Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 4410 del 12 febbraio 2025 - Resoconto

OGGETTO N. 4410/XVI - Interpellanza: "Azioni per favorire il raggiungimento di una soluzione definitiva alla percorribilità continuativa del Traforo del Monte Bianco".

Sammaritani (Presidente) - Passiamo alla trattazione del punto n. 28 all'ordine del giorno. Per l'esposizione, la parola al consigliere Aggravi.

Aggravi (RV) - Parliamo del Traforo del Monte Bianco. Quando è stata presentata quest'interpellanza non avevamo ancora i dettagli di quanto poi sarebbe emerso dalla partecipazione del Presidente della Regione a Nizza al Comitato di cooperazione transfrontaliera del Trattato del Quirinale, però quanto è emerso ci è utile perché, soprattutto in un passaggio, ci permette di fare qualche considerazione in più, sia in presentazione e poi, vedremo, anche in replica.

Il tema principale dell'interpellanza è appunto la continuità della percorribilità del traforo del Monte Bianco e le prospettive legate al suo potenziamento infrastrutturale.

Nel Piano regionale dei trasporti al 2035, la Regione ha delineato una visione strategica che include, tra i vari interventi, anche la realizzazione di una seconda canna. Questo ha aperto e ha avviato anche il coinvolgimento delle autorità francesi, però da notizie di stampa - almeno noi lo abbiamo appreso da notizie di stampa - è emerso che lo scorso 24 dicembre le autorità francesi hanno comunicato la scelta di non partecipare alla consultazione transfrontaliera avviata appunto sul PRT.

Nell'ambito del Trattato del Quirinale c'è una parte - anche se come tutti i trattati importanti è scritto in maniera molto attenta - che riguarda appunto la coopération transfrontalière e, al di là dei preamboli, c'è un passaggio al punto 4 dell'articolo 10 in cui si afferma che " Les parties œuvrent au développement toujours plus intégré des réseaux de transport transfrontalier, ferroviaire, routier et maritime. Elles reconnaissent l'intérêt stratégique du développement coordonné et durable de la mobilité ferroviaire transalpine ".

Non troviamo, ma giustamente i trattati sono più alti e non vanno sicuramente sui singoli temi, però notiamo, all'interno di quello che è stato, nel momento della firma, il momento più importante degli ultimi anni di cooperazione tra Italia e Francia, un passaggio che rafforza più che altro il tema della cooperazione per la mobilità ferroviaria transalpina e molto meno il tema del trasporto "routier", quindi la parte della gomma.

Con l'interpellanza poniamo quattro domande: "Quali siano gli effetti in termini politici e di attuazione delle previsioni di cui al PRT determinati dalla scelta ottemperata dalle autorità francesi" e penso che saranno anche utili, a fronte di questo, quelle che sono state le conclusioni dell'incontro che citavo in precedenza; in particolare nel comunicato stampa della Presidenza si cita nel passaggio relativo ai collegamenti transalpini al Traforo del Monte Bianco: "Un Traforo del Monte Bianco percorribile sempre in sicurezza è anche garanzia di miglioramento della circolazione e di attenzione ambientale per i territori collegati dalla galleria", è un tema non di poco conto.

Chiediamo anche "Se vi siano state interlocuzioni sul tema raddoppio del Traforo del Monte Bianco con le autorità francesi, con particolare riferimento agli appuntamenti istituzionali, appunto avuto negli ultimi mesi, quello di Nizza ancora di più, e in caso positivo, in quali termini e con quali risvolti".

Come già questa mattina ci è stato detto, e come abbiamo avuto modo di leggere dalle notizie di stampa, è stato costituito un tavolo tecnico che deve interloquire sulla fattibilità, sulle conseguenze di questa scelta.

Qualcuno nella prima Repubblica diceva che per non risolvere un problema si crea una commissione, speriamo che il Comitato non sia una camera di compensazione per dare un bel calcione al pallone e portarlo dall'altra parte del campo.

"Se vi siano state delle interlocuzioni con le autorità ministeriali italiane per competenza coinvolte appunto sul tema del raddoppio, in caso positivo, con quali termini e con quali risvolti".

In ultimo, "Quali azioni stia portando avanti, ovvero intenda porre in essere in questi ultimi mesi di legislatura il Governo regionale per favorire il raggiungimento di una soluzione definitiva a favore della percorribilità continuativa del Traforo del Monte Bianco".

