 2023, è stata concretizzata una formula mista di gestione dell'attività di controllo e raccolta dei dati biometrici dei capi abbattuti, che prevede la presenza, negli orari di apertura, di due operatori: un componente del Corpo forestale Valle d'Aosta - che deve rimanere assolutamente fisso, e quindi c'è sempre un componente del Corpo forestale in qualità di responsabile del centro - e un tecnico faunistico, oppure un cacciatore in possesso della qualifica di cacciatore esperto.
Le valutazioni circa il coinvolgimento del cacciatore esperto è stata quindi una scelta ponderata e l'unica richiesta che è stata fatta al mondo venatorio, al fine di garantire la massima imparzialità, è che il cacciatore esperto non sia lo stesso che ha prelevato l'animale, perché vi era anche quell'ipotesi e quella richiesta da parte del Comitato venatorio di essere, di fatto, propositivi nell'autovalutazione.
Nonostante alcune polemiche iniziali, l'attuale formula di gestione del centro sembra essere efficace e ha permesso di coinvolgere attivamente il mondo venatorio in questa attività.
I cacciatori esperti che hanno dato la loro disponibilità, e che ci tengo a ringraziare, sono stati 160 nel 2023 e 147 nel 2024.
Nell'ottica di una piena collaborazione, l'Ufficio fauna e il Comitato regionale per la gestione venatoria si suddividono le spese relative invece ai tecnici faunistici, le cui competenze sono essenziali per le attività di controllo di detti centri.
Per rispondere al secondo quesito, va chiarito che, nell'ambito dell'attività dei Centri di controllo possono esserci divergenze di opinioni tra i cacciatori e personale forestale nella valutazione del capo prelevato, di solito legate all'età dell'animale.
Vorrei però rimarcare che nel calendario venatorio sono previste delle tolleranze relative all'abbattimento dell'animale la cui classe di età non è quella corretta.
Secondo quanto riferitomi dagli uffici, i casi di ricorso sono eventi eccezionali, se ne contano solamente uno nel 2019 e uno nel 2024 e, di conseguenza, l'aggravio economico e gestionale di questa procedura per la macchina amministrativa sarebbe del tutto sproporzionata.
Non è pertanto prevista una procedura codificata, per consentire al cacciatore interessato di fare ricorso, se non attraverso l'iter specifico di presentazione presso il Tribunale Amministrativo Regionale.
Ci tengo a evidenziare, rispetto alle sue premesse, però, che è fondamentale avere all'interno dei Centri sempre un membro del Corpo forestale, il quale ovviamente garantisce sempre l'imparzialità.
Presidente - Replica il consigliere Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Io la ringrazio per la sua risposta, però è chiaro che, come le abbiamo rappresentato, la possibilità di avere una discussione rispetto a questo, soprattutto la mancanza di criteri per il ricorso, ha reso impossibile la formulazione dei ricorsi, quindi probabilmente, come giustamente lei ha detto, ne è stata presentata una sola, ma sicuramente, se vi fosse codificata la possibilità, ci sarà la possibilità di formularla, quindi noi questa richiesta la reiteriamo perché riteniamo che - per lo meno, quando non c'è una composizione che prescinde da una componente di errore, e quindi potenzialmente completamente esterna - la possibilità che magari questo errore possa andare a inficiare c'è; per questo motivo io reitererei la domanda e la richiesta di poter predisporre una procedura per il ricorso, perché eventualmente questa procedura potrebbe essere quella, per lo meno anche soltanto come deterrente, che permetterebbe di evitare che ci siano magari delle assegnazioni arbitrarie che non vengono ricomprese.
Presidente - Prima di continuare, facciamo una pausa di 15 minuti.
La seduta è sospesa dalle ore 16:55 alle ore 17:13.
Dalle ore 17:13 riassume la Presidenza il presidente Bertin.