Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 4368 del 29 gennaio 2025 - Resoconto

OGGETTO N. 4368/XVI - Interpellanza: "Operazioni di bonifica e ripristino ambientale della discarica di Pompiod".

Marguerettaz (Presidente) - Punto n. 46 all'ordine del giorno. Per la presentazione, la parola alla collega Erika Guichardaz.

Guichardaz E. (PCP) - Il decreto ministeriale 471/1999, il decreto legislativo 152/2006 stabiliscono un percorso chiaro per quello che riguarda la gestione dei siti di discarica, quindi messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale. Tuttavia, nonostante i continui richiami normativi e gli impegni assunti, il sito di Pompiod si trova ancora in una situazione di stallo. La discarica di Pompiod è infatti caratterizzata da due lotti sovrapposti con caratteristiche diverse per quanto riguarda i rifiuti ammessi, su di essi sono stati eseguiti due interventi di messa in sicurezza: uno nel 2004-2005, uno nel 2019-2020, ma questi interventi non sono stati seguiti da opere di bonifica definitiva, come si evince dalle memorie prodotte dal consulente della Procura durante il procedimento penale. In particolare, in queste memorie e nei documenti in mio possesso, oltre a rilevare carenze di tipo amministrativo, hanno rilevato rifiuti non compatibili con la categoria della discarica, che nella prima messa in sicurezza non è stato possibile rimuovere uno strato di terreno pari a un metro a causa del rinvenimento in fase di scavo di numerose lastre di eternit. Il prelievo di terreno, volto a verificare l'assenza di residui inquinanti nel corpo della discarica, è stato quindi effettuato a una profondità di circa 50 centimetri. Si rileva inoltre la necessità di un maggiore approfondimento dello scavo fino alla base della discarica. Nonostante tutto questo, oggi la discarica è soggetta a una procedura di VIA per il rinnovo dell'autorizzazione, ma rileviamo che manca ancora un piano operativo chiaro per quello che riguarda la bonifica e il ripristino delle altre due discariche, per cui è stata effettuata, come dicevo, solo una messa in sicurezza.

La criticità principale quindi è proprio il fatto che alle messe in sicurezza non è seguito un intervento di bonifica, il rinnovo della discarica, senza in qualche modo garanzie rispetto a quello che riguarda la base di quella discarica, proprio perché non si è potuti andare fino a fondo nelle operazioni di verifica... e poi anche un impatto ambientale in questo caso non mitigato in quanto proprio il fatto della mancanza di queste analisi, come sappiamo, può procurare anche un rischio di tipo ambientale. Tutti fattori ostativi all'insediamento, rinnovo o a una qualsiasi nuova concessione rispetto a quell'impianto di Pompiod e quindi quella che noi definiamo la definitiva chiusura e realizzazione opera di bonifica e gestione post discarica del sito.

Alla luce di tutto questo, poniamo tre domande all'assessore Sapinet: "quante e ad opera di quali soggetti sono state le osservazioni pervenute alla VIA sulla richiesta del rinnovo della discarica di Pompiod; lo stato dell'arte della procedura di approvazione del sopracitato rinnovo" e "quando si prevedono le operazioni successive alla messa in sicurezza che riguardano la bonifica definitiva e il ripristino ambientale del sito".

Presidente - Per la risposta, la parola all'assessore Sapinet.

Sapinet (UV) - In merito al primo quesito, il progetto riguardante il rinnovo dell'autorizzazione alla gestione della discarica per rifiuti inerti sito in località Pompiod nel comune di Aymavilles, di cui al PD 4225 del 15 settembre 2010 e successiva delibera 909 del 8 luglio 2016 e PD 3242 del 12 luglio 2018, proponente società Ulisse 2007 S.r.l. di Torino, è attualmente oggetto di procedura di verifica di assoggettabilità a VIA, ai sensi dell'articolo 17 della legge 12/2009. A seguito della fase di evidenza pubblica, sono pervenute dodici osservazioni e richieste di integrazione da parte di strutture regionali, di Amministrazioni comunali, associazioni e privati. Il suddetto procedimento risulta attualmente sospeso con nota in data 10 gennaio 2025, protocollo n. 153, per richiesta di integrazione e approfondimenti sulla base delle osservazioni pervenute. Tali osservazioni saranno rese pubbliche al termine del procedimento amministrativo in essere in quanto saranno riportate integralmente in allegato al provvedimento dirigenziale conclusivo.