Ovviamente la domanda è di ampio respiro, non mi aspetto che ci sia una risposta definitiva, sarebbe assurdo, anche perché questi temi, lo sappiamo, hanno delle tempistiche che non possono essere sicuramente soltanto di competenza di una legislatura, ma, anzi, spesso per arrivare a dei risultati, ci vuole tanto tempo che però bisogna costruire nel tempo, augurandoci poi che ci sia anche una continuità di scelte e soprattutto un impegno, e lo dico da entrambe le parti, perché laddove ci sono due attori principali, c'è la necessità che tutti e due siano concordi, e già il fatto almeno di aver voluto creare un comitato può essere un primo passo anche se sicuramente non definitivo.

Ripeto, il passaggio fatto nel comunicato stampa che ho citato è più che condivisibile, quindi chiediamo queste quattro cose al Presidente della Regione.

Presidente- La parola al presidente Testolin.

Testolin (UV) - Per quanto riguarda la prima questione, la decisione delle autorità francesi, era abbastanza immaginabile e non ha alcun effetto particolare anche ricordando che lo stesso Piano regionale dei trasporti precisa che l'intervento sul Traforo del Monte Bianco - così come quello sul Traforo del Gran San Bernardo - fa parte non del PRT ma di uno scenario evolutivo, quindi di situazioni che dovranno trovare un loro percorso e di questo percorso, evidentemente, ne stiamo facendo parte.

Non ci sono quindi effetti né dal punto di vista amministrativo, nella misura in cui permette la prosecuzione dell'iter del Piano regionale dei trasporti, né dal punto di vista politico, che è un ambito diverso, sul quale torneremo anche nelle altre domande che sono state poste.

Per quanto riguarda la seconda domanda, le interlocuzioni con le autorità francesi non sono propriamente di competenza della Regione in ambito di decisione su questo tipo di infrastrutture, come credo sia già emerso e comunque sia facilmente comprensibile.

La Regione, come ente territoriale espressione della comunità valdostana, ha espresso la propria opposizione che, a scanso di equivoci, è finalizzata alla sicurezza della circolazione nel Traforo del Monte Bianco, il che permetterebbe due vie di transito a una sola direzione, unidirezionale, alla fluidità del traffico, anche considerando che è stato ormai smontato l'assioma tutto ideologico che vorrebbe i mezzi pesanti come unica o principale causa dell'inquinamento ambientale di Courmayeur e Chamonix.

Infine l'esigenza di assicurare i collegamenti strategici tra Italia e Francia, sapendo, come ormai assodato, che i valichi alpini sono strettamente interconnessi: anche le ultime situazioni che si sono verificate la scorsa settimana o dieci giorni fa ne sono una dimostrazione.

Dimostrazione ne è anche il fatto che non necessariamente il raddoppio del Tunnel porterebbe un raddoppio dei mezzi di trasporto coinvolti, anche perché le direttive non sono scelte dagli operatori in funzione di quanti buchi ci sono in un Traforo, ma piuttosto in funzione della convenienza nella velocità di percorrenza del tragitto che devono fare.

Lo stesso Piano regionale dei trasporti - pur nella dimensione regionale che gli è propria - inserisce la questione del Monte Bianco nel più ampio contesto internazionale proprio come pungolo alle autorità competenti ad assumere delle decisioni in merito, e di questo va dato atto che questo primo passo da parte dell'Amministrazione regionale abbia comunque sollecitato la presa in carico della situazione in maniera anche amministrativamente tangibile.

Infine, va precisato che la dichiarazione d'intenti sottoscritta con il Conseil Général de Haute-Savoie non parla espressamente di Traforo del Monte Bianco, dato che la questione esula, come dicevamo in precedenza, dalle competenze della Regione e del Conseil Général stesso, sebbene un proficuo rapporto tra le due comunità e una visione comune sul raddoppio del Tunnel potrà sicuramente essere utile portando una visione anche del territorio in un più ampio contesto decisionale, che è quello evidentemente tra i due Stati.

Per quanto riguarda la terza domanda, direi che siamo assolutamente in sintonia con il Ministro degli esteri Tajani il quale - come ho cercato di esplicitare nelle mie comunicazioni, e come avete potuto apprendere dagli organi di stampa - a margine della riunione di Nizza del 7 febbraio scorso del Comitato di cooperazione transfrontaliera previsto dal Trattato del Quirinale ha dato notizia della prossima istituzione di un Comitato tecnico binazionale per studiare fattibilità e costi, utile a valutare il possibile raddoppio del Traforo del Monte Bianco.

Io sinceramente non penso che sia un calcio per mandare avanti il pallone, ma sia un percorso abbastanza pragmatico per capire se poi ci siano, dal punto di vista politico, la voglia e la forza per assumere delle decisioni sulla base di dati concreti e non solo di ipotesi.

Per quanto riguarda il quarto quesito, invece, proseguiremo come abbiamo fatto finora nelle azioni di stimolo e sensibilizzazione finalizzate a dare una soluzione definitiva alla delicata situazione del Traforo del Monte Bianco e - come ho avuto modo di precisare a Nizza - oltre a essere fondamentale per l'economia franco-italiana ed europea, rappresenta per la Valle d'Aosta la condizione essenziale per sviluppare rapporti di collaborazione con l'Alta Savoia e la Savoia, in numerosi e importanti ambiti in un territorio che il Trattato del Quirinale ha finalmente definito come un ambito di vita comune, in cui le comunità che vi vivono condividono lo stesso destino e possono condividere anche dei percorsi, a partire da quelli turistici, di scambio culturale e delle scuole giovanili, che possono dare una certa continuità a questo confronto e a questa collaborazione.

A tal proposito, inoltre, dopo la recente identificazione di un incaricato di missione da parte del Ministero italiano delle infrastrutture, per curare le analisi relative al Traforo e ai valichi alpini, in una prospettiva di sviluppo sostenibile, di sicurezza della circolazione e di rispetto dell'ambiente, l'incontro di Nizza ci ha permesso di prendere dei contatti con lo stesso e di metterci a sua disposizione per le interlocuzioni necessarie a condividere la visione del nostro territorio e a favorire, laddove possibile, i rapporti con le realtà locali transfrontaliere.

Analoga figura era già stata individuata dall'omologo ministero francese, che aveva incaricato un envoyé de mission di raccogliere tutte quelle che erano delle impressioni sul territorio, a partire da Roma per arrivare sul nostro territorio e raccogliere il sentiment della nostra Regione, piuttosto che le iniziative e le visioni anche del gestore del Tunnel parte italiana, per cui questo pensiamo possa essere un aspetto interessante sul quale lavorare e collaborare soprattutto con questa nuova figura istituita anche da parte - io direi finalmente - italiana.

Presidente - Replica il consigliere Aggravi.

Aggravi (RV) - Effettivamente io prima citavo un passaggio del Trattato del Quirinale e mentre ascoltavo la sua risposta ho pensato al fatto che non è espressamente previsto un passaggio sulla mobilità dei tunnel, come invece si trova, ad esempio, un passaggio in cui si dice che: " La frontière terrestre franco-italienne constitue un bassin de vie continue où les populations française et italianne partagent un destin commun ", poi abbiamo anche i problemi con il confine e quindi spesso questi trattati hanno dei grandi preamboli o delle grandi dichiarazioni e poi però i problemi concreti si devono gestire in un'altra maniera.

Sicuramente è vero, la creazione del Comitato - e io ovviamente ho fatto una provocazione - e ancora di più dell'incaricato di missione, può essere più che utile per trovare una soluzione che non necessariamente debba passare soltanto dalla Valle d'Aosta, perché giustamente i valichi alpini devono essere considerati come un vero e proprio sistema: sostanzialmente è come se fosse un sistema vascolare, lo vediamo ogni volta che il Tunnel oppure il Fréjus hanno dei problemi, quello che avviene da una parte e dall'altra.

Le domande 2, 3 e anche un po' la 4 erano soprattutto volte a comprendere se effettivamente l'attività portata avanti, chiamiamola più di buona lobby, nel senso che effettivamente sono altre autorità, ce lo diciamo sempre che purtroppo, o per fortuna, devono prendere delle decisioni di un certo tipo su queste tematiche... però è necessario che non ci sia l'assenza della Valle d'Aosta, soprattutto poi laddove queste soluzioni vengano messe a terra, proprio per quello che cercavo già di dire stamattina in termini di effetti, non soltanto sulle realtà, direttamente interessate, perché poi - ripeto - è molto facile guardare le cose sulle carte, poi bisogna andare sul posto e vedere gli effetti che ci sono, e spesso e volentieri il posto non è limitato soltanto a dove si fa l'infrastruttura, ma bisogna vedere tutto l'asse di riferimento.

Sicuramente queste notizie emerse soprattutto a seguito dell'incontro di Nizza sono positive, però è un dossier che deve essere coltivato nel tempo perché - come ho già detto in presentazione e come, tra le righe, ha detto ha detto anche lei nella risposta - non si può risolvere ovviamente con un semplice trattato oppure anche con semplici incontri, ma deve essere coltivato nel tempo e ci auguriamo che comunque si possa in qualche modo trovare una soluzione per evitare che le ricadute negative sui territori siano sempre maggiori e anche tra le due realtà italiane e francese, perché è una via di comunicazione strategica non soltanto per la nostra regione.