Riguardo al secondo quesito, fermo restando che il rinnovo può avere esito positivo con delle condizioni o può avere esito negativo, come riportato nelle premesse, il procedimento amministrativo relativo al rinnovo dell'autorizzazione, ex articolo 208 del decreto legislativo 152/2006 della discarica di Pompiod, è attualmente sospeso nelle more dell'espletamento della procedura di verifica di assoggettabilità a VIA. All'esito di tale procedura, in funzione dell'esito medesimo, il rinnovo potrà riprendere come iter autorizzativo, ovvero ex articolo 208 del decreto legislativo 152/2006 oppure come procedimento autorizzatorio unico regionale comprendente la VIA e l'autorizzazione specifica ai sensi dell'articolo 27bis del decreto legislativo 152/2006.

Si ricorda che la società proponente ha proposto nella documentazione presentata per il rinnovo di dimezzare l'elenco dei CER autorizzati conferibili in discarica, passando quindi dagli attuali 129 a 68, un passaggio sicuramente rilevante che va messo in evidenza.

Per quel che riguarda invece il terzo quesito, si rammenta che il gestore ha provveduto ad attuare il piano di messa in sicurezza della discarica, proposto appunto dal gestore medesimo e approvato dal consulente dell'autorità giudiziaria, piano che consiste nella rimozione dei rifiuti non conformi conferiti, la posa di tessuto non tessuto sulla porzione di discarica interessata dai rifiuti, la posa dei teli tecnici impermeabili delle reti antivento sull'intero corpo della discarica e il posizionamento delle due pompe automatiche di rimozione delle acque meteoriche. L'attuazione di tale piano è certificata dal consulente tecnico del PM, il quale attesta: "Si ritiene che siano state eliminate oppure confinate le sorgenti che possono provocare conseguenze dannose e pericolose per l'ambiente". Tutto ha consentito al gestore di giungere alla chiusura della vicenda giudiziaria. L'Autorità giudiziaria, in esito alla relazione finale del suo consulente tecnico, non ha ritenuto necessario disporre l'esecuzione di ulteriori interventi, quindi la ringrazio anche della domanda che permette di fare chiarezza e di dire poi in realtà le cose come stanno. Lo studio preliminare ambientale riporta che l'eventuale ripresa della coltivazione avverrà conservando la copertura di confinamento applicata ai rifiuti precedentemente accumulati, mantenendo così le funzioni di prevenire l'infiltrazione di acque meteoriche nei rifiuti ed evitare fenomeni di erosione e trasporto eolico di polveri e fibre. Nelle aree del fondo della discarica e delle pareti senza rifiuti accumulati che erano stati coperti solo per limitare la formazione di percolato, si prevede, al momento dell'eventuale ripresa della coltivazione, con l'accumulo di nuovi rifiuti, di riutilizzare il sistema di drenaggio di base e il sistema di raccolta del percolato esistente. Come noto, le operazioni di recupero ambientale di una discarica devono avvenire secondo il relativo piano di ripristino ambientale approvato e previsto dal decreto legislativo 36/2003 e per la discarica di Pompiod eventuali modifiche al progetto di ripristino ambientale andranno definite ed esaminate in accordo con tutti i soggetti coinvolti, quindi la proprietà, la gestione, le Amministrazioni comunali, ma anche e soprattutto in relazione alle decisioni che saranno assunte dal CELVA in esito all'esame dello studio ARPA di cui abbiamo relazionato e discusso in Commissione.

Per quel che riguarda il quarto quesito, presento che stante le conclusioni della procedura giudiziaria di cui abbiamo parlato nei punti precedenti, non vi sono al momento scenari per i quali debba essere effettuata una bonifica. Nell'eventualità che il soggetto gestore non effettui le previste opere di ripristino ambientale come da progetto approvato, la Regione procederà a discutere la garanzia finanziaria, che è obbligatoria, prevista dall'articolo 208, comma 11, lettera g), del decreto legislativo 152/2006 e a eseguire in proprio tali lavori. Si ricorda che è tuttora attiva la polizza che l'impresa ha presentato a suo tempo e che dovrà rinnovare all'eventuale ottenimento del rinnovo dell'autorizzazione. Tali garanzie sono attualmente regolamentate dalle DGR 3284/2006 e 1500/2013, documenti comunque che sono in fase di revisione e nello sviluppo delle NTA del piano regolatore comunale.

Presidente - Per la replica, la parola alla collega Erika Guichardaz.

Guichardaz E. (PCP) - Grazie Assessore. Le chiedo se è possibile avere la risposta scritta a quest'interpellanza.

Quello che mi preme rilevare e che lei ha rilevato in diversi punti è che non vi è stata bonifica e, lo ripeto, non vi è stata bonifica: parliamo di due messe in sicurezza, quindi a chi ancora oggi con arroganza in qualche modo utilizza anche alcuni mezzi per dire che una bonifica c'è stata... credo sia assolutamente chiaro che invece stiamo parlando soltanto di messe in sicurezza. Anche rispetto alle garanzie sappiamo che devono essere riviste ma proprio perché, alla luce di quanto abbiamo rilevato e hanno fatto rilevare anche i comitati e le varie associazioni che sono venute all'interno delle nostre audizioni, sappiamo bene che attualmente le garanzie previste non potrebbero andare a coprire un eventuale ripristino ambientale e quindi in qualche modo intervenire almeno per quello che sarà il proseguo è sicuramente utile.

Nella richiesta di rinnovo viene detto che alla base della discarica troviamo delle rocce. Io sono nata in quel posto o perlomeno la mia infanzia l'ho passata in quel posto e so benissimo che lì andavamo anche nei cunicoli che c'erano lì sotto e in qualche modo c'erano sia la cava, sia i cunicoli e quindi direi che io di grandi rocce alla base di quella discarica non ne ho viste, a meno che non si siano formate successivamente. Sotto questo punto di vista, il fatto di dover andare in qualche modo ad approfondire - e lei lo ha evidenziato - anche quello che c'è nella prima messa in sicurezza - cosa che, come dicevo, si rileva non essere stato fatto proprio perché c'era uno strato di eternit depositato all'interno di quella discarica -, credo rientri anche in quegli obblighi di prevenzione che conosciamo bene esservi in tante sentenze, perché, quando un'area viene definita inquinata - e, sotto questo punto di vista, lo è perché sappiamo bene che lì sono state ritrovate delle sostanze che non potevano essere depositate - in qualche modo quel principio di prevenzione deve continuare a sussistere e su quello dobbiamo vigilare. Sì, i CER sono stati dimezzati ma ricordiamo che rimangono ancora all'interno di quei CER scorie da fusione e altri elementi che sicuramente in una discarica per inerti non dovrebbero starci e non torniamo sulle motivazioni e sulla storia di questa discarica che ci porterebbe anche a dire quanti CER erano stati autorizzati, unica discarica in tutta Italia ad avere quella quantità di CER a disposizione.

Continueremo quindi a vigilare e naturalmente continueremo a seguire anche l'iter del rinnovo per capire, rispetto alle osservazioni e alle richieste di integrazioni, cosa è stato recepito anche da parte di chi di noi quelle osservazioni le ha depositate